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B. PELLERANO GUIDA POMPEI. fatta sulle ultime innovazioni. Estratta dalla Guida di Napoli e Dintorni. stesso. dello. Prezzo 50 cent.

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(1)

B. PELLERANO

GUIDA

DI

POMPEI

fatta sulle ultime innovazioni

Estratta dalla Guida di Napoli e Dintorni

dello stesso

Prezzo 50 cent.

(2)
(3)

B. PELLERANO

GUIDA

DI

POMPEI

fatta sulle ultime innovazioni

Estrattà dalla Guida di Napoli e Dintorni

dello stesso

NAPO LI

L. C.

PELLERANO, Editore

20, Via Gennaro Serra,20

(4)

Tip. A. Trani.

JHE getty center

LIBRARY

(5)

POMPEI

Gitadellepiùinteressanti.LacittàdiPompeièaperta: dalleore 8, e si chiudein Gennaioe Febbraio alle16(4 pom.) inMarzo e Aprilealle 17(5 pom.) daMaggio aSettembre alle18(6pom.) in Ottobre alle 17 ed inNovembre e Decembre alle 16.

DaNapoli aPompei,inferrovia 52 m., laci.L.2,80,2aci.Lire 1,95, 3a ci. L. 1,30. Biglietto di andatae ritorno nellastessa gior- nata la ci. L. 4,35, 2 aci. L. 3,15, 3*ci. L. 2,00.

Lostesso biglietto èvalidoanchepel ritornodaVallediPompei.

Siccome nonvi sono chepoche partenzeal giorno ed in taluni mesi ad oraincomoda, si farà bene in talcasodi andare con la linea di Castellammaredi Stabiaprendendo ilbigliettoper Torre Annunziata-Centrale,dadovesiandràinvettura aPompeiin 15 m.

o apiedi in 25 m.,vettura aduecav. L. 1, ad 1 cav. 60a75 cent, convenirsi.

In vetturada Napoli aPompei circa 3ore; vettura a3cav. per l'interagiornata L. 20a 25, convenirsi, (Vedi pag. 5).

Delle buonevetture sipossono avere nel palazzoin Via Carlo Poerio 98e nelpalazzoCalabritto, vicino Piazza Vittoriaovvero all'ufficio Cook, Piazza deiMartiri, 52 ove sifannodelle gite :<

prezzi fissiperPompei e pel Vesuvio.

LaFerroviaCircumvesuviana,oraincostruzione,echeforse en- treràin esercizio fraun anno, condurrà anche aPompei; la sta- zione sarà a Porta Vesuvio, dalla parte superiore della città ;i1

latoopposto dell'entrata attuale. Coloro chesiavvarrannodique- sta ferrovia, volendo seguireil nostroitinerario entrati nellacitta per la porta suddetta dovranno raggiungere la Via di Stahia, percorrerla tutta ed alla fine diessaadr.troverannolaCaserma deiGladiatorichesiraggiungetraversandoilPiccolo Teatro donde comincia la nostra Descrizione (Vedi pag. 10).

Andandoinvetturasipuò anchevisitareErcolanoin circa1 ora (Vedi nostra Guida di Napoli e Dintorni).

L'ingresso a Pompei è diL. 2,50 a persona, oltreL,1 per l'in- gressoal Museoe Museo Prisco, L. 1 perlavisitadellaCasadei Vettie L. 0,50 perl'ingressoall'Anfiteatro; i ragazzi aldisotto dei 12anni paganolametà. Pervisitarequantoavvidipiùimpor- tante ed avere una idea dellerovinedi quest'interessantissim.i città, ci voglionoalmeno 5 ore.

IlGiovedì l'ingressoa Pompei è libero; manoi consigliamo il

visitatore, ondenon sciuparedeldanaro,dinonsceglieretal gioì

no perchè quasitutti imonumenti e le case descritte nel nostro itinerario sono chiusi alpubblico.

Onde visitare tutto ciò che noi abbiamonotato nel nostro iti lib- rario, raccomandiamo al visitatore di attenersistrettamenteal no- stropercorso ondenon smarrirsieperdere deltempo;coloro chelo volesseropotrebbero farsi accompagnare daunaguidaautorizzata (L. 2 a 3all'ora).

