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Academic year: 2021

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(1)

LICEO SCIENTIFICO STATALE “G.GALILEI”

Prova di lingua e civiltà latina Tempo: 2 ore

E' consentito l'uso del dizionario

COMPETENZE DI BASE- LATINO SECONDO BIENNIO

COMPETENZE RELATIVE ALLA ANALISI E ALLA COMPRENSIONE

 sa leggere in modo corretto un testo in lingua latina;

 sa riconoscere le strutture morfosintattiche di base (morfologia nominale e verbale);

 sa individuare gli elementi essenziali stilistici e retorici;

 sa individuare gli elementi essenziali, pur con la presenza di alcuni errori che non impediscono di cogliere il senso del testo

 sa riformulare il testo in italiano procedendo ad una scelta lessicale adeguata

 sa cogliere le tematiche essenziali degli autori studiati, mettendoli in relazione con il contesto storico- culturale

ALUNNO ... CLASSE ... SEZ. ... DATA ...

(2)

Leggi con attenzione il seguente testo e svolgi gli esercizi indicati:

Caesar , De bello gallico, VI, 13, 1-5; 15

(13, 1) In omni Gallia eorum hominum, qui aliquo sunt numero atque honore, genera sunt duo. Nam plebes paene servorum habetur loco, quae nihil audet per se, nullo adhibetur consilio. (2) Plerique cum aut aere alieno aut magnitudine tributorum aut iniuria potentiorum premuntur, sese in servitutem dicant. Nobilibus in hos eadem omnia sunt iura quae dominis in servos.

(3) Sed de his duobus generibus alterum est druidum, alterum equitum. (4) Illi rebus divinis intersunt, sacrificia publica ac privata procurant, religiones interpretantur. Ad hos magnus adulescentium numerus disciplinae causa concurrit magnoque hi sunt apud eos honore. (5) Nam fere de omnibus controversiis publicis privatisque constituunt, et si quod est facinus admissum, si caedes facta, si de hereditate, de finibus controversia est, idem decernunt, premia penasque constituunt.

(15,1) Alterum genus est equitum. Hi cum est usus atque aliquod bellum incidit (quod ante Caesaris adventum quotannis fere accidere solebat, uti aut ipsi iniurias inferrent aut inlatas propulsarent), omnes in bello versantur, (2) atque eorum ut quisque est genere copiisque amplissimus, ita plurimos circum se ambactos clientesque habet.

Hanc unam gratiam potentiamque noverunt.

(13, 1)In tutta la Gallia ci sono due classi di persone tenute in un certo conto e riguardo. La gente del popolo, infatti, è considerata quasi alla stregua dei servi, non prende iniziative e non viene ammessa alle assemblee.

(2)[...]

(3) Delle due classi, dunque, la prima comprende i druidi, l’altra i cavalieri. (4) I druidi si occupano delle cerimonie religiose, provvedono ai sacrifici pubblici e privati, regolano le pratiche del culto.

Moltissimi giovani accorrono a istruirsi dai druidi, che tra i Galli godono di grande onore. (5) Infatti, risolvono quasi tutte le controversie pubbliche e private e, se è stato commesso un reato, se c’è stato un omicidio, oppure se sorgono problemi di eredità o di confine, sono sempre loro a giudicare, fissando risarcimenti e pene.

(15, 1) L’altra classe è quella dei cavalieri. Costoro, quando ce n’è bisogno, in caso di qualche guerra (e questo prima dell’arrivo di Cesare capitava quasi ogni anno, o che portassero le armi contro qualcuno e che si difendessero), accorrono tutti per combattere e quanto più sono nobili e facoltosi, tanto più numerosi servi e clienti hanno con sé.

Conoscono questa sola specie di autorità e di potenza.

A. TRADUZIONE

 Traduci il paragrafo 2 del cap. 13 (contraddistinto in neretto nel testo) [____/2]

(13, 2) Plerique cum aut aere alieno aut magnitudine tributorum aut iniuria potentiorum premuntur, sese in servitutem dicant. Nobilibus in hos eadem omnia sunt iura quae dominis in servos.

