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Lezione 16 Malattie infettive da scarsa igiene e da alimenti

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Lezione 16

Malattie infettive da scarsa

igiene e da alimenti

Pierpaolo Cavallo

Inquadramento generale

Si tratta di una serie di malattie infettive molto

diversificate sul piano clinico ed epidemiologico, ma

unite da due elementi:

• la loro prevenzione richiede principalmente interventi

di sanità pubblica

• sono in prevalenza a trasmissione oro-fecale.

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Tipi

Sono quattro:

• infezioni = l’agente penetra nell’ospite e produce il danno

• tossinfezioni = l’agente penetra nell’ospite e produce una

tossina che produce il danno

• intossicazioni = l’agente produce la tossina nell’alimento e

l’ingestione produce il danno

• infestazioni = l’agente è un parassita (macro-organismo) che

penetra con l’alimento

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Principali tipi di infezioni e infestazioni

• Gastroenteriti virali: Rotavirus, Adenovirus, Norovirus

• Gastroenteriti batteriche: Salmonella, Shigella, Yersinia enterocolitica, Escherichia coli, Campylobacter, Listeria, Brucella, Vibrio

parahemolyticus

• Diarree da parassiti intestinali: Amebiasi, Giardiasi, Criptosporidiosi • Malattie batteriche gravi da alimenti: Tifo, Colera

• Infestazioni alimentari: Trichinellosi, Anisakiasi

• Malattia respiratoria grave da aerosol di acqua: Legionellosi

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Principali tipi di tossinfezioni e intossicazioni

Tossinfezioni: il germe entra con l’alimento, prolifera

nell’intestino dell’ospite e produce una tossina che induce la

malattia

• Clostridium perfringens

• Bacillus cereus

Intossicazioni: il germe prolifera nell’alimento prima che esso

venga ingerito e ivi produce la tossina

• Staphylococcus aureus enterotossinogeno

• Botulismo

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Quadro clinico e trasmissione

• Il quadro clinico più comune a tutti i casi è dato da nausea, vomito, crampi addominali, diarrea e talora febbre.

• La prognosi è generalmente buona, ma in soggetti deboli, quali bambini, anziani, malati cronici, immunodepressi etc. il rischio di letalità può essere molto elevato.

• La trasmissione parte sempre da mani non lavate dopo l’uso del WC, e può essere diretta o indiretta tramite alimenti contaminati

• Più raramente, solo per agenti resistenti in ambiente, anche indiretta da contaminazione di maniglie, rubinetti etc.

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Gastroenteriti virali: Rotavirus

• Virus a RNA, 7 sierogruppi (A-G)

• Agisce sulla mucosa intestinale sia direttamente che a mezzo di una enterotossina che aggrava la perdita di acqua e quindi la diarrea • Rischio di disidratazione e acidosi nei soggetti più deboli

• Durata dei sintomi 2-5 giorni

• Possibile anche trasmissione per via respiratoria

• Endemica con esplosioni epidemiche, specie autunno-inverno • Necessario isolamento del malato, nelle comunità con casi

diagnosticati occorre massima cura dell’igiene delle mani

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Gastroenteriti virali: Adenovirus

• Virus a DNA, tipico agente di infezione respiratoria • Solo i sierotipi 31, 40, 41 infettano anche l’intestino • Massimo rischio bambini sotto i 2 anni

• Possibili portatori asintomatici, incubazione di 3-10 giorni (media 7) quindi possibilità di diffusione ampia prima dei sintomi

• Endemico con episodi epidemici specie in comunità chiuse (scuole materne, comunità, reparti di pediatria)

• Non ha stagionalità

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Gastroenteriti virali: Norovirus

• Virus a RNA, altamente infettivo (carica infettante = 1-10 virus)

• Molto persistente in ambiente, resiste fino a 2 settimane, sopravvive nell’acqua potabilizzata con cloro (!)

• Trasmissione anche indiretta: acqua di piscina o fontana, verdure crude, cibi freddi, superfici contaminate, aerosol da schizzi di vomito • Incubazione breve, sintomatologia intensa (vomito esplosivo, diarrea

acquosa, talora febbre)

• Durata di malattia breve (1-2 giorni)

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http://www.tabletsmanual.com/wik i/read/viral_gastroenteritis

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Gastroenteriti batteriche: S. non tifoidea

• Sono le forme prodotte da Salmonelle differenti da quella del tifo, quali S. enterica, S. bongori e i numerosissimi ceppi di S. di origine animale (circa 2500 !!!)

