Il bilancio della banca
Prof. Oscar Cosentini
Dottore Commercialista - Revisore Legale
Professore Straordinario di Economia Aziendale
Direttore Master Scienze Economiche e Bancarie Europee – Università Luiss Guido Carli Dott. Cristiano Ippoliti
Dottore Commercialista - Revisore Legale
Il bilancio della banca
Sviluppo logico degli argomenti
Normativa di riferimento
Regolamento CE n. 1606/2002 (c.d. Regolamento Ias)
e Decreto Legislativo 38/2005
Introduzione dei principi contabili
internazionali
Principi contabili internazionali IAS/IFRS
Finalità e destinatari del bilancio
Caratteristiche dei principi
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre 2018) Schemi di Stato patrimoniale e
Conto Economico
Strumenti finanziarie, Fair Value, Costo ammortizzato, Derivati
Normativa di riferimento Regolamento CE n. 1606/2002
(c.d. Regolamento Ias)
e Decreto Legislativo 38/2005
Principi contabili internazionali IAS/IFRS
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre 2018)
Ha introdotto l’obbligo di adozione dei principi contabili internazionali per i bilanci consolidati delle società quotate
Regolamento CE n. 1606/2002 (c.d. Regolamento Ias)
e Decreto Legislativo 38/2005
al fine di armonizzare l’informativa finanziaria,
con lo scopo di garantire un elevato livello di
trasparenza
e comparabilità dei bilanci
e quindi l’efficiente funzionamento del mercato comunitario dei capitali
rafforzare la libertà di movimento dei capitali nel mercato interno
consentire alle imprese comunitarie di competere ad armi pari per l’allocazione delle risorse finanziarie disponibili nei mercati comunitari (e mondiali) dei capitali
Il legislatore europeo ha voluto
Un mercato è efficiente
se i prezzi degli strumenti riflettono pienamente le informazioni disponibili
Il Regolamento lasciava ai singoli Stati membri la possibilità di estendere tale obbligo anche (articolo 5):
a) al bilancio individuale delle società quotate;
b) ai bilanci individuali e/o consolidati delle società diverse da quelle quotate
Decreto Legislativo n. 38 del 28 febbraio 2005 l’ambito di
applicazione degli IAS/IFRS
prescrivendone tra l’altro l’adozione alle banchee ad altre società finanziariesottoposte alla vigilanzada parte della Banca d’Italia
Ha esteso
Decorrenza
dell’adozione : Bilancio 2005 2006
CONSOLIDATO OBBLIGATORIO
INDIVIDUALE FACOLTATIVO OBBLIGATORIO Ha confermato
i poteri regolamentari della Banca d’Italia in materia di “forme tecniche”
dei bilanci bancari e finanziari, già previsto dalla precedente normativa (art. 5 del D.Lgs 87/92).
Principi contabili internazionali:
IAS (International Accaonting
Standards) rinominati in IFRS
(International Financial Reporting Standards)
Regolamento CE n. 1606/2002 (c.d. Regolamento Ias)
e Decreto Legislativo 38/2005
Principi contabili internazionali IAS/IFRS
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre 2018)
Normativa di riferimento
Lo IASB ha il compito di sviluppare, nell’interesse
pubblico, un set di principi contabili in grado di garantire:
trasparenza nella predisposizione dei documenti contabili
e comparabilità degli stessi a livello
internazionaleI principi contabili internazionali IFRS (International Financial Reporting Standard – già denominati IAS - International Accounting Standards)
sono emanati dallo IASB (International Accounting Standards Board) .
ed omologati dalla Commissione Europea
EFFICIENTE
ALLOCAZIONE DEI CAPITALI
STANDARD
GLOBALI
trasparenza
La globalizzazione dell’economia e dei mercati generano l’esigenza di avere bilanci preparati con criteri uniformi, al fine di permettere ai mercati finanziari di allocare nel modo migliore i mezzi finanziari alle imprese che offrono le
migliori combinazioni di redditività e rischio.
comparabilità
I mercati finanziari hanno bisogno, per l’efficiente allocazione di capitali, di trasparenza e di principi contabili sani, idonei a rappresentare in modo affidabile:
la situazione patrimoniale, finanziaria e
reddituale, l’esistenza di rischi, la loro correlazione con l’attività tipica e le azioni intraprese dalla direzione per ridurre l’esposizione a tale rischi
Principi contabili
internazionali
IAS/IFRS
Lo IASB è supportato dall’IFRIC – International Financial Reporting Interpretations Committee (che ha sostituito il SIC – Standing Interpretations
Committee), nell’omogeneizzazione dei principi a livello internazionale, producendo documenti interpretativi sui principi generali.
Il set di documenti contabili riconducibili agli IAS include pertanto:
principi contabili internazionali IAS/IFRS;
documenti interpretativi IFRIC/SIC;
framework dello IASB.
Principi contabili
internazionali
IAS/IFRS
Framework dello IASB:
rappresenta il quadro di riferimento dei principi contabili internazionali ;
espone i concetti di base per la preparazione e presentazione di un bilancio redatto in conformità agli IAS/IFRS;
non rappresenta un vero e proprio principio contabile e non si propone di indicare specifici trattamenti contabili relativi a singole operazioni aziendali;
tratta:
le finalità del bilancio;
le caratteristiche qualitative che determinano l’utilità dell’informazione contenuta nel bilancio;
la definizione, rilevazione e valutazione delle poste che costituiscono il bilancio;
i concetti di capitale e di conservazione del capitale.
il Framework dello IASB individua anche i possibili utilizzatori delle
informazioni contenute nel bilancio
investitori
dipendenti
finanziatori
clienti governi
pubblico
Investitori: necessitano di informazioni per decidere se
comprare, mantenere o dismettere il loro investimento.Necessitano poi di informazioni che gli consentano di valutare la capacità dell’impresa di pagare dividendi;
Finanziatori, fornitori, clientela bancaria di raccolta:
necessitano informazioni utili per valutare la capacità dell’impresa di restituire i capitali prestati e i relativi
interessi alle date concordate.Clienti: sono interessati ad acquisire informazioni in merito alla continuità dell’impresa.
investitori
finanziatori
clienti
pubblico
Dipendenti: sono interessati ad avere
informazioni in merito alla stabilità e alla redditività dei loro datori di lavoro.
