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Isfort: secondo i dati Audiomob perdiamo 5 minuti per trovare parcheggio e 8 in attesa di bus

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Academic year: 2022

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(1)

Quanto si impiega mediamente per trovare un parcheggio? Quanto si attende un mezzo pubblico in città o nell’ambito extraurbano? E quanto tempo si perde per il ritardo di un treno? Una fermata Audimob sui tem- pi “morti” della mobilità.

LA DOMANDA DI MOBILITA’: UNO SGUARDO GENERALE

Un’analisi di approfondimento su tempi di attesa alle fermate, ritardi in partenza o in arrivo alle stazioni e tempo impiegato per trovare un parcheggio, non può prescindere dal contesto generale della mobilità. In Ita- lia gli spostamenti dei residenti sono carat- terizzati da un forte utilizzo del mezzo pri- vato. Nell’ultimo anno, in giorno medio feria- le, gli spostamenti in auto sono stati circa 73 milioni, mentre ben più distanti le cifre registrate per quelli effettuati con il mez- zo pubblico, circa 13 milioni (Graf.1). L’andamento delle quote modali mostra come questo divario rimanga più o meno costante nel tempo, anche se le oscillazioni rilevate negli ultimi anni fanno ben sperare in un atteggiamento meno ostile al mezzo pubblico, passato dal 12,9% del 2008 al 14,6%

del 2014 (Graf. 2).

Un fattore sicuramente importante, per l’incremento delle quote modali del trasporto collettivo, è stato determinato

dall’incidenza della cri- si economica sulla do- manda di mobilità, in- fatti nel confronto 2008-2014 si può nota- re come l’uso dell’auto privata sia diminuito di ben 10 milioni di sposta- menti, mentre il mezzo pubblico ha mantenuto i suoi 13 milioni di viaggi.

Mezzi pubblici:

tra ritardi e attese… scelgo l’auto!!

Le quote modali della mobilità motorizzata (Valori %)

Graf. 2

I mezzi di trasporto utilizzati per gli spostamenti in un giorno medio feriale (in milioni)

Graf. 1

(2)

La mobilità, nel nostro Paese, ha subito una forte battuta di arresto tra il 2010 e il 2012. Se si osserva attenta- mente il Grafico 3, si può no- tare come l’andamento degli spostamenti presenta delle lievi oscillazioni fino al 2010, poi il crollo che porta il nume- ro indice (su base anno 2000=100) al minimo storico per poi recuperare quote nel corso degli ultimi due anni.

Una caduta dovuta principal- mente alla diminuzione degli spostamenti per lavoro e stu- dio e per quelli dedicati al tempo libero, mentre la ge- stione familiare sembra pre- valere nel periodo della crisi incrementando del 20% i viag- gi medi giornalieri, rispetto al primo anno della serie storica (Graf. 4).

Per tutti gli spostamenti, effettuati in un giorno medio feriale, una persona dedica complessiva- mente intorno ai 60 minuti (66,9 nel 2008 e 61,1 nel 2013-2014). Se si prendono in considerazione

tutti coloro che hanno dichia- rato di aver atteso almeno un autobus alla fermata o un treno in ritardo o di aver dovuto cercare un parcheg- gio, i tempi medi giornalieri aumentano di almeno 15-20 minuti. Ricordiamo che que- sta tipologia di spostamenti (con attese o ritardi) sono generalmente più lunghi ri- spetto alla media nazionale di 2 o 3 km e in ogni caso al tempo di viaggio, per rag- giungere la destinazione finale, bisogna aggiungere mediamente altri 10-12 mi- nuti (Graf. 5 in basso).

