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Academic year: 2022

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Economia locale Rubrica

1 La Repubblica - Ed. Torino 23/10/2021 Intel, perde quota l'ipotesi Mirafiori la Regione punta sul Piemonte est (D.Longhin)

2

Politica locale Rubrica

1 Corriere di Novara 25/10/2021 Niente ponte, ancora per un mese 4

Economia nazionale Rubrica

1 Corriere della Sera 25/10/2021 Manovra, stretta sul reddito (F.Fubini) 5

1 La Repubblica 25/10/2021 Pensioni, la riforma di Draghi la Lega tratta, i sindacati no (A.Corbi/G.Vitale)

8

1 La Repubblica 25/10/2021 I giovani precari e sottopagati resteranno al lavoro oltre i 70 anni (V.Conte) 10 1 L'Economia (Corriere della Sera) 25/10/2021 Per crescere serve il risparmio degli italiani. L'Europa i suoi soldi non

basteranno (F.De Bortoli)

12

18 La Stampa 25/10/2021 Bollette, il governo alza lo scudo. Non bastano i 2 miliardi di aiuti (A.Barbera)

16

8 Corriere della Sera 25/10/2021 Mps, la privatizzazione deve attendere. Tesoro e Unicredit: trattative interrotte (P.Pica)

17

1 Primo Piano Banche 25/10/2021 SCENARIO BANCHE E RISPARMIO GESTITO 19

Prime pagine Rubrica

1 Il Sole 24 Ore 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 22

1 Corriere della Sera 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 23

1 L'Economia (Corriere della Sera) 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 24

1 La Repubblica 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 25

1 Affari&Finanza (La Repubblica) 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 26

1 La Stampa 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 27

1 Il Giornale 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 28

1 Il Fatto Quotidiano 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 29

1 Corriere di Torino (Corriere della Sera) 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 30

1 La Repubblica - Ed. Torino 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 31

39 La Stampa - Ed. Torino 25/10/2021 Prima pagina di lunedi' 25 ottobre 2021 32

Sommario Rassegna Stampa

Pagina Testata Data Titolo Pag.

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1 / 2

Data Pagina Foglio

23-10-2021 1+4

la Repubblica

Torino

Intel, perde quota l'ipotesi Mirafiori la Regione punta sul Piemonte est

Martedì il vertice con i sindacati

Mirafiori, le uscite salgono a quota 200

Via anche i giovani

Martedì tra sindacati e azienda non si parlerà solo di trasloco delle linee dalla Maserati di Grugliasco a Mira- fiori, ma della possibilità di concede- re l'uscita anticipata, con aggancio alla pensione o senza, a molti più operai rispetto al numero previsto nell'accordo già firmato. La questio- ne è nell'aria da settimane e le sigle metalmeccaniche si aspettano che vanga posta sul tavolo proprio i126, quando a livello torinese si aprirà il confronto per discutere il trasferi- mento del sito di corso Allamano, dove rimarrà solo il reparto di lastra- tura fino al 2024. Operazione di rior- ganizzazione che Stellantis (gruppo che ha tra i suoi principali azionisti Exor che edita Repubblica) ha an- nunciato al tavolo con il governo. Al- le Carrozzerie di Mirafiori, dove la- vorano meno di 3 mila persone, la prima intesa prevedeva 160 uscite.

L'azienda è probabile che ne chiede- rà altre 200. Almeno. Operai che la- sciano o quattro anni prima della pensione oppure decidono di molla- re il posto incassando un incentivo di 75 mila euro.

Possibile che si tratti anche di

"giovani", tra capi, supervisor, gesto- ri shift manager e operai con un'alta professionalità spendibile sul mer- cato che scelgono di abbandonare la fabbrica. Addetti che in un mo- mento di ripresa dell'economia rie- scono a ricollocarsi in altre aziende con maggiori soddisfazioni econo-

miche e prendendo un buon incenti- vo da parte dell'azienda che lascia- no. Anche tra i tecnici e gli impiega- ti degli Enti Centrali la dinamica è la stessa: rispetto al contratto di espan- sione, che prevede 390 uscite a fron- te di 130 ingressi, le adesioni hanno superato quota 670. Ma prima si af- fronterà la questione tute blu alle Carrozzerie. In un secondo momen- to gli Enti Centrali.

Martedì sí entrerà anche nel detta- glio dell'operazione di riorganizza- zione del Polo torinese di Stellantis.

Tutte le produzioni Maserati, la Quattroporte e la Ghibli, verranno spostate a Mirafiori dove il prossimo anno debutterà anche la GranCa- brio e la GranTurismo della casa del Tridente. Entro il 2024 verrà realiz- zata la nuova piattaforma per i mo- delli full electric di Maserati, che è stata ribattezzata Folgore, e il primo modello sarà la nuova Quattropor- te. Il futuro di Grugliasco, fabbrica acquisita nel 2009 dalla Bertone per volere dell'allora ad Sergio Mar- chionne? Incerto. Nell'incontro al ministero dello Sviluppo Economi- co l'azienda non è entrata nei detta- gli di ciò che accadrà alla fabbrica dedicata all'Avvocato. I delegati del- la Fiom sono «contro il trasferimen- to e la perdita di posti di lavoro», ma le altre sigle si dicono «più realiste»

rispetto ad un'operazione che po- trebbe rafforzare Mirafiori. — d. lon.

©RIPRODUZION E RISERVATA

Alle Carrozzerie

Sono in arrivo anche gli operai ora in forza a Grugliasco

Ambito

II Piemonte lavora per ospitare la fabbrica Intel

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Quotidiano

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Data Pagina Foglio

23-10-2021 1+4

la Repubblica

Torino

Frenata su Torino, servono spazi liberi

Intel, la Regione punta su 2 maxi aree

a Vercelli e Galliate

di Diego Longhin

Il dossier di Intel è stato aggiorna- to dalla Regione per cercare di con- vincere i vertici della multinaziona- le americani a insediare in Piemon- te una delle fabbriche di micro- chip che verranno realizzate in Eu- ropa. C'è sempre Mirafiori in ballo, un'area di 1 milione di metri qua- dri, ma è difficile che 10 spazio del fabbricone che si affaccia su corso Settembrini soddisfi le richieste statunitensi. La multinazionale dei microcircuiti in silicio vuole un'a- rea vergine su cui costruire il pro- prio stabilimento, senza dover bo- nificare o ristrutturare capannoni o impianti esistenti. Una condizio- ne che mette fuori Mira fiori.

Fa entrare in ballo altri due spazi che la Regione, grazie ad un lavoro di squadra condotto dall'assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano, ha individuato: spazi

"verdi" nelle province di Vercelli e Novara. Insomma, l'impianto si sposterebbe verso il Nord-Est. La prima è nel Comune di Vercelli e si tratta di due spazi confinanti vista risaie. Poco meno di 4 milioni dí metri quadri di aree. L'altra è un terreno agricolo a Galliate, nel No- varese. Anche in questo caso poco meno di 4 milioni di metri quadri.

La superficie massima richiesta per lo stabilimento di produzione.

Le altre pezzature, quelle di Casale Monferrato e Cuneo, si avvicinano ai 350 mila metri quadri necessari per l'impianto di packaging. Per questo tipo di lavorazione la Regio- ne ha inserito anche i siti ex Pinin- farina di San Giorgio Canavese e Bairo, mentre ha tolto dal dossier l'ex fabbrica Olivetti di Scarmagno che è stata opzionata per il proget- to Italvolt. Torino ha due siti: oltre a Mirafiori, è stata inserita anche l'ex acciaieria Thyssen di corso Re- gina Margherita. Si tratta però di fabbriche che non rispettano il cri- terio del terreno libero, uno degli aspetti fondamentali per Intel. Pos- sono però essere presi in considera- zione per strutture secondarie.

