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Passeggiata a SERRA SAN QUIRICO

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Academic year: 2022

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COMUNE DI CASTELLEONE DI SUASA

PROVINCIA DI ANCONA

USCITA ANZIANI 29 Settembre 2018

Passeggiata a

SERRA SAN QUIRICO

2018

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NUMERI UTILI

Nome Indirizzo Telefono

Comune di Serra S. Quirico Piazza della Libertà, 1 0731/8181 Polizia Municipale P.zza della Libertà, 1 0731/818204

Carabinieri Via Clementina,127 0731/86014

Croce Verde Via M. della Resistenza, 8 0731/86789

Farmacia Latini Nicolina Via Clementina 0731/86644

Farmacia Cocozza Frazione Domo 0731/85079

IAT Ufficio Turistico Via Marconi, 5

prolocossq@gmail.com

Proloco Serra S. Quirico Via Marconi, 5

prolocossq@gmail.com

Ristorante le Copertelle Via Giacomo Leopardi, 3 0731/86691

Gambaccini Vincenzina Capo Gruppo 3404050983

Manieri Alberto Autista 3407622704

Bellagamba Franco Consigliere Comunale 3201433295

Continuità Assistenziale

(Ex Guardia Medica) Via M. della Libertà 4/6

0732/707965 0731/86139 Ospedale Civile “E.Profili”

Fabriano - ASUR MARCHE Viale Stelluti Scala, 26 0732/7071

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Breve Storia del Comune di SERRA SAN QUIRICO

Una città di pietra adagiata su costa rocciosa, una città che assume le sembianze di una nave con la prua sulla valle dell'Esino. I monti sovrastano l'antica fortezza, testimoni, nei secoli, delle vestigia di Serra: un passato importante che l'ingiuria del tempo non ha cancellato, che ancora oggi si coglie dall'osservazione attenta delle edificazioni civili e religiose, dell'impianto urbanistico della città murata, dei centri rurali sparsi nel territorio del comune, ricchi di testimonianze di cultu- ra. Ovunque regna il verde delle piante e delle pinete. La montagna e lì, con le sue bellezze, le sue passeggiate, le sue dolci atmosfere di pace.

Le origini di Serra San Quirico risalgono a tempi assai remoti per la posizione chiave del luogo.

I documenti storici ritrovati nel nostro territorio parlano di epoche antichissime, con segni tangi- bili della civiltà etrusca, picena e romana; oltre al ritrovamento di una necropoli di Galli Senoni.

Si suppone che Serra sia sorta come caposaldo romano all'imbocco della Gola della Rossa, pas- saggio obbligato per Roma e punto di grande im- portanza strategica. Un primo insediamento di uomini che si arricchì a poco a poco di edifici e fortificazioni; che crebbe e si consolidò all'ombra

di Roma fino alla distruzione barbarica. Nel primo medio evo fu incorporata nell'esarcato di Ra- venna e più tardi nella circoscrizione carolingia della Marca Inferiore. Inquadrata in questa siste- mazione, Serra attende gli albori dell'anno mille, allorché, rinnovata nelle strutture e nello spirito, rinascerà sotto l'impulso vigoroso del monachesimo, rappresentato da S. Romualdo Abate.

Alle pendici dei Monti del Sole, sorge Domo, il primo dei quattro castelli serrani, circondato da mura che ne rivelano il carattere di antica fortificazione, fondato, si suppone, da alcuni osimani fuggiti dalla loro città as- sediata dai barbari. Proseguendo verso levante si giunge a Castellaro, detto anticamente Rotorscio, dal nome della feudataria Rodossa. Domina un panora- ma vastissimo, dai monti di Pesaro ai colli fermani. I pochi e cadenti ruderi della rocca ed una parte ristrut- turata dell'antico castello, ne raccontano ancora la millenaria storia. Poco più ad oriente, in vetta ad un alto colle, sorge Sasso, castello fortificato fin al 1200. Di antichissima storia, fu sede del capitano del Popolo, eletto ogni sei mesi. Serra S. Quirico Stazione, l'attuale grossa borgata adagiata sulla riva del fiume Esino e sede di un antico mulino, nacque intorno alla chiesa di S. Maria di Lo- reto, edificata nel XVII secolo per accogliere i viandanti che si accingevano ad attraversare la Go- la della Rossa infestata di pericolosi briganti. Il 18 settembre 1841 il Borgo ebbe l'alto onore della visita pontificia di Gregorio XVI, proveniente da Loreto, il quale non avendo tempo di salire al ca- stello si fermò nella chiesetta di Santa Maria di Loreto, accolto dai numerosi fedeli.