Gli spostamenti degli italiani dal 2000 ad oggi (N.I. anno base 2000=100)

Graf. 3

Le motivazioni degli spostamenti (N.I. anno base 2000=100)

Graf. 4

Tempo medio pro-capite speso per la mobilità in un giorno medio feriale (in minuti)

Graf. 5

Tempi medi per tutti gli spostamenti

Tempi medi per i soli spostamenti con tempi di attesa, ritardi o ricerca di parcheggio

(3)

Per una lettura più scorrevole di seguito l’analisi riguarderà i dati aggregati in periodi simili per intensità della mobilità. Il 2008, che ha registrato il massimo volume di spostamenti in un giorno medio feriale, rima- ne come singolo anno; il periodo 2004-2007 rappresenta l’andamento pre-crisi; il 2009-2010 la prima fase discendente; il 2011-2012 la fase del crollo degli spostamenti e infine il 2013-2014 intervallo temporale in cui si registra una ripresa della domanda di mobilità.

QUANTO TEMPO SI SPRECA IN ATTESE/RITARDI DEI MEZZI PUBBLICI E QUANTO NELLA RICERCA DI UN PARCHEGGIO?

È importante ricordare che la quota percentuale di risposte (valore medio anni 2004-2014) ri- guarda i tempi medi di parcheggio del 25% degli spostamenti con auto private; i tempi medi di at- tesa alle fermate dell’82% degli spostamenti su mezzi pubblici urbani e del 54% su quelli extraur- bani; infine i tempi medi di ritardo alle stazioni interessano il 49% degli spostamenti in treno. Il

restante complemento a 100 o non ha avuto problemi di que- sto genere o non ha risposto alla domanda.

Se un’automobilista impiega mediamente 4-5 minuti per trovare un posteggio, un utente del trasporto pubbli- co, che si sposta all’interno della città, aspetta 7-8 minu- ti alla fermata l’arrivo del mezzo e se deve andare fuori comune l’attesa è di 8-10 minuti, mentre se si muove in treno potrebbe ritardare di 9-12 minuti la sua partenza (o l’arrivo). Osservando i dati storici dell’Osservatorio Audimob si può notare che i tempi di parcheggio per l’auto non subiscono variazioni nel tempo, così come le attese alle fermate del trasporto pubblico urbano. Per gli spostamenti extraurbani, negli ultimi anni, i tempi medi sono aumentati di un paio di minuti (7,9 minuti nel 2004-2007 e 10,2 nel 2013-2014) e, viceversa, i ri- tardi alle stazioni che avevano raggiunto il punto di massima nel 2008 con 12,3 minuti, nel 2013- 2014 registrano un forte miglioramento scendendo a 9 minuti (Graf. 6).

L’analisi dei dati evidenzia le difficoltà che si incontrano nel far cambiare idea agli amanti del mezzo privato. Nei fatti l’auto conferma la sua supremazia nei confronti del trasporto pubblico e risulta più competitiva anche nei tempi “non previsti” di viaggio che mediamente si possono allun- gare di soli 4-5 minuti.

Certo è che, se per le attese alle fermate o ritardi alle stazioni si può parlare di tempi “morti”

della mobilità, in quanto tempi che si aggiungono a quelli di vera e propria percorrenza per rag- giungere una destinazione, quando si menziona la ricerca del parcheggio il concetto cambia pro- fondamente. Infatti, mentre per i cosiddetti tempi “morti” la persona in mobilità è ferma in atte- sa di intraprendere il viaggio o comunque in ritardo sui tempi ma sempre sul tragitto di percorren- za previsto, nel caso della ricerca di un posto per la sosta, il percorso si prolunga fin tanto che non si trova un punto in cui poter lasciare l’auto e questo incide significativamente su traffico, scorrimento e inquinamento. Se quindi è vero che da un lato l’auto risulta molto più competitiva, sull’altro versante le “attese” dell’’auto generano comunque un effetto negativo sulla viabilità.

Tempi medi di:

(in minuti) Graf. 6

(4)

Tempi medi per la ricerca di un parcheggio Tempi medi più alti per la ricerca di un parcheggio si registrano nel Mezzo- giorno, con picchi che arrivano oltre i 6 minuti nel periodo 2008-2010 e nelle regioni del Centro dove, nello stesso ar- co temporale di superano i 5 minuti. Mi- gliore la situazione nel Nord-Ovest, me- diamente sotto i 5 minuti e nel Nord-Est che, nell’intervallo 2011-2014, si attesta intorno ai 3 minuti (Graf. 7).