«Abbiamo fatto un buon lavoro — sottolinea Tronzano — auspichia- mo che Intel ora scelga l'Italia e il Piemonte». Se dovesse accadere si aprirebbe una partita complicata rispetto all'uso di terreno agricolo e alla normativa sul non consumo di suolo. Questioni che verrebbero sollevate. Sull'altro piatto della bi- lancia ci sarebbe però un sito stra- tegico della multinazionale ameri- cana e un po' di posti di lavoro. Il governo italiano e il ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti sembrano sponsorizzare Torino, ma la partita è molto com- plessa per la concorrenza italiana ed europea.

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Quotidiano

(4)

1

Data Pagina Foglio

25-10-2021

6niere@Mara 1+3

ROMAGNANO SESIA

Niente ponte, ancora

per un mese

Rinviata ancora la data di riapertura

• Usellini a pagina 3 CANTIERE I lavori per il nuovo ponte di Romagnano Sesia (foto Usellini)

ROMAGNANO SESTA Rinviata ancora (per la quinta volta) la data di riapertura

Niente ponte, ancora per un mese

L'annuncio di Anas ha già suscitato le reazioni dei sindaci, che chiedono di anticipare

ROMAGNANO SESIA Niente ponte. Almeno ancora per un mese. Alla fine Anas esce allo scoperto, in risposta alla let- tera del sindaco di Roma- gnano Sesia Alessandro Ca- rini, firmata anche dal sin- daco di Gattinara, Maria Vit- toria Casazza, che doman- davano notizie circa la data di riapertura.

Annunciando, praticamente, il quinto rinvio della data di utilizzo del ponte.

"Nonostante le grandi dif- ficoltà, quali le ultime de- rivanti dagli eventi alluvionali di inizio mese (che hanno comunque richiesto il ripri- stino delle viabilità di cantiere in alveo), oggi il ponte prov- visorio ha raggiunto la spon- da lato Gattinara e, sebbene non sia stato ancora calato sugli appoggi definitivi, con- fermiamo che il varo com- pleto del ponte sarà concluso entro il 28 ottobre". Ma at- tenzione. Nella nota subito si spiega: "Ciò non consente l'utilizzo immediato dell'ope- ra, in quanto devono essere completati i collegamenti in rilevato con la viabilità esi- stente, e le relative opere di

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LAVORI IN CORSO L'intervento di ricostruzione e riapertura del ponte abbattuto dal maltempo richiederà ancora un mese di tempo sostegno. Le operazioni di

collaudo, inoltre, sono già in corso: proprio in questi gionti il collaudatore ha effettuato un' attenta visita e, con l'au- silio dei nostri tecnici sta pro- grammando le attività di col- laudo e le prove di carico sui pali e sul ponte in modo da non rallentare le operazioni di costruzione in corso".

"Nonostante ciò, é risultato impossibile recuperare inte-

ramente i 2,5 -3 mesi che, per eventi indipendenti dalla scri- vente, non è stato possibile utilizzare per le attività di costruzione e, quindi, l'aper- tura al traffico del ponte è prevista, compatibilmente con le condizioni meteoro- logiche, per il 22 novem- bre".

Il Comune di. Romagnano ha già inviato una nuova lettera, firmata anche questa, anche

dal Comune di Gattinara, ri- volgendosi ad Anas e Re- gione per chiedere un ul- teriore sforzo affinché l'aper- tura al traffico venga anti- cipata rispetto alla data del 22 novembre (data comunicata, oltretutto. a pochi giorni dalla fine del mese indicato pre- cedentemente per apertura):

"Siamo pertanto a chiedervi di valutare, compatibilmente con le necessarie autorizza-

zioni, di velocizzare gli in- terventi e di poter anticipare la data di apertura rispetto alla data indicata" scrivono ancora i primi cittadini.

L'importo complessivo del- l'investimento per la realiz- zazione e l'esercizio della via- bilità provvisoria ammonta a circa 4 milioni e 900 mila euro. La progettazione del- l'intervento di ricostruzione del ponte crollato è in corso.

(foto Usellini) Laconico il commento del.

comitato spontaneo di cit- tadini: «Abbiamo la data uf- ficiale. Una data che ci lascia con l'amaro in bocca. Delle perplessità le avevamo espres- se la settimana scorsa, spe- rando di doverci poi ricre- dere. L'unica cosa "positiva" è che almeno, per quanto non piaccia, una data c'è ed è ben definita»

Paolo Usellini

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Plurisettimanale

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Data Pagina Foglio

25-10-2021

CORRIERE DELLA SERA 1+7

Più controlli e assegno ridotto a chi rifiuta il lavoro. Pensioni, le ipotesi per l'accordo. II cdm entro giovedì

Manovra, stretta sul Reddito

Unicredit e Tesoro: interrotti i negoziati su Mps. Il governo studia il piano B

di Federico Fubini

fretta sul Reddito di citta- dinanza, con più controlli e assegno ridotto a chi rifiuta l'offerta di lavoro. Sulle pen- sioni più ipotesi per un accor- do. E per Mps stop ai negozia- ti tra Unicredit e Tesoro.

da pagina 6 a pagina 9

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Quotidiano

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Data Pagina Foglio

25-10-2021

CORRIERE DELLA SERA 1+7

Stretta su Reddito e pensioni e 7 miliardi per tagliare

le tasse ai cittadini

Così le proposte del governo

L'ipotesi di maggiore gradualità per i criteri di uscita dal lavoro

di Federico Fubini

Più passano i giorni, più di- venta chiaro che una grande incognita della legge di Bilan- cio da varare questa settimana non riguarda le pensioni di oggi, né il Reddito di cittadi- nanza, né il taglio delle tasse.

Riguarda, piuttosto, ciò che deciderà il sistema politico una volta completata la transi- zione in uscita da Quota loo nei prossimi anni. La posta di questo passaggio è anche qui.

Perché nessuna delle princi- pali forze di maggioranza si sta esponendo per un ritorno al sistema com'era prima che nel 2019 il governo M5S-Lega creasse l'opzione fino al 2021

di ritirarsi prima con pieni di- ritti previdenziali a 62 anni di età e 38 di contributi. Tutti i partiti o quasi hanno lasciato soli il premier Mario Draghi e i suoi tecnici a progettare un ri- torno del sistema pensionisti- co verso la sostenibilità finan- ziaria, l'equità fra generazioni e a un'economia in cui non manchi manodopera mentre entro il 2040 il Paese perderà quasi sei milioni di persone in età di lavoro per il declino de- mografico.

Questa è una delle spade di

Damocle: la tentazione dell'in- tero spettro dei partiti di guar- dare di nuovo al consenso di breve termine, quando la tran- sizione messa in cantiere in questi giorni finirà e sarà in carica un altro governo. Il ten- tativo di rendere meno proba- bile un'altra controriforma fa- rà parte dei calcoli, in questi giorni. Così sarà anche per l'obiettivo di frenare l'espan- sione continua delle platee del Reddito di cittadinanza, tra- mite una stretta in entrata e più vincoli in uscita. Senza queste precauzioni, rischia di diventare difficile sostenere negli anni il taglio di sette mi- liardi delle tasse sui redditi personali che il governo vuole avviare da subito.