Nell'anno 1865 per la stazione di Serra S. Quirico transitò il primo treno della ferrovia Ancona- Panorama di Serra San Quirico

Copertelle

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Il centro storico di Serra San Quirico è giudicato tra i più belli delle Marche dove, tra le suggesti- ve vie lastricate in pietra arenaria, si possono ammirare opere d’arte e monumenti architettonici notevoli.

Il paese, ancora oggi, è completamente cinto dalle possenti mura di cin- ta, dominate dalla trecentesca Torre del Cassero, il rudere più impor- tante che testimonia ancora oggi l’antica potenza e fortezza serrana. La sua costruzione comprendeva la torre grande ed una piccola, la cister-

na e due ponti levatoi. Probabilmente ciò che è rimasto in piedi doveva essere stata una torre fortissima, coronata di merli che fungeva da vedetta e da difesa. Le porte d’ingresso al paese erano tre: Porta Pe- sa, Porta Forchiusa, Porta Mercato o Macelli, o di Santa Maria. Queste porte erano difese da cancellate che venivano alzate o abbassate tramite funi o catene o da guardie di custodia.

La fortificazione risale alla seconda metà del 1300 e ancora oggi è ben visibile, tipiche dell’antico impianto urbanistico di Serra San Quirico sono le Copertelle, delle strade coperte, sovrastate a loro volta dalle abitazioni, formando una sorta di struttura inespugna- bile e comunicante all’interno con passaggi segreti, con dodici torrette disposte lungo le mura ca-

stellane.

Il primo edificio religioso che si incontra entrando nel centro storico è l’ ex chiesa di Santa Maria del Mer- cato (1289), in stile romanico con un campanile costi- tuito da due piani di monofore e uno di bifore. Prose- guendo si incontra Palazzo Zampetti, con i suoi bellis- simi stucchi, e Palazzo Manfredi. Nel centro del pae- se campeggia le bella torre comunale del XIII secolo in gran parte demolita, la fontana cinquecentesca, la Loggia Manin con la vista della vallata.

Il Palazzo Municipale risale al sec. XV ed è anche se- de dell’Archivio Storico, segue il Palazzo Ortolani con il suo artistico portale e Palazzo Piccioni, già oratorio dei Padri Filippini, quest’ultimo presenta delle linee architettoniche molto raffinate e presenta all’interno un soffitto ligneo a cassettoni, di fattura molto pregevole.

Cosa vedere a:

Porta Forchiusa Torre del Cassero

Copertelle

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Degno di nota anche il caratteristico Palazzo della Me- ridiana. Salendo la lunga scalinata di via Marcellini, sulla destra domina Palazzo Bocci, dal rivestimento bugnato e dagli infissi lignei a specchi. Sulla sinistra la Chiesa di Santa Lucia (1281), dall’interno nel tipico barocco marchigiano: altari dorati, soffitto affrescato

(1694) e organo di pregevole fattura (1675). La chiesa è un raccoglitore di opere d’arte di notevo- le prestigio. Un monumentale chiostro collega la chiesa di Santa Lucia all’omonimo Monaste- ro silvestrino. Sia l’esterno che l’interno della struttura testimoniano l’imponenza della costruzione e di riflesso l’incidenza dei Padri Silvestrini per Serra San Quirico lungo i secoli. Al primo piano di questo edificio, i lavori di restauro hanno portato alla luce delle lunette affrescate, recentemente restaurate.

Oggi il complesso dell’ex monastero è sede della Cartoteca Storica delle Marche, una collezio- ne di antiche carte geografiche e mappe sulle Marche a partire dal XVI secolo.

Risalendo ancora per la scalinata, ci si può addentrare in via Cassero, con vari edifici dai caratte- ristici portali.

La chiesa di San Quirico è stata fondata nei primissimi anni dopo il mille da San Romualdo e più volte ristrutturata, e completamente rifatta a seguito del disastroso terremoto del 1744. La Chiesa di San Quirico ha il titolo di Pieve, per esprimere la giurisdizione gerarchica sulle altre

Palazzo Municipale con Torre e Fontana Ex Chiesa di Santa Maria del Mercato

Chiesa di Santa Lucia Loggia Manin, un balcone sulla valle

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ta policroma raffigurante la Madonna del Rosario con Bambino in braccio e Santi, che richia- ma lo stile dei Della Robbia. Nell’altare di fronte è esposto un monumentale tabernacolo ligneo dorato, proveniente dalla Chiesa di San Francesco me nell’abside c’è una tela dove sono raffigu- rati i santi martiri Quirico e Giulitta, la Beata Alessandra Sabini e San Silvestro, opera attribuita al pittore Pasqualino Rossi. Sempre nell’abside è custodita la reliquia della Sacra Spina, una reli- quia venerata con grande solennità sin dal 1539 tutti i venerdì di marzo, in particolare il terzo, ed ancora il venerdì santo. La Spina si presenta con la punta mozza e macchiata di sangue.

