ASCOLTARE PER VEDERE
Nilo Benedetti
Pieni
e
vuotiè
l'installazione visual-sonora di
Andrea Dami
e Sergio Maltagliati,inmostraall'exPalazzoComunale
diMontevettolini.Ilvisitatoretroverà soprattutto
due
stanze vuote.
Ma
inquestestanze, offerteaflaluce delpaese, piano pianoscopriràle"opere"ed
isuo-ni. Lo
sguardo
del visitatore sisoffermerà sopratutto sulle tele- partiturediSergioMaltagliati(una
"sinfonia" colorata, un processo
artistico cosìcomplicato
quanto
suggestivo),
ma
scopriràinfineche,sulla suatesta, attraversa le
due
stanze
una
"materializzazione" diAndrea
Dami. Lopera dunque
si"materializza" piano piano, così
come
lentamenteilpensierosiav- vicinaalsignificato.Ancora una
volta Dami,dopo
l'esperienza delNastrodiArianna, allestimento del
giugno
1990a Monsummano,
ciinvitaad un
per- corso. Anzi,ciguidasuunsentiero, imperviocome
alsolito,A
Montevettolini,paese
suggesti-vo perché
personeltempo e
nello spazio(civaiperché
iovuoivisita- re,perché
se no?)si consolida,si"materializza" l'ultima
opera
di Dami, la sua sfida alla banalità concettuale: Polvererossa.L'"opera",
come
dicel'autore,at- traversametaforicamente
lospa-zio.Passa
da
partea
partelemon-
tagne. Piena losguardo che
sisoffermasullamaterialitàdelpen-
siero.
Ma perché non
chiederedi-rettamente
a Dami
difornirciuna
mappa
di questo sentiero artlsti-co-concettuale?
"Cerco dìpercorrere
un
sentieroche mi
portia
scoprireilsensodel- lavitaattraversolarealtàdell'atti-mo, che non deve
essereinterpre- tatama
vissutae
l'usodella "car- tapesta" mipermette
diconcre-2
lizzaremegliolelinee nello spazio.
Non
un'operazione estetica,ma
una
ricerca di contenuti.Unlavoro disensazione,potreidire,perinvi- tarea
"guardare" ecosìrisveglia- re i sensi dell'osservatore,per comprendere
il flusso vitale del- l'universo. Polvere rossa è, in un certosenso,ilvuotodove
esternoed
internosiannientano,legando
cosili
mondo
visibilea
quelloinvisi- bile.Isegni, natia
Montevettolini,come
perSergiosononatiicolorì dellenotedellasuaSinfonia,mo-
dificano lanatura dellospaziodi quelle
due
antiche stanzeequindi vorrei aggiungere,non
metafo- ricamente, unlavoroplasticopiùda
ascoltareche da
vedere".Ma
perchéquia
Montevettolini?"Montevettolini,
perché
ècome
sospesosulsuodolce colle;sem- braassente
o
ignorare quelloche succede
laggiù tra gii uomini.Montevettolini,
perché è
un luogo dolcissimo,piacevoleper passeg- giare, meditare,insomma
ascol- tare gli altrie
ascoltare se stessi.Montevettolini
è
invitante,percuiè
stato abbastanza facilepene-
trarenelsuointernoaprendolo
ad
uncolloquiosiacon
Sergio,amico ed
artista, affascinato dal colore deisuoni,siacon me,
attrattodaisilenziattuantispazi così essenziali allavita.
L'Amministrazione, l'assessore Giuliano
hanno
capitoe
cihanno
confermatostima efiducia,dan- docila possibilitàdirenderevisivoquestodialogotranoi(gliuomini) eMontevettolinistesso.
Ènatacosìquestalinea dìpolvere rossa, un '"silenzioso"pensiero,un '"vuoto"
che
nella tensione della lineaèmaterializzato dallalucee
daliasuanegazione,per mettere
ingiocoil
nuovo
spaziodinamicocon
l'esistente.Una
visione dell'universoda
Montevettolini".
I! titolo, Polvere rossa,
che
sa di frantumazione, alludea qualcosadiconcreto?
"'Nonsi
può
dimenticareche
po- chimesifa c'èstatauna
guerra,come non dobbiamo
dimentica- reche
alte soglie delduemilavisono
ancora
popoliche non
han-no una
loro terra. Polvere rossanon
èfrantumazione,ma
èdispe- razione.Tileggo
a
talpropositounpensieroche ho
annotatosu!progettodel- l'opera eche ne
faparte Inte- grante:Riflessidisperanza sfuma-no
nell'orizzonte,mentreindefiniti rumorimiaccarezzanoleguance.Ifantasmidelleterre
negate
vol-teggianotra le
onde
erboseche
ingenuesiinseguono.Un cuculorintoccaacutonelbo- sco,mentre ungridodirabbiaaf-
fondadentro.
