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Berlino laboratorio della contemporaneità: progetto di un edificio nel quartiere Pichelsberg

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Academic year: 2021

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Politecnico di Milano Facoltà di Architettura e Società

Corso di Laurea Magistrale in Progettazione Architettonica e Urbana

Berlino laboratorio della contemporaneità:

progetto di un edificio nel quartiere Pichelsberg

Tesi di Laurea di: Margherita SANFELICI Matr. 725107

Relatore: Prof. Roberto SPAGNOLO

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5 Indice dei capitoli

Introduzione pag.20

1. Berlino: storia di una metropoli pag.28

1.1. Fondazione della città pag.30

1.2. Berlino medievale pag.32

1.3.Berlino barocca pag.34

1.4.1800-1900:lo sviluppo della metropoli pag.36

1.5.1900-1950: le grandi guerre pag.38

1.6.Il dopoguerra pag.40

1.7.Hansaviertel pag.42

1.8.Berlino oggi pag.44

2. Paradigmi dispositivi dello spazio e accessi urbani pag.46

2.1.Paradigmi dispositivi dello spazio pag.48

2.2.Analogie dell’area di progetto con gli accessi urbani pag.52

3. Analisi alla scala urbana pag.58

3.1.I luoghi d’interesse pag.62

3.2.I sistemi del verde pag.74

3.3.Sovrapposizione dei sistemi pag.78

4. Analisi alla scala locale pag.80

4.1.Le infrastrutture pag.86

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6

4.3.Evoluzione storica dell’impianto sportivo pag.88

4.4. Analisi morfologica pag.90

4.5.Maglia di relazioni e definizione dei nodi di progetto pag.94

4.6.L’Unité d’Habitation pag.96

5. Area di progetto pag.98

5.1.Storia del quartiere Pichelsberg pag.100

5.2.L’architettura nazista pag.102

5.3.Sport e politica pag.104

5.4.L’eugenetica nazista pag.106

5.5.Schindler Award 2010 pag.108

5.6.Il sito di progetto pag.110

5.7.Gli edifici esistenti pag.112

5.8.Problematiche e criticità pag.120

6. Concept Plan e Masterplan pag.122

6.1.Considerazioni e obbiettivi pag.124

6.2.La Muhrellenschlucht pag.126

6.3.Strategie progettuali pag.128

6.4.Disposizione degli edifici sul territorio pag.130

6.5.Il Masterplan e la sistemazione del verde pag.132

7. Tennisclub, Maneggio, Stadio di hockey su ghiaccio pag.134

7.1.Tennisclub: dati del bando di concorso pag.138

7.2.Tennisclub: progetto pag.140

7.3.Maneggio: dati del bando di concorso pag.142

7.4.Maneggio: progetto pag.144

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7

7.6.Stadio di hockey su ghiaccio: progetto pag.148

8. Hotel, SPA, Centro Congressi pag.150

8.1.Hotel, SPA, Centro Congressi: dati del bando di concorso pag.152

8.2.Piano terra pag.158

8.3.Piano interrato pag.160

8.4.Piano tipo pag.162

8.5.Il centro benessere pag.164

8.6.I prospetti pag.168

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9 Indice delle immagini

Introduzione

0.1. 3D dell’area di progetto fornito dalla Schindler pag.21

0.2. La Waldbühne durante una manifestazione pag.23

0.3. Vista aerea della Waldbühne (fonte: Bing Maps) pag.23

0.4. L’Olympiastadion visto dalla Glockenturm pag.25

0.5. L’interno del basamento della torre pag.25

0.6. La torre fotografata dall’ingresso della galleria pag.25

1. Berlino: storia di una metropoli

1.1. Klöden Plan Berlin (1230) pag.29

1.2. I nuclei di Berlin e Cölln (1237) pag.29

1.3. Berlino nel 1650 pag.31

1.4. Berlino nel 1652 (Memhardt) pag.31

1.5. La cinta muraria (1658-83) pag.31

1.6. Berliner Ansichten (1688) pag.33

1.7. Il castello di Charlottenburg pag.33

1.8. La porta di Brandeburgo pag.34

1.9. Höbrecht Plan (1862) pag.35

1.10. La Ringbahn berlinese, che connette le principali stazioni pag.35 ferroviarie urbane

1.11. L’Olympiastadion fotografato dalla Glockenturm pag.37

1.12. Modello del piano urbanistico di Speer pag.37

1.13. Modello dell’edificio a cupola pag.37

1.14. Il monumento all’olocausto di Eisenmann (2005) pag.39

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1.16. Elenco degli edifici sperimentali che compongono il quartiere pag.41

1.17. L’edificio di Vago pag.41

1.18. La palazzina residenziale di Taut pag.41

1.19. La Philarmonie di Hans Scharoun pag.43

1.20. La Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe pag.43 1.21. Schema prospettico degli edifici componenti la Spreeinsel pag.43

1.22. La sede della DZ Bank (Arch. Gehry) pag.44

2. Paradigmi dispositivi dello spazio e accessi urbani

2.1. Ortofoto di Berlino e margine del tessuto urbano compatto pag.47 2.2. Margine del tessuto urbano compatto e accessi urbani pag.47

2.3. I quattro paradigmi dispositivi pag.49

2.4. Ortofoto di Berlino e distinzione degli accessi pag.51

2.5. Studio dei contesti urbani pag.51

2.6. Studio dell’area di progetto pag.52

2.7. Contesti analoghi pag.53

2.8. Ciclisti davanti alla Brandeburgertor pag.55

3. Analisi alla scala urbana

3.1. Ricerca della maglia urbana pag.59

3.2. Sistema fluviale, lacustre e del verde pag.59

3.3. Luoghi d’interesse a livello urbano pag.61

3.4. Il castello di Charlottenburg, fronte nord sul parco pag.61

3.5. Foto aerea del quartiere Hansaviertel (1950) pag.61

3.6. Gedächtniskirche (1953) pag.61

3.7. Il francobollo commemorativo della fonazione di Berlino con la pag.63 Philarmonie

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3.8. Il padiglione della Nationalgalerie di Mies Van der Rohe pag.63

3.9. La Neue Philarmonie vista da Potsdamerplatz pag.65

3.10. Vista notturna della Porta di Brandeburgo di Langhans pag.65 3.11. Gli edifici facenti parte della Potsdamerplatz e il Sony Center pag.67 3.12. La sede della Daimler-Benz (progetto di Renzo Piano) pag.67

3.13. Gli uffici della Deims pag.67

3.14. Il complesso del cinema multisala I-Max pag.69

3.15. L’intervento di Giorgio Grassi sulla Köthenerstraβe pag.69

3.16. Vista degli edifici di Grassi pag.69

3.17. Le rovine della Humboldtuniversität nel dopoguerra pag.71

3.18. Ricostruzione grafica della Museuminsel pag.71

3.19. Il sistema del verde pag.73

3.20. Il piano della Solar Mobility 2011 pag.73

3.21. I nodi urbani principali pag.75

3.22. Aggregazione compatta di funzioni nel centro storico pag.75

3.23. Sovrapposizione dei sistemi pag.77

3.24. Schemi riassuntivi pag.77

4. Analisi alla scala locale

4.1. Localizzazione aeroporti e accessibilità Autobahn pag.81

4.2. Rete U-Bahn e S-Bahn pag.81

4.3. Vista aerea della stazione U-Bahn di Olympiastadion pag.83

4.4. La facciata della stazione pag.83

4.5. Vista aerea della stazione S-Bahn di Pichelsberg pag.83 4.6. Immagine dell’unico marciapiede della stazione pag.83

4.7. Infrastrutture pag.85

4.8. Relazioni e nodi pag.85

4.9.Progetto per il centro sportivo prima del rifacimento del 1936

pag.87 4.10. 1930 c.ca_Progetto di stampo fascista per le Olimpiadi del 1936 pag.87

