Conferenza
tenutaa Napoli nel Febbraio2005
LA TELA DELLE SIBILLE
Confidenze
frala SibillaAppenninica
e la SibillaCumana
Relatrici: Elissa di
Montenonaco
(Appenninica) eDeifobe
diNapoli(Cumana)
Chi sono
le Sibille nella storia -Chi
furonoo sono
le Sibille? Sibillaenome
proprio ocomune? Le
Sibillesono
tanteo
euna
sola?A
questedomande
tenteremo di rispondere in questo nostro incontro.Storicamente molti
sono
i paesi e le citta che ne rivendicarono la nascitao
la presenza. (Marpesso, Eritre, Delfi,Cuma, F Appennino
centro italico, ecc.).Moltissimi
sono
gli autori che ne parlano: Eraclito, Platone, Aristotele,Varrone
che elenca 10 Sibille,o
Lattanzio che suggerisce che ognidonna
che divinizzae chiamataSibilla. In ogni caso il
nome
dellaprima
Sibilla, proprioo
appellativo, era attribuito adonne
dotate di potere profetico, sicche le loro peregrinazioni e soste potrebbero spiegarne la diffusione dell’appellativo,nonche
il fatto che siano transitate attraverso tutte le culture. Circa il significato etimologico delnome non
v’e uniformity di interpretazioni,benche
il piu diffuso sia “consiglioo
manifestazione della volonta divina”Ma
c’e anche chipropone
“vedere oltre”o
“vergine nera”, cioe la vergine che opera in luogo oscuro,come
l’antro nel quale la tradizione la colloca. In questo caso il significato di verginenon
emoderno, ma
arcaico e denotauna donna
autonoma
e creativa, cioe operante, attiva nelmondo
reale e in quello cost detto“iperfisico”.
Ed infme
la parola sibilla per altrid
k il significato del simbolo e cioe quella locuzione oscura propria di ogni profetismo cheha
bisogno diuna
interpretazione intelligente. Vorrei far dsaltare, per meglio inquadrare la figura della Sibilla, l’ideamadre
delle culture antiche di considerare ilmondo come
unity vivente e animata.Da
questa idea derivava la possibility di entrare incomunione
-data la determinazione di natureumane
speciali-con
l’intelligenza della Natura, che siesprimeva continuamente attraverso segni. Tale
comunione
garantiva la stabilitydellacompagine
sociale e ilbuon andamento
di ogni cosa.L’uomo, dob, non
si credeva solo,ma
circondato da forze terrestri ecosmiche
che collaboravano, se cosi sipuo
dire, alio svolgimento della vita reale.
Le
Sibille, nature idonee a svolgere' tale compito, erano percio important nella vita delle comunita.Esse avevano
la capacity di dare giusti consigli, di individuare i problemi e la loro risoluzione,avevano
laconoscenza
delmondo
naturale e delle forzeche
in esso simuovevano. Ma come,
e descritta in letteratura la causa dello stato profetico delle Sibille?Come
si e tramandata sino ai nostrigiomi
l’eziologia dell’ispirazioneo
della cosiddetta divinazione ispirata? Gli autori che nehanno
trattatonon
ne indicanocon
chiarezza ilmodo. Mentre
a Delfi sicredevaad esempio
che tale stato dipendesse dal fattoche la Pizia sedesse sul tripode e respirasse i vapori che uscivanoda una
sacra fenditura della terra, per le Sibillenon
visono
indicazioni, senon
lo stato di furore, perlo piu descrittocome
doloroso,una
condizione di sofferenza in cui viene trascinatada una
forza superiore per vaticinare. Si percepisce in questo stato di sofferenza l’influenza greca cheimmoitalo
in Cassandra la figura spasimante della profetessa. Virgilio1
descrive la profezia
come una
specie di imposizioneda
parte del dio, “se potesse dal cuore (la Sibilla) disarcionare il dio”, dice, lo farebbe volentieri. Sicuramente quiadi lo stato furente, altrove cliiamato estatico, palesauna
condizione diversa, agitata,delTorganismo
psico-fisico della profetessa,uno
stato critico che in qualchemodo
libera in lei la capacity oracolare.
Secondo
la mentalita arcaica questo statoaveva
a che farecon
la divinita, perchenon comune,
descrittoda
Virgiliocome
orrendo cioe,latinamente, venerabile perche provocante
un
sacro timore, e quindi figuratocome
possessione di
un
dio.Cio
nonostante la Sibilla parlava inprima
persona, senza perdere la propria personality, e questo, ritengo, eelemento
italico che si discosta dalla tradizione greca e orientale. Infatti nell’oracolo greco si credeva che perbocca
della Pizia, parlasse la divinita, nel caso specifico lo stesso Apollo. II predire i fati
era inoltre, nella mentalita antica italica, opera che avvicinava agli dei perche il fato stesso era divino inquanto rappresentava il risultato dicio che anteriormente erastato preparato in
una
relazione di causa-effetto. Altro elemento che identifica le parole della Sibilla e il carme, cioe il cantoprofetico, proprio dellatradizione latinai cui vaticantavano le loro profezie e che proviene direttamente dalla Natura. E’ presente, ad esempio, nelle culture naturalistiche e sciamaniche. Dalla raccolta degli Oracula Sibyllina (6° d.c.) risulta
anche che
le soites delle Sibillenon
erano risposte adomande
particolari,ma
riguardavano avvenimenti di interesse generale coinvolgenticitta, regni e popoh.
