Spedizione in abbonamentopostale ANNO XXIX N° II
45% - Art. 2 comma20/b, Legge 662/96 - Filiale di Forli NOVEMBRE1997
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COPERTINA
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Editoriale
di Egidio PalmiriDario Fo, Clown Nobel
di Raffaele De Ritis aHl
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Nock 1997
di Massimo Malagoli
Trolle Rhodin
di Raffaele De Ritis
Vi raccontiamodell’ultimo Festival russo,
quello di Jaroslaw. Oltre 60 numeri, che non
riescono pero a rappresentarela situazione reale, a causa della disgregazione maturata nelle istituzioni circensi russe. A pag.10.
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Louis Knie, bella stagione
di Francesco Mocellin
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CIRCO
Periodicodell’Ente Nazionale Circhi Anno XXIX - N. 11 - Novembre 1997 Direttore Responsabile
Egidio Palmiri In redazione
Claudio Monti - Alessandro Serena Collaboratori
Serena Bassano, Raffaele De Ritis, Roberto Fazzini, Ruggero Leonardi, MassimoMalagoli, Dominique Mauclair, Flavio Michi, Francesco Mocellin, Ettore
Paladino, Roberto Pandini, Guy Puttevils, Chris Puttevils
Con la collaborazione di
Cirque (Svizzera), Cirque dans I’ Universe (Francia), Circus Zeitung (Germania), De Piste (Olanda), Le Monde du Cirque (Francia).
Direzione, redazione, amministrazione, pubblicita
Ente Nazionale Circhi - viale Cristoforo Colombo n, 25 - 47042 Cesenatico (FO) Telefono 0547 - 672052fax 0547 -674189 Pubblicita inferiore al 45%
Autorizzazione del Tribunale di Livorno n. 344 del 25.5.1980
Abbonamento 1997: versamento di Lit 40.000 sul ccp n. 14701478 intestato a:
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Tutti i diritti di proprieta sono Strettamente riservati. Fotografie e manoscrifti non richiesti non si restituiscono,
Fotolito e Stampa
Fazzini - Castelfranco Emilia (MO)
ROBERTO FAZZINI - A WORLD OF CIRCUS
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editorialie
Riflessioni personali
L’altroieri, 21 ottobre, si é riunita la Commissione “Circhi e spettacolo viaggiante”. Com’é giustosia, non ho alcuna notizia sugli argomenti chesi sonodiscussi in quella sede, né sulle delibere assunte. Prima che queste ci vengano comunicate dal Dicastero dello Spettacolo passeranno giorni e la redazione di “Circo” - ligia al mio desiderio di vederrispettati i tempi d’uscita della rivista - mi sollecita l’editoriale.
Quantoprecedepergiustificareil fatto che, non essendoci argomenti degni di un editoriale, posso dedicare que- sto scritto a “riflessioni personali”
sulle tre - anzi quattro - attivita che svolgo quale dirigente. Horettificato in “quattro” perché durante 1’ Assem- blea dei soci della Casa di riposo di Scandicci, alla quale - dopo numero- si anni di assenza - ho partecipato, sonostato in certo qual modo“‘obbli- gato” ad assumere la dirigenza del Consiglio Sindacale. Chiarisco subi- to cosa intendousandoil termine ‘“‘ob- bligato”: alla richiesta di assumere detta carica ho rifutato categorica- mente, non perchéa noidei circhi non interessi la realta di Scandicci, ma solamente per gli impegni chele al- tre tre cariche mi arrecano. Al mio persistere nel rifiuto é stato delibera- to che le riunioni che riguardano Scandicci verranno convocate a Cesenatico presso l’Accademia. A questo punto ostinarmi sarebbe sem- brato presuntuoso, se non addirittura altezzoso.
di Egidio Palmiri In mancanzadi argomenti degni di un editoriale, questo scritto é dedicato a delle riflessioni personalisulle tre - anzi quattro - attivita svolte quale dirigente.
La carica pil importante, ovviamen- te, é quella dell’Ente Nazionale Cir- chi, principalmente per due motivi. Tl primoé che da 40 anni ne sonoil Pre- sidente, il secondoé che mi hadatola possibilita di frequentare politici e di
essere stato - anche se in maniera
modesta- collaboratore dell’ AGIS, ed in questa sede ho trovato amici since- ri ai quali sono legato da fraternoaf- fetto. E” la carica che mi ha dato mag- giori “grattacapi” e arrabbiature, ma anche tanta soddisfazione da parte degli associati.
Comeunarondine nonfa primavera, le delusioni di pochi singoli non pos- sono sminuire quanto la maggior parte degli associati mi ha dimostratoin fi- ducia, rispetto e, in molti casi, anche affetto.
La seconda carica é quella di Presi- dente dell’ Accademia che, a torto, la quasi totalita degli associati e non, definiscono una “mia creatura”.
L’ Accademiaé stata da me voluta, ma
nonavrei potuto certamenterealizzar-
la senzail sostegno morale e materia- le datomi da alcuni associati.Anche questa istituzione, al pari di quella dell’ Ene,ci é invidiata all’ este- roe viene citata in ogni occasione non
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solo peri livelli raggiunti dagli allie- vi, ma anche per la sua struttura ed organizzazione.
Anche questa iniziativa, realizzata con l’insostituibile apporto di mia Moglie, com’é logico ha portato - e porta - soddisfazioni, arrabbiature e delusioni. La parte preponderante perd- in particolare con l’organizza- zione di quest’anno- é di notevole soddisfazione.Inoltre, come viene af- fermato da alcuni consiglieri, rappre- sentail “fiore all’occhiello” del Circo italiano.
Holasciato per ultimo la responsabi-
lita della rivista, perché é quella che
sta dando tante soddisfazioni e poche preoccupazioni. Non temodi peccare di “grandeur” affermando che nessu- na rivista al mondo, del settore circense, si pud avvicinarealla nostra:i progressi fatti nell’ ultimo anno sono eccezionali, e il miglioramento é con- tinuo.
Tl fatto di essere riusciti a portare la redazione presso la presidenza dell’Enc, mi da la possibilita di con- trollarla e di dirigere Ja rivista, cosa che non mi era mai stata possibile dalla sua fondazione.
Ovviamente l’enorme miglioramento del nostro mensile é dovuto al corpo redazionale ed ai numerosi e validi collaboratori che, senza alcun com- penso (se si eslcude la riconoscenza) si prodigano e collaboranoalla nostra rivista sapendo che anche questo por- ta prestigio al Circoitaliano.
rKassesna-stampa.
FOCUS- Scoprire e capire il mondo
Si piegano manonsi rompono
Due contorsioniste ai “raggi
x”, Lidea é venutaalla rivista
“Focus”, che nel numero di settembre ha analizzato quel-
lo che succede ad
articolazioni, legamentied al- tri punti critici sottoposti a particolare stress durante gli esercizi eseguiti in questo particolare tipo di disciplina.
Le giovani contorsioniste mongoledel Cirquedu Soleil, che hanno solo 12 anni, ven- gono studiate nei minimi det- tagli: ginocchio (foto sotto), anca,IV e V vertebra,polso, spalla. Emergonoalcuni dati
interessanti, commentati dal fisiatra Feliceantonio Di Do- menica.
“Nel ginocchioledueestremitiar- ticolari, del femore e della tibia, sonopill lontanedi molti centime- tri rispetto al normale,Ia rotula é schiacciata contro l’estremita del femoreei legamenti crociati ante- riori, che uniscono’articolazione, sonotesi al massimo.Il problema verraquandolacontorsionistado- yracontrarre i quadricipiti pertirar- sisu: nelfarlomoltiatletirompono icrociati che, cosi stirati, non sop- portanola sollecitazione. Accade peresempioagli sciatori’”.
Quadricipite femorale
Rotula __—-} 3
Legamentocrociato anteriore Passiamoall’anca (foto sot- to). Lapertura delle gambe costringe l’articolazionedel- l’anca a una rotazione inna- turale. Le due contorsioniste ci riescono con unastraordi- naria contrazione dei musco- li che usiamoper divaricare le cosce (piccolo gluteo e bicipite femorale). E’ cosi che portano la testa dei due femori a fare un angolo di 180 gradi. Mail risultato @ possibile solo perché i mu- scoli “antagonisti”, che han- no il compito di richiamare il femore, sono molto diste- si. Se di solito non si posso- no assumere posizioni come questa, non é perché manca
la forza muscolare, ma per-
ché nonsi riesce a “stirare”i muscoli antagonisti come fanno queste atlete.
Attraverso ’avambraccio (radio e ulna), il peso dei corpi grava tutto sull’arti- colazionedelpolso(foto so- pra): unfascio di legamen- ti di un centimetro regge circa 100 chili.
Le 33 vertebre della colon- na dorsale (foto di destra) formano un’unica curva,fi- siologicamente innaturale.