• Sono germi poco resistenti in ambiente, sensibili al calore, ai disinfettanti, alla pastorizzazione ed alla cottura

• Trasmissione diretta a breve raggio, tramite alimenti a medio e lungo raggio (carne di pollo, tacchino, suino, uova)

• Rischio maggiore per contaminazione crociata = coltello che ha

tagliato la carne (che verrà cotta) usato per tagliare verdura (che sarà mangiata cruda)

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https://www.youtube.com/watch?v=xOamez79hLA

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S. non tifoidea: epidemiologia e prevenzione

• Incubazione max 2 giorni

• Quadri clinici variabili da lievi e brevi (1-2 giorni) a gravi e lunghi (7-10 giorni)

• Alto rischio per soggetti deboli (bambini, anziani etc.)

• Endemiche in tutto il mondo specie aree depresse e a scarsa igiene, episodi epidemici in comunità

• Prevalenza: Italia 5.000, UE 100.000, USA 1.000.000 casi/anno • Prevenzione: usuali modalità per il circuito oro-fecale, formazione

degli addetti al maneggio di alimenti

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Gastroenteriti batteriche: Shigella

• Agente della «dissenteria bacillare»: quadro clinico in cui compare diarrea anche muco-sanguinolenta, oggi raro nei paesi occidentali, dovuta alla tossina «Shiga» che produce gravi danni mucosali • 4 specie: S. dysenteriae, S. flexneri, S. boydii, S. sonnei

• Germe poco resistente in ambiente, ma capace di resistere 2-3 settimane in luoghi freddi e umidi

• S. sonnei è la più diffusa, spesso il contagio avviene nei WC delle comunità per scarsa igiene delle persone e scadente pulizia • Endemica con epidemie locali, circa 150 milioni di casi/anno nel

mondo, prevenzione come Salmonella

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http://slideplayer.com/slide/729313/

Gastroenteriti batteriche: Escherichia coli

E. coli appartiene alle Enterobacteriacee, che in

prevalenza sono normali commensali dell’intestino

umano

Solo alcuni sierotipi sono virulenti

Ciascun sierotipo virulento ha una sua specifica

modalità di azione

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Sierotipi virulenti di E. coli

I principali sono

• E. coli tossinogene = «Shiga Toxin E. Coli» (STEC), suddivise in

• VTEC -> Verocytotoxgenic E. Coli

• EHEC -> Enterohaemorragic E. Coli (MOLTO GRAVE)

• E. coli enterotossigeni = ETEC Enterotoxigenic E. Coli

• E. coli enteropatogeni = EPEC Enteropathogenic E. Coli

• E. coli enteroinvasivi = EIEC Enteroinvasive E. Coli

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EHEC

• EHEC - Enterohaemorragic E. Coli: producono tossine Shiga-like e quindi danno quadri emorragici come la Shigella, incubazione 4-5 gg • Il serbatoio principale è l’intestino dei bovini

• Basta una carica infettante minima, 10-100 germi

• I casi gravi possono manifestare disturbi neurologici fino alle convusioni

• Una certa quota può arrivare alla SEU – Sindrome Uremico Emolitica, con danni renali e letalità fino al 10%

• Alimenti a rischio: carne poco cotta, verdure crude, acqua

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http://www.magnoliareporter.com/living _and_learning/education/article_8274fa 64-01a9-11e4-90ba-0019bb2963f4.html

https://jackiesecoli.weebly.com/about.html

Shigella E. coli enteroemorragica

Gastroenteriti batteriche: Yersinia

• Yersinia è un genere di Enterobatteriacee che include Y. pestis (peste bubbonica), Y. enterocolitica e Y. pseudotuberculosis

• Il germe più diffuso è Y. enterocolitica:

• bambini sotto i 5 anni = forma diarroica

• ragazzi = dolore addominale, febbre, leucocitosi (simula una appendicite acuta!)