Pubblico: informazioni varie
Governi ed enti pubblici: necessitano di varie
informazioni, tra cui: attività delle imprese, informazioni per regolamentarle, per fissare le politiche fiscali, basi di riferimento nel calcolo del reddito nazionale e altre
statistiche.
FINALITÀ DEL BILANCIO
Secondo il Conceptual Framework
lo scopo del bilancio è quello di fornire
sull’entità che viene rappresentata informazioni economico-finanziarie
e che siano utili agli investitori e creditori attuali e potenziali nel prendere decisioni sul concedere risorse all’entità.
In tal senso il bilancio si inserisce in un più ampio sistema
comunicazione economico-finanziaria dell’impresa verso i vari portatori di interessi.
Il bilancio infatti non fornisce tutte le informazioni di cui necessitano, sia perché si riferisce principalmente ad
eventi passati, sia perché è redatto una volta all’anno.
assunzioni contabili
caratteristiche qualitative
Al fine di soddisfare le proprie finalità informative la redazione del bilancio si basa su due assunzioni contabili di fondo:
Principio della competenza
Continuità aziendale (going concern) Secondo il Conceptual Framework le
caratteristiche qualitative fondamentali per le informazioni finanziarie sono
Rilevanza
Rappresentazione fedele
Comparabilità
Principio della competenza
gli effetti delle operazioni e degli altri eventi aziendali sono rilevati quando si verificano (e non quando si manifestano i correlati incassi e pagamenti).
Il bilancio preparato secondo il principio della competenza fornisce informazioni
non solo sulle operazioni passate che hanno comportato incassi e pagamenti
ma anche sulle obbligazioni a pagare o a ricevere denaro nel futuro
purché relative ad operazioni verificatesi nel periodo di riferimento.
assunzioni contabili
Continuità aziendale (going concern)
il bilancio è predisposto nel presupposto della continuità operativa dell’impresa nel prossimo futuro.
Per cui si presume che l’impresa non abbia necessità
di liquidare
né ridurre significativamente
la propria operatività
Nel caso contrario il bilancio potrebbe dover essere preparato su base differente
assunzioni contabili
Le Informazioni sono rilevanti quando le stesse sono in grado di influenzare le decisioni economiche dei loro utilizzatori aiutandoli a valutare gli eventi passati, nonché quelli presenti e futuri.
Il Conceptual Framework definisce un’informazione rilevante nel caso in cui la sua omissione o imprecisa rappresentazione possa influenzare le decisioni economiche prese sulla base dei bilanci.
Rilevanza
Rappresentazione fedele
L’informazione deve
essere completa,
neutrale
e priva di errori
Secondo il Conceptual Framework :
raramente si raggiunge la perfezione,
necessità di massimizzare la qualità dell’informazione
caratteristiche
qualitative
Altre caratteristiche la cui presenza tende a migliorare l’utilità delle informazioni stesse (comparabilità, verificabilità, tempestività e comprensibilità).
Comparabilità
La valutazione e l’esposizione
gli utilizzatori devono poter comparare il bilancio di un’impresa nel tempo e tra imprese.
degli effetti finanziari di operazioni e altri eventi
tra loro simili
devono essere rappresentate in bilancio in modo coerente nel corso del tempo e tra imprese diverse
caratteristiche qualitative
ragionevole conoscenza
Comprensibilità
della dinamica degli affari,
dell’attività economica
e della contabilità
nonché la volontà di esaminare le informazioni con la normale diligenza.
Comprensibilità delle informazioni contabili da parte di un lettore
del bilancio che abbia quantomeno una caratteristiche
qualitative
Le principali caratteristiche dei principi contabili internazionali possono essere così sintetizzate:
Consentono una maggiore
comparabilità dei dati di bilancio a livello internazionale;
Privilegiano la prevalenza della sostanza sulla forma;
Introducono il criterio del fair value (valore equo) in aggiunta a quello del costo;
Richiedono informazioni anche di carattere gestionale da fornire nelle note esplicative di
accompagnamento ai bilanci
Richiedono un maggiore
coinvolgimento delle funzioni non amministrative nel processo di generazione dei dati di bilancio
Principali IAS/IFRS che hanno impatto nel bilancio bancario
IAS 32 – Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio
IFRS 9 – Strumenti finanziari (in vigore dal 1° gennaio 2018)
IAS 39 – Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione (in vigore per i bilanci fino al 31 dicembre 2017)
IFRS 7 – Strumenti finanziari: informazioni integrative
IFRS 13 – Valutazione del fair value
IFRS 16 - Leasing
Regolamento CE n.
