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Altri vincoli dell’impresa

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Academic year: 2021

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(1)

Altri vincoli dell’impresa

La tecnologia  come gli input si trasformano in output

La domanda  a che prezzo i consumatori sono disposti a comprare i beni che produce

Il mercato  quello che fanno le altre imprese

Il comportamento dell’impresa sul mercato dell’output

(2)

Funzione del costo dell’impresa

relazione che associa a ogni quantità prodotta il costo minimo necessario per produrla

dice all’impresa a che costo minimo è possibile produrre una determinata quantità di prodotto

Tiene conto di

- dell’acquisto di tutti i fattori produttivi - compreso il costo del capitale

- dei costi opportunità e non solo dei costi monetari

(3)

Funzione del costo dell’impresa

Possibile forma funzionale

Costo fisso

non dipende dalla quantità prodotta

𝑇𝐶 = 𝐹𝐶 + 𝑐 1 𝑄 + 𝑐 2 𝑄 2

Costo variabile

dipende dalla quantità prodotta

Costo medio  costo per unità di prodotto

dice all’impresa quale è il costo medio di un’unità di prodotto

𝐴𝐶 = 𝑇𝐶

𝑄 = 𝐹𝐶

𝑄 + 𝑐 1 + 𝑐 2 𝑄

(4)

𝐴𝐶 = 𝑇𝐶

𝑄 = 𝐹𝐶

𝑄 + 𝑐

1

+ 𝑐

2

𝑄

Funzione del costo dell’impresa: il costo medio

Se calcoliamo la derivata 𝑑𝐴𝐶

𝑑𝑄 = − 𝐹𝐶

𝑄

2

+ 𝑐

2

𝑑𝐴𝐶

𝑑𝑄 < 0 𝑠𝑒 𝑄 < 𝐹𝐶 𝑐

2

Il costo medio decresce per valori della produzione al di sotto di una determinata soglia

𝑑𝐴𝐶

𝑑𝑄 > 0 𝑠𝑒 𝑄 > 𝐹𝐶 𝑐

2

Il costo medio cresce per valori della produzione al di sopra di una determinata soglia

𝑑𝐴𝐶

𝑑𝑄 = 0 𝑠𝑒 𝑄 = 𝐹𝐶 𝑐

2

Il costo medio raggiunge il minimo in questo punto

Il costo medio prima decresce, raggiunge il minimo e poi

inizia a crescere

(5)

Funzione del costo dell’impresa: il costo marginale

Si ottiene derivando la funzione del costo totale

Il costo marginale in questo caso è una funzione lineare crescente

Aumenta all’aumentare di Q

Costo marginale costo dell’ultima unità prodotta Costo marginale incremento di costo indotto

dall’aumento al margine della produzione

𝑀𝐶 = 𝑑𝑇𝐶

𝑑𝑄 = 𝑐

1

+ 2𝑐

2

𝑄

(6)

Funzione del costo dell’impresa

0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Costi totali di produzione, C(Q) ($)

Q

Funzione del costo totale

Disegnata immaginando che

Q 2

40 Q

400 64000

TC   

(7)

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Costo medio (AC) ($)

Q

3.600

Funzione del costo medio

Q 40 Q 400

64000

AC   

40 40 1600

64000 c

Q FC

2

Prima di 40 il costo

medio è decrescente

Dimensione ottima dell’impresa  quella che minimizza il costo medio

Dopo 40 il costo medio è crescente

(8)

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Costo medio e costo marginale ($)

Q MC

Funzione del costo marginale

𝑀𝐶 = 𝑑𝑇𝐶

𝑑𝑄 = 400 + 80𝑄

(9)

Funzione del costo marginale e del costo medio-

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Costo medio e costo marginale ($)

Q

MC

AC 3.600

AC=MC

nel punto di minimo del costo medio

(10)