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4.11. 1936_Vista aerea dello stadio e dei campi sportivi pag.87 4.12. Modello dell’impianto sportivo esposto nella sala mostre pag.88

della Glockenturm

4.13. Evoluzione storica dello stadio dal 1928 ad oggi pag.88

4.14. Spazi edificati pag.89

4.15. Spazi aperti pag,89

4.16. Spazi di connessione pag.91

4.17. Sintesi morfologica pag.91

4.18. Ricerca della maglia relazionale pag.93

4.19. Relazioni e nodi esistenti all’interno dell’area di progetto pag.93

4.20. Nuovi nodi relazionali e maglia progettuale pag.93

4.21. L’Unité d’Habitation di Le Corbusier a Berlino pag.95

4.22. Il fronte sud pag.95

4.23. Dettaglio della facciata pag.95

5. Area di progetto

5.1. Contestualizzazione pag.99

5.2. L’architetto Werner March pag.101

5.3. Il progetto di March del parco olimpico pag.101

5.4. La locandina dei Giochi Olimpici del 1936 pag.103

5.5. Una sezione della mostra della Glockenturm pag.107

5.6. I pannelli espositivi sull’evoluzione storica dell’area pag.107

5.7. Il sito di progetto pag.109

5.8. Gli edifici esistenti pag.111

5.9. La Waldbühne in una vista aerea pag.111

5.10. Immagine storica dell’arena nel 1936 pag.111

5.11. Il complesso del Walhorst Korber Sportzentrum pag.113

5.12. L’ingresso dell’Horst Korber Hotel pag.113

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5.14. Il centro di equitazione di Pichelsberg pag.115

5.15. Vista aerea del parcheggio di Passenheimerstraβe pag.115

5.16. La stazione di Pichelsberg pag.115

5.17. Il quartiere residenziale pag.117

5.18. Le due residenze private pag.117

5.19. Il Berliner Schlittschuhclub pag.117

5.20. Il capannone dismesso pag.117

5.21. Il complesso del GASAG pag.117

5.22. Il fronte sulla Glockenturmstraβe

5.23. Criticità a livello locale pag.119

6. Concept Plan e Masterplan

6.1. Schema concettuale pag.123

6.2. Curve di livello pag.125

6.3. Verde boschivo e punti panoramici pag.125

6.4. Strategie progettuali pag.127

6.5. Disposizione degli edifici sul territorio pag.129

6.6. Masterplan, sistemazione del verde pag.131

7. Tennisclub, Maneggio, Stadio di hockey su ghiaccio

7.1. Planimetria degli impianti sportivi, Biblioteca dell’Università pag.135 Politecnica a Delft dei Mecanoo

7.2. Tennisclub: sezione trasversale pag.139

7.3. Tennisclub: pianta piano terra pag.139

7.4. Maneggio: sezione trasversale pag.143

7.5. Maneggio: pianta piano terra pag.143

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7.7. Hockey su ghiaccio: pianta piano terra pag.145

8. Hotel, SPA, Centro Congressi

8.1. Una sezione dell’edificio pag.151

8.2. Piano terra: reception, sala lettura e centro congressi pag.157 8.3. Piano interrato: parcheggio, ristorante e stanze del personale pag.159

8.4. Piano tipo: le camere pag.161

8.5. Nono piano: reception del centro benessere, spogliatoi e palestra pag.163

8.6. Decimo piano: SPA pag.165

8.7. Prospetto sud-est pag.167

8.8. Prospetto sud-ovest pag.167

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17 Indice delle tavole progettuali

Tav.01

Storia della città di Berlino e analogie con le soglie urbane

Tav.02 .

Analisi alla scala urbana Tav.03

Area di progetto Tav.04

Analisi morfologica e assi del progetto Tav.05

Concept Plan Tav.06

Masterplan Tav.07

Campi sportivi: planimetria e sezioni Tav.08

Campi sportivi: piano terra e piano primo Tav.09

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Tav.10 .

Hotel-Spa-Centro congressi: piano interrato Tav.11

Hotel-Spa-Centro congressi: piano primo e piano tipo Tav.12

Hotel-Spa-Centro congressi: piano Spa 1 e piano Spa 2 Tav.13

Hotel-Spa-Centro congressi: sezione AA e sezione BB Tav.14

Hotel-Spa-Centro congressi: sezione CC e render Tav.15

Hotel-Spa-Centro congressi: prospetto sud-est e prospetto sud-ovest Tav.16

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21 3D dell’area di progetto fornito dalla Schindler

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22 Introduzione

La tesi di Laurea ha preso vita dal concorso indetto nel 2009 dall’azienda tedesca Schindler, leader a livello internazionale nella produzione di sistemi di elevazione quali ascensori, rampe e scale mobili.

Il tema è stato proposto nel laboratorio di progettazione architettonica tenuto dal Prof. Sergio Crotti nell’anno accademico 2009-2010, motivo per cui la mia tesi è stata seguita personalmente da lui nei primi mesi.

Il bando riguardava la rifunzionalizzazione di un’area a ridosso dell’Olympiastadion di Berlino, sul tema “Accessibilità per tutti”, ovvero attraverso la rimozione delle barriere architettoniche instaurate nella precedente pianificazione urbana e la disposizione, all’interno del perimetro, di nuovi percorsi ed edifici che completassero un principio, per ora appena accennato, di quartiere sportivo e multifunzionale.

Il sito si trova a circa due chilometri ad ovest dalla porta di Brandeburgo ed è un lotto triangolare che spicca trenta metri al di sopra del livello della Sprea, il fiume che attraversa Berlino.

L’area presenta, attualmente, una struttura anomala rispetto al contesto in cui giace; i quartieri circostanti sono disegnati, urbanisticamente parlando, in modo molto rigoroso e presentano una serie di abitazioni a bassa densità, per la maggior parte di due o tre livelli e circondate da ampi spazi verdi quasi esclusivamente privati. La qualità architettonica degli edifici circostanti l’area di progetto è medio-alta, considerando che le abitazioni sono del genere tipico berlinese degli anni Sessanta e Settanta ed essendo di piccole dimensioni sono ben mantenute e discretamente curate. Anche gli spazi verdi privati sono piacevoli alla vista e contribuiscono alla conservazione dell’elemento naturale all’interno di un tessuto che tende, attualmente, a saturarsi di residenze ad alta densità.

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La Waldbühne durante una manifestazione

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Il sito di progetto risulta essere invece un’area semi-boschiva all’interno della quale sono stati disposti, in maniera disomogenea, degli edifici a destinazione sportiva e dei campi da gioco o da allenamento.

I percorsi sono pochi e di scarsa qualità architettonica, difficilmente fruibili, peraltro, da persone diversamente abili o da coloro che si spostano in bicicletta, usanza molto comune nelle metropoli nord-europee. Bisogna aggiungere inoltre che il comune di Berlino ha avviato un piano per la costituzione di una fitta rete ciclo-pedonale che dovrebbe essere terminata prossimamente e che non comprende l’area di progetto.

Sempre all’interno del perimetro vi sono alcuni episodi di grande pregio architettonico quali la Waldbühne e la Glockenturm.

La Waldbühne

La Waldbühne è una sorta di arena costruita sulle pendenze della montagna ed è stata edificata in occasione dei Giochi Olimpici del 1936. L'entrata è delimitata da due rilievi di Adolf Wamper: a sinistra due giovani fanciulli nudi tengono spada e fiaccola, simbolizzando così le "feste nazionali", mentre a destra due giovani fanciulle con ramo di quercia e lira rammentano le feste culturali e musicali.

Per la costruzione del teatro della foresta si è tratto vantaggio appunto dalla configurazione del terreno per addossare il teatro al pendio della valle glaciale berlinese. L'edificio è profondo 30 m e offre il posto a 22.000 spettatori. Vi sono 88 gradini che discendono al palcoscenico e due corridoi orizzontali che dividono i sedili in tre gallerie. Al centro della galleria centrale si trovava il palco d'onore di Hitler mentre al di sotto erano installati i posti dei direttori di scena. Il teatro accoglie dei concerti in estate e si visita solamente durante questi eventi.

