• Non ci sono risultati.

La vita dei circoli non è mai stata serena, scorrevole, sempre dei momenti di sconforto e delle cose che non vanno.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "La vita dei circoli non è mai stata serena, scorrevole, sempre dei momenti di sconforto e delle cose che non vanno."

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

Epoca

Altro che crisi della politica! La politica e i politici continuano a fare agli elettori leonfortesi barba, shampo, capelli e pe- dicure... Con un tasso di povertà del 30% e l’emigrazione sempre in crescita (a Leonforte nell’ultimo anno si sono re- gistrate oltre 150 chiusure di attività commerciali, artigianali e edili) il nuovo sindaco di Leonforte deve subito mettere in campo una strategia mirata, per abbat- tere i numeri di tali indicatori che rap- presentano una vera e propria emergenza economica e sociale; par- tendo subito nel cercare una sistema- zione lavorativa a i disoccupati del neonato movimento politico dei disoc- cupati.

è arrivato il momento di definire alcune priorità per attraversare questa crisi. Bi- sogna che il nuovo Sindaco metta subito al centro della sua attività il lavoro, il so- stegno e i servizi per i meno abbienti (chi scende in politica non deve guar- dare solo al proprio ombelico, ma anche alla pancia dei tantissimi disoccupati).

Noi come Circolo e come Movimento Politico alla fine abbiamo deciso di non scendere in campo (non eravamo pronti per i miracoli). Qualcuno ha detto che potevano portare in dote, per l’ingresso in un’eventuale coalizione, al massimo cinquantacinque voti. Forse è vero! Si!

Potevamo portare solo un voto, ma pu- lito e con un’immagine limpida, come spesso ci ripete il nostro Guru e padre nobile del Circolo Gino Roberti… L’ar- roganza umilia chi c’è l’ha... Quando un essere ne giudica un’altro, in realtà ha una proiezione su se stessa... Nessun medico curante ci ha ordinato di fare po- litica attiva (qualcun altro voleva che fa- cessimo solo da terzo incomodo). La politica si fa in diversi modi, anche dall’esterno e deve essere onesta e pu- lita. Continueremo a farla seduti sulla

Periodico informativo, ricreativo, sociale distribuzione gratuita www.circoloepoca88.blogspot.com

“Liberi, forti, con i piedi a terra verso il futuro”

fondato il 20.10.2011 n°10 - 18 giugno 2013

Editoriale Circolo Epoca 88 informa

La vita dei circoli non è mai stata serena, scor- revole, liscia, ci sono sempre dei momenti di sconforto e delle cose che non vanno.

Bisogna avere co- stanza, pazienza ed a volte anche testardag- gine. Bisogna battersi per non cedere mai le armi, avere sempre una lucina accesa che indi- chi la strada da seguire, avere lungimiranza e tenere sempre aggior-

nato, al passo coi tempi, lo Statuto che è il motore principale.

Nello stesso tempo nessun Presidente, Vice, Dirigente o quant’altro deve per- dere di vista che è il Socio che fa il Cir- colo, come il soldato fa l’esercito, come la goccia riempie il vaso. Bisogna cercare d’organizzare al meglio la base, le fonda- menta …rendono buona la casa. Nessuno deve essere mai considerato al di sotto dell’altro e non bisogna mai scendere a compromessi, battersi SEMPRE per la pari dignità, rispettare SEMPRE la parola

data e dire SEMPRE la verità.

Curare la socialità è la prima cosa da fare.

Il Circolo Epoca 88 è stato fondato per mantenere principalmente i rapporti con la gente e fare, quando è necessario, anche politica con lealtà, onestà e pari di- gnità. è con orgoglio che mi permetto di dire, insieme agli altri dirigenti ed a tutti i soci: “Lunga vita al Circolo Epoca 88”, senza nulla togliere a tutti gli altri circoli, club, associazioni di Leonforte ai quali auguriamo la stessa cosa.

Francesco Roberto detto Gino

riva del fiume.

Passiamo allo sport. Ci congratuliamo con la Branciforti calcio del presidente Liborio Vaccalluzzo, promossa in seconda catego- ria. Si scrive Branciforti calcio e si pronun- cia Licata: Andrea (allenatore), Adamo (direttore sportivo), Eugenio (dirigente è primo tifoso), Fabrizio (attaccante) Gae- tano II (attaccante), Gaetano I (ex addetto stampa-dirigente) e Fabio (segretario e te- soriere). Da segnalare anche il buon cam- pionato (primo in assoluto nel campionato di Eccellenza) della Leonfortese del patron

Nuccio Buono, che si è posizionata all’ot- tavo posto finale. Lo sport leonfortese gioi- sce anche per la promozione in Serie C/1 del Città di Leonforte (Calcio A/5) e per l’ottimo campionato disputato dai nero- arancioni della Spes Group (già Sporting Club), nel campionato nazionale di serie B/2 di pallavolo (quinto posto finale e play- off sfiorati). Ottimo campionato anche per il Real Leonforte del presidente Pippo La- neri nel campionato di serie C/2 di calcio A/5.