Visono anchedelle sedie portate a braccia da due persone, (portantine) L. 3 all'ora.

(6)

-

4

Desiderando ritrarredei disegni o fare degli studii, dirigersi alla Segreteria nelMuseo NazionalediNapoli, per ottenereilper- messo el'entrata gratuita.

A

TorreAnnunziata ed a Pompei, trovansidelleGuideautoriz- zate perandare alVesuvio, di cui la tariffa municipale è la se- guente. GuidaL. 5, cavallo L. 5, corde ebastoni L.2,algarzone che guarda il cavallo ai piedi del VesuvioL. 2, a colui che ac-

compagna sul cono, oltre il cicerone, L.2; totaleL.16.Unasedia a portantina per ascendere ediscendere dal cratere L. 25.Unoc- chialino alunga vista L. 1.

Negli Hotels Suisse eDiomede aPompei trovansi Guide e cavalliper andatae ritornoin ore 2J/2 sino ai piedi del cono {Atrio del Cavallo) persole L. 7, evettura per L. 10; più per ascendere al cratere (45 min.) tirato con corde da due persone L. 3 oltre la guida sul cono, lacui tariffa stabilita dalle autorità, varia secondoil numero dei visitatori.Totale dell'escursionecirca 4 ore(vedipag. 177). LaSocietàCooke C.PiazzadeiMartiri,52

e la dittaVickers eG., Via Vittoria 7 e #, fanno delle gite a prezzi fissi perPompei ed il Vesuvio.

L'Hotel 9uisse aPompeifa delle escursionial Vesuvio colca- vallo econla funicolare, tuttocompresoL. 12 (oltre latassa go- vernativaallaguida).

Alberghi a Pompei: Uscendo dalla Ferrovia viene subito di fronte l'eleganteGrand Hotel Suisse, tenutoda ItemeCappuc- cio con splendide sale da pranzo, caloriferi, luce elettrica e tutto il confortmoderno. Pensione daL.6a8, colazione L.2e 3,50 pranzoL. 3,50 e4,senza vino;economiaebuonservizio, vi èpure una bella sala divenditadi bronzievasiimitazionediPompei,co- ralli, fotografìe, ecc.

Pocopiù avanti trovasil'anticoHotelDiomede concolazioni e pranzi alle stesse condizioni del precedente. Albergo e Re- staurant del Sole,unpocopiù lontano anchea dr. a 15min.

dalla stazione, in mezzo a giardinetti, molto economico, pensioni aL. 4,50, pranzo a L. 3, frequentato dagli artististranieri.

Andando

in ferrovia, s'incontra dapprimaadr.

il grande edifizio dei Granili e passato sotto

un

piccolo ponte, viene a sin., la Città industriale di S. Giovanni a Teduccio con 19700ab. dai vasti e varii opificii meccanici e pastifìcii, cui fa seguito Portici, Città di 12700ab.; dopo altri 10 m., co- steggiando il mare, si passa a Torre del Greco, città di 42300 abitanti , costruita su antiche lave vesuviane , molto esposta ai tremuoti e varie volte distrutta dalle eruzioni,

ma

rico- struita sempre per la costanza dei suoi abitanti,

i qualiesercitano l'industria e lapesca delcorallo.

Vieneposcia a20m.di distanza TorreAnnunziata, con 28000 ab., città commerciale, con depositi di cereali e fabbriche di paste, fonderia in ferro,e

(7)

5

-

laR.Fonderiae fabbrica d'armi con grandee traf- ficato porto e conmagazzini generali.

La

ferrovia dopo 2 m« fa altra fermata alla stazione, detta di Torre Annunziata-C'entrale,la lineaa sin. con- duce in 1 ora 25 m. a Caserta, l'altra a dr. in 15 m. a Castellammare di Stabia, e continuando

dritto in 5 m. a Pompei.

Gita in Vettura.

Da

Piazza

S.Ferdinando

la vet- tura percorreràla ViaS. Carlo,laPiazza Munici- pio, le vie Piliero, della

Marina

e della Marinella, passandopelPontedella

Maddalena

con a dr. la statua di S.