1606/2002
(c.d. Regolamento Ias) e Decreto Legislativo 38/2005
Principi contabili
internazionali IAS/IFRS
Circolare della Banca d’Italia
n. 262 del 22 dicembre 2005 (6° aggiornamento 30 novembre 2018)
Normativa di riferimento
La
Circolare 262
della Banca d’Italia definiscegli schemi
del bilancio delle banche
nel rispetto delle disposizioni contenute nei principi contabili internazionali.
e le regole di compilazione
Contenuto
Stato Patrimoniale
Conto Economico
Prospetto della redditività complessiva
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto
Rendiconto finanziario
Nota integrativa
Relazione degli amministratori sulla gestione
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre 2018)
Contenuto
Stato Patrimoniale Conto Economico
Prospetto della redditività complessiva
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto Rendiconto finanziario
Nota integrativa
Relazione degli amministratori sulla gestione
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre 2018)
la Banca d’Italia ha previsto uno schema di Stato Patrimoniale in cui l’ordine espositivo delle voci segue essenzialmente un criterio di liquidità decrescente
con la "cassa e le disponibilità liquide" riportate come prima voce
e le attività immobilizzate materiali e immateriali
tendenzialmente come ultime voci.
Tale impostazione risulta coerente con quanto previsto dallo IAS 1 secondo il quale
per gli istituti finanziari una
presentazione delle attività e delle passività in ordine crescente o decrescente di liquidità fornisce
informazioni più significative rispetto ad una rappresentazione di tipo
“corrente/non corrente” (§ 43).
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre
2018)
Fair value (IFRS 13) Attività finanziarie (IAS 32, IFRS 9)
Costo ammortizzato (IFRS 9)
Derivati
(IFRS 9)
Strumento finanziario:
uncontratto
che fa sorgere un’attività finanziaria peruna entità ed una passività finanziaria o voce
di patrimonio netto per un’altra entità.
Attività finanziaria
denaro in cassa e in depositi bancari;
strumenti rappresentativi del patrimonio netto di un’altra entità;
diritti contrattuali a ricevere denaro o altra attività finanziaria da altre entità;
diritti a scambiare attività o passività finanziarie con un’altra entità a condizioni potenzialmente
favorevoli;
Mutui;
Prestiti Personali;
Cessioni del quinto;
Conti correnti;
Depositi attivi;
Pronti contro termine attivi;
Titoli di debito;
Titoli di capitale Attività finanziarie (IAS 32, IFRS 9)
È il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività
o che si pagherebbe per il trasferimento di una passività
in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di misurazione
Il fair valueè un criterio di valutazione di mercato, non specifico dell’entità.
Mentre per alcune attività e passività potrebbero essere disponibili transazioni o informazioni di mercato osservabili, per altre tali informazioni potrebbero non essere disponibili.
Stessa finalità del fair value: stimare il prezzo che
Fair value
(IFRS 13)
Gerarchia delle fonti L’IFRS 13 prevede una gerarchiadel fair value, che attribuisce:
la massima priorità ai prezzi quotati in mercati attivi per attività o passività identiche (dati di Livello 1)
e la priorità minima alle tecniche di valutazione che utilizzano input non osservabili (dati di Livello 3)
Gli input
rappresentano le assunzioni che gli operatori di mercato
fanno del determinare il
prezzo diun’attività o di una passività,
incluse le assunzionirelative al
rischio Livello CaratteristicheLivello 1 Prezzi quotati in mercati attivi alla data di misurazione Livello 2 Input osservabili diversi dai prezzi di mercato (prezzi di
elementi simili scambiati in mercati attivi, non attivi o su altri mercati, es. curve tassi)
Livello 3 Dati non osservabili, che riflettono le stime dell’impresa sull’ipotesi che partecipanti al mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo delle attività e passività finanziarie.
Costo ammortizzato
ammontare al quale un’attività o una
passività finanziaria è valutata al momento della rilevazione iniziale
al netto dei rimborsi di capitale,
aumentato
o diminuito dell’ammortamento accumulato
dedotte
le riduzioni per perdita di valore o non incassabilità
utilizzando
il metodo dell’interesse effettivo su tutte le differenze tra il valore iniziale e quello a scadenza,
Costo ammortizzato
(IFRS 9)
Criterio dell’interesse effettivo
è un metodo
di calcolo del costo ammortizzato di un’attività o di una passività
di ripartizione degli interessi attivi o passivi lungo il relativo periodo di ammortamento
è il tasso che attualizza esattamente i
pagamenti o gli incassi futuri stimati lungo la vita attesa dello strumento finanziario al valore contabile netto dell’attività o passività
finanziaria.