Di Fazio Maurizio

(2)

Già trovare una bolletta nella cassetta della posta non è una bella sorpresa, se poi la bolletta è pure scaduta e si deve andarla a pagare al più presto per evitare la mora ecco che non è nemmeno più uno spiacevole imprevisto, ma una vera e propria rottura.

è quello che è successo a numerosi cittadini leonfortesi con le bollette di AcquaEnna: il bollettino da pagare spesso arriva quando è già scaduto da qualche giorno.

Il caso è stato segnalato alla nostra redazione da un socio del Circolo Epoca 88 e in seguito a un veloce sondaggio abbiamo appreso che non si tratta di un caso isolato. I malcapitati hanno già contattato AcquaEnna ma la risposta è stata poco risolutiva:

i bollettini vengono inviati in tempo e il loro arrivo ritardato è dovuto al servizio postale. Data la causa, inoltre, si può addi-

rittura incombere in sanzioni da parte di AcquaEnna.

La redazione di Epoca 88 si fa carico di fare una segnalazione pubblica alla società ennese, invitandola a dare delle spiega- zioni, altrettanto pubblicamente, e a risolvere lo spiacevole pro- blema. Riteniamo, infatti, che in caso di arrivo in ritardo di un bollettino, l’eventuale danno dovuto al ritardo non sia da im- putare all’incolpevole destinatario ma al soggetto a cui il ritardo è dovuto: in parole povere, l’eventuale mora per il mancato pa- gamento della bolletta dell’acqua AcquaEnna dovrebbe chie- derlo a Poste Italiane o a chiunque altro ritiene colpevole del ritardo.

Confidando in una risposta, rimandiamo i nostri lettori a futuri aggiornamenti sulla vicenda.

Luca Di Leonforte

Epoca 88 n°10

Attualità 2

18 giugno 2013

Per la pubblicità chiama: Roberti Francesco 33 9 1584719 Di Fazio Maurizio 320 2467006 Di Leonforte Luca 320 2777380

contribuisci a tenere pulita la nostra Leonforte, smaltisci il giornale negli appositi cestini.

Epoca 88 – Periodico informativo, ricreativo, sociale Riservato, in forma gratuita, ai soci del circolo, loro famiglie e simpatizzanti

Direttore Responsabile: Maurizio Di Fazio Direttore: Luca Di Leonforte

Capo Redattore: Francesco Roberti Foto Reporter: Danilo Salamone Redazione, amm.ne e pubblicità:

C.so Umberto, 352 Leonforte Cod. Fiscale: 91006750862 Tel. 3381616224 (presidenza)

Email: circoloepoca88@live.it – circoloepoca88@gmail.com Facebook: Giornaleepoca(ottantotto) – museoepoca88 Realizzazione editoriale: Circolo Epoca 88

Stampa e grafica: Graficamente – Leonforte FONDATORI DEL GIORNALE

Gino Roberti – Gaetano La Delfa – Maurizio Di Fazio

AcquaEnna, le bollette arrivano già scadute

RiDiaMoci su....

(3)

Ha fatto parlare di se Alfio Vaccalluzzo, leonfor- tese, proprietario di un panificio a Varago, frazione di Ma- serada sul Piave, in provincia di Treviso. Il nostro compaesano ha dato vita a un’iniziativa che prevede dieci centesimi in beneficenza per ogni chilo di pane venduto.

Per saperne di più riportiamo un articolo de “La Tribuna di Treviso” del 5 giugno 2013 che racconta della trovata del Vaccalluzzo.

Varago, “pane quotidiano” e beneficenza

MASERADA. Dieci centesimi per ogni chilogrammo di pane acquistato dai clienti andrà in beneficenza ai missionari, ma anche a singole persone bisognose residenti nel Comune di Maserada. L’iniziativa, denominata “Il pane è un bene quo- tidiano”, è di Alfio Vaccalluzzo, 34 anni, che dal dicembre scorso gestisce, insieme al padre Antonino, 78 anni, il Biscot- tificio-Panificio di Varago in via Trevisana. «Considerato il periodo di crisi economica che travolge il Paese e per avvici- narci ancora di più alla comunità locale», dice Alfio Vaccal- luzzo, «da maggio a tutti i nostri clienti stiamo fornendo il

pane a 2.50 euro al kg e questo è il prezzo per ogni tipo di pane che produciamo. Devolveremo in beneficenza 10 cente- simi per ogni chilo di pane acquistato. I clienti vengono forniti di una tessera mensile, con la dicitura “Pane per Tutti”, dove viene registrato il quantitativo di pane acquistato. Il conteggio finale determinerà la somma da versare per la beneficenza».

