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PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

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Academic year: 2022

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Ai sensi del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112, art. 108 – “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali…”

Decreto Legislativo n. 112 del 1998, art. 108 e Decreto n. 2 del Commissario delegato OPCM 3606 del 2007

OPCM 4700/2012 – Attuazione dell’articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009, n.39, convertito, con modificazione, dalla legge 24 giugno 2009, n. 11 OPCM 3606/2007 – Disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare lo stato di emergenza in atto dei territori delle regioni Lazio, Campania, Puglia,

Calabria e della regione Siciliana in relazione ad eventi calamitosi dovuti alla diffusione di incendi e fenomeni di combustione.

Provincia di Trapani

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Relazione

ELABORATO

01

Dati generali del Comune

Prefisso: 0923 CAP: 91027

Codice ISTAT: 081013 Codice Catastale: G208 Codice Fiscale: 00255210817 Altitudine: 36 m s.l.m. (min0 – max200) Coordinate Geografiche sessagesimale 37° 58’ 47,28” N

12° 33’ 27,00” E

Coordinate Geografiche decimale 37,9798° N

12,5575° E ZONA SISMICA: 2 ZONA CLIMATICA: B

ZONA DI ALLERTA: C – Sicilia nord- occidentale

Ubicazione C.O.C.

IV Settore - Via Placido Fardella 45 91027 Paceco

Scala di rappresentazione

DATA STAMPA 10 MARZO 2014

NOME DEL FILE 01_RELAZIONE.PDF PERIODO ELABORAZIONE

Maggio - Settembre 2013

VERSIONE DOCUMENTO 1.02

GRUPPO DI LAVORO

Responsabile Servizi Tecnici geom. Cristofaro INGARDIA

Responsabile Ufficio Comunale di Protezione Civile (U.C.P.C.) geom. Cristofaro INGARDIA

Supporto tecnico specialistico GIS e grafica arch. Vincenzo VALENTI

geom. Nicola DE MARCO geom. Giuseppe GIALLO

arch. Vincenzo VALENTI DATA FINALE REVISIONE DELIBERA DI GIUNTA

N. 38 DEL 17.03.2014 DELIBERA DI CONSIGLIO

N. 44 DEL 31.03.2014 IL SINDACO Biagio MARTORANA

IL RESPONSABILE UFFICIO COMUNALE DI PROTEZIONE

CIVILE (U.C.P.C.) geom. Cristofaro INGARDIA IL RESPONSABILE SERVIZI TECNICI

geom. Cristofaro INGARDIA

DIPARTIMENTO REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE

COMUNE DI PACECO

REGIONE SICILIANA Dipartimento della Protezione Civile

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COMUNE DI PACECO Provincia di Trapani

PIANO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE

PER RISCHIO INCENDIO, IDROGEOLOGICO, IDRAULICO, MAREMOTO E SISMICO

Aggiornamento 2014

Adottato con Delibera di G.M. n. 38 del 17.03.2014 Approvato con Delibera di C.C. n. 44 del 31.03.2014

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INDICE

PREMESSA

1.1 Dati di base 1.2 Popolazione

LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE-STRATEGIA OPERATIVA 2.1 Funzionalità del sistema di allertamento locale

2.2 Coordinamento Operativo Locale 2.3 Struttura comunale di protezione civile 2.4 Presidio Operativo Comunale

2.5 Centro Operativo Comunale (C.O.C.) 2.6 Ripristino viabilità e trasporti

2.7 Misure di salvaguardia alla popolazione 2.7.1 Informazione alla popolazione

2.7.2 Sistemi di allerta per la popolazione 2.7.3 Modalità di evacuazione assistita 2.7.4 Modalità di assistenza alla popolazione

2.7.5 Individuazione e verifica della funzionalità delle aree di emergenza 2.7.6 Ripristino servizi essenziali

2.7.7 Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio

RISCHIO INCENDI

3.1 Elementi Esposti a Rischio 3.2 Popolazione

3.3 Beni Esposti

3.4 Aree di Protezione Civile 3.5 Viabilità di Emergenza

3.6 Pianificazione dell’emergenza

RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO 4.1 Elementi Esposti a Rischio

4.2 Popolazione 4.3 Beni Esposti

4.4 Aree di Protezione Civile 4.5 Viabilità di Emergenza

4.6 Pianificazione dell’emergenza

RISCHIO TSUNAMI

5.1 Elementi Esposti a Rischio 5.2 Popolazione

5.3 Beni Esposti

5.4 Aree di Protezione Civile 5.5 Viabilità di Emergenza

5.6 Pianificazione dell’emergenza

RISCHIO SISMICO

6.1 Scenari di rischio Sismico 6.2 Elementi Esposti a Rischio 6.3 Popolazione

6.4 Beni Esposti

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3/33 6.5 Aree di Protezione Civile

6.6 Viabilità di Emergenza

6.7 Pianificazione dell’emergenza

ALLEGATI:

A - SCHEDA SPEDITIVA DEI DATI COMUNALI B - RUBRICA DEI NUMERI UTILI

C - CODICI IDENTIFICATIVI D – BENI ESPOSTI

E – AREE DI PROTEZIONE CIVILE F – CANCELLI

G – MODELLO D’INTERVENTO H - PROCEDURE OPERATIVE

I – STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

ELABORATI CARTOGRAFICI:

1.01 - Inquadramento geografico in ambito sovracomunale.

1.02 - Inquadramento geografico in ambito comunale.

1.03 - Vulnerabilità del territorio per rischi connessi dai fattori antropici e naturali.

2.01 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Ambiti territoriali di attenzione per i fenomeni.

2.02 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Gestione dei soccorsi.

3.01 - Rischio sismico. Fragilità del territorio nelle interazioni del sistema geomorfologico, sociale e fisico-funzionale.

3.02 - Rischio sismico. Gestione dei soccorsi.

4.01 - Rischio incendi. Vulnerabilità antropica per impatti con potenziali fenomeni di combustione.

5.01 - Quadro di sintesi delle aree di Protezione Civile

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PREMESSA

L’Italia è un paese geologicamente recente, da questo deriva la dinamicità del suo territorio ad alto rischio di calamità naturali, quali terremoti.

Ai fenomeni naturali si uniscono quelli causati dall’attività dell’uomo, spesso legati ad una cattiva gestione del territorio.

Con l’emanazione della L.R. n. 14/1998 riguardante le “Norme in materia di Protezione Civile”, tutti gli Enti Locali sono stati invitati ad assumere un maggiore impegno per il servizio di

“Protezione Civile”, anche se già con la Legge n. 225/1992 e il successivo D. Lgs. n. 112/1998, erano già state attribuite le funzioni ed i compiti alle Regioni, alle Province ed ai Comuni.

Le attività di protezione Civile, in riferimento alla legge istitutiva n. 225/1992, sono:

1. Previsione e prevenzione dei rischi, soccorso alle popolazioni sinistrate e ogni altra attività diretta al contrasto e al superamento dell’emergenza e alla mitigazione e identificazione delle varie ipotesi rischio;

2. Previsione svolta anche con il concorso di soggetti scientifici e tecnici competenti in materia, dirette all’identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi.

3. Prevenzione volta a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti all’evento atteso, anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione, quali l’allertamento, la pianificazione dell’emergenza, la formazione, la diffusione della conoscenza della protezione civile nonché l’informazione alla popolazione e le attività di esercitazione.

4. Soccorso alla popolazione colpita, consiste nell’attivazione degli interventi diretti ad assicurare alla popolazione colpita ogni forma di prima assistenza.

5. Superamento dell’emergenza, con l’attuazione di iniziative volte a rimuovere ogni ostacolo alla ripresa delle normali condizioni di vita.