(Il calcolo comprende tutte le commissioni e i
margini ricevuti o pagati che sono parteintegrante del tasso di interesse, i costi di
transazione e tutti gli altri premi o sconti)
Tasso di interesse effettivo
Costo ammortizzato
(IFRS 9)
Esempio Esempio: si acquista un titolo di debito:
valore nominale di euro 10.000,
prezzo 105% (ovvero sopra la pari),
durata 5 anni,
tasso fisso del 4% con cedola annuale
rimborso del capitale a scadenza (bullet) Avendo acquistato il titolo ad un prezzo
sopra la pari si dovrà procedere ad ammortizzare la differenza tra:
il valore di iscrizione iniziale
il valore di rimborso a scadenza ed
Euro
Valore iscrizione iniziale (105% * 10.000) 10.500
Valore rimborso scadenza 10.000
Differenza da ammortizzare 500
Costo ammortizzato
(IFRS 9)
Costo ammortizzato (IFRS 9)
Esempio L’acquisto del titolo sopra la pari rappresenta un onere per la banca,
che riduce il rendimento nominale del titolo portandolo dal 4% al 2,91%. Tale ultimo tasso è calcolato attualizzando tutti i flussi di cassa previsti lungo la vita dello strumento finanziario
Anno Flussi di cassa Commissione Flussi di cassa netti Tasso interesse effettivo
0 -10.500,00 0 -10.500,00 2,91%
1 400,00 400,00
2 400,00 400,00
3 400,00 400,00
4 400,00 400,00
5 10.400,00 10.400,00
Prof. Oscar Cosentini
Una volta calcolato il tasso interno di
rendimento si procederà ad ammortizzare il
“costo”
dovuto all’acquisto del titolo sopra la pari, con la conseguente riduzione degli interessi nominali
Anno Titolo Interessi nominali Interessi effettivi Delta da ammortizzare Flussi di cassa Costo ammortizzato Titolo 1 10.500,00 400 305,66 -94,34 400,00 10.405,66 2 10.405,66 400 302,91 -97,09 400,00 10.308,56 3 10.308,56 400 300,08 -99,92 400,00 10.208,65 4 10.208,65 400 297,17 -102,83 400,00 10.105,82
5 10.105,82 400 294,18 -105,82 10.400,00 0,00
Totale 2.000,00 1.500,00 -500,00
Interessi nominali 4% € 400 Interessi effettivi Anno 1 (2,91% *
10.500) €305,66
Valore iscrizione iniziale
(105% * 10.000) € 10.500,00
Ammortamento differenza
sopra la pari - € 94,34
Interessi nominali =
(10.000 * 4%) * 5 anni 2.000 Oneri per acquisto
sopra la pari -500
IFRS 9 Impairment
Sia per le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato che per quelle valutate al fair value a patrimonio netto
l’IFRS 9 prevede che ad ogni data di riferimento del bilancio la banca ponga in essere un processo valutativo finalizzato alla determinazione delle perdite attese di valore.
ECL = (LGD * EAD) * PD
Expected Credit Loss
Perdita attesa
Loss Given deafult
Exposure at Default Perdita stimata
*
Probabilità di defaultLa perdita attesa (ECL) corrisponderà alla perdita che la banca prevede di subire sull’attività finanziaria,
ponderata per la probabilità che l’evento stesso di perdita si verifichi
La perdita stimata (LGD * EAD)
corrisponderà al valore attuale della differenza tra i flussi finanziari cui la banca ha diritto sulla base delle clausole contrattuali dell’attività ed i flussi di cassa che ci si attende di ricevere dall’attività stessa
La probabilità di default (PD) sarà determinata, invece, sulla base delle serie storiche a
disposizione della banca circa gli eventi di default che si sono verificati nel corso del tempo
ECL = (LGD * EAD) * PD
IFRS 9 Impairment
STAGE 1
Attività finanziarie che NON hanno subito un significativo incremento del rischio di credito
Perdita attesa a 12 Mesi
STAGE 2
Attività finanziarie che hanno subito un significativo incremento del rischio di credito
Perdita attesa sulla vita residua (life time)
STAGE 3
Attività finanziarie DETERIORATE
Perdita attesa come differenza tra valore contabile e valore attuale dei flussi futuri stimati IFRS 9: La banca dovrà procedere, ad ogni data di riferimento del bilancio, a
classificare le attività finanziarie in diversi stageal fine di applicare ad ognuno di essi specifici criteri di determinazione della perdita attesa di valore
Prof. Oscar Cosentini
DEFINIZIONI (Circolare 217 del 05/08/1996 Banca d’Italia)
SOFFERENZE
Il complesso delle esposizioni per cassa e fuori bilancio nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
INADEMPIENZE PROBABILI (U.T.P.)
La classificazione in tale categoria è, innanzitutto, il risultato del giudizio dell’azienda circa l’improbabilità che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzia, il debitore adempia integralmente (capitale ed interessi) alle sue obbligazioni creditizie.
Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia (il mancato rimborso) laddove esistano elementi che implicano una situazione di rischio di inadempimento. ... Il complesso dei debitori che hanno proposto ricorso per concordato preventivo (art. 161 e 186-bis Legge Fallimentare).
ESPOSIZIONI SCADUTE DETERIORATE (NPL–NON PERFORMING LOANS)
Esposizioni per cassa diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili che, alla
data di riferimento della segnalazione, sono scadute (da oltre 90 giorni) per un importo pari o superiore a
100 euro per le esposizioni al dettaglio e 500 euro per le esposizioni diverse da quelle al dettaglio (soglia
Il complesso delle esposizioni per cassa e fuori bilancio nei confronti di un soggetto in stato di
insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili
Economia e Mercati Finanziari-Creditizi, Novembre 2021 – Sintesi, ABI
Sofferenze
VALORI IN ITALIA A NOVEMBRE 2021 SOFFERENZE
Lesofferenze al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, a settembre 2021 erano pari a15,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 24,3 miliardi di settembre 2020 (-8,9 miliardi pari a -36,4%) e ai 30,7 miliardi di settembre 2019 (-15,2 miliardi pari a -49,6%).
La riduzione è stata di oltre 73 miliardi (pari a -82,6%) rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi).
Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è attestato allo 0,90% (era 1,40% a settembre 2020, 1,77% a settembre 2019 e 4,89% a dicembre 2015; cfr. Tabella 10).
INADEMPIENZE PROBABILI (U.T.P.)
Nel 2022 lo stock di UtP supererà quello NPL. L’incidenza sugli impieghi arriverà al 5,9% nel 2023. Dal 2021 lo stock complessivo di NPE in Italia ricomincerà a crescere, con una stima di crediti da recuperare che si prevede arrivi a 430 mld€ alla fine del 2023.
Lo stock di UtP nei bilanci bancari è previsto in calo anche nel 2021. Si stima una crescita, seppur contenuta, nel biennio 2022- 2023.
