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I MANUALI DIAGNOSTICI

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(1)

CORSO ABILITANTE SOSTEGNO MACERATA

2014

“ Progettazione del PDF e del PEI- Progetto di vita e modelli di qualità della vita: dalla programmazione alla

valutazione”- Scuola dell’infanzia – Scuola primaria Dott.ssa Angela Fiorillo

Docente a contratto Università di Macerata, Insegnante scuola primaria, Pedagogista, Dottore di ricerca in Theory

and History of education

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SOMMARIO TERZA LEZIONE

APPROFONDIMENTI SULL’ICF

I MANUALI DIAGNOSTICI

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

BUONE PRASSI

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I MANUALI DIAGNOSTICI

QUALI OPPORTUNITA’ OFFRONO?

• Restituzione della diagnosi alla famiglia ed alla scuola;

• Aggiornamento della diagnosi funzionale;

• Sensibilità discriminativa tra i sintomi;

• Pertinenza delle azioni educative alle specificità delle sindromi;

• Adozione di avvertenze, precauzioni, sussidi adeguati alla situazione.

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I MANUALI DIAGNOSTICI

QUALI SONO?

 ICD-10

 DSM – IV

 DSM – IV TR

 DSM-V

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I MANUALI DIAGNOSTICI

ICD-10

Redazione a cura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

E’ la sesta edizione del ICD, Classificazione Internazionale delle Sindromi.

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I MANUALI DIAGNOSTICI

DSM-IV

Principale fonte diagnostica contenente una esplorazione descrittiva e discriminativa dell’ampia pluralità delle sindromi.

E’ un indicatore di qualità dell’azione di orientamento degli specialisti e degli operatori scolastici.

Fornisce utili informazioni sulla gravità e sul probabile decorso, mediante i seguenti indicatori a fianco di ciascuna definizione:

• Lieve

• Moderato

• Grave

• In Remissione Parziale

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I MANUALI DIAGNOSTICI

DSM-IV TR

La versione Text Revision 2002 ripete la struttura e la classificazione del DSM-IV, nel seguente ordine:

1. Disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta nell’infanzia, nella fanciullezza, o nell’adolescenza.

2- Delirium, demenza, disturbi amnestici e altri disturbi cognitivi.

3- Disturbi mentali dovuti a una condizione medica generale Non Classificati Altrove.

4. Disturbi correlati a sostanze.

5. Schizofrenia e altri disturbi psicotici.

6- Disturbi dell’umore.

7- Disturbi dell’ansia.

(8)

I MANUALI DIAGNOSTICI DSM-IV TR

9- Disturbi fittizi.

10- Disturbi dissociativi.

11- Disturbi sessuali e della identità in genere.

12- Disturbi dell’alimentazione.

13- Disturbi del sonno.

14- Disturbi del controllo degli impulsi Non Classificati Altrove.

15- Disturbi dell’adattamento.

16- Disturbi di personalità.

(9)

I MANUALI DIAGNOSTICI DSM-IV TR

Persegue una pluralità di scopi:

 fornire un’utile guida alla pratica clinica;

 fornire chiarezza di linguaggio e di concetti;

 facilitare la ricerca;

 migliorare la comunicazione tra clinici e ricercatori;

 migliorare la raccolta di informazioni cliniche;

 favorire l’insegnamento/didattica della psicopatologia.

(10)

I MANUALI DIAGNOSTICI DSM-IV TR

E ‘ usato da:

Psichiatri, medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri, terapisti del lavoro e della riabilitazione, consulenti ed altri operatori

sanitari e della salute mentale.

Costituisce:

Una classificazione dei disturbi mentali concepita per uso clinico, didattico e di ricerca in cui i criteri diagnostici specifici sono intesi come linee guida da integrare con il giudizio clinico.

Pone in relazione:

Le dimensioni biologica e psicologica della personalità umana

(modello assiale) e le interazioni bio-psichiche nella valutazione dei disturbi comportamentali umani.

(11)

I MANUALI DIAGNOSTICI DSM-IV TR

Accoglie:

La diminuzione dell’importanza del concetto di nevrosi e di psicosi infantile.

L ’ampio spazio che i disturbi generalizzati dello sviluppo hanno conquistato così come i disturbi affettivi.

Una nuova classificazione dei disturbi psico-organici.

La comparsa di un capitolo sulla dimensione psicodinamica ( ad esempio con una prima rassegna dei meccanismi di difesa dell’io).

L’ espansione dell’area depressiva e bipolare.

Il rilievo delle sindromi culturalmente caratterizzate.

(12)

I MANUALI DIAGNOSTICI DSM-IV TR

• Adotta la categoria di Non Altrimenti Specificate, per indicare situazioni indefinite, incerte o di confine tra sindromi diverse.