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26 La Glockenturm

Il secondo episodio, la Glockenturm, è una torre alta 77 metri e costruita su progetto dell’architetto Werner March nel 1934. Venne poi distrutta, al termine della seconda guerra mondiale, dai prigionieri inglesi liberati e fu ricostruita dieci anni dopo. All’interno della torre c’era una campana di 4,5 tonnellate che, col suono, scandiva gli eventi sportivi più rilevanti; essa è conservata come monumento all’interno del basamento della torre insieme all’esposizione permanente sulla storia del sito stesso e dello stadio olimpico.

L’aspetto più caratterizzante della zona è sicuramente l’elemento naturale, la Murellenschlucht, foresta sopravvissuta al disboscamento feroce che negli ultimi decenni ha raso al suolo buona parte delle aree verdi berlinesi per soggiacere alle leggi della speculazione edilizia.

Obiettivi

L’intento che mi sono prefissata di raggiungere è quello di realizzare una nuova rete di percorsi a carattere ciclo-pedonale, limitando l’accesso delle auto alle arterie stradali esistenti e cercando di mantenerle al di fuori o, eventualmente, sul margine dell’area di progetto; su questa rete relazionale verranno poi collocati o riposizionati gli edifici che vengono richiesti dal bando di concorso, secondo miei criteri di accessibilità e di senso logico della composizione architettonica.

Dopo aver terminato il masterplan, mi dedicherò all’approfondimento di un edificio previsto nel progetto, del quale studierò nel particolare la disposizione interna e il volume architettonico.

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29 Klöden Plan Berlin (1230)

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30 Berlino: storia di una metropoli

La città di Berlino, attuale capitale della Germania e metropoli di rilievo a livello internazionale, ha avuto uno sviluppo molto rapido nell’ultimo secolo, cambiando il suo status da città assediata a campo di battaglia, da sede di guerra fredda a metropoli contemporanea.

L’aspetto più rilevante che caratterizza Berlino è il suo ruolo istituzionale, in particolar modo alla luce dei fatti tristemente noti legati alla vicenda della persecuzione ebraica e delle stragi naziste nel corso del secondo conflitto mondiale.

1.1.Fondazione della città

Berlino trova le sue radici nel VI secolo, quando alcune popolazioni slave giungono nei territori del fiume Spree e colonizzano i territori a ridosso del guado; questi vengono poi conquistati dai sassoni nel 928 e dominati da Ottone I.

Nel 1157 Alberto l'Orso riconquista la fortezza di Brandeburgo e caccia le popolazioni slave fondando la Marca di Brandeburgo.

È nella prima metà del XIII secolo che Berlino vede la sua ascesa: si tratta dello sviluppo di una città periferica e secondaria, ma con una collocazione geografica invidiabile tra due pianure sul fiume Spree. Non a caso la città diventa la capitale del regno prussiano e comincia ad espandersi verso est, costituendo i due nuclei storici di Berlin e Cölln e consolidando il tessuto urbano della Spreeinsel.

Nei primi anni del 1300 Berlin e Cölln si uniscono per scopi difensivi, e viene costruito un comune palazzo municipale sul ponte della Sprea, anche per riunire le diete nobiliari della Marca di Brandeburgo.

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Berlino nel 1650 Berlino nel 1652 (Memhardt)

La cinta muraria (1658-83)

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32 1.2.Berlino medievale

Nel 1319 si estingue la casata; è un periodo di guerra, segnato anche dai grandi incendi del 1376 e del 1380. Nel 1411 l'imperatore Sigismondo VI assegna la Marca di Brandeburgo a Federico I; con lui inizia il dominio degli Hohenzollern, che mantengono il potere ininterrottamente fino al XX secolo.

Nel 1443 inizia la costruzione del castello cittadino come residenza di Federico II; in conseguenza di ciò, i berlinesi si ribellano nel 1447. La rivolta viene però sedata l'anno successivo e Berlino e Cölln sono nuovamente divise.

Federico II esprime la propria apertura verso un pensiero moderno attraverso la creazione della Biblioteca e dichiara tolleranza nei confronti di ogni professione religiosa per mezzo dell’edificazione di una chiesa cattolica accanto a quella protestante.

Il XVI secolo è relativamente sereno per la città di Berlino, che ha perciò l’occasione di crescere culturalmente e artisticamente: vengono aperte le prime stamperie di libri e rappresentate le prime pieces teatrali.

Durante la Guerra dei trent'anni (1618-1648), Berlino viene devastata dagli eserciti stranieri e nel 1631 un terzo della popolazione è decimato da un'epidemia di peste e l'elettore Giorgio Guglielmo, incapace di provvedere alla difesa della città, fugge a Königsberg.

Il suo successore, Federico Guglielmo "Il grande elettore" (Große Kurfürst), torna a Berlino nel 1643 e dopo aver concluso la pace amplia il castello e incoraggia lavori pubblici come la lastricatura delle strade.

Nel 1662 vengono fondate le due nuove città di Friedrichswerder e Neu-Cölln am Wasser; entrambe vengono poi comprese, assieme a Berlino e Cölln, nella nuova cinta muraria bastionata del 1658-83.

Nel 1685, con l'Editto di Potsdam, sono accolti a Berlino stranieri cacciati da Vienna, e circa 6.000 ugonotti cacciati dalla Francia e per alloggiarli si fondano le nuove città di Dorotheenstadt nel 1674 e Friedrichstadt nel 1688.

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33 Berliner Ansichten (1688)

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34 1.3.Berlino barocca

Berlino inizia perciò a svilupparsi economicamente e militarmente.

Dal 1701 Federico III assume il nome di Federico I ed il titolo di "Re in Prussia". La consorte, regina Sofia Carlotta, cura lo sviluppo della cultura, fondando nel 1696 l'Accademia delle Arti, nel 1700 l'Accademia delle Scienze, e chiamando a Berlino lo scienziato Gottfried Leibniz.

È sempre la regina Sofia Carlotta a introdurre a Berlino l'architettura barocca e a far costruire il castello di Charlottenburg.

Si apre l'Unter den Linden e si destina il Tiergarten a riserva di caccia.

Nel 1709 si ratifica l'unione, questa volta definitiva, delle città di Cölln, Friedrichswerder, Dorotheenstadt e Friedrichstadt a Berlino.

A causa dell’espansione economica della città, le antiche fortificazioni vengono smantellate per fare spazio a delle piazze e l’Unter den Linden viene trasformato in un elegante viale, affiancato dal nuovo parco del Tiergarten.

Nel 1791 l’architetto Carl Gotthard Langhans consegna alla cittadinanza l’opera più famosa di Berlino: la porta di Brandeburgo.

Poco prima del 1800 vengono definite alcune di quelle che diventeranno le principali piazze di Berlino in corrispondenza delle vecchie porte urbane; è il primo passo verso la nuova definizione della città, assimilabile per forma urbana e per importanza a livello europeo a Londra.

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35 Hoebrecht Plan (1862)

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36 1.4.1800-1900: lo sviluppo della metropoli

Con la sconfitta delle truppe prussiane a Jena, Berlino viene occupata dalle truppe napoleoniche dal 1806 fino al 1808. L’occupazione francese comporta un indebitamento della città; tuttavia al termine dell’occupazione viene introdotto un ordinamento che concede la possibilità di amministrazione della città da parte dei cittadini benestanti.

È inoltre un periodo di forte sviluppo: Napoleone introduce una riforma culturale avvicinando alla città filosofi, architetti e studiosi come Goethe, Schiller, Humboldt e Schinkel e nel 1810 viene aperta la Friedrich-Wilhems-Universität.

Al termine delle guerre napoleoniche si ha la restaurazione degli antichi poteri, seguita dallo sviluppo di un’intensa industrializzazione.

Tra il 1857 e il 1871 la popolazione raggiunge gli 800.000 abitanti; lo slogan di questa espansione è “Berlino diventa metropoli”.

Dopo la seconda metà dell’ottocento si dà perciò inizio alla restaurazione e al riassetto della Germania. Si assiste ad un incremento repentino della popolazione e Berlino diviene così metropoli, pur mancando di un progetto urbano unitario.

È il periodo che si definisce “Berlino di pietra”, caratterizzato da tessuto urbano ad alta densità e massiccia speculazione.