Il denaro incassato sarà devoluto ai missionari Mario Mis- siato (Brasile), Guido Danellon (Uruguay), Rosa Augusta Pol (Kenya) e Loredana Celebrin (Bolivia), ma anche a persone singole con problemi.

Per la buona riuscita dell’iniziativa Vaccalluzzo ha coinvolto le ditte presenti nel Comune, compresa la Tessitura Monti di Varago (che ha una tessera apposita), le associazioni e la so- cietà ciclistica Zuliani. «In effetti nelle ultime settimane ab- biamo riscontrato qualche cliente in più, ma la cosa che più c’interessa è l’alto significato morale della nostra iniziativa», dice Alfio Vaccalluzzo, che insieme al padre ha gestito per oltre vent’anni un panificio in Sicilia. È anche presidente dell’associazione cattolica “Cardinale J. H. Newman” di Enna.

Galliano Pillon Pierluigi Bersani di-

venta promotore dell’ingresso nel panorama politico nazionale del Ma- nuale Bersaniano (Sconfitte in serie...). Dopo il Manuale Cencelli (spartizione degli in- carichi in modo proporzionale ai voti o alle tessere posse- dute) è entrato prepotente- mente nel panorama politico nazionale, appunto, un nuovo manuale politico, il Metodo Bersaniano (Sconfitte in serie…). Per chi non lo sa- pesse, Pierluigi Bersani è na- tivo di Bettola, piccolo paesino di poche anime del- l’Emilia Romagna, dove il PD è sempre stato all’opposizione (questo lascia capire la cara- tura di questo uomo politico).

In Italia c’è sempre fame di quel gran gioco che è la poli- tica, ma non di politologi dell’utopia (alias Pierluigi Bersani) ma di buona politica.

Bersani per la sua ambizione personale pur di diventare Presidente del Consiglio avrebbe fatto qualsiasi patto con Grillo (voleva mettere

nelle mani della Casaleggio associati la nostra Italia). Ha devastato un gloriosissimo partito, portandolo allo sbando. Il patatrac del PD è colpa sua: Si cridi un feno- minu, ma nun eni autru ca nu scunchiurutu co sicarru... La sua segreteria non ha portato a nessun incasso al partito, ma solo sconfitte a ripetizioni. In cento giorni - compresi fra il periodo pre - eletto-

rale (secondo i son- daggi, aveva undici punti in percentuale di vantaggio da Ber- lusconi) e successive alle elezioni - ha di- strutto un partito, fi- gure storiche come Franco Marini e Ro- mano Prodi e allo stesso tempo ha spac-

cato in 23 correnti il partito democratico (si paventava pure di un’imminente scis- sione dell’area dei renziani e spingeva per uscire dal partito anche l’area cattolica, ex DC).

Meno male che a fermarlo da altre sonore bruciature di im-

portantissimi uomini di sini- stra ci ha pensato il grandis- simo padre tutelare dell’Italia Giorgio Napolitano, che si è sacrificato in prima persona per almeno un altro paio di anni a ricoprire la carica di Presidente della Repubblica Italiana. Tanti Democratici hanno cantato dopo la ricon- ferma di Giorgio Napolitano a Capo dello Stato: Meno male

che Giorgio Napolitano c’è...

(Bersani è riuscito anche a portare la sinistra per la prima volta a copiare la destra). Il vampiro Bersani staccava la spina il 21 aprile c.a.; il suo mandato di segretario (occu- perà il suo posto - nell’attesa

del congresso d’ottobre - l’ex sindacalista della CGIL Gu- glielmo Epifani) è stato sicu- ramente il più disastroso della storia del PD. Il suo isterismo (ma anche la sua ambizione smodata) ha portato il PD a dei picchi spaventosi (a volte cercava, pur di sopravvivere, il pelo nell’uovo, ingaggiando una specie di tiro alla fune pur di diventare Presidente del Consiglio). Stava portando il partito a morire di tattica.

Bersani e i suoi uomini alla fine si sono decisi a ri- mettere nella fon- dina le loro spuntate pistole (si racconta che il Barone Rosso di Enna per festeg- giare le dimissioni di Bersani, abbia mangiato - davanti Il Caminetto - oltre cinquanta uova sode). E’ legge della po- litica che si vince assieme e si perde da soli...

Di Fazio Maurizio

3 Attualità

Epoca 88 n°10 18 giugno 2013

Il Manuale Bersaniano...

Lodevole iniziativa di un leonfortese in Veneto

(4)

C’è sempre il tormentone della fiera di Sant’An- tonino. Un po’ come ogni estate c’è la canzone-tormentone che non riesci a togliertela dalla testa, bella o brutta che sia (quasi sempre brutta).

Il tormentone di Sant’Antonino è quell’oggetto che girando per la fiera te lo ri-

trovi ovunque. Spesso è qualcosa di sempli- cissimo, di poco co- stoso, magari piccolo, ma geniale!

