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Scafati. Aliberti ispirato dal sindaco di Vico Equense, decaduto in appena 19 giorni

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Academic year: 2022

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Scafati. Aliberti ispirato dal sindaco di Vico Equense, decaduto in appena 19 giorni

Di Adriano Falanga

Si chiama Gennaro Cinque, ed è stato sindaco di Vico Equense.

E’ probabilmente lui che ha “ispirato” il collega Aliberti nell’iter da seguire per vincere l’ostacolo temporale sul processo della decadenza. Cinque è stato dichiarato decaduto dal consiglio comunale del suo comune dopo appena 19 giorni dall’accertamento dell’incompatibilità. Anche lui forzista, scelse la strada della decadenza per potersi candidare con Forza Italia nel Collegio di Napoli a sostegno di Stefano Caldoro. Non eletto, è ritornato nella “sua” giunta come assessore. Tutto più facile però per Cinque, avendo avuto dalla sua parte il presidente del consiglio comunale Maurizio Cinque. L’ex sindaco decise solo all’ultimo momento di candidarsi alla Regione e avviò l’incompatibilità ricorrendo contro il Comune impugnando l’avvio del procedimento dell’ufficio urbanistica che gli contestava la presenza di un bagno situato nel proprio salone di arredamento. Primo deliberato lo si ottenne il 10 aprile di quest’anno, e anche qui fu votata l’immediata esecutività. Il 14 aprile arrivarono le deduzioni del sindaco decadente, che chiaramente rifiutava di rimuovere la causa di incompatibilità, volendosi tenere il bagno in salotto. Il 16 nuovo consiglio comunale, e nuovo invito a ritirare il contenzioso. In assenza di riscontro, come da prassi legislativa, il 29 aprile, con delibera immediatamente eseguibile, il consiglio comunale di Vico Equense dichiarò decaduto dalla carica di sindaco Gennaro Cinque. Molte sono le similitudini con l’attuale situazione di Scafati, cambiano però le dinamiche. Aliberti vuole il terzo mandato, andando in deroga al divieto legislativo, e poi, cambiano le opposizioni, ma soprattutto, cambia il presidente

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del consiglio comunale. E per il primo cittadino tutto è molto più complicato.

Scafati. Decadenza, “Il termine dei 10 giorni è inderogabile”. L’opposizione pronta al ricorso

Di Adriano Falanga

L’altra interpretazione dell’art.69 comma 2 rispetta alla lettera quanto scritto. Coppola dovrebbe aspettare i dieci giorni per le riflessioni, e poi avere altri dieci per convocare la seduta. Venti giorni a partire dal 19 novembre.

Così facendo addio sogni di gloria, sfumerebbe per Aliberti la possibilità di ricandidarsi. A chiedere al presidente dell’assise di procedere in questo verso è ovviamente l’opposizione, che da Aliberti si aspetta le dimissioni. “Il termine di 10 giorni non è un termine ”disponibile” nel senso che non vi si può rinunciare in quanto la legge non lo consente – spiega la segreteria del Pd, Margherita Rinaldi, avvocato anch’essa – Ovvio che difronte all’ennesima violazione di legge noi non possiamo tacere per cui agiremo di conseguenza anche ricorrendo alla giustizia amministrativa se necessario”. E’ avvocato pure Mario Santocchio: “La legge è chiara e prevede una tempistica che va rispettata, ogni tipo di violazione va punita. Noi chiediamo il rispetto dell’art.69 il quale recita che il consiglio comunale va convocato allo scadere dei dieci giorni dalla contestazione”. “lor signori non ritengono vergognoso che la nostra Città, con tutte le

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emergenze che abbiamo in corso, sia bloccata da settimane a discutere della tettoria del Sindaco? In caso contrario, la volontà di costruire questa famosa tettoia, deriva dall’esigenza di decadere? Se fosse così, ci troveremo dinanzi ad una palese violazione della legge sul vincolo del doppio mandato – osserva Michele Grimaldi, quasi capogruppo del Pd – Qual è l’urgenza di questa decadenza? Aliberti non può dirlo, perché dovrebbe ammettere di stare violando la legge. Ed allora inscena questo teatrino irrispettoso verso la Città ed i cittadini, che quotidianamente sono chiamati ad affrontare miriadi di problemi nel silenzio di questa amministrazione, concentrata evidentemente su altro. In tutte le sedi, Istituzionali e non, ci opporremo a questo scempio e a chi ritiene che la cosa pubblica sia una sua proprietà privata”.