Gennaro

in atto di arrestare le lave vesuviane, e per davanti il grande edifizio dei Granili, costruito sotto Ferdinando I, per depo- sito di grano, oggi trasformatoin caserma; oltre- passa labarriera, il ponte della ferrovia delleCa- labrie, dopo il quale per la piccola città indu- striale di S. Giovanni a Teduccio, traversa la bella e lunga stradadi Portici, dalle elegantica- sine e bei giardini con deliziosi viali; luogopre- diletto di villeggiatura dei napoletani, e passati per disotto il già Palazzo Reale di Portici, ac- quistato dalla Provincia di Napoli; in parte ora occupatodalla R. Scuola SuperiorediAgricoltura, esce dallato opposto nella grande Strada di Re- sina, e dopo 5 m. si passa per davanti l'ingresso agli Scavidi Krcolano (Vedi nostra Guida di Na- poli e Dintorni) , a dr., e poco dopo sulla sini- stra vedesi

una

grande ed erta via che conduce a Pugliano; è da qui che prende la Ferrovia elettrica che conduce al Vesuvio, recentemente costruita dalla Società

Cook

e C. (per ogni det- taglio e descrizione vedi la nostra suddetta Gui- da)

ma

proseguendo sempre la nostra escur- sione, la vettura attraverserà lagrande e bella strada che conduce a Torre del Greco, passando per davanti la Favorita, ex Villa Reale, ora pro- prietà privata.

Lungo

questo tratto di strada, chiamato il miglio incantato, veggonsi delle belle ville private e varii alberghi, molto frequentati dai forestieri e dall'aristocrazia napoletana.

La

(8)

6

vettura attraverserà la città di Torre del Greco, e percorrerà la lunga e pittoresca strada che conduce a Torre Annunziata, che attraverseràe dopo 15 m. si fermerà davanti il

Grand Hotel

Suisse a Pompei, impiegando in tuttoil percorso circa 3 ore.

Storia.

Pompei, magnifica città della

Campa-

nia, contava da 25 a30000 abitanti, eracostruita alle faidemeridionali delVesuvio, su antiche sco- rie di lava, estendendosi su d'un promontorio ba- gnatodai due lati dal

mare

e propriamentepresso lo sbocco del fiume Sarno.

La

fondazione di questa città si attribuisce al popolo italico, e si fa risalire al

VI

0 s. avanti l'Era cristiana. I sanniti 1'occuparono 424 anni avanti G. C. e vi restarono tre secoli; furono essi che trasformarono le vecchie casedei

Campani

in abitazioni decenti e sontuose di stile dorico, la- stricarono le strade, eressero grandi e magnifici

monumenti

pubblici. Fini per divenire

una

co- lonia

romana

sotto la dittatura di Siila , che la

punì per essersi unita ai seguaci di Caio Mario.

I romani ne fecero

un

luogo di delizie: Cice- rone vi possedeva

una

bella villa, ove scrisse i

suoi uffizii. Seneca vi passò la sua gioventù e Fedra vi si garenti contro Tiberio e Sejano. Ta-

cito racconta che nell'anno 59 durante i giuochi dei gladiatori,

avvenne una

rissa fra Pompeiani e Nocerini, in cui molti di questi ultimi furono uccisi; ne fu sporto ricorso a Nerone, che deferi l'affare al Senato, il quale proibì per 10 annitali

pubblici spettacoli a Pompei.

Strabone pretende essere stata

Pompei

primie- ramente occupata dagli Oschi, posciadai Tirreni, e finalmente dai Sanniti, che finirono per essere scacciati dai Romani. Dice del pari, che ai suoi tempi

Pompei

serviva di stazione navale al com- mercio di Nola, Nocera ed Acerra, per

mezzo

del canale del Sarno.

