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Stabilite le potenzialità del metodo di analisi, lo stesso è stato applicato per la progettazione di

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C ONCLUSIONI

Questo elaborato riguarda la presentazione organica degli argomenti relativi agli studi sulle antenne miniaturizzate, affrontati durante l’attività di Dottorato.

L’esigenza primaria di disporre di un solutore in grado di garantire un’accurata analisi EM delle configurazioni, contestualmente a considerazioni relative alla struttura ed alle dimensioni elettriche di tali elementi radianti, hanno suggerito uno sviluppo basato sul metodo dei momenti nel dominio della frequenza. Tale scelta è supportata dall’ulteriore necessità di implementare un metodo di ottimizzazione in grado di individuare un’antenna soddisfacente determinate specifiche progettuali, esplorando uno spazio costituito da una moltitudine di configurazioni. L’integrazione del solver MoM come strumento di analisi, ad una tecnica di sintesi basata su AG, ha permesso di ottenere validi risultati con tempi di calcolo ragionevolmente tollerabili.

In prima analisi è stato possibile valutare il livello di accuratezza del solutore EM messo a punto, impiegando lo stesso come motore di calcolo per basse frequenze dell’applicativo EMvironment 2.0, che permette di stimare la distribuzione del campo EM prodotto da diverse tipologie di sorgenti in uno scenario urbano. Il solver EM implementa una formulazione ibrida EFIE-MFIE attraverso la quale è possibile valutare la distribuzione di corrente sulle antenne (sorgenti della configurazione) e sulle superfici degli edifici. La particolare scelta delle funzioni di base e l’imposizione delle condizioni di continuità di carica e di corrente in corrispondenza delle terminazioni dei conduttori filari e nei punti di giunzione, garantisce una adeguata precisione. Questa affermazione è suffragata dalla esecuzione di misure condotte su scenari riprodotti in scala ridotta in camera anecoica: come mostrato nel Capitolo 2 il confronto dei risultati misurati con quelli attesi, rivela un errore relativo puntuale molto ridotto.

Stabilite le potenzialità del metodo di analisi, lo stesso è stato applicato per la progettazione di

elementi radianti classificabili nella categoria della antenne miniaturizzate (Capitolo 3). Le

antenne miniaturizzate, definite tali quando sono contenute all’interno della sferadiante, sono

caratterizzate da particolari proprietà, fra le quali una transizione netta fra la regione di campo

reattivo vicino e quella di campo lontano (nella quale è disponibile effettivamente energia

irradiata), una resistenza di radiazione particolarmente ridotta ed una reattanza d’ingresso

elevata, le cui conseguenze si riflettono negativamente sull’efficienza dell’antenna e

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sull’adattamento di impedenza. Poiché il comportamento EM di tali antenne dipende da molteplici fattori, quali il layout geometrico, la lunghezza dell’antenna, la lunghezza complessiva e la sezione del filo che la realizza, risulta complicato dimensionare una configurazione in grado di garantire il soddisfacimento di determinate specifiche progettuali.

Il problema è stato risolto sviluppando un criterio di progettazione fondato su una procedura di ottimizzazione multiparametrica. Questa è basata sulla caratterizzazione dell’elemento radiante in forma parametrica; il generico parametro codifica una grandezza dimensionale dell’antenna la cui variazione è in grado di modificarne il comportamento EM. In tal caso è possibile soddisfare le specifiche, individuando i rapporti di proporzionalità della struttura che sono in grado di imporre specifici accoppiamenti fra le sue parti componenti e dunque tali da garantire una idonea distribuzione di corrente.

L’applicazione del metodo ha permesso la definizione dell’antenna Semi Loop Meander, elemento di un array per applicazioni radar navali in banda HF. Le dimensioni geometriche delle antenne operanti a queste frequenze sono solitamente elevate, mentre per l’applicazione in oggetto la compattezza è un requisito fondamentale. La necessità di disporre di una superficie di installazione dell’array sufficientemente estesa, ha condotto alla scelta della fiancata della nave per il posizionamento dell’antenna SLM. Questo ha permesso di sfruttare il principio delle immagini rappresentato dal piano di massa che ne deriva e dunque ha condotto al dimezzamento delle dimensioni dell’antenna. Inoltre, l’antenna progettata garantisce l’innesco dell’onda superficiale consentendo al radar di individuare bersagli oltre l’orizzonte.

La configurazione ottenuta è stata realizzata presso l’istituto Mariteleradar della Marina Militare Italiana e le misure condotte sul prototipo hanno confermato i risultati attesi in termini di risonanza e di diagrammi di irradiazione.

L’antenna SLM è stata successivamente ottimizzata per comunicazioni in banda VHF a larga banda. Il requisito primario che richiede un ROS<3 nella banda operativa (146-174MHz), è stato perseguito compensando la parte reattiva dell’impedenza d’ingresso della configurazione ottenuta.