Ha votato contro Pasquale Vitiello, capogruppo del Pdl formalmente ancora in maggioranza (con Pasquale Coppola): “La r i c e r c a s f r e n a t a d e l g i o r n o , a t t u a t a m e d i a n t e u n a d i c h i a r a z i o n e d i i m m e d i a t a e s e c u t i v i t à s e n z a prevedere l’obbligatoria motivazione, l’approvazione di un emendamento che è in contrasto con le previsioni di legge hanno il solo scopo di attuare la decadenza entro un preciso termine che consentirebbe al Sindaco Aliberti di ricandidarsi.

Però cosi non potrà essere. L’art.69 del tuel norma in modo chiaro la procedura ed i tempi del procedimento di decadenza e non può un deliberato di consiglio derogare tali termini”.

Vitiello però apre anche un’altra parentesi: “Null’altro importa se per l’art.66 dello Statuto dell’ente ciò comporta lo scioglimento del Consiglio Comunale mandando una città intera nel caos. Il tutto solo per l’insaziabile sete di potere – infine la stoccata agli ex colleghi di maggioranza – calo un velo pietoso su chi, pur conoscendo il vero scopo, violentando i propri pensieri e mortificando la propria dignità si presta a tale ignobile raggiro”.

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Reportage esclusivo all’interno di Piazza della Libertà. Vi mostriamo i pilastri che hanno causato il crollo

Piazza della Libertà: il cantiere (secondo il reportage a firma di Carmine Benincasa), versa in condizioni di completo abbandono. In alcune zone (nei piani sotterranei) sono visibili infiltrazioni d’acqua nonché usura dei materiali. Fa brutta mostra una scala mobile, naturalmente mai utilizzata, che appare già completamente distrutta. Inoltre, sempre secondo il reportage, sono stati completamente distrutti o portati via i sanitari dai bagni; anche a causa di un cantiere probabilmente non controllato ed accessibile da più punti. A partire dalla zona della stazione marittima. In esclusiva su Cronache le foto del distrastro e quelle dei pilastri che hanno ceduto provocando il crollo della struttura. Tutte le foto sul nostro quotidiano.

https://www.youtube.com/watch?v=dYsh_yTSU88

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Crescent: per gli oneri il Comune ora vuole 5 milioni di euro da Rainone

di Andrea Pellegrino

Il Comune vuole 5 milioni di euro da Rainone. E’ questo il prezzo degli oneri di urbanizzazione che Palazzo di Città avrebbe presentato alla Crescent srl, dopo l’ultima pronuncia del Tribunale di Salerno che non ha autorizzato il dissequestro del cantiere della mezza luna di Bofill. In pratica ad essere impugnati sono i permessi di costruire, il cui rilascio non ha previsto il pagamento degli oneri di urbanizzazione da parte dell’impresa (in questo caso la Crescent srl) aggiudicataria dei diritti di edificazione.

S o m m a c h e o r a s a r e b b e s t a t a q u a n t i f i c a t a d a p a r t e dell’amministrazione comunale che avrebbe chiesto a Rainone – a garanzia – una polizza fidejussoria per integrare le autorizzazioni da presentare all’autorità giudiziaria per la richiesta di dissequestro e l’eventuale riavvio dei lavori. Ma a quanto pare non mancheranno azioni da parte della società.

Non si esclude che la Crescent srl possa impugnare “il prezzo fissato dal Comune”. Cantiere Piazza Intanto c’è il progetto strutturale di adeguamento e ripristino delle condizioni di sicurezza del cantiere (pubblico) di Piazza della Libertà.