In questa fase storica vengono realizzati acquedotti, linee ferroviarie e tramviarie, vengono fondate società e perfezionati i metodi di produzione industriale.

Le numerose stazioni ferroviarie vengono infine collegate, nel 1881, con la Ringbahn, una linea ad anello che circonda il centro abitato.

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37 L’Olympiastadion fotografato dalla Glockenturm

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38 1.5.1900-1950: le grandi guerre

Nel 1902 entra in funzione la prima linea della metropolitana.

La Germania non viene particolarmente coinvolta nel primo conflitto mondiale, se non sul piano della progettazione e della produzione di armi.

Gli anni seguenti al conflitto sono di grande importanza per l’evoluzione urbanistica della città di Berlino: negli anni venti del novecento viene avviata la costruzione dei grandi progetti di social housing e appaiono in grandi nodi infrastrutturali come quello di Alexanderplatz.

Con l’avvento del nazionalsocialismo, nascono progetti urbani ad opera di Speer, architetto personale di Hitler e ministro per la produzione bellica, con lo scopo di rappresentare l’idea nazista di Berlino come capitale del mondo. Nella progettazione dei monumentali edifici di Regime, Speer sostiene la teoria del "valore delle rovine": secondo la teoria, entusiasticamente accolta da Hitler, tutti i nuovi edifici devono essere costruiti in modo tale da lasciare rovine grandiose per migliaia di anni a venire per testimoniare la grandezza del Terzo Reich alle generazioni future, come le rovine dell'Antica Grecia o dell'Impero Romano. Speer viene incaricato di progettare la ricostruzione e la riqualificazione urbanistica di Berlino; il primo passo di questo piano è la costruzione dell’Olympiastadion per i giochi olimpici del 1936, anno in cui Berlino diviene la vetrina del mondo con la presenza di quasi mille commentatori radiofonici da tutto il mondo.

Speer progetta anche una nuova Cancelleria, che viene distrutta dall'Armata Rossa nel 1945.

Quasi nessuno degli edifici progettati per la nuova Berlino viene costruito: la città avrebbe dovuto essere riorganizzata intorno a un asse largo 120 metri e della lunghezza di 5 chilometri. All'estremità nord, Speer pianifica la costruzione di un enorme edificio a cupola, che richiama la Basilica di San Pietro di Roma. La cupola dell'edificio avrebbe dovuto essere maestosa, alta oltre 200 metri e con un diametro di circa 250 (circa sei volte il diametro della la cupola di San Pietro). Sulla sommità della costruzione avrebbe capeggiato un'aquila dorata che stringe fra gli artigli la croce uncinata. All'estremità meridionale del viale avrebbe dovuto essere edificato un arco, sul modello dell'Arco di Trionfo di Parigi, ma anche in questo caso molto più grande (almeno 120 metri in altezza).

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39 Il monumento all’olocausto di Eisenmann (2005)

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40

Lo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939 porta all'abbandono di questi progetti.

Nel corso della guerra si intensificano i crimini contro gli ebrei e dal 18 ottobre 1941 iniziano le deportazioni ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio.

Nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1945 viene firmata la resa incondizionata della Germania.

1.6.Il dopoguerra

Al termine della seconda guerra mondiale, Berlino si ritrova fortemente provata sia a causa dei bombardamenti sia a livello culturale. Carri armati russi bombardanocase e musei e la città viene divisa in 4 settori di occupazione, dando inizio quindi alla guerra fredda.

Nel 1946 ha inizio il progetto di ricostruzione: si assiste alla volontà di eliminare ogni riferimento al potere prussiano attraverso la reinterpretazione del centro di Berlino, completamente cancellato e ricostruito. Ungers propone la possibilità di utilizzare isolati urbani per la ricostruzione del tessuto edilizio, assistendo quindi ad una riscoperta della città tradizionale.

Hans Scharoun propone di creare un grande corridoio verde al centro di Berlino: forte è la necessità di trasformare una città in quel momento caratterizzata da soli connotati negativi in un nuovo concetto moderno.

Le Corbusier indica un approccio che nega la struttura urbana e la recente storia prediligendo una “tabula rasa” che distrugga completamente il cuore del nazionalsocialismo; questo approccio diviene realtà nel 1957 con la prima esposizione internazionale, che dà vita a nuovi quartieri sperimentali.

L’esempio più rappresentativo è sicuramente l’Hansaviertel, a nord-ovest del Tiergarten, progettato e realizzato nel dopoguerra.

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Localizzazione dell’Hansaviertel Elenco degli edifici sperimentali che compongono il quartiere

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42 1.7.Hansaviertel

Il quartiere ottocentesco, raso al suolo durante la seconda guerra mondiale, viene ricostruito nel 1957 in occasione dell'Internationale Bauhausstellung; si compone di edifici di varia tipologia (case a torre, a stecca, a patio), disposti liberamente nel verde e compresi tra un’ansa della Sprea e il margine del Tiergarten. Al centro del quartiere si trovano la stazione della U-Bahn, una biblioteca, un teatro e spazi commerciali. Il progetto degli edifici fu affidato a famosi architetti, fra i quali Alvar Aalto, Walter Gropius e Oscar Niemeyer, motivo per cui dal 1995 l'intero quartiere è stato posto sotto tutela monumentale.

Fin dall'epoca della sua realizzazione, Hansaviertel è stato oggetto di critiche da parte della cultura architettonica. In particolare, il piano urbanistico, composto di edifici di tipologie diverse, è stato letto come puramente dimostrativo ed accademico, e privo di coerenza. Carlo Aymonino scrisse nel 1964: "l'Hansaviertel è lo squallido cimitero dei migliori nomi dell'architettura moderna, ignari dei drammi e delle occasioni che una metropoli moderna può oggi offrire all'espressione architettonica."[1]

Anche la scelta di realizzare edifici isolati immersi nel verde è ardita: il carattere del quartiere, pur situato in zona centrale, appare suburbano e le strade si riducono alla funzione veicolare, perdendo ogni funzione sociale o commerciale.

D'altra parte, il carattere sperimentale del quartiere fu esplicitamente dichiarato, e costituì una delle prime tappe della ricostruzione di Berlino. Fu pertanto molto apprezzato dalla cittadinanza, come primo quartiere esclusivamente moderno della città.

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La Philarmonie di Hans Scharoun La Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe

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Tuttavia la vita culturale va avanti: vengono inaugurate la Filarmonica e la Staatsbibliothek di Scharoun e la Neue Nationalgalerie di Ludwig Mies van der Rohe. A Berlino est sorge invece la torre della televisione. Nel Novembre del 1958 viene chiesta dalla Russia la smilitarizzazione di Berlino Ovest; nonostante ciò nel 1961 una semplice linea bianca che funge da confine viene affiancata da una recinzione in filo spinato e l’anno successivo, a causa delle numerose fughe, viene edificato il Muro di Berlino.

La separazione nelle due città Est e Ovest avviene in maniera del tutto arbitraria. Tutto il centro di Berlino diviene ora periferia della Berlino Est e tutti gli elementi urbani perdono completamente di unità logica. Il 9 Novembre 1989, poco dopo la liberalizzazione dell’espatrio senza il visto, migliaia di berlinesi si accalcano ai checkpoint e vengono sollevate le sbarre: il muro cade.

Con la riunificazione vengono riattivate le linee della metropolitana e vengono ricostituiti i passaggi dalla zona ovest alla zona est, ridando vita alla città; la necessità di ricucire e ristrutturare un tessuto urbano trasformato si traduce nella rinuncia di un piano urbanistico generale e nella progettazione per punti strategici (Spreeinsel, Postdamerplatz…).

1.8.Berlino oggi

L’ultimo decennio del XX secolo è segnato da immensi cantieri con cui la città vuole cambiare volto.

Vengono costruiti nuovi edifici governativi, ambasciate e sedi di media. Potsdamer Platz rappresenta l’esempio del cambiamento, attraendo gli investimenti di varie società che concedono a importanti architetti la costruzione delle proprie sedi.