Macchie
dìpapaverioscillanoqua e
làe
delbambinisalterellanosulle pietreancora
caldedi storia.Ascoltoilvuoto
che
attraversalas-sùl'anticaPorta delPidocchiodi- struttadal
tempo che
passa.Nell'ariac'è l'odore
amaro
diter- racalpestatada
uominiumiliatie picchiati.Una
lìnea, un pensieroche
penetri,con
ilsuovelodipol- vererossa, l'indifferentefoschiain cuiristagnano le nostre coscien- ze",Che
sensopuò
avere la collo- cazionediquest'operaallacavo
di
Monsummano (come
sipuò
vedere nelfotomontaggio realiz-zatoinoccasionedellamostra)?
"L'opera
non
attraversa solo metaforicamentelemura
delpa- lazzoduecentesco,ma
continua nellospazio, inquello dellecave.ed
èuna
proposta ai cittadini diMonsummano, un'opera che
interagisca sì
con
lo spazio del colle,inquanto
natadalle lineee dalle sensazioni dellazona,ma
sia sopratuttotestimonianza deldolo- re della genteche
continuaa
morireperla
mancanza
diliber- tà".Invecela Sinfonia Montevettolini, viene
spontaneo chiedere
a Maltagliati,da
cosaha
presofor-ma?
"Quilevocisono un
pò
ditutti,una
paroladiventala sinteside!dentroe
delfuori, delpienoe
del vuoto,della singolarità
comune
oltre la propria intimitàche sembra
di- sperdersi,come
losguardo,dopo
quelmurettoprimadell'orto.Scivolare,strisciare,ilbattere dei passisiingrandiscenell'antro del silenzio-vuoto.È
come
un'ecoinfi-nitainterrottasolo dallo scricchio- lio di
una
porta, anticipata dal tonfopieno diun chiavistello. Lavoce
privatadiventapubblicae
sifa diunrossore incerto,
come
ve- nissedal dentroalfuori,dailonta-no
alvicino,dalpassatoinunpre- sentesempre
lìdietrol'angolo,dì fronteallafacciata,dove
imatto-nitra lepietre
sembrano
estranei,come
pennellatedicolore,suoni fuoritempo,puntistaccatieripe- tuticome
sorretti nel vuoto dal muro-strada.Le linee
sembrano
scendere inbasso
dove
iferriantichisonoor-mai
unornamento
inutile,o
incli- narsilàdove
iltettoèunito alcielo.Isuonisonoquelli disempre, an-
che
se visti inmodo
diverso fracartelli di lamiera circolare e le pietre nere lassù in cima, ì tetti delle case
e
il verde deicampi
laggiùnellapianurainuna
tarda mattinaprimaverile".5
PER OL TRE IMMA GINA RE Anna
BrancoliniPolvere rossa
e
SinfoniaMonte
-
vettoliniche,
con
ìsuoiseimomen-
ti, avvolgeilvisitatore
con
un'in-consueta
simbiosi dìmusica ed
elementi pittorici, costituiscono
l'iniziodì
un
idealepercorso che, daidue
artisti,nella loroindividua-lità,
e
dalborgo medioevale
ap-parentemente
senzatempo,
in-tende
continuare,aldi là delsin-golo
e
dello spazioe
deitempo
contingenti,per diventarepercor- soditutti.
Dami e
Maltagliati,operando
inassolutalibertà,
ma
alla finepre-sentando
unlavoroche
colpisceper
lacomplementarietà
deisuoi elementi,hanno
carpitodalluogo suggestioni, echi, voci, lostormire delleerbee
delle foglie alvento,icolorivivacidi
una
naturaavvolta dai sole estivo, la pensositàe
l'essenzialità di spazi carichi di
tempo,
ifremitidiesperienzepas- satee
presenti.Ne sono
poinatedue opere
che,nellorospecifico, costituisconoentrambe
tuttaviauna
liberissima trascrizione diuna
naturarifiltratanellapropriainte- rioritàe
presacome
spunto peruna
riflessioneattenta susestessie
sul
mondo,
El'esperienza
è
stata così coinvol-gente
peridue
artisti(lopercepia-mo da
quellapienezzadicaloree
divitalità
che
ciavvolgequando
iniziamo
a
"vivere"laloroavventu- rain quellospazio così sobrio del restauratoex
palazzoComunale che
enfatizzasuonie
formeavvol- gendoli in un'atmosfera misura- tissimae
discretache
illorolavoroha
acquistato in profonditàed
incisivitàespressiva.