Funzione del costo marginale e del costo medio-

AC=MC

nel punto di minimo del costo medio

𝑑 𝑇𝐶 𝑄

𝑑𝑄 =

𝑑𝑇𝐶

𝑑𝑄 𝑄 − 𝑇𝐶

𝑄 2 =

𝑄 𝑑𝑇𝐶

𝑑𝑄 − 𝑇𝐶 𝑄 𝑄 2

regola di derivazione di un quoziente

uguale al costo marginale uguale al costo medio

AC è al minimo quando AC=MC

Deriviamo il costo medio rispetto a Q

= 𝑀𝐶 − 𝐴𝐶

𝑄

(11)

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 0

50000 100000 150000 200000 250000 300000 350000

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71

Costo totale e medio

F

C0 = 88,000 A

Q0= 20 0

Q1= 40

Q0= 20 Q2= 64

Q2= 64 D

4,400 3,600

Q

Costo medio ad A

= inclinazione della retta OA

= C0/Q0= 4400

Q1= 40 B

3,960 D

B A

Costi mediCosto totale

350,000

6,000

Q

0

AC a D

= inclinazione della retta OD = 3960 AC a B

= inclinazione della retta OB = 3600

(12)

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 70 0

50000 100000 150000 200000 250000 300000 350000

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71

Costo totale e marginale

F

C0 = 88,000 A

Q0 = 20 1 ΔC

A

350,000

D

1

D

ΔC

Q2 = 64 0

ΔC= 2,000

ΔC= 5,520

Q

Costo medio e marginale

Q1= 40

Q0= 20 Q2= 64

Q1= 40 ΔC= 3,600

5,520

2,000 3,600

D

B A

Q 6,000

Costo totale

0

AC MC

(13)

Le economie di scala

• Le economie di scala indicano la relazione tra l’aumento della scala di produzione

(dimensione degli impianti) e la diminuzione del costo medio

• All’aumentare del livello di produzione i costi medi (AC=TC/Q) possono:

• Diminuire: l’impresa gode di economie di scala

• Rimanere costanti: l’impresa ha rendimenti di scala costanti

• Aumentare: l’impresa presenta diseconomie di

scala

(14)

Perché le economie di scala?

• Quando vi sono economie di scala, il risparmio di costi derivante da una più grande dimensione può

dipendere da

– vantaggi di natura tecnico/ingegneristica – una maggiore specializzazione

– presenza di elevati costi fissi: spese per R&S, – Effetti di rete, economie di scopo

– maggiore possibilità d’influenza politica

• Le diseconomie di scala possono limitare la dimensione di impresa

– le imprese diventano troppo grandi – costi di coordinamento

– Incapacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti

(15)

Economie di scala e forma di mercato (numero delle imprese)

RdS costanti

Una impresa grande ha lo stesso costo medio di un’impresa

piccola

Nel mercato ci saranno tante

imprese

RdS crescenti

Una impresa grande ha il costo medio

minore di

un’impresa piccola

Nel mercato ci saranno poche imprese di grandi

dimensioni

(16)

La funzione di domanda

la funzione di domanda associa ad ogni livello di

prezzo la quantità domandata dai consumatori

Q  f ( P )

Oltre al prezzo la domanda dei consumatori dipende anche da:

a) i gusti/le preferenze dei consumatori (dalla funzione di utilità)

b) il reddito dei consumatori (per i beni normali la domanda aumenta all’aumentare del reddito)

c) i prezzi dei beni sostituti (positivamente) e dei beni complementari (negativamente)

) Q ( f

P  1

la funzione di domanda inversa associa ad ogni livello della quantità il prezzo massimo che i consumatori sono disposti a pagare per avere quella quantità del bene

Prezzo massimo = prezzo di riserva del consumatore = WTA (willingness to pay) ovvero disponibilità a pagare

(17)

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120

Prezzoin dollari

numero dei consumatori = numero delle auto

li possiamo rappresentare attraverso una retta decrescente

La funzione di domanda delle automobili

A

Se ciascun consumatore ha un determinato prezzo di riserva per l’auto in questione (e ovviamente ciascuno vuole comprare una sola auto)