I vincoli per il sussidio

Nel 2021 il costo del sussidio dovrebbe salire a una cifra fra 8,5 e 9 miliardi di euro, perché il numero dei beneficiari ha continuato a salire malgrado il rimbalzo dell'economia e la creazione di oltre 500 mila po- sti. Le famiglie beneficiarie ad agosto sono state il 5,7% in più rispetto all'anno scorso: 1,67 milioni di nuclei che includo- no circa 3,8 milioni di persone (oltre un milione in più rispet- to al 2019). L'analisi dei dati ri- vela che probabilmente le fro- di sono frequenti. Per preve- nirle, la legge di bilancio do- vrebbe stabilire più controlli ex ante per chi richiede il sus- sidio. Diventerà obbligatorio allegare alla domanda un cer- tificato di residenza recente e si dovrà firmare la "Dichiara- zione di immediata disponibi- lità al lavoro" del richiedente e dei suoi familiari, prima anco- ra che la domanda venga presa

II costo

Nel 2021 il costo del Reddito dovrebbe salire a una cifra fra 8,5 e 9 miliardi di euro

in esame. E poi previsto un in- tervento sulla potenziale via di uscita dal sussidio che al mo- mento appare, quantomeno, ostruita. Oggi i beneficiari perdono l'assegno solo se ri- fiutano tre proposte di lavoro

"congrue" da parte del loro centro per l'impiego, ma non accade quasi mai: di rado que- sti uffici pubblici non riesco- no ad arrivare alle tre proposte e intanto molti percettori arro- tondano lavorando in nero. Di qui l'idea che chi beneficia del Reddito ne perderebbe una parte già al primo rifiuto di un'offerta di lavoro oppure, più probabilmente, a partire dal secondo rifiuto. Questi due interventi dovrebbero far risparmiare almeno 700 mi- lioni rispetto all'aumento di 1,5 miliardi temuto nel costo del Reddito di cittadinanza l'armo prossimo.

La partita di Quota 100

Nel tentativo di tornare al di- ritto di pensione piena a 67 anni nei casi ordinari, Draghi e i suoi tecnici devono convin- cere soprattutto la Lega. Eppu- re quasi nessuno degli altri partiti di maggioranza (con l'eccezione di Italia Viva) sta aiutando il premier. Intanto nelle vesti di negoziatore per la Lega è rispuntato Claudio Durigon, l'ex sottosegretario all'Economia dimessosi per aver proposto di intitolare un parco a Arnaldo Mussolini.

Draghi e il ministro dell'Eco- nomia, Daniele Franco, vole- vano nel 2022 un passaggio a Quota 102 (per esempio, 64 anni di età e 38 di contributi), a Quota 104 nel 2023 e l'esclu- sione solo dei lavori realmente usuranti dal 2024 in poi. Que-

sta proposta non passerebbe in Consiglio dei ministri, dun- que sono allo studio due pos- sibili alternative.

Le due up 1uuni

La prima prevede il ritorno alla normalità pensionistica di pri- ma del governo giallo-verde dopo un biennio di Quota 102,

ma magari con una particola- rità: nel 2023 anno l'assegno sarebbe calcolato con metodo contributivo (cioè sulla base di quanto ciascuno ha effettiva- mente versato nel sistema).

Ciò ridurrebbe i costi e affer- merebbe il principio che non devono essere i giovani a pa- gare il debito futuro di chi sce- glie di andare in pensione pri- ma oggi.

La seconda e forse più pro- babile ipotesi prevede invece la spalmatura della transizio- ne su un anno in più, con mag- giore gradualità: si avrebbe Quota 102 nel 2022, Quota 103 nel 2023 e Quota 104 (in pen- sione a 66 anni) nel 2024.11 co- sto supplementare di questa spalmatura lenta sarebbe di 15o milioni di euro — rispetto ai 600 previsti prima — e ci sa- rebbe un vantaggio politico:

non ci sarebbe uno sbalzo l'an- no seguente in vista di un ri- torno al ritiro a 67 anni, dun- que le pressioni per una nuova controriforma sarebbero forse minori.

Del resto non c'è alternativa.

Ogni spesa in più per pensioni o reddito di cittadinanza ri- schia di andare a intaccare la riserva per ridurre l'aliquota Irpef del 38%. E, a sette miliar- di, il taglio è già al minimo in- dispensabile perché si avverta.

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Quotidiano

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Data Pagina Foglio

25-10-2021

CORRIERE DELLA SERA 1+7

La finanza pubblica in Italia

Indicatori di finanza pubblica (In percentuale del Pil)

3,4 3,5

-1.8

~

III I

-1,5

134,3

2019

PII (variazioni percentuali) 6

4.

2 0 -2, -4 ; -6 -8 ! -10 I

2020 Fonte Mai

1

-6,1 -9,6

2020

2021 2022 2023 2024

Premier

II presidente del Consiglio, Mario Draghi, discuterà la manovra in Consiglio dei ministri questa settimana con l'obiettivo di procedere entro giovedì all'approva- zione. La manovra vale complessiva- mente 23,4 miliardi. Di questi, 7 miliardi sono stati stanziati perla riduzione delle imposte sul reddito

-4,

®I

7

12 10 á _ 8 6

34

2 o

-9,4

Deficit • Interessi sul debito pubblico Debito pubblico r Saldo primario ■ Deficit strutturale

3,4

1 I

2021 -7,6

2,9

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I

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Deficit e debito pubblico (in percentuale del Pii)

2022

Deficit/Pil Debito pubblico/Pii

2008'

2,7 -1,2

-3,9

IU

-4,4 ,

'2010 2012 2014 2016 2018' 2023

2,5

-3,8

2024

160 150 140 130 120

1

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2020 2022 2024 Corriere della Sera

CORRIERE DELLA SERA.

Debito pubblico/Pil

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Quotidiano

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Data Pagina Foglio

25-10-2021

la Repubblica 1+2

Pensioni, la riforma di Draghi la Lega tratta., i sindacati no

Per il governo inevitabile il ritorno graduale alla Fornero ma si media sull'uscita a 64 anni. Letta: le quote sono sbagliate Slitta il Consiglio dei ministri di domani, non c'è accordo su come usare gli otto miliardi destinati al taglio delle tasse

Il Consiglio dei ministri sulla ma- novra, previsto per domani, slitta.

Restano i nodi delle pensioni e del taglio delle tasse. Sulla riforma pensionistica la Lega tratta con il governo, ma non c'è accordo con i sindacati. I giovani dovranno lavo- rare fmo a più di 70 anni.

di Conte, Corbi e Vitale

• alle pagine 2 e 3

Pensioni, Lega verso il sì

ma c'è lo scoglio dei sindacati

Graduale, ma inevitabile, il ritorno alla Fornero. Mediazione su un'uscita a 64 anni. Cgil, Cisl e Uil pronte alla mobilitazione Non c'è accordo sull'utilizzo degli 8 miliardi del taglio delle tasse

in manovra:

finiranno in un fondo, deciderà il Parlamento

di Alessandro Corbi e Giovanna Vitale

ROMA Il ritorno alla legge Fornero sulle pensioni con la cancellazione di Quota 100 non è equivocabile. E la trattativa in corso con le forze di maggioranza potrà solo definire il percorso, graduale ma breve, per far rivivere la soglia dei 67 anni. Ma i soldi stanziati sono quelli scritti nel documento programmatico di Bilan- cio (Dpb) inviato a Bruxelles, 600 mi- lioni il prossimo anno, 450 nel 2023 e 510 nel 2024. Su questo il premier Mario Draghi non ha intenzione di fare passi indietro. Se ne assumerà tutta la responsabilità quando pre- senterà, forse

già

mercoledì o al mas- simo giovedì, la manovra in Consi- glio dei ministri, anche se è ben con- scio che il salto di 5 anni, il cosiddet- to scalone, è un boccone amaro per la Lega di Salvini — ormai rassegnata a cedere su Quota 100 — e psicologi- camente difficile da accettare per chi, con le

regole attuali, si trova a

un

soffio dall'uscita dal lavoro.

Una mossa destinata inevitabil- mente ad aprire una frattura con i sindacati, in particolare con il lea- der della

Cgil

Maurizio Landini, che aveva bollato il passaggio momenta- neo a Quota 102 come «una presa

in giro». Il

premier confermerà che Quota 100 non sarà rinnovata — e qui trova la sponda del segretario del Pd Enrico Letta — e che questo serve ad «assicurare un graduale passaggio alla normalità», ossia ai 67 anni. Lo dirà ai sindacati dopodo- mani, nel corso di un incontro

già

fis- sato, sebbene su un altro ordine del

giorno.