Il Sindaco, ai sensi dell’art. 15 comma 3 delle L.225/1992, al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale, è la più alta Autorità Comunale di Protezione Civile.

Lo stesso, al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio del comune, assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto e al Presidente della Regione dello stato di emergenza.

Il Sindaco gestisce l’emergenza attraverso il Piano Comunale di Protezione Civile, secondo quanto previsto dall’art. 2 della L. n. 225/1992 e successive modifiche ed integrazioni.

Il presente piano è stato redatto sulla base delle linee guida del metodo “Augustus” elaborate dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e dal Ministero dell’Interno, per far fronte alle emergenze che potrebbero verificarsi in occasione di:

 incendi alla vegetazione arbustiva della villa comunale e la vegetazione limitrofa presente nella sponda meridionale del torrente Baiata;

incendi alla vegetazione arbustiva della “Villa Serraino” con il limitrofo contesto vegetativo esteso alla zona Platamone;

 incendi alla vegetazione arbustiva presente all’interno dell’ambito urbano di Paceco racchiuso negli isolati compresi tra la via Castelvetrano, via san Francesco, via Archimede e la via Monti;

 incendi alla vegetazione arbustiva presente all’interno della proprietà della “Villa Adragna”

in un’area compresa tra la via Seniazza e la via Castelvetrano;

 incendi alla vegetazione arbustiva presente sulla perimetrale dell’invaso Baiata;

 dissesti idrogeologici ed idraulici nelle aree attraversate dal torrente Baita, Lenzi e Verderame;

 dissesti geomorfologici individuati nell’area compresa tra il torrente Baita e la via Citrolo presenti sul P.A.I. e sullo Studio Geologico del Comune di Paceco;

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 impatti da fenomeni di maremoto o onda anomala (Tsunami) sul territorio della frazione di Nubia;

 eventi sismici, che possono provocare il crollo di edifici o parti di essi negli agglomerati urbani, possibile crollo di ponti e/o smottamenti e frane.

Il Piano di Protezione Civile sarà aggiornato ogni qualvolta verranno apportate modifiche sostanziali nelle dotazioni di emergenza e al personale comunale della struttura organizzativa.

In termini generali le esigenze del Piano di Protezione Civile devono essere recepite dallo strumento urbanistico generale sia in sede normativa, quindi attraverso delle specifiche prescrizioni della disponibilità delle aree da destinare alle necessità dell’emergenza, in sede di ripartizione del territorio in zone omogenee mediante l’ausilio delle carte di rischio che sia in sede di programmazione dell’assetto del territorio attraverso la localizzazione delle aree di Protezione Civile in zone inedificabili da destinare agli standars pubblici di cui al D.M. 1444/1968 artt. 3 e 4.

Ed altresì occorre rilevare che la Legge Urbanistica Nazionale n. 1150/1942 all’art. 33 (Contenuto dei regolamenti edilizi comunali) al punto 13 indica “le cautele da osservare a garanzia della pubblica incolumità per l'esecuzione delle opere edilizie, per l'occupazione del suolo pubblico, per i lavori nel pubblico sottosuolo, per le ribalte che si aprono nei luoghi di pubblico passaggio, ecc.;” nella fase di redazione del Regolamento Edilizio.

IL PRESENTE PIANO È COMPLETO SOLO SE CORREDATO DEGLI ELABORATI CARTOGRAFICI TEMATICI E DEGLI ALLEGATI.

Principali riferimenti normativi:

 Legge 8/12/1970, n.996 “Norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità – Protezione Civile” (G.U. n.317 del 16/12/1970);

 D.P.R. 24/07/1977, n.616, “Attuazione della delega di cui art.1 della Legge 22/07/1975, n.382” (Supplemento ordinario alla G.U. n.74 del 16/03/1981);

Circolare n.16 MIPC (81) del 16/04/1981 del Ministero dell’Interno, “Regolamento di esecuzione della Legge 08/12/1970, n.996”;

 Legge n. 741 del 10.12.1981 art. 20 per la delega alla Regioni il compito di emanare le norme per l’adeguamento degli strumenti urbanistici generali e particolareggiati vigenti, nonché i criteri per la formazione degli strumenti urbanistici ai fini della prevenzione del rischio sismico.

 Circolare n.1/DPC/85 del 19/04/1985 del Dipartimento della Protezione Civile,

“Competenze nel settore della Protezione Civile”;

 Ordinanza 30/03/1984, n. 1675/FPC del Ministro per il coordinamento della Protezione Civile, “Attuazione dell’art.11 del decreto Legge 26 Maggio 1984, n.159, convertito con modificazioni, dalla Legge 24/07/1984, n.363, in materia di volontariato di Protezione Civile e misure volte alla sua tutela” (G.U. n.81 del 7 Aprile 1989);

 Legge 11 Agosto 1991, n.266 “Legge Quadro sul volontariato” (G.U. n.196 del 22 Agosto 1991);

 Decreto 14 Febbraio 1992 del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato

“Obbligo delle organizzazioni di volontariato ad assicurare i propri aderenti che prestano attività di volontariato, contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell’attività stessa, nonché per la responsabilità civile, per i danni cagionati a terzi dall’esercizio dell’attività medesima”. (G.U. n.44 del 22 Febbraio 1992 e successive modificazioni);

Legge 24 Febbraio 1992, n.225 “Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile”

(G.U. n.54 del 17 Marzo 1992);

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 D.P.R. 21 Settembre 1994, n.613 - Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle associazioni di volontariato alle attività di Protezione Civile (G.U.

n.253 del 5 Novembre 1994);

 L.R. n. 14/1998 riguardante le “Norme in materia di Protezione Civile” (G.U. n. 43 del 01 settembre 1998);

 Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112, art. 108 – “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali…”;

 Decreto Legislativo n. 112 del 1998, art. 108 e Decreto n. 2 del Commissario delegato OPCM 3606 del 2007;

 Legge 3 agosto 1998, n. 267 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 183 del 7 agosto 1998;

 L. n. 353 del 21.11.2000 – “Legge quadro in materia di incendi boschivi”;

 DPR n. 194 del 08.02.2001 – “Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazione di volontariato alle attività di Protezione Civile”;

 Decreto legge 7 settembre 2001, n. 343 (convertito in Legge 9 novembre 2001, n° 401) –

“Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di Protezione Civile e per il migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile”;

 OPCM 3606/2007 – Disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare lo stato di emergenza in atto dei territori delle regioni Lazio, Campania, Puglia, Calabria e della regione Siciliana in relazione ad eventi calamitosi dovuti alla diffusione di incendi e fenomeni di combustione;

 OPCM 4700/2012 – Attuazione dell’articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009, n.39, convertito, con modificazione, dalla legge 24 giugno 2009, n. 11;

 Legge n. 100 del 12.07.2012 – Conversione in legge, con modifiche, del D. Lgs. 15.05.2012 n. 59 recante disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile;

 Regione Siciliana, Presidenza – Dipartimento della Protezione Civile – Servizio Regionale Rischi Idrogeologici e Ambientali. Definizione del documento “LINEE GIDA – Per la redazione dei piani di protezione civile comunali e intercomunali in tema di rischio idrogeologico”. D. L.vo n. 112/1998 art. 108 – Decreto n. 2 del Commissario delegato OPCM 3606/07. Versione 2010 ed emesso con Decreto del Presidente della Regione Siciliana il 27.01.2011 (GURS n. 8 del 18.02.2011).

