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Ristoranti chiusi? Giovanna Farina non si perde d animo e prepara le pietanze pasquali nel forno a legna di famiglia

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Academic year: 2022

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Ristoranti chiusi? Giovanna Farina non si perde d’animo e prepara le pietanze pasquali nel forno a legna di famiglia

A n t o n i o P e p e e Giovanna Farina ( p h M a r i a n a Silvana Dedu)

L’annuncio dell’approssimarsi della Pasqua, a Pagani, coincide con il fumo dei carciofi arrostiti che invade il centro storico e che oltrepassa i finestrini chiusi delle auto. Il secondo anno di sospensione della normalità non ha impedito piacevoli scoperte primaverili. Sabato scorso, sono stata a trovare Giovanna Farina, chef patron di “‘O Ca Bistrò” a Nocera Inferiore insieme al marito Antonio Pepe. La pandemia non l’ha bloccata.

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Il locale è chiuso, certo, ma Giovanna, custode della tradizione paganese continua a cucinare i piatti tipici. Ha solo spostato la sua azione nella casa paterna, in via Mangioni, nella zona rurale, a pochi passi dal mercato ortofrutticolo Pagani-Nocera.

Figlia di Carlo, appassionato fruttivendolo-contadino, nell’attesa di avviare nuovi progetti che non sveliamo per scaramanzia, si diletta con il forno a legna di famiglia.

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E da qualche settimana sforna preziose pastiere di grano che hanno tutto il sapore dell’amore delle nonne, figure mitiche che tutti vorremmo immortale. Anche i suoi carciofi arrostiti raccolti nell’orto paterno hanno numerosi estimatori.

Siccome la tradizione è anche, sapore e odore, per domani il forno sarà acceso dalle prime ore della mattina per permettere a tanti di potersi deliziare, come devozione del sabato santo vuole, pastiera o pizza di maccheroni che dir si voglia e casatiello salato. Io sono stata privilegiata. La scorsa settimana, dopo la nostra chiacchierata, Giovanna mi ha omaggiato con carciofi e pizza di grano che si sono trasformati nel mio pranzo e mi hanno restituito il calore familiare dell’infanzia trascorsa nella zona dei giardini di arance di Pagani.

L’impegno di Giovanna, custode dei sapori del passato diventa simbolo del riscatto delle nostre terre e testimonianza della forza femminile che riesce a trasformare le difficoltà in

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opportunità.

Ritratti di territorio: che ci guadagno?

di Nunzia Gargano

Ph Gaetano Del Mauro

E’ la domanda tormentone che mi viene posta da quando è nato il premio. Dopo 6 anni e 7 edizioni, c’è chi ancora si chiede:

per quale oscuro motivo mi impegno un anno intero per organizzare un evento gratuito su invito? Questa è la differenza. In un mondo dove tutti agiscono solo per il mero tornaconto personale ed economico, viene percepito diverso chi agisce per una passione. Mi dispiace deludere molti.

Ritratti di territorio è nato per coltivare una speranza:

portare bellezza in luoghi come Pagani e l’Agro Nocerino- Sarnese che una stampa troppo distratta preferisce sbattere in prima pagina, solo se c’è la notizia di cronaca nera. Invece, quando ho mosso i primi passi nel mondo del giornalismo, nel

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1994, grazie al mio maestro, ho imparato che un concorso di bambini, una scoperta archeologica, uno spettacolo di un artista locale potevano e dovevano essere l’apertura del tg.

Da queste premesse, mi è sembrato normale, nel 2004, a 20 anni dalla prima intervista, pensare a qualcosa che si rivelasse un vantaggio per Pagani, il suo comprensorio e i suoi protagonisti. L’idea di partenza era semplice: portare il mondo “a casa mia” non avendo tempo di girarlo. L’intuizione è stata giusta. Il parterre di ospiti premiati e il gradimento del pubblico ne sono la conferma. Ma c’è bisogno di chiarire ancora.

Ogni anno c’è la gara per chi spera di poter partecipare e per raggiungere l’obiettivo smuove mari e monti, anche se finge di non conoscere il volto e il nome dell’organizzatrice. I più distratti dimenticano che la manifestazione è nata per dare un riconoscimento meritato a chi ha raccolto successi professionali di vario tipo, senza mai compromettere il rapporto con la comunità d’appartenenza.

Nella seconda parte della serata, incomincia la festa vera e propria. I protagonisti sono i fuoriclasse dell’enogastronomia nostrana che rendono possibile la realizzazione di un ulteriore momento magico che non è una sagra di paese. Lo specifico perché, a volte, ho l’impressione che sia percepito così. Cuochi, pasticcieri, artigiani, produttori, casari sono la parte forte dell’evento. Con umiltà, abnegazione, entusiasmo confermano il loro atto d’amore nei confronti dei territori dove operano attraverso le pietanze che realizzano.

La loro soddisfazione è trovarsi di fronte a un ospite che a b b i a i n t e n z i o n e d i a s c o l t a r e c o m e s i è a r r i v a t i all’elaborazione del piatto.

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Da sx l’attuale staff di Rdt: io, Roberto Ritondale, Barbara Ruggiero e Maria P e p e ( P h . G a e t a n o D e l Mauro)

Dopo questa lunga premessa, provo a rispondere alla domanda del titolo. In termini economici, non guadagno niente. Dal punto di vista morale, il guadagno è inestimabile. Ritratti di territorio conferma ciò che i più attenti già sapevano: la mia buona fede. Mi impegno solo se un’idea mi piace e posso seguirla direttamente rifiutando sinergie o collaborazioni.