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(3)

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B. COMPRENSIONE DEL TESTO

1. Perché Cesare non ha considerato la plebe tra i genera onorati presso i Galli? [___/1]

2. Per quali ragioni i druidi godono di grande rispetto?[___/1]

3. A quale attività si dedicano i cavalieri? A che cosa attribuiscono particolare importanza? [___/1]

C. ANALISI DEL TESTO

1. In quale caso si trova il termine nobilibus (13,2)? Qual è la sua funzione sintattica nella proposizione in cui è inserito? [___/1]

2. Nei paragrafi 3 e 5 del cap. 13 si trovano due ablativi retti da de: de his duobus generibus e de omnibus controversiis. Quali diversi complementi esprimono? [___/1]

D. APPROFONDIMENTO [___/3]

1. Delinea brevemente le caratteristiche della storiografia latina dalle origini all’età di Cesare.

2. Descrivi in breve le caratteristiche della palliata romana a partire dalle opere di Plauto e Terenzio..

Totale punti : 10 sufficienza a 6/10 prova non svolta : voto 1

(4)

LICEO SCIENTIFICO STATALE “G.GALILEI”

Prova di lingua e civiltà latina Tempo: 2 ore

E' consentito l'uso del dizionario

COMPETENZE DI BASE- LATINO SECONDO BIENNIO

COMPETENZE RELATIVE ALLA ANALISI E ALLA COMPRENSIONE

 sa leggere in modo corretto un testo in lingua latina;

 sa riconoscere le strutture morfosintattiche di base (morfologia nominale e verbale);

 sa individuare gli elementi essenziali stilistici e retorici;

 sa individuare gli elementi essenziali, pur con la presenza di alcuni errori che non impediscono di cogliere il senso del testo

 sa riformulare il testo in italiano procedendo ad una scelta lessicale adeguata

 sa cogliere le tematiche essenziali degli autori studiati, mettendoli in relazione con il contesto storico- culturale

ALUNNO ... CLASSE ... SEZ. ... DATA ...

(5)

IRA E AMORE (Carmina LXXXIII e XCII)

Carmen LXXXIII

Lesbia mi praesente viro mala plurima dicit, Lesbia alla presenza del marito dice di me quanto più può

haec illi fatuo maxima laetitia est. di male; e ciò a quello sciocco provoca grandissima letizia.

Mule, nihil sentis! Si nostri oblita taceret, Mulo, non capisci niente! Se lei, dimentica di me, tacesse, sana esset; nunc quod gannit et obloquitur, allora sarebbe rinsavita; ora invece poiché ringhia e mi ingiuria, non solum meminit, sed (quae multo acrior est res) 5 non solo si ricorda di me, ma -cosa più acerba-

irata est; hoc est, uritur et loquitur. è irata con me; cioè si sente bruciare e parla.

Carmen CXII

Lesbia mi dicit semper male nec tacet umquam ...

de me; Lesbia me dispeream nisi amat. ...

“Quo signo?” Quia sunt totidem mea; deprecor illam ...

assidue, verum dispeream nisi amo! ma che io possa morire se non l’amo!

(Trad. L. Canali)

 Traduzione del Carmen LXXXIII[____/3]

Lesbia mi dicit semper male nec tacet umquam de me; dispeream nisi Lesbia me amat. “Quo signo?” Quia sunt totidem mea; deprecor illam assidue, [...]

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Comprensione complessiva[____/2]

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1. Che cosa provano, secondo Catullo, le parole ingiuriose di Lesbia (Carmen LXXXIII)?

2. Con quali argomenti Catullo dimostra il perdurare dell’amore di Lesbia (Carmen LXXXIII)?

3. A tuo giudizio è presente una componente di autoillusione in Catullo, che sembra fiducioso dell’amore di lei?

Rispondi argomentando. (Carmen XCII).

Analisi del testo[____/2]

1. Quale figura retorica è individuabile nell’espressione amat ... amo (vv.2 – 4, Carmen XCII)?

2. Quale figura retorica è individuabile all’ultimo verso del Carmen XCII?

Approfondimenti[____/3]

 Facendo riferimento a questo carme e ad altri letti in classe, esponi la concezione della vita e dell’amore secondo Catullo.

 Delinea brevemente le caratteristiche della storiografia latina dalle origini all’età di Cesare.

Totale punti : 10 sufficienza a 6/10 prova non svolta : voto 1

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