• adulti = episodio diarroico seguito da eritema nodoso o monoartrite al ginocchio

• Il contagio è prevalentemente indiretto (alimenti e acqua) • endemica con epidemie, di recente più frequenti

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https://www.slideshare.net/kamran 66/pseudoyersiniaplague-3308904

Gastroenteriti batteriche: Brucellosi

• E’ una zoonosi prodotta dal genere Brucella:

• B. melitensis (ovini e caprini) = la più importante, produce la forma più grave, detta «febbre maltese» o «febbre ondulante»

• B. abortus (ovini), B. suis (suini), B. ovis (pecore) • B. canis (cani), B. neotomae (roditori)

• Nell’animale si ha forma lieve, che spesso produce aborto

• Nell’uomo l’infezione si localizza nelle cellule reticolo-endoteliali (linfonodi, milza, fegato, rene, midollo osseo) e produce ciclicamente periodi di febbre e remissione, anche per mesi; vi possono essere complicanze anche gravi (miocardite, meningite etc.)

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Brucella: trasmissione ed epidemiologia

• Gli animali infetti espellono la Brucella col latte e altri liquidi biologici • Sono a rischio tutti gli alimenti a base di latte non pastorizzato e chi

lavora con animali da latte (stallieri, mungitori, veterinari) • Basta una carica infettante minima, anche 2-300 germi

• La malattia è diffusa nell’area del mediterraneo ma in Italia ha frequenza molto bassa

• Allevamenti bovini = quasi tutti oggi certificati «indenne da brucellosi»

• Permane il rischio per allevamenti ovini e caprini

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http://www.emwh.org/issues/brucel losis/brucellosis.htm

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Gastroenteriti da protozoi: Amebiasi

• L’agente è la Entamoeba hystolitica, capace di produrre cisti espulse con le feci e resistenti in ambiente; vi sono ceppi molto virulenti • Unico ospite l’uomo, il contagio è indiretto, per acqua e alimenti

contaminati (es.: ortaggi irrigati con acqua di scarico «a scopo di concimazione» !!!) o per azione delle mosche (vettore passivo) • Incubazione lunga, 3-4 settimane, ma i casi gravi 2-3 giorni • Grave diarrea mucosanguinolenta («dissenteria amebica»), con

possibile localizzazione epatica nel 30% dei casi (ascesso epatico) • Diffusione ampia (50 milioni di casi/anno nel mondo), a rischio i

viaggiatori in paesi a basso livello igienico

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https://medical-dictionary.thefreedictionary.com/a mebiasis

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Gastroenteriti da protozoi: Giardiasi

• L’agente è la Giardia lamblia, protozoo flagellato, produttore di cisti • Il malato elimina fino a 10 milioni di cisti al giorno e la carica

infettante minima è di circa 10 cisti (!!!)

• Infezione spesso asintomatica ma nei casi gravi compare

sintomatologia diarroica con malassorbimento di grassi e vitamine, e se la malattia dura a lungo può comparire malnutrizione

• Trasmissione diretta e indiretta

• Nei paesi in via di sviluppo: 30% della popolazione è infetta

• Nei paesi sviluppati: più comune infezione protozoaria intestinale

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Tifo

• Febbre tifoide o tifo addominale: malattia infettiva e contagiosa ancora diffusa, dovuta specificamente a Salmonella typhi

• Incubazione 1-3 settimane, letalità 1% oggi (senza cure = 40-60%) • Fasi:

• infezione per via alimentare e localizzazione nei linfonodi intestinali • diffusione ematica a milza, fegato, midollo

• ritorno nei linfatici intestinali con possibile necrosi tissutale, emorragia e perforazione (era la principale causa di morte in era preantibiotica)

• Contagio indiretto, massimo rischio per acqua contaminata (il germe vi sopravvive fino a 40 giorni)

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Epidemiologia e prevenzione

• Alimenti a rischio: frutti di mare crudi non stabulati in vasca filtrata, vegetali crudi

• Malattia endemica con locali epidemie; se dovute all’acqua, la mappa dei casi segue fedelmente la mappa delle condotte infette (!!!)