Lo sapete qual è il tor- mentone di questo 2013? Vediamo se in- dovinate.

Esatto! Nell’era di in- ternet, dell’iphone, delle app più strane, il

prodotto che circolava come un virus alla fiera era uno strano aggeggio di plastica utile a mettere il filo nell’ago.

Numerosi venditori ambulanti ti attraevano con questo cu- rioso arnese colorato e con due velocissime mosse tiravano

fuori un ago con il filo ben messo. Impossibile non fermarsi per capire di che cosa si trattasse ed impossibile non spen- dere un euro per comprarlo e magari regalarlo alla mamma, alla nonna o alla zia. Insomma, un oggetto semplice che farà la felicità di numerose casalinghe alle prese con pro- blemi di vista e sarà una liberazione per altrettanti nipoti (o figli) chissà quante volte chiamati in aiuto grazie alla loro giovane capacità visiva.

Non c’è stata chance per gli altri prodotti. Niente da fare, ad esempio, per lo strumento che affila i coltelli: con buona pace del venditore che pur di attirare i passanti passava il coltello rovinato sulla lingua per dimostrarne la scarsa efficacia prima di affilarlo.

Ora, tra le mura di casa, con calma, non c’è altro che capire come funziona lo strano aggeggio. E allora, le nonne, le mamme o le zie continueranno comunque a chiamare i malcapitati figli e nipoti per riuscire nell’ardito compito. C’è da stare tranquilli e pa- zienti perchè un app per mettere il filo nella cruna dell’ago non sarà mai inventata.

Luca Di Leonforte Il musicista leonfortese Gae-

tano Crimì ha vinto il primo premio del II Concorso Nazionale Musi- cale “Salvatore Gioia” a Villarosa.

Gaetano Crimì ha vinto nella Sezione 4 per fiati solisti con il suo flauto traverso.

Il Concorso prevedeva altre numerose se- zioni, dal canto al pianoforte (sia solista che a quattro mani), fino ad arrivare alla musica da camera e alla sezione riservata agli allievi delle Scuole primarie e secon- darie ad indirizzo musicale. All’interno delle sezioni vi erano poi diverse Catego- rie. Quella che ha visto vincente il leon- fortese è stata la Categoria F “senza limiti

d’età, programma libero della durata massima di minuti 20”.

Il premio, organizzato dal Comune di Villarosa e dall’Associazione culturale

“Musicarte”, è stato istituito lo scorso anno in onore del tenore Salvatore Gioia, nato proprio a Villarosa. Il cantante lirico è scomparso nel 1999 all’età di 65 anni, dopo che di lui si erano perse le tracce a causa di una malattia. Nel pieno della sua carriera Gioia era considerato un vero è proprio talento, tanto che nel 1958 la ri- vista “Musica e Dischi” diceva di lui:

“Un tenore desinato a raccogliere l’ere- dità di Tito Schipa”.

A ricordarlo oggi, un Concorso a cui par- tecipano numerosissimi musicisti e can- tanti lirici provenienti da ogni parte della Sicilia

Luca Di Leonforte

Epoca 88 n°10

Cultura 4

18 giugno 2013

Il flautista Gaetano Crimi premiato a Villarosa

il tormentone di sant’antonino: c’è un app (quasi) per tutto

Per proposte, proteste e suggerimenti, inviare una lettera a:

Redazione del Giornale “Epoca 88”

e/o al presidente.

Le lettere non saranno ridotte e cor- rette ma pubblicate così come sono.

Puoi trovare il giornale online.

M E S S A G G I O P E R I

L E T T O R I

(5)

5

Epoca 88 n°10

18 giugno 2013

Cultura

Dopo Sicilia e Sardegna è stata la volta di Verona e Agordo

il Leggendario “surfararu” arriva in Veneto

U No SGUARDo AL PASSATo

Sembra non voler finire il viaggio che Il leggendario “surfafaru” ha intrapeso in giro per l’Italia. Dopo la Sicilia e la Sardegna è stata la volta del Veneto.

Il 12 aprile, infatti, Gino Roberti ha pre- sentato il volume all’interno dei locali dell’Associazione Geologica Mineralo- gica di Verona, una delle realtà minera- logiche più importanti d’Europa, dinanzi a numerosi colleghi periti mi- nerari e ad appassionati e conoscitori del mondo del sottosuolo.

Il 13 aprile, poi, è stata la volta dell’Isti- tuto Geotecnco-Minerario “Umberto Folador” di Agordo alla quale hanno partecipato tecnici e insegnati. Da se- gnalare nella tappa agordina la pre-

senza di una rappresentanza del Gruppo Agordino Minera- logico Paleontologico (Gamp) Dolomiti e dell’Associazione Periti Minerari di Agordo.