 ARTA Sicilia - Circolare 1 del 14.01.2014 “Studi geologici per la redazione di strumenti urbanistici”;

ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO DI EMERGENZA Il servizio di emergenza viene organizzato per far fronte:

 alle problematiche legate alla viabilità, (in caso di emergenza), favorendo l’afflusso e/o il deflusso dei veicoli con la chiusura e/o apertura di cancelli posti dalle forze dell’ordine, su richiesta del Sindaco o dal Responsabile dell’Ufficio di Protezione Civile Comunale;

alle problematiche di natura sanitaria, in caso di emergenza ed in relazione alla eventuale presenza di pubblico;

 a problematiche non pianificate dalla struttura organizzativa, che si dovessero presentare senza preavviso.

1.1 DATI DI BASE DEL COMUNE DI PACECO

Il territorio comunale di Paceco ha una estensione di circa 57,78 Kmq (superficie ricavata dal perimetro ricorretto in funzione agli immobili catastali ricadenti nel territorio comunale di Paceco)

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ed è caratterizzato da un andamento collinare con altitudine compresa tra la quota a 0,00 mt s.l.m.

lungo la costa della frazione di Nubia e la quota 191,10 mt s.l.m. in corrispondenza del timpone presente a nord del centro abitato della frazione di Dattilo. L’abitato principale è quello di Paceco, su cui si concentra la maggior parte della popolazione residente, mentre gli altri due centri abitati sono la frazione di Nubia, posta a ovest del centro di Paceco, e la frazione di Dattilo posta a est del centro abitato di Paceco. Nelle due frazione la popolazione è prevalentemente distribuita lungo le direttrici stradali principali che collegano gli agglomerati urbani. La popolazione residente nel Comune di Paceco alla data del XV Censimento Generale della Popolazione e delle abitazione (09.10.2011) risulta essere pari a 11.423 abitanti mentre alla data del 31.12.2013 è pari a 11.494 abitanti. Sui dati del XV Censimento Generale sono associati i dati della sezione di censimento BT ISTAT 2011 su cui sono state effettuare le informazioni nelle tematizzazioni cartografiche allegate al piano. La frazione di Nubia ha una popolazione residente al 09.10.2011 pari 1.175 abitanti, la frazione di Dattilo al 09.10.2011 ha una popolazione residente pari a 705 abitanti mentre il centro urbano di Paceco al 09.10.2011 ha una popolazione residente pari a 9.543 abitanti. I nuclei familiari sono 4.397 circa.

Dal punto di vista geologico i terreni che interessano prevalentemente nell’abitato di Paceco e Nubia, nello Studio Geologico annesso al vigente PRG, sono stati classificati come “DEPOSITI LITORALI CONGLOMERATICI E CALCARENITICI, SPESSO FORTEMENTE CEMENTATI CON INTERCALAZIONI LENTICOLARI ARGILLOSO-SABBIOSE”, per l’abitato di Dattilo invece prevalentemente classificati come “ARGILLE E MARNE - ARGILLE MARNOSE CON INTERCALAZIONI DI LIVELLI CALCARENITICI, QUARZOSI E GLAUCONITICI”

In tema di Protezione Civile il Comune di Paceco ha emesso i seguenti atti deliberativi:

- Determina del Commissario Straordinario n. 28 del 05.06.2008 – costituzione del C.O.C. – Centro Operativo Comunale con l’atto di nomina al personale idoneo a ricoprire l’incarico di Responsabile della funzione attribuita al dipendente geom. Cristofaro INGARDIA;

- Deliberazione del Commissariale di Giunta n. 74 del 05.06.2008 avente per oggetto

“costituzione dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile” con l’atto di nomina al personale idoneo a ricoprire l’incarico di Responsabile della funzione attribuita al dipendente geom.

Cristofaro INGARDIA;

- Delibera del Commissario Straordinario n. 78 del 12.06.2008 avente per oggetto

“Approvazione modifiche al piano Speditivo Comunale di Protezione Civile emergenza incendi”;

- Delibera di Giunta Municipale con i poteri del Commissario Straordinario n. 83 del 26.06.2008 – Adozione piano speditivo di Protezione Civile;

I dati relativi agli elementi esposti a rischio rivestono carattere generale e quindi possono essere utilizzati per la definizione di ognuno degli scenari di rischio ipotizzati.

A supporto del presente documento sono state elaborate tavole tematiche che hanno previsto l’uso della seguente documentazione di base:

- Vigente PRG edizione “C” del Comune di Paceco;

- Studio Geologico propedeutico al PRG del Comune di Paceco;

- Elaborati del P.A.I. (Piano per l’Assetto Idrogeologico della Regione Sicilia) riferiti ai bacini idrografici ricadenti sul territorio comunale, quali:

o Bacino idrografico 49 – Bacino idrografico del Fiume Lenzi - Baiata;

o Area territoriale tra il bacino idrografico del fiume Birgi ed il bacino idrografico del fiume Lenzi-Baiata (050);

o Bacino idrografico 51 – Bacino idrografico del Fiume Birgi;

- Dati storici degli interventi di Protezione Civile del Comune di Paceco nell’ambito di eventi alluvionali;

- Carte tematiche in scala 1:10.000 degli incendi di interfaccia edizione maggio 2008 elaborate dalla Provincia Regionale di Trapani;

- Cartografia di base CTR ARTA edizione 2007 nella scala 1:10.000;

- Ortofoto della CTR ARTA edizione 2007;

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- Quadro d’unione delle tavolette della CTR ARTA 1:10.000;

- Quadro d’unione dei confini amministrativi dei comuni della Provincia di Trapani;

- Stradario del Comune di Paceco;

- BT – Basi Territoriali ISTAT 2001;

- BT – Basi Territoriali ISTAT 2011;

- Indicatori statistici ISTAT 2001 per le BT2001;

- Principali dati sulla popolazione del XV Censimento Generale della popolazione ISTAT 2011;

- Schede monografiche delle Aree di Protezione Civile del Comune di Paceco;

- Elenco degli edifici tattici (informazione di base schede “livello 0”);

Elenco degli edifici sensibili (informazione di base schede “livello 0”);

- Elenco degli edifici strategici (informazione di base schede “livello 0”);

- Elaborato cartografia in scala 1:2.000 della rete fognaria esistente redatto nel febbraio 2006;

- Elaborato cartografico in scala 1:2.000 della principale rete idrica tematizzata dall’EAS;

- Carta del dissesto idrogeologico in scala 1:50.000 redatta dall’ARTA, ufficio Difesa del Suolo e Studi Geologici, su cartografia IGM foglio 605 “Paceco” ove nella rappresentazione di ottobre 1999 viene individuata nella frazione di Nubia un’area classificata “Aree inondata e/o alluvionate”.

1.2 POPOLAZIONE

La popolazione residente nel territorio comunale, è stata inserita in due tabelle suddivise per località abitate e fasce di età, utili per la valutazione della probabilità di rischio in caso di fenomeni calamitosi (vedi Tabella 1).

Si propongono le tabelle riepilogative che rappresentano sinteticamente i dati della Popolazione residente al 09/10/2011 (Censimento Generale ISTAT 2011):

Tabella 1: dati sulla popolazione residente

Nella seguente “Tabella 2”, con il supporto del Settore VI – Servizi Sociali del Comune, sono state individuate le persone non autosufficienti (disabili, allettati, psicolabili e dializzati che necessitano di assistenza), la loro distribuzione sull’intero territorio comunale ed il tipo di patologia. Il dato pervenuto è in forma parziale in quanto riferiti a taluni servizi attivati a sostegno della condizioni dei portatori di handicap e dalle loro famiglie (buono sociosanitario, servizi di trasporto, interventi sostenuti per le spese mediche). Inoltre all’ASP di Trapani secondo i numero di malati Alzheimer risultano presenti 96 casi nell’ambito urbano di Paceco, 1 caso nell’ambito di Dattilo e 2 nell’ambito di Nubia.