• Stimati 12 milioni di casi/anno nel mondo, con 200.000 morti • In Italia poche centinaia di casi/anno notificati

• Preferibile isolamento ospedaliero del malato e ricerca portatori • Il malato è guarito quando si hanno 3 coprocolture negative su 3

campioni di feci raccolti ad almeno 24 ore di distanza

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Coltura di germi in Agar SS (Salmonella-Shigella)

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Colera

• Gravissima malattia infettiva gastrointestinale dovuta al Vibrio

cholerae, di cui esistono oltre 200 serovar, delle quali sono due hanno dato epidemie: O1 e O139

• Il serovar O1 comprende due biotipi: classico e «El Tor»

• Il secondo ha dato origine ad una pandemia in corso dal 1961 • Il germe produce una enterotossina che stimola ipersecrezione di

acqua ed elettroliti

• Sintomatologia: diarrea acquosa imponente, con serio rischio di disidratazione, con letalità 50-70% in era preantibiotica (oggi 1-5%)

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«Facies ippocratica»: perdita di turgore delle labbra e del viso

«mani da lavandaia»: disidratazione sottocutanea estesa

Disidratazione da colera: la perdita di liquidi in fase acuta può arrivare a 10-20 litri/die

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Colera: epidemiologia e prevenzione

• Trasmissione in prevalenza indiretta: acqua e alimenti • Diffusione mondiale, partita dall’India ha visto 6 pandemie

storicamente accertate fino al 1923, la settima pandemia da «El Tor» è in corso dal 1961

• Endemica nel mondo con epidemie, inclusa Italia (1973 Campania e Puglia; 1994 Bari), tutte da prodotti ittici contaminati

• Notifica obbligatoria internazionale, isolamento ospedaliero fino a guarigione (3 colture negative), disinfezione continua escreti

• Interventi: clorazione acqua, cottura alimenti, vaccino (protezione 2 ani adulto, 6 mesi bambino) , chemioprofilassi

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https://link.springer.com/chapt er/10.1007/978-3-319-44975-3_12

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Infestazioni: Anisakis

• Infestazione intestinale da larve di Anisakis simplex

• E’ un nematode (verme microscopico) che svolge il suo ciclo di vita in ambiente marino e può infestare numerosissimi tipi di pesci: alici, naselli, tonni, spigole, salmoni etc.

• L’infestazione si ha ingerendo pesce crudo o poco cotto

• Patogenesi: invasione della mucosa gastrica e del tenue, risalita fino al faringe e invasione peritoneale

• Sintomi: dolore gastrico, nausea e vomito poche ore dopo

l’infestazione, ascessi intestinali con rischio di perforazione, orticaria

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Anisakis: epidemiologia e prevenzione

Diffusione ubiquitaria, sia nei mari caldi che in quelli freddi; alcune specie contengono Anisakis anche nel 70% degli esemplari pescati (!) Anticorpi, indicativi di almeno un contatto, molto frequenti nelle

popolazioni residenti in aree costiere che usano cibarsi di pesce crudo o poco cotto (es.: Giappone)

Prevenzione mediante distruzione del parassita:

• cottura = oltre 60 °C per > 1 minuto (o 74 °C per 15’’ in microonde) • congelamento = -15 °C per > 4 giorni (o uso dell’abbattitore di

temperatura)

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Esempio: abbattimento per sushi

Prodotti porzionati secondo esigenza e possibilmente ridotti in pezzature tali da consentire il rapido congelamento.

Tempo di lavorazione a temperatura non controllata < 30’, pezzi in pellicola alimentare, etichettatura, consumo entro 5 giorni dal trattamento stesso

Combinazioni possibili per l’abbattitore: • -20 °C/24 ore

• -35 °C/15 ore • -40 °C/9 ore

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Tossinfezioni alimentari: C. perfringens

• Batterio Gram+, sporigeno, ubiquitario; le spore sono resistenti

• Ceppo A = tossinfezione (produce una tossina nel cibo contaminato) • Ceppo C = enterite necrotizzante (penetra col cibo e infetta)

• Alimenti a rischio: carni tenute al caldo per lungo tempo sotto i 50-60 °C (la temperatura di sicurezza per il banco mensa è 65 °C)

• Sintomi: dopo 8-16 ore diarrea, crampi, febbre; rischio per anziani e immunodepressi (disidratazione, complicanze)

• Epidemiologia: spesso epidemie in mense, banchetti etc. • Prevenzione: trattamento termico dei prodotti a rischio

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Tossinfezioni alimentari: Bacillus cereus

• Batterio Gram+, sporigeno, ubiquitario, produce due tossine:

• tossina diarroica = agisce dopo 8-16 ore • tossina emetica = agisce dopo 1-6 ore

• Alimenti a rischio: brodi vegetali o con carne, latte e derivati

(specificamente per la tossina emetica -> riso cotto mal conservato) • Sintomi: in base al tipo di tossina, con rischio di complicanze per

soggetti deboli

• Epidemiologia: possibili epidemie in ristorazione collettiva

• Prevenzione: conservare in frigo o mantenere a 65 °C per servire

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Intossicazioni alimentari: St. aureus

• Stafilococco aureo: batterio Gram+, mesofilo, molti ceppi sono enterotossinogeni -> tossina termostabile, resiste al calore!

