• Non ci sono risultati.

6 sull’andamento dell’economia italiana

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "6 sull’andamento dell’economia italiana"

Copied!
5
0
0

Testo completo

(1)

1

SERVIZIO

PER

L’ANALISI

DEI

DATI

E

LA

RICERCA

ECONOMICA,

SOCIALE

E

AMBIENTALE

sull’andamento dell’economia italiana

6

GIUGNO 2019

I segnali di ripresa dell’economia internazionale appaiono episodici e nel complesso i dati

hanno segnalato tendenze meno positive rispetto alle attese, sia nei paesi emergenti sia in

quelli avanzati.

Le previsioni per l’area dell’euro indicano un possibile rallentamento nel secondo trimestre.

L’economia italiana appare caratterizzata dal proseguimento della fase di debolezza dei

ritmi produttivi associata però a miglioramenti sul mercato del lavoro e del potere

d’acquisto delle famiglie.

Ad aprile, l’indice della produzione industriale ha segnato una diminuzione, per il secondo

mese consecutivo, interrompendo la tendenza positiva evidenziata nei primi mesi

dell’anno.

A maggio, è proseguito l’aumento del numero di occupati in presenza di una forte

riduzio-ne del tasso di disoccupazioriduzio-ne.

L’inflazione italiana si mantiene su tassi moderati e inferiori a quelli dell’eurozona, con un

differenziale significativamente più ampio per la componente core

.

A giugno, l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha mostrato una diminuzione

signifi-cativa diffusa a tutte le sue componenti e anche la fiducia delle imprese ha registrato un

peggioramento.

L’indicatore anticipatore conferma uno scenario a breve termine

caratte-rizzato dalla debolezza dei livelli produttivi.

1. INDICATORE ANTICIPATORE

(indici 2005=100)

2. ECONOMIC SENTIMENT INDICATOR

(valori destagionalizzati, indici 2010=100)

Fonte: Istat Fonte: DG ECFINt

-0,6 -0,3 0,0 0,3 0,6 94 97 100 103 106 2015 2016 2017 2018 2019

Var. congiunturali (dx) Indicatore anticipatore

90 100 110 120

2015 2016 2017 2018 2019

(2)

2

SERVIZIO

PER

L’ANALISI

DEI

DATI

E

LA

RICERCA

ECONOMICA,

SOCIALE

E

AMBIENTALE

GIUGNO 2019 Numero 6

PRINCIPALI INDICATORI CONGIUNTURALI - ITALIA E AREA EURO

(variazioni congiunturali)

Italia Area euro Periodo

Pil 0,1 0,4 T1 2019

Produzione industriale -0,7 -0,5 Apr 2019 Produzione nelle costruzioni -3,1 -0,8 Apr 2019 Prezzi alla produzione – mercato int. 0,0 -0,1 Mag 2019 Prezzi al consumo (IPCA)* 0,8 1,2 Giu. 2019 Tasso di disoccupazione 9,9 7,5 Mag. 2019 Clima di fiducia dei consumatori** -2,0 -0,7 Giu. 2019 Economic Sentiment Indicator** -1,5 -1,9 Giu. 2019

Fonti: Eurostat, Commissione europea, Istat * Variazioni tendenziali

** Differenze con il mese precedente

IL QUADRO INTERNAZIONALE

I segnali di ripresa dell’economiainternazionale appaiono episodici e nel complesso i dati hanno segnalato tenden-ze meno positive rispetto alle attese, sia nei paesi emergenti sia in quelli avanzati. A causa principalmente degli

shock negativi dovuti alle perduranti politiche protezionistiche degli Stati Uniti, il commercio mondiale non ha