Fanno
eccezione a questanorma
solo laCumana
eP
Appenninica.Ma
gli Oraculasono
senza dubbio raccolte tarde inmerito allequali le vere Sibillenon hanno
a che fare. Sipuo
sintetizzare che dal loro passato antichissimo le Sibille donne-profetesse-sciamane della Natura passarono sotto1’influenza della
Madre
Terra ipostatizzatacome
dea (e cost dovette essereanche
nella Grecia pre ellenica
ove
Pito, lo spirito divinatore erauna
serpefemmina,
poi trafittoda
Apollo, dio solare),fmo
alle society distampo
patriarcaleove
esse erano indottedalP Apollo nello stato profetico e disolito le loro profezie erano annunciatrici diun
ritorno aduna
eta dell’oro,come
poi accadde nellacultura cristiana che le fece annunciatrici del Cristo.Ma
dubito che queste ultime siano state Sibille. In terra italiana le Sibillesono
legate ai Libri Sibillini, nonostanteiromani
sianosempre
stati reticenti di fronte ad ogni profetismo.La
tradizioneli voleva scrittida una
donna,una
Sibilla,
ed
erano custoditi nei sotterranei del tempio capitolino dedicato aGiove Ottimo Massimo,
inun
cofano di pietra.Quando
Pordine superiore era in crisi essi venivano riesumati su ordine esplicito del Senato, per restaurarloex
fimdamentis.Quando
cioe lapax romana
vacillava si ricorreva alle armi, se questenon
bastavanoal culto straordinario e se
anche
quest’ultimo era inefFicace, alia consultazione dei Libri Sibillini che, proprio perche fuori dall’ordine, potevano ristabilirlo.Le
Sibillevengono sempre
presentatecome donne
erranti, indipendenti e semi-mitologiche.Sono
di solitoestremamente
longeve, millenarie, senon
immortali.La
tradizione classicane
riporta 10 : laPersica, originaria dellaBabiloniao
dellaCaldea; laLibica, detta anche Sibilla troiana; la Delfica, citatada Omero;
laCumea o Cimmeria
che profeto in Italia; l’Eritrea,da
molti associata aliaCumana;
la Sarnia che alcuni collegarono aNuma
Pompilio; laCumana
di cui parleremo; L’Eilespontica o Marpessa, legata a Troia; la Frigia, invasata dallo spirito pizio; e la Tiburtina, chiamata Albunea,con uno
speciale culto a Tivoli, di cui Virgilio parla nell’Eneide, 2associandola alToracolo diFauno.
Senza
anticiparetenii che saranno trattati a breve voglio sottolineare che la figura della Sibillaaccompagna
la storia del genereumano,passa
attraverso i secoli senza perdere nulla del suo fascino, quasi che ogni cultura vi abbia ravvisatoun
aspettoconsono
al proprio bisogno. Certo lafama
dellesibille e stata anche usata, distorta e
fmahzzata
a scopi del tutto estranei alia loro natura e ruolo,ma
questo eun malcostume
forse di naturaendogena
per il genereumano. Bisogna anche
aggiungere che ogni Sibilla esempre
stata anticipatrice di qualcosa, perche veri contenitori diconoscenze
e cio spiegaanche
perche ilmito e laleggenda le dipinge
come
erranti e longeve, di ignota provenienza misteriosamente scompaiono. In questo senso furono esono
figure di estrema modernita, percheconoscendo
il passato,possono
garantireil presente e costruire ilfuturo coi loro saggi consigh. 11mondo
dell’ arte e della letteratura leha
immortalate.La
Sibillaappare perla
prima
volta nella Cliiesa di S.Angelo
inFormis
presso Capua, erettanel1058 ma
le sueraffigurazioni piu rilevanti
sono
quelle del tardomedio
evo, dovute aGiovanni
Pisano chene
fecemotivo
ornamentale sia del pulpito della Cattedrale di Pisa, sia di quello della Chiesa di S.Andrea
a Pistoia.Anche
il rinascimento le celebro: basti pensare ai graffiti inmarmo
delpavimento
delDuomo
di Sienao
alle raffigurazioni michelangiolesche della Cappella Sistinao
a quelledi Raffaello.H
loro mito continuo perb a ispirareaitisti e poetianche
successivamente.E
ciosembra
esserstato predetto dalla leggenda che vuole che aliamorte
della Sibilla le sopravviva la voce, l’eco immortale.Spunti
storici, geografici, socio-antropologici e letterari sulmito
della Sibillaappenninica
Il territorio dei Sibillini in cui insistono il mito e la grotta della Sibilla
va
individuato nel versante picenodell’omonima
catenamontuosa
che fada
naturale spartiacque fra1
’Umbria
e leMarche. La
fisionomia paesaggistica caratterizzante questogruppo montuoso,
modellato nel corso deltempo da fenomeni
carsici, rivela luoghi di notevole suggestione naturale chehanno
influenzatoda
tempiimmemorabili
l’immaginario popolare. E’ testimoniata in toponimicome
Pizzo delDiavolo
,Cima
delRedentore, Grotta delle Fate,
Gola
delVInfernaccio, Scoglio del Miracolo, solo per citame alcuni, la coesistenza su questi monti diun
tenace substratopagano
altematosi all’esorcizzante presenza cristiana che lo Stato Pontificio esercito in tutta laMarca
Anconitana, posta sottola sua giurisdizionefmo all’UnM
d’ltalia.Va
ricercato proprio nella particolare morfologia di quest’area appenninica ilradicarsi e il persistere di miti e leggende la cui narrazione
non puo
prescindereda
quel vissuto simbiotico frauomo,
terra e natura che ancor oggipermane
pressocheinalterato sianeinativi che neiresidenti.