La fase successiva dell’elaborato riguarda la progettazione di antenne (bobine RF) per

applicazioni di risonanza magnetica (Capitolo 4). La possibilità di stimare numericamente in

maniera molto accurata la frequenza di risonanza ed altri parametri prestazionali come ad

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comparando i risultati numerici con i valori dedotti dalle misure sperimentali condotte su un prototipo.

Durante la trattazione dell’argomento è stata posta particolare attenzione nell’allineare le definizioni comunemente adottate in ambito RM, con le analoghe relative alle antenne.

In particolare è stato mostrato il verificarsi di condizioni per le quali in corrispondenza della frequenza di risonanza (associata all’annullamento della reattanza di ingresso) si ha un massimo del modulo dell’ammettenza. Questo giustifica la definizione di risonanza, comunemente adottata nel settore della RM, quale frequenza di picco dell’ammettenza d’ingresso. Inoltre osservando che alle frequenze associate ad un dimezzamento della conduttanza rispetto al valore massimo si ha una suscettanza di pari ampiezza, si giustifica la definizione di fattore di qualità secondo il rapporto Q=f

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/B essendo f

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la frequenza in corrispondenza del picco dell’ammettenza e B la banda corrispondente ad una riduzione di

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del suo valore. Si mostra infatti che tale quantità coincide con l’inverso della banda frazionaria a metà potenza.

La procedura di ottimizzazione iterativa precedentemente presentata, ha poi permesso di implementare un criterio di progetto di bobine RF per applicazioni RM ad alto campo, conformi al distretto anatomico da analizzare. I vantaggi che ne derivano consistono in un incremento del fattore di riempimento, che oltre a ridurre la potenza di rumore, rende le bobine più confortevoli per il paziente. L’adattamento della forma della bobina viene ottenuto definendo dei contorni attraverso uno sviluppo in serie di Fourier e proiettando gli stessi su una superficie fittizia all’interno della quale è contenuto il distretto anatomico.

La particolare scelta della funzione obiettivo utilizzata per l’ottimizzazione, permette di ottenere strutture funzionanti alla frequenza di Larmor del sistema RM con ottime prestazioni in termini di distribuzione del campo magnetico. La convergenza dell’algoritmo verso una soluzione in grado di risuonare alla frequenza di funzionamento dell’apparato RM garantendo l’omogeneità del campo magnetico, è stata ottenuta favorendo l’evoluzione verso configurazioni il cui istogramma della distribuzione di campo ha un valore medio più elevato possibile ed è poco disperso attorno ad esso.

Sono state individuate due tipologie di strutture risonanti: in un caso vengono sfruttati gli

accoppiamenti fra le sezioni componenti a scapito di una geometria complessa, inconveniente

superato attraverso la seconda configurazione applicando dei carichi capacitivi. Come

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mostrato dall’analisi del fattore di qualità, l’introduzione di condensatori a basse perdite non compromette le prestazioni del risuonatore.

Considerazioni associate all’analisi della distribuzione del campo elettrico portano a concludere una sua concentrazione nelle regioni sede del comportamento capacitivo, questa osservazione può essere sfruttata per spostare tale addensamento in corrispondenza di specifiche zone in modo da limitare eventuali danni provocati dal riscaldamento del tessuto nei confronti del paziente.

È stato infine posto in evidenza il decadimento delle prestazioni dei risuonatori canonici

quando siano utilizzati per applicazioni ad alta frequenza e dunque il vantaggio apportato

dalle strutture conformi proposte.

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R IFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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[P.3] A.Monorchio, A.Rogovich, E.Lucente, G.Manara, “Nuovi elementi radianti di tipo meander operanti in banda HF e VHF,” Conferenza sui “Nuovi Sviluppi Tecnologici nelle Telecomunicazioni e Possibili Applicazioni Militari” – Accademia Navale di Livorno, 15-16 Giugno 2005.

[P.4] A.Rogovich, A.Monorchio, P.Nepa, G.Manara, G.Giovannetti, L.Landini, “Design of Magnetic Resonance Imaging (MRI) RF Coils by Using the Method of Moments,” Proc. of 2004 IEEE Antennas and Propagation Society International Symposium and USNC/URSI Meeting, Monterey, California, June 20-26 2004,IEEE- vol. 1, p. 950:953.

[P.5] A. Rogovich, A. Brizzi, A. Monorchio, G. Manara, “Progetto di Bobine RF per applicazioni di Risonanza Magnetica mediante il Metodo dei Momenti,” Atti della Quindicesima Riunione Nazionale di Elettromagnetismo, XIV RiNEM, Cagliari, PLUS-13-16 Settembre 2004, vol. 1,p. 177:180.

[P.6] A. Rogovich, P. Nepa, G. Manara, A. Monorchio, “RF Coils for MRI Applications – A

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Riferimenti

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