Snodabili come gomma
“Cid che distingue un con- torsionista da un individuo
“normale” é la capacita di aprire le articolazioni per un arco insolitamente am- pio. Le sue posizioni sono al limite: un centimetro di flessione o di apertura in pitt e l’articolazione salte- rebbe, perdendo la sua for- ma originaria, cioé lussan- dosio perfino rompendosi”, spiega il primario dell’Isti- tuto ortopedico Gaetano Pini di Milano, Di Domeni- ca. “Il merito é& del patri- monio genetico. Quello che contaperle prestazioni dei contorsionisti, sono i tessu- ti molli che tengono insie- me e fanno funzionare lar- ticolazione: i muscoli, i ten- dini, le cartilagini, i lega- menti, la capsula”. Sonole proteine in essi contenute (collagene e elastina) a con- ferire compattezza, resisten- za edelasticita. “Chinon ne ha abbastanza, non sara mai un contorsionista, an- che se si allena per anni e anni”, conclude Di Dome- nica.
Pro e Contro gli animali nelcirco.
Due modidiaffrontare la stessa questione
Undibattito pué essere affrontato in maniere diverse. Quello, annoso, inerente gli animalinei circhi, in Inghilterra viene discusso in maniera analitica ed
imparziale, mentre in Italia si continua a sbraitare in piazza.
Lobbiettivita di BBC Wildlife
L’Ingegner Pier Lorenzo Florio, del WWF, cihain- viato un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista bri- tannica BBC Wildlife. Tale Tivista ospita in ogni numero un dibattito su importanti temi di attualité (ad esempio V’abbattimento selettivo,il
“culling” degli elefanti nei parchi ove sono in surplus, ecc.), con un articolo pro, un articolo contro ed un com- mento analitico.
Sull’ultimo numero é tocca- to al problema degli animali nei circhi. L’articolo a favo- re era firmato da David Hibling, ringmaster e ammiaestratore, quello con- trario da Jan Creamer, regi- sta e animalista. L’articolo di Hibling a favore degli anima- li nei circhi si pud riassume- re nei seguenti punti:
* Un circo pud essere un ve- icolo perfetto per mostrareil comportamento e |’ intelli- genza degli animali.
* Guardare animali del circo sensibilizza riguardo le controparti in natura.
* Le ricerche hanno conclu- so cheil circo non é crudele e che gli animali traggono giovamento dall’ ammaestra-
mento,
* T circhi devono collaborare
pit strettamente con il mon- do esterno per continuare a migliorare le condizioni de- gli animali.
L'intervento della Creamer,
é invece articolato princi-
palmente nei seguenti pun- ti:* Gli animalidei circhi sono unareliquia di un’era nella quale pocosi sapeva dei re- ali bisogni delle altre spe- cie.* Per sua stessanatura,i cir- chi sono impossibilitati a fornire adeguate condizioni di vita ai loro animali.
* Gli animalinei circhi sono letteralmente fatti impazzi- re dallorostile di vita.
* Limitazioni legali hanno lasciato senza protezione il benessere degli animali.
La Creamerelenca inoltre una serie di leggi e decreti britannici nei quali si pre- scrivevanoparticolari prov- vedimenti rivolti agli ani- mali degli zoo ma non a quelli dei circhi.
Hibling,invece, pur ammet- tendo un certo ritardo dei circensi nell’ adattare i pro- pri numeri al gusto del pub- blico, fa notare comein que- sta annosa polemica molto dipenda dal punto di vista.
Ad esempio nonsi parla
maidegli animaliusati negli spottelevisivi che appaiono anzi simpatici mentrese gli stessi sono utilizzati nei cir- chi appaiono subito come maltrattati. Cosi come nonsi discute sull’addestramento di cani per ciechi, basandosi nonsulle modalita corrette o menoditale addestramento, ma sull’uso sociale dello stesso. Nel dossier viene in-
fine intervistato Chipperfield
(titeniamo Dicki)il quale fa notare, fra l’altro, come lo spazio destinato agli animali dei circhi durante i viaggi,seppure sempre
incrementabile, sia comun- que superiore a quello di qualsiasi altra industria che opera nel trasporto di qual- siasi specie di animali. La BBC Worldlife conclude di- cendochein effetti non si é in grado di stabilire con esattezza se esistono dei metodi cruenti suggerendo pero ai circhi di aprirsi mag- giormente a studi e dossier sull’ammaestramento degli animali, Intanto @ allo stu- dio un questionario cheaiuti a comprenderela reale opi- nione degli spettatori. A loro sara chiesto se gli ani- mali nei circhi sembrano felici, normali o depressi.
Animalisti sulle barricate
Tl 4 ottobre a Romasi é svol- ta la prima “Marciaperi di- ritti degli animali”, indetta dalla Lav. Fra i temi al cen- tro della mobilitazione, c’eranolo “stop”alla caccia, alla vivisezione, agli alleva- menti intensivi, al randagismo, ai maltratta- menti in genere e, ormai im- mancabilmente,al circo con animali. “Ambientalisti e animalisti vogliono un’inte- grazione dell’articolo 9 del-
la Costituzione, da inserire dopoil primo comma:“An- che le specie animali non umane hannopari diritto alla vita e a un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche bilogiche”. E ancora: “Lo Stato riconosce tutti gli animali come sog- getti di diritto. Promuove e sviluppa servizi e iniziative volte al loro rispetto,alla tu- tela della dignita e punisce ogni attentato alla loro esi-
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stenza”.
Alla manifestazione ha par- tecipato anche Monica Cirinna, responsabile del- Pufficio diritti animali del Campidoglio e coordinatri- ce nazionaledi “Le citta de- gli animali”, che al quoti- diano milanese ha dichiara- to: “Dobbiamo partire tutti dallo stesso gradino, uomi- ni e animali, ci deve essere pari dignita del dolore e pari rispetto della vita”.
CESENATICO/ LAC OM T}ENDU CONTROUNACIECA BUROCRAZIA
Un sospiroOdi scllievo peril circo
no il contributo he perine! struttura di tirare avanti
La burocrazia non ferma I’ Accademia
“L’Accademia del circo di Cesenatico, unica scuola in Italia per l’apprendimento dell’arte circense, e la sola a regime convittuale del mondo occidentale hari- schiato di chiudere per man- canza di fondi”. Lo scrive Tl Resto del Carlino, in un ampio servizio comparso sul quotidiano bolognesedel 27 settembre, a firma Raf- faella Candoli. “Oggi il suo direttore, Egidio Palmiri, puétirare un sospiro di sol- lievo, ma ha passato brutte giornate a prendersela con
la burocraziae le sue pastoie
e con una commissioneisti- tuita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, dopo la soppressionedel mi- nistero del Turismo e dello spettacolo, che non voleva pili erogare il contributo annuo di 730 milioni con- cesso alla scuola del circo,la cui validita é riconosciuta da tutti i circhi del mondo”.
Varticolo sottolinea anche il successo dei diplomati (che
“lavorano. in circhi prestigiosi e addirittura nel famoso Moulin Rouge”) usciti dalla scuola di Cesenatico. “Non ho parti- colari simpatie per i politici - ammette Palmiri - ma deb- bo riconoscere che in questo caso il Ministro Walter Veltroni, che ha anche la de- lega allo Spettacolo, haeli- minato dalla Commissione che deve giudicare l’erogazionedei contributi al nostro settore, sia politici chepersone direttamente in- teressate, le quali avrebbero potuto favorire una catego- ria di lavoratori piuttosto che un’altra, ed ha insediato un gruppo di esperti tra cui re- gisti e rappresentanti di Co- muni e Regioni”. E cosi la
scuola del circo di viale Co- lombo a Cesenaticosi é sal- vata dalle decurtazioni paventate per il 97 - com- menta la giornalista - che Vavrebbero costretta alla chiusura e ora affronta il
nuovo anno accademico con
41 allievi tra i quali giovani provenienti da Polonia, Francia e Germania. “I costi della scuola sonoalti - spie- ga il direttore - per la diffi- colta a reperire validi istrut- tori appartenenti alla Comu- nita europea. La tradizione di tramandarsi |’arte circense di padre in figlio, in Italia e paesi vicini, & forte- mente in calo, molti artisti sono vecchie tanti sono mor- ti. Molto forte é invece in Russia, ma richiedere docen- ti dal circo di Mosca é un prestigio che pesa in termi- ni economici e la retta men- sile di 350 mila lire che paga ogni famiglia copre una par- te esigua delle spese di man- tenimento dei ragazzi. E una struttura che garantisca loro l’istruzione scolastica, per- ché noi vogliamoartisti cul-turalmente preparati, non
solo tecnicamente dotati, é un vanto per il Paese,oltre che una garanzia di nuova linfa per lo spettacolo circense, dunque non pud morire”.