ripre-so slancio. Ad aprile, gli scambi mondiali di merci in volume ripre-sono diminuiti dello 0,7% su base congiunturale dopo lo 0,8% di marzo (fonte Central Planning Bureau) e le indicazioni fornite dagli indicatori anticipatori globali conti-nuano a essere negative. Per bilanciare gli effetti negativi del rallentamento del commercio mondiale, l’orientamento delle politiche fiscali e delle politiche monetarie nei principali paesi avanzati è rimasto espansivo. Al-la riunione di giugno, il board delAl-la Banca centrale europea ha deciso di rinviare di un anno eventuali ipotesi di re-strizione monetaria. Anche la Federal Reserve, ha lasciato fermi i tassi di interesse, segnalando inoltre la disponibi-lità a un taglio per limitare i rischi economici dovuti alle tensioni commerciali e alla debolezza dell'inflazione. A maggio, l’indice dei prezzi al consumo USA è cresciuto dell’1,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+2,0% ad aprile), a sintesi di un con-tributo negativo della componente dei beni energetici e di un rialzo di quella degli alimentari.

In questo quadro di incertezza, a giugno, la fiducia dei consumatori americani rilevata dal Conference

Board è scesa toccando il minimo dal

2017. I livelli dell’indice composito e delle sue componenti sono comun-que rimasti elevati e ancora consi-stenti con una crescita dei consumi nel secondo trimestre. Nella zona eu-ro, le prospettive per i prossimi mesi rimangono modeste. Il calo della produzione industriale ad aprile (-0,5% m/m) e le indicazioni derivanti dai dati qualitativi hanno confermato nel secondo trimestre la debolezza del settore industriale.

Secondo le previsioni elaborate da IFO, KOF e Istat nello Eurozone Economic Outlook (EZEO), il Pil dell’area dell’euro è atteso rallentare nel secondo

trimestre, condizionato dalla prevista flessione della produzione industriale, mentre nei trimestri successivi si regi-strerebbe un lieve recupero (+0,4% nel terzo e nel quarto).

A giugno, l’Economic Sentiment Indicator (ESI) per l’area dell’euro, elaborato dalla Commissione europea, è dimi-nuito dopo il rialzo di maggio (Figura 2). La media tra aprile e giugno è risultata in calo di 2,9 punti rispetto ai tre mesi precedenti. La flessione ha interessato tutti i maggiori paesi dell’eurozona (Germania -2;9, Italia -1;5, Francia -1,0 e Spagna -0,6). Nel dettaglio settoriale, la fiducia è scesa nel manifatturiero e nei servizi, pur continuando a oscillare attorno alla media storica, mentre è salita nelle costruzioni e nel commercio. Nello stesso mese, l’indicatore anticipatore €-coin è tornato a diminuire, raggiungendo il livello più basso dal dicembre 2014. La lettura negativa ha scontato il rallentamento del commercio mondiale, la debolezza del ciclo industriale e il connesso peg-gioramento della fiducia delle imprese.

Lo scorso mese, il tasso di cambio dell’euro nei confronti del dollaro si è apprezzato marginalmente, attestandosi in media a 1,13 dollari per euro da 1,12 di maggio. Nello stesso periodo, il prezzo del petrolio Brent è sceso a 63,6 dollari al barile (71,2 dollari il mese precedente) coerentemente con l’indebolimento della fase ciclica e delle pro-spettive di crescita in presenza di un eccesso di offerta.

LA

CONGIUNTURA

ITALIANA

Imprese

(3)

(-3

SERVIZIO

PER

L’ANALISI

DEI

DATI

E

LA

RICERCA

ECONOMICA,

SOCIALE

E

AMBIENTALE

GIUGNO 2019 Numero 6

0,5%) condizionata dall’andamento della componente dei beni durevoli (-1,8%). Nonostante la flessione di aprile, la variazione congiunturale della media del trimestre febbraio-aprile è rimasta positiva sia per l’indice generale sia per tutti i raggruppamenti economici.