I dati sulla popolazione saranno aggiornati periodicamente ed inseriti nel Piano di Protezione Civile.

(*) I dati completi possono essere messi a disposizione dal referente della funzione Sanità.

PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI PATOLOGIA PACECO NUBIA DATTILO

Disabili 4 5 0

Allettati 1 1 0

Psicolabili 6 1 0

Dializzati 1 0 0

TOTALE 12 7 0

Tabella 2 RESIDENTI

FASCE DI ETÀ

NUCLEI FAMILIARI

PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI da 0 a

13 anni

da 14 a 64 anni

> 64

anni Numero Indirizzo

Abitato di Paceco 9.543 1.176 6.061 2.306 3.646 12 (*)

Frazione di Nubia 1.175 140 756 279 457 7 (*)

Frazione di Dattilo 705 70 430 205 294 0 (*)

11.423 1.386 6.843 3.313 4.397 19

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LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGIA OPERATIVA

Gli obiettivi indispensabili che il Sindaco, quale Autorità comunale di Protezione Civile, deve conseguire per fronteggiare una situazione di emergenza, nell’ambito della direzione unitaria di soccorso e assistenza alle popolazioni costituisce il lineamento della pianificazione.

Di seguito vengono sintetizzati gli obiettivi da conseguire per garantire una efficace gestione dell’emergenza a livello locale, e quindi, per la definizione del modello di intervento.

Obiettivo da conseguire:

1. Attivare una rete di monitoraggio, mediante l’impiego del personale Tecnico del Comune e/o della Polizia Municipale;

2. Attivare il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) e la sala radio, predisponendo, in funzione del tipo di rischio e all’evoluzione dell’evento, le misure atte a fronteggiarlo;

3. Garantire la viabilità al fine di assicurare l’afflusso dei mezzi di soccorso;

4. Organizzare in funzione del tipo di scenario e all’evoluzione dell’evento le attività necessarie per far fronte all’emergenza da parte del sistema locale di protezione civile.

2.1 FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO LOCALE

Il Piano prevede le modalità con le quali il Sindaco o suo delegato, garantisce i collegamenti via telefono, fax ed e-mail, con la Regione Sicilia (SORIS), con la Prefettura UTG e con i Comuni limitrofi per la presa visione dei bollettini e degli avvisi di allertamento e la reciproca informazione in caso di criticità.

Sindaco/o delegato (nome cognome)

Telefono/cellu

lare Fax E-mail

Sindaco 3336241967 0923401222 sindaco@comune.paceco.tp.it Vice Sindaco 336242412 0923401222 stefano.ruggirello@comune.paceco.tp.it Resp. U.P.C. 3336242014 0923401303 cristofaro.ingardia@comune.paceco.tp.it Comandante VV.UU. 3313130388 0923883960 giuseppe.dalessandro@comune.paceco.tp.it I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo.

Zone di “allerta meteo” Area “C” Provincia di Trapani Sicilia Nord Occidentale.

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10/33 2.2 COORDINAMENTO OPERATIVO LOCALE

Nel Piano di Protezione Civile viene individuata la struttura di coordinamento, che supporta il Sindaco nella gestione dell’emergenza già a partire dalle prime fasi di allertamento. Tale struttura è la Sala Operativa Comunale che viene attivato attraverso la convocazione delle diverse funzioni di supporto.

Il C.O.C. è stato ricostituito con Determina del Commissario Straordinario n. 28 del 05.06.2008 ed aggiornato con successiva Determinazione Sindacale n. 17 del 17.03.2014; è coordinato dal Sindaco e coadiuvato dal Responsabile dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile.

2.3 STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

Il primo responsabile della protezione civile in ogni Comune è il Sindaco, che organizza le risorse comunali secondo piani prestabiliti per fronteggiare i rischi sul territorio. Il Sindaco nella sua azione ordinaria è supportato dalla Struttura comunale di protezione civile (vedi allegato I – Struttura comunale di Protezione Civile)

2.4 PRESIDIO OPERATIVO COMUNALE

Il Presidio operativo, costituito da almeno una unità di personale in h 24, responsabile della funzione tecnica di valutazione, dotato di telefono, fax e computer, garantisce un rapporto costante con il Dipartimento della Regione Sicilia (SORIS), con la Prefettura – UTG e i comuni limitrofi, e le strutture deputate al controllo e all’intervento sul territorio. Per garantire il coordinamento delle attività di protezione civile, in particolari situazioni di emergenza il Sindaco o suo delegato, attiva presso la sede comunale, un presidio operativo composto dalla sola funzione tecnica di valutazione e pianificazione.

Presidio Operativo Comunale

Funzionario/i Qualifica Telefono

cellulare Fax Email

Cristofaro INGARDIA

Resp.le Ufficio Comunale

di Protezione Civile 3336242014 0923401303 cristofaro.ingardia@comune.paceco.tp.it

Cristofaro

INGARDIA Responsabile Settore IV 0923401303 cristofaro.ingardia@comune.paceco.tp.it Giuseppe

D’ALESSANDRO Comandante P.M. 3313130388 0923883960 giuseppe.dalessandro@comune.paceco.tp.it I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo.

2.5 CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.)

Il Sindaco o suo delegato, in qualità di Autorità comunale di Protezione Civile, al verificarsi dell’emergenza, nel territorio comunale, attiva il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), per la direzione ed il coordinamento dei soccorsi ed assistenza alla popolazione.

Il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) è ubicato nella sede dell’ufficio di Protezione Civile presso il Settore IV sito nella Via Placido Fardella 45 ed è stato aggiornato ed integrato con Determinazione Sindacale n. 17 del 17.03.2014.

L’ufficio è dotato della seguente attrezzatura:

 Telefono diretto, Fax, Fotocopiatrice, Scrivanie, Computers, Monitor grande schermo, Proiettore.

La struttura del Centro Operativo Comunale è configurata secondo le dieci funzioni di supporto più la Segreteria.

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11/33

Ogni singola funzione ha il proprio responsabile che in caso di emergenza, affianca il Sindaco nelle operazioni di soccorso alla popolazione.

 Il personale facente parte del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), in caso di sua attivazione, al ricevimento della comunicazione, deve presentarsi nella sede del C.O.C.

entro 30 minuti e assumere le funzioni per le quali è stato nominato.

2.6 RIPRISTINO VIABILITÀ E TRASPORTI

Per consentire una migliore organizzazione dei soccorsi al verificarsi dell’emergenza, si dovranno prevedere interventi atti alla riattivazione dei flussi di traffico lungo le vie di fuga, e, per l’accesso ai mezzi di soccorso.

Il Piano di Protezione Civile del Comune sulla base degli scenari ipotizzati, prevede l’attivazione di “Cancelli” in funzione del tipo di rischio.

Nell’Allegato F al presente Piano è riportato l’elenco dei cancelli attivabili per la gestione dei seguenti tipi di rischio:

 Rischio incendio;

 Rischio idrogeologico;

 Rischio idraulico;

 Rischio sismico;

 Rischio Tsunami.

Per ogni “Cancello” e per tipo di rischio a cui si fa riferimento viene indicato il tratto di strada chiuso al transito, e predisposti in loco con apposita segnaletica i percorsi alternativi.

2.7 MISURE DI SALVAGUARDIA DELLA POPOLAZIONE

Le misure di salvaguardia alla popolazione, sono finalizzate all’allontanamento della popolazione dalla zona di potenziale pericolo, particolare attenzione deve essere rivolta alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini). Per gli eventi non prevedibili, sarà fondamentale che il primo soccorso venga attuato entro pochi minuti del verificarsi dell’evento.