I residenti nelle Grandi città sono quelli che impiegano più tempo per trovare un posteggio, circa 6-7 minuti. Non solo, ma

sono anche coloro che rispetto al dato medio nazionale (25% risposte valide) hanno il maggior numero di rispondenti (32% risposte valide residenti nelle Grandi città). Nelle città Medie i tempi si riducono a 4-5 minuti con un picco raggiunto solo nel 2009-2010 di 6 minu- ti. Nella cintura metropolitana il dato si stabilizza, negli ultimi anni, intorno a 5 minuti. Infine i comuni di piccole dimen- sioni dove i tempi per accedere alla so- sta si limitano a 3-4 minuti (Graf. 8).

Esaminiamo i risultati delle difficoltà per trovare un parcheggio in funzione della centralità del luogo di destinazio- ne. Se lo spostamento con il mezzo pri- vato termina nelle zone centrali della città, i tempi medi per la ricerca di un posto auto sono più lunghi (5-7 minuti).

Più ci spostiamo verso le aree periferi- che della città e minori sono le proble- matiche legate alla sosta. Infatti nelle zone semi-centrali i tempi medi si por- tano a 4-5 minuti e scendo a 3-4 se il tragitto si conclude nelle aree di perife- ria o semi-periferia (Graf. 9).

Tempi medi di parcheggio per ripartizione territoriale (in minuti)

Graf. 7

Tempi medi di parcheggio per dimensione del Comune (in minuti)

Graf. 8

Tempi medi di parcheggio per direttrice della mobilità (in minuti)

Graf. 9

(5)

Tempi medi di attesa alle fermate per il Trasporto Pubblico Urbano

I tempi del trasporto pubblico locale sono di solito i più incerti. In linea di massima è nota la fre- quenza delle corse anche se, soprattutto nei grandi centri urbani, l’orario difficilmente è caden- zato in maniera dettagliata e spesso è condizionato da fattori esterni come ad esempio l’intensità

del traffico che si incontra lungo il tragitto, l’esistenza o meno di precorsi su corsie preferenzia- li, eventi eccezionali di chiusura della viabilità, etc. La fermata dell’autobus è per antonomasia il punto di attesa, per questo motivo (come già accennato precedentemente) l’incidenza di chi ha aspettato, anche solo un minuto, è molto alta (82% degli spostamenti).

Dall’analisi dei dati risultano evidenti alcune differenze ter- ritoriali, soprattutto con le re- gioni del Mezzogiorno. Se nel Nord Italia ci si può aspettare che un mezzo pubblico arrivi entro i 6-7 minuti, questi tempi si allungano mediamente di un minuto se ci spostiamo nelle città del Centro. Molto più disagevoli sono le attese alle fermate nei centri urbani del Sud e delle Isole che, dai 9-10 minuti nel periodo pre-crisi, negli ultimi anni sono cre- sciute oltremisura fino a portarsi ad un tempo medio intorno ai 13 minuti (Graf. 10).

Qualche interesse suscita l’analisi dei dati per fasce orarie. La distinzione è tra due tipologie di spostamenti: quelli nelle ore di

punta, ovvero effettuati tra le 7.00 e le 9.00 del mattino, ora- rio in cui ci si reca a scuola o al lavoro, e tra le 17.00 e le 19.00 intervallo in cui si rileva il mag- gior numero dei rientri dal lavo- ro; e quelli che hanno luogo in tutti gli altri orari. Probabilmen- te una frequenza delle corse più elevata nelle ore di punta abbat- te i tempi medi di attesa alle fermate di 1 o 2 minuti rispetto agli spostamenti effettuati nel restante arco della giornata (Graf. 11).

Tempi medi attesa alle fermate per il Tpl Urbano per ripartizione territoriale (in minuti)

Graf. 10

Tempi medi attesa alle fermate per il Tpl Urbano per orari della mobilità (in minuti)

Graf. 11

(6)

I dati esplorati, se si tiene conto delle motivazioni della mobilità, confermano quanto appena af- fermato sul tema delle ore di punta. Tempi di attesa più veloci per chi si sta recando al lavoro o a scuola infatti, in questi casi, il mezzo pubblico arriva entro i 6-7 minuti (Graf. 12). Nei precedenti paragrafi abbiamo definito il periodo di crisi economica come l’arco temporale in cui si ha una de-

crescita generale degli sposta- menti, in questo stesso interval- lo di tempo aumentano i tempi medi di attesa alle fermate, per chi si reca al lavoro (7 minuti).