Se
inpassato, infatti, lamagica
cornice diun
paesaggio incantato hi un’attrattiva determinante per gli insediamenti urnani,non
dimeno
recentemente lo b stataper tracciare iconfmi
diun
Parco Nazionale, enon
solo per proteggere Pecosistema di un’area ancora miracolosamente intattaregimandone
la fruizione,
ma
per salvaguardareun
patrimonio culturale fatto di persistenti tradizioni, di repertimonumentali
e documentali inaspettatamente soprawissuti alia corrosione del tempo, di inestimabili saperi tramandati oralmente dibocca
inbocca
attraverso miti e leggende popolari,
o
raccolti in questi luoghi e fissati nella 3letteratura medievale, nei diari di viaggio di intellettuali rinascimentali e cavalieri provenienti da ogni dove, e indinegli studi contemporaneidi accademici e ricercatori delPinsolito. Inparticolare, l’areapicena delParco dei SibiUini, piu aspra e selvaggia, soprannominata il Versante della
Magia
, gli conferisce quell’incanto che ne potenzia1’attrattiva differenziandolo
da
altri Parchi strettamente naturalistic! e meritandogli Pattributo di «leggendario» - per l’appuntoParco
leggendariod’Europa
- giacche ogni roccia, ogni anfratto, ogni piccoloborgo montano,
ogni sentiero e ogni crocicchio conserva inalterato il fascino di luogo di confine fra realta e fantasia, fra sacralita e mistero, fra inconscio collettivo e coscienza individuale, invitando ognianima
irrequieta che vitransiti aun
viaggio iniziatico diconoscenza
e integrazioneda
raccontarecome
storia fra altre storie, perche il mito della Sibilla e della sua giotta possa rivivere insempre
nuovi orizzontinarrativi.Tutto
un
processo d’individuazione singolo e collettivo,emerge da
questo mito e si dilata per coniugarsi indissolubilmente, al territorio, alia sua morfologia naturale, aisiti familiari, alle pietre, alle piante, agli animali e a quegli eventi astronomici e
tellurici, che sono stati
compagni
o nemici di percorso.La
vita diun
intero gruppo,delle sue tradizioni, del suo futuro, e sintesi di
morte
e rinascita,etemo
divenireautonarrantesi e autorinnovantesi in
una trama
policroma e infinita, fatta, disfatta erifatta,
come
la veste diMadre
Natura, tessitrice delleforme
piu varie e infinite.E
l’eco dell’originario potere della natura di tessere gli eventi della storia, impersonate nel mito sibillino dalla Sibilla che nella grotta sul
monte
«fa la trama e l’ordito aun
telaio di raggi di sole»\
puo
contribuire a soddisfare PesigenzadelPuomo
di oggi di«far sognare Pintelligenza»2 per
non
disumanizzarla e di riscoprireun
corretto rapportocon
lanatura ei suoi misteri.Il
monte
e la grotta della Sibilla che si ergononelPAppennino
umbro-marchigiano, arcaici simboli di misterimai
svelati sia fisici che metafisici, sia locali che universali, tanto sacri quanto profani, tanto amati quanto altrettanto misconosciuti, costituisconoil mitico
omphalos
di quest’area centro-italica, i luoghi dimezzo
per il contatto e l’accesso siacon
Puniverso celeste siacon
ilmondo
ctonio.Nel
mito la Sibilla, quale iconametamorfica
e superstite diun
archetipo femminile totipotente e fatidico -non
solo per il classico ruolo oracolare di signora del
tempo
che tesse passato presente e futuro in un’unica trama,ma anche
per quello di fata (dal latino for-faris, parlare, narrare) e quindicome
narratrice di misteri, di valori, di sapienze econoscenze
£ in stretta interazionecon
la realta geofisica e geografica del territoriomontano
epedemontano
in cui persiste.L’esistenza ormai accertata attraverso indagini geofisiche
3
di
un
reale sito ipogeo arcaico di c.a. 150m.
di lunghezza, situato auna
quota di quasi2000 m.
s.l.m. sottol’aspra “corona” di
Monte
Sibilla e auna
quindicina di metri sotto il piano dicampagna,
fatto di cunicoli labirintici e grandi cavitainesplorate, attestai luoghie gli scenari cari al mito, ancor piu arricchendoli,da un
punto di vista narrativo, diuna
’j.LUSSU,IllibroPerognosudomiestregheeSibille, Ancona,Illavoroeditoriale, 1982,p.p.37-53
2A.DANIS1,IlfilodiAriama,Bari,LevanteEditori, 1996,p.43.
3Sulla relazione scientific* di queste indagini, cfr., in
AA.W.
Sibilla sciamana della moniagna e la grotia appenninica, ProgettoElissa,Monteinonaco, 2001, G. PAMBIANCHI, Caratteristichegeologicheegeomorfologiche di M.teSibilla,op.cit.,p.p.185-191,eA.BEANO,Indaginegeofisica,op.cit.,p.p.193-201.4
serie di altri archetipi che ne convaiidano il connotato di spazio “sacro” ante litter
am
entro cui la narrazione
deve muoversi
ene
confermano,con
la retrodatazionead un’epoca
primordiale, i confini atemporali. Gli archetipi universali del labirinto, quello dellamontagna,
della gtotta, del lago (il vicinoLacum
Sibillae, piu tardichiamato Lago
di Pilato per l’innestarsi diuna
leggenda post-cristiana)4, quidominano
la scenacon
i loro rimandi simbolici e misteriosi sull’inconscio collettivo,ei pressanti richiami al pellegrinaggio iniziatico.
Un
percorso chein questo casonon
appartiene solo al piano delTiminaginario, e
puo
essere vissuto sia virtualmente attraverso la narrazione mitica, sia integrando la stessa alia realta e alia fisicita diun’espedenza
al limite: a partire &a\Yexcalation dell’irtoMonte
Sibilla attraversando orride gole e perigliose acque, su su, per ripidi e scoscesi pendii confmatida
baratri profondi, per giungere all’agognata vetta a contemplare la volta celeste e i bagliori delle stelle, e tentare di catturame una, la propria“buona
Stella”, che rischiari ilcammino
(da qui virtuale) nei labirintici anfratti del fatidico antro, porta d’accesso almondo
ctonio, all’utero della madre, ai suoi misteri di vita,morte
e rinascita,ed
uscire “fuori” (possibilmente) vittoriosi ocomunque
arricchiti di esperienza e saggezza.Come non
connotare ilmito
sibillino fra quelle tipologie di miti che per illoro stretto rapporto con l’habitat naturale e ambientale, transitano piu facilmente nelle narrazioni popolari autoctone?