Chapiteaux: vietato improvwvisare
A seguito di una nostra la-
mentela sui prezzi pratica-
ti dalla Ditta Canobbio (in- dubbiamente la migliore d’Europa),il titolare della nota industria produttrice di chapiteaux ci ha rispo- sto facendo presente che i prezzi dipendono non solo dalla qualita del materialeutilizzato ma anche dal
modoin cui questo vieneassemblato.“Noto con ram-
marico che ancora qualcu- no credecheci si possa im- provvisare costruttori di chapiteaux”, scrive Federi- co Canobbio.“Questo gene-re di improvvisazione é
dannoso per voi
utilizzatori, per noi
costruttori e soprattutto per lV’ambiente circense, in
quanto ci si dimentica che
sotto un tendone da circo siedono spesso molte perso- ne (e molti bambini) e quin- di la tenda dovrebbe essere una copertura sicura in tut- te le condizioni meteorolo- giche”. Quanto affermail Signor Canobbio corrispon- de a verita. Capita a volte di imbattersi in “produtto- ti” di chapiteaux che met- tono sul mercato tendoni che peccanodal puntodi vi- sta della sicurezza.Ci sentiamo, quindi, di ac- cettare il “richiamo”rivol- to da Canobbio, al quale perd chiediamo di fare un
piccolo sforzo per renderei prezzi un pochino pit ab- bordabili. Senza dimentica- re che parte della notorieta raggiunta dalla Ditta (che ha sempre dato prova di professionalitd e qualita) in tutto il mondo, é dovuta ad unafetta consistente di cir- chi italiani.
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TE FISSATA PERIL 14 GENNATO 1998;
dibattiti
Consiglio costruttivo
Si é svolto a Milano, il 16 ottobre scorso, presso la sede dell’ Agis lombarda,il Consiglio Direttivo dell’Ente Nazionale Circhi. Era- no presenti tutti i consiglieri con l’eccezione di Rosy Zavatta, as- sente giustificata. Nel rispetto del- la volonta dell’ Assemblea del 4
giugno eranopresenti comeosser-
vatori anche due associati e preci- samente Livio Togni e Nevio Errani. I] Presidente, manifestan- do la sua soddisfazioneperla buo- na ripresa del settore, ha informa- to sulla prossima convocazione della Commissione Consultiva prevista per il 21 ottobre, dicen-dosi speranzoso che, quando an-
che il Comitato sara pienamente all’ opera,i lavori potranno proce- dere alacremente. Haricordato che ogni settore dello Spettacolo hail proprio Comitato: Cinema, Musi- ca, Prosa, Danza, Circo e Spetta- colo Viaggiante. In ogni comitato T’Agis ha un proprio funzionario e il settore circo hal’ onore di avere come rappresentante il Presiden- te, Senatore Antonio Mazzarolli.Palmiri aveva intenzione di chie-
dere all’On.le Veltroni di ricevere
un comitato dell’Ente; ma la crisi di governo harinviatoil progetto.
Il vice presidente Buccioni ha co- munque annunciato delle impor- tanti novita sul piano governati- vo. Sembra cheil vice presidente del Consiglio Walter Veltroni ab- bia, infatti, lungamente lavorato al progetto del Ministero delle Atti- vita Culturali che comprendereb- be lattuale Ministero dei Beni Culturali unitamente alle attivita dello spettacolo. A parte l’enor- me importanza di appartenere ad un ministero culturale, cid deter- minera l’assegnazione di un sot- tosegretario al settore spettacolo.
Il Presidente ha poi comunicato, assai dispiaciuto, che, proprio in un momentodifficile per la cate- goria, durante il quale sarebbe opportuno avere l’unita degli as- sociati, vi é stato un continuo sus- seguirsi di comportamenti scorret- ti. Raramente come in questo momentoha ricevuto telefonate di segnalazione di comportamenti fuori della norma. Comportamenti peri quali si é lungamente discus- so e diversamente deliberato. II Consiglio ha poi approvatoil pro-
Resta positivo il dato sulla ripresa del settore. E fanno ben sperare le procedure di riforma, soprattutto in vista della nascita del Ministero per le Attivita Culturali. Ma la vita associativa non é poicositranquilla...
getto predisposto dal Presidente su proposta di Walter Nones per una maggiore sensibilizzazione degli organi comunali rispetto ai rego- lamenti dei circhi. Presto saranno nominati dei delegati che avranno
il compito di recarsi nei comuni
pit. importanti per cercare di ac- celerare i tempi di redazione di nuovi regolamenti che compren- dano anche le normeinerenti la pubblicita con particolare riferi- mentoall’ affissione. In seguitotale iniziativa sara estesa ancheai cen- tri minori. In ogni caso il Presiden- te ha deciso di inviare la rivista CIRCO, organo ufficiale del’ ENC, a tutti i comuni pit im- portanti, proprio al fine di infittire la rete di rapporti attuali. Palmiri ha ricordato le pitt importanti ri-chieste di modifiche alle
normative vigenti avanzate negli scorsi anni dall’ENCai vari orga- ni competenti, dove sono tuttora al vaglio. Fra queste ha ribadito le tre pili importanti riforme solleci- tate di recente: possibilita di tra-smettere il nulla osta agli eredi le- gittimi, in caso di morte 0 cessa- zione d’attivita del titolare; non accoglimento delle richieste di contributi per la realizzazione di Festival; possibilita di sospensio- ne temporanea annunciata dell’ at- tivita senza che avvenga il declassamento di categoria. Il Pre- sidente hainoltre reso noto al Con- siglio che la Commissionehachie- sto Vindividuazione di nuovi cri- teri inerenti la quantificazione dei contributi da erogare perle tournée all’estero. Antonio Buccionihain- formato che sicuramente saranno applicati dei criteri di valutazione artistica e che, quantomeno, la Commissione chiedera di cono- scere, oltre all’insiemedelle strut- ture a disposizionedi ciascun com- plesso, anche i diversi progetti ar- tistici, comprendenti il program- maportato all’estero.
In tal merito Palmiri ha proposto di responsabilizzare il Comitato affinché proponga,nella sede e nei tempi opportuni, eventuali nuovi criteri.
Il Presidente ha comunicatoal con- siglio, con preghiera di fare opera di divulgazione, il termine massi- moperil rinnovo del Nulla Osta, che per quest’anno fissato al 30 novembre.
Infine il Presidente ha chiesto al Consiglio un indicazione relativa alla data della prossima Assemblea dei Soci, per la quale si é ipotizzata la meta di gennaio.
Sonogia state spedite le circolari per il rinnovo del Nulla Osta, ma temen- do che qualcheindirizzo non funzio- ni perfettamente, e sapendo che la nostra rivista “circola”tra gli associati e non, riteniamo utile avvertire che quest’anno la domanda di rinnovo deve arrivare al “Ministero” entro il 30 novembre, perentoriamente, per- tanto entro il 25 alla nostra segrete- ria. Non é necessario inviare la docu- mentazione (liberatoria Enpals, ga- ranzia SIAE,ecc.), sara sufficiente
Rinnovo del Nulla Osta entro il 30 novembre
inviare una “domanda-dichiarazione”
(in carta legale con copia) con la quale si affermail proseguodell’ attivita nel- TVanno 1998, con il medesimo chapiteau, medesimo numero diposti, medesimo numerodi addetti, medesi-
mi animali. Al momento di andare in
macchina non conosciamole disposi- zioni per coloro che intendono appor- tare modifiche al proprio complesso, mariteniamoche lo si debba segnalare nella domanda inviando in seguito la documentazione.9
lettere
Grazie, Dario Fo!
Lettera dal Cireo italiano
Caro Dario Fo,
non ci onori soltanto per essere fra gli autori viventi italiani pit tradotti e rappresentati nel mondo, pit amati e conosciuti all’estero. Per la gente del circo hai un valore pitt importante.
Con te viene consacrato non solo il teatro “letterario” ma tutto lo spetta- colo popolare: la drammaturgia come canovaccio che |’attore-autore-regista plasma di sera in sera sul pubblico, come facevano Shakespeare e Moliére.
Di questa coraggiosa pratica teatrale resta un’unica traccia: noiartisti del circo.
Sei stato tra i pochissimi uomini di teatro ad aver apprezzato da dentroil nostro mondo,il circo e i clowns, ad aver “‘sentito” sincere affinitd con que- sto universo fino a traspornela lezio- ne autentica nella pratica e nella scrit-
tura teatrale.Il tuo é un teatro comeil
circo, fatto di segnali immediati e de- stinato a tutti, anche e soprattutto a chi nonha studiato. La lezione delcir- co e del clown l’hai finalmenteripuli- ta da intellettualismi e stereotipi, eusata come strumento potente di una
costruzione teatrale non necessaria- mente legata alla scrittura.Tu hai amato,studiatoe rispettato non solo il circo, ma tutte le sottoculture del teatro italiano, dal folklore al can- to popolare, alle espressioni dialettali, dal cabaret all’avanspettacolo e ai
“guitti” (Franca Rameé erede di una celebre dinastia di attori girovaghi) facendonei pilastri della tua arte di drammaturgo, attore e regista.