Dami, continuando
il discorso apertoun anno
facon
lamostra Nastro d'Arianna,presentaanco-
rauna
materializzazione: unastrut-Fotoinalto S.Maltagliati
Fotoalato
"SinfoniaMontevettolini-Allegro"di S.
Maltagliati
Visitatorisulballatoiodavantiadunparti- colaredi"Polvere rossa" di A,Dami
Un frammentodi"Polvere rossa"
Fotoinaltoapag,7
C.Marchetti, A.Brancolini,A.Dami,G. Calvetli (dasinistraadestra)
Fotoinbassoapag,7
Unasala dellamostrailgiornodell'inaugu- razione.
tura
a
figuraledicartapesta,dipin- taa
tempera,diun
rossocaldoe
brillante
e
sospesaall'infernodelledue
suggestivestanzeche
entra-no
instrettasimbiosicon
l'evento.Una
strutturache
vuoi presentarsicome
"conquistadellospazioda
parte della tradizionale materia pittorica"
e che non
vuol essere"scultura" in
quanto
rifiuta ogniaulicità,
ma
"un insieme di segniche
interagisconocon
la natura dello spazio delle stanze per oltreimmaginare".Avvertiamo ancora, alla base, il
consueto
rovello diDami:
la dialettica menzogna/verità, pie- no/vuoto,certo/incerto,che
poisi riassumeinquellasoffertatenden-za ad
indagare, in un'apparente prospettivaludica,ilperenne
gio-co
dell'apparenzae
della realtàche sfumano
inun consapevole e
criticorelativismo.
Rispetto
però
allematerializzazioni precedenti,inquestastruttura so- spesa tra cieloe
terra quasiad
enfatizzare le
profonde
implica- zioni dell'ambiguità, avvertiamouna maggiore
interiorizzazione - forseperl'assenzadelvìdeo?(che
sirisolve in
una maggiore
libertà intellettualeed emotiva per
ilfruitore)-per quel
cromatismo
di cuil'anticatecnicadellavelatura fapercepiretuttiibrividie
tuttele sfumature:sfumaturenon
dicolo- re,ma
di pensieroe
di vita. Di controaicromatismilucidiche
inNastro d'Arianna
esprimevano
ilmondo
dioggicon
lesuelamiere, lesueluciscintillanti,lesueplasti-che, c'é qui un'opposizione "ro-
mantica"
all'oggiche ben
silega poi allapolemica
contro ogni apriorismoe
categoricitàche
co-stituisce
uno
deinodifocalidelle materializzazioni.Anche
gliindubbi
riferimenti naturalistici-ilmorbido movimen-
to della superficie
che
riflette ladolcezza
delpaesaggio
circo- stante-assumono
piùincisivitàsiaó
perleloronote
polemiche a
favo- re diuna
naturaincontaminatae
piùa
misurad'uomo
sia per la disposizionenienteaffatto narrati-va o
descrittivache
sirisolveinuna maggiore
polisemia,Lostesso-
ma
ilrisultatoè
raggiun- to,come
dicevo,con
un lavoro del tuffoautonomo
-sìpuò
diredelle partiture di Maltagliati
che
carpisconoda
questa naturasuo-ni, bisbigli, voci, liparcellizzano,li
associano
a
colorì fondamentalitali
da evocare acqua,
vento,fuo- co, spazio e, direi,una
palpabile incomunicabilità, un'impossibilitàa
sentiree
sentirsiche sembra
av- volgerel'uomodioggi;ma
tutto questoperprocedere
poiinuna
lineaillimitatadialtreassociazioni
per
uninfinito "andareoltre".Andare
oltre o,in altritermini,an- dareal dilàdell'apparenzadelle cose.Non è
uncaso
pertantoche per
entrambiassuma
tanta impor- tanza, al di là delpieno (forma,suono o
colore), ilvuoto,ilsignifi-cativosilenzio. Ilsilenzio
è una
di-mensione
in cui ciascunopuò
recuperare sestesso, in piena li-bertà
ed
autonomia,perindagar-si
e
riflettere. Questo è, alla fine, l'invitodeidue
artistilecuiopere (anche
perilmaterialeusatoche
volutamente richiamaiitema
del-la fragilità)
non sono una mono-
litica
ed
intoccabile asserzionedi sé:invitanoad
esserevìssute,per- corse,completate,Da
questopunto
di vista,significa- tivo è il tagliodelle superfici - la non/forma,ilnon/suono
-e,inesso, lospecchio,ilmaterialeriflettente:undiscreto,sottilissimoinvitoalvisi-
tatore
non
soltantoad
indagare, sempre, su ciòche
sta oltre ilfenomenico,
ma anche
-ed è
im- portante-ad
entrare Inludo",a
farproprieleregole del gioco.
L'arte,
sembrano
dirciDami e
Maltagliati,