• Non ci sono risultati.

ALUNNO ............................................................... CLASSE ........ SEZ. ........ DATA ..................

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "ALUNNO ............................................................... CLASSE ........ SEZ. ........ DATA .................."

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

LICEO SCIENTIFICO STATALE “G.GALILEI”

Prova di lingua e civiltà latina – A Tempo: 2 ore

E' consentito l'uso del dizionario

COMPETENZE DI BASE- LATINO SECONDO BIENNIO

COMPETENZE RELATIVE ALLA ANALISI

 sa leggere in modo corretto un testo in lingua latina;

 sa riconoscere le strutture morfosintattiche di base (morfologia nominale e verbale);

 sa individuare gli elementi essenziali stilistici e retorici;

 sa cogliere le tematiche essenziali degli autori studiati, mettendoli in relazione con il contesto storico- culturale

COMPETENZE RELATIVE ALLA COMPRENSIONE (= competenze relative alle strutture e ai significati)

 sa individuare gli elementi essenziali, pur con la presenza di alcuni errori che non impediscono di cogliere il senso del testo

 sa riformulare il testo in italiano procedendo ad una scelta lessicale adeguata

ALUNNO ... CLASSE ... SEZ. ... DATA ...

(2)

Virgilio, Didone accusa Enea, Eneide, IV 362-387 Talia dicentem iamdudum aversa tuetur

huc illuc volvens oculos totumque pererrat luminibus tacitis et sic accensa profatur:

"Nec tibi diva parens, generis nec Dardanus auctor, 365 perfide, sed duris genuit te cautibus horrens

Caucasus Hyrcanaeque admorunt ubera tigres.

Nam quid dissimulo aut quae me ad maiora reservo?

num fletu ingemuit nostro? num lumina flexit?

num lacrimas victus dedit aut miseratus amantemst? 370 quae quibus anteferam? iam iam nec maxima Iuno

nec Saturnius haec oculis pater aspicit aequis.

Nusquam tuta fides. Eiectum litore, egentem excepi et regni demens in parte locavi,

amissam classem, socios a morte reduxi. 375 Heu furiis incensa feror! nunc augur Apollo,

nunc Lyciae sortes, nunc et Iove missus ab ipso interpres divum fert horrida iussa per auras.

Scilicet is superis labor est, ea cura quietos

sollicitat.Neque te teneo neque dicta refello: 380 i, sequere Italiam ventis, pete regna per undas;

spero equidem mediis, si quid pia numina possunt, supplicia hausurum scopulis et nomine Dido saepe vocaturum. Sequar atris ignibus absens

et, cum frigida mors anima seduxerit artus, 385 omnibus umbra locis adero. Dabis, improbe, poenas:

audiam et haec Manis veniet mihi fama sub imos".

Traduzione A (R. Calzecchi Onesti) Parlava, ma lei con odio l’andava guardando, di qua, di là, roteando gli occhi: tutto, in silenzio, lo squadra, e poi così furibonda prorompe:

“Non t’è madre la dea, non Dardano t’è capostipite, spergiuro, no: irto di dure rupi, te il Caucaso ha fatto, ircane tigri t’han dato a succhiare le poppe.

Perché fingere ormai? che aspetto di peggio?

Risposto ha un sospiro al mio pianto? addolcito ha lo sguardo?

versato una lacrima, vinto, mostrato pietà per l’amante?

Qual è lo strazio peggiore? oh no, non la grande Giunone,

non il padre Saturnio hanno più giusto l’occhio, non è più protetta la fede. Miserabile, naufrago io l’ho raccolto, io, pazza, l’ho messo a parte del regno,

la flotta distrutta, i compagni ho salvato da morte.

Ah, che delirio di rabbia! Ora l’àugure Apollo, ora le sorti di Licia, ora mandato da Giove

il nunzio dei numi gli porta ordini orrendi per l’aria!

Sì, questo scomoda i Superi, questo ne turba il riposo!

Vattene, non ti trattengo, le tue parole non confuto:

vattene, cerca nel vento l’Italia, cercati il regno sul mare.