E la risposta potrebbe arriva- re subito, con un calendario di mobi- litazioni, in cantiere da

giorni.

Per ora

Cgil, Cisl e Uil si

sono dati la con- segna del silenzio: non si parla di pensioni finché il presidente del Consiglio non dirà chiaramente co- sa vuol fare. Ma la linea è tracciata: i confederali premono per una rifor- ma strutturale delle pensioni in sen- so progressivo, che permetta di riti- rarsi dal lavoro dai 62 anni in su e

tenga conto

sia del fatto che non tut- ti i lavori sono uguali.

In queste ore sono in corso tratta- tive serrate che coinvolgono Palaz- zo Chigi, il Mef e i ministri alla ricer- ca delle ultime limature alla mano- vra espansiva da 23,4 miliardi. Alla

Lega il

ministro dell'Economia Da- niele Franco ha ricordato che la fine di Quota 100 non cancella i costi di quella misura che si trascineranno fino al 2025 e nel solo 2022 peseran- no per oltre 7 miliardi. Più o meno la stessa cifra del Reddito di cittadi- nanza, 800 milioni oltre ai 7,8 miliar- di

già previsti.

Il Mef ha respinto la controproposta del partito di Salvi- ni di tenere Quota 102 per 2 anni ma sta verificando l'ipotesi di uscite a 64 anni (per i prossimi 3 anni) con contributi crescenti (38, 39 e 40 an- ni). In pratica Quota 102,103 e 104.

Quanto al Pd, la richiesta è di finir- la con il sistema delle Quote, «un er- rore» come dice il segretario Enrico Letta, perché «è una strumento che discrimina le donne», e di puntare a dare flessibilità a chi ha fatto lavori

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Quotidiano

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25-10-2021

la Repubblica 1+2

gravosi e a confermare Opzione don- na, finora non prevista, che coste- rebbe 100 milioni di euro nel 2022.

Mentre incassa la riforma degli am- mortizzatori sociali il ministro del Lavoro Andrea Orlando. La riforma parte dal prossimo anno e prevede ammortizzatori universali per tutti:

la Cig dovrebbe venire estesa anche alle imprese sotto i 5 dipendenti, in- clusi parrucchieri e negozi di quar- tiere. Le risorse stanziate — 3 miliar-

di di cui 1,5 dallo stop al cashback — sarebbero sufficienti per partire be- ne. I dem ottengono anche il rifinan- ziamento del fondo sanitario nazio- nale e del fondo per la non autosuffi- cienza.

Tra le misure che i partiti della maggioranza proveranno ad esten- dere in Parlamento ci sono la proro- ga dei bonus edilizi, limitati dal go- verno, e il fondo per la riduzione del-

I grandi capitoli della legge di Bilancio

8 mld

II tmolio delle tasse Da decidere se riducendo I' Irpef per i ceti medi, come vogliono governo e Pd, o tagliando l'Irap, come vogliono imprese e centrodestra

3 mld

Lo stanziamento è di 3 miliardi, di cui 1,5 dallo stop al cashback. La copertura verrebbe estesa a tutte le aziende, anche le piccolissime

8,6 mld

I! Reddito di cittadinanz Stanziati in manovra 800

milioni cui vanno aggiunti quelli già previsti, pari a 7,8 miliardi. La misura, cara al M5S, sarà riformata

600 min

Il governo ha stanziato 600 milioni (circa 1,5 miliardi in 3 anni) per superare Quota 100 e tornare gradualmente alla legge Fornero

Mario Draghi e Daniele Franco

II presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia

le bollette di luce e gas.

Un punto in sospeso è l'anticipo della riforma fiscale da 8 miliardi.

La cifra, nonostante le richieste, non cambia, ma non è ancora chiaro come verrà declinata la riforma: si starebbe andando verso la creazio- ne di un fondo destinato al taglio del- le tasse, ma sul come farlo (meno Ir- pef o meno Irap) si deciderà in sede di discussione della manovra in Par- lamento. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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25-10-2021

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I giovani precari e sottopagati resteranno al lavoro oltre i 70 anni

Il dossier

I giovani "senza quota"

Precari e sottopagati al lavoro oltre i 70 anni

Chi versa contributi da metà anni '90 sconta il peso delle riforme E rischia di trovarsi con un assegno pari a metà dell'ultimo stipendio

ROMA Precari da ventenni. Sotto- pagati da trentenni e quaranten- ni. Esodati da sessantenni. E pove- rissimi pensionati da settantenni.

La politica litiga su Quota 100 e le sue sorelle 102 e 104. Ma c'è un esercito di cui non si parla mai. So- no i Fuori Quota o Senza Quota o Quota Zero. Giovani e meno giova- ni di ieri e di oggi, che non pensa- no alla pensione perché «tanto non me la daranno mai».

Figli della flessibilità del lavoro che da decenni in Italia sforna con- trattini e paghette, rendendo la carriera una groviera di intermit- tenza, buchi, nero. Un micidiale mix tra regole brutali e contributi- vo puro disegna per queste gene- razioni un futuro davvero fosco. Si entra tardi in modo stabile al lavo- ro, si esce presto perché le azien- de preferiscono turn-over conti- nui, mentre le riforme e la vita che si allunga spostano sempre più in là l'età della pensione.

Per i post-1996 — quelli che han- no iniziato a lavorare alla fine del secolo scorso o dopo e sono tutti totalmente nel contributivo: pren- di quanto versi — il traguardo fina- le è ben oltre i 70 anni. Chi ci arri- verà con assegni poveri potrebbe uscire anche a 75.

Se tutto va bene

Vediamo cosa succede simulando

di Valentina Conte

— lo fa per Repubblica una società indipendente di consulenza, smile- conomy — il percorso lavorativo di quattro lavoratori che oggi hanno 25, 30, 35 e 40 anni, dipendenti e autonomi, con redditi netti da 1.000 a 1.500 euro. Se iniziano a versare i contributi a 25 anni, il lo- ro stipendio cresce dell'1,5% all'an- no e il Pil dello 0,3%, la carriera è continua e senza scossoni, andran- no in pensione tra 68 e 72 anni e con un assegno tra il 55 e il 64% del loro ultimo stipendio (il tasso di so- stituzione medio). Il 25enne di og- gi vede come età di uscita una for- chetta che oscilla tra quasi 69 an- ni e quasi 73 anni.

Dipenderà dalla speranza di vi- ta a 65 anni, il parametro Istat che ogni due anni aggiorna i requisiti per la pensione: può variare da ze- ro a tre mesi e se tutto va bene o molto bene, senza pandemie o al- tri accidenti, porterà la generazio- ne dei Senza Quota in pensione da over 70. Nel 1976 la speranza di vi- ta era di 14,9 anni oltre i 65: quindi 79,9 anni. Nel 2019 era salita a 21 anni, dunque a 86 anni. Il Covid-19 l'ha fatta crollare a 19,9 e dunque a 84,9 anni. Ma usciti dal tunnel, si tornerà a salire.

Se tutto va male

Cosa succede se la carriera è di-

scontinua? Se per esempio c'è un anno di buco contributivo in ogni decade (a 30, 40 e 50 anni) e se il la- voro finisce a 60 anni perché l'a- zienda ti mette fuori? L'assegno crollerebbe fino al 40-45%, cioè meno della metà dell'ultimo sti- pendio. Da incassare da settanten- ni. E nel frattempo?

Le regole capestro

I post-1996 non hanno paracadu- te. Sono Senza Quota e senza inte- grazione al minimo (riforma Dini per i contributivi puri). Bene che vada ricevono il 60% dello stipen- dio contro 1'80% dei loro padri e nonni "retributivi". Se la speranza di vita si allunga, l'età della pensio- ne si allontana: ma se si accorcia, rimane la stessa (riforma Sacconi).