Sappiamochehai frequentato dinastie circensi come i Colombaioni e i Cavallini, attingendo avidamente a canovacci come “ape dammiil mie- le”, “qui non si pud suonare”, il “ri- storante” etc. E’ un pd grazie a te sei
Colombaioni hanno scoperto le loro
potenzialita teatrali con laFo é tra i pochi uominidi teatro ad aver apprezzato da dentroil nostro mondo,il circo e i clowns, ad aver“sentito”sincere affinita con questo universo fino a trasporne la lezione autentica nella praticateatrale.
trasposizione in palcoscenico dei ca-
novacci clowneschi. In un certo sen-
so, si pud dire che si deve non pocoal tuo lavoroil fenomeno della“‘clownerie di teatro” degli ultimi decenni, feno- meno che ha generato grandiartisti ma ancor pili cialtroni, cosa che tu sai bene: hai detto che “spessosi assiste all’imitazione dei clowns da parte di attori che credonodirisolvereil gioco col semplice ficcarsi una pallina rossa sul naso, calzarsi un paio di scarpe e berciare con la voce di testa. Si tratta di un’ingenuita da pernacchio. Biso- gna mettersi in testa che si diventa clownsolo in conseguenza di un gran lavoro, costante, disciplinato e fatico- sO e - ancora - grazie a un’ enormepra- tica perseguita per anni. Clown non ci si improvvisa”. Grazie per ridarci que- sta dignita.In un’epocain cui il mondodella cul- tura soffocava |’avanspettacolo e de- cretava la morte del circo, tu ricono- scevi la preziosita e le potenzialita del clown: “un mestiere affine a quello del giullare e dell’istrione greco-romano dove concorrono gli stessi mezzi di espressione: voce, gestualita, acroba- tica, musica, canto e con in pit la prestidigitazione,oltre a una certa pra-
tica e dimestichezza con animali an-
che feroci’”. Conte il clown riacquista quel valore genuino diconflittualita tra liberta e autorita che (al di 14 del senso politico che ognunoé libero di dargli)10
é la natura stessa del teatro come di ogni pura “entrata” clownesca, una valenza che rischiava di essere soffo- cata da un’eccessiva tendenza alla teatralita del clown “‘poetico”.
Memorabile fu nel 1974 il tuo allesti- mento de La Signoraé da buttare, dove in palcoscenico al tuo fianco c’erano miti della nostra gente come Alberto, Carlo e Romano Colombaioni, Gigi Cavallini ed Elder Miletti. E’ bello vederti introdurre lazzi e numeri clowneschi anchenelle tue regie nel- l’operalirica: celebre fu alla Scala, nel tuo allestimento de /’Histoire du Soldat di Stravinski, la scena in cui I’“entrata” delle “cascate” con la se- dia fu eseguita con sette sedie e quin- dici clown! Per non parlare delle tro- vate clownesche presenti nel tuo re- cente Barbiere di Siviglia all’ Opera Camier di Parigi.
E’ bello pensare che mentre clown e circo continuano a essere stereotipi bistrattati del ridicolo (fin nell’ aula del parlamento)il premio Nobel vada a un grande clown. Caro Dario Fo, possia- mo azzardarci a pensare che un pezzettino di quel premio va anche al- l’esercito di clowns, acrobati e fantasisti che per generazioni hanno sofferto e sudato a tramandarela loro antica arte sulle piazze e sotto i tendo- ni? In ogni modo grazie, Dario Fo, dalla gente delcircoitaliano. E soprat- tutto, in un’ epocain cuila societa del
“virtuale” sembra sempre pili consi- derarci patetici, sorpassati e persino antiecologici, in cui non c’é pill nean- che lo spaziofisico per le nostre caro- vane, non dimenticarci anche tu, ma continua a frequentarci e a volerci bene!
Le citazioni sonotratte da Dario Fo, Manuale Minimodell’Attore, Torino 1987.
festival
L‘Expodel Rosgoscirk
1 primo Festival Russo dell’ Arte Circense si é tenuto dal 20 al 28 settembre 1997 a Jaroslaw, unacit- tadina definita turistica, a circa 400 chilometri a nord est di Mosca, dove in effetti si congiungono due impor- tanti fiumi, il Kotorosled il Volga. Qui, nel 1992, era gid stata ospitata un’in- teressante rassegna di unatrentina di numeri russi, ma il progetto di que- st’anno era molto pit’ ambizioso. In- fatti, durante una conferenza stampa, Ludmila Yairova, presidente del Rosgoscirk, ha annunciato che, per motivi economici,il discusso Festival Internazionale di Mosca, costato dav- vero troppo, non avra seguito. Jaroslaw si propone quindi comela sede ideale per una manifestazione che a questo punto, dovrebbe durare negli anni.
di Alessandro Serena Oltre 60 numeri in concorso, presentati da pit di 200 artisti.
Sfumato il progetto di Mosca, quello di Jaroslaw si propone comeil pit! importante festival tusso del futuro. Ma ha ancora unsensola parola Festival?
Paradosso autarchico Interessante il concetto di Festival Nazionale (ripreso per altro dalla Cina) dovetutti gli artisti, con rare ec- cezioni di cittadini di ex repubbliche sovietiche, e tutti i giurati, sono di nazionalita russa. La manifestazione si pone comeobiettivo, abbastanza
esplicito, quello di far conoscereai nu- merosi direttori ed impresari di cir- chi arrivati un po’ da tutto il mondo, gli artisti della compagnia del Rosgoscirk che, avendo persoil con- trollo degli stabili di Mosca e San Pietroburgo, si vede costretta a creare altrove una propria vetrina. Una ma- nifestazione autoctona quindi, mari-
volta verso l’esterno. Certo che viene
spontaneo chiedersi fino a che punto sia opportunala dicitura “Festival”peruna manifestazione che vuole essere
solo una esposizione di numeri rivolti al mercato estero e che, fra l’altro rap- presenta,in pratica, la sola compagnia del Rosgosirk. Anche se bisognadire che, a differenza del passato, il Rosgoscirk ha offerto agli ospiti pre- senti un’organizzazione davveroeffi-11
ciente. Erano a disposizioneinterpreti in cinque o sei lingue,un centro di co- municazioni chefacilitava i contatti con l’estero, e un attrezzato ufficio, con una mezza dozzina di impiegati, pronto ad estrarre dal capace database della com- pagnia ognitipo di notizie sugli artisti ritenuti interessanti.
Sicuramente la realt& circense russa &
ormai talmente disgregata che persino un Festival a carattere nazionale come questo rischia di nonessere in realta rappresentativo della situazione. In ogni caso la dimensione locale del festival ha permesso forse un minor pudore nella selezione dei numeri ed esposto in maniera chiara la condizio- ne russa, con le sue tante contraddi- zioni. Il Festival comprendevaoltre 60 numeri, articolati in cinque spettacoli differenti. La giuria, presieduta dall’Ar- tista Benemerito del Popolo Russo Mstislav Zapashny, era composta da Sergei Makarov, EugeniBiliauer, Juri Termolaev, Rustan Kaissieiv, Alexander Gorodieski, Anatoli Marchevski, Willen Golowko e Alexander Kalnikovil, vicepresiden-te del Rosgoscirk e, per
l’occasione, della giuria stessa. Tutti grandi competenti della professione e della cultura circense che, prima di ogni spettacolo, sfilavano inusualmente in pista, uno ad uno,a ricevere le ovazio- ni del pubblico. OttimaI’orchestra, pur- troppo poco utilizzata a favore di un sistema di riproduzione meccanicaal contrario di pessima qualita e male ge- stito. Molto raffinati i tendaggi, in co- lore conil coprimaneggioe il copripista, tutti di raso finemente lavorato. Ogni spettacolo veniva aperto dalla coreo- grafia di un corpo diballo tipicamente tussodell’ensemble Lubava. I program- miveri e propri iniziavano poi spesso con un numero aereo, a conferma di comedebbaesserestata difficile la com- posizionedella scaletta dato che, come
vedremo, mancavano grosse troupe 0
grandi numeri di animali con cui, ad esempio, chiudere lo spettacolo. Per rendere contodell’ eterogeneita di una manifestazionealla quale partecipava- no circa 200 artisti abbiamo seleziona- to alcune categorie, segnalandoall’in- terno di esse quanto ci é sembratopit meritevoledi attenzione. Le categorie12
individuate sono quelle dei clown,dei numeri aerei, dei numeri“particolari”, e di quelli con animali.