Costerà 14 milioni di euro ed è stato approvato con determina del direttore del settore ambiente e protezione civile Luca Caselli (Rup dell’intervento). Questo alla luce della decisione del Tribunale di Salerno che ha concesso un

“dissequestro condizionato” del cantiere per consentire la messa in sicurezza dei settori crollati e dell’intero cantiere pubblico oggi completamente abbandonato. Ora occorrerà procedere ad una nuova gara d’appalto per assegnare i lavori previsti dall’amministrazione comunale. Il tutto – sempre secondo le decisioni del giudice – si svolgerà sotto l’occhio

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vigile dell’autorità giudiziaria e, quindi, del Noe dei Carabinieri di Salerno. Nel mentre, in sede penale, va avanti il procedimento che vede imputati tecnici ed imprenditori per i crolli verificatisi in alcune zone della costruenda mega piazza sul mare a Santa Teresa. E non si esclude che, sotto il profilo giudiziario, nelle prossime settimane potrebbero esserci sviluppi. La somma, 14 milioni di euro secondo quanto scritto nella determina a firma di Luca Caselli, trova copertura sull’attuale esercizio finanziario. Dopo il via libera al progetto ed il successivo affidamento dei lavori – al termine i sigilli saranno nuovamente apposti – si procederà alla messa in sicurezza dei pilastri che hanno subito dei cedimenti strutturali.

Scafati. Il legale di Palazzo Mayer: “Consiglio entro il 29, altrimenti si potrebbe pensare a connivenze per favorire qualcuno”

Di Adriano Falanga

Aliberti protocolla le sue controdeduzioni, e parte il conto alla rovescia. O meglio, ne partono due, quello di maggioranza e opposizione. Sui tempi previsti dal Testo Unico degli Enti Locali (Tuel) è un braccio di ferro interpretativo, e non è chiaro quale sia la giusta applicazione. L’articolo in questione è il 69, comma 2, che recita: “L’amministratore locale ha dieci giorni di tempo per formulare osservazioni o

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per eliminare le cause di ineleggibilità sopravvenute o di incompatibilità”. La delibera è stata pubblicata il giorno 19, contestualmente Pasquale Aliberti ha rinunciato a rimuovere la causa, rifiutando i restanti giorni concessi dalla legge per fare le sue “riflessioni”. Ora la domanda che divide le forze politiche è questa: bisogna aspettare comunque i restanti nove giorni, oppure si può procedere già a convocare la seduta consiliare? Nel primo deliberato del 17, la maggioranza ha approvato un emendamento in cui si afferma chiaramente che il consiglio deve essere convocato nel momento in cui le deduzioni sono state depositate. Ergo, bisognerà ritornare in aula entro il 29 novembre. Non ha dubbi l’avvocato Francesco Romano, responsabile del settore Avvocatura che ha già pronta pure la proposta di deliberazione, come lui stesso ammette, e annuncia che comunicherà al presidente del consiglio Pasquale Coppola di convocare l’assise entro il 29 novembre. “Lo spirito della norma è quello di dare massimo impulso e celerità al processo di decadenza – spiega il legale di Palazzo Mayer – il legislatore si è preoccupato di cadenziare senza indugio le procedure, per arrivare al più presto alla dichiarazione di incompatibilità”. Non ha dubbio alcuno l’avvocato Romano, occorre procedere in tal senso. “Altrimenti potremmo pensare che ci possano essere delle connivenze se uno aspetta per poter favorire qualcuno. Dal momento in cui il sindaco ha protocollato le due controdeduzioni partono i dieci giorni per convocare il consiglio comunale – e infine ammonisce – anche l’emendamento votato va in questa direzione”.

E’ avvocato anche la consigliera Brigida Marra, che si dice certa di quanto votato in aula. “La norma dice <<entro dieci giorni l’amministrazione può>> ciò significa che può farlo anche il giorno successivo. L’emendamento ha rispettato assolutamente quello che la norma prevede – spiega la forzista – piuttosto la riflessione da fare è un’altra: Rispetto ad una norma che espressamente dispone che qualora sopravvenga una causa di incompatibilità il consiglio deve contestarla come è

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possibile votare contro? Credo che chi ha commesso un atto non dovuto siano proprio loro. Non avrebbero potuto assolutamente votare contro. In sintesi, aldilà del merito del contenziosi che a noi consiglio non compete, l’opposizione pur di non consentire ad Aliberti la possibilità di un’eventuale ricandidatura, ha violato una disposizione normativa chiara art.53 lite pendente e 69 comma 1 <<il consiglio gliela contesta>>”. Anche qui vi sono diverse interpretazioni, perché c’è chi ritiene che l’aula può anche rifiutarsi di far decadere il primo cittadino, e questo non perché non riconosce il contenzioso, bensì ritiene opportuno che l’amministratore incompatibile si difenda tramite l’istituto delle dimissioni, qualora ritenga di non rinunciare a quello che del resto è un suo diritto.