Spero che in mezzo al mare, se pur ci sono dèi buoni,

sconterai sugli scogli la pena e spesso Didone invocherai. T’inseguirò, pur lontana, con faci fumose:

quando la gelida morte separerà corpo e anima, fantasma t’inseguirò dappertutto. Pagherai,

miserabile!

E lo saprò: sotto l’ombre profonde mi verrà questa fama”.

(3)

Traduzione B (C. Vivaldi)

Mentre diceva così lei lo fissava bieca già da un poco, volgendo gli occhi qua e là, misurandolo

tutto con taciti sguardi; alfine furente

così prorompe:"Tua madre non è una Dea, la tua stirpe

non viene da Dardano, ma il Caucaso selvaggio aspro di rupi ti fece, arcane tigri allattarono te da bambino. Ah, perché m'illudo, che cosa mi aspetto

più di questo? Lui forse s'è commosso al mio pianto?

Non ha battuto ciglio: non ha emesso un sospiro:

non ha avuto pietà dell'amante!? Che cosa

immaginare di peggio? Ormai nemmeno la grande Giunone e il padre Saturnio guardano con giustizia a quanto avviene. Non c'è più alcuna buona fede, in nessun posto. Lo presi morto di fame, gettato sul lido dalla tempesta, lo misi a parte del regno, pazza! Strappai la sua flotta dispersa all'estrema rovina

insieme ai suoi compagni. Ah, che furia m'avvampa!

Proprio adesso l'augure Apollo e gli oracoli lici gli portano per l'aria questi ordini tremendi!

Certo è stato mandato da Giove in persona il fulmineo

messaggero dei Numi! Oh, davvero gli Dei

non hanno da occuparsi d'altro, se un tale pensiero turba la loro quiete! Ma non voglio ribattere le tue parole, non voglio neppure trattenerti.

Parti, va’ via col vento in Italia, cerca il tuo regno attraverso le onde. Io spero soltanto,

se i pietosi Celesti hanno qualche potere,

che me ne pagherai il fio tra gli scogli, chiamando spesso a nome Didone. Didone! Ma io lontana ti perseguiterò con i fuochi infernali:

e quando la fredda morte spoglierà delle membra l'anima, in ogni luogo dove tu andrai ci sarò, pallido spettro, fantasma venuto a turbarti.

Sconterai la tua pena, empio, ed io lo saprò:

questa bella notizia mi giungerà tra le Ombre."

Traduzione C (V.Alfieri)

Ma già a tai detti, in torvi sguardi incerti, ferocemente tacita lo guarda

da capo a piè, d’ira infiammata, Dido;

poi lo investe così: “No, né a te madre Venere mai, né di tua schiatta capo Dardano fu; sleale, a te diè vita

bensì fra’ i suoi macigni il Caucaso aspro;

a te dier latte ircane tigri. Ormai,

che fingo io più? che aspetto? oltraggi forse maggiori aspetto? Ahi ferreo cuor! fors’egli pianse al mio pianto? o a me pur valse il ciglio?

Dal duolo, o almen dalla pietade, vinto, died’ei sola una lagrima all’amata?

Ma annoverar voglio l’empietà sue?

Già il mio fallo al sommo Giove e a Giuno spiace, e si aggrava agli occhi loro. Eppure in chi fidar, se in costui non fidava?

Costui, ch’io accolsi, ai lidi miei scagliato, abbandonato, bisognoso: e a parte

del mio seggio il chiamava, e legni e armata e compagni salvavagli…Ma preda

già io son delle Furie, oimé!...Si parla dei vaticini, del licio Apollo,

ora di Giove; e del divin suo messo, e de’ suoi duri imperi a vol recati.

Qual hanno, infatti, altro pensiero i numi, fuorché di te’ quale cura altra gli sturba?

Vanne ormai, va’, ch’io te già non trattengo, né i tuoi detti ribatto: Italia afferra;

naviga; cerca estranei regni. Ah! spero, (se i giusti dei posson pur anco) io spero,

che a mezzo l’onde, infr’aspri scogli infranto, mi pagherai là il fio: là, presso a morte, chiamerai tu più volte a nome Dido;

Dido, lontana. Io, gelid’ombra in breve fatta per te, di negre tede armata, fera imago per tutto inseguirotti, finché scontata la dovuta pena,

malvagio, non m’abbi. Ed io godronne allora, io nell’udirlo dal profondo Averno”.