Se il prezzo fosse 3000 sappiamo che ci sono almeno 60 consumatori disposti ad acquistarla perché hanno un prezzo di riserva maggiore del prezzo di vendita

(18)

La funzione di domanda

La funzione di domanda è inclinata negativamente

a parte alcuni casi molto particolari

0

dQ  dP

Se il prezzo di un bene aumenta (tutto il resto rimanendo uguale) ci saranno meno consumatori disposti ad acquistare il bene

perché:

a) diminuisce il loro reddito reale;

b) preferiranno spendere il reddito nell’acquisto di altri beni (il cui prezzo non è aumentato e che quindi ora costano relativamente meno)

Quando la quantità consumata aumenta il PdR (WTP) del consumatore tende a diminuire

Se siete molto assetati per il primo bicchiere d’acqua sarete disposti a pagare molto

per il secondo bicchiere sarete disposti a pagare di meno (un po’ vi siete

dissetati)

(19)

0 8.000

0 100

prezzoin dollari

Quantità di automobili Q

La funzione di domanda è un vincolo per l’impresa

Curva di domanda

Determina quello che l’impresa può

vendere a ogni livello del prezzo

(20)

Le curve di isoprofitto

Il profitto dell’impresa è uguale al ricavo totale meno il costo totale

) AC P

( Q Q

* AC PQ

Q Q PQ TC

TC

PQ       

TC

 TR 

Il ricavo totale è uguale alla quantità venduta

(prodotta) moltiplicato il prezzo a cui è venduta

TR  PQ

oppure:

Quando il prezzo è uguale al costo medio il profitto è nullo

Profitto economico e non contabile  tiene conto dei costi opportunità

(21)

Le curve di isoprofitto

• congiunge i punti che danno lo stesso livello di profitto

• luogo geometrico dei punti (P e Q) garantiscono lo stesso profitto per l’impresa

• concetto simile alle curve d’indifferenza del consumatore - la CdI congiunge tutti i punti nel

diagramma che danno lo stesso livello di utilità, la IP tutti i punti che danno lo stesso profitto -

Curva di ISOPROFITTO (IP)

Equazione della curva di ISOPROFITTO

profitto di

livello o

determinat un

è dove 

TC

 QP 

(22)

Le curve di isoprofitto

Equazione della curva di

ISOPROFITTO

  QP  TC

risolviamo per P

Q AC Q

TC

PQ     

deriviamo rispetto a Q

Q

AC MC

Q dQ

dAC Q

dQ

dP   

2

   

2

 

sostituiamo l’equazione della curva di isoprofitto

Q P MC Q

AC MC

AC P

Q AC MC

Q

) AC P

( Q dQ

dP

2

 

 

 

 

) AC P

(

Q 

oppure

Inclinazione della curva di isoprofitto

derivata del costo medio rispetto a Q calcolata in precedenza vedi diapositiva 10

(23)

Le curve di isoprofitto

Quindi

MC P

se Q

P MC dQ

dP    0  la curva di isoprofitto è decrescente se il prezzo è maggiore del costo marginale

MC P

se Q

P MC dQ

dP   

 0 la curva di isoprofitto è crescente se il

prezzo è minore del costo marginale

Quando Q aumenta di 1 il ricavo aumenta di P (si vende un bene in più ) e i costi aumentano di MC (si produce un bene in più e i costi aumentano),

se P > MC occorre che P diminuisca P per mantenere il profitto costante, se P < MC occorre che P aumenti per mantenere il profitto costante

(24)

Immaginiamo che π = 1000 P=10 Q=200 TC= 1000

𝜋 = 10 ∗ 200 − 1000 = 1000

lungo la curva di isoprofitto il profitto deve rimanere uguale a 1000 e quindi i due effetti si devono compensare

Se Q

il profitto aumenta di P perché si vende un’unità in più

il profitto diminuisce di MC perché i costi aumentano di MC

Se P = 10 > MC = 6 l’unico modo in cui questo possa avvenire è che P diminuisca,  se P=9,9801 allora