Nell'anno 63

Pompei

fuin parte distrutta da

un

tremuoto e

Nerone

che si trovava sulle scene a

(9)

7

Napoli non volle abbandonarle, prima di aver terminato la sua aria prediletta. Gli abitanti spa- ventati abbandonarono lacittà, facendoviritorno

man mano,

ed aveva ripreso il suo antico splen- dore, allorché il 23 agosto 79 scoppiò la spaven- tevole eruzione Vesuviana, che per tre giorni eruttò torrenti di materie infiammabili, lapillo, acqua bollente ecenere. Itetti delle case essendo in legno furono incendiati o sepolti dalle mate- rie accumulatesi. Gli avanzi dilegno bruciato ed

i vetri rotti rinvenuti, attestano che le materie infiammabili, gettate dal vulcano, giunsero a

Pom-

pei prima della pioggia, che l'inondò ed allorché era già stata coverta dal lapillo e dalla cenere.

Non

si sono rinvenuti dopo si terribile disastro che pochi scheletri, giacché gli abitanti ebbero tempo

non

solo di fuggire,

ma

vi ritornarono poco dopo, per scavarele loro abitazioni, coverte dai diversi strati, ritirandone gli oggetti preziosi ed i tesori, giacché il suolo

non

aveva ancoraac- quistato l'attuale spessore, che è dioltre 4 metri.

Poscia i Pompeiani costruirono

un

villaggio a poca distanza, che chiamarono Pompeia,e che fu alla sua volta sepolto,probabilmente dall'eruzione

del 472.

Narra Plinio il giovane, in

una

lettera diretta a Tacito, che suo zio, trovandosi a Miseno a co- mandarvi la flotta, scorse

una

gran nuvola di for-

ma non

ordinaria che fini col riconoscere essere

una

densa fumeta del Vesuvio, che s'innalzavain forma di pino, diramantesi nell'atmosfera.Questo spettacolo straordinario eccitò la curiosità del dotto naturalista, che volle andare ad osservarlo da vicino; percui fece salpare la flottiglia e si di- resse verso Eetina {Resina) e le città vicine, re-

cando soccorso ai fuggenti spaventati dall'orri- bile catastrofe.

La

pioggia d'acqua calda, di ce- nere, di lapillo e di materieinfiammabili, fini col

rendere inaccessibile il littorale; allora Plinio, sfi-

dando i pericoli, ordinò di approdare alla Villa di

Pomponiano

a Stabia, e lo trovò sul punto di

(10)

8

abbandonare la casa, avendo già messo al sicuro ciò che possedeva di più interessante,

ma

Plinio

10 persuase a restare ;

1'eruzione ed i tremuoti diventando sempre più spaventevoli, ed il cielo covrendosi di foltissimafumeta, si decisero diab- bandonare la casa, e per ripararsi dallapioggia e dalle altre materie si legarono sulla testa dei guanciali e si diressero verso la spiaggia, ove essendo impossibile l'imbarco, pensarono bene di adagiarsi per terra,

ma

le fiamme ed il puzzo dello zolfo, che aveano fatto fuggire gli altri, li

obbligò a mettersi in salvo; e nel mentre cerca- vano di allontanarsi rimasero vittime delle mefi- tiche esalazioni dello zolfo che li soffocò.

Dopo

pochi giorni si trovò il cadavere di Plinio tal-

mente

intattochelosisarebbedettoaddormentato.

Gli scavi di

Pompei

cominciarono il Aprile 1748 sotto Carlo III, allorché dei contadini, col- tivando il suolo rinvennero varii oggetti d'arte.

Cosa strana che

non

sene sieno avvedutidal 1584 al 1600,

quando

il conte Sarno,Muzio Tuttavilla, incaricò 1'abile architetto

Domenico Fontana

di scavare

un

canale sotterraneo per condurre le

acque del Sarno a Torre Annunziata , passando presso TAnfiteatro , attraversando la città tra

11 Foro e il

Tempio

d'Iside. Sotto la denomina- zione francesegli scavi furonofatti con maggiore alacrità, in seguito furono diverse volte abban- donati e ripresi. Dal 1863, sotto la direzione del dotto senatore Fioretti, che restò in queirufficio fino al 1895 , proseguono regolarmente , facendo trasportare le pareti coi migliori affreschi al

Mu-

seo di Napoli, per guarentirli dalle intemperie.