Stando
anche
all'autorevole parere dell’antropologo Tullio Seppilli5
, questo “mito” e
il risultato del ricordo di culti di divinazione di grotta e quindi di partecipazione di genti che
giungevano
appositamente inun
preciso spazio cultuale certamente piu consistente delvestibolo oggi crollato,non immediatamente
vicino aun
insediamento abitativo e inun
contesto in cui questezone
erano molto piu centrali rispetto alle vie dicomunicazione
6.Un complesso
ipogeo piuttosto consistente e articolato,diversamente
non
sene
sarebbe conservata cost a lungo lamemoria,
n<$ si sarebbe coagulata la leggenda popolare giunta frno a noi7. Quindi, grotta, femminile e divinazione, sono i tre punti chiave del mito sibillino8ed
& ipotizzabile che lapersistenza di
im
cosi vivo ricordo nell’Appenninoumbro-marchigiano
sia dovutaalia presenza di
una
Sibilla,una
sacerdotessa, che inuna
grotta operava delle4Speculare alia grotta della Sibilla, a c.a. 1900 m. s.l.m., sulMonteVettore, si trovaun bacinonaturale dalleacque rosseggiantiperlapresenzadi unminuscolo crostaceo,il chirocefalo delMarckesoni. Questopittoresco lago, nel ‘400 chiamato Lago della Sibilla,e stato meta di maghi e negromanti, fra cui,pare, Ceccod’Ascoli, che vi salivano per consacrare i loro iibri magici. Fu chiamato in seguito Lago di Pilato, e si narra la leggenda che dopo un lungo girovagare,ilcarrotrainatoda bufali infuriatirecanteilcorpo maledettodelgovematore romano PonzioPilato,reo di averconsentitolacrocifissionediGesu,andoadinabissarsi nellesue tumultuoseacque.
5
Cfr. intervista diAnna MariaPiscitelli alProf.SeppilliapparsasuIIRestodelCarlino-Marcheil27/11/2000, suLa Nazione-Umbria il 28/11/2000 c integralmente pubblicata in
AA.W.
Sibillasclamana della montagna e la grotta appenninica, A.M. PISCITELLI,V
antrodellasclamanaappenninica, arcaico simbolodiun mito immortale, op. cit.p.p.89-97. . . .
6
Cfr.: M. R1STORI, M. CAROBBI, I sentieri delle stelle. Emergenze architettoniche nel versante piceno del Monti
Sibillini, in AA.W., Le terre della Sibilla appenninica, antico crocevia d’idee scienze e cultura, Progetto Elissa,
Montemonaco,1999,op.cit.,p.p.69-103.
’Sulla consistenza spazialedel sito sibillinocfr.,in
AA.W.
Sibillasciamanadellamontagnaelagrotta appenninica, A.BEANO,Indaginegeofmca, op.cit.,p.p.193-201.8Non vannotrascurati, pero,nemmeno gliaspetti coliegati al cultodei misteri d’iniziazione: punficazione, incubatio,
morteerinascitache,invece,latradizionepopolarenonhadimenticato.
5
divinazioni e dei vaticini di cui ci
rimane
solo il ricordo amo’
di narrazione9.Non
sipud
certo escludere che culti di grotta di questo tipo servissero ad entrare incomunicazione
colmondo
altro,con
le divinita ocon
gl'Inferi,come
del resto e stato storicamente attribuito agli oracoli greci10.Di
fatto emolto
probabile che queste sacerdotesse o sibille, fossero interpellatenon
solo per prevedere,ma anche
perprowedere
a vari bisogni dellacomuni
ta. Tutto cio e rimasto nel ricordo della gente, rafforzato dai racconti e dalla letteraturaromanzata
chevede
la Sibilla coinvoltaanche
in attivita erotiche,metamorfiche
e magiche,come una
Circe dei Sibillini.Un
personaggio,
comunque,
a cui la collettivita chiedeva responsi fmaiizzati alia soluzione di variproblemidella vita11.Altro aspetto chenon puo
prescindere dalmitosibillino e
va
anzi ad integrarsi a quei poteriritenuti vaticinanti o divinatori, terapici, pseudo-sciamanici, metamorficied
erotici della Sibilla, rimarcatida
Seppilli, e l’emergere nella narrazione mitica popolare della suaimmanenza
e del suomagico
potere sulla natura circostante che
va
asommarsi
a quello sulle forze infere praticato nella fatidica grotta.La
narrazione cosl siammanta
dimagia
e di elementi del meraviglioso, corredandosi di tuttoun
popolo fatato che alberganon
solo nel suo regno sotterraneo, infero paradiso di proibiti piaceri abitato dalla sua corte di bellissime e sensuali fate,ma
anche in superficie: fra le impervie rocce dai profili antropomorfi, nel fitto dei boschi regno dignomi
che custodiscono inaccessibili tesori, sulle rive chiare dei torrenti e ai crocicchi delle stradeove
streghe dispettose distolgonoo
spaventano i viandanti, oppure siconfonde con
gli animali totemici e simbolici cari alia Fata appenninica.Un
“piccolopopolo”
di sudditi semi-invisibili della grandeDama
dellaMontagna,
mediatore fra laRegina
e la gente, fra il suodominio
sugli elementi naturali, ilmagico
potere sulle forze ctonie e cosmiche, e lasua saggezzalungimirante.