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Ortofoto di Berlino e margine del tessuto urbano compatto

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48 2.1.Paradigmi dispositivi dello spazio

La sintesi analitica del sito in oggetto procede attraverso lo studio della struttura dello spazio fisico (orientamenti, limiti al costruito, tipologie degli edifici, etc.), disaggregando gli elementi interrelati per stabilirne gli aspetti fisico-insediativi.

L’indagine sulla storia di Berlino mi ha portata a considerare come l’area di progetto si trovi esattamente in corrispondenza del margine del tessuto urbano compatto; la città ha avuto uno sviluppo talmente veloce nell’ultimo secolo da giungere quasi a lambire i confini dei nuclei urbani adiacenti.

Il margine urbano di Berlino è comunque ben riconoscibile dal fatto che l’espansione è stata controllata da due grandi sistemi naturali ad est e ad ovest; l’area di progetto si trova inserita appunto in uno di essi, poco lontano dal distretto periferico di Spandau.

L’area di progetto sembra, in dato contesto, voler rappresentare una sorta di nodo urbano, un centro nevralgico da riattivare e potenziare; per questo motivo è necessario stabilire cosa rappresenti l’area a livello urbano e che ruolo assuma nei confronti della città di Berlino.

In primo luogo ho analizzato i contesti urbani similari a quello in oggetto, cercando di stabilire analogie e differenze in relazione ai paradigmi dispositivi dello spazio.

I paradigmi dispositivi dello spazio sono supporti generali e caratteristici di un ragionamento, di un concetto, che legano alcuni elementi tra loro secondo un disegno mentale riconoscibile.

Essi servono per riappropriarsi delle rielaborazioni precedenti, della storia della forma di un determinato luogo, oppure per definirne una nuova, per ordinare secondo un principio elementi tra loro discordi.

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50 I paradigmi sono quattro:

-il principio di inclusione, relazione secondo principi di reciprocità, simboleggiato dall’immagine del recinto, che distingue elementi racchiusi in un perimetro definito, circoscritti;

-il principio di connessione, relazione tra entità, la cui figura rappresentativa è il ponte, che indica contesti connessi da una traccia, da un percorso;

-il principio di demarcazione, relazione tra regioni, in cui una porta funge da valvola di connessione tra l’interno e l’esterno (rappresenta una doppia istituzione dello spazio e la conseguente possibilità di controllare la reciprocità del rapporto);

-il principio di designazione, relazione secondo attrattori, rappresentato dal totem (dalla torre, dall’obelisco), in cui è presente un elemento di identificazione, di appropriazione, elemento perciò aggregativo dello spazio2.

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Ortofoto di Berlino e distinzione degli accessi

Studio dei contesti urbani

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52 2.2.Analogie dell’area di progetto con gli accessi urbani

Al margine del tessuto urbano di Berlino risultano apparire, oltre all’area di progetto, sette contesti rilevanti; li ho esaminati per verificare se esistessero problematiche simili a quelle dell’area e, in quel caso, in che modo fossero state risolte.

Il mio procedimento deriva dal fatto che fosse necessario verificare l’esistenza o meno di un criterio unitario, a livello urbano, di progettare e di agire sui territori adiacenti il tessuto edilizio compatto, in modo eventualmente da uniformarsi alle strategie sino a questo momento adottate.

L’area di progetto, in particolare, si può identificare come il risultato della sovrapposizione di tre paradigmi dispositivi: innanzitutto il principio di inclusione, in quanto l’area risulta racchiusa il un recinto composto da arterie stradali, linee ferroviarie e rami fluviali, il principio di demarcazione, dal momento che l’area ha duplice funzione di porta urbana (si colloca vicino all’asse urbano che collega direttamente Spandau al

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centro storico di Berlino) e di accesso al centro sportivo olimpionico esistente, e infine il principio di designazione, essendo l’Olympiastadion e il suo complesso con la torre simboli di grande rilevanza storica (rimandano direttamente al periodo di dominio nazista e sono parte delle maestose realizzazioni volute dal Führer per testimoniare al mondo la grandezza e la potenza della Germania).

Dall’indagine è emerso che, tra tutti i contesti analizzati, quelli con caratteristiche analoghe fossero il D, l’F e il G.

- D: Il territorio, facente parte del quartiere di Karlhorst, è stato adibito prevalentemente a centro sportivo, culturale e multifunzionale; la presenza di un teatro lo rende spesso sede di iniziative a carattere regionale e urbano. Analogamente all’area di progetto, il centro sportivo è intercluso tra diversi elementi naturali e artificiali quali la linea ferroviaria della S-Bahn a nord, una delle arterie stradali urbane principali a sud e il fiume Sprea. L’identità del luogo viene rafforzata ulteriormente da questi elementi, che ne rendono facilmente identificabile il perimetro.

Ultimo elemento in comune tra i due contesti urbani è quello del residuo lembo boscoso che si insinua nel tessuto urbano sopravvivendo alla speculazione edilizia degli ultimi anni: in questo caso si tratta della Volkspark Wuhlheide, storico giardino berlinese3 a sud-ovest del centro sportivo.

- F: Il quartiere di Weiβensee si colloca, analogamente a Pichelsberg, ai margini estremi del tessuto urbano compatto; si nota perciò una discontinuità tra tessuti di natura ed epoca differenti ed il vuoto urbano creatosi tra essi è stato colmato con l’inserimento del centro sportivo Sportcenter Gmbh Weiβensee.

- G: Il contesto si colloca a nord-ovest rispetto al centro storico berlinese ed è sede di uno dei principali aeroporti della città. Flughafen Tegel è il più vicino aeroporto in funzione ed è

3. Il parco venne iniziato a partire dal 1840 su progetto di Peter Joseph Lenné, che voleva creare un Tiergarten anche per gli abitanti dei distretti orientali.

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Ciclisti davanti alla Brandeburgertor

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l’elemento di maggiore tecnologizzazione dell’area. Il quartiere si interpone tra il lago Tegeler, il lago Flughafen e alcune tra le arterie stradali che radialmente conducono al centro di Berlino. A nord dell’aeroporto è stata preservata un’ampia fascia boschiva che si attesta sul suo perimetro e che giunge fino alle rive del Tegelersee.

Si può quindi concludere che tre siano gli elementi fondamentali si cui ragionare per la connessione ragionata dell’area di progetto con la città e con i quartieri esistenti: innanzitutto il ruolo di assoluta importanza dell’elemento naturale e della sua preservazione all’interno di un tessuto urbano ormai saturo e dai limiti fisici in continua espansione, in secondo luogo la centralità dello sport nella vita dell’uomo (il culto nazionalsocialista, pur nella sua negatività, ha lasciato l’eco di una corretta teoria della cura del corpo e di una vita sana) ed infine la necessità di inserire nella città aree multifunzionali e ricreative che siano luoghi dove trascorrere il tempo libero e dove coltivare i propri interessi.

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60 Analisi alla scala urbana

Opportuno è stato, in seguito allo studio dei contesti analoghi a quello dell’area di progetto, analizzare alcuni aspetti significativi a scala urbana per poter individuare le relazioni del quartiere Pichelsberg con il nucleo storico della città di Berlino.

In primo luogo ho cercato di individuare la collocazione fisica dell’area di progetto rispetto al centro della città, sottolineando l’asse urbano principale che connette il quartiere con la porta di Brandeburgo passando all’interno del Tiergarten; l’asse, che oggi è costituito dall’unione tra la centrale Bismarkstraβe e la più periferica Heerstraβe, coincide con il disegno della città su progetto urbanistico dell’architetto Albert Speer. Si può notare come gli isolati a ridosso della Bismarkstraβe siano prevalentemente orientati in modo ortogonale ad esso e assumano un’inclinazione maggiore nell’allontanarsi da esso a seconda delle caratteristiche morfologiche e fisiche del terreno circostante.

Il tessuto urbano risulta essere costruito attorno al centrale Tiergarten, che costituisce l’unico grande polmone verde urbano e rappresenta uno dei fulcri storici della città.