Viceversa negli ultimi due anni si rileva una ripresa delle attivi- tà lavorative e i tempi per l’ar- rivo del trasporto collettivo di- ventano più rapidi (6 minuti), quasi come se una maggior do- manda predisponga per una mi- glior offerta.

Per gli spostamenti legati alle attività nel tempo libero si può aspettare tra i 7 e gli 8 minuti.

Mentre si allungano i tempi medi, fino a 8-10 minuti di attesa, per tutti i tragitti dedicati agli impegni di gestione familiare. Tra l’al- tro, nell’arco temporale oggetto di studio, questa tipologia di spostamenti è l’unica ad aver subito una costante crescita del disagio, passando da una aspettativa intorno a 8 minuti negli anni pre- crisi fino al picco di 10 minuti rilevato nell’ultimi anni.

Per quanto riguarda la sistematicità degli spostamenti, ovvero quelli che si ripetono con frequenza fino a 3-4 giorni la settimana e quelli più sporadici, fino al 2012 si nota una certa similitudine per le attese alle fermate con tem-

pi medi intorno agli 8 minuti.

Nel 2013-2014, si evidenzia un divario tra gli spostamenti siste- matici con attese sotto gli 8 mi- nuti (7,7) e quelli più occasionali dove i tempi medi superano i 9 minuti (9,5). Una differenza che potrebbe essere collegata all’aumento dei tempi di attesa (già descritto nel precedente paragrafo) per tutte quelle atti- vità che normalmente sono più occasionali come quelle di gestio- ne familiare e quelle dedicate al tempo libero (Graf. 13).

Tempi medi attesa alle fermate per il Tpl Urbano per motivazioni della mobilità (in minuti) Graf. 12

Tempi medi attesa alle fermate per il Tpl Urbano per sistematicità della mobilità (in minuti) Graf. 13

(7)

Tempi medi di attese e ritardi per il Trasporto Extraurbano

Il trasporto extraurbano prevede una modulazione delle corse generalmente più programmata, con cadenza di orari per il passaggio alle fermate dei pullman e con orario dettagliato per partenze e arrivi dei treni, ne consegue che, come già accennato, le risposte positive alla problematica delle at- tese in questi casi si riducono (ricordiamo 54% pullman e 49% treno).

Per prendere un pullman, che si reca fuori dal comune di residenza, si può attendere da 7 a 9 minuti negli orari di punta con un aumento di 2 o 3 minuti per tutti gli altri orari (Graf. 14). Chi ha preso il trasporto pubblico extraurbano regolarmente, ossia fino a 3-4 giorni la settimana, nel 2013-2014 ha aspettato mediamente 10 minuti, mentre fino al 2012 i tempi erano di 8-9 minuti. Per gli spostamen- ti più occasionali si sono registrate attese simili a quelli abituali sia nel periodo pre-crisi sia negli ultimi due anni, mentre il divario tra il 2008 e il 2012 era mediamente di 5-6 minuti (Graf. 15).

Intorno a 9 minuti si attestano mediamente i ritardi dei treni negli orari di maggior affluenza, con un picco di 11 minuti rilevato nel 2008. Tra il 2008 e il 2012 nelle ore non di punta bisognava aggiun- gere al viaggio di percorrenza mediamente 11-14 minuti, mentre le differenze si riducono di molto nel 2013-2014 dove i ritardi si assestano intorno ai 9 minuti (Graf. 16). Meno fortunati gli sposta- menti più occasionali con ritardi intorno ai 12-13 minuti (oltre i 16 minuti nel 2008), mentre per quel- li sistematici nel 2013-2014 si registra il miglior dato della serie storica: 8 minuti (Graf. 17).

