Leonardo da Vinci
Professoressa Amalia Cancelliere Studentessa Elvira Molinario
Classe IVA IISS Ruggero II
Liceo Artistico Indirizzo Design
Storia dell’Arte
È stato un pittore,
ingegnere e scienziato italiano. Si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore, trattista, scenografo, anatomista, musicista e in generale progettista e inventore.
È considerato uno dei più
grandi geni dell’umanità.
Leonardo, nasce a Vinci, il 15 aprile 1452.
Si formò a Firenze nella bottega del Verrocchio, dove oltre al disegno imparò nozioni di
carpenteria , meccanica, ingegneria e architettura.
Qui venne a contatto con molti altri artisti del suo tempo, tra cui Michelangelo, con il quale i rapporti non furono mai
semplici.
Diviene pittore indipendente nel 1472, e nelle prime opere presenta una forte adesione al linguaggio comune degli allievi del Verrocchio. Nel 1482 si trasferisce a Milano, presso Ludovico il Moro. Qui proseguì con
gli studi di meccanica, le invenzioni di macchine militari.
A Milano inizierà ad ideare il progetto di una macchina volante, il
Grande Nibbio.
Nel 1517 lascia infine l’Italia per la Francia. Qui passa gli anni più felici della sua vita, con la libertà di poter continuare gli studi e le ricerche scientifiche.
Sulla data della morte ci sono molti dubbi e incongruenze. Alcuni studiosi,infatti, credono sia morto il 2 maggio, altri il 12 agosto del 1519. L’unica cosa certa è che la sua salma si
trova nella Cappella di Saint–Florentin di Amboise nel castello di Amboise in Francia.
Utilizza anche il ritratto come tema ricorrente mettendo a frutto gli studi anatomici iniziati a Firenze interessandosi soprattutto agli aspetti psicologici che
traspaiono dalle caratteristiche esteriori.
Nel 1499 fugge dalla città lombarda e si rifugia a Firenze dopo aver sostato a Mantova e a Venezia.
Fa ritorno a Milano nel 1513.
Si trasferisce a Roma dove spera di avere buoni e importanti incarichi per il tramite del suo protettore, Giuliano de Medici.
In tutta la sua vita Leonardo ebbe problemi economici poiché non completava le sue
commissioni.
Fu il primo anche a studiare l’anatomia direttamente sui cadaveri, li dissezionò cercando di capire il funzionamento di organi e apparati e tradusse questo studio in disegni ancor oggi di insuperata perfezione scientifica. Numerosi
sono i disegni che di lui ci sono pervenuti e molti sono anche i fogli riuniti in codici.
Sapeva scrivere da destra a sinistra in maniera speculare, leggibile solo davanti a uno specchio.
Leonardo utilizza nei suoi dipinti un nuovo tipo di prospettiva detta: PROSPETTIVA AEREA, che rende lo spazio in maniera più realistica, utilizzando più «ciano» man mano che i soggetti si trovavano lontani dall’occhio
dell’osservatore, per realizzare un effetto di sfocamento .
Datazione: 1472/75
Collocazione: Galleria degli Uffizi
Uno dei primi esordi di Leonardo si ha in questa opera, dove sono ancora presenti elementi che ricordano i modi del Verrocchio.
Dimensioni: 100x221,5 cm
Tecnica: Olio su tavola
A differenza degli angeli normalmente rappresentati, però, non ha ali di pavone
bensì ali di uccello autentiche, studiate attraverso l'anatomia propria dei volatili.
Al cipresso viene associata l'immagine della Vergine Maria, di Cristo e della Chiesa, probabilmente in virtù della sua caratteristica di crescere alto verso il cielo.
La giovane donna si rivela sorpresa,
sollevando il braccio sinistro e mostrando il palmo della mano, ma il suo volto è dolce e sereno, è imperturbabile; la mano destra ancora sul libro che stava leggendo tiene il segno con le dita.
L'Angelo è raffigurato in una posizione classica, come appena planato con le ali
battenti.
La veste però è già completamente ricaduta al suolo e mostra il suo peso sull'erba, in cui sembra anche di poter
cogliere lo spostamento d'aria dell'atterraggio.
La tavola è divisa orizzontalmente da un muretto che delimita il giardino e divide la zona dell’ Annunciazione da un ampio paesaggio fluviale, dove Leonardo utilizza il principio della Prospettiva Aerea, i soggetti man mano che sono lontani dall’occhio umano risultano sfocati.
Molteplici sono le varietà di erbe e fiori presenti nel tappeto erboso di fronte alla Vergine sul quale è inginocchiato l’angelo, questo ci preannuncia una delle tante passioni di Leonardo: gli studi botanici.
L'angelo porge un giglio, emblema di purezza e castità, alla Vergine Maria.
Datazione: 1495/97
Collocazione: Refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie
Dimensioni: 460x880 cm
Tecnica: Tempera e olio su intonaco
Per la decorazione del refettorio del convento milanese di Santa Maria delle Grazie furono chiamati vari artisti tra cui Leonardo da Vinci al quale fu affidato come tema L’ultima Cena. Tema
che era stato trattato molte volte nell’Italia centrale del ‘400 ma nessun artista ne aveva mai cambiato l’iconografia, infatti veniva sempre rappresentato il momento dell’instaurazione del sacramento dell’Eucarestia, invece Leonardo rappresenta il momento in cui Gesù afferma che
uno dei dodici apostoli lo tradirà.
Gli apostoli sono disposti sei a destra del Cristo e sei a sinistra, raggruppati a tre a tre.
Bartolomeo, Giacomo e Andrea sono alzati e protesi verso Gesù.
È proprio in questo dipinto che Leonardo esprime la sua massima capacità ovvero quella di saper rappresentare attraverso gesti e posizioni, il
carattere dei personaggi.
La figura del Cristo si erge fiera al centro, non c’è un’aureola sul suo capo a differenziarlo, ma solo lo scorcio
del cielo, un cielo che sovrasta ondulate colline e che si scorge dalle aperture dell’ampia sala, il cui punto
prospettico è la testa del Cristo.
Matteo, Giuda Taddeo e Simone, invece, discutono animatamente sulla rivelazione di Cristo.
Tommaso è con il dito puntato verso l’altro nella muta
«Sono io il colpevole?».
Vicino a lui troviamo Giacomo Maggiore e Filippo.
Giuda, che per la prima volta viene rappresentato in mezzo agli apostoli e non in disparte, si è girato nervosamente a guardare Gesù in modo interrogativo e ha il gomito destro sul tavolo, Pietro è chinato verso Giovanni che ne ascolta la
richiesta sussurrata.
Per questo dipinto Leonardo utilizzò un nuovo tipo di pittura un insieme fra tempere e olio che gli permettevano una stesura più lenta ed accurata. Proprio questa sua innovazione fu il motivo del deperimento dell’opera, riportata oggi dopo il restauro del 1990 al suo iniziale splendore nonostante
alcuni pezzi mancanti e colori spenti.
«Nessun colore che rifletta nella superficie d'un altro corpo, tinge essa superficie del suo proprio colore, ma sarà misto
con i concorsi degli altri colori riflessi, che risaltano nel medesimo luogo...»
Leonardo da Vinci
Grazie dell’attenzione!