ESPOSIZIONI SCADUTE DETERIORATE (NPL–NON PERFORMING LOANS)
Nel 2021 lo stock dei crediti deteriorati lordi è previsto in contrazione. Questo ridurrà l’NPE ratio sotto il target del 5% come richiesto dalla BCE. L’incidenza sugli impieghi è prevista in aumento a partire dal 2022 e raggiungerà il 5,9% nel 2023.
Dal 2021 lo stock complessivo (bilanci bancari e degli investitori) di NPE in Italia ricomincerà a crescere, con una stima di crediti da recuperare di 430 mld€ alla fine del 2023, il 74% sui bilanci degli investitori.
Patrimonio netto
Data l’attività di intermediazione tipicamente svolta dalla banca un ruolo di rilievo nello schema di Stato patrimoniale passivo è rappresentato dalle passività finanziarie. Queste sono definite dallo IAS 32 come
passività rappresentate da obbligazioni contrattuali a consegnare disponibilità liquide o altre attività finanziarie ad un altro soggetto
ovvero che prevedono lo scambio di attività o passività finanziarie a condizioni sfavorevoli per l’entità
Esame delle poste
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato
Passività finanziarie di negoziazione
Passività finanziarie designate al fair value
Passività finanziarie
(IAS 32, IFRS 9)
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato La voce accoglie:
Debiti verso Banche
assunti nell’ambito dell’operatività di raccolta sul mercato interbancario (conti correnti, depositi, operazioni di pronti contro termine)
Titoli in circolazione
Debiti verso Clientela
traggono origine dalla tradizionale attività di raccolta posta in essere dalla banca nella sua tipica attività di intermediazione
accoglie i titoli di debito emessi dalla banca, inclusi i certificati di deposito ed i buoni fruttiferi.
20. Passività finanziarie di negoziazione
Si tratta di passività finanziarie che sono state sostenute dalla banca con l’intenzione di un loro riacquisto nel breve termine al fine di ottenerne un profitto da rilevare nel conto economico
30. Passività finanziarie designate al fair value
Sono rilevati gli strumenti finanziari che la banca ha
deciso di classificare al fair value sulla base della c.d. fair
value option riconosciuta dall’IFRS 9
Patrimonio netto
Le voci dello schema di Stato patrimoniale passivo che vanno dalla 110 alla 180 rappresentano il patrimonio netto contabile di un’impresa bancaria.
110. Riserve di rivalutazione
Accolgono i componenti positivi e negativi rilevati direttamente nel patrimonio netto in apposite riserve derivanti dalla’applicazione dei principi contabili internazionali
120. Azioni rimborsabili
Sono indicate le azioni relativamente alle quali la società emittente ha assunto verso il socio
l’obbligazione di rimborso/riacquisto a un
prezzo prefissato
130. Strumenti di capitale
Si tratta di strumenti finanziari emessi dalle banche che pur rappresentando parte del patrimonio netto sono diversi dal capitale e dalle riserve.
Si tratta generalmente di strumenti irredimibili che a differenza del capitale sociale prevedono:
una remunerazione prefissata ma subordinata al verificarsi di alcune situazioni,
ovvero al rispetto dei coefficienti patrimoniali
richiesti dalla vigilanza prudenziale
140. Riserve
La voce accoglie le quote degli utili generati nello svolgimento dell’attività
destinati ad autofinanziamento,
ovvero che non sono confluiti ai soci sotto forma di dividendi ma che restano nella banca a titolo di rafforzamento patrimoniale
150. Sovrapprezzi di emissione
La voce in oggetto accoglie eventuali
sovrapprezzi di emissione di nuove azioni
Le banche sono tenute a rispettare livelli minimi di dotazione
patrimoniale nello
svolgimento della
loro attività, sul cui
rispetto vigilano a
seconda dei casi la
Banca d’Italia o la
Banca Centrale
Europea (BCE)
160. Capitale
Rileva l’importo delle azioni emesse dalla banca, al netto dell’importo del capitale sottoscritto e non ancora versato alla data di riferimento del bilancio.
Sono incluse anche le azioni o le quote che attribuiscono ai loro possessori una maggiorazione del dividendo rispetto ai soci ordinari.
170. Azioni proprie
Vanno indicate, con il segno negativo, le azioni proprie della banca detenute da quest’ultima, che in quanto tali andranno a ridurre il patrimonio netto della banca stessa.
170. Utile (Perdita) d’esercizio
Accoglie il risultato netto del periodo che corrisponde ovviamente alla voce 300 del conto economico.
Requisiti minimi di capitale
Dal 29 aprile 2013, il capitale iniziale delle banche
neocostituite, determinato ai sensi dell’art. 14 TUB, è pari a
al fine di allineare la dotazione patrimoniale alla nuova disciplina, le costituende che hanno raccolto un capitale inferiore ai nuovi limiti potranno adottare una delle seguenti procedure
1. modifica della clausola statutaria concernente l’ammontare del capitale sociale, con conseguente versamento delle somme necessarie;
2. versamento dei fondi in una riserva dotata di caratteristiche idonee ad assicurarne la computabilità nel patrimonio di base,
al 28/04/2013 dal 29/04/2013 banche costituite in forma di s.p.a.,
banche popolari e “banche confidi” euro 6,3 milioni euro 10 milioni
banche di credito cooperativo euro 2 milioni euro 5 milioni
Configurazioni del patrimonio
TIER 1: rappresenta ilpatrimonio di base o di qualità primaria. Indica l’adeguatezza del capitale necessario ad assorbire eventuali perdite senza che vengano intaccati i depositi dei clienti.