Seguendo un metodo

speciale con molto accorgi- mento, si è ottenuto di poter riprodurre i cada- veri che giacevano sotto la cenere e il lapillo ,

gettandoli in gesso,

come

osservansi nel piccolo

Museo

impiantato quivi dal Fiorelli; ciò ha pro- curato di constatare i differenti

modi come

peri- rono i Pompeiani, alcuni rimanendo schiacciati nelle case, altri soffocati nelle strade dalle esa-

(11)

lazioni mefitiche, in

una

posizione tale da crederli addormentati ed altri sepolti dal lapillo, che con

le acque che invadevano da per ogni parte lea- bitazioni e le uscite, ne impedivano la fuga.

Mura.

Furono

scovertenel 1814.

Pompei

era di- fesa da doppia cinta di

mura

di 8 a 10 metri di altezza. Di tratto in tratto vi sono degli avanzi diTorri.

Non

si sono trovatemuraglie dallaparte del mare.

Le Porte

sono totalmente dirute, ec- cetto quelle d'Ercolano, di Nola e della Marina.

Strade.

La

maggior parte sono dritte e stret- tissime, non.vi poteva circolare che

un

sol car- ro, si vedono ancora i solchi delle ruote, sono lastricate di lava,

come

la via Appia, hanno ai lati degli alti marciapiedi. Delle pietre piazzate in

mezzo

alle strade permettevano di passare da

un

marciapiede all'altro in tempo di pioggia.

Delle fontane pubbliche esistevano nelle strade principali.

Case. L'architettura di

Pompei

negli edifizii pubblici è

una

cattiva imitazione dell'architet- tura greca.

Le

abitazioni private avevano due

solipiani eccettuataqualcheduna che neavea tre.

Queste case quasi tutte costruite d'un

medesimo

tipo, sono notevoli per lapiccolezza delle camere e per le ricche decorazioni; ladiversità della loro costruzione rispetto alle nostre abitazioni d'oggi- giorno, ci mostra la diversità delle nostre abitu- dini da quelle degli antichi.

La

vita si passava fuori di casa, nel Foro, sotto i porticati, nelle pa- lestre, nelle Basiliche e nei bagni.

La

disposizione delle case di Pompei, in gene-

rale, consiste di due cortili interni, circondati da portici e daappartamenti; l'uno detto atrium, con nel

mezzo un

bacino (impluvium) ove scorrevano

le acque piovane, destinato a ricevere iforestieri;

Taltro il peristylium, con nel

mezzo un

giardi- netto, serviva per lavitaprivatae domestica. In- torno all'atrium erano disposte delle camere da

letto (cubiculo), ed in fondo la sala d'udienza (tablinum). Intorno al peristylium vi erano gli

(12)

10

appartamenti interni e la sala da pranzo (tricli-

nium), cosi detta pei tre letti posti intorno alla tavola sui quali si adagiavanoi convitatiallorché mangiavano, ed in fondo vi era un'elegante sala (oecus) ove stavano le donne. Vi erano anche le sale di trattenimento, la biblioteca, la pinacoteca,

il lararium o cappella dei Penati (Idoli) e la sala da bagno.

Le

case,

come

pure quelle dei ricchi proprie- tarii erano quasi tutte circondate da botteghe, nelle quali questi facevano vendere le loro der- rate.

Le

più piccole botteghe, nonché le case e- rano decorate dibei mosaici e da dipinti,che oggi

si cerca garentire dall'aria e dalla pioggia.

Dopo questi schiarimenti passeremo a visitare la città entrando pelnuovo viale che trovasi alle spalle dell' Hotel Suisseeche conduce alnuovo ingresso.

Col nostro itinerario si è sicuri di visitare tutto ciò che vi è d'importante in

Pompei

;

ma

siccome quasi tutti i principali

monumenti

sono chiusi da cancelli e bisogna andare in cerca del custode per farseli aprire, il visitatorepotrebbe prendere una guida autorizzata, (L. 2 a 3 all'o- ra)la quale spesso segue un' altro itinerario,

ma

si può anchefarloro seguire il nostro, onde per- dere

meno

tempo.