Quella bellunese è stata una tappa importante nel giro di presentazione del libro di Gino Roberti, in quanto ha toccato un ulteriore Istituto Minerario dopo quelli di Caltanissetta e Iglesias.

Le due presentazioni in Veneto non sono passate inosservate alla stampa lo- cale che ne ha dato notizia il 12 aprile ne “L’amico del popolo” e il 13 nel

“Corriere delle Alpi”.

L’obbiettivo ora è quello di continuare a portare il libro nelle scuole e in quest’ottica è quasi pronta l’organizza- zione di una giornata a Massa Marit- tima all’Istituto Minerario Bernardino Lotti.

Luca Di Leonforte

Giovanni Carosia contribuì in modo determinante a creare la cosiddetta “Leonforte rossa”, come la Leningrado rossa.

Si giudicava uno Stalinista e non un Leninista. Inoltre, è stato l’uomo politico leonfortese che ha scritto più pagine della vita politica e amministrativa locale: gli fu dedicata anche una via, la Giovanni Carosia allocata nella zona storica comunista per eccellenza di Leonforte, la chianotta (ovvero Piazza Giulia e dintorni).

Qui si tenevano nei periodi elettorali quasi quotidianamente comizi dell’onorevole Carosia. Fu durante uno di questi comizi che avvenne una vicenda che spesso si sente raccontare. Nel corso del comizio ad un tratto tutti i presenti incominciarono a battere le mani, rimase ferma immobile solo una persona che rivolgendosi

a chi stava a fianco e applaudiva entusiasticamente chiese: “Chi dissi d’accussì importanti l’onorevoli?”. La risposta dell’interlocutore fu: “Chi ni sacciu, tu batti li mani socchi dissi dissi chi ni interressa iddu dici sempre cosi giusti!”.

Insomma, batteva le mani ma non conosceva cosa aveva comiziato l’on. Carosia.

Maurizio Di Fazio

I comizi di caseggiato dell’onorevole Giovanni Carosia

La bandiera

ed il santo Patrono del circolo

san Francesco d’assisi

(6)

Un gol storico

Durante l’incontro di 1^ Categoria - anni ‘90 - tra il Randazzo e la Leonfortese (incontro terminato in parità, 1-1) successe un fatto incredibile. Al 93’ la Leonfortese - guidata dal monumento del cal- cio bianco-verde Masi Scilipoti, perdeva per 1-0. Gli fu assegnato un calcio d’angolo. A batterlo fu l’allora capitano Nino Reina, il quale calciò un tiro rasoterra e forte che tra la confusione che si era creata in area andò a colpire la coscia dell’arbitro e si insaccò nella porta randazzese. Un goal bellissimo! All’arbitro non rimase altro che convalidare il goal e fischiare la fine dell’incontro.

Quando la Siae è inaspettata

Negli anni ottanta la Leonfortese (conosciuta in città, ma anche in provincia, pure col diminutivo di Polisportiva) ha gestito una di-

scoteca. A questo proposito va ricordato un episodio molto divertente accaduto in quel periodo. Durante una serata si pre- sentò al botteghino un signore che rivolgendosi al dirigente quel giorno responsabile dell’entrata gli disse con tono perentorio

“SIAE”. Chiaramente si trattava del rappresentante della SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), ma il dirigente non se ne rese conto e rispose: “SIAI i sordi trasi, sinnò ti nni vai!”.

Di Fazio Maurizio

Epoca 88 n°10

Cultura 6

18 giugno 2013

R u b R i C A

Uscita d’emergenza al cimitero

Sarebbe utile installare una uscita di emergenza al cimitero, di quelle che si possono aprire solo dall’interno. Non per i “residenti” che, a quanto ne sappiamo, non possono uscire ma per qualche distratto malcapitato che qualche volta po- trebbe rimanere chiuso dentro. Ed è successo.

IL CITTADINO SEGNALA

di Di Fazio Maurizio Poniamo all’attenzione del Sindaco e all’amministrazione comunale, delle

segnalazioni pervenute alla nostra redazione giornalistica.

Utopia - di Nello Sciuto

Il maestro di musica Giuseppe Lo Gioco detto Pippo è stato

premiato - quinto posto finale su cinquanta partecipanti, giunti da tutta Italia - alla decima edizione del Concorso Nazionale per Marce inedite della passione “Città di Mottola” (Taranto). A questa decima edizione il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha conferito le medaglie

di rappresentanza. Il pre- mio ogni anno è asse- gnato ai migliori maestri di musica d'Italia, che con la loro attività contri- buiscono all’elevazione sociale e culturale della musica per marce inedite della passione.

Di Fazio Maurizio

Riconoscimento al maestro Lo Gioco

Sono da combattere ad oltranza l’invidia, la perfidia e l’ignoranza.

Non saranno incensati mai di onori i malvagi ed i calunniatori.

Poveri, meschini, impenitenti i falsi profeti ed i saccenti.