Ho studiato poi gli aspetti riguardanti il sistema fluviale, lacustre e del verde; per quanto riguarda il sistema fluviale e lacustre si può affermare come la natura offra, nel caso in oggetto, ampie risorse idriche che si attestano non solo ai margini urbani ma anche nel pieno centro storico, fatto da cui si può risalire ai motivi della fondazione della città in quel preciso ambito.

È significativo sottolineare come si intersechino due grandi fasce di verde, una trasversale che attraversa la città di Berlino e che attraverso il fiume Sprea la percorre in tutta la sua lunghezza, la seconda che affianca la città ad ovest e si estende longitudinalmente.

L’area di progetto si colloca appunto all’intersezione di queste due grandi fasce verdi, attestandosi come un nodo di interesse all’interno di un sistema naturale di grandi dimensioni.

Peraltro il sito si trova in una posizione intermedia tra il nucleo storico berlinese e l’adiacente nucleo urbano di Spandau, motivo per cui il centro sportivo potrebbe certamente coinvolgere e connettere entrambe le città nelle proprie attività.

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61 Il castello di Charlottenburg, fronte nord sul parco

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62 3.1.I luoghi d’interesse

L’ultimo studio effettuato a scala urbana è quello riguardante i luoghi d’interesse di Berlino; è emerso che, come si può vedere nell’immagine, le località e i quartieri storici ed artistici della città si attestino, ancora una volta, sull’asse storico che si conclude in corrispondenza dell’area di progetto.

Charlottenburg

Il castello viene costruito per volere della regina Sofia Carlotta nel 1695 come residenza estiva e assume il nome attuale1 nel 1705, alla morte di essa, quando il quartiere costituisce una vera e propria città grazie allo sviluppo di molti isolati a maglia ortogonale attorno alla cinta del castello.

È solo nel XIX secolo però che lo sviluppo del quartiere si manifesta in maniera evidente, dal momento in cui i ricchi industriali berlinesi scelgono Charlottenburg come sede deelle loro lussuose dimore, realizzando la nota Villenkolonie Westend nell’arco di pochissimi anni.

Pur essendosi strenuamente opposto all’annessione al comune di Berlino, il centro di Charlottenburg entra a far parte obbligatoriamente, nel 1920, del piano della “Grande Berlino” assumendo il ruolo di distretto urbano; questo perché all’interno del quartiere vi erano il più importante grande magazzino, la maggiore strada commerciale e la Technische Hochschule.

Quartiere sperimentale Hansaviertel

Il quartiere è già stato descritto nel capitolo 1 (Storia della città di Berlino). Gedächtniskirche

La chiesa della commemorazione Kaiser Wilhelm, è il centro simbolico di Berlino Ovest ed è un monumento di celebrazione della pace e della riconciliazione. Le rovine della torre occidentale, soprannominate “il dente bucato” dai berlinesi, sono ciò che rimane della chiesa antica, danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale nel 1943 e quasi interamente distrutta nel corso dei raid aerei del 1945 insieme a tutti gli edifici che si affacciavano sulla piazza.

La Gedächtniskirche si trova sulla punta sud-ovest del Tiergarten, al termine del noto Kurfurstendamm che oggi è sicuramente il viale commerciale e artistico più grande di Berlino.

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Il francobollo commemorativo della fonazione di Berlino con la Philarmonie

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64 Neue Philarmonie

La nuova sede dell’orchestra Filarmonica viene cosrtuita e inaugurata nel 1963 in sostituzione dell’edificio distrutto nel corso della guerra su Bernuburgerstraβe e localizzata sulla nuova Kemperplatz di Berlino. Il progetto è dell’architetto Hans Scharoun, che modella l’edificio come una sorta di paesaggio naturale2: la sala è una vallata con dei declivi scoscesi che individuano i posti a sedere ed una copertura plastica che l’avvolge interamente. L’orchestra può abbassarsi o restringersi a seconda delle esigenze e una serie di rampe e pianerottoli modellano lo spazio proiettandosi verso l’alto a partire dall’atrio centrale.

L’edificio rappresenta uno degli esempi meglio riusciti dell’architettura berlinese.

Neue Nationalgalerie

La Neue Nationalgalerie è un museo destinato dalla sua istituzione ad occuparsi dell’arte del ventesimo secolo; si trova nel Kulturforum, non lntano dalla Neue Philarmonie, ed è considerato uno dei più importanti musei berlinesi.

L’edificio è stato progettato da Mies Van der Rohe e inaugurato nel 1968; il disegno rappresenta un blocco geometrico in acciaio e vetro. Lo spazio espositivo è ubicato nel sottosuolo mentre il piano terra è destinato al punto vendita e a mostre temporanee. Le pareti vetrate permettono la buona penetrazione della luce in tutto l’edificio e il soffitto racchiude nei moduli di metallo degli schermi LCD che riproducono soggetti astratti che scorrono sulla lunghezza della copertura.

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65 La Neue Philarmonie vista da Potsdamerplatz

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66 Staatsbibliothek

La biblioteca di stato si trova in Kemperplatz, dal lato opposto della piazza rispetto alla Philarmonie. È la seconda opera di Scharoun famosa nella città di Berlino e fu realizzata tra il 1967 e il 1978 per dotare il settore ovest della città di una biblioteca di stato, dal momento che quella principale era rimasta nella Berlino Est in seguito alla costruzione del Muro nel 1961.

L’edificio rappresenta un capolavoro della corrente architettonica del Movimento Moderno grazie alla sua organizzazione spaziale e funzionale.

Brandeburgertor

La Porta di Brandeburgo è il simbolo di Berlino. La struttura neoclassica che separa il centro storico dal Tiergarten viene progettata da Karl Gotthard Langhans, ispiratosi ai propilei Ateniesi, ed edificata tra il 1778 ed il 1791. Due padiglioni, un tempo utilizzati da guardie e doganieri, fanno da cornice al possente colonnato dorico, sovrastato dalla trabeazione con rilievi tratti dalla mitologia greca.

L’intera struttura è poi sormontata dalla Quadriga, una celebre scultura simbolo di pace.

Nel 1806, durante l’occupazione francese, la porta viene smantellata per ordine di Napoleone e portata a Parigi; verrà restituita alla città di Berlino solo dodici anni più tardi.

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67 Gli edifici facenti parte della Potsdamerplatz e il Sony Center

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68 Potsdamerplatz

La piazza rappresenta l’esempio più palese del rinnovamento architettonico di Berlino negli ultimi decenni; una volta centro nodale della città, poi terra di nessuno nel dopoguerra, oggi Potsdamerplatz è quartiere residenziale, direzionale e commerciale ed è sede di alcuni tra i più impostanti gruppi aziendali del mondo con sedi moderne e all’avanguardia.

La piazza nasce nella seconda metà del Seicento come centro delle attività commerciali berlinesi fuori dalle mura della città; la sua prima fase di forte sviluppo architettonico si ha nel 1838, quando nella piazza viene edificato il terminale della ferrovia.

Il picco di sviluppo viene però raggiunto al termine del secolo, quando Berlino subisce un forte incremento della popolazione e Potsdamerplatz si costella di strutture alberghiere e sedi di uffici pubblici e privati, nonché delle prime linee tranviarie (1880).

Il vecchio quartiere dei Milionari, ad ovest della piazza, diventa invece sede delle ambasciate dei paesi stranieri, assumendo il nome di Diplomatenviertel.

Negli anni Venti e Trenta del Novecento si sviluppa un intenso traffico nel nord Europa e Berlino ne diviene un centro nodale; è in questi anni che Potsdamerplatz rappresenta il cuore della vita cittadina.

Come nel resto della città, quasi l’intera piazza viene rasa al suolo durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, presa di mira dai nemici soprattutto a causa della vicinanza del Cancellierato del Reich. Con la costruzione del Muro, Potsdamerplatz perde il suo ruolo di accentramento, trovandosi invece ai confini della zona Ovest; questa marginalità la rende un luogo di desolazione, essendosi spostati i traffici verso altri distretti urbani.