Si ottiene:
TIER 2: rappresenta il
patrimonio
supplementare, di
qualità secondariaCapitale versato
Riserve (comprese il sovrapprezzo delle azioni)
Utili non distribuiti - Azioni proprie
- Immobilizzazioni immateriali - Perdite esercizi
Riserve di valutazione
Strumenti ibridi di patrimonializzazione Passività subordinate
Coefficienti patrimoniali
CET 1: rappresenta il rapporto tra TIER 1 e il totale delle attività a rischio ponderato (pertanto tende a peggiorare se la banca ha un portafoglio di crediti deteriorati crescente).
Rappresenta il maggiore indicatore della solidità di una banca, in quanto Un valore elevato indica che la banca è in grado di sopportare maggiori perdite senza entrare in crisi
Valori
superiori a
10,50%
CET 1: le prime banche italiane ad ottobre 2020
1. – Creval con un Cet1 Ratio al 16,7%
2. – Credem con un Cet1 Ratio al 15,5%
3. – Intesa Sanpaolo con un Cet1 Ratio al 14,9%
4. – Banco Bpm con un Cet1 Ratio al 14,7%
5. – UniCredit con un Cet1 Ratio al 14,54%
6. – Mps con un Cet1 Ratio al 13,4%
7. – Deutsche Bank con un Cet1 Ratio al 13,3%
8. – Bper con un Cet1 Ratio al 12,57%
9. – Bnl-Bnp Paribas con un Cet1 Ratio al 12,4%
10. – Credit Agricole con un Cet1 Ratio all’11,9%
•Intesa Sanpaolo, CET1 12,8%, CET1 Ratio 17,2%
Contenuto
Stato Patrimoniale
Conto Economico
Prospetto della redditività complessiva Prospetto delle variazioni del
patrimonio netto
Rendiconto finanziario Nota integrativa
Relazione degli amministratori sulla gestione
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre 2018)
Lo schema di conto economico previsto dalla Circolare 262 presenta una struttura scalare accogliendo tutti i componenti positivi e negativi di reddito di competenza, che con i relativi segni algebrici determinano il risultato netto del periodo
Grazie alla forma scalare ad ai raggruppamenti di sintesi è possibile
individuare il contributo
delle differenti parti del
conto economico e la
formazione dei risultati
parziali.
Voce 30 CE – Margine di interesse
Voce 60 CE – Commissioni nette
Voce 70 CE – Dividendi e proventi assimilati
Voce 80 CE – Risultato netto dell’attività di negoziazione
Voce 90 CE – Risultato netto dell’attività di copertura
Voce 100 CE – Utili/perdite da cessione o riacquisto
Voce 110 CE – Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
Voce 120 CE – Margine di intermediazione
Voce 150 CE – Risultato netto della gestione finanziaria
Le principali voci di
conto economico
Voce 30 CE – Margine di interesse
È il risultato dell’attività tradizionale della banca, somma algebrica:
- interessi passivi e oneri assimilati relativi a (voci 10, 20 e 30 del passivo):
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato;
passività finanziarie di negoziazione
passività designate al fair value (fair value option)
+/- differenziali e margini relativi a contratti derivati di copertura + interessi attivi e oneri
assimilati relativi a (voci 10, 20, 30 e 40 dell’attivo):
disponibilità liquide
attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva
attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
e del costo della raccolta
del reddito degli impieghi
degli investimenti
Voce 60 CE – Commissioni nette
Rappresenta il risultato netto degli oneri e dei proventi relativi ai servizi prestati e di quelli ricevuti dalla banca (quali garanzie, incassi e pagamenti, gestione e intermediazione ecc.).
Sono esclusi dalle
commissioni attive
i proventi e gli oneri considerati nella determinazione del tasso effettivo di interesse delle attività e passività finanziarie inclusi nelle voci 10 “interessi attivi e
proventi assimilati” e 20 “interessi passivi e oneri assimilati”.
Voce 70 CE – Dividendi e proventi assimilati
Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto.
IAS 18 – Ricavi: i dividendi devono essere rilevati quando si stabilisce
Voce 80 CE – Risultato netto dell’attività di negoziazione Nella presente voce figura la
somma algebrica del saldo tra delle operazioni
classificate
Le perdite e I profitti
nelle “attività finanziarie detenute per la negoziazione”
e nelle “passività finanziarie di negoziazione”,
inclusi i risultati delle
valutazioni di tali operazioni.
negoziazione e valutazione
di attività
e passività finanziarie per cassa classificate di «negoziazione»
valutazione e differenziali
degli strumenti derivati di
«negoziazione»
utili e perdite derivanti dall’estinzione di
strumenti derivati di
«negoziazione»
Voce 90 CE – Risultato netto dell’attività di copertura
La voce in oggetto accoglie il saldo netto risultante dall’applicazione della c.d. hedge accounting ovvero:
Risultato della valutazione dei derivati di
copertura del fair value
delle attività e passività oggetto di copertura del fair value limitatamente alla componente di rischio coperto.
Voce 100 CE – Utili/perdite da cessione o riacquisto
Nella presente voce figura la somma
algebrica degli utili e perdite da cessione o riacquisto di:
attività finanziarie passività finanziarie
valutate al costo ammortizzato
valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva attività finanziarie
Voce 110 CE – Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
Forma oggetto di rilevazione nella presente voce il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite delle
delle “attività finanziarie valutate al fair value”
e delle “passività finanziarie valutate al fair value” (fair value option)
e delle attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value a conto economico.