Se poi il loro assegno pensionisti- co è basso perché hanno versato pochi contributi, dovranno lavora- re più anni (riforma Fornero).

Nello specifico, se la pensione non arriva a 2,8 volte l'assegno so- ciale (1.289 euro, ad oggi) i po- st-1996 non potranno mai andare in pensione anticipata, cioè tre an- ni prima (64 anni, ad oggi). Se la pensione non arriva a 1,5 volte l'as- segno sociale (690 euro, ad oggi), i post-1996 non potranno andare neanche in pensione di vecchiaia, ma dovranno aspettare la "vec- chiaia contributiva" e uscire quat-

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tro anni dopo.

Basta guardare la tabella e capi- re che l'età di uscita salirebbe, in questi due casi, di tre o quattro an- ni: oscillando tra 71 e quasi 77 anni.

Una stortura, legata al principio della riforma Monti-Fornero dell'assegno «dignitoso»: dunque

chi guadagna di più lavora meno e chi è povero rimane al palo.

La gobba del 2050

«Tutti i casi simulati andranno in pensione dal 2050 in poi», osserva l'economista Andrea Carbone, partner di smileconomy. «In

quell'anno, ci ricorda la Ragione- ria, la spesa pensionistica calerà perché si esaurisce la bolla dei ba- by boomers. Allora perché non an- ticipiamo di trent'anni il dibattito e cambiamo subito le regole attua- li che obbligano i giovani di oggi a uscire a 70 anni?».

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Pensioni: generazione "Quota Zero"

RETRIBUZIONE ATTUALE: TRA 11.000 ED 11.500 EURO NETTI AL MESE

ETÀ

DELLA PENSIONE

~

~ DIPENDENTIPERCENTUALE DELL'ULTIMA BUSTA PAGA

AUTONOMI

PERCENTUALE DELL'ULTIMA

BUSTA PAGA

25ANNI

BASSA CRESCITA ATTESA DI VITA

ALTA CRESCITA ATTESA DI VITA

CARRIERA CONTINUA CARRIERA PRECARIA CARRIERA CONTINUA CARRIERA PRECARIA

6$aNNI e 9ME51

72ANNI

e 6MES1 62% 43% 55% 38%

3OANNI

68ANNl e 6MESI 72ANNI e

OMESI

1" 63% 44% 56% 39%

35ANNI

68ANNI e 3MEsl

71ANNI

e 3MESI ~M64%lar 45% 56% .11.1 40%

4OANNI 68ANNI e 1MESE 70ANNI e 6MESI 64% 45% 56% 40%

Età inizio contribuzione:

25 anni

Tutti i valori al metto della fiscalità e reali, al netto dell'inflazione

Carriera precaria:

un annodi buco contributivo a 30,40 e 50 anni e interruzione dell'attività lavorativa. a 60 anni

Crescita reale passata/ Crescita PII futura del reddito: reale annuo:

1,5% 0,3%

Scenario crescita attesa di vita, STAT basso (5° percentlle) e ISTAT storico

IRFOGRAFKº UIROBti4TO IMBCMERI

Fonti: Elatiocrz'ronlsmllecanol.ny

Nessuna integrazione

al minimo:

con le regole attuali difficile trovare

un paracadute

SPESA PREVIDENZIALE IN RAPPORTO AL PIL

Scenario nazionale base, nota di aggiornamento DEF 2020 - Scenario nazionale

base 18%

2060 2065 2070

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Economia

de! CORRIERE DELLA SERA

PER CRESCERE SERVE

IL RISPARMIO DEGLI ITALIANI

L'EUROPA E SUOI SOLDI

NON BASTERANNO'

Abbiamo le risorse del Next Generation Eu, quelle dei fondi

internazionali, ora tocca a i toi scommet tere sul nostro Paese

di Ferruccio de Borten

Con articoli di Sergio Bocconi, Alberto Brambilia, Edoardo De Biasi, Dario Di Vico, Federico Fubini,

Daniele Manca, Alberto Mingardi, Stefano Righi 2,4, 7,18 ' 21

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DOVEVA

'~RISP_ARVITO PRIVATO?

FONDI, QUESTI SCONOSCIUTI

E I\tiECE AIUTANO A I\VESTIRE SU CITTÀ E STRADE DELL'ITAI,LA

Dallo Pian Technopole di Milano con l'area dell'E i ai nuovi piani di mobilità urbana:

le operb pubbliche finanziabili con il Pnrr potrebbero essere opportunità per mettere

a frutto la ricchezza privata parcheggiata sui conti correnti aiutando il Paese

Ma ci vorrebbero str. ul tr adatti (e semplici )

ems90 de Berteli

no dei più grandi investimenti immobiliari al mondo del gruppo australiano Lendlease è lo sviluppo dell'area Expo di Milano che vedrà sor- gere — accanto a Human Technopole e all'ospedale Ga- leazzi il nuovo campus dell'Università degli Studi e tante altre attività civili, industriali e commerciali. Il progetto Mind (Milano Inunovation District) vede impe- gnati, in un'ampia collaborazione tra pubblico e privato, non solo la multinazionale oceanica, di cui l'italiano An- drea Ruckstuhl è head of Italy & continental Europe, ma anche i pensionati canadesi.

Cpp investment ha puntato 200 milioni sul futuro di Rho-Pero, luogo probabilmente oscuro a tutti i suoi iscritti, ma attentamente studiato da tecnici ed esperti sguinzagliati per il mondo in cerca di opportunità dal- l'head of real estate che ancora una volta è italiano, An-

drea Orlandi. Mind sarà a «emissioni zero». Il fondo pensione canadese — tanto per aver un ordine di gran- dezza della sua importanza — ha un patrimonio pari al doppio di tutti quelli italiani messi insieme.

La domanda ingenua che possiamo e dobbiamo porci, a questo punto, è una sola. Perché ciò che i pensionati canadesi trovano conveniente non lo è per gli italiani, risparmiatori compresi, e soprattutto per chi vive nel- l'area metropolitana di Milano? Non si tratta nemmeno di un investimento con logica puramente finanziaria (costruisco, vendo, incasso e addio), bensì un progetto di sviluppo e gestione delle attività dell'area sul medio e lungo periodo. Insomma, il risparmio italiano, in gran parte bloccato su conti correnti a rendimento negativo o in gestioni nelle quali l'Italia conta se va bene per l'i per cento, non avrebbe, con tutte le necessarie garanzie, in-

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Economia

dN CORRIERE DELLA SERA

teresse a investimenti di questo tipo? A maggior ragione se hanno una ricaduta non solo economica ma anche sociale e culturale sul proprio territorio? Università, ospedali, centri di ricerca. O i pensionati canadesi sono dei giocatori d'azzardo oppure abbiamo perso lo spirito che convinse i milanesi a finanziare l'Expo del 1906 o la costruzione, tutta meneghina, della linea i della metro- politana negli anni Sessanta. Qualcosa non torna.

La svolta

Oggi nella temperie positiva dell'afflusso dei fondi eu- ropei del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si tende a pensare che il flusso di investimenti sia così abbondante da non richiederne altri. Sbagliato. Tom- maso Dal Bosco, che si occupa degli investimenti dei Comuni ali' fel, la fondazione per la finanza locale del- l'Anci (presieduta dal sindaco di Novara, Alessandro Ca- nelli) fa sempre l'esempio dell'assistenza sanitaria e del- la scuola. «La provincia di Trento — dice dovrà fare dieci ospedali di territorio, il Pnrr gliene paga tre, e gli altri? Il Piano nazionale di ripresa e resilienza - non po- trebbe essere altrimenti - soddisfa solo una quota della necessità di opere pubbliche. Risponde solo in parte alla necessità di asili nido e per nulla alla domanda di tempo pieno nella scuola primaria, espressa dal 46% dei genito- ri».