Anche il fatturato e gli ordinativi dell’industria hanno mostrato segnali di flessione. Ad aprile il fatturato dell’industria a prezzi correnti è diminuito su base congiunturale (-1,0%) a seguito di un marcato calo delle ven-dite sul mercato estero (-2,9%) e una stazionarietà per quelle sul mercato interno. Considerando il trimestre feb-braio-aprile anche il fatturato ha mantenuto un andamento positivo (+0,8% rispetto ai tre mesi precedenti). Ad aprile gli ordinativi sono diminuiti (-2,4%) condizionati dalla caduta di quelli sul mercato estero (-4,1%) Il dato trimestrale per il periodo febbraio-aprile è risultato negativo (-1,4%).

La produzione del settore delle costruzioni ha registrato un forte calo congiunturale nel mese di aprile (-3,1%) tuttavia per la media del trimestre febbraio-aprile si è avuta una variazione positiva (+3,1% rispetto ai tre mesi precedenti). Il mercato immobiliare ha manifestato segnali di debolezza: i prezzi della abitazioni sono diminuiti nel primo trimestre (-0,5% la variazione congiunturale) con intensità simili per le abitazioni nuove e per quelle esistenti (rispettivamente - 0,5% e -0,6%).

Nel primo trimestre 2019, gli investimenti delle società non finanziarie hanno segnato una battuta d’arresto ri-spetto al trimestre precedente (-1,4%), determinando anche una riduzione (-0,4 punti percentuali) del tasso di investimento, definito come rapporto tra investimenti fissi lordi e valore aggiunto a prezzi base .

Per quel che riguarda gli scambi con l’estero, ad aprile, le esportazioni hanno evidenziato un aumento congiun-turale (+0,3%) di intensità inferiore a quello registrato per le importazioni (+0,9%). L’aumento delle vendite all’estero, pur se contenuto, ha riguardato in misura simile sia i flussi verso i mercati Ue sia quelli verso l’area extra Ue (rispettivamente +0,2 e +0,4%). Al miglioramento delle vendite di beni di consumo non durevoli (+1,4%) si è associato il peggioramento di quelle di beni durevoli e strumentali (-2,0 e -0,3%) mentre le esportazioni di beni intermedi sono rimaste invariate.

I dati relativi al commercio estero extra Ue di maggio indicano un ulteriore aumento dei flussi in uscita (+0,8%), determinato da un incremento delle vendite relative a tutte le principali tipologie di beni (esclusa l’energia) e in particolare di quelli di consumo, sia durevoli che non durevoli. Fanno eccezione, invece, le esportazioni di beni strumentali che si sono ridotte rispetto al mese precedente (-1,1%).

Famiglie e mercato del lavoro

Nel primo trimestre del 2019, è migliorato il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, dopo la momentanea inter-ruzione registratasi tra ottobre e dicembre 2018 (rispettivamente +0,9% e -0,2% la variazione congiunturale).

Il movimento al rialzo del reddito disponibile è stato seguito, in misura più contenuta, da quello dei consumi espressi in termini nominali (+0,2% da +0,6% in T4). La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici ha quindi segnato una crescita, attestandosi all’8,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente (Figura 4). L’evoluzione positiva del reddito disponibile è avvenuta in un contesto caratterizzato da una sostanziale stazionarietà dei 3. INDICI DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE E COMPONENTI

(indici base 2015=100)

4. PROPENSIONE AL RISPARMIO E SPESA DELLE FAMIGLIE

PER CONSUMI FINALI

(valori percentuali; dati destagionalizzati, milioni di euro)

Fonte: Istat Fonte: Istat

90 100 110 120

2015 2016 2017 2018 2019

Totale Beni strumentali

Beni intermedi Energia

Beni di consumo 240.000 250.000 260.000 270.000 280.000 6 7 8 9 10 2015 2016 2017 2018 2019

(4)

4

SERVIZIO

PER

L’ANALISI

DEI

DATI

E

LA

RICERCA

ECONOMICA,

SOCIALE

E

AMBIENTALE

GIUGNO 2019 Numero 6

prezzi. Il deflatore implicito dei consumi si è mantenuto, infatti, sui livelli del trimestre precedente, determinando un in-cremento del potere d’acquisto delle famiglie dello 0,9%.