Il personale individuato dalle funzioni di supporto quale “responsabile della viabilità”, è il Comandante della Polizia Municipale che coadiuvato dai volontari, giuda gli sfollati nelle: “Aree di attesa”.

2.7.1 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

Il cittadino residente nella zona direttamente o indirettamente interessata all’evento, sarà informato tramite megafoni, e/o altoparlanti installati su autovetture, avvalendosi anche delle Associazioni di Volontariato.

Nel Periodo Ordinario: il Sindaco o suo delegato comunica alla popolazione le informazioni relative al Piano e il comportamento da seguire in caso di evento calamitoso.

In Emergenza: la popolazione viene costantemente informata sull'evento previsto e sulle attività disposte dal Centro Operativo Comunale (C.O.C.), tramite i sistemi di allertamento acustici e/o comunicazioni porta a porta e/o con megafoni.

La relazione tra i livelli di criticità (ordinaria, moderata ed elevata). I livelli di allerta (preallerta, attenzione, preallarme e allarme) sono stabiliti per come indicato nella seguente tabella:

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LIVELLO DI CRITICITA’

Evento atteso (per ogni tipo di rischio)

FASI DI ALLERTA

Bollettino di “Criticità Ordinaria” PREALLERTA Avviso di “Criticità Moderata” ATTENZIONE Avviso di “Criticità Elevata” PREALLARME Avviso di “Criticità Elevata” ALLARME

Il Sindaco è il responsabile del Presidio Operativo Comunale, sulla base delle manifestazioni locali e dei bollettini pervenuti dal Dipartimento regionale di protezione civile SORIS, valutano se attivare o meno le procedure di livello superiore a quelli trasmessi dal SORIS, informando le componenti del sistema di protezione civile (Prefettura, Provincia, Regione).

2.7.2 SISTEMI DI ALLARME PER LA POPOLAZIONE

L’attivazione dell’allarme e/o del cessato allarme - in caso di pericolo e/o dell’avvio della procedura di evacuazione, attraverso l’ordine del Sindaco, è segnalato tramite sirene, altoparlanti montati su autovetture, altri sistemi acustici o per via telefonica e/o porta a porta, mediante le associazioni di volontariato e la Polizia Municipale.

Ente/servizio/organizzazione (Polizia Municipale,

volontariato…)

Modalità di allertamento alla

popolazione

Referente Telefono/cellulare

Polizia Municipale Sirene

Giuseppe D’ALESSANDRO

0923401500 3313130388 Ufficio Protezione Civile Sirene Cristofaro INGARDIA 0923401308 3336242014 Associazioni di volontariato Porta a porta

I dati della tabella dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo.

2.7.3 MODALITÀ DI EVACUAZIONE ASSISTITA

Attraverso l’invio immediato da parte dell’Ufficio di Protezione Civile del personale comunale quale Polizia Municipale e delle organizzazioni di volontariato presenti sul territorio, si procede alla evacuazione dell’area e/o aree interessate all’evento, dando priorità ai bambini, ai disabili e agli anziani. Successivamente si procederà alla distribuzione di generi di prima necessità quali, acqua, latte, pane e se necessario anche coperte e indumenti, nella impossibilità che le popolazione evacuata non possa rientrare nelle proprie case, la sala operativa (COC) dovrà nel più breve tempo possibile attivare la procedura per trasferire gli sfollati nel centro di accoglienza.

2.7.4 MODALITÀ DI ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE

Per fronteggiare le esigenze della popolazione, che a seguito dell’evento devono essere trasferite temporaneamente nelle aree di accoglienza, l’assistenza alla popolazione viene garantita da funzionari del comune e dalle organizzazioni di volontariato presenti sul territorio.

2.7.5 INDIVIDUAZIONE E VERIFICA DELLA FUNZIONALITÀ DELLE AREE DI EMERGENZA

(TAVOLA 5.01) - (Allegato E - Aree di Protezione Civile)

Sono state individuate nell’abito del territorio comunale le seguente tipologia di aree di Protezione Civile distinto con diverso colore all’interno degli elaborati cartografici:

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13/33 - colore verde: “Aree di attesa”

- colore rosso: “Aree di accoglienza”

- colore giallo: “Aree di ammassamento”

- colore turchese: “Area di interramento carcasse animali”

- colore arancione: “Area di ricovero beni culturali”

- colore blu: “Aree scarico inerti”

- colore seppia: “Aree ammassamento animali da reddito”

Tali aree sono così definite all’interno del glossario della Protezione Civile:

- Aree di attesa della popolazione. Sono i luoghi di prima accoglienza per la popolazione;

possono essere utilizzate piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati non soggetti a rischio (frane, alluvioni, crollo di strutture attigue, etc.), raggiungibili attraverso un percorso sicuro. Il numero delle aree da scegliere è funzione della capacità ricettiva degli spazi disponibili e del numero degli abitanti. In tali aree la popolazione riceve le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto. Le Aree di Attesa della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche ore e qualche giorno.

- Aree di accoglienza o di ricovero della popolazione. Sono luoghi, individuati in aree sicure rispetto alle diverse tipologie di rischio e poste nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche e fognarie, in cui vengono installati i primi insediamenti abitativi per alloggiare la popolazione colpita. Dovranno essere facilmente raggiungibili anche da mezzi di grandi dimensioni per consentirne l’allestimento e la gestione. Rientrano nella definizione di aree di accoglienza o di ricovero anche le strutture ricettive (hotel, residence, camping, etc.).

- Aree di ammassamento soccorritori e risorse. Luoghi, in zone sicure rispetto alle diverse tipologie di rischio, dove dovranno trovare sistemazione idonea i soccorritori e le risorse necessarie a garantire un razionale intervento nelle zone di emergenza. Tali aree dovranno essere facilmente raggiungibili attraverso percorsi sicuri, anche con mezzi di grandi dimensioni, e ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche ed con possibilità di smaltimento delle acque reflue. Il periodo di permanenza in emergenza di tali aree è compreso tra poche settimane e qualche mese.

2.7.6 RIPRISTINO DEI SERVIZI ESSENZIALI

Sarà dato immediato corso alla verifica delle reti erogatrici dei servizi, provvedendo se necessario al loro immediato ripristino contattando gli Enti erogatori del servizio stesso (Enel, EAS, Telecom).

2.7.7 SALVAGUARDIA DELLE STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE A RISCHIO Obiettivo prioritario del personale della Sala Operativa Comunale (C.O.C.) è quello di monitorare gli elementi esposti a rischio e di mantenere i contatti con la Prefettura, la Provincia, i comuni limitrofi e l’ufficio Regionale di protezione civile (SORIS), al fine di valutare il passaggio da livelli di criticità (ordinaria, moderata ed elevata) a i livelli di allerta (preallerta, attenzione, preallarme e allarme), tutti finalizzati al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

a. Inviare il personale composto da vigili urbani e volontari coordinati da un responsabile per verso le “aree di attesa”;

b. Inviare nelle “aree di attesa” un gruppo di volontari con generi di prima necessità quali acqua, latte, ecc., tale operazione serve da incoraggiamento e supporto psicologico alla popolazione colpita;

c. Inviare nelle “aree di attesa” personale medico e paramedico per il primo soccorso;

d. L’ufficio tecnico provvederà nel contempo alla verifica di quelle strutture, quali ponti ecc. che possono aver subito danni tali da inficiarne la percorribilità di un tratto o dell’intera strada in questione.