La palla passa a Pasquale Coppola, che fin da subito ha scelto di procedere sfruttando tutti i giorni utili che lo Statuto gli concede. “Non per ostruzionismo, ma per permettere a tutti di approfondire fino in fondo l’argomento e arrivare in aula consapevoli di ciò che si vota” ha sempre detto in sua difesa.

E tutto lascia pensare che anche in questo caso sceglierà comunque di aspettare il decimo giorno che la legge concede al sindaco, nonostante questi abbia già rifiutato di rimuovere il contenzioso. Insomma, questa tettoia s’ha da fare, Aliberti la ritiene indipensabile. E se l’attuale presidente del consiglio non terrà conto di quanto anche l’avvocato Romano suggerisce, pronta per lui la mozione di sfiducia, che apre al piano B.

Tolto Coppola, il nuovo presidente andrebbe senza indugio a convocare subito l’assise. A rimpiazzare il titubante Coppola la sua vice Teresa Formisano.

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Salernitana, a Latina per sfatare il tabù trasferta

di Marco De Martino

SALERNO. Ci saranno tanti incroci, questo pomeriggio, al Francioni di Latina. Per la Salernitana però, c’è una sola strada da intraprendere, quella della vittoria. La squadra granata, contro un Latina altalenante e non del tutto fuori dalla crisi tecnica che ha provocato qualche settimana fa l’avvicendamento in panchina tra due ex grandissimi difensori granata come Mark Iuliano e Mario Somma, appare matura per compiere il primo blitz esterno della stagione. Una vittoria in trasferta mai ottenuta dopo il ritorno in serie B e che manca alla Salernitana dall’ormai lontanissimo 1 aprile, quando i granata di Menichini s’imposero a Pagani ipotecando la promozione grazie al contemporaneo passo falo del Benevento a Lecce. Di acqua n’è passata sotto i ponti e la squadra granata otto mesi dopo cerca la vittoria corsara su un campo difficile come il Francioni. Un catino piccolo e ribollente di tifo che spesso ha mietuto vittime illustri, come ad esempio il Cesena, appena due settimane fa all’esordio di Mario Somma sullo scranno pontino. Proprio il confronto con l’ex trainer granata, che soltanto un anno fa divorziò dalla società granata in maniera polemica e burrascosa, sarà uno dei temi d’interesse di questo match. L’altro sarà il confronto tra i tanti calciatori esperti che si fronteggeranno da una parte e dall’altra. Il Latina, con i vari Marchionni, Dellafiore, Corvia, Brosco, è forse la compagine che in cadetteria che più si avvicina alla Salernitana in termini d’esperienza e d’età anagrafica. Per la verità proprio grazie all’inversione di tendenza avvenuta nell’ultimo periodo con l’adozione della linea verde, in parte dovuta all’emergenza, in parte grazie alle belle prestazioni fornite dai vari Milinkovic, Empereur ed Odjer, la squadra granata ha ritrovato compattezza,