Per quanto riguarda unadelle discipli- ne pit significative della pista, se il Festival di Jaroslaw dovesseessere re- almente rappresentativodella situazio- ne, allora saremmocostretti a registra- re la pit grave crisi di clowndalla fon- dazione del Circo di Mosca ad oggi. I clown presenti erano: fuori concorso, nel programmadei bambini, I’ ormai noto Murat Muturganovconil papa Karim ela graziosa sorellina Karima. Un grup- po chiamato Shpak al qualeé stataaffi- data, senza buon esito, l’intera secon- da parte di uno degli spettacoli di sele- zione. Un quartetto composto daifra- telli Minasovs, da Romanenko e Oleinikov. Quattro duetti, quelli di Foma e Erema, di Serguei Kniazkov e Vladimir Trifonov,di Juriy Romanenko e Andrey Oleynikov, e di Kluev Serzikov e Fedunya Toptchiy,il migliore, opinio- ne di chi scrive, fra quelli citati, per la padronanzadidiscipline quali quelle mu- sicali e quelle acrobatiche. Era presen- te inoltre un solista, Arman Asiryants che, pur non presentandoparticolari novita, ha mostrato di esercitare un buon carisma sul pubblico. A questi dobbiamoaggiungereil numero di ma- gia comica di Emelin e Zagorskiy chesi é aggiudicato un Argento, pur non rap-
presentando, a nostro parere, né una
novita, né un’interessante interpreta- zione dell’originale. Non dobbiamocer- to dimenticare che in Russia esistono artisti importanti come i KGB, i Mimikrischy 0 Slava Polunin, che peri motivi pili diversi non eranopresenti al Festival. E bisogna precisare che gli standard dei clown russi rimangono comunqueinteressanti se paragonati a quelli di numerose riprese o entrate spesso stantie degli artisti occidentali.
Anche perché ci sonostati, bisogna dirlo, alcuni tentativi di commistione con i metodi dei mimi americanied eu- ropei dell’ultima generazione. Nel com- plesso, perd, la statura dei clownat- tuali non ha nulla a che vedere conle leggendarie figure del dopoguerra come Popov, Karandash o Nikulin, e neppu- re congli ottimiartisti della scorsa ge- nerazione come Antoschka, Margulian o lo stesso Anatoli Marchevski, tutti creatori di maschere proprie, dotate di unaprecisa spiccata personalita.
Alcunedelle migliori cose del Festival si sono viste invecenella categoria dei numeri aerei, che si conferma comela disciplina capacenegli ultimi vent’ an- ni di maggiori evoluzioni. Forse per- ché particolarmente adatta, sia per le caratteristiche tecniche di estrema modulabilita, che per quelle artistiche di lievita e leggerezza, a meglio inter- pretare il concetto di regia moderna.
Fra i numeri aerei dobbiamocitare,ol-
tre all’unico numero di volanti dei
Kramarenko,ancheil sostenuto dei Konushenko, il triplo trapezio delle Trukhins, gli anelli di Alexei Meshchyanovs,i bei trapezini delle quasi omonimeOlga e Galina Sidorova, le cinghie dei Nasikhovs e di Yatsenko Luidmila,le corde di Tatiana Uliyanova edi ElenaPetrikova,le prese aeree del Trio Lobanovs(gia presenteal Festival di Mosca marimontato dal regista Beniamino,anche se con poche varia- zioni). Tutti numeri molto curati nella presentazionee di buonlivello tecni- cofra i quali é emersoil “Caleidoscopioaereo” di Ludmila, Sergey e Ritochka Korolevy, un’ottima creazione di Vladilen Levshin a meta strada fra le prese ai piedi delle sorelle Steben il tango aereo dei Mouvance. II Caleidoscopio ha vinto un Argento, e forse avrebbe meritatodi pit.
Ancheal Festival di Jaroslaw non é mancata quella che ormaisi puddefini- re una vera specialita russa, vale a dire la creazione di numeri eseguiti con at- trezzature atipiche e a volte un po’ com- plicate,i quali, nonostante|’estremaori- ginalita, non sempre trovano buoni con- tratti, forse per la loro eccessiva macchinosita o per le difficolta logistiche legate al montaggiodegli at-
trezzi. A Jaroslaw abbiamovistoi “Pel-
legrini dell’Universo”, un misto frail bundgeejumpingei volanti realizzato a luce nera;|’ equilibrio sulla pertica obli- qua dei Kirilenko,le “pertiche origina- li” di Igor Berestov. Infine il “gruppo X” dei Bondar che eseguivano degli equilibri (fra i quali una terza colonna) in piedi su di una grossa altalena cheoscillava tra due scale poste alle estre- mita della pista. Troppo macchinosi,
appunto.
Preoccupante la scarsa partecipazione
di numeri di animali. Niente belve, nien- te elefanti, niente orsi. Non sappiamo
se per temporanee assenze, dovute ai
numerosi impegni esteri di numeri delgenere, 0 per una preoccupante
rarefazione del genere da imputarsipiut- tosto a motivi di gestione economica.Laparte del leone I’ ha fatta comunque il cavallo. Eranopresenti ben sette nu- meri equestri, anche se non tutti con- vincenti. Fra questila “libert&” dei cin- que cavalli di Evtechov,presentata in disarmante stile spagnolo. Poi i cosacchi lillipuziani di Rafael Yazidzhuan,le inconcludenti acrobazie a cavallo della troupe Serge,il duo ec- centrico equestre Goncharovs, e gli hula hoop a cavallo della Shanikova.
Buoni invece i due numeri digiocolieri equestri, entrambi premiati con 1’Oro.
Quello di Ilona e Roslan Sadoevi, nel 1994 aveva deluso spettatori e osser- vatori del Gran Premio del Circo di Ge- nova che avevano notato lo stridore fra l’eccellente tecnica dell’ allora gio- vanissimo Roslan e la presentazione rozza e con delle musiche quantomeno inappropriate. Ma poii Sadoevi si sono affidati alle sapienti mani del regista Vladilen Levshin,il quale ha montato
un numero cheé piaciuto moltoal pub-
blico ed alla giuria. L’altro Oro é andatocuriosamente ad un numerodello stes- so genere eseguito daifratelli Askolde Edgar Zapashni, un’attrazione veloce e benpresentata che rinfresca unabel- la tradizione soprattutto nei passaggi di clave a due su due cavalli. I fratelli Askold e Edgar hannopresentato an- che un numerodi babbuini ammaestra- ti senzafruste,frustini 0 altri strumenti del genere. La famiglia Zapashni ha inoltre confermatola propria bella tra- dizione nell’ammaestramentodi anima- li anche con Marina che presentava un gruppodibellissimi e ben ammaestrati pastori dal pelo lungo del Caucaso,ca- paci di eseguire alcuniesercizi classici dei numeri di belve, comeil “down”,il
“kopf’”,il “salto sopra”o altri del gene- re, con unascioltezzae fluidita davve- ro encomiabili. Altri numeri di animali, le scimmie di Margarita Breda,i piccio- ni delle sorelle Shageeva,i gatti e pic- cioni di Svetlana Shamseeva(gia vista in Italia in diversi programmi televisivi) che in un altro spettacolo ha presenta- to dei cani cacciatori di fresbee che ha vinto un premio speciale della Giuria per l’originalita. Unico numerocon ani- mali esotici quello degli Gareginyan, chiamato“Miracoloperla principessa”, ben presentato, anche se tecnicamen- tenon eccelso, con zebre, cammelli, ser- penti, un canguro e soprattutto, anche qui, delle scimmie ammaestrate.
Altreperle
Sarebbe ingiusto non citare qualche altro numero solo per l’incompletez- za della nostra proposta di schematizzazione. Merita attenzione soprattutto la giovane famiglia Kirilievi, che ha presentato due numeri di ottima fattura, quello della giovane Kristina (appena 16 anni), chiamata Perla, che presentava una fusione, mai vista prima da chi scrive,fra degli ot- timi esercizi di contorsionismo (per niente inferiori a quelli della scuola asiatica) e di giocoleria contact, vale a dire quella che invece di gettare e riafferrare degli oggetti, prevede che siano questi a scorrere lungoil corpo dell’artista. Kristina utilizzava una perla nera delle dimensionidi un pal- lone. Altro numero di famiglia quello dei due “mendicanti”, a prima vista l’ennesimo mano a mano acrobatico di papa e figlio, montato perd in ma- niera davvero poetica e simpaticaallo stesso tempo, vincitore di un premio speciale perla “miglior teatralizzazione
di un numero circense”, trofeo conse- gnato dagli studenti dellocale Istituto peril Teatro Drammatico e di Marionet- te. Altro bel numero era quello del duo di verticalisti Rasulov e Tabieva, alcu- ni passaggidi grande tecnica ma forse carenti dell’organicita notata invecenei
due numeri appenacitati.
Note di regia
Non semprela creativita dei registi rus- si é stata ben impiegata. Si é visto ad esempio un uso a volte smodato di musiche swing, forse determinato dal successo di alcuni numeri di Alexander Grimailov; ecco cosa succede quando si plagia, a differenza di quando si @ ispirati. Altra grave pecca, quella del falso esotismo kitsch, come quello dei pattinatori Kazatchenko, che chiama-
noil loro numero “carnevale venezia- no” solo perché indossano costumiche dovrebbero in qualche manierarichia- mare alla mente quelli di un arlecchino in realta alquanto spaesato.