𝜋 = 9,9801 ∗ 201 − 1006 = 1000

Se P = 10 > MC = 12 l’unico modo in cui questo possa avvenire è che P aumenti,  se P=10,00995 allora

𝜋 = 10,00995 ∗ 201 − 1012 = 1000

Esempio numerico

(25)

Qui il prezzo diminuisce per compensare il fatto che P>MC

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000 10.000

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120

Price, Marginal cost ($)

Quantity of cars, Q

Figure 7. Isoprofit curves for the car manufacturer

Costo marginale

Curva di isoprofitto

Lungo la curva il profitto rimane costante

Qui il prezzo aumenta per compensare il fatto che P<MC

(26)

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000 10.000

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120

Prezzo, Costo marginale ($)

Q

Curva di zero profitti

Marginal cost

Curva di zero profitti

C’è una curva di isprofitto particolare Quando il livello di profitto è nullo

𝜋 = 𝑄 𝑃 − 𝐴𝐶 = 0

𝑃 = 𝐴𝐶

(27)

0 2.500 5.000 7.500 10.000

0 20 40 60 80 100 120

Prezzo, costo marginale e costo medio

Automobili

3.806 9.520

28

Le curve di isoprofitto

G

Marginal cost

Curva di isoprofitto: $ 159.992

Zero-economic-profit curve (AC curve)

Curve più alte sono associate a livelli del profitto maggiori

Nel punto G vengono prodotte 28 auto sono vendite a 9520

il costo medio è 3806

il profitto unitario sarà 5714

il profitto totale sarà di 159.992 dollari Il profitto è pari all’area colorata

(28)

0 8.000

0 100

P rezzoe costi

Q

Scelta dell’impresa

E

Q* P*

Marginal cost

Curva di isoprofitto : $ 159.992

Curva di isoprofitto : $56,000

Demand curve

Massimizzare il profitto  raggiungere la più alta curva di isoprofitto

data la funzione di domanda dei consumatori

(29)

Derivata della funzione di domanda

=

Derivata della funzione di isoprofitto

0 8.000

0 100

P rezzoe costi

Q

Scelta dell’impresa

E

Q* P*

Demand curve

la curva di isoprofitto e la retta di domanda devono avere la stessa pendenza nel punto di equilibrio

Condizione di equilibrio

dQ dP Q

P MC 

(30)

Vantaggi dello scambio

Ricordiamo che

Prezzo di riserva del consumatore = WTP= disponibilità a pagare

prezzo massimo che il compratore è disposto a pagare = sua valutazione monetaria del bene

Prezzo di riserva del venditore = prezzo minimo che il venditore è disposto ad accettare = Costi marginali

PdR – P = guadagno del compratore  porzione del vantaggio dello scambio che va al compratore/consumatore

P – MC = guadagno del venditore  porzione del vantaggio dello scambio che va al venditore /impresa

P prezzo a cui avviene lo scambio

(31)

0 8.000

0 100

Prezzo e costi

Q

Vantaggi dello scambio

10

E

Q* = 32 P* = $5,440

F

Q0

Costi marginali

Domanda

20

Curva di isoprofitto : $ 159.992

Curva di isoprofitto : $56,000

Surplus dei consumatori Surplus dei produttori

Perdita netta

(32)

Cosa è la Perdita netta?

33 5,330

5,400

Immaginiamo di produrre un’auto in più PdRc > PdRv  scambio mutuamente

vantaggioso

ma diminuisce il

profitto dell’impresa

(33)

Perdita netta e fallimento del mercato

L’esistenza di una perdita netta significa che

a) il benessere sociale non è massimizzato

b) vi sono dei benefici dello scambio che non sono sfruttati

c) il massimo profitto privato non porta al massimo benessere sociale

d) la causa è la forma di mercato monopolistica

 ovvero la mancanza di concorrenza

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