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I dintorni di Monzuno

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Academic year: 2022

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I dintorni di Monzuno

Il 13 novembre, l'Assessore classe quinta della Scuola P

paese: il cimitero e la chiesa parrocchiale, la Chiesa di San

Presso il cimitero i ragazzi hanno visitato le tombe di alcuni importanti artisti del territorio:

Lea Colliva e Nino Bertocchi.

Lea Colliva e Nino Bertocchi sono due pittori nati all'inizio del '900, amanti dei paesaggi dell'Appennino Bolognese. Nino Bertocchi aveva sposato la sorella di Lea Colliva, Renata Colliva e nel 1943, a causa della Seconda Guerra Mondiale, si erano ritirati tutti e tre nelle colline monzunesi. Qui presero alloggio presso la Villa dell'Ospitale, un antico monas ormai divenuto abitazione privata

La villa, restò per molti anni, fino alla morte di Nino Bertocchi, il rifugio estivo per entrambi i pittori.

Le tombe di due importanti pittori vissuti a Monzuno: Lea Coll

I dintorni di Monzuno

, l'Assessore alla cultura Pavesi Ermanno ha portato in pass

classe quinta della Scuola Primaria di Monzuno per visitare due luoghi importanti del paese: il cimitero e la chiesa parrocchiale, la Chiesa di San Giovanni Evangelista.

i ragazzi hanno visitato le tombe di alcuni importanti artisti del territorio:

Lea Colliva e Nino Bertocchi sono due pittori nati all'inizio del '900, amanti dei paesaggi Bolognese. Nino Bertocchi aveva sposato la sorella di Lea Colliva, Renata Colliva e nel 1943, a causa della Seconda Guerra Mondiale, si erano ritirati tutti e tre nelle colline monzunesi. Qui presero alloggio presso la Villa dell'Ospitale, un antico monas ormai divenuto abitazione privata, di cui tuttora sono visibili i resti.

La villa, restò per molti anni, fino alla morte di Nino Bertocchi, il rifugio estivo per entrambi i

Le tombe di due importanti pittori vissuti a Monzuno: Lea Colliva e Nino Bertocchi alla cultura Pavesi Ermanno ha portato in passeggiata la rimaria di Monzuno per visitare due luoghi importanti del

Giovanni Evangelista.

i ragazzi hanno visitato le tombe di alcuni importanti artisti del territorio:

Lea Colliva e Nino Bertocchi sono due pittori nati all'inizio del '900, amanti dei paesaggi Bolognese. Nino Bertocchi aveva sposato la sorella di Lea Colliva, Renata Colliva e nel 1943, a causa della Seconda Guerra Mondiale, si erano ritirati tutti e tre nelle colline monzunesi. Qui presero alloggio presso la Villa dell'Ospitale, un antico monastero,

La villa, restò per molti anni, fino alla morte di Nino Bertocchi, il rifugio estivo per entrambi i

iva e Nino Bertocchi

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La Chiesa Di San Giovanni Evalgelista

romanico, venne ristrutturata nel 1504 e nel 1836 fu ampliata. Ciò che oggi è visibile risale tuttavia alla fine dell'800, periodo in cui è stata interamente ricostruita, senza lasciare tracce delle strutture precedenti. Ciò che è noto è stato

campanile risale alla prima metà del XVII sec. e alloggia quattro campane fuse nel 1838.

Chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista

Di San Giovanni Evalgelista è è già ricordata nel 1315. Inizialmente di stile romanico, venne ristrutturata nel 1504 e nel 1836 fu ampliata. Ciò che oggi è visibile risale tuttavia alla fine dell'800, periodo in cui è stata interamente ricostruita, senza lasciare

re precedenti. Ciò che è noto è stato appreso

campanile risale alla prima metà del XVII sec. e alloggia quattro campane fuse nel 1838.

Chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista

è è già ricordata nel 1315. Inizialmente di stile romanico, venne ristrutturata nel 1504 e nel 1836 fu ampliata. Ciò che oggi è visibile risale tuttavia alla fine dell'800, periodo in cui è stata interamente ricostruita, senza lasciare appreso dagli inventari. Il campanile risale alla prima metà del XVII sec. e alloggia quattro campane fuse nel 1838.

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Partendo dalla Chiesa di San Giovanni Evangelista, si raggiunge un vialetto che conduce alla scultura dell'artista Germano Pacelli, dal titolo "Diario", regalata a Monzuno dall'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia).

Germano Pacelli partì per la Seconda Guerra Mondiale nel 1943, fu imprigionato dai tedeschi e portato in Jugoslavia. Riuscì a fuggire e prendere parte alla guerra di liberazione nella brigata Bozzi divisione Legnano.

L'opera rappresenta il ritorno a casa dei sopravvissuti dopo i bombardamenti del 1944 su Maresca, paese in cui è nato l'artista.

È raffigurata una porta da cui cui escono alcuni personaggi, mentre accanto alla porta vi sono alcuni testimoni della guerra da cui trasfigura il dolore delle violenze viste e vissute.

Oltre al dolore, tuttavia vi è anche un messaggio di positività, di voglia di tornare alla vita, a quella "normale" di tutti i giorni: una ragazza porta del cibo ed un uomo accompagna un bambino con una lampada in mano.

Vi sono anche alcuni specchi, affinchè, “chiunque si avvicini all’opera si senta coinvolto, veda l’immagine di se stesso, se ne senta parte. Perché non possiamo dire che non ci occupiamo di queste cose, che la guerra non ci riguarda. Perché se rimaniamo indifferenti prima o poi sarà la guerra a occuparsi di noi” (parole di Germano Pacelli, citate in una pagina del sito http://www.unioneappennino.bo.it)

"Diario" di Germano Pacelli

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