• Rileva le sintomatologie atipiche.

• Segue un andamento classificatorio nella sistemazione e nella trattazione delle patologie.

• Evita forme di suddivisione nette ed esclusive, dai confini

chiaramente delimitati, favorendo l’indicazione delle varianze e delle ambiguità di ciascuna categoria, riportando sempre la diagnosi differenziale e enunciando le forme tipiche,

aspecifiche o non meglio definibili.

(13)

I MANUALI DIAGNOSTICI DSM-IV TR

 Ha una serie di avvertenze sulla modalità d’uso.

 Evidenzia i pregi e sui limiti di uno strumento manualistico:

• la sensibile variabilità individuale dei casi;

• la non presunzione dell’esauriente chiarimento eziologico;

• La necessità di confrontare le categorie del DSM-IV con la variabile etnica e culturale, per effetto della quale condotte o convinzioni non sono da ricondurre a

psicopatologie ma a connotati culturali o religiosi.

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I MANUALI DIAGNOSTICI

IL DSM-V

Contiene una lunga introduzione che fa la storia del DSM, degli approcci a tutti i disturbi.

Adotta la visione odierna in termini di nosografia, diagnosi,, lessico, ecc.

Modifica vari aspetti:

Esempio: Dal capitolo sul Ritardo mentale (nel DSM-IV) a

quello odierno di Disabilità intellettiva, viene ridimensionato il riferimento alla psicometria , ai QI, ecc., cambia la visione.

(15)

I MANUALI DIAGNOSTICI IL DSM-V

Esempi:

Pag. 53 del DSM-IV: "Il funzionamento intellettivo generale è definito dal quoziente di intelligenza QI ottenuto tramite la valutazione di uno o più test di intelligenza standardizzati somministrati individualmente...", quindi a pag. 55 si declinava la scale per 5 livelli di QI.

Pag. 38 del DSM-5: "I vari livelli di gravità sono definiti sulla base del

funzionamento adattivo e non dei punteggi del quoziente intellettivo (QI), perchè è il funzionamento adattivo che determina il livello di assistenza richiesto.

Pag. 42: "I punteggi del test QI sono approssimazioni del funzionamento concettuale ma possono essere insufficienti nel valutare la capacità di ragionamento nelle situazioni di vita reale e la padronanza delle attività pratiche".

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Dagli anni 80 in poi:

Sostituzione del termine handicap (persona handicappata) con

“bisogni educativi speciali” (persona con bisogni educativi speciali).

Ampliamento dell’area delle problematiche connesse ai bisogni educativi specifici degli alunni.

(17)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Nuove concettualità:

Conferenza e Dichiarazione di Salamanca 1994

Special Educational Needs

Inclusive Education

Scuola inclusiva

Qualità nella scuola inclusiva

Bisogni normali per alunni speciali

Bisogni speciali per alunni normali

Bisogni speciali per tutti in particolari situazioni contestuali

Normalità e specialità non come modi di essere ma come

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

“PRINCIPI GUIDA PER PROMUOVERE LA QUALITA’ NELLA SCUOLA INCLUSIVA” 2009

“L’inclusione interessa un raggio sempre più ampio di studenti.

(…)

Riguarda tutti gli studenti che rischiano di essere esclusi dalle opportunità scolastiche, a seguito del fallimento dl sistema scuola”.

SCUOLA COME LUOGO DI ACCOGLIENZA E DI APERTURA QUALIFICAZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

IANES: CLASSIFICAZIONE DEI SEN 1. SEN che si generano per condizioni fisiche

2. SEN che si generano nelle strutture e nelle funzioni corporee

3. SEN che si generano dalle attività personali

4. SEN che si generano nella partecipazione sociale

5. SEN che si generano nei fattori contestuali e ambientali 6. SEN che si generano nei fattori contestuali personali

(20)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

NORMATIVA DIRETTIVA del 27/11/2012

CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 del 6/3/2013 NOTA del 22/11/2013

(21)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

BES

Dalla direttiva del dicembre 2012

L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit.

In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni:

svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di

apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse.

Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità delle classi diviene sempre più evidente.

(22)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Comprendono 3 grandi sotto-categorie:

1) quella della disabilità

2) quella dei disturbi evolutivi specifici

3) quella dello svantaggio socio-economico,linguistico, culturale

(23)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento, anche:

 i deficit del linguaggio,

 delle abilità non verbali,

 della coordinazione motoria, ricomprendendo, per la comune origine nell’età evolutiva, anche quelli

dell’attenzione e dell’iperattività, mentre

il funzionamento intellettivo limite può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico.