Un evento che rende nota la piazza a livello mondiale è il concerto tenuto dai Pink Floyd il 21 luglio 1990, subito dopo la caduta del Muro, per commemorare la fine della divisione tra la Repubblica Democratica tedesca e la Germania Ovest; la riacquisita importanza internazionale rende la piazza oggetto di attenzioni da parte dei grandi architetti europei.

Il governo cittadino divide la piazza in quattro parti e le vende a diversi investitori.

La zona più ampia diventa di proprietà della Daimler-Benz, che affida il progetto delle proprie sedi a Renzo Piano; la seconda viene ceduta alla Sony, che dà vita al noto Sony Center3, attualmente considerato uno dei migliori esempi di architettura moderna a Berlino.

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69 Il complesso del cinema multisala I-Max

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L’intento dell’amministrazione di riportare Potsdamerplatz ad essere il fulcro della vita berlinese ha condotto alla costituzione di un fulcro commerciale, residenziale e direzionale, sede ancora oggi di sperimentazioni da parte dei più famosi architetti mondiali.

La Marlene Dietrich Platz è il fulcro di tutto l’intervento; da una parte si raccorda al Kulturforuma e dall’altra si apre verso il parco del Tiergarten.

I due edifici che ospitano il casinò ed il teatro si affiancano alla Biblioteca Nazionale di Scharoun; un elemento a pensilina unisce formalmente i due nuovi edifici e costituisce un nuovo foyer all’aperto.

Piano progetta inoltre il cinema sferico I-Max, il palazzo per uffici Debis e la torre per uffici che svetta subito fuori dalla stazione U-Bahn di Potsdamerplatz.

Degno di nota è l’intervento di Giorgio Grassi realizzato sull’area AVV-Roland Ernst, accanto alla fascia verde che separa dai lotti della Daimler-Benz (l’ex area occupata dalla stazione ferroviaria).

Grassi cerca di ricostruire un pezzo della città storica, caratterizzato dalla presenza di lunghi viali rettilinei, passaggi, piazze e parchi, inserendo poi grandi edifici pubblici dalla forma rigidamente geometrica a U e a H; la composizione, piuttosto monumentale e di grande qualità architettonica, è costituita da quattro costruzioni affiancate tra loro con ampie corti verdi all’interno e le facciate principali si aprono sulla via urbana con negozi, portici e caffè al piano terra e uffici ai piani superiori.

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71 Le rovine della Humboldtuniversität nel dopoguerra

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72 Humboldtuniversität

L’edificio viene costruito nel 1753 per il principe Enrico di Prussia, fratello di Federico il Grande; è un periodo di splendore per la città, che ha perciò l’occasione di costruire edifici per la cultura e di accrescere la sua importanza storico-artistica. Il progetto originario della struttura, con il copro principale e il cortile centrale racchiuso tra due ali laterali, viene ampliato nel 1913 su progetto dell’architetto Ludwig Hoffmann. Alla fine della guerra l’università si trova nel settore sovietico, motivo per cui ad Est viene fondatala Freie Unversität Berlin.

Museuminsel4

L’isola dei musei è il nome della parte settentrionale dell’isola della Sprea, nel centro di Berlino; il nome deriva dal gran numero di musei di importanza internazionale che si collocano sull’isola e che sono stati costruiti tra il 1822 e il 1930 su un’area precedentemente paludosa e parzialmente occupata sa attività industriali e portuali.

Per l’immensa importanza culturale ed artistica, l’Isola dei Musei è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità nel 1999.

Il complesso vanta la presenza di:

- Altes Museum, costruito dal 1822 al 1930 su progetto dell’architetto Karl Friedrich Schinkel di fronte al castello di Berlino, oggi non più esistente;

- Neues Museum, a ridosso dell’Altes Museum, venne raso al suolo durante il secondo conflitto mondiale ed è attualmente in fase di ricostruzione, pronto per accogliere reperti di arte egiziana e preistorici;

- Alte Nationalgalerie, completata nel 1876, espone opere dal XIX secolo ad oggi e venne riaperta solo nel 2001 dopo un lungo restauro dei danni di guerra;

- Bode Museum situato sull’estremità settentrionale dell’isola e famoso per la cupola in rame scuro, espone opere di arte bizantina e tardo-antica;

- Pergamonmuseum, ultimato nel 1930, ospita edifici monumentali ricostruiti a dimensioni naturali, come l’altare di Pergamo e la porta del mercato di Mileto, costruiti di parti tratte dai siti di scavo originari.

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73 Il sistema del verde

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3.2.I sistemi del verde

L’elemento che ha attirato maggiormente la mia attenzione dell’analisi a scala urbana è sicuramente

il sistema del verde e il modo in cui esso si insinua nei tessuti urbani berlinesi sopravvivendo

all’intensa speculazione edilizia.

Per questo motivo ho deciso di riproporre il disegno del sistema ampliato anche alle zone limitrofe

rispetto a quelle già considerate; ne è emerso come la città di Berlino sia circondata da tre grandi

sistemi verdi che spingono sui confini del centro abitato e che all’interno del tessuto consolidato il

verde sia presente solo sottoforma di piccoli parchi urbani, in maniera, quindi, piuttosto ridotta e

puntuale.

Il comune di Berlino e l’Assessorato al turismo hanno inoltre approvato “Solar Mobility”

5

, piano

secondo cui le piste ciclabili e pedonali esistenti verranno ampliate, integrate e connesse tra loro. Il

progetto dovrebbe vedere la sua completa realizzazione entro la fine del 2011.

Ho riportato su carta da lucido anche il sistema ciclo-pedonale esistente e di progetto, notando come

questo abbia una grande rilevanza a livello urbano e come la maggior parte dei percorsi conduca

direttamente o indirettamente ad una stazione S-Bahn o U-Bahn.

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I nodi urbani principali

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Ho perciò disegnato una tavola su cui sono stati mappati i cosiddetti “nodi urbani”, ovvero quei

luoghi che assumono maggior importanza all’interno della città per la loro funzione.

Segnalando con un bollo colorato tutte le strutture sportive, gli ospedali e le strutture per la sanità, i

poli universitari, i centri commerciali ed i centri storico-culturali è risultata una mappa caratterizzata

da un’intensa distribuzione nelle aree centrali di Berlino, che si dirada all’allontanarsi dal centro

storico e che si intensifica verso la città di Spandau, pochi chilometri ad ovest.

L’area di progetto si colloca proprio al centro di questi due nuclei densi, nella fascia vuota

intermedia; ne emerge la necessità di renderla fulcro multifunzionale del quartiere.

Ritorna perciò alla mente il discorso fatto nel capitolo precedente sulla ricucitura di due tessuti

urbani a differente densità attraverso la costituzione di centri sportivi e culturali nei punti strategici

delle arterie stradali ad alto scorrimento.

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3.3.Sovrapposizione dei sistemi

Ho infine sovrapposto i lucidi dei tre sistemi analizzati, quello del verde, fluviale e lacustre, quello

dei percorsi ciclo.-pedonali e quello dei luoghi d’interesse a livello urbano; si è formata una sorta di

griglia naturale capillare all’interno del tessuto urbano. Questo sistema si spinge verso l’esterno,

penetrando nei grandi sistemi naturali esistenti-

Né è emerso come Berlino possa essere vista come una metropoli multinodale, risultato di una rete

di relazioni fra sottosistemi culturali, sportivi, infrastrutturali e commerciali;.

L’area di progetto deve perciò essere vista come un potenziale margine urbano da valorizzare, sito

tra due diverse realtà: “margine” viene inteso non più come limite ma come spazio di relazione che

deve esprimere la forza del rito di passaggio.

A livello locale è quindi opportuno cercare di connettere i percorsi principali esistenti della rete

ciclo-pedonale con i nuovi tratti, costituendo in questo modo una nuova maglia di quartiere;

all’interno di essa le funzioni potranno essere integrate per costituire un nodo multifunzionale.

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82 Analisi alla scala locale

Per quanto riguarda l’area di progetto, si può sostenere che sia facilmente accessibile con diversi tipi di mezzi di trasporto e da varie provenienze.