• Alimenti a rischio: dolci, crema, panna, budini, maionese, formaggi freschi, sandwich, pollame etc.

• Sintomi: dopo 2-4 ore dall’assunzione del cibo, nausea e vomito, a volte anche con diarrea e dolore; mai febbre. Anziani a rischio. • Epidemiologia: sporadica, episodi epidemici in collettività

• Prevenzione: rigorosa applicazione della catena del freddo nella conservazione

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http://www.healthhype.com/la b-tests-for-staph.html

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Intossicazioni alimentari: botulismo

• Grave malattia da tossina neuroparalitica prodotta da Clostridium botulinum, Gram+, anaerobio sporigeno.

• Le spore sono ubiquitarie e molto resistenti, inattivate solo a temperatura di sterilizzazione (121 °C per > 20 minuti)

• La forma vegetativa del C. botulinum produce paralisi flaccida che colpisce in senso cranio-caudale (occhi, masticazione, fonazione, respirazione), con incubazione 12-36 ore (rara fino a 15 giorni) • Qualunque alimento può essere contaminato, ma occorre che sia

statio conservato a temperatura ambiente ed in anaerobiosi (es.: conserve vegetali fatte in casa)

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Botulismo: epidemiologia e prevenzione

Diffusione molto limitata per corrette procedure su alimenti preparati industrialmente, in Italia circa 20 casi/anno, quasi tutti di origine domestica Prevenzione:

• la tossina botulinica viene distrutta alle alte temperature = sterilizzazione dei cibi in vasetto e in scatola mediante bollitura per almeno 10 minuti • acidità e contenuto in sale contribuiscono a controllare lo sviluppo del batterio riducendo quindi la possibilità della produzione delle tossine • non consumare conserve che, all’apertura, siano maleodoranti o che

presentino contenitori rigonfi in modo anomalo

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Legionellosi

• E’ una infezione respiratoria grave, dovuta a Legionella pneumophila, Gram- di difficile coltura in vitro

• Vive nell’acqua e colonizza facilmente gli ambienti idrici artificiali: acquedotti, impianti idrici, impianti di climatizzazione (condensa), piscine, fontane etc.

• Vive sia nell’acqua che nel biofilm

• Biofilm: aggregazione complessa di microrganismi che vivono su una superficie (es.: tubazioni di acqua), formato da

• matrice organica = secreta da microrganismi, funge da «colla» sulla parete • microrganismi = batteri, alghe, protozoi, virus etc.

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Ciclo di vita di un biofilm

https://www.zmescience.com/science/what-are-biofilms/

Biofilm sulla parete di un catetere urinario

https://en.wikipedia.org/wiki/Biofilm

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Quadro clinico

• Penetrazione per via respiratoria da aerosol contaminati

• Il germe si riproduce dentro i macrofagi alveolari e può produrre vari quadri clinici:

• malattia dei legionari = polmonite acuta molto grave, incubazione 2-10 giorni, complicanze neurologiche e renali, letale 10% (fino a 30-50% per infezione ospedaliera)

• febbre di Pontiac = forma simil-influenzale senza coinvolgimento polmonare, non grave

• La malattia fu denominata perché il germe produsse nel 1976 una epidemia con 221 malati e 34 morti a un congresso della American Legion (associazione di reduci di guerra)

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Epidemiologia e prevenzione

• Trasmissione solo a mezzo aerosol contaminato, specie se l’acqua è calda (es.: docce in palestra)

• Maggior rischio per anziani, fumatori, malati cronici etc. • Sporadica con episodi epidemici, in Italia 1200 casi/anno

• Circa il 20% delle abitazioni è colonizzato, anche di più per grandi edifici con impianti centralizzati (ospedali, hotel etc.)

• Prevenzione con manutenzione: pulizia filtri dei condizionatori, rompigetto dei rubinetti, vasche, fontane, piscine etc.

• Periodico lavaggio tubi a 60 °C elimina il germe dal biofilm

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Materiale didattico

• da studiare: Barbuti – Giammanco – Fara, cap. 13.3 e 13.4

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