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e. In presenza di feriti gravi o comunque che necessitano di cure immediate può essere utilizzato il presidio sanitario di poliambulatorio sito alla fine della via Francesco CRISPI;

f. Tutti gli sfollati anziani, bambini, portatori di handicap ecc., verranno accompagnati dal personale dei Servizi Sociali del comune, assistito dalla Polizia Municipale e dai volontari presso la prima area di ricovero immediatamente utilizzabile e sicura in funzione alla tipologia di rischio.

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RISCHIO INCENDI

Tavola 4.01 – Rischio incendi. Vulnerabilità antropica per impatti con potenziali fenomeni di combustione

Il 30% del territorio italiano è costituito da boschi, l’ampia varietà di specie costituisce un’immensa ricchezza per l’ambiente, per l’ecosistema e per l’equilibrio del territorio. Le alterazioni delle condizioni naturali del suolo causate da un incendio, favoriscono fenomeni di dissesto dei versanti, provocando in caso di piogge intense, lo scivolamento e l’asportazione dello strato di terreno superficiale.

Sebbene le aree boscate all’interno del territorio comunale siano dislocate in zone distanti dall'abitato, è importante tutelare il patrimonio esistente, anche attraverso una politica di educazione e di norme comportamentali da far seguire alla popolazione per cercare di abbattere il fenomeno (incendio).

Le cause d’incendio possono essere così suddivise:

1. Cause accidentali: causate da episodi non creati volontariamente, quali autocombustione o da scintille provocate da strumenti di lavoro o da corto circuito.

2. Cause colpose: dovute all’azione più o meno volontaria dell’uomo, come il gettare da un’auto in corsa una cicca di sigaretta o un fiammifero accesi, eliminazione di erbe infestanti mediante accensione intenzionale, uso improprio di sostanze infiammabili.

3. Cause dolose: focolai appiccati con intenzionalità.

Per fare fronte alle emergenze che potrebbero verificarsi nel territorio comunale a causa di incendi, nelle adiacenze delle strade comunali e provinciali o in presenza di campi incolti e/o abbandonati a livello locale è stata realizzata una carta dei rischi, individuando le zone del territorio comunale più vulnerabili. Il rischio sarà maggiore laddove sussistono insediamenti abitativi. La maggior parte degli incendi hanno inizio lungo le vie di comunicazione sia principali che interne e si concentrano nel periodo che va da Giugno a Settembre con l’associazione di diversi fattori predisponenti. Infatti, in questi mesi le condizioni di aridità del suolo, scarsa umidità, ventosità caratterizzata dallo scirocco associate alla bassa frequenza di precipitazioni, alle alte temperature ed alla presenza di vegetazione secca, facilitano la propagazione del fuoco.

All’interno della cartografia tematica sono contraddistinte tre tipologie di fenomeni di combustione visualizzabili nell’apposita legenda e distinti in:

- Vegetazione arbustiva. In questa categoria sono stati individuati gli alberi arbustivi di tipo ornamentale. Per tale tema sono stati mappati 675.980,00 mq di superficie con una incidenza pari a 1,17% della superficie comunale.

- Elementi maggiormente vulnerabili ai fenomeni di combustione. In questa categoria sono stati individuati la vegetazione fluviale, le praterie di incolti urbani, le aree coperta da canneti, le aree antropizzate che possono essere utilizzate come depositi/distribuzione di prodotti petroliferi, depositi di autoveicoli rottamati ed i depositi di autoveicoli in genere.

Per tale tema sono stati mappati 911.025,50 mq di superficie con una incidenza pari a 1,58%

della superficie comunale.

- Incendi di interfaccia. In questa categoria rientrano quelle aree o fasce, nelle quali l'interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali è molto stretta, luoghi geografici dove il sistema urbano e quello rurale si incontrano ed interagiscono, così da considerarsi a rischio di incendio. Tale tipo di incendio può avere origine sia in prossimità dell'insediamento (ad es. dovuto all'abbruciamento di residui vegetali o all'accensione di fuochi durante attività ricreative in parchi urbani e/o periurbani) sia come derivazione da un incendio di bosco. La fascia di interfaccia che è stata riportata sulla cartografia è quella compresa fino a 50,00 mt di profondità.

Per valutare gli esposti dai fenomeni di combustione per le prime due categorie è stata considerata una fascia potenziale media d’interfaccia fino a 25,00 mt per i seguenti siti maggiormente vulnerabili:

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- Sito “COMB01” – Nord-Ovest dell’abitato di Paceco tra il torrente Baiata e la zona produttiva;

- Sito “COMB02” – L’area produttiva di Nubia lungo la via Libica

- Sito “INC01” - Nord-Est dell’abitato di Paceco comprendente la villa comunale e la vegetazione arbustiva a sud del torrente baita;

- Sito “INC02” - Sud-Ovest dell’abitato di Paceco all’interno della proprietà della Villa Serraino e la vegetazione arbustiva limitrofa;

- Sito “INC03” – Vegetazione arbustiva presente sul perimetro all’interno dell’invaso Baiata.

- Sito “INC04” – Sud dell’abitato di Paceco all’interno della proprietà della Villa Adragna;

- Sito “INC05” – Centro dell’abitato di Paceco in aree private comprendente il distributore di carburante e la vegetazione arbustiva limitrofa.

3.1 ELEMENTI ESPOSTI A RISCHIO

Allegato C – Codici identificativi Allegato D - Beni esposti

Nel territorio comunale ricadono le seguenti strutture ricettive:

CLASSIFICAZIONE PACECO NUBIA DATTILO COMUNE

B&B 13 3 2 18

TURISMO RURALE 1 1

AGRITURISMO 1 1 2

ALBERGO/HOTEL 2 2

TOTALE 15 5 3 23

Si ritiene pertanto di dover inserire prioritariamente gli esposti sensibili quali alberghi, case vacanza, B.&B. e tutti gli insediamenti anche privati che insistono nelle aree a maggior rischio.

3.2 POPOLAZIONE

E’ possibile valutare l’eventuale esposizione al rischio da parte della popolazione in relazione alla posizione degli edifici rispetto ad una determinata calamità (Incendio) riferibile all’indicazione della località abitata rappresentata nelle Basi territoriali ISTAT 2011. Pertanto è possibile confrontare la distribuzione degli edifici, aggregati per livello di rischio per singola località abitata, rispetto alla distribuzione della popolazione residente.

3.3 BENI ESPOSTI

Per quanto riguarda le indagini sui beni esposti (strutture pubbliche e/o ad uso pubblico – vedi Codici Identificativi Allegato “C”) si propone la tabella che rappresenta sinteticamente i dati:

(Allegato D – Beni esposti)

L’indagine relativa è stata condotta dei siti potenzialmente pericolosi fino alle fascie buffer su cui possono ricadere dei beni esposti in modo diretto o indiretto da elementi antropici e/o naturali costituenti potenziale rischio per fenomeni di combustione. Nello specifico sono stati individuati sul territorio dei siti con potenziale rischio da fenomeni di combustione che possono avere impatto in modo variabile di gravità con l’immediato contesto.

Si propone una visualizzazione delle tabelle contenente i singoli beni esposti suddivisi per “sito”

individuato nella cartografia tematica.

Per gli edifici e immobili privati è possibile visualizzare il potenziale livello di esposizione attraverso l’apposita tavola cartografica - Tavola 4.01.

3.4 AREE DI PROTEZIONE CIVILE

Tavola 4.01 – Rischio incendi. Vulnerabilità antropica per impatti con potenziali fenomeni di combustione Tavola 5.01 – Quadro di sintesi delle aree di Protezione Civile

Per le finalità del presente Piano ci si riferisce prioritariamente alle aree di ricovero della popolazione.