Nel mercato del lavoro si sono intensificati i segnali positivi (Figura 5). A maggio la stima degli occupati ha registrato un aumento rispetto al mese precedente (+0,3%, pari a +67 mila) e anche il tasso di occupazione è cresciuto (59,0%, +0,1 punti percentuali). Allo stesso tempo, è diminuito il numero di persone in cerca di occupazione (-1,9%, pari a -51 mila), determinando una riduzione del tasso di disoccupazione (9,9%, -0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente). La ricomposizione favorevole tra occupazione e disoccupazione appare evidente anche considerando le medie degli ag-gregati riferiti a gennaio-maggio. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di una lieve riduzione della forza lavoro (-0,2%) si è registrato un miglioramento dell’occupazione (+0,5%) e una marcata riduzione della disoccupa-zione (-6,1%). L’evoludisoccupa-zione positiva è stata determinata in misura maggiore dalla componente femminile (+0,9% l’aumento dell’occupazione, -7,0% la riduzione della disoccupazione) rispetto a quella maschile (+0,2% l’aumento dell’occupazione -5,3% la riduzione della disoccupazione).

I segnali per i prossimi mesi sembrano però discordanti tra i diversi settori di attività. A fronte di una diminuzione delle attese sull’occupazione per la manifattura e le costruzioni si è registrato un miglioramento di quelle nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio.

Prezzi

A giugno, l’inflazione si è confermata su tassi molto contenuti, scontando il rallentamento delle componenti mag-giormente volatili. In particolare, i beni energetici hanno registrato una forte decelerazione, risentendo degli effet-ti sulla componente non regolamentata dei ribassi delle quotazioni del petrolio. In base all’indice per l’intera

col-lettività (NIC), la crescita annua dei prezzi al consumo è rimasta sui livelli di maggio (+0,8%). Al netto di energia

e alimentari freschi si è invece manifestato un aumento di un decimo di punto percentuale (+0,5% da +0,4% di maggio). Il limitato incremento dell’inflazione di fondo ha riflesso essenzialmente i rincari di alcune voci dei ser-vizi (+1,0% nel complesso, da +0,8% di maggio) mentre per i beni industriali non energetici la fase deflativa non accenna a interrompersi (-0,4% la variazione annua a giugno).

Il diverso scenario di crescita economica tra il nostro Paese e i principali partner europei, concorre al manteni-mento di un gap inflazionistico a favore dell’Italia rispetto all’eurozona. Il differenziale, risultato più ampio per la componente di fondo (-0,7 punti percentuali) rispetto all’indice complessivo (-0,4 p.p.), ha incorporato una dina-mica inflazionistica dei beni energetici più sostenuta nella nostra economia, come usualmente accade nelle fasi di rientro dei prezzi di riferimento internazionali (Figura 6).

Le spinte inflative dall’estero, in tendenziale attenuazione, sono rimaste circoscritte ai beni energetici e più limi-tatamente a quelli intermedi. Ad aprile i prezzi all’importazione dei beni di consumo non alimentari hanno mo-strato una riduzione tendenziale (-0,6%). A maggio a livello di produzione i prezzi dei beni venduti sul mercato interno dello stesso raggruppamento hanno esibito una dinamica tendenziale (+1,4%), superiore a quella media 5. OCCUPATI E TASSO DI DISOCCUPAZIONE

(valori percentuali; migliaia di unità)

6. INFLAZIONE AL CONSUMO: DIFFERENZIALE

ITALIA - AREA EURO

(indice armonizzato prezzi al consumo; var. tendenz.; p.p.)