Tempi medi attesa alle fermate per Bus Extraurbano per “sistematicità” della mobilità (in minuti)

Graf. 15 Tempi medi attesa alle fermate per Bus

Extraurbano per orari della mobilità (in minuti)

Graf. 14

Tempi medi per ritardo del Treno

per “sistematicità” della mobilità (in minuti) Graf. 17

Tempi medi per ritardo del Treno per orari della mobilità (in minuti) Graf. 16

(8)

UN PANORAMA FINALE

Riassumendo le analisi in un quadro di sintesi (Graf. 18) si ha che:

le percentuali più consistenti per la ricerca del posteggio auto si concentrano nella classe sotto i 5 minuti, mentre per il trasporto pubblico le attese e/o i ritardi convergono tra 5 e 10 minuti;

intorno al 30% si distribuiscono la ricerca di parcheggio con durata compresa tra 5 e 10 minuti e le attese alle fermate del trasporto urbano inferiori a 5 minuti, mentre per il trasporto extraur- bano ricade in questa classe di ampiezza la fascia di attesa superiore a 10 minuti;

se si confrontano il 2011-2012 e il 2013-2014 si osserva che il trasporto extraurbano ha aumen- tato di quasi 10 punti percentuali i ritardi superiori a 10 minuti, mentre quello urbano è migliora- to portando le attese sotto i 10 minuti dal 80,4% al 81,8%, e il risultato migliore lo ottengono le ferrovie che diminuiscono i ritardi alle stazioni superiori a 10 minuti del -4,5%.

Forse si dovrebbe riflettere su fatto che, nonostante 5 o 10 minuti di attesa siano tempi normal- mente accettabili per qualsiasi attività quotidiana, non lo sono più quando si parla di mobilità tanto che, per almeno uno dei loro spostamenti, in un giorno medio feriale, il 72% dei cittadini italiani preferisce usare l’auto e solo il 17% sale su un mezzo pubblico.

Distribuzione percentuale del tempo di parcheggio, attesa alle fermate e ritardo alle stazioni Graf. 18

(9)

Nota metodologica

L’indagine, effettuata con il sistema CATI (Computer-Assisted Telephone Interviewing). interessa un campione statisticamente significativo della popolazione italiana compresa fra 14 e 80 anni, stratificato per regione, per sesso e per classi di età. L’Osservatorio, investe circa 15.000 intervistati ogni anno, ed è attivo dall’inizio del 2000 (errore statistico, su base nazionale, inferiore all’1% al 95% di probabilità). A partire dal 2012 il campione, pur mantenendo le stesse caratteristiche, è stato ridimensionato e distribuito su circa 7.500 interviste (errore statistico, su base nazionale, inferiore all’1,2% al 95% di probabilità).

Per quanto riguarda le Città Metropolitane l’errore statistico si attesta al 2,2% per il complesso delle province e al 3% per l’aggregato dei comuni capoluogo.

L’indagine registra in modo dettagliato e sistematico tutti gli spostamenti effettuati dall’intervistato il giorno precedente l’intervista (solo giorni feriali), ad eccezione delle percorrenze a piedi inferiori a 5 minuti. L’indagine raccoglie anche informazioni, a livello prevalentemente percettivo/valutativo, sulle ragioni delle scelte modali, sulla soddisfazione per i diversi mezzi di trasporto, sugli atteggiamenti verso le politi- che di mobilità sostenibile e così via.

Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti

L’Isfort è stato costituito nel 1994 dall’Ente Fondazione Banca Nazionale delle Comunicazioni e dalle Ferrovie dello Stato, con la finalità di contribuire al processo di rinnovamento del settore della mobilità di persone, merci e informazioni. L’Istituto si propone di supportare lo sviluppo del know-how socio-economico e gestionale del settore, attraverso attività sistematiche e mirate di formazione e ricerca.

ISFORT S.p.A. – Via Nizza, 45 – 00198 Roma – Tel. +39 06 852651 – Fax +39 06 85265246 e-mail: ricerca@isfort.it – www.isfort.it

I dati presentati in questo numero de “Le fermate Isfort sulla mobilità” possono essere riprodotti solo con citazione della fonte

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