Pur
essendo transitato dalMedioevo
in poi nella narrazione “culta” il mito della SibillaAppenninica
continuo, e continua tuttora,ad
essere vissuto virtualmente dalla gran parte dei pellegrmi che vi sisono awicendati
nel tempo, e ad essere narrato oralmente sia dalla gente del posto,come
retaggio delle proprieradici antropologiche e culturali, sia da quei visitatori chegiungono
nelle terre della Sibillacon
lemotivazioni piu disparate e che li 1’hanno colto, per successivamente meditarlo e rielaborarlo all’interno delle singole esperienze.
Carpireai cieli
una
scintilladi luce, sprofondare negli abissi dellamemoria
ancestrale(regressus
ad
uterum) per poi rinascere integrati nella propria “sacra”umanita
costituisce il leit-motiv della gran parte dei miti classici e non, delle
cosmogonie
e delle rivelazioni, deipoemi
omerici, dellaComedia
dantesca ecc. e per cio la farna della grotta dilago inepoca
medioevale, in tutt’Europa veicolata dalla letteratura^Dalla narrazione popolare traspare, comunque, un orizzonte mitico-religioso legato ad antiche cosmogonie e culti arcaicipitichealtro matriarcali.
1(Vastaelaletteratura, su Oracoli, Pizie eSibilleclassiche, maperunpiudirettoconfronto fra latradizione divinatoria classicae quelladella Sibilla appenninicacfr., inAA.VV., Leterredella Sibillaappenninica, anlico croceviad’idee scienze ecultara, P. A. ROSSI,Itinerarirealie immaginarisidle tracce dellaSibilla, op. cit., p.p. 1-9; M. RUBINO,
Sibilleepresenzeoracolari nel teatro greco, op.cit.,p.p.11-13;F.BERTINI,LaSibillaVirgiliana nella interpretazione diBernardo Silvestre, op. cit.,p.p. 15-23; e in
AA.W.
Sibillasciamana deltamontagnaela grottaappenninica, P.CALENDA,Illinguaggiosibillino,pratichedivinatorietra gliantichiItalicieglisciamanid'America, op.cit.p.p. 1 1 1- 125.
nEquantoattestanolenarrazioni popoiari.
6
1
2
cavalleresca che vi ruotava intomo: dal
romanzo
diAndrea da
Barberino , dal manoscritto del diario di viaggio del cavaliere provenzaleAntoine De La
Sale13, alle loro successive trascrizioni, fino airacconti, frammisti a“licenze” autobiografiche, di autori pihmodemi,
il personaggio pluriforme della Sibilla appenninica, immortale signora del mito e la grotta fatidica checon
i suoi arcani misterine
costituisce il“simbolo”, rappresentano
una
tangibileprova
della persistenza, deirattualizzazione epocale, della laicizzazione del mito antichissimo delle originiumane
entronuove
griglie narrative atte a soddisfare
come
neli’uomo di ieri, in quello di oggi, oltre alprofondo bisogno di vivere il “sacro” e la
magia
della natura in“mondi
possibili”,anche
l’esigenza piu razionale econsona
alia societaodiema
di scoprirenuove
modalitadiconoscenza
ecanalisempre
piu idonei pernarrame
Tesperienza, senon
sivuole correre il rischio diperdere l’identita globale della nostra italicita, cosi
come
sisono
sepolte le arcaiche origini storiche, antropologiche e mitiche della cultura italico-sibillina sotto la franache ostruisce ilsito ipogeodiMonte
Sibilla.IN1ZIO DIALOGO
Sibilla
Appenninica: Cara
sorellaCumana, sono mesi ormai
che hai lasciato il nostrorifugio appenninico per ritomare nelletue antiche terre... hai visitato archivi e biblioteche,musei
e siti archeologici, travestitada
colta e attenta ricercatriceo
daturista curiosa...ed io 11 ad aspettare il tuo rientro, a fare
da
guardiana del nostro regno,ad
arginare i fiumi di lacrime diAlbulnea
Tiburtina checome
sai, fedele a sestessa, fa acqua da tutte le parti, a combattere
con
quei testoni dei piceni..* e senza avere tue notizie! Perciomi sono
decisa a venirti a cercare, edove
ti ritrovo? In questa sala conferenze a fare sfoggio della tua cultura, costringendoanche me
adesibirmi, per
non
essereda meno,
inuna
dotta e forse noiosa disamina sulmio
personaggio e sulmio
mito,con
la descrizione annessa e connessa dei luogbi in cui persiste!Ma veniamo anoi: da tuttoquesto tuo girovagare, quasi maniacale, da
sibilla
errante alia ricerca delle tue origini storiche, che cosa hai scoperto che
conferrai o
confuti la
memoria
che noi sibilleabbiamo
di noi stesse e delnostro ruolo nei destini dell'umanita?E dimmi come
a tutt'oggi in ambito filologico e storico la tuaindividuality di
Cumana
e conosciuta e tramandata?Sibilla
Cumana:
Ticonosco bene
e sapevo che saresti venuta acercarmi!E
infondo
questobel pubblico, fra
uno
sbadiglio e l’altro,ha
meritato il nostroapporto culturale.Ma non sto a coglierei tuoilarvatirimproveri e vengo
al dunque.
