CAPITOLO II
ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO DEL CANE:
Cinematica
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Tenendo presente la conformazione anatomica delle strutture dell’articolazione del ginocchio, è importante comprendere le variazioni meccaniche che si hanno durante il movimento della stessa.
Ciò è fondamentale per arrivare ad una corretta diagnosi di rottura del legamento crociato craniale ma soprattutto e per capire i presupposti che sono alla base della tecnica di avanzamento della tuberosità tibiale e la sua relativa modifica proposta in questo lavoro
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2.1. Movimenti dell’articolazione
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L’articolazione femoro-tibio-rotulea è compatibile con un ampio movimento di flessione ed estensione e lieve rotazione attorno al proprio asse longitudinale. I movimenti di lateralità in varo e valgo sono limitati dai legamenti collaterali e dalle strutture fibrose periarticolari.
In ogni caso, questi ultimi sono passivi, non essendoci muscoli deputati a trasmettere tale movimento, ed impercettibili come ampiezza, se non quando associati a gravi danni strutturali.
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FLESSIONE / ESTENSIONE
Nel cane, la flessione e l’estensione lungo il piano sagittale dell’articolazione femoro-tibio-rotulea possono avvenire con un’escursione di circa 140°. Durante la flessione, i menischi si dislocano caudalmente sospinti dai condili femorali che scivolano su 16
quelli tibiali. Contemporaneamente la rotula discende lungo il solco trocleare.
In estensione, i menischi avanzano cranialmente e la rotula risale lungo la troclea femorale.
I legamenti crociati, contribuendo alla stabilizzazione del ginocchio, subiscono delle modificazioni durante il dinamismo dell’articolazione femoro-tibio-rotulea.
In particolare, il legamento crociato caudale, presenta la sua porzione maggiore, quella craniale, tesa durante la flessione e rilassata in estensione, mentre al contrario, le fibre caudali si rilassano in flessione e si tendono in estensione. Ciò evita alla tibia di scorrere caudalmente rispetto al femore (movimento del cassetto caudale).
Diversamente, il legamento crociato craniale ha la sua componente minore, ovvero una banda di fibre craniomediali, tese in ogni fase del movimento, mentre la porzione maggiore, quella caudolaterale è tesa in estensione e rilassata in flessione. Il legamento crociato craniale evita alla tibia l’avanzamento craniale (movimento del cassetto craniale).
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ROTAZIONE
A causa dell’asimmetria dei condili tibiali, femorali e dei menischi, nonché per la diversità strutturale e di connessione dei mezzi di fissazione intrinseci ed estrinseci del ginocchio, la flessione e l’estensione di questa articolazione non avvengono su un unico piano spaziale.
Di fatto, durante la flessione, si assiste ad una rotazione, della tibia e delle porzioni ad essa distali, verso l’interno, mentre in estensione sono rivolte verso l’esterno.
Questi movimenti, fisiologici e di ridotta ampiezza, sono dovuti al fatto che il condilo mediale ha un raggio di curvatura più piccolo del controlaterale soprattutto nella sua metà caudale. In tal modo,
sia durante la flessione che l’estensione, questo si comporta come fulcro rotazionale, un po’ come la punta fissa di un compasso r i s p e t t o q u e l l a l i b e r a , a c c e n t u a n d o s i m a g g i o r m e n t e nell’iperflessione.
I legamenti collaterali permettono ed allo stesso tempo limitano questo movimento rotazionale. Infatti durante la flessione il legamento collaterale laterale si rilassa assecondando il condilo femorale omolaterale nella sua lieve dislocazione caudale. In estensione si tende. Di contro, il legamento collaterale mediale appare teso sia in flessione che in estensione, sebbene in flessione le fibre della sua porzione caudale sono più rilassate.