Nuovo arrivato
e affatto ignaro delle lingue del Levante, Marco Polo non poteva esprimersi altrimenti che con gesti, salti, grida di meraviglia e d’orrore,latrati o chiurli d’animali, o con oggetti che andava estraendo dalle sue bisacce:
piume di struzzo, cerbottane, quarzi, e disponendo davanti a sé come pezzi degli scacchi.
L’ingegnoso straniero
improvvisava pantomime
che il sovrano doveva interpretare:
una città era designata dal salto d’un pesce che sfuggiva al becco del cormorano per cadere in una rete,
un’altra città dalla luce in un’ora particolare, un’altra ancora dal forte odore che si levava dal mercato delle spezie, un’altra dalla musica suonata da un uomo
seduto all’uscio della porta di casa.
Palese o oscuro che fosse, tutto quel che Marco mostrava aveva il
potere degli emblemi
,che una volta visti non si possono dimenticare né confondere.
AEROPORTO DI LINATE 45° 27’ 07.834’’ N 009° 16’ 34.708’’ E
PIANTA 1:100
MARCO
racconto di immagini
CIn. p. 21-22
L’aeroporto di Linate è il punto d’accesso alla città sia per voli nazionali che internazionali. Luogo di semplice passaggio, collega Milano con le città del Mondo e funge da porta di accesso alla metropoli.
Come tale, per i nuovi arrivati è il primo luogo dove poter conoscere Milano e informarsi su tutti gli aspetti che la caratterizzano.
Il progetto consiste in uno spazio all’aeroporto di Linate per descrivere la città di Milano ai visitatori appena atterrati. Come per Marco, la descrizione non avviene tramite parole, ma atmosfere, ambienti, sensazioni che esprimono tutti quegli aspetti più caratteristici della città.
La narrazione avviene tramite la proiezione di fotografie panoramiche fatte da persone che immortalano un preciso istante, scorcio e impressione della città in cui si legge un aspetto di una delle Città Invisibili.
La presentazione di Milano avviene quindi tramite il punto di vista delle persone che la vivono, interpretando le ambientazioni del libro di Clavino.
Marco Polo impersonifica l’idea di Calvino della narrazione per immagini, del superamento della parola a favore di gesti, spazi e atmosfere che esprimano il mondo che ci circonda.
Straniero, deve descrivere a Kublai Kan le città che ha incontrato nel suo cammino, senza però conoscere la lingua dell’imperatore.
Si instaura così una conversazione fatta di silenzi, pantomime, sensazioni che esprimono un’immagine soggettiva e caratteristica delle città.
\\ BOTTINI_RIVA/ARALDI_METROPOLITANI/MARCO/TAV.1
Quando le giornates’accorciano e le lampademulticoloris’accendono tutte insieme sulleporte dellefriggitorie, e da una terrazza una voce di donna grida: uh!, gli viene da invidiare quelli.
± 0 cm
+15 cm A
B