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In riferimento all’evento calamitoso in esame si propone la tabella riepilogativa delle aree funzionali agli usi di Protezione Civile (per tipo di rischio), individuate nelle tavole tematiche cartografiche, con la seguente simbologia:

- colore verde: “Aree di attesa”

- colore rosso: “Aree di accoglienza”

- colore giallo: “Aree di ammassamento”

- colore turchese: “Area di interramento carcasse animali”

- colore arancione: “Area di ricovero beni culturali”

- colore blu: “Aree scarico inerti”

- colore seppia: “Aree ammassamento animali da reddito”

3.5 VIABILITÀ DI EMERGENZA

Tavola 4.01 – Rischio incendi. Vulnerabilità antropica per impatti con potenziali fenomeni di combustione

Il Piano della viabilità di emergenza identifica per il rischio di incendi la percorribilità delle strade ai soccorritori in emergenza e soddisfa i seguenti elementi:

• La viabilità di emergenza è costituita dalle principali arterie stradali da riservare al transito prioritario dei mezzi di soccorso, successivamente si possono e si devono individuare i percorsi alternativi e la viabilità di emergenza utilizzando anche le arterie secondarie.

• I cancelli (luoghi nei quali le componenti delle FF.OO. assicurano con la loro presenza il filtro necessario per garantire la sicurezza delle aree esposte al rischio, e assicurare la percorribilità delle strade riservate ai soccorritori). - (Allegato “F” – Cancelli) - Va precisato che i cancelli sono stati posti in corrispondenza delle aree esposte, per far fronte a eventuali situazioni di pericolo e posizionati lungo le strade e/o gli incroci interessati all’evento.

3.6 PIANIFICAZIONE DELL’EMERGENZA

Nel caso si verifichi un incendio in aree urbanizzate o in aree limitrofe ad esse, il Sindaco o il Responsabile del C.O.C. attivano il Presidio Operativo Comunale, che effettua i sopralluoghi e avvia le procedere per l’eventuale evacuazione delle abitazioni potenzialmente interessate all’evento, dando priorità ai portatori handicap, bambini e anziani.

L’ufficio “Assistenza alla popolazione” -Funzione F9- con l’ausilio dei volontari assiste gli sfollati accompagnati nelle aree di attesa o in aree sicure.

La Polizia Municipale funzione -Funzione F7- attiva i cancelli affinché le squadre di soccorso possano raggiungere i luoghi su cui intervenire al fine di evitare che curiosi o persone del luogo creino intralcio al passaggio dei mezzi di soccorso.

Cessato l’allarme e dopo le opportune verifiche tecniche, se le condizioni lo consentono, le persone fatte confluire nelle aree di attesa, vengono invitate a rientrare nelle proprie abitazioni, se invece ci sono danni accertati dalla –Funzione F6 -, gli sfollati vengono accompagnati temporaneamente nelle aree di ricovero.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO

1.03 - Vulnerabilità del territorio per rischi connessi dai fattori antropici e naturali.

2.01 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Ambiti territoriali di attenzione per i fenomeni.

2.02 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Gestione dei soccorsi.

Il territorio comunale confina a Nord con il Comune di Trapani, per un tratto, ed il Comune di Erice, a Sud-Est sempre con il Comune di Trapani mentre a Ovest con il Mar Mediterraneo. Il territorio Comunale ricade su tre bacini idrografici principali ed è attraversato da tre torrenti quale il torrente Baita a Nord, dal torrente Verderame a Sud e dal torrente Birgi ad Sud-Est. In tutte e tre i torrenti sono presenti opere di regimentazione costituiti da una sezione ad alveo naturale e/o artificiale. Tra le opere di ingegneria idraulica presenti sul territorio finalizzata alla riduzione del trasporto di materiale solido sul fondo da parte del corso d’acqua vi sono delle briglie sul canale affluente sull’invaso Baita.

Dalla presenza della regimentazione di questi canali si deduce che in passato il territorio comunale di Paceco sia stato interessato da fenomeni di esondazione ed infatti sul “Sistema Informativo sulle Catastrofi Idrogeologiche” sono stati censiti i seguenti eventi:

- Scheda di censimento n. 1100026.

o Località Paceco – Zona occidentale del territorio comunale.

o Evento registrato in data 02.09.1965.

o Durata dell’evento: 2 giorni

o Cause innescanti: Evento meteoclimatico, rotture arginali, frane o Pioggia: 153 mm in 2 giorni (Pluviometro Trapani)

- Scheda di censimento n. 1100029.

o Località Paceco.

o Evento registrato in data 05.11.1976.

o Durata dell’evento: 1 giorni

o Cause innescanti: Evento meteoclimatico

o Pioggia: 57 mm in 1 giorni (Pluviometro Trapani)

Sempre in tema di eventi di maggior criticità dal punto di vista idrogeologico sono oltremodo contenute all’interno dello Studio Geologico, propedeutico al vigente PRG, sull’apposita Carta della suscettività due siti interessati dalla “Piana di esondazione” di cui una in località Nubia tra la via Verdi, via Chiusa e via Garibaldi ed una nell’agro pacecoto lungo la strada provinciale 8 via Castelvetrano nel tratto compreso tra il Timpone Castellazzo e l’Autostrada. Inoltre sul territorio comunale di Paceco sono presenti due vincoli idrogeologici, di cui al RDL n.3267/1923, di cui uno sul territorio della frazione di Dattilo sul versante nord del nucleo abitativo di Dattilo centro ed uno nell’agro pacecoto lungo la costiera di Xiggiare.

Nel territorio della frazione di Nubia dalla Carta del dissesto idrogeologico in scala 1:50.000 redatta dall’ARTA - ufficio Difesa del Suolo e Studi Geologici, su cartografia IGM foglio 605

“Paceco” edizione ottobre 1999, si evince la rappresentazione di un sito definito in legenda “Aree inondate e/o alluvionate”. Questa carta costituisce una delle tavolette IGM elaborate dall’ARTA e contenute all’interno del Decreto Assessoriale della Regione Siciliana n. 298/41 del 04/07/2000 (Pubblicazione GURS n. 54 del 21/07/2000) congiuntamente alle relazioni tecniche quale

“Relazione generale” e “Relazione. Il territorio ed i bacini idrografici”. La rappresentazione di tale area però non è estesa nei contenuti tecnico, scientifico, localizzativo nonché esplicativi all’interno delle relazioni ove si accennano “..omissis.. danni alluvionali nel T.te Lenzi a Nubia (’98)” (vedi sito http://www.artasicilia.eu/old_site/web/web41/dissesto.htm ancora pubblico alla data del 31.03.2014). Questa informazione, dalla incerta attendibilità storica, non è stata più confermata nel successivo Decreto Presidenziale n. 121 del 21/03/2011 (Pubblicazione GURS n. 22 del 20/05/2011) con la precisazione nella “Relazione bacino” del Bacino Idrografico del Fiume Lenzi-Baiata (TP), edizione Maggio 2004, alla pagina 41 al titolo “3. ANALISI DEL RISCHIO IDRAULICO” nella parte “3.1. Premessa” del seguente testo “In data 21/02/2002 l’Assessorato

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Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, con D.D.G. n.88, ha eliminato le aree a rischio di esondazione nel territorio comunale di Paceco, precedentemente individuate nel Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico (nel seguito P.A.I.) adottato con D.A. n.298/41 del 4/7/2000 e con i successivi D.D.G. n.499/41 del 12/07/2001 e n.710/41 dell’8/10/2001. Nel seguito è descritto brevemente l’iter tecnico ed amministrativo che ha condotto a tale risoluzione. Con il primo D.A. n.298/41, la Contrada Nubia, nel territorio comunale di Paceco, era stata sottoposta a vincolo per elevato rischio di esondazione relativo ad un’ipotesi di collasso dell’invaso (diga Baiata) che sbarra il Torrente Baiata a monte dell'abitato di Paceco. Omissis…” . Seppur in quest’ultimo contenuto testuale si parli di “vincolo per levato rischio di esondazione” e non di

“Aree inondate e/o alluvionate” la nuova edizione del P.A.I., di cui al Decreto Presidenziale n. 121 del 21/03/2011, non riporta tale informazione e pertanto negli elaborati cartografici del Piano Comunale di Protezione Civile essa è stata stralciata dalla visualizzazione cartografica dei precedenti elaborati 1.03, 2.01 e 2.02 così come richiamato nel verbale della III CCP del Comune di Paceco nella seduta del 31.03.2014.