(4)

Analisi e confronto delle traduzioni

1. Fai la costruzione del periodo contenuto nei vv. 362-364. [____/1.5]

2. Osserva, poi, come vengono rese le seguenti espressioni e cerca di proporne una versione più letterale:[____/7.5]

Talia dicentem Traduzione A Traduzione B Traduzione C Traduzione letterale aversa

Traduzione A Traduzione B Traduzione C Traduzione letterale totumque pererrat Traduzione A Traduzione B Traduzione C Traduzione letterale luminibus tacitis Traduzione A Traduzione B Traduzione C Traduzione letterale accensa

Traduzione A Traduzione B Traduzione C Traduzione letterale

3. Versi 368-371: L’espressione usata da Alfieri fors’egli/pianse al mio pianto? Quale figura retorica contiene? Essa è presente nell’originale?[____/1]

4. Considera la frase “Scilicet is superis labor est, ea cura quietos/sollicitat.” (v. 379-380) e riporta le diverse traduzioni, accanto ad una tua versione letterale:[____/1.5]

Traduzione A Traduzione B Traduzione C Traduzione letterale

Didone parla qui con evidente tono sarcastico: quale versione ti sembra renda meglio questo aspetto?[____/0.5]

(5)

5. Approfondimenti[____/3]

1. Rifletti, con opportuni riferimenti ai passi letti in classe tratti dalle opere virgiliane, sui rapporti di Virgilio con la politica culturale augustea.

2. Indica lo scopo che si propone Livio nella stesura dell’opera Ab urbe condita.

Totale punti : 15 sufficienza a 9/15 prova non svolta : voto 1

(6)

LICEO SCIENTIFICO STATALE “G.GALILEI”

Prova di lingua e civiltà latina - B Tempo: 2 ore

E' consentito l'uso del dizionario

COMPETENZE DI BASE- LATINO SECONDO BIENNIO

COMPETENZE RELATIVE ALLA ANALISI E ALLA COMPRENSIONE

 sa leggere in modo corretto un testo in lingua latina;

 sa riconoscere le strutture morfosintattiche di base (morfologia nominale e verbale);

 sa individuare gli elementi essenziali stilistici e retorici;

 sa individuare gli elementi essenziali, pur con la presenza di alcuni errori che non impediscono di cogliere il senso del testo

 sa riformulare il testo in italiano procedendo ad una scelta lessicale adeguata

 sa cogliere le tematiche essenziali degli autori studiati, mettendoli in relazione con il contesto storico- culturale

ALUNNO ... CLASSE ... SEZ. ... DATA ...

(7)

LA VIOLENZA DI TARQUINIO, Livio, Ab urbe condita

(1)Paucis interiectis diebus Sextus Tarquinius inscio Collatino cum comite uno Collatiam venit.

(2)Ubi exceptus benigne ab ignaris consilii cum post cenam in hospitale cubiculum deductus esset, amore ardens, postquam satis tuta circa sopitique omnes videbantur, stricto gladio ad dormientem Lucretiam venit sinistraque manu mulieris pectore oppresso inquit:"Tace, Lucretia: Sextus Tarquinius sum; ferrum in manu est; moriere, si emiseris vocem." (3)Cum pavida ex somno mulier nullam opem, prope mortem imminentem videret, tum Tarquinius fateri amorem, orare, miscere precibus minas, versare in omnes partes muliebrem animum. (4)Ubi obstinatam videbat et ne mortis quidem metu inclinari, addit ad metum dedecus: cum ea mortua iugulatum servum nudum positurum ait, ut in sordido adulterio necata dicatur. (5)Quo terrore cum vicisset obstinatam pudicitiam velut vi victrix libido, profectusque inde Tarquinius ferox expugnato decore muliebri esset, Lucretia maesta tanto malo nuntium Romam eundem ad patrem Ardeamque ad virum mittit, ut cum singulis fidelibus amicis veniant; ita facto maturatoque opus esse; rem atrocem incidisse.