Ingrati, smemorati e deludenti i beneficiati e mai riconoscenti.

L’avarizia che è vizio capitale è uno dei peggiori mali.

Orribili, pari a sciacallaggio, l’ingordigia e lo strozzinaggio.

Droga: e si continua a spacciare.

guerre: e non si finisce di sparare, piaghe insanabili e letali

obbrobriosi flagelli universali.

Ineffabili, assai pericolosi i pedofili e i grandi mafiosi cancrene peggiori della guerra pullulanti in tutta la terra.

Se si seminasse pace e bene si potrebbero evitare tante pene

ci potremmo amare tutti con passione ma è utopia pura, un’illusione.

Dicerie leonfortesi

(7)

a cura del dott. Francesco Buscemi, storico

7 Rubriche

Epoca 88 n°10 18 giugno 2013

Il melanoma è il più temuto dei tumori maligni cutanei. Si origina dai melanociti, cellule che si trovano nell’epider- mide e che stimolate dai raggi solari secernono la melanina che è il pigmento responsa- bile della colorazione della pelle.

Negli ultimi anni si è regi- strato un aumento notevole dell’incidenza annua sia nel sesso maschile (5%) che fem- minile (4%) rappresentando la quinta e la settima neopla- sia rispettivamente.

I fattori di rischio per il mela- noma sono: la presenza di nevi cutanei congeniti o ac- quisiti (quanto più numerosi e grandi più aumenta il ri- schio); storia familiare posi- tiva (si stima che solo l’1-2%

siano attribuibili a difetti ge- netici ereditari); colore chiaro della pelle, degli occhi e dei capelli; esposizione solare scorretta.

I nevi sono un raggruppa- mento di cellule melanociti- che benigne normalmente

innocue ma che possono nel tempo perdere il carattere di benignità e trasformarsi in maligne e quindi dare luogo al melanoma. Trattandosi di tumori della pelle è oppor- tuno tenere sotto osserva- zione alcuni parametri dei nevi seguendo una regola semplice che si chiama ABCD (A come asimmetria;

B come bordi; C come co- lore; D come dimensioni) e soprattutto osservare i cam- biamenti che nel tempo si possono verificare per i para- metri dell’ABCD.

Oggi la scienza ci mette però a disposizione un esame sem- plice, non invasivo, che con- sente di effettuare la mappatura dei nevi e quindi di seguirli nel tempo realiz- zando la prevenzione per i tu- mori della pelle ed in primo luogo per i melanomi.

La videodermatoscopia è in grado di individuare i nevi a rischio di trasformazione (di- splasici) e quelli che già si sono trasformati in mela- noma, ma che ancora non si

sono manifestati .

Nello stadio iniziale è suffi- ciente un intervento chirur- gico ambulatoriale di semplice asportazione per guarire dal melanoma.

Quando questo viene trascu- rato e viene diagnosticato in fase tardiva in stadio avan- zato, bisogna effettuare una asportazione chirurgica più ampia (radicale!) della zona interessata in uno con il linfo- nodo sentinella e o i linfonodi regionali, verificando prima che non ci siano già metastasi in vari organi (polmone, fe- gato, ossa, cervello, sistema linfatico etc). In questo caso è necessario far seguire l’in- tervento chirurgico dalla che- mioterapia antiblastica.

Oggi abbiamo a disposizione anche delle terapie target spe- cifiche contro il melanoma che garantiscono una soprav- vivenza a 5 anni in una di- screta percentuale di pazienti ma il melanoma diagnosti- cato in ritardo, resta ancora oggi un tumore con un tasso di mortalità molto alto.

Altra considerazione da fare è quella relativa all’esposi- zione ai raggi solari.

Il sole che se da una parte è necessario anche per un cor- retto sviluppo osseo oltre ad essere sinonimo di vita, di al- legria, di spensierate vacanze, ha certamente un lato oscuro che non bisogna dimenticare e sottovalutare perché l’espo- sizione scorretta ai raggi so- lari così come l’utilizzo delle lampade abbronzanti , rappre- senta un importante fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma. è pericoloso so- prattutto abusarne con espo- sizioni intense ed intermittenti quando la pelle non è abituata, esporsi nelle ore centrali (11-15), non uti- lizzare i filtri solari (vanno utilizzati anche quando si è già abbronzati!).

Attenzione agli occhi: utiliz- zare gli occhiali da sole (esi- ste il melanoma oculare).

Potrebbero essere sufficienti questi pochi accorgimenti per salvare la Pelle.

il medico risponde… il Melanoma

Pillole di storia leonfortese...

Barocco Leonfortese: esempio per il Val di Noto.

a cura del dott. carmelo ilardo, oncologo

In breve tempo, dalla sua fondazione, Leonforte sviluppò un’eco- nomia multisettoriale. Gà nel 1623 una popolazione di 1154 co- loni animava il paese non solo nell’attività agricola ma anche nel commercio e nel settore artigianale e imprenditoriale. Sorgevano industrie molitorie e fabbriche per la produzione di tegole e vasi.