Virgilio
mi ha
chiamata anziana Deifobe, e molti altrinomi mi hanno
attribuito:Erofile, la profetessa considerata dai piu
come
laprima
Sibilla, cioe laMarpessa o
l’Eritrea, e anche
Amaltea
(la nutrice di Giove) e Demofile.Sono
legata aCuma
12Andreada Barberino, taleAndrea dei Mangabotti, nato a Valdelsa intomo al 1370, fu instancabile compilatore in volgarediromanzicavallereschi che, sidice,solevarecitareanche inpubblicosecondo l’usodel tempo. Fraquesti il
piufamosobilromanzoGuerinMeschmochenelia parte
V
trattainparticolarmododelmitosibillino.^AntoineDeLaSale,nacquenel1388e fu legatoperlamaggiorparte dellasuavita aliacasad’Angio. Renatod’Angio
gliaffidoFeducazionedisuofiglioGiovanni,ducadiCalabriaalqualeeglidedicbilsuotrattatoeducativoLaSalade, incui inseripureilresocontodelviaggioeffettuatonel1420fraUmbriaeMarche,nelle terre della Sibilla,intitolandolo Leparadisde laReineSibylle. IviM.te Sibilla,il territoriocircostanteel'antro dell'oracolo appenninicosonodescritti
condoviziadi particolarisoiprendentementecorrispondentiall'attualemorfologiadeiluoghi.
7
uoica citta, oltre le ioniche Efeso e
Samo, ove compaiono
chiare testimonialize della nostra esistenzain eta arcaica.E
peramore
delvero questecittanon avevano un
cultodi Apollo importante.
Le
testimonianze archeologiche sullamia
esistenzasono
molto piu antiche dell’epocaellenisticaquando
scrittori greci e latinihanno
scrittodime,
ele piu antiche notizie
mi
diconouna
veggente errante.Sono dunque awolta
piu chemai daUa
leggenda dei tempi arcaici chemi
caratterizzacome Cimmeria, una
Sibillameno famosa
inCampania.
Gli annalist! romani,che
si rifacevano a Nevio, dicevano che Enea, fuggitoda
Troia, raggiunse l’ltaliaove
consulto la Sibilla che profetava ilfuturo ai mortajie viveva nellacittadei
Cimmeri.
Appenninica: Questo
stessotema
fu poiripresoda
Virgilio.Cumana: Un
precedente, pero, si trova inuna
fonte greca: Bforo che, nella descrizione delTItalia,menzionava un
centro oracolare presso il lagod’Avemo,
sede deiCimmeri.
PerOmero,
iCimmeroi non
erano i cavalieri invasoridell’Asia Minore
.-nel VII secolo a.c., bensi
un
popoloche
viveva nelToscurita perpetua alTestremith occidentale delmondo,
eCuma
o, permeglio
dire, il territorio flegreo erano situati alTestremith occidental delmondo
greco. Eforo descrive questopopolo come
abitante
dimore
sotterraneechiamate argillaecollegatefraloroda
cunicoli. ICimmeri
accoglievano gli stranieri nel centro oracolare, situato nelle profondita della terra,ed
era usanza ancestrale che coloro che avessero ache
farecon
lo stessonon
vedesseroil sole,
ma
uscissero dallecaveme
solo di notte.Furono
sterminati poida un
re iratoper
una
profezia errata,ma
il centro oracolare esiste ancora, perche fu trasferito in altro luogo. E’ probabileche
Eforo avesse tratto queste notizieda
qualche tradizione piu antica alia quale lenumerose caveme
e grotteintomo
all’Averaofomivano
possibili fondamenti per
memorie
di culti sotterranei e di grotta,come
d’altra parte e ancorpiu probabile chene
fosse influenzatoNevio
nativodellaCampania. E
poich&Cuma non
esistevaprima
della guerradiTroia e possibile che le precedenti tradizioni locali suun
oracolo sotterraneo dellazona
flegrea poi siano state trasferite aCuma,
nelrispetto
deUa
cronologiadella suafondazione, e colorandosi di grecitd.Anche
perla morfologia della
zona
caratterizzata dauna
moltitudine di crateri,da
tutti ifenomeni
piu.singolari dell’idrologia e del vulcanesimo,da caveme e
spelonche eda
boschi fittissimi.Ma nonfarmi parlare alungo, perche-come
tuo solito- mi
taccerai
dierudizione.
Dimmi
piuttosto di te. Pochiconoscono
le tueorigini.Appenninica: Le mie
origini siperdono
nella notte dei tempi, ai primordi della civilta,quando
le basi della storia codificata erano ancora inembrione
e vita esoprawivenza
eranouna
sola cosa. Solo oggi, grazie allenuove
scienze, a recenti scoperte archeologiche, agli studi di paleoetnografi e antropologi s'incomincia a delineare l'esistenza diuna civiM
detta "danubiana'’(stando all'archeologo e paleostoricoGordon
Childe) che estendendosi dalTUcraina aliaSpagna scendeva
lungo la penisola italica attraverso le vie di cresta del nostroAppennino,
configurandosicome
"sibillina". C'erano civilta sibillineattomo
a tutto ilMediterraneo, fino alle
zone
interne dell'Europa, dell'Africa, delTAsiaMinore
e ogni insediamento,dopo
la rivoluzione del neolitico,aveva
la sua Sibilla.Nell'insediamento centroappenninico
mi
chiamaiAppenninica
e anch'ioCimmerica!
Ma
in realtyCimmeriche o Cimmeriane
erano per i greci e iromani
le culture preesistenti, chenon avevano
capito,ne
tentato di capire, relegandole nellamagia
e8
nella leggenda per giustificame l'emarginazione e i reiterati tentativi di sterminio,
come
citato daEforo
e Nevio.Apparivano
loro misteriose,chimedche
appunto,come
il cavallo alato e l'idra a sette teste.
Ma
nelTimmaginario collettivo il loro ricordo rimase,fmo
ad influenzare autori classici che, nel corso deltempo
attribuirono,non
permera
confusionema
percomune
• assimilazione di origin!, ilnome
interscambiabile di
Cimmerica
atutte e tre noi sibille italiche:Cumana, Appenninica
e Tiburtina, sovrapponendone, alia bisogna, storie e leggende, oracoli e sortes, inun
intreccio di sedi oracolari e svariate tipologie mantiche.