Il trasporto su gomma può contare su un’ampia rete autostradale che, collegando il centro di Berlino e la periferia con gli aeroporti urbani, conduce a Tegel affiancando di pochi chilometri il sito di progetto. A livello locale l’area vanta tre accessi collocati rispettivamente a ovest, sud e nord-est che permettono, in occasione dei grandi eventi promossi dal comune, di far defluire il traffico verso lo stadio olimpico e la Waldbühne.

Per quanto riguarda i percorsi ciclo-pedonali ho già affrontato il tema nel capitolo precedente; la rete urbana necessita di una connessione diretta con il sito in oggetto, attualmente sede di percorsi tortuosi e complicati specialmente per soggetti con handicap motori. Il bando di concorso incita inoltre ad incentivare l’accesso da ovest all’Olympiastadion, motivo per cui andrebbe a mio parere resa pedonale un’ampia area in corrispondenza della stazione.

Elemento fondamentale di connessione dell’area con i territori circostanti è la fitta rete di linee ferroviarie S-Bahn e U-S-Bahn, che conducono in prossimità dei palazzetti dello sport con solo poche fermate dalla circonvallazione berlinese; la linea 2 della U-Bahn arresta la sua corsa proprio di fronte all’ingresso est dell’Olympiastadion, mentre la linea S5 e la S75 della S-Bahn fermano nella stazione di Pichelsberg, direttamente connessa con l’area di progetto, per poi proseguire per altre due fermate in direzione di Spandau.

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In alto: Vista aerea della stazione U-Bahn di In alto:Vista aerea della stazione S-Bahn di Olympiastadion Pichelsberg

In basso: La facciata della stazione In basso: Immagine dell’unico marciapiede della stazione

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Sempre per quanto riguarda le linee della metropolitana U-Bahn e della S-Bahn, degna di nota è la stazione che ferma in corrispondenza dello stadio olimpico; il modello di metropolitana berlinese è infatti noto a livello europeo in quanto l’organizzazione urbana, il linguaggio architettonico e lo spazio pubblico sono stati modificati da questo sistema che si sviluppa in tridimensione (sottoterra, rasoterra e in forma sopraelevata). Le stazioni, risalenti agli anni 1910-1930, vengono ripristinate nell’ultimo decennio per completare il piano di ricostruzione e di riscrittura della forma urbana di Berlino.

La fermata U-Bahn dell’Olympiastadion è caratteristica per il suo rivestimento esterno in mattoni a vista e per le terrecotte colorate che ricoprono gli interni.

La stazione ferroviaria di Pichelsberg fa invece parte della rete S-Bahn (Staatsschnellbahn) e fu costruita all’inizio del ventesimo secolo.

È una fermata secondaria che fungeva da terminale delle linee S5 e S75, che ora conducono fino a Spandau; queste vennero interrotte durante la guerra e riattivate in seguito con la costruzione di alcune stazioni più periferiche.

La stazione non risulta dotata di attrezzature urbane e di servizi sufficienti a soddisfare le esigenze del lotto che talvolta accoglie migliaia di visitatori.

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86 4.1.Le infrastrutture

Come già detto in precedenza, l’area di progetto si colloca al centro di una fitta rete di interscambio infrastrutturale; essa è composta dalla sovrapposizione delle arterie stradali principali e secondarie, che si diradano proprio in corrispondenza dello stadio per rispettare le ampie fasce boschive collocate a nord-ovest di esso, della rete S-Bahn che costeggia a sud il lotto e lo separa nettamente dal tessuto urbano a bassa densità e funzione residenziale di Pichelsberg, e della rete U-Bahn che costeggia a est lo stadio olimpico e si arresta poco a nord di esso.

4.2.Relazioni e nodi

Ho studiato, sulla carta delle infrastrutture, i nodi e le relazioni presenti sull’area; ho distinto tre tipi di nodi per poter stabilire che relazioni essi avessero con il contesto.

1. Nodi di accesso: sono le intersezioni tra le arterie stradali a maggiore scorrimento e quelle locali che si dirigono nell’area di progetto;

2. Nodi di interesse: sono sia gli edifici di maggior interesse storico-artistico-culturale presenti nella zona che le aree con potenzialità di sviluppo per il progetto;

3. Piazze e luoghi di relazione: sono i luoghi pubblici che permettono lo scambio di informazioni e di flussi.

I nodi evidenziano come sia necessario o meno stabilire collegamenti e connessioni all’interno dell’area e tra di loro, a seconda delle necessità progettuali.

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Progetto per il centro sportivo prima del rifacimento del 1936

1930 c.ca_Progetto di stampo fascista per le Olimpiadi del 1936

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88 4.3.Evoluzione storica dell’impianto sportivo

Il centro sportivo attuale deve la sua forma al progetto di stampo fascista per le olimpiadi del 1936; si può sostenere infatti come l’impianto originale sia stato snaturato dal nuovo disegno solo guardando l’inclinazione dello stadio, al tempo orientata perfettamente est-ovest e oggi inclinata per ottenere il parallelismo con l’asse storico di Heerstraβe.

Anche il contesto circostante ha subito dei radicali cambiamenti per quanto riguarda la disposizione delle strutture dedicate allo sport: la fitta e intricata maglia di percorsi che circondava il vecchio stadio è stata sostituita da un ordinato quartiere a maglia ortogonale lievemente inclinato all’Olympiastadion, quartiere il cui asse principale si conclude nella Waldbühne.

Modello dell’impianto sportivo esposto nella sala Evoluzione storica dello stadio dal 1928 ad oggi Mostre della Glockenturm

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90 4.4.Analisi morfologica

Dopo aver analizzato l’area di progetto definendone le relazioni a livello locale, ho studiato morfologicamente il contesto.

In primo luogo ho evidenziato gli spazi edificati; si può notare come il tracciato ferroviario divida nettamente il territorio in due parti separate e dalle caratteristiche morfologiche molto differenti.

Al di sopra della ferrovia notiamo un tessuto discontinuo e rarefatto, composto per lo più da strutture sportive ed accessorie, e costellato di episodi di alto pregio architettonico e valore storico; a sud di essa si dispone invece in modo ordinato un tessuto urbano a media densità edilizia e composto da edifici residenziali di due o tre piani.

Per quanto riguarda gli spazi aperti si possono identificare tre diversi sistemi di verde che si collocano nelle immediate vicinanze dell’area di progetto e che la includono al loro interno: la prima fascia è quella del verde boschivo che insiste da nord, ovvero una porzione di foresta che si addentra nel tessuto urbano per terminare proprio in corrispondenza dei limiti dell’area di progetto, la seconda, il verde sportivo, comprende tutte le aree destinate nel 1936 allo svolgimento dei Giochi Olimpici che attualmente hanno costituito una sorta di cittadella sportiva da integrare, appunto, con il quartiere sportivo oggetto di concorso, e infine il verde privato, facente parte dell’ampia fascia edificata a sud della ferrovia.

I tre sistemi si attestano rispettivamente a nord, est e sud-ovest, chiudendo l’area di progetto da tutti i lati e rendendola un sistema indipendente.

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Infine ho evidenziato gli spazi di connessione, ovvero tutti quei tessuti che consentono i collegamenti e le relazioni tra i vari sottosistemi dell’area di progetto.

Come già studiato nel paragrafo riguardante l’accessibilità, l’area risulta essere dotata di tre porte perimetrali che permettono l’ingresso ai visitatori; peraltro due di esse sono direttamente connesse alla Heerstraβe, che connette direttamente al centro storico della città di Berlino.

Se si sovrappongono i tre sistemi analizzati, componendo quindi una sorta di sintesi morfologica, si ottiene una porzione di territorio ordinata, omogenea e satura nel complesso, all’interno della quale l’area di progetto risulta essere l’unica a non aver raggiunto una definizione completa.

In pianta il sito sembra un organo sconnesso, che per trovare la ragione della propria esistenza deve assumere un ruolo di nodo funzionale e di margine di connessione tra i tessuti urbani circostanti.

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Ricerca della maglia relazionale

Relazioni e nodi esistenti all’interno dell’area di progetto

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