La chiesa di San Francesco(1262) è la più grande del paese con l’annesso convento di france- scani.

la chiesa di Sant’Angelo del Pino, la più antica, è attualmente inagibile.

La chiesa di San Filippo Neri (1678) è una piccola chiesa dalla sobria facciata con un pregevo- le portale; l’interno è tutto barocco con una splendida cantoria lignea intagliata, opera dello scul- tore Gaudenzio Santucci di Ostra, autore, forse anche del bel portale d’ingresso. Fu fatta erigere

nel 1678 dai fratelli Giovanna e Don Grisante Armezzani ultimi discendenti di una della più illustri e gloriose famiglie del paese.

L’ Abbazia di Sant’Elena (a circa 7 km), è dei monaci camaldolesi e risale agli anni tra il 1009 e il 1010. L’attuale struttura architettoni- ca si presenta in stile romanico-gotico, co- struita con la tecnica in blocchetti di pietra arenaria irregolare. Il portale è a tre archivolti con due pilastrini centrali e due semicolonnine esterne, le arcate sono a tutto sesto e sono l’una differente dall’altra. L’interno è a pianta basilicale a tre navate diviso da sei pilastri, i pilastri sono a sezione cruciforme. Di notevole interesse sono i capitelli di stile romanico con le varie e rare decorazioni a figure umane, animali e geometriche. II presbiterio si presen- ta sopraelevato alla cripta ed è articolato in tre campate corrispondenti alle tre navate coperte con volte a crociera. Dell’antico monastero sul lato destro della chiesa, con al centro il chiostro, è rimasto solo un lato e pochi elementi caratteristici e antichi (sec. XI e XII) quali la torre di difesa ed il magazzino a volta a botte, ad uso cantina. Gli ambienti dei due piani superiori, restaurati di recente, sono adibiti ad abitazione dei proprietari

Sempre nei dintorni di Serra San Quirico si trovano le Ville di Sasso, un piccolissimo borgo a mezzo chilometro di distanza dalla frazione con la sua villa secentesca. Il borghetto rappresenta l’antico castello medievale di Rodossa (dei conti di Rovellone) e di esso resta qualche traccia dei fortilizi ed uno stabile cinquecentesco. La giurisdizione del castello e del territorio circostante è

Tabernacolo ligneo dorato

Chiesa di San Quirico Reliquia Sacra Spina

Abbazia di Sant’Elena

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stata per secoli di libero comune, politica- mente legato prima a Jesi poi a Fabriano.

Ma il vero e proprio castello antico è rappre- sentato dal Domo, (a circa 12 km da Serra San Quirico), cinto di mura, con due porte, varie strade interne, una piazza su cui si affaccia la chiesetta ottocentesca della Ma- donna del Rosario.

Nei dintorni di Serra San Quirico si trova la chiesetta di Santa Maria delle Stelle, che sorge al confine tra i comuni di Serra San Quirico e Mergo, sopra un colle dal quale domina il panorama delle due vallate del Misa e dell’ Esino. La pianta è a croce latina e fu costruita dai Monaci Ospitalieri come rifugio per i viandanti ed i pellegrini, sulle rovine di un antico tempio pagano. Le due pietre che formano gli altari laterali si pensa

che siano le are già usate dai pagani per i loro sacrifici. Altre tracce di costruzioni ante- riori all’epoca della chiesa attuale sarebbero state trovate quando fu tracciata la strada di collegamento tra Serra e Mergo.

Di notevole importanza storica ed artistica è la chiesa di San Paterniano del 1473 (ma si pensa sia stata ricostruita sulle rovine dell’originaria struttura del XIII secolo), con il suo bel portale rinascimentale in pietra deco- rata e sormontato da una cuspide triangolare in pietra e mattoni. L’interno è a pianta cen- trale con abside cinquecentesca e copertura a volte a botte e vi si possono ammirare di- verse opere: il trittico su tavola, raffigurante la Madonna di Loreto, San Paterniano e San-

ta Lucia, della fine del sec. XV e attribuito ad un anonimo “maestro di Domo” fabrianese e nume- rosi affreschi votivi dei sec. XV- XVI, nella zona absidale, attribuiti a maestri marchigiani.

La Chiesa di San Paterniano sor- ge a ridosso delle mura dell’antico castello di Domo.

Castello di Domo

Chiese%a Santa Maria delle Stelle

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PIANTINE STRADALI

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