Paiono
storicamente acclarati, nell'Italia centrale i centri oracolari di Ostia,Caere
e di Falerii che,con Clitumno
eGubbio
rientra nei territori sotto lamia
influenza. QuellaGubbio dove
furono rinvenute nel1444
lefamose
"tavole iguvine," risalenti al II - III secolo a.C.che, insieine al "liber linteus" etrusco
formano
il piu antico ecompleto documento
riguardante rituali religiosi pre-cristiani, probabilmente riferibili agli albori del I
millennio a.C. e appartenentialle confederazioni umbro-picene, visto che
sono
scritte in caratteri etrusco-piceni arcaici.Cio
a riprova dicome
i culti della vita e dellanatura gestiti da noi sibille furono manipolati e codificati gia in
epoca
pre-romana, dallecomunita
confederate dei popoli italic!.E
ora.racconta invece quale fu l’escamotage di Virgilioche voilefarti risiedere aCuma
.
Cumana: Semplicemente facendomi
precedereda
Dedalo, ilfamoso
architettocontemporaneo
di Minosse, quale artefice deltempio
di Apollo aCuma.
E’chiaro percio, escludendole soluzioni utopistiche, che lamia
presenza, ancorprima
diessere fissatacome
Sibillalegata aCuma, ad una
coloniagrecaead
Apollo, costcome
puretu ricordi, fosse inserita nella realta locale, italica, di
un
centro oracolare collegato ai luoghi sotterranei e alle grotte. IRomani avevano
interesse a collegare la venuta diEnea
aduna
profezia sibillina. Interesse chenon manco neanche
ai greci del periodo ellenistico che vollero inglobare la nascita diRoma
nellaloro mitologia.Ma
voglio distinguere lamatriceromana da
quella greca ete neparlero in seguito.Appenninica: Purche non
lafacciamo troppo lunga!Cumana:
Un’altra leggenda, citatada
molte fonti,ad esempio da
Varrone, narradella vendita, da
me
fatta, dei Libri Sibillinia Tarquinio il Superbo.La
leggendadice che gli offrii 9 rotoli peruna somma
ingente di danaro.Al
rifiuto del re bruciai 3volumi
egli offrii irimanenti6
aliostesso prezzo. Ilrerifiutoancora e ne bruciaialtri3, ripetendo la stessa richiesta. Finalmente il re intul l’importanza dei rotoli e
ne
acquisto 3 al prezzo di 9.La
leggenda suggerisceun
dato importante: Tarquinio seguivailprincipio eccellente della politicaromana secondo
cuiquando
si presentavaun fenomeno
sconcertante, presago di qualche pericolo, venivano conultati i libri sibillini e sipuo
supporre che gli oracoli, in esametri greci, circolassero in Italia centraleavendo Cuma come
fonte principale. E’ certocomunque
che questi oracoli, chiamati libri sibillini, circolavano nellTtalia del 6° secolo a.c.Ma anche a te e stata
attribuita la stessa impresa. Impresa, mia o
tua che fosse, stramentalizzata specie
airepoca
delleguerre civili aRoma.
Appenninica:
Si, e vero! E,come,
nellazona
Flegrea, si parla diun
antro abitato dallaCumana, anche
senon
ancora topograficamente localizzato, cosi eormai
oggi acclarato edimostrato, dal rinvenimento di reperti archeologici, che ilcomplesso
sitoipogeo del
monte
appenninico cheha
presoilmio nome (Monte
Sibilla) fossemeta
di 9pellegrinaggi per pratiche cultuali officiate in grotta e gestite
da donne o
sibille,accertate
almeno
dall'etadel ferro (vedi piccolacuspide rinvenuta nei pressi). Inoltre,il culto delle
acque
localizzato da Orazio presso Tivolie caratteristico dellaTiburtina Albunea,nemmeno mi
e estraneo, enon
solo per il lago appenninico di origine glacialeprospiciente ilmio monte
e lamia
grotta...
Cumana: come
ilmio Lago d'Avemo
e FadiacenteMonte
Barbaro.. .Appenninica:
...ma
anche per l'abbondanza di risorse idriche eacque
sulfuree nelle terre sotto lamia
influenza,un
vero serbatoio di "oro blu" per questonuovo
millennio. Pure
Carmenta
ed Egeria furono l’eco lontano delmio
arcaico potere sulle acque specie sorgive e mefitiche, fonte di vita e di salute!Ritomando
ate, nonostanteil tuo dire e la veritache noi conosciamo, si continua a credere che tu
venga da
fuori;la pit! accreditatae la provenieza orientale.
Cumana:
Gliuomini hanno sempre
tentato, in accordo allemode
dei tempi, di attribuirmi origini forestiere.Le
fontisono
numerose, adesempio
la leggenda delfica di Coreta (un pastore di capre che la leggenda dice aver scoperto la fenditura delToracolo presso Delfi dalla quale uscivano vapori cheinducevano
la trance profetica della Pizia),non
e dell ’eta arcaicama sembra
appartenere al tardo 4° secoloa.c.; fu al contrario inventata per dare
una
spiegazione eziologica alTuso delle capre nel rituale della Pizia euna
spiegazione razionale alia sua ispirazione attraverso ivapori inebrianti.