(1) Trascorsi pochi giorni, Sesto Tarquinio, all'insaputa di Collatino, andò a Collazia con un solo compagno.

(2) [...]lt benevolmente da coloro che erano all'oscuro

"Taci, Lucrezia: sono Sesto Tarquinio; ho una spada in mano; se dirai una sola parola, morirai". (3) Mentre la donna, svegliatasi in preda al terrore, non vedeva nessuna possibilità di aiuto e sentiva ormai la morte incombere su di sé, Tarquinio intanto le confessava il suo amore, la pregava, univa alle preghiere le minacce, tentava in ogni modo l'animo della donna. (4) Quando però vide che era irremovibile e che non si lasciava piegare neppure dal timore della morte, aggiunse alla paura il disonore: disse che avrebbe messo con lei, una volta morta, uno schiavo nudo sgozzato, perché si dicesse che era stata uccisa nel corso di un ignobile adulterio. (5) Dopo che la libidine trionfatrice ebbe sconfitto con questa spaventosa minaccia, come con la violenza, l'indomabile pudore, e dopo che Tarquinio, tutto fiero di avere espugnato l'onore della donna, se ne fu andato, Lucrezia, afflitta da una così grave disgrazia, mandò uno stesso messaggero a Roma da suo padre e ad Ardea da suo marito, pregandoli di venire ciascuno con un amico fidato; bisognava fare così, e sùbito; era accaduta una cosa tremenda.

A. Traduzione[____/3]

Ubi, exceptus benigne ab ignaris (sui) consilii, cum post cenam in hospitale cubiculum deductus esset, amore ardens, postquam videbantur satis tuta circa sopitique omnes, stricto gladio, ad dormientem Lucretiam venit et, sinistramanu mulieris pectore oppresso, inquit: [...]

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

(8)

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

B. Comprensione complessiva[____/2]

1. In che modo Tarquinio tenta di espugnare la pudicitia di Lucrezia?

2. Con quale vile espediente Tarquinio ha la meglio su Lucrezia?

C. Analisi del testo[____/2]

1. Quale funzione sintattica svolge imminentem (par. 3)?

2. Quale costrutto individui in stricto gladio (par. 2) e da quale elemento dipende?

D. Approfondimenti[____/3]

1. Indica lo scopo che si propone Livio nella stesura dell’opera Ab urbe condita.

2. Rifletti, con opportuni riferimenti ai passi letti in classe tratti dalle opere virgiliane, sui rapporti di Virgilio con la politica culturale augustea.

Totale punti : 10 sufficienza a 6/10 prova non svolta : voto 1

Riferimenti

Documenti correlati

Padroneggiare pienamente la lingua italiana e dominare la scrittura in tutti i suoi aspetti Saper leggere e comprendere testi complessi di diversa natura. Saper riconoscere

 analisi grammaticale e logica a partire dagli elementi morfologici fondamentali (nome/verbo) e dal nucleo fondamentale della frase (soggetto/verbo/complemento oggetto).

Per risolvere il problema definiamo una MdT con il seguente comportamento: la macchina viene fatta partire con la testina di lettura/scrittura posizionata sulla prima cifra a

Geymonat” - Tradate Documento finale del Consiglio di classe - 2018 PARTE 2 a - SIMULAZIONE DELLE PROVE D’ESAME. Preparazione alla prima

Il vigliacco che oggi minaccia la vita di tuo figlio non è invisibile né invincibile, solo è ben schermato da quell’imprenditore che pur di guadagnare di più sceglie di non farsi

C’è poi un’altra considerazione da fare riguardante la formulazione a parole della proprietà associativa che recita: la somma di tre o più addendi non cambia se a due o

Atteso che il Certificato di Esecuzione Lavori emesso dal Comune resistente in data 28 giugno 2019 presentava un errore materiale nella sezione Categoria Prevalente, in quanto

Leggi tutto Il 2014 è l’anno del Governo Renzi, alla salute è confermata la Ministra Lorenzin, ma anche quello della conferma alla Presidenza ANDI di Gianfranco Prada con il oltre