In generale si é peré riscontrato da par- te di artisti, registi, tecnici, creativi ed
amministrativi, un forte desiderio di
migliorarsi. Desiderio non sempre concretizzato in un effettivo migliora- mento o in germogli di vera arte circense, ma comunquesignificativo dello spirito che animail circo russo.Un’istituzione che ha avuto un’impor- tanza grandissima nel circo di questo
secolo e che é fermamenteintenziona-
ta ad averla anche nel secolo che alle porte, preparandosia tutte le evoluzioniche questo comporta.
Nellafoto, Vapplauditissima Kristina “Perla” Kirieva, vincitrice di un Argento.
14
sSpetitacoli...
Moira Orfei:
11 cireo con la classe nel DNA
Siamoconvinti che ogni circo abbia in sé dei tratti, delle costanti che lo accompagnanonelcorsodella pro- pria storia e che ne segnano|’evo- luzionealla streguadi vere e pro- prie caratteristiche genetiche. Si tratta di elementi il cui determinarsi é dovuto a varie componenti:alla personalita del direttore-fondatore
e dei suoi familiari, al tempoe alluogo della genesi delcirco, al caso stesso. RaggiuntoI’apice durantele fortunate stagioni del “Circo sul Ghiaccio”il cui debuttorisaleall’or- mai lontano novembre‘69, passato
di Francesco Mocellin Uncomplesso rimastofedelealla propria vocazione, al richiamo versoil circo classico, ma che ha compreso l’importanza della regia, oggi necessaria anche nello spettacolo circense.
attraverso la produzione e l’impor- tazione di importanti spettacoli e
festivals collaterali, dopo alcunetournée all’ estero, ancor oggi che non pare essere pitt il tempo delle grandiose produzioni per nessuno,
quello diretto da Walter Nones é un complessorimastofedele alla pro-
pria vocazione,al richiamoversoilcirco classico che ha compreso l’importanzadella regia, oggi neces- saria anche nello spettacolo circense.
Vasottolineato, poi, come questo
circo abbia sempre saputo darsi una notevole “‘visibilita” grazie alla penetrazione dell’immagine di Moira Orfeinell’immaginario popo-
lare: “Moira degli elefanti”, comenoto, occupaspessole pagine dei
Nellafoto una “novita” che piace molto alpubblico
14
rotocalchi ed é sovente ospite di va- rieta televisivi imponendola suaim- mediatezza e spontaneita. Inutile soffermarsi sull’importanza di que- sti fattori per la determinazione del successo di un marchio circense.
Nell’ annatain corso, il complesso
Nones-Orfei ha scelto - in controtendenza- di trascorrere pure il temutissimo periodo estivo in pa- . tria ottenendo dei buoni risultati.
Anchele recenti piazze di Bergamo
(dove ha visto la luce il secondogenito di Lara e Micha,Walter Alessandro, appunto) e Ve- rona si sonorivelate prodighe di suc- cessi.
Venendoall’ attuale produzione si puocerto affermareche la collau- datastruttura ha tratto giovamento dalle modifiche coreografiche ap- portate di recente.
Linizio scivola via rapido ed effi- cace con l’abituale balletto introduttivo mentre gia i volanti di-
retti dall’intramontabile Oscar Papi sonoin aria a scaldarsi. Dopo una ripresa comicasi corre gia al cuore dello spettacolo conil quadro che sembrail pid riuscito: senza solu- zione di continuita la gioiosa vitalita acrobatica dei Kenya Boyslasciail postoall’imponente gruppo esotico di Stefano Orfei Nonescol look del
“signoredellajungla’.
Stefano mantiene come sempreil ruolo di pernodello show trovando nell’eclettismo e nella costanza i suoi punti di forza. Sulle sue spalle gravail peso della presentazionedi tutti i numeri congli animali.
Laltro vero e proprio quadro &
quello che fondein untutt’uno, con
lausilio del balletto, l’ alta scuola di equitazionee le colombe di Moira:
dobbiamoconstatare che a lei sono ancoroggiriservati gli applausi pit prolungati. Moira Orfei dimostra comesia possibile arrivare ad una notorieta che trascendeil mero am-
bito circense.
Completanola primaparte, per la veritafin troppo lunga,il numerodi disarticolazione e contorsionidel gio- vane Petchinski in versione yoga
(che richiama alla mente Il’ omologoe indimenticato Klemendordegli anni sessanta/settanta) e la magia di Lara e Micha:gia tornata al pub- blico dopo I’ ultima gravidanza,la secondogenita di Moira e Waltersi muovein pista con sempre maggiore disinvoltura dandobrioall’ attrazio- ne.
A Stefano il compito di aprire la se- condaparte col celebre numerodi tigri ereditato dallo zio Giuseppe.
Certo, oggi gli esemplari rimasti pa- iono giunti al capolinea e non ba- stano la determinazionee la voglia di mettersi in gioco del rampollo di casa NonesOrfei per superaregli evidenti problemi derivanti dal- Vavanzare dell’eta degli animali.
Anche se non vorremmomaiarri-
vare al giornoin cui si dovra smet- tere di ammirarele “coccole”tra la tigre e il suo addestratore durante la passeggiatain sidecar.
Un altro numerodi acrobatica ani- mala parte centrale del secondo tempo:i salti alle corde della troupe
russa Charinin,chesi presenta concoloratissimi costumi (Charininsi-
gnifica colori!) volutamente infan- tiliecon musica dance, riempiono
la pista di suoni e colori. Un buon numerosenz’altro ma concedeteci di disapprovarela scelta di questi artisti che lasciano troppo spazio agli ammiccamenti alle ruffianerie del pit piccolo componente della troupe.
Grande impatto coreografico perla classica attrazione “elefanti + bal- lerine” presentata nelfinale della seconda parte ancora da Stefano con notevole autorevolezza:il nu- mero che ha reso celebre Moira
appare ora mutato
nell’ impostazione e Stefanoha in- serito nuoviesercizi trai quali l’ele- fante che appare dopoil buio gia in
“debout”sullo sgabello il “passag- gio della morte”con quattro balle- rine.
La parte comica nonvienetrascu- rata e le riprese di Bannikov e
Petchinski,in stile tipicamenterus-so, costellanotutto lo spettacolo (in- teressante quella dellaballerina con-
torsionista) prendendosi ancheun’ appendice primadella chiusura vera e propria.
Chi ci legge conoscera certamente il clima degli spettacoli di Moira
Orfei e capira subito chesi é in pre-
senza, ancora unavolta, di uno spet- tacolo vero, completo, classico, dove
- oltre alla gia citata coreografia - é pure apprezzabile un certo sforzodi ricerca di coesionedelle varie at- trazioni. Insomma,in un periodoin cui proliferano gli spettacoli anoni-
mi, Moira Orfei riesce ad essere un
circo inconfondibilmentee positiva- mente fedele a se stesso.
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Vendo “Bar mobile” 7 (mt. 10 di lunghezza)$
ottime condizioni.
Per informazioni
telefomare a:
Bobba Mario,
tel. 0347/2207177
Spetiacoh
Nock, un anno da ricordare!
Al suo 22° annoquale massimo respon- sabile del complesso (dopo la morte del padre avvenuta nel 1975) Franz Nock pud senza dubbioiscrivere l’edizione 1997 del suo spettacolo quale unadel- le migliori, se non la migliore. La strut- tura del programmanon é moltodiver- sa da quelle dell’ultimo decennio: gab- bia, un paio diattrazioni aeree, un’ acro- batica, un paio di numeri equestri inter- vallati da qualchealtra attrazione e da uno 0 pitt clown. Quest’ anno peréd una
pitt attenta cura delle luci, una buona
scelta di musicheallegre e ritmate, la mancanza di particolari cadute qualitative (ad eccezione dei primi due numeri che si dimenticano velocemen- te) consentonodi uscire dallo chapiteau giallo e rosso decisamente soddisfatti.Nel programma 1997 di questo com- plesso, secondo per importanzanella confederazioneelvetica,gli artisti sono quasitutti di prima qualita, vantando la
partecipazione a concorsi internazionali
quali Montecarlo, Parigi, Mosca,ecc..