Maestranze edilizie, per lo più palermitane si erano trasferite a Leonforte per costruire il paese. L’abitato era tutto un cantiere in attività il cui ordito, pur con le ineluttabili violenze, ha mantenuto la sua originaria identità. Il quartiere più antico esprime un’anima feudale che ha la sua estrinsecazione più significativa nell’im- portante mole del castello merlato avvinghiato in basso, sotto i possenti torrioni, da viuzze irregolari con cortili che si acconciano agli anfratti delle rocce e con case il cui piano superiore forma sui vicoli suggestivi archeggiati. Ma il notevole incremento della popolazione obbligò il Branciforti a dare una direttiva nuova al programma di espansione dell’abitato. Il nuovo piano di espan- sione e costruzione “ruppe” con la città medioevale e passò ad una tipologia innovativa congeniale alle aspirazioni rinascimen- tali rispettose di regole matematiche e geometriche.

Di questa opera di “restyling” furono principali artefici gli archi- tetti Salviati e Bernarini venuti da Roma su segnalazione del Pon- tefice Urbano XIV, congiunto ai Branciforti da intimi legami di parentela. A loro si deve la costruzione della Chiesa Madre, la realizzazione della Serliana nel cortile del palazzo e il pregevole bugnato dell’ingresso palatino. La cultura rinascimentale è evi- dente nella struttura urbana ma quant’altro realizzato richiama quell’anima barocca connaturata agli architetti romani.

La realizzazione più prestigiosa è forse il “teatro delle acque”

che comprendeva, oltre alla Granfonte, il Giardino delle Ninfe e la Sicula Tempe. Purtroppo l’incuria e il tempo ne hanno meno- mato notevolmente l’esistenza. Purtuttavia, ancor oggi, le vesti- gia e i ruderi esprimono uno spettacolo grandioso, frutto di una natura generosa e di geniali intuizioni del Principe e dei suoi ar- chitetti.

Una considerazione purtroppo mai valutata dovrebbe evidenziare che il Val di Noto e il suo barocco prendono origine territorial- mente dalla nostra Tempe Sicula ai piedi del monte Artesino.

(8)

Epoca 88 n°10

Rubriche 8

18 giugno 2013

il mondo minerario informa...

sardegna

U Surfararu non può e non deve essere dimenti- cato. Coloro i quali abbiamo avuto l’onore di co- noscerlo, di averci vissuto insieme, di averlo avuto per amico, di avere esercitato quel mestiere nelle vi- scere della madre terra a stretto contatto con la natura, questi principalmente ma io dico anche quelli che ne hanno sentito parlare, dobbiamo con forza ma anche con affetto traman- dare ai posteri il suo ricordo affinchè tutti bambini, grandi ed anziani possano avere nitida dinanzi agli occhi l’imma- gine di quell’uomo coraggioso, ormai passato alla storia e per certi versi alla leggenda ma…che potrebbe ritornare, chi lo sa, alla ribalta.

Tutte le più grandi ricchezze si trovano sotto terra, non lo dimentichiamo, ieri l’uomo ha avuto bisogno di quel mine- rale o di quei materiali, oggi di questo minerale o di questi materiali e domani potrà avere bisogno di quell’altro mine- rale o di quegli altri materiali, vedi la carnallite, uno dei più ricercati minerali di potassio, un cloruro idrato di magnesio e potassio di formula KMgCl3.6H2O (nella Sicilia la tro- viamo nella miniera di sali potassici denominata Pasquasia

nella provincia di Enna ) Sono convinto che domani, dati i nuovi mezzi che abbiamo a di- sposizione, la tecnica sempre più moderna e all’avanguardia, la scienza che a volte a passo ve- loce ed a volte a passo lento con- tinua a fare scoperte interessanti, troveremo un nuovo minerale o scopriremo che uno dei vecchi diventa indispensabile per la vita di tutti i giorni e poiché i minerali nuovi o vecchi che siano nella quasi totalità dei casi si trovano nel sottosuolo, allora la figura del Surfararu tornerà prepotentemente alla ribalta e capiremo quale grande errore abbiamo commesso a non continuare a mantenere viva quella grande ed onorata categoria degli zolfatai specializzati e non.

Io ho amato il lavoro del Surfararu specializzato e non, lo amo e lo amerò sempre e se potessi, lo confesso, lo rifarei con gioia.