La risposta nei piani territoriali complessi e di rigenera- zione urbana è nella capacità degli enti locali di dar vita, insieme a grandi gruppi (Ferrovie per esempio) e inve- stitori istituzionali (a partire dalla Cassa depositi e prestiti) ed eventualmente privati, a strutture effi- cienti con competenze delle quali sono general- mente privi. Da soli non si va da nessuna parte. Si

sprecano soldi e tempi e si finisce anche aspetto colpevolmente trascurato — per mette-

re a repentaglio l'utilizzo dei fondi europei, co- ordinati dall'apposita struttura di missione presso la presidenza del Consiglio.

Gli Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio) sono strumenti pressoché scono- sciuti ma se opportunamente valorizzati potrebbe- ro essere preziosi per sostenere i Piani territoriali per la mobilità sostenibile, destinati a ridisegnare e, in un certo senso a reinéntare, le città italiane. Interve- nendo a una recente iniziativa di Rcs Academy, Il mini- stro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Enrico Giovan- nini, ha spiegato come funzionerà il progetto Maas (Mo- bili, as a service), finanziato dal Pnrr. In sostanza, con un solo canale digitale, il cittadino programmerà tutta la sua mobilità e l'uso di luoghi e servizi. Il ministro ha ag- giunto che il Pnrr non basta per affrontare la sfida della transizione. Ci sono altri fondi, europei e nazionali, ma è necessario anche ricorrere al risparmio privato. Cioè coinvolgere i cittadini, renderli protagonisti (e respon- sabili) dei progetti che cambieranno le loro vite. Audis, specializzata nella rigenerazione urbana, insieme al- l'Università di Parma, ha sperimentato un possibile al- largamento al risparmio privato nella realizzazione del Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) della Città metropolitana di Milano. Il Piano interessa 74 co- muni e 1,2 milioni di persone. Prevede la realizzazione di

13 diversi Luoghi urbani della mobilità (Lum, gli acroni- mi purtroppo si sprecano). In sintesi sono nuclei di una cittadinanza diversa: stazioni di interscambio, spazi per il lavoro a distanza in modo da ridurre il pendolarismo, centri di aggregazione culturale e sportiva, presidii sani- tari. Nel caso della Città metropolitana milanese sono previsti interventi di rigenerazione urbana e ambientale per 800 milioni su 335 mila metri quadrati. Nessun con- sumo di suolo.

Azimut ha formalmente avanzato una manifestazione di interesse per raccogliere e indirizzare i risparmi pri- vati. Ma i Pums, oltre alle città metropolitane, riguarda- no altre io6 città medie e piccole. Non sfugge la delica- tezza strategica di questo passaggio. Se si può ragione- volmente pensare che le grandi metropoli siano in gra- do di gestire una tale complessità, resta un mistero di come riescano a farlo i centri minori. «Per attuare l'inte- ro programma nazionale — spiega Dal Bosco che è an- che presidente di Audis servono circa 13,36 miliardi di euro da raccogliere sul mercato, a fronte dei quali pre- vediamo canoni di disponibilità, ovvero pagati dai Co- muni, per 625 milioni di euro e affitti privati per 351 mi- lioni di euro l'anno. E un grande programma di investi- menti, in concreta attuazione del Green Deal europeo e degli obiettivi del Pnrr. Disintermedia le burocrazie sta- tali e regionali e restituisce autonomia programmatoria e operativa alle comunità locali».

Le fonti di spesa

La spesa è tutta locale. I risparmi, potenzialmente ele- vati sul piano sanitario (436 euro a testa nel caso di un abbattimento del 36% delle emissioni) solo regionali e nazionali. Ne saranno capaci i Comuni? E saranno so- prattutto in grado di sostenere i canoni di disponibilità?

Ma l'interrogativo più rilevante riguarda la mobilitazio- ne del risparmio privato e delle garanzie di protezione del capitale e di ritorno nell'investimento. «Vi ricordate i buoni ordinari comunali?—commenta Roberto Tasca, ex assessore del Comune di Milano ora tornato al suo incarico di ordinario di Economia degli intermediari fi- nanziari all'università di Bologna . Fallirono per l'estrema difficoltà di spiegare nel prospetto i rischi le- gati a un investimento pubblico. Il problema dell'illiqui- dità si può risolvere con la creazione di un vero e proprio mercato secondario dei titoli emessi, fondi dei fondi e obbligazioni quotate. Ma questa è la via giusta, non c'è dubbio. Occorre sganciare alcuni rischi, compresi gli inevitabili ricorsi al Tar, dal destino degli investimenti privati per garantire tempi e remunerazioni adeguate. E aiutare gli enti locali, esausti dalla pandemia, a far fronte ai canoni di disponibilità. Così non ce la faranno mai».

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Economia

del CORRIERE DELLA SERA

Ripresa Daniele Franco, 68 anni: guida il ministero dell'Economia che ha varato il decreto attuativo sul Pnrr

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LA STAMPA 18

Bollette, il governo alza lo scudo non bastano i 2 miliardi di aiuti

La manovra slitta a giovedì. L'industria in pressing: troppo poco per il. caro-energia.

ALESSANDRO BARBERA

ROMA

Ci vorrà ancora qualche giorno per il consiglio dei ministri di approvazione della Finanziaria 2022.

«Dovrebbe essere giove- dì», spiegano da Palazzo Chigi. Le questioni aperte e da risolvere sono diverse:

la destinazione degli otto miliardi per il taglio delle tasse, il compromesso ne- cessario al superamento di

«quota cento», la riforma del reddito di cittadinanza e degli ammortizzatori so- ciali. C'è di più: a Palazzo Chigi si stanno interrogan- do su quanto finora messo abilancio nel 2022 per atte- nuare l'aumento dei prezzi dell'energia. Nel Documen- to programmatico di bilan- cio («Dpb») — ovvero la boz- za di manovra spedita alla Commissione europea— so- no stati stanziati appena due miliardi. Troppo poco rispetto ai tre finora stan- ziati per affrontare i rincari

negli ultimi tre mesi dell'anno. Le grandi azien- de energivore — in partico- lare quelle dell'acciaio — hanno recapitato al gover- no la propria preoccupazio- ne, convinte che la fiamma- ta dei prezzi non si esauri- rà entro fine anno.

Ciascun partito della maggioranza ha un'agen- da da difendere: la Lega, Forza Italia e Italia Viva premono per destinare par- te delle risorse del taglio delle tasse all'Irap. La Le- ga, spalleggiata dai sinda- cati, chiede di ammorbidi- re ulteriormente il compro- messo sulle pensioni, i Cin- que Stelle vogliono che il décalage ipotizzato per il reddito di cittadinanza non comporti in ogni caso una riduzione dell'assegno al di sotto dei cinquecento euro mensili. Un altro te- ma aperto è il destino del costoso superbonus edili- zio al 110 per cento. Molti partiti vorrebbero l'esten-

sione dell'incentivo alle abitazioni unifamiliari, il governo va nella direzione opposta, forte delle segna- lazioni della Guardia di Fi- nanza che raccontano di truffe organizzate. Un in- centivo edilizio minore — quello relativo al rinnovo delle facciate — potrebbe es- sere tagliato, ma il mini- stro della Cultura Dario Franceschini insiste per- ché venga invece mantenu- to: dall'attuale novanta percento, potrebbe scende- re al settanta.

Come sempre la questio- ne più delicata riguarda le pensioni. Draghi e il mini- stro del Tesoro Daniele Franco sono decisi a supera- re «quota cento», ovvero il meccanismo che permette di andare a riposo con ses- santadue anni e trentotto di contributi. Gli impegni scrit- ti nel «Dpb» dovranno so- stanzialmente essere rispet- tati, pena l'accusa di incoe-

renza da parte dei tecnici dell'Unione europea.