E
certonon puo
essere attribuita anche ame
che in quel periodoavevo
gia cessato di svolgere lamia
funzione aCuma. Non
esistono infatti fonti che parlino diun
centra oracolarecumano
attivo sotto iromani ed
d ragionevole supporre che l’oracolo si fosse gia trasferito altrove nel periodo in cui la citta fu presa daiCampani
(421 a.c.).Fu
questa conquista che posefme
all’uso della caverna, conquista spietatacome
ce la descriveDiodoro
Siculo. Un’altra leggendafarisalire le inie origini ad Eritreperpoi portarmi aCuma da
immigrata.Appenninica: Un
po' pero cihanno
colto, l'istinto diperipatetica ce Thai davvero!Cumana:
Nello pseudo-Aristotele (3° sec. a.c.) simenziona
la stanza sotterranea di Sibylla pressoCuma
e si dice:”Era Eritrea,benche
chiamataCumana da
alcuni abitanti d’ltalia e da altri melancraera (testanera).”La
fonte storica di questa versione fu scrittaquando Cuma
fu presa dagli Osci,prima
che iRomani
avessero ilcontrollo totale della
Campania. Anche
per Livio era venutada
fuori perche,menzionando
la profetessa Carmenta, egli afferma che questa esistevaprima
delmio
arrivo. C’e anche chi
mi
collega a Cassandrao mi
da un’origine babilonese!Devo
dirti, pero, che
sono
stufa di quanto gli italianiammirino
solo cio che vieneda
fuori, trascurando di conoscerele proprietradizionielapropria genia.Appenninica: Insomma,
aliafme hanno
sparso,come
si suole dire, nero di seppia anche sulla tua autoctonia!Ma pescando nella mia memoria
e ritomando
alle society
sibiUine, ti devo
ricordare che erano caratterizzate dal buon
senso, dall'attaccamento
alia vita e dal rifiuto di codici astratti e terroristici. L'organizzazione comunitaria era
aperta ed autogestita attivamente da tutti i membri
in un continuum
, basato su di uno
sviluppo che non
abdicava al corretto rapporto con
I'ambiente, e sulle relazioni
pacifiche, fatte di tolleranza, scambi
e compromessi, con
le comunita
vicine. Al
femminile sibillino era demandata
sia la memorizzazione
e latrasmissione dei saperi
e delleesperienze pregresse, sialaprevisione intelligentedel loronamrale
evolversi e
10
proiettarsi nel futuro della comunita: il potere sibillino delle signore del tempo, delle tessitrici del passato, del presente e del futuro, delle arcaiche e sapienti profetesse italico-sibilline,
non
scaturivada
doni soprannaturali,o
dalla possessione diuna
fantomatica divinita, bensi dall'osservazione oggettivae
dalla sperimentazione ciclica nel proprio corpo,o microcosmo,
di queifenomeni
creativi legati alle molteplici manifestazioni della vita nella natura e nelcosmo. Un
potere forse, oltre che incompreso, troppoinvidiatogiacche inespropriabile,ma
lacui codificazione...
Cumana:
... e i Libri Sibillini e ancorprima
la cleromanzia ne costituiscono gli storiciesempi...
Appennlnica:
... avvioun
processo di adattamento allenuove
esigenze delle nascenti societa patriarcali che, orfane in natura diuna matema
genia, pensaronobene
di sfruttarne tutti i vantaggi confinando il potere sibillino nelmagico
e nelTindeterminato, togliendogli significati sociali e rendendolouna
specie di rituale oracolarebuono
atutti gli usi.. Infatti, durantele vittoriediAnnibale, attribuironoalle Sibille l'introduzione aRoma
del culto dellaMagna
Mater, frigia, mediterranea,Demetra
e Cibele, per deformare la nostra iminagine e confmarla nel ruolo esclusivamenteriproduttivo,complementare
aliafigura delmaschio
guerriero.Cumana: Ad
esempio, nel69
a.C. Svetonio riferisceche
Vitellio celebrduna
sacraveglia sui gioghi dell'Appennino e nel
270
d.C. Trebellio Pollione in "Scriptores Historiae Augustae", scrive che Claudio II il Gotico consulto in quell'anno l'oracolo appenninico.Appenninica: Sono documentate
dagli storiciromani
tutte le distorsioni e manipolazioni che subl la nostraimmagine:
basti citare tuttauna
serie di Imperatori,da Vespasiano
che si vantava di essere figlio diuna
sibilla, a Marcaurelio che restauro ladimora
della sibilla Eritrea, a Giuliano, devoto alia sibilla Delfica, Aureliano che tiro fuori le tavole sibilline durante la seconda invasione deimarcomanni,
a Valerio che fece coniareuna moneta con
l'effige della sibilla ecc. Poi arrivo aRoma
il generale Stiliconeche con
vandalicobuon
senso fece piazza pulitadi quelle degradate mistificazioni. Intanto si erano fatte avanti le religioni monoteiste che
non
potendo cancellare la nostra culturaoramai sommersa e
la tenacememoria
popolare, aggiunsero manipolazioni a manipolazioni. I giudei fatta
una
sibilla della nuora diNoe Sambetha
e un'altra della regina di Saba, grazie al loro apologeta Flavius Josephus, le reclutarono dal II secolo nelle schiere dei profeti. I cristiani dei primi secoline
fecero dellevergini profetesse,mescolando
Platone cheaveva
parlatocon
grande rispetto delle sibille greche,con
l'Antico Testamento:da Marco Giuniano
Giustino a Teofilovescovo
di Antiochia,da Clemente
Alessandrino a Eusebio, Girolamo,Ambrogio,
Isidoro fino a Lattanzio Firmino, confessore di Costantino ilGrande
e organizzatore del Concilio di Nicea, e a tantissimi altri di cuinon
avrai trovatotraccia negli archivi storici, parlaronoe scrissero di noi sibille tantoda
essere appellati dagli intellettualiromani
deltempo
"SibiUisti”,come
racconta Celso nella suadissertazione "Alethes Logos".Cumana:
Forsefu proprioda
tuttaquella confusione cheda
allora iltermine sibillinoassunse nel linguaggio
comune
il significato letterale diambiguo,
dubbio, enigmatico, oscuro?!11