Fonte: Istat Fonte: Elaborazione su dati Eurostat

22.000 22.300 22.600 22.900 23.200 23.500 9 10 11 12 13 14 2015 2016 2017 2018 2019

Tasso di disoccupazione Occupati (dx)

-6 -3 0 3 -1,0 -0,5 0,0 0,5 2015 2016 2017 2018 2019

(5)

5

SERVIZIO

PER

L’ANALISI

DEI

DATI

E

LA

RICERCA

ECONOMICA,

SOCIALE

E

AMBIENTALE

GIUGNO 2019 Numero 6

del 2018 (+0,6%). Segnali di ripresa hanno caratterizzato i listini di abbigliamento e calzature e dei mobili; più accentuato l’aumento nel comparto della fabbricazione di autoveicoli (+3,9% da +1,6% di aprile).

La tendenza all’incremento dei prezzi nella fase della produzione potrebbe confermarsi nei prossimi mesi. A giu-gno, tra gli imprenditori che producono beni destinati al consumo, il saldo tra le intenzioni di aumento e diminu-zione dei listini nel breve periodo è significativamente cresciuto rispetto agli ultimi sette mesi. Allo stesso tempo, lo scenario delineato dai consumatori appare leggermente diverso, con una revisione al ribasso delle loro aspet-tative sulla dinamica inflativa dopo il rafforzamento del mese precedente. La quota di chi s i attende prezzi stabili o in diminuzione nei prossimi dodici mesi è aumentata a quasi il 55%, mentre l’incidenza di chi prevede incre-menti dei prezzi più rapidi o costanti è nuovamente scesa (39,1% dal 42% di maggio).

Prospettive

A giugno, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è tornato a diminuire dopo l’interruzione del mese prece-dente. Il peggioramento ha interessato tutte le componenti con il clima economico e quello futuro che hanno re-gistrato le flessioni più marcate. Anche le aspettative sulla disoccupazione sono peggiorate.

Nello stesso mese, la fiducia delle imprese ha evidenziato un calo a sintesi di una flessione nel comparto mani-fatturiero e, soprattutto, nelle costruzioni. Nei servizi l’indice è diminuito in misura più contenuta e nel commercio al dettaglio è aumentato. Per le imprese manifatturiere, si è rilevato un peggioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione mentre le scorte di magazzino sono aumentate.

Riferimenti

Documenti correlati

INDICE TENDENZIALE (RISPETTO ALLO STESSO MESE DELL’ANNO PRECEDENTE) Variazione % dell’Indice dei Prezzi al Consumo – Intera Collettività (NIC).. INDICE CONGIUNTURALE (RISPETTO AL

INDICE TENDENZIALE (RISPETTO ALLO STESSO MESE DELL’ANNO PRECEDENTE) Variazione % dell’Indice dei Prezzi al Consumo – Intera Collettività (NIC).. INDICE CONGIUNTURALE (RISPETTO AL

INDICE TENDENZIALE (RISPETTO ALLO STESSO MESE DELL’ANNO PRECEDENTE) Variazione % dell’Indice dei Prezzi al Consumo – Intera Collettività (NIC).. INDICE CONGIUNTURALE (RISPETTO AL

INDICE TENDENZIALE (RISPETTO ALLO STESSO MESE DELL’ANNO PRECEDENTE) Variazione % dell’Indice dei Prezzi al Consumo – Intera Collettività (NIC). INDICE CONGIUNTURALE (RISPETTO AL

Di questo modello forniamo due versioni, quella con tasso di interesse reale fisso (“interest rate pegging”) e quello con regola di Taylor, os- sia con una regola di

I dati riportati nei grafici che seguono si riferiscono all’andamento dell’indice dei beni energetici rego- lamentati e non e alimentari lavorati e non, rilevato in quattro

Sulla piazza economica svizzera sono stati contati 11 900 posti liberi in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (–15,1%), e anche l’indicatore delle

Alta frequenza di acquisto: generi alimentari, bevande alcoliche ed analcoliche, tabacchi, affitti, beni non durevoli per la casa, servizi di pulizia e manutenzione della