Vere stelle dello spettacolo sono i clown musicali “Les Rossian”. Perla
quarta stagione consecutiva accompa-
gnanogli spettatori del circo Nock per tutte le due ore di spettacolo con veloci riprese comiche e con l’entrata musicale di oltre venti minuti.Il pubblico svizze- ro mostra di apprezzare moltoleevoluzioni musicali dei due fra- telli che contraccambiano|’en-
tusiasmo dei presenti con una performance che non sfigure- rebbe anchein circhi di dimen- sioni maggiori. Anche que-st’annola loro entrata ha subi-
to un po’ di modifiche cosi che il pubblica‘non abbia l’impres-sione di assistere allo stesso
numero del passato. Altri arti- sti degni di lode sono le com- ponenti del Trio Yagaanseteg.Queste tre giovani ragazze
mongole eseguono un numero
di contorsioni molto bello, di
di Massimo Malagoli Quest’anno una attenta cura delle luci, una buonascelta di musiche allegre e ritmate, la mancanza di particolari cadute qualitative, consentono diuscire dallo chapiteau giallo e rosso decisamente soddisfatti.
alto livello, con diverse figure effettua- te con movimenti armoniosi dove spes- so unadelle tre artiste & porteur delle altre due. Anche sela troupe Eweliyn Marinoff & nota in Svizzera (una sta- gione da Knie ed un’altra pressoil Cir- co Nazionale Austriaco in tournée in Svizzera) vederla all’ opera é sempre un piacere. Benché leggermente sottotono rispetto alla performance eseguita a Montecarlo che valse I’assegnazione del Clown d’Oro, questo grupposi di- stingue ancora per una buonaserie di spilli. L’arrivo in spaccata in terza co- lonnae il doppio salto mortale in quin- ta colonnacostituisconotutt’ oraI’ api- ce della esibizione. A Tom Dieck(nella foto sotto) & affidato per il secondo
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anno il numerodi gabbia. Unodei po- chi numeridi leoniin circolazione al momento in Europa, condotto con dol- cezza e in modoscherzoso. I diversi esercizi sono eseguiti da tutti gli otto felini e questo é da iscrivere a merito dell’ammaestratore. Sotto la cupola si esibisce inizialmente il duo Athor Pro (gia presente al festival di Mosca) che si fa notare per una buonaseriedi pas- saggi, poi due ragazze svedesi, le Twisting Sisters, ad un cerchio aereo dove non manca qualche semplicepre- sa peri piedi. Alla figlia Franziska, Franz Nockha ceduto, gia da alcuni anni, la pista per la presentazione del numero equestre. Presenta un gruppo di quat- tro cavalli arabi e quattro frisoni, suc- cessivamente il cerchio di segatura é perquattro zebre. Franziska e la sorella Alexandrasi cimentano nella seconda parte in un numerodi alta scuola sulle note musicali di Evita. Quest’anno i Nockhannointitolato scherzosamente il loro spettacolo “Nock around the clock”, ma avrebbero potuto tranquil- lamente chiamarlo “Nock un anno da ricordare”!
promi
Luomoche scopri I Est
Con Trolle Rhodin (1917-1997) scom- pare l’ultimo grande direttore della prestigiosa tradizione circense scandi- nava. Trolle era figlio di Carl Max Alexander Rhodin (1871-1952, nella foto), curioso e versatile artista (a sua volta figlio del mago “mentalista” Max Alexander): inizia la carriera comevir- tuoso di violino “Trobadour Carlo Roodini”, per.poi divenire il cow boy
“Brazil Jack”: illusionista, cavalleriz- zo e interprete di brevi western agli albori del cinema scandinavo. Grazie al suo successo, “Brazil Jack” Rhodin fondera un omonimocirco.
Suofiglio Trollheimen“Trolle” Rhodin nasce nel 1917. Sebbeneiniziatoalcir- co dall’infanzia, pitt che per l’arte in pista si distinguera per essere un im- prenditore di grande abilita, inventiva e coraggio.I circhi da lui fondati e di- retti si sono sempre caraterizzati per unelevatolivello qualitativo, per la va- rieta di artisti e animali e soprattutto perla predisposizione nell’ affrontare lunghee difficili tournées.
Nel 1942 Trolle é posto ufficialmente alla guida dell’impresa di famiglia:
fonda lo “Zoo Circus”, destinato per decenniad essere unadelle insegne pit popolari nel Paesi dell’estremo nord europeo. Rhodin presentava un’invidiabile zoo viaggiante. La mo- glie di Trolle, la nota cavallerizza Ingeborg (vedette di Ringling), é la fi- glia dell’addestratore Lulu Gautier, dell’antichissima dinastia di origine francese. Sotto il tendone e nelle scu- derie dello “Zoo Circus”, si alternano addestratori spesso entrati nella leggen-
da, praticamentetutti i maggiori spe-
cialisti di elefanti dal dopoguerra ad oggi: Gosta Kruse, Franz Trubka, Harry Belly, Otto Suskow, Henry Pedersen, Charly Welser, Banda Vidane e il celebre Hugo Schmidt, il famoso“capitano” dei pachidermidi Ringling.
Lo “Zoo Circus” di Trolle Rhodin mo- stra presto la vocazioneall’avventura:
Svezia, Danimarca e Finlandia non bastano,e il circo giunge finoin Islan- da. Nei primi anni ’50 il circo sceglie non si sa come di avventurarsi fino in Libano e, sempre con successo, nel 1953 visita I’ Iraq e Bagdad! Neglistessi
di Raffaele De Ritis E’ scomparso Trolle Rodhin, l’ultima grande figura della prestigiosa tradizione circense scandinava. Distintosi, pit’ che per l’arte in pista, per essere un imprenditore di grande abilita, inventiva e coraggio.
anniil circo mette in scena sontuose
pantomime, dotandosi di un’ampia arena e di una pista acquatica: “Notte sul Niagara” (1953) e “Aladino”(1956) sonosolole pit note. Alla fine degli anni ‘50 Trolle Rhodin sceglie
le vie dell’ Europa dell’Est. Nell’in-
verno 1957-58 il circo é a Varsavia, visita la Polonia per spostarsi nel 1959 nell’inaccessibile Mosca. Da liil cir-
co si reca.in. Romania e in Germania
Orientale. Questa tournéeoltre corti- na sara preziosissima per Trolle: é infatti un’occasione unica per intrec- ciare rapporti di fiducia con le tradi- zioni circensi comuniste e per scopri- re da vicino talenti a cui raramente gli impresari occidentali avevano ac- cesso. Nel frattempo Trolle Rhodin inizia a fornire numeri di animali per altri circhi sia orientali che occiden- tali. Gruppidi elefanti, di esotici, cam- melli, cavalleria, foche, scimpanzé (presentati dal fratello Jack anche-da Ringling), elefanti, belve e un celebre gruppo di 10 orsi bianchi. Tornato in Europa,il circo ha molto successo nel 1961 al Cirque Royaldi Bruxelles (col quale si stava ipotizzando una tournée nel Congo Belga...) con uno spetta- colo che comprendevasia una panto- mima acquatica che una pista di ghiaccio. Nel 1964 Trolle fonda una nuova impresa tre piste, il “Cirkus Caravan”. Nello stesso anno, John Ringling-North progetta l’unica e poco fortunata tournée europea del“Pitt Grande Spettacolo del Mondo”
attraverso alcune grandi capitali. Per alcune improvvise sostituzioni di nu- meri viene ingaggiato Rhodin, che con questa occasione inizia una graduale collaborazione artistica con Ringling.
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+
Negli anni ‘70, con la gestione Feld, Trolle viene nominato talent coordinator del pit grande circo del mondo.
E’ in questo periodo che tornautile la sua conoscenza del mondo circense dell’Est europeo: cid consente ogni anno di inondarele tre piste delle due
“unita” americane con numerose troupes di equilibristi, cavallerizzi, ginnasti aerei e soprattutto acrobati alle bascule in esclusiva mondiale.
Sono quegli stessi numeri che, dopo Ringling, arrivano sotto i grandi ten- doni europei e fanno manbassadipre- mi a Monte Carlo, aprendo cosi il
“muro” con le scuole del’Est.
Nel frattempo Trolle aveva cessato Vattivita di direttore circense. Nel 1982, pur continuando Ja consulenza con i Feld, decide improvvisamente di fondare un circo. E” inaugurato cosi il “Cirkus Brazil Jack”, in omaggio al padre, nonostante l’aspra concorren- za in Svezia. Il tendone, vagamente ispirato allo stile poetico degli anni
‘80, & animato dalla figlia Diana (n.1957), cavallerizza e addestratrice di cavalli, esotici ed elefanti, e dai fi- gli Trolle jr. (n. 1954) e Carlo (n.
1956) che si sonorivelati direttori seri ed attenti. Il “Brazil Jack” si é con- quistato un pubblico fedele, e conti- nua ancora oggi a distinguersi per la buona qualita, con artisti anche rino- mati, e per il decoro. Scomparso a 80 anni, Trolle fino all’ultimo non aveva mai smesso diviaggiaree visitare cir- chi. Lo si potevaincontrarein tutto il mondo, con la sua_ carica inconfondibile di entusiasmo pronto a rievocare pertutti i pil bei ricordi della sua vita. Ma soprattutto, come pochialtri era disponibile ad elargire con generosita consigli e suggerimenti sia ad artisti che a noi giovani orga- nizzatori.