(24)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Per molti di questi profili i relativi codici nosografici sono ricompresi nelle stesse categorie dei principali Manuali Diagnostici e, in

particolare, del manuale diagnostico ICD-10 che include la

classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, stilata dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS)

e

utilizzata dai Servizi Sociosanitari pubblici italiani.

(25)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi specifici

 non vengono o possono non venir certificate ai sensi della legge 104/92

 non danno diritto alle provvidenze ed alle misure previste dalla legge quadro, e tra queste,

all’insegnante per il sostegno.

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate, che, per specifici problemi , possono incontrare difficoltà a scuola, devono essere aiutati a realizzare pienamente le loro potenzialità.

Fra essi, alunni e studenti con DSA (Disturbo Specifico

dell’Apprendimento) sono stati oggetto di importanti interventi normativi, che hanno ormai definito un quadro ben strutturato di norme tese ad assicurare il loro diritto allo studio.

Normativa di riferimento per casi con disturbi specifici:

Legge 53/20003 – D.P.R. 122/2009 – Legge 170/2010

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

L’ADHD (Disattenzione e Iperattività)

si può riscontrare spesso associato ad un DSA o ad altre problematiche,

ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei.

Si è stimato che il disturbo, in forma grave tale da

compromettere il percorso scolastico, è presente in circa l’1%

della popolazione scolastica, cioè quasi 80.000 alunni.

(28)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva:

 disturbo oppositivo provocatorio;

 disturbo della condotta in adolescenza;

 disturbi specifici dell'apprendimento;

 disturbi d'ansia;

 disturbi dell'umore, etc.

Vi è quindi la necessità di estendere a tutti gli alunni con bisogni educativi speciali le misure previste dalla Legge 170 per alunni e

(29)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di

funzionamento cognitivo (intellettivo) limite (o borderline), ma anche con altre espressioni (per es. disturbo evolutivo

specifico misto e specifiche differenziazioni, qualora non rientrino nelle previsioni delle leggi 104 o 170, richiedono particolare considerazione.

Si può stimare che questi casi si aggirino intorno al 2,5%

dell’intera popolazione scolastica, cioè circa 200.000 alunni.

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Si tratta di bambini o ragazzi il cui QI globale (quoziente intellettivo) risponde a una misura che va dai 70

agli 85 punti e non presenta elementi di specificità.

Per alcuni di loro il ritardo è legato a fattori neurobiologici ed è frequentemente in comorbilità con altri disturbi.

Per altri, si tratta soltanto di una forma lieve di difficoltà tale per cui, se adeguatamente sostenuti e indirizzati verso i percorsi scolastici più consoni alle loro caratteristiche, gli interessati potranno avere una vita normale.

Gli interventi educativi e didattici hanno come sempre ed anche in

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Necessità di elaborare un percorso individualizzato e

personalizzato per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di un

Piano Didattico Personalizzato, individuale

o anche riferito a tutti gli alunni della classe con BES, ma articolato, che serva come

strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di

documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.

(32)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Le scuole con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere

psicopedagogico e didattico

Possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure

dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010. (DM 5669/2011)

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

EDUCAZIONE SPECIALE E BES: PREGIUDIZI QUASI UOMO (incompletezza)

ETERNO BAMBINO (pensare l’adultità)

IDENTITA’ SPECIALE (stigma dell’essere speciale) UGUALITARISMO (accoglienza dei limiti)

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Come riconoscere un bisogno educativo speciale?

 Rilevazione di un problema di funzionamento nell’apprendimento e nello sviluppo

 Recuperare il ruolo dell’osservazione

 Potenziare le competenze dei docenti per interventi di educazione speciale

 Predisporre un progetto pedagogico

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Quali informazioni acquisire?

Informazioni sulla famiglia

Informazioni sulla scolarità pregressa

Informazioni sulla documentazione pregressa Informazioni sulla documentazione specialistica Informazioni sulle competenze raggiunte

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Quali criteri darsi?

Predisporre tempi di osservazione mirata

Consentire tempi maggiori per raggiungere obiettivi Privilegiare e apprezzare modalità di

lavoro/apprendimento/performance differenti

Chiedere collaborazioni a colleghi, famiglia, esperti

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PROTOCOLLI E CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE DEI BES

Chi sono gli alunni BES?

Alcuni indicatori Carenze affettivo-relazionali

Disagio economico Disagio sociale

Disagio culturale Disagio linguistico

Difficoltà di apprendimento

Disturbo ADHD con certificazione Dsa con diagnosi specialistica

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PROTOCOLLI E CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE DEI BES

MODALITA’ DI INTERVENTO Classe intera

Piccolo gruppo

Percorso personalizzato Potenziamento

Recupero Tutoring

Apprendimento cooperativo Altro

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ESERCITAZIONE

Costruire un protocollo di osservazione dei BES

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