Entrando in città pel nuovo ingressoilvisitatoresitrova nella

Caserma

dei Gladiatori [1766-96(1)].(Ludogla- diatorio). Cosidettaperleiscrizionitrovatevirife- rentesi alla vita dei gladiatori, alle loro lotte e vittorie.

Grande

area circondata da portici con 64 colonne, ov' erano molte celle. L'edifizio for-

mava

due piani. Entrando a dr. eravi il carcere ove furono trovati gli scheletri di

due

uomini messi ai ceppi. In questo edifizio sono stati sco- verti 63 scheletri umani.

Siprosegua dritto e salendo 3 gradini, a dr.,si passerà avisi- tareil

(1)Epoca incuivenne scoverto, e così sarà indicatopergli al- tri monumenti.

(13)

11

Piccolo Teatro, coperto (1769-93). Costruito alla stessa epoca dell'anfiteatro, per ordine dei

duum-

viri (magistrati) C. Quintius C. F. ValCt. M. Por- CIUS, M. F. DUO. VIR. DECR.

THEATRUM TECTUM

fac locar eidemq. prob., epigrafe che si legge sullaportad'uscita(N. 19)dallato della Viadi Sta- bia,per questa portasipassavanell'orchestra,ilcui pavimento era di

marmo

colorato ed era stato fatto a spese di M. Oculatius M. F.

Verus

II vir prò ludls,

come

V indicava questa iscrizione po- sta sul detto pavimento, e cheessendo scomparsa vi si è supplita, per effetto di cattiva intcrpetra- zione, quella di Holconius, che ora vi si legge.

Questo teatro meglioconservato delgrande potea contenere 1500 spettatori. Alle due estremitàdel

muro

del corridoio coverto {praecinctio), per cui si penetrava nei diversi posti, si vedono due fi-

gure in ginocchio (cariatidi), che servivano da colonne di sostegno.

Visitato questo Teatro, perlaporta di fronte all'ingresso, si

passinella Via di Stabia, ove adr. scorgesila Porta di Stabia;

ma sivoltia sin. esalendo per questa via a sin. trovasi il

25.

Tempio

di Giove Meilichios (1766-68). Poco interessante, con al centro un'altare in

marmo.

Segue a destra la

5.Casadel Citaristao di Popidio Secondo(1853).

Dopo

Vatrio segue grazioso giardino circondato da 18 colonne con vasca in

marmo

sul davanti.

Dei bei dipinti ornavano la casa; i più pregiati sono stati trasportati al

Museo

di Napoli. Qui si è trovata la statua d'Apollo Citereo.

Uscendo da questa casa prendere(piasidifrontela Via Secunda (Keg. Vili, i?i8. Vili) ove a sinistra si visiteràil

28.

Tempio

d'Iside (1765).Distrutto l'anno 63 dal tremuoto, fu ricostruito ed ampliato da N. Popi- dio, a spese di suo figlio Celsino di Baimi,

come

ce lo dice l'epigrafe sopra l'entrata. L'area è cir-

condata da

un

porticato, fra le colonnedel quale vi erano varii santuarii pei sacrificii, di cui gli avanzi delle offerte bruciate si trovarono nel fosso chesi vede nel

mezzo

eche serve oggidispiraglio

(14)

12

al passaggio delle acque del Sarno. Nel piccolo santuario a sin., detto purgatoriam, le cui

mura

esterne erano decoratedabei bassorilievi instucco con Venere, Marte, Mercurio, una Ninfa ed

Amo-

rini, vi si facevano le abluzioni ;

una

scaletta di fianco conduceva in

un

sotterraneo ove sembra

si ispezionassero dai sacerdoti le viscere deglia- nimali immolati per la divinazione.

Su

di alto ba- samento in fondo al tempio, era situatala statua d'Iside, con la testa, le

mani

ed i piedi in mar- mo, il corpo di legno e le vesti di stoffa. Sotto al basamento stavano serbate le cose sacre e gli

addobbamenti del simulacro, dietro vi era

una

piccola cella ove, per

una

scaletta segreta, i sa- cerdoti s'introducevano dietro la statua d'Iside, per farle pronunziare gli oracoli, nel

momento

che il popolo assisteva alle cerimonie religiose.

Le

camere a