Oltre ai sopradetti fenomeni mediante l’ausilio della cartografia del P.A.I. (Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico) sono stati individuati i seguenti eventi:

- Rischio geomorfologico;

- Pericolosità geomorfologica;

- Dissesti geomorfologici;

- Area di esondazione per collasso dell’invaso Baiata;

- Collasso del fiume Lenzi;

- Rischio idraulico del fiume Lenzi;

- Pericolosità idraulica del fiume Lenzi.

Vi è una generale dipendenza tra eventi meteorologici ed eventi calamitosi di natura idrogeologica pertanto è possibile predisporre quando sono previste precipitazioni di particolare intensità ed in considerevole quantità, delle procedure atte alla salvaguardia della popolazione delle aree più vulnerabili.

E’ da segnalare che dal punto di vista del rischio idraulico è di fondamentale importanza l’individuazione dei punti critichi, denominati “nodi infrastrutturali”, corrispondenti all’intersezione tra la sede viaria carrabile con la rete idrografica. Questi “nodi” hanno il compito di permettere e garantire il corretto deflusso delle acque meteoriche dalla rete idrografica secondaria verso quella primaria, quindi dall’alto del versante verso il basso. Pertanto in presenza di forti precipitazioni con intensa piovosità prolungata nel tempo occorre un approfondito monitoraggio degli stessi prioritariamente:

- in corrispondenza dei percorsi con maggior intensità di traffico;

- sulle località abitate di fondo valle;

- nei nodi infrastrutturali della rete idrografica più bassi a quelli più alti.

Periodi di riferimento: da Ottobre a Marzo.

Aree interessate: territorio della frazione di Nubia.

4.1 ELEMENTI ESPOSTI A RISCHIO

2.01 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Ambiti territoriali di attenzione per i fenomeni.

2.02 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Gestione dei soccorsi.

Gli elementi esposti a rischio in conseguenza dell’individuazione delle aree riportate in cartografia come livelli di pericolosità e di rischio e che si ritiene potrebbero essere interessati da un evento calamitoso - Allegato “D”.

4.2 POPOLAZIONE

E’ possibile valutare l’eventuale esposizione al rischio da parte della popolazione in relazione alla posizione degli edifici rispetto ad una determinata calamità (idrogeologico e idraulico) riferibile

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all’indicazione della località abitata rappresentata nelle Basi territoriali ISTAT 2011. Pertanto è possibile confrontare la distribuzione degli edifici, aggregati per livello di rischio per singola località abitata, rispetto alla distribuzione della popolazione residente.

4.3 BENI ESPOSTI

2.01 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Ambiti territoriali di attenzione per i fenomeni.

2.02 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Gestione dei soccorsi.

Dall’analisi dei dati ottenuti dalla cartografia, si evince che il territorio del comune è esposto a diversificati fenomeni di rischio idrogeologico diffusi soprattutto lungo il versante nord del territorio comunale di Paceco a confine con il Comune di Trapani su cui confluiscono i due torrenti il Lenzi ed il torrente Baita accompagnati da fenomeni di rischio geomorfologico a nord dell’abitato di Paceco dopo il torrente Baiata e la presenza di aree in passato alluvionate nella frazione di Nubia.

Per quanto riguarda le indagini sui beni esposti (strutture pubbliche e/o ad uso pubblico) vedi (Allegato”C”. Codici Identificativi) si propone una visualizzazione delle tabelle contenente i singoli beni esposti suddivisi per “codice” richiamato anche nella cartografia tematica - Allegato D – Beni esposti.

Per gli edifici e immobili privati è possibile visualizzare il potenziale livello di esposizione attraverso l’apposita tavola cartografica.

4.4 AREE DI PROTEZIONE CIVILE

2.01 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Ambiti territoriali di attenzione per i fenomeni.

2.02 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Gestione dei soccorsi.

Tavola 5.01 – Quadro di sintesi delle aree di Protezione Civile

Per le finalità del presente Piano ci si riferisce prioritariamente alle aree di ricovero della popolazione.

In riferimento all’evento calamitoso in esame si propone la tabella riepilogativa delle aree funzionali agli usi di Protezione Civile (per tipo di rischio), individuate nelle tavole tematiche cartografiche, con la seguente simbologia:

- colore verde: “Aree di attesa”

- colore rosso: “Aree di accoglienza”

- colore giallo: “Aree di ammassamento”

- colore turchese: “Area di interramento carcasse animali”

- colore arancione: “Area di ricovero beni culturali”

- colore blu: “Aree scarico inerti”

- colore seppia: “Aree ammassamento animali da reddito”

4.5 VIABILITÀ DI EMERGENZA

2.01 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Ambiti territoriali di attenzione per i fenomeni.

2.02 - Rischio idrogeologico, idraulico e Tsunami. Gestione dei soccorsi.

Il Piano della viabilità di emergenza identifica per il rischio di idrogeologico e idraulico la percorribilità delle strade ai soccorritori in emergenza e soddisfa i seguenti elementi:

• La viabilità di emergenza è costituita dalle principali arterie stradali da riservare al transito prioritario dei mezzi di soccorso, successivamente si possono e si devono individuare i percorsi alternativi e la viabilità di emergenza utilizzando anche le arterie secondarie.

• I cancelli luoghi nei quali le componenti delle FF.OO. assicurano con la loro presenza il filtro necessario per garantire la sicurezza delle aree esposte al rischio, e assicurare la percorribilità delle strade riservate ai soccorritori). - (Allegato “F” – Cancelli) - Va precisato che i cancelli sono stati posti in corrispondenza delle aree esposte, per far fronte a eventuali situazioni di pericolo e posizionati lungo le strade e/o gli incroci interessati all’evento.

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21/33 4.6 PIANIFICAZIONE DELL’EMERGENZA

Le aree urbanizzate maggiormente interessate ad un possibile rischio idrogeologico e idraulico, sono note e sono state riportate nella cartografia di riferimento.

Nel caso di allarme per “rischio idrogeologico” Il Sindaco o il Responsabile del C.O.C. attivano il Presidio Operativo Comunale, che effettua i sopralluoghi e se lo ritiene necessario procede all’evacuazione delle abitazioni potenzialmente interessate all’evento, dando priorità ai portatori handicap, bambini e anziani.

L’ufficio “Assistenza alla popolazione” -Funzione F9-, accompagna gli sfollati nelle aree di attesa o in aree sicure con l’ausilio dei volontari.

La Polizia Municipale -Funzione F7- attiva i cancelli, cioè chiude le strade interessate dall’esondazione e devia il transito verso percorsi sicuri.

Cessato l’allarme e dopo le opportune verifiche tecniche, se le condizioni lo consentono, le persone fatte confluire nelle aree di attesa, vengono invitate, a rientrare nelle proprie abitazioni, se invece l’area è impraticabile o ci sono danni accertati dalla –Funzione F6 -, gli sfollati vengono accompagnati temporaneamente nelle aree di ricovero.

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