Voce 120 CE – Margine di intermediazione
Il margine di intermediazione è il terzo risultato intermedio rappresentato nello schema di conto economico ed è ottenuto aggiungendo al margine di interesse ed alle commissioni nette il risultato delle voci dalla 70 alla 110
Voce 150 CE – Risultato netto della gestione finanziaria È il risultato dell’attività complessiva della banca al netto delle
svalutazioni, rilevate nella: Voce 130 – Rettifiche di valore nette per deterioramento di:
a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato;
b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva.
Voce 210 CE – Costi operativi
Sono costituiti da tutti i costi sostenuti dalla banca per la gestione
dell’attività e sono dati dalla somma algebrica delle voci:
a) 160 Spese amministrative:
i. spese per il personale ii. altre spese amministrative
a) 170 Accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri b) 180 Rettifiche/riprese di valore nette su attività
materiali
c) 190 Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali
d) 200 Altri oneri/proventi di gestione.
Contenuto
Stato Patrimoniale Conto Economico
Prospetto della redditività complessiva
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto Rendiconto finanziario
Nota integrativa
Relazione degli amministratori sulla gestione
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre 2018)
IL PROSPETTO DELLA REDDITIVITÀ COMPLESSIVA
O “Conto economico complessivo”
Rappresenta l’intera redditività della banca calcolata includendo
non solo i componenti positivi e negativi di reddito, che in quanto tali generano il
risultato del periodo,
ma anche quelle componenti che per loro natura non trovano rappresentazione nel conto economico quanto piuttosto nel patrimonio netto
Contenuto
Stato Patrimoniale Conto Economico
Prospetto della redditività complessiva
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto
Rendiconto finanziario Nota integrativa
Relazione degli amministratori sulla gestione
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre 2018)
IL PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO
Riflette l’aumento o la riduzione dell’attivo netto della banca da un esercizio all’altro.
Ad eccezione delle operazioni con i soci (quali aumenti di capitale e
distribuzione di dividendi), la variazione complessiva del patrimonio netto durante un esercizio rappresenta l’ammontare complessivo degli utili o delle perdite generati dalla gestione nel periodo di riferimento.
In una logica finanziaria quindi il patrimonio rappresenta l’entità monetaria dei mezzi apportati dalla proprietà o generata dall’impresa stessa.
“ciò che resta delle attività dell’impresa, dopo aver dedotto tutte le passività”.
I principi IAS/IFRS definiscono il patrimonio netto, in via residuale
Nel prospetto troveranno rappresentazione a titolo
esemplificativo:
le variazioni intervenute nel
capitale sociale per effettodell’emissione di nuove azioni o per il versamento dei decimi mancanti;
la variazione delle riserve e del risultato dell’esercizio precedente per effetto delle decisioni in tema di destinazione del risultato;
la variazione netta degli altri
strumenti di capitale per effettodelle nuove emissioni e dei
rimborsi intervenuti nel periodo.
Contenuto
Stato Patrimoniale Conto Economico
Prospetto della redditività complessiva Prospetto delle variazioni del patrimonio netto
Rendiconto finanziario Nota integrativa
Relazione degli amministratori sulla gestione
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre 2018)
IL RENDICONTO FINANZIARIO
Il Rendiconto finanziario rappresenta i flussi finanziari, che forniscono all’utilizzatore del bilancio una base di riferimento per valutare la capacità dell’entità
di generare disponibilità liquide e mezzi equivalenti
e i fabbisogni dell’entità di impiego di tali flussi finanziari.
Lo IAS 7 (Rendiconto finanziario) stabilisce le disposizioni per la presentazione e l’esposizione delle informazioni sui flussi finanziari.
Il rendiconto finanziario deve presentare i flussi finanziari
classificandoli tra:
Attività operativa:
derivano dalle principali attività generatrici di ricavi;
Attività di investimento:
tali flussi finanziari
rappresentano la misura in cui i costo sono stati
sostenuti per acquisire risorse destinate a produrre futuri proventi e flussi finanziari
Attività di finanziamento
Contenuto
Stato Patrimoniale Conto Economico
Prospetto della redditività complessiva Prospetto delle variazioni del patrimonio netto
Rendiconto finanziario
Nota integrativa
Relazione degli amministratori sulla gestione
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre
2018)
NOTA INTEGRATIVA È suddivisa nelle
seguenti Parti:
Parte A – Politiche contabili
Parte E –
Informazioni sui rischi e sulle
relative politiche di copertura
Parte C – Informazioni sul conto economico Parte D –
Redditività complessiva
Parte B – Informazioni
sullo Stato Patrimoniale Parte F –
Informazioni sul patrimonio
Parte L –
Informativa di settore
Parte H –
Operazioni con parti correlate Parte I – Accordi di pagamento basati su
propri strumenti patrimoniali
Parte G – Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
Parte A – Politiche contabili
Viene riportata espressamente la dichiarazione della banca circa la conformità del bilancio ai principi contabili internazionali.
Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura
Sono, infatti, riportate le informazioni qualitative e quantitative sui rischi tipici dell’attività bancaria nonché le politiche poste in essere dalla banca al fine della loro
copertura.
“un’entità il cui bilancio è conforme agli IFRS
deve rendere un’attestazione esplicita e senza riserve di tale conformità nelle note.”