U Surfararu, per poterlo onorare degnamente se potessi farei una statua grande quanto tutta l’Italia da potersi vedere da tutte le parti del mondo, lo so è una cosa impossibile da fare materialmente e perciò ho cercato di realizzare l’idea foto- graficamente con l’aiuto prezioso del fotoreporter Novello Sigismondo. Francesco Roberti detto Gino

Storia delle miniere della Sardegna (prima parte)

Si avvicina la bella stagione e per gli amanti delle miniere non è fuori luogo pensare ad un viaggio nel

territorio di Iglesias, città sede dell’antica Scuola mineraria dedicata all’imprenditore Giorgio Asproni. Dal punto di vista della storia mineraria il periodo pisano risulta essere molto ben documentato. La famiglia pisana dei conti di Donoratico, impersonata da Ugolino della Gherardesca, dette nuovo impulso all’attività estrattiva nei suoi domini in Sardegna, e segnatamente nell’attuale Iglesiente. Ugolino operò su un territorio di circa cinquecento chilometri quadrati, denominato Argentaria del Sigerro per le ricchezze del suo sottosuolo in minerali d’argento. Egli favorì inoltre il trasferimento nell’isola di maestranze toscane, esperte nel lavoro di miniera, e più generalmente cercò di ripopolare i propri domini. Il principale risultato della politica demografica dei Donoratico fu il sorgere e lo sviluppo del centro abitato di Villa di Chiesa, l’attuale Iglesias.

Nella zona dell’Iglesiente, i pisani ripresero i lavori abbandonati dai Romani aprendo numerose fosse e riportando alla luce gli antichi filoni. L’intensa attività estrattiva, così come la vita politica economica e sociale, venne disciplinata mediante una serie di leggi, raccolte in un codice suddiviso in quattro libri conosciuto con il nome di Breve di Villa di Chiesa. In questo codice la regolamentazione dell’attività mineraria, segnatamente l’estrazione dell’argento, riveste un ruolo di primaria importanza. I delitti contro l’attività estrattiva erano puniti con molta severità: la pena di morte era prevista per coloro che sottraevano argento o minerale argentifero ma anche per i fonditori che estraevano l’argento da minerale rubato.

Chiunque, nel territorio dell’Argentiera poteva intraprendere l’attività estrattiva; non era raro che a tale scopo si costituissero delle

compagnie i cui

partecipanti (parsonavili) possedevano delle quote (trente) della società.

Alcuni soci di queste compagnie, detti bistanti si limitavano ad anticipare il capitale necessario.

I lavori si sviluppavano attraverso lo scavo di fosse, e si sviluppavano in profondità mediante pozzi (bottini) e gallerie. Veniva seguito l’andamento del filone o della lente di minerale, cosicché l’estensione dei lavori era piuttosto limitata. Per aggredire la massa rocciosa venivano utilizzati picconi, cunei ed altri utensili a mano; quando ciò si rendeva necessario veniva utilizzato il fuoco per disgregare le rocce più dure. La settimana lavorativa iniziava a mezzogiorno del lunedì e terminava a mezzogiorno del sabato. Gli operai lavoravano per 12 ore al giorno e durante la settimana non potevano abbandonare il lavoro. Durante la stagione estiva i lavori venivano sospesi a causa della insalubrità del clima, essendo soprattutto le aree costiere colpite dal flagello della malaria. Continua nel prossimo numero di Epoca

88… Maria Dolores Dessì

sicilia

Miniera Masua di Zinco e Piombo

Per la Sicilia rivolgiti a:

Per. Min. Roberti Francesco detto Gino (Leonforte EN) Cell. 3391584719 - Fisso 0935 901956

E Mail roberti.gino@alice.it

Per la Sardegna rivolgiti a:

Prof.essa Dessì Maria Dolores (Iglesias CI) Cell. 3476521547 Fisso 0781 43136 E Mail madode@libero.it

Riferimenti

Documenti correlati

• Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.. • Puoi avere abbastanza felicità

L’avventura continua, per ora con il dottorato, un traguardo raggiunto grazie alla fiducia che tutte queste persone (e anche tante altre) hanno riposto in me; vi

Inoltre, vorrei ringraziare il titolare dell’Hotel Romagna ubicato a Firenze, il quale mi ha consentito di realizzare l’indagine, nonché tutti i rispondenti che in modo gentile

Dai cantari alla riproposta dei valori cavallereschi nella cultura della corte; l’Orlando innamorato di Boiardo: materia, struttura e valori umanistici di riferimento.. Ludovico

Le proposte di volontariato della Fondazione Don Gnocchi sono rivolte a persone che, in base alla propria disponibilità e inclinazione, possono essere inserite nelle diverse

In caso di decesso dell’Assicurato, avvenuto successivamente al pagamento della prestazione assicurata relativa alla Garanzia IMG, ai Beneficiari designati per la Garanzia Base

Incontro condotto da Silvia Cuppini (Bibliotecaria Pianoro, referente distrettuale “Nati per leggere” ) e Roberto Maffeo (Coordinamento Pedagogico Pianoro, Loiano). Accompagnare

“Ogni singolo evento della vita è come un negativo di una pellicola fotografica che può essere sviluppato in una fotografia a