Ricordo l’ultimo incontro un annofa, casualmente in un aereoporto. Si par- lava del suo-circo,e dell’inizio immi- nente di stagione. “Signor Rhodin, é@
riuscito a preparare un buon spettaco- lo anche quest’anno?”. Mifissa mol- to serio in volto: “Io ho sempre buoni spettacoli!...”.
spettacolhi
Louis
Giuntoalla sua quarta stagione sotto la direzione di Louis Knie,il Cir- co Nazionale Austriaco sta vivendo una tournée decisamente pit fortuna- ta di quella dello scorso anno: infatti,il 1997hafatto registrare un incremento degli spettatori soprattutto per quel che riguardala prima parte. Viennain parti- colare, che nel 96 pareva avertraditoil
“suo”circo ha dato questa volta molte soddisfazioni alla famiglia Knie. Losti- le classico, sobrio, elegante, attentoai particolari, unitamente ad una buona amalgama delle attrazioni, resta sempre una delle caratteristiche degli spetta- coli diretti da Louis Knie, anche se que- st’anno risulta evidente comela parte artistica sia stata pensata menoin gran- de. Niente troupes, quindi, ma solo nu- meri di singoli 0 coppie.II risultato com- plessivo é migliore di quanto si potes- se pensare grazie anche ad un uso del- le luci davvero efficace e alla proverbiale capacita di gestire i tempi dello spettacolo chetutti riconoscono a Louis. L’ apertura dello show é affida- taall’ italiano Glen Nicolodi, eccellente verticalista che ha gia conosciutoleri- balte del Festival di Parigi e del “Big Apple” di New York.Il suo numero é benvalorizzato da una buonavocalist che accompagnapure altri numeri del programma.Tre sonole attrazioni che Louis Knie ha pescatodal vasto pano- ramaartistico russo: l’avvenente Yelena Larkina presenta unaserie di
esercizi con I’hula-hop che si discostano dalla abusata routine del genere soprattut- to grazie alla marcata sensua- lita della protagonista. Slava Tkatché un’artista che dimo- stra come, spesso, il coefficiente di difficolta di un numero non sia poi determi- nante per il successo dello stesso: infatti, le evoluzioni delle grandi figure geometri- che sul capo di Tkatch sono senz’altro pill efficaci coreo- graficamente che non dal puntodi vista tecnico. Anco- Ta russo, infine, uno dei due numeri aerei: il trapezio Washington del duo Diakonovici pare sinceramen- te figlio degli anni ‘70, con quella tipica macchinosita
Knie, agilita e brio
di Francesco Mocellin Lostile classico, sobrio, elegante, attento ai particolari, unitamente ad una buona amalgama delle attrazioni, resta sempre unadelle caratteristiche degli spettacoli diretti da Louis Knie.
(l’attrezzo é molto ingombrante ed as- sumeuna centralita rispetto agli artisti) che rende poco fluidoil succedersi de- gli esercizi pur di buon valore. L’altro numero aereo é affidato ai canadesi Joan Martin e Michel Renaud: siamo ben distanti dailivelli delle grandiat- trazioni dell’ aria cui la scuola canadese ci aveva abituato ma senz’altro questo sostenuto alla doppia corda verticale ha un ritmo inusuale e una varieta di esercizi che lo rende interessante. Louis Knie non havoluto far mancare.a quel- lo che ormai il “suo pubblico”i nume- ri con gli animali: al figlio Louisjr. ha affidato i cammelli inliberta del tedesco Markus Quaisere i quattro elefanti in- diani di Enis Tognioltre all’alta scuola di equitazione in combinazione con la moglie Gipsy De Rocchi e Andrea Maier.
Dobbiamodire che Louisjr. da il meglio di sé nella performance con i cammelli,
Nellafoto, Louis Knie e la moglie Germaine
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riuscendoa trasformare un numerodi
routine in un piacevole mix di ritmo e forza espressiva che arriva agli spetta- tori immediatamente dopole sensuali atmosfere della Larkina. La gabbia toc- ca al grande gruppo misto di Clubb Chipperfield da molti annisulle scene.Affidati dapprimaai Palacios- Festival di Montecarlo ‘89 - poi a Tina Stiff e David Laurie - tournée in Giappone con Kinoshita - gli animali(tigri, leonesse, ligre, orsi neri, leopardi e iena) vengo- no ora presentati dalla grintosa bionda platinata Pat White gid da Carson &
Barnes negli Stati Uniti. Si deve con-
statare come I’avanzamentodell’ eta de-
gli esemplari abbia tolto qualche cifra alla brillantezza del numero.Laparte co- mica spetta per intero al francese Jean Paul garbato clown di ripresa dal- l’espressione trasognata e quasi assen- te ma forse non sufficientemente inci- sivo per reggereda solo in unospetta- colo di questo genere. Inutile sottoli- neare comeil verofinale vengaletteral- mente consegnato nelle mani di Kris Kremo.E non potevaessere altrimenti:nonostante oggi si conceda qualche gigioneria di troppo (anche con I’aiuto di Jean Paul che interviene nel nume- ro), il “gentleman juggler”elvetico in- chioda|’attenzione del pubblico con le sue magie fino all’esplosione liberatoria dell’applauso. Anche per questo non condividiamo la scelta di far passare dopola star svizzera quello che resta un nu- merodi alleggerimento comeil rodeo comico per “‘amatori’”con la partecipazione (autentica) del pubblico. Ma la grande presa sugli spettatori premia,di fatto, questa opzione(basti ricordare anche |’edizione del Knie sviz- zero 1996). A margine un enco- mio perle scelte musicali, mai banali, eseguite con grande ef- ficacia dall’ orchestra armena di Tomas Madatov. Nonostante i difetti che abbiamo evidenziato V'impressione generale resta quella di uno spettacoloin cui i limiti strutturali vengono ben colmati dalla classe e da unare- gia accortae intelligente. Perla prossima stagionegia si annun- cia il ritorno in grandestile del- le troupes.
recensioni
Frigidaire il film:
inno alla purezza del mondo del Circo
E’ stato recentemente proiettato nella sede dell’AGIS in Romail film di Giorgio Fabris, Frigidaire. Pro- dotto da Giulio Scanni, sceneggiato
da Roberto Leoni, Enzo Caprioli ed
Euro Lavagnini, con musiche di Vin- ce Temperasi avvale di un cast di attori di tutto rispetto: Riccardo Salerno, Maria Monsé, Stefano Masciarelli, Flavio Bucci, Antonella Steni, Sel Borgese, ecc. Nei titoli di testa e di coda apparela didascalia“girato in fri-system”. Cos’é maiil
“fri-system’’? Milimito a riportare le parole del produttore Lampostil (Stefano Masciarelli) a Casa Messerling... “L’idea di questo film nasce da unastupidafavoletta di un certo Nat Crylov, che io ho trasfor- mato e reso invincibile, incredibile, unospettacolostraordinario,un film in “fri-system’’. Che cos’é il “fri- system’? E’ una mia invenzione, che conduce il cinema oltre linterattivita ed @ per questo che degli speciali sensori in sala capta- no le reazioni del pubblico,trasfe- rendole agli attori sugli schermi, che a loro volta le analizzano,le capta- no ancheloro e le fannoproprie, de- terminandocosi l’esito della sto- ria...” Nat, uno scrittore squattri- nato e con qualche cedimentoal- V’alcool, ha venduto un suo raccon- to; ambientato nel mondodelCir- co,intitolato/a Fiaba di Frigidaire, e Lampostil, un produttore cinema- tografico, come spesso accade,ha stravolto la storia ed i suoi perso- naggi per ricavarne unfilm di cas- setta tutto sesso e violenza. Lo scrittore tenta di ribellarsialle inten-
zioni del Produttore, ma ormai é
troppotardi perchéil film é gia ini-ziato. Nat, allora, decide di“far en-
trare”nel film,il giovane protago- nista del suo racconto (un ragazzo, appunto, chiamato Frigidaire) chie- dendogli di salvare con la forza del- la fantasia e dell’ innocenza la bel- lezza della storia e dei suoi perso- naggi dai biechi rimaneggiamenti del Produttore. Frigidaire parte cosialla conquista del misterioso, bizzarro,di Antonio Buccioni Una Battaglia densa di colpi di scena e di risate, una sfida rocambolescatra la poesia delle fiabe (il circo) e il senso pratico della ““Fabbrica dei sogni”(il cinema).
affascinante mondo del Cinema.
Correndoda unascenaall’ altra ed usandogli effetti speciali della fan- tasia,il ragazzo cerca di modificare battute, scene, costumi, per ritrovare i vecchi amici del Circo e convin- cerli a ritornare insiemea lui nelli- bro di Nat. Uno per uno,Frigidaire riescea rintracciarli tutti: dalla Gal- lina Aranciata, Star del suo Pollaio Acrobatico, a Rufusil pagliaccio prestigiatore, da Stridel UomoIn- credibile e Cacciatore di luna, alla procace Pallina, da Tamigiil clown battutista, al Mago Inchiostroea Cozzail Cassiere della Casa degli Specchi. Mail produttore Lampostil si accorge subito dell’intrusione del ragazzo nel “suo”film e, per fer- marlo gli lancia contro Jack il Fran-
-Fairy-tales are the essenceof life
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cese detto Cianuro, un sordidosi- cario maestro di agguati e ditradi-