L'ultima ipotesi che circo- la a Palazzo Chigi è quella di introdurre una «quota centodue» con un aumento progressivo degli annidi an- zianità contributiva: sareb- bero trentotto nel 2022, trentanove nel 2023, qua- ranta nel 2024. Alla Lega non basta, il Partito demo- cratico spinge per un rical- colo contributivo di tutte le quote. «A essere sbagliato è il meccanismo introdotto dal governo gialloverde, de- stinato per 1'80 per cento agli uomini», sottolinea il segretario Enrico Letta. «La soluzione è dare flessibilità per i lavori gravosi e alle donne». Molto dipenderà dall'incontro con i sindaca- ti, al momento previsto per mercoledì mattina, quando Draghi sarà rientrato dalla trasferta pianificata marte- dì a Bari.

Twitter @alexbarbera

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PIANO

MONDO BANCARIO

A cura de L'Eco della Stampa

SCENARIO BANCHE E RISPARMIO GESTITO Unicredit — Mps: Un comunicato congiunto di

Unìcredit e Tesoro ha ufficializzato la fine della trattativa sulla privatizzazione di Mps: 'nonostante l'impegno profuso da entrambe le parti. Unicredit ed il ministero dell'Economia e delle Finanze comunicano l'interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena' Secondo diverse fonti finanziarie lo sforzo finanziario fino a 8.5 miliardi di euro, tra aumento di capitale ed altri oneri. sarebbe stato considerato troppo punitivo per le casse dello Stato Unicredit è stato fin qui l'unico soggetto ad aver aperto un tavolo di trattativa con il Mef: l'Ad Andrea Orcel aveva chiesto ad inizio confronto il rafforzamento del capitale del Monte prima del passaggio di proprietà che avrebbe riguardato solo le attività più redditizie. Uno dei nodi che ha portato allo stop è quello degli esuberi nel personale di Mps, stimati attorno alle 7mila persone. Il governo è chiamato ora a negoziare con ia Commissione Ue una proroga dei tempi necessari per la privatizzazione della banca senese. prevista per fine anno.

Unicredit — Mps12: Le condizioni economiche sono state la chiave che ha fatto saltare la trattativa fra Unicredit e Tesoro su Mps: fino a quando il contributo statale era stimato attorno ai 5 miliardi di euro. la soluzione sembrava possibile

Ma alla fine della due diligence dei conti del Monte. il fabbisogno sarebbe salito fino a 8.5, cifra ritenuta eccessiva dal Mef. Unicredit chiedeva che lo Stato sottoscrivesse un aumento di capitale da 6,3 miliardi per l'intera Mps. cifra a cui vanno aggiunti 2.2 miliardi di crediti fiscali previsti per favorire le operazioni di fusione societaria. II management di piazza Gae Aulenti ha ribadito che le condizioni dell'operazione erano chiare fin dall'inizio: nessun costo di acquisizione.

accrescimento dell'utile, perimetro selezionato e niente cause legali. Ora Unicredit potrebbe trovare altre strade per accelerare la crescita: nei mesi scorsi si è parlato di un interesse per Banco Bpm. ma il valore del titolo renderebbe meno conveniente in questo momento una fusione con scambio azionano. Per quanto riguarda Mps, non ci dovrebbero essere soluzioni a breve: Banco Bpm è troppo piccola per poter permettersi un'operazione simile, Unipol potrebbe puntare a creare un polo bancassicurativo. La banca senese potrebbe finire nelle mani di qualche gruppo estero - si fanno i nomi di Credit Agricole e Enp Panbas già radicate in Italia o dì Bbva. appena sbarcato con il progetto di una piattaforma di home banking La cessione ad un player estero

sembra però impraticabile, soprattutto per le ricadute sociali. visto che uno dei nodi irrisolti rimane quello degli 8mila esuberi previsti. Ora partirà il dialogo con l'Ue per il rinvio della privatizzazione.

Unicredit — Mps/3: Il ministero del Tesoro è ottimista sulla concessione di una proroga da parte dell'Ue sulla privatizzazione di Mps: si parla di una deadline fissata a fine 2022_ La proroga servirà per lanciare un nuovo aumento di capitale.

che potrà essere privato o pubblico, secondo una fonte interna al dossier. Al momento sembra improbabile che si trovi un privato disposto ad intervenire: ieri Banco Bpm, il cui nome era circolato per partecipare ad un'operazione con Unicredit ha smentito il suo interesse e al momento non c'è nessuno disposto ad aprire una trattativa. La nuova iniezione di capitale pubblico dovrà passare dal giudizio Ue e dovrà passare per una forma `precauzionale" con il sacnficio delle quote di azionisti e obbligazionisti subordinati. La strada del negoziato è incerta, anche perché nella trattativa con Unicredit ha prevalso il timore che l'operazione potesse fra scattare l'accusa di aiuti di Stato. Nella trattativa è risultata incolmabile la distanza tra le parti sui termini dell'accordo l'Ad Andrea Orcel ha chiesto un aumento di capitale da 6.3 miliardi di euro.

giustificato dagli ulteriori accantonamenti necessari sui rischi di credito. La valutazione era figlia di valutazioni diverse sulla banca senese:

per Unicredit la rete degli sportelli di Mps valeva circa 1,3 miliardi di euro, peri tecnici del Tesoro il valore era invece oscillante fra i 3,5 ed i 4.8 miliardi di euro Mancava inoltre l'accordo su esuberi e costo del personale

Reazioni politiche: L'interruzione della trattativa tra Unicredit e Tesoro su Mps ha riacceso la polemica politica, con la Lega che chiede quale soluzione proponga il Pd. il cui segretario Enrico Letta ha dichiarato che `l'impressione è che Unicredit pensava di partecipare ad una svendita e invece il Tesoro è stato assolutamente corretto_

Aveva preso impegni di valonzzazione del patrimonio e del territorio del più antico marchio di banca del mondo. Non si poteva avere una svendita Serve ora più tempo con l'Europa per avere altre opzioni sul tavolo. Intanto i presidenti delle commissioni Finanze di Camera e Senato chiedono che il ministro del Tesoro Daniele Franco riferisca al più presto alle Camere sulla situazione Mps_ Dal territorio toscano arrivano altre richieste di proroga per cercare un nuovo acquirente per la banca senese. come

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PIANO

MONDO BANCARIO

A cura de L'Eco della Stampa

testimoniato dalle parole del sindaco Luigi De Mossi e del presidente della Regione Eugenio Giani_

Carla Ruocco: Intervista alla presidentessa della Commissione d'inchiesta sul sistema bancario Carla Ruocco. in cui si analizza il futuro di Mps dopo lo stop alla trattativa tra Unicredit e il Tesoro:

per convincere l'Lle a concedere una proroga alla privatizzazione occorre sottolineare come sia fondamentale la presenza del capitale pubblico nelle banche. in un'ottica di funzionalità del F'nrr'.

Ruocco rilancia il tema del 'terzo polo bancario che faccia della territorialità il suo elemento distintivo". Durante la trattativa. prosegue l'esponente del M5S. il Tesoro ha dovuto valutare

`quale sbocco dare alle parti di Mps dichiarate non di interesse. Senza dimenticare il futuro occupazionale di migliaia di dipendenti, i benefici fiscali concessi e l'entità di una nuova iniezione di mezzi freschi"

Lando Maria Sileoni: Intervista al segretario Fabi. Lando Maria Sileoni, sullo stop .alle trattative su Mps tra Unicredit ed il Tesoro: "capisco che il Tesoro non se la sia sentita di tirare fuori 7-8 miliardi di euro in un momento come questo. però mi auguro che le soluzioni che si troveranno non risultino ancora più pesanti di come sarebbe stato l'esito positivo delle trattative". Sileoni ricorda come avesse già chiesto un anno fa di trattare con Bruxelles una proroga sulla privatizzazione del Monte. anche perché uscita di scena Unicredit

`una soluzione per il Montepaschi non c'è Ma se si ottiene una proroga dall'Europa forse la si può trovare' Per questo motivo spera in una soluzione di sistema in cui 'ogni istituto di credito italiano. o almeno in gran parte. si faccia carico del problema e acquisisca una quota delle attività del Monte dei Raschi". Il sindacalista ricorda come

"negli anni scorsi siamo riusciti a gestire 60mila uscite di personale dal sistema bancario italiano senza licenziamenti. Anche questa volta lo si può e lo si deve fare".