Sezioni:
1 – Rischio di credito;
2 – Rischi di mercato;
3 – Gli strumenti derivati e le politiche di copertura
4 – Rischio di liquidità;
5 – Rischio operativo
IAS 1
Contenuto
Stato Patrimoniale Conto Economico
Prospetto della redditività complessiva
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto Rendiconto finanziario
Nota integrativa
Relazione degli amministratori sulla gestione
Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005
(6° aggiornamento 30 novembre
2018)
RELAZIONE SULLA GESTIONE
La relazione deve contenere le seguenti informazioni:
l’evoluzione prevedibile della gestione;
i rapporti verso le imprese del gruppo;
gli indicatori fondamentali dell’operatività dell’impresa;
eventuali ulteriori informazioni rispetto a quelle fornite nella nota integrativa relativamente agli obiettivi ed alle politiche dell’impresa in tema di assunzione, gestione e copertura dei rischi finanziari;
i principali fattori che incidono sulla sua redditività
Le operazioni di cartolarizzazione sono disciplinate:
LEGGE 130/1999 (“Disposizioni sulla cartolarizzazione dei crediti”);
NUOVE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA PRUDENZIALE PER LE BANCHE
PRINCIPI CONTABILI
INTERNAZIONALI IAS-IFRS
Normativa
italiana
Focus: Le operazioni di cartolarizzazione
Regolamenta gli aspetti relativi al trattamento prudenziale delle operazioni di cartolarizzazione
Regolamenta il trattamento contabile e
di rappresentazione in bilancio delle
operazioni di cartolarizzazione
L’unica definizione formalizzata nella normativa corrente è riferita al regolamento UE n. 575/2013, dove all’interno del documento l’operazione di cartolarizzazione è esposta come segue:
Definizione
«un’operazione o uno schema in cui il rischio di credito associato ad un’esposizione o ad un
portafoglio di esposizioni è diviso in segmenti aventi le due seguenti caratteristiche:
la subordinazione dei segmenti determina la distribuzione delle perdite nel corso della durata dell’operazione o dello schema»
i pagamenti effettuati nell’ambito
dell’operazione o dello schema dipendono dalla performance
dell’esposizione o del
portafoglio di esposizioni
In altre parole la cartolarizzazione è un’operazione finanziaria che consiste
nella cessione a titolo oneroso
di un portafoglio di crediti di proprietà di un soggetto
«Originator»
o di altre attività finanziarie non negoziabili,
capaci di generare flussi di cassa pluriennali secondo il seguente processo
Definizione
I crediti vengono ceduti pro soluto dal
soggetto giuridico che li ha erogati o acquistati (originator) ad una società-veicolo (spv).
Il veicolo per finanziare l’acquisto dall’originator emette obbligazioni garantite dai crediti sottostanti (abs).
Gli abs emessi dal veicolo hanno le seguenti caratteristiche:
sono emesse secondo una seniority per il rimborso di interessi e capitale;
sono negoziabili.
Con i proventi della sottoscrizione degli abs
il veicolo paga il corrispettivo dei crediti all’originator
cessione pro soluto
originator
crediti
spv
abs
emette
incasso dei proventidai sottoscrittori
pagamento crediti
i flussi di cassa generati dal portafoglio sottostanti le obbligazioni andranno a soddisfare i costi per la gestione dell’operazione e i
diritti di credito degli obbligazionisti secondo la seniority assegnata.
crediti crediti
crediti crediti
1° anno 2° anno 3° anno 4° anno
Ricapitolando, con un operazione di cartolarizzazione si assiste ad un processo
del rischio e delle scadenze
di sintesi e repackaging
di attivi non negoziabili.
Attraverso la cartolarizzazione (o securitisation) dei crediti un operatore (originator):
«trasforma» alcune attività a liquidità differita (crediti o altre attività finanziarie non
negoziabili produttivi di flussi di cassa periodici)
in prodotti
finanziari rappresentati da titoli negoziabili e collocabili sui mercati
(abs - asset backed securities)
attraverso la loro cessione ad un soggetto specializzato
(spv - special purpose vehicle)
Vantaggi
possibilità di finanziarsi senza ricorrere a nuovo indebitamento
trasferimento di assets non più coerenti con la struttura patrimoniale esistente
trasferire il rischio e impiegare la liquidità derivante in investimenti più redditizi
migliorare i ratio di bilancio e, nelle banche, quelli di vigilanza (assorbimento patrimoniale degli attivi)
diversificazione delle fonti di finanziamento
migliorare la struttura delle scadenze dell’attivo con la struttura delle scadenze passive
miglioramento del ROE e del ROA, grazie alla riduzione del capitale investito e alla maggiore redditività del capitale liberato e reinvestito
Vantaggi e
svantaggi
Svantaggi
elevata complessità dell’operazione in termini sia di soggetti
partecipanti che di numero di transazioni che devono essere perfezionate
sforzo organizzativo per la gestioni con gli eventuali debitori ceduti
onerosità dell’operazione dovuta complessivamente:
all’attività di Due Diligence
spese di costituzione della SPV
formulazione del rating
costituzione di garanzie esterne
emissione dei titoli
spese amministrative generali
Vantaggi e svantaggi
TRADIZIONALE
SINTETICHE
AUTOCARTOLARIZZAZIONI
Trasferimento degli asset ad una terza società (Special Purpose Vehicle, SPV) appositamente creata la quale emette titoli (Asset Backed Securities, ABS) garantiti dalle attività cedute.
Il trasferimento degli attivi avviene mediante una cessione pro soluto
Non prevede la cessione pro soluto degli asset
cartolarizzandi bensì il trasferimento tramite credit defaults swaps (derivati di credito) del rischio ad essi associato
“Sostituzione” di attivi di bilancio (asset) con altri attivi di bilancio (bonds derivanti dalla cartolarizzazione dei medesimi asset).
Trattasi di una cartolarizzazione tradizionale dove i titoli emessi dalla SPV sono tutti sottoscritti dall’originator