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motivazioni e spirito di squadra. Ed anche oggi saranno quattro gli under che Torrente schiererà dal primo minuto in formazione. Tra i pali infatti Strakosha dovrebbe spuntarla su Terracciano nonostante quest’ultimo sia reduce dalla bella prestazione fornita contro il Novara. In difesa Empereur sarà affiancato dal rientrante Lanzaro, con Colombo e Rossi che saranno confermati sulle corsie laterali. Franco, nonostante qualche piccolo contrattempo fisico subito in settimana, sarà in panchina. A centrocampo non si potrà prescindere da Moses Odjer, diventato insostituibile nello scacchiere tattico di Torrente. Il ghanese sarà ancora l’interno destro nel reparto completato dalla parte opposta da Bovo (preferito ancora una volta a Sciaudone) ed al centro da Moro. Per la verità quest’ultimo è insidiato da Pestrin, con il capitano che scalpita per ritrovare una maglia da titolare. Per lui però potrebbe esserci la terza panchina consecutiva anche nell’ottica di un possibile inserimento a gara in corso per sostituire, vista l’ormai atavica emergenza dovuta agli infortuni, uno dei difensori centrali. In avanti è certo di una maglia da titolare Gabionetta, che proverà a sbloccarsi dopo due mesi di digiuno (ultimo gol alla Ternana il 26 settembre scorso). Con lui dovrebbero esserci Milinkovic, in vantaggio su Troianiello, e Coda, nonostante quest’ultimo sia insidiato sempre più da un Donnarumma segnalato in stato di grazia. A margine della sfida occhio all’ordine pubblico, con i circa 500 sostenitori della Salernitana presenti chiamati all’ennesima dimostrazione di maturità al cospetto di una tifoseria, quella pontina, non proprio tranquillissima. C’è curiosità anche per capire se al Francioni ci sarà Claudio Lotito, a due passi da casa e che finora in trasferta ha latitato.

COSI’ IN CAMPO, STADIO FRANCIONI ORE 15

LATINA (4-4-2): Farelli; Baldanzeddu, Dellafiore, Brosco, Calderoni; Marchionni, Moretti, Acosty, Ammari; Dumitru, Corvia. A disp.: De Lucia, Bruscagin, Scaglia, Talamo, Mbaye,

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Regoli, Campagna, Schiattarella, Jefferson. All.: Somma.

SALERNITANA (4-3-3): Strakosha; Colombo, Lanzaro, Empereur, Rossi; Bovo, Moro, Odjer; Milinkovic, Coda, Gabionetta. A disp.: Terracciano, Pollace, Franco, Sciaudone, Perrulli, Troianiello, Donnarumma, Ronchi. All.: Torrente

ARBITRO: Chiffi di Padova (De Meo-Bellutti IV Uomo:

Pagliardini)

Grimaldi: “Non c’è stato il cambio di passo nel Pd”

E’ uno degli uscenti ed è anche uno di coloro che sfidò Assunta Tartaglione alle primarie per la scelta del segretario regionale del Partito democratico. Oggi Michele Grimaldi, alla luce dell’azzeramento e delle nomine del nuovo organismo dirigente regionale, analizza il quadro politico e lo stato di salute del Partito democratico in Campania. Da uscente, un giudizio sulla nuova organizzazione regionale del Pd? «Mi balza agli occhi che sono escluse alcune aree territoriali della regione. Ci sono province che non sono rappresentate in segreteria, così come penso che diverse aree politiche siano escluse. Ma il nodo centrale, a mio avviso non è questo…» Qual è secondo Lei? «Intravedo due problemi. Il primo è che il cambio di passo non c’è stato. Soprattutto perché non ho visto autocritica rispetto alle cose fatte fino ad oggi dal Pd.

Basti pensare che non si convoca una direzione regionale da tantissimo tempo. Non c’è confronto e non c’è dialogo e vedo che ormai la costruzione della nuova segreteria regionale disegna un ufficio politico dove non intravedo la praticità».

Pensa che le nuove nomine rappresentino un commissariamento

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velato? «Dobbiamo uscire da questa logica. C’è stata una nomina. C’è una nuova segreteria di un partito». E’ la tempistica che lascia immaginare ciò? «Io penso che anche prima della bufera politica e giudiziaria che ha coinvolto il presidente della Regione, il Pd avesse qualche problema. Non è che il Pd in Campania prima di questo episodio era considerato come il partito migliore. Bisognava avviare discussioni interne, ed era necessario avviare un confronto. Ora c’è da decidere se contrarie un partito utile al territorio o ridurre tutto ad un maquillage dei gruppi dirigenti». Pensa che dopo questa prima fase ci sia una apertura della segreteria rispetto alle aree democrat escluse? «Io mi sono candidato al congresso regionale con una proposta innovativa. Rispettoso del risultato ho comunque dato una mano in questi mesi, consapevole comunque che a guidare il processo tocca a chi ha avuto l’onore della vittoria». Il rapporto con l’istituzione regionale? «L’idea di Renzi segretario e premier – così come avviene in gran parte dei paesi occidentali – mostra proprio come partito ed istituzione non siano due cose differenti. Il partito è presente e deve contribuire al governo e alla proposta di governo. Ma deve essere anche critico quando è necessario. Non può far finta di nulla, oppure prendere le distanze. Quanto alla discussione sulla giunta o sulle nomine, penso che il Pd non debba contrattare nulla, bensì debba essere protagonista di progetti utili per i cittadini della Campania. Mettere in campo proposte». «Naturalmente», conclude Grimaldi, «auguri ai nuovi membri della segreteria regionale del Pd».