Comparto bancario globale: Focus di Affari&Finanza sul comparto bancario mondiale:

gli ultimi dati mostrano utili alle stelle e profitti moltiplicati. sia in Europa che negli Usa. I dati semestrali sono da incorniciare nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno. Unicredit è passata da una perdita di 2.3 miliardi ad un utile netto di 1.9 miliardi_ Intesa Sanpaolo ha realizzato profitti supenori ai 3 miliardi. Deutsche Bank si è ripresa dopo tanti affanni. le big Usa mostrano profitti alle stelle. Ma le cose potrebbero cambiare con il cambio della politica monetaria in arrivo sia per i programmi di acquisto titoli, sia per i tassi. La

Fed è pronta alla normalizzazione da novembre.

mentre in Europa c'è maggiore prudenza_ anche se la Bce ha recentemente pubblicato un report secondo cui 'una politica monetaria molto accomodante può avere un effetto avverso sulla salute del sistema finanziario" Secondo il rapporto è vicino 'il livello critico oltre il quale i bassi tassi smettono di avere un effetto positivo per acquisime uno negativo. fino a poter portare all'insolvenza bancaria". Le banche non possono reggere a lungo lo schiacciamento dei profitti basato sulla differenza con cui remunerano i conti (zero) e quello a cui prestano il denaro.

Comparto bancario europeo: Affari& Finanza analizza con preoccupazione il futuro del comparto bancario europeo' attualmente i ricavi sono drogati dalla forte crescita del mercato azionano, mentre il margine di interesse rimane in una situazione di stallo e nei prossimi mesi potrebbe scoppiare la bomba dei crediti deteriorati. La pandemia ha portato ad un'accelerazione dell'utilizzo dei canali digitali: gli istituti tradizionali sono chiamati a competere con competitor non bancari, spesso meglio attrezzati sul piano delle conoscenze tecniche e delle economie di scala.

Comparto bancario italiano: Focus di Affari&Finanza sul percorso di desertificazione bancaria in corso. con i piccoli comuni che stanno risentendo parecchio delle molte chiusure di sportelli avvenute negli ultimi anni. I numeri Bankitalia. nelaborati dal sindacato Uilca.

mostrano come dal 2016 al 2020 siano state chiuse quasi 6mila filiali in tutta Italia. Anche il numero degli Atm è sceso_ ma il fenomeno è in parte mitigato dall'installazione dì bancomat in supermercati. centri commerciali e altri luoghi pubblici. Entrambi i fenomeni si spiegano con la necessità di sopperire con gli sportelli automatici alla forte riduzione del canale fisico. I comuni italiani dotati di uno sportello bancario sono scesi del 9.24% La pandemia ha accelerato la tendenza al ridimensionamento degli sportelli automatici_

secondo i dati di Bancomat spa nel 2020 i prelievi da Atm sono calati del 22% annuo. Secondo la società partecipata da 120 banche e controllata da Unicredit e Intesa Sanpaolo, il fenomeno

"rispecchia il cambio di abitudine dei consumatori nei confronti del contante" considerato pericoloso per potenziali contagi. L'Antitrust ha avviato un'istruttoria sulle commissioni per i prelievi di Bancomat spa_ che si è impegnata a fissare un tetto massimo. ma si tema che gli Atm possano

ulteriormente diminuire.

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25-10-2021

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PIANO

MONDO BANCARIO

A cura de L'Eco della Stampa

Bancassurance: Focus di Affari&Finanza sul settore del bancassurance: la collaborazione tra istituti di credito e mondo assicurativo nasce negli anni 90. sviluppandosi in varie forme: accordi di distribuzione. toint venture. partecipazioni nel capitale_ L'Ivass ha pubblicato un report in cui si analizza questo mondo ibrido, in cui si mostra come le banche siano un'eccellenza nel comparto Vita (43.9% del totale delle polizze vendute.

mentre gli agenti arrivano al 23.8%). mentre non hanno mai sfondato nel ramo Danni (6,9% dei premi, dato però in crescita rispetto all'1.6% del 2015). Secondo l'Ivass sono le banche ad avere i maggior vantaggi dalla bancassurance. grazie alla commissione d'intermediazione e alla possibilità di fidelizzare la clientela con nuovi prodotti Quando gli istituti decidono di percorrere con decisione la strada della bancassurance. di solito acquisiscono una partecipazione azionaria nella compagnia in quanto consente un maggiore controllo sulla tipologia di prodotti offerti Le banche sentono sempre più l'esigenza di incorporare le fabbriche prodotto. dall'asset management alle assicurazioni, perché hanno bisogno di far crescere la redditività a causa dei bassi tasi di interesse. Ma questi investimenti sono onerosi e i vantaggi sono spesso per gli istituti più grandi e strutturati. mentre quelli piccoli presentano una redditività persino calante al crescere delle polizze vendute

Bankitalia: Si conclude oggi la seconda edizione del G20 TechSpnnt. manifestazione organizzata da Bankitalia, nell'ambito della presidenza italiana del G20. e dall'Innovation Hub della Banca dei Regolamenti Internazionali iI percorso internazionale nasce per esplorare le possibilità della finanza verde e sostenibile per la risoluzione di alcune delle sfide più urgenti che il mondo si trovi ad affrontare. Tre gli ambiti operativi su cui le aziende innovative sono state invitate a sviluppare soluzioni tecnologiche: raccolta verifica e condivisione dei dati: analisi e valutazione dei rischi legati al clima: migliori connessioni tra progetti ed investitori. 199 finalisti, provenienti da 25 Paesi, potranno aggiudicarsi un montepremi superiore ai 360mila euro stanziati da Bankitalia.

Mutui: II decreto Sostegni bis ha introdotto una serie di agevolazioni per favorire l'acquisto di un'abitazione per gli under 36: gli ultimi dati deli'Osservatono Mutuionhne.it mostrano l'effetto della manovra sul mercato immobiliare. Nel terzo trimestre dell'anno in corso i mutui finalizzati all'acquisto della prima casa sono infatti cresciuti del 13.7% sul totale rispetto al secondo tnmestre.

Sono aumentate. inoltre. le richieste di finanziamento con durata superiore ai 25 anni (dal

33.8% del secondo trimestre al 39.6% del periodo luglio-settembre) In salita anche il loan-to-value (rapporto tra la somma concessa in prestito dalla banca e il valore dell'immobile) sopra 1'80%.

passato dal 20.6% del totale delle nchieste nel periodo aprile-giugno al 31.3% del terzo tnmestre.

Le banche hanno cominciato a finanziare fino al 100% del valore dell'immobile. mentre i tassi rimangono eccezionalmente bassi (1% circa rispetto al 3.75% degli ultimi 20 anni).

Consulenti finanziari: Per i consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede la laurea non è un obbligo. ma in gran parte hanno almeno un titolo triennale e nei prossimi giorni ci saranno i primi laureati in economia con indirizzo "consulente finanziario" all'interno del progetto pilota dell'università di Teramo. Mentre per quanto riguarda i tirocini, ora sono obbligatori e si mira a introdurre quelli cumcurari. Nel mese dell'Educazione finanziava sono queste le novità di un comparto che spinge verso una sempre maggiore professionalizzazione.

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