Obiettivo della presente trattazione è di indagare sul particolare rapporto intercorrente tra il concetto di qualità e il territorio d’origine nel particolare scenario della filiera olivicola olearia italiana. Tra i prodotti agroalimentari, infatti, l’olio di oliva rappresenta una categoria merceologica sui generis per la quale, l’origine delle materie prime riveste agli occhi del consumatore una particolare rilevanza.
L’Italia, che in termini quantitativi rappresenta il secondo
produttore al mondo di olio d’oliva, vanta una tradizione risalente di tecniche agronomiche di estrazione e di miscelazione molto vasta e diversificata, ed è contraddistinta dalla presenza sull’intero territorio nazionale del più vasto patrimonio di cultivar al mondo, in grado di differenziare notevolmente le caratteristiche
qualitative degli oli prodotti.
Tali circostanze hanno reso l’olio d’oliva nazionale un prodotto di grande pregio apprezzato e diffuso in tutto il mondo, tanto da esporlo a continui e ripetuti episodi di frodi e falsificazioni in commercio, che se aggiunti alle altre pesanti criticità di filiera, il continuo ribassamento dei prezzi primo fra tutti, rischiano di compromettere definitivamente la vitalità di tale settore produttivo, con tutte le inevitabili conseguenze che ne
deriverebbero non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale, sociale, paesaggistico e culturale.