Perché? E’ difficile trovare persone con lo stesso punto di vista. Alcune scelte puoi praticarle solo quando sei libera dal bisogno e hai superato i 40. Le marchette? Le lascio agli altri. Intanto vi auguro un buon 2021.

Panettone gluten free? Ci

pensa il mondo senza glutine

a Nocera Inferiore

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Francesco Fezza

Il Natale è la festa di tutti, anche di chi soffre di qualche patologia alimentare. Nell’ultimo decennio, si sono registrati sempre più casi di persone celiache che quindi non possono assumere alimenti a base di glutine. Se negli anni Novanta, una problematica del genere poteva causare difficoltà per la disponibilità di prodotti gluten free, oggi c’è un’ampia scelta di prodotti. Non c’è bar, salumeria, pasticceria che si rispetti che non abbia anche l’alternativa per le persone celiache. Il sogno di chi soffre questa patologia è aver un luogo dove trovare alimenti specifici, il cui ciclo produttivo non abbia subito contaminazioni.

Il mondo senza glutine, panettone ai cinque cereali con frutti di bosco

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Da tantissimo tempo in via Atzori, a Nocera Inferiore, c’è “Il mondo senza glutine”, un laboratorio artigianale di bontà che spaziano dalla panetteria alla rosticceria passando per la pasta fresca fino ad arrivare alla pasticciera. Basta solo varcare la soglia di questo luogo adatto per chi non si accontenta del piccolo angolo dedicato che puoi incontrare in farmacie e parafarmacie.

Il merito è di Francesco Fezza, Antonio Pepe e Alfonso Sabatino, ambasciatori della filosofia gluten free nell’Agro Nocerino-Sarnese, sempre attenti alle richieste della propria clientela, anche e soprattutto durante il periodo natalizio.

D a s x : A n t o n i o P e p e , Francesco Fezza e Alfonso Sabatino

I dolciumi, in questi giorni, sono ancora più numerosi. Oltre a quelli disponibili durante tutto il corso dell’anno, non mancano mostaccioli, struffoli e rococò e i panettoni. Alfonso e Antonio si suddividono rispettivamente tra l’amministrazione e il rapporto con il pubblico; Francesco, invece, è il pastry chef del trio e da molto si cimenta con i lievitati. Perché, a Natale, tutti hanno diritto a una fetta di panettone. I manufatti hanno riscosso un buon successo di pubblico. Ce ne sono per tutti i gusti: con uvetta e canditi, con gocce di cioccolato, con albicocche del Vesuvio, ai cinque cereali con i frutti di bosco, con crema pasticcera e cioccolato bianco.

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A testimoniarlo, le numerose spedizioni in giro per l’Italia.

Il trio del gluten free non si annoia mai. Nonostante il turbinio del Natale, la mente va già verso altri progetti. Non resta che aspettare!

I taralli di Giovanna Farina preziosi rubini incastonati

di Maria Pepe

Una fascia larga ed intrecciata, oro rosa, con l’intero

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perimetro costellato di rubini incastonati. Scenico, imponente, importante, ma semplice. Un prezioso che trova la s u a m u s a i n G i o v a n n a F a r i n a . D i s p o n i b i l e , s o l a r e , rassicurante, non poteva che fornire un bozzetto altrettanto valido, che meglio non poteva raccontarla.

Un anello, un cerchio, simbolo di forza e continuità, le stesse qualità che ogni giorno, ciclicamente, si ripetono all’O’Ca Bistrò, luogo incantato in cui Giovanna, mettendo insieme ingredienti simbolo della nostra tradizione, “cucina gioielli”, i tarallini tipici della nostra Pasqua. Sugna, pepe e mandorle brillano tra i suoi piatti e sulle nostre dita. Un

“comfort food” per un “comfort jewerly” romantico… ma dal sapore piccante…

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Sinfonia di vista e palato da

‘O Ca bistrot

Le declinazioni del corbarino. Questo il sottofondo della serata “L’arte dalla vista al palato”. Giovanna Farina e Antonio Pepe, rispettivamente moglie e marito,

Giovanna Farina e Antonio Pepe

venerdì sera presso l’incantevole ‘O Ca Bistrot a Nocera Inferiore hanno dedicato ai loro ospiti un evento curato nei m i n i m i p a r t i c o l a r i . I n r e a l t à , è s t a t a a n c h e l a sperimentazione di una sinergia tra due giovani e appassionati ristoratori e “I sapori di Corbara” rappresentata da un Carlo D’Amato

Da sx: io, Giovanna Farina, Pietro e Carlo D’Amato, Antonio Pepe e Francesco D’Amato

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in splendida forma che si è offerto generosamente alle curiosità dei degustatori accompagnato dal panettone al corbarino preparato artigianalmente dal maestro pasticciere Alfonso Pepe.

panettone al corbarino

Mehdi Morteza, Ranucci accessori moda, Ferdinando Fedele sono stati i partner di un momento indimenticabile.

Giovanna e Antonio, com’è ormai tradizione, hanno ideato un menu eccezionale in onore del pomodorino corbarino.

In apertura la pizza fritta con il pomodorino di Corbara

pizza fritta

seguita dai paccheri Vicidomini con pomodorino corbarino e scaglie di provolone del Monaco,

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i paccheri

le polpettine di salsiccione e corbarino.

polpettine

Non poteva mancare il dolce: panna cotta in salsa di corbarino.

panna cotta

A innaffiare le pietanze il vino novello delle Cantine del Taburno.

Per info e prenotazioni

‘O Ca Bistrot – via Papa Giovanni XXIII 16-18, Nocera Inferiore

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Tel. 081923287 – Mob. 3331026158 Le foto sono di Mariana Silvana Dedu

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