Panico in via Manzo: puntano

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la pistola e portano via oro e gioielli

Sala Abbagnano e casa Manzo nel mirino dei delinquenti. Ieri un nuovo episodio delinquenziale è stato registrato intorno a l l e 1 8 . U n r e s i d e n t e d i v i a M a n z o s i è r e c a t o nell’appartamento del suocero, posizionato al piano inferiore, perché allertato da alcuni rumori. Una volta entrato nell’abitazione si è ritrovato faccia e faccia con i delinquenti che stavano facendo razzia di ogni cosa. I malviventi gli hanno puntato una pistola contro ed, in un batter di ciglia, si sono dileguati. Successivamente l’uomo ha allertato le forze dell’ordine. Il suo intervento non ha impedito ai ladri di portare via oggetti in oro ed altri preziosi. Il danno non è stato ancora quantificato dagli agenti della squadra volanti della Polizia di Salerno ma, stando alle prime stime, sarebbe ingente. Immediatamente è partita la caccia all’uomo. Sul posto anche la scientifica per i rilievi del caso. Al vaglio degli inquirenti le videocamere presenti in zona oltre che gli elementi forniti dal denunciante. Resta una situazione di forte tensione tra i residenti che in più di una circostanza hanno rilevato una situazione di disagio e di costante pericolo. In più di una circostanza è stato chiesto maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine. Sala Abbagnano e Casa Manzo restano tra i principali bersagli dei delinquenti. Da rilevare che la Polizia ha deferito sei cittadini stranieri, due di nazionalità georgiana, risultati non in regola con le norme sull’immigrazione, tre donne rumene e un cittadino residente a Casoria, inosservanti del foglio di via obbligatorio con divieto di far ritorno a Salerno per tre anni. In particolare, a seguito della segnalazione fatta da un cittadino circa la presenza sospetta di due stranieri nell’abitacolo di una vettura, ferma da diverse ore, in un parcheggio nei pressi del Parco del Mercatello, gli agenti sono intervenuti ed hanno

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identificato i due stranieri, di nazionalità georgiana, accertando per entrambi l’irregolare presenza sul territorio italiano. Le tre donne rumene, di età compresa tra i 24 e i 40 anni, sono state controllate in zona litoranea nell’ambito dei servizi di contrasto alla prostituzione.

Caldoro: De Luca crea palude burocratica e salva la poltrona

“@StefanoCaldoro: Vincenzo #DeLuca crea la palude burocratica e salva la poltrona #attaccatoallapoltrona”. Questo il tweet di Stefano Caldoro, attuale capo dell’opposizione di centrodestra in Campania, dopo la decisione della prima sezione civile del tribunale di Napoli che ha disposto il rinvio al 17 dicembre prossimo del procedimento di merito sul ricorso contro il decreto di sospensione emesso dal presidente del consiglio dei ministri che ha sancito la sospensione dalla carica di presidente della regione Campania in base all’applicazione della legge Severino

Manca un fascicolo, rinviato

al 17 dicembre il processo

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contro De Luca al Tribunale di Napoli

La mancanza del fascicolo ancora fermo in Cassazione ha fatto slittare l’udienza al 17 dicembre. Il processo è quello di merito sulla sospensione a De Luca per la Severino. Nelle more i giudici hanno anche sanato la posizione dei ricorrenti lentini e Brancaccio che non avevano consegnato il ricorso in via telematica ma solo cartaceo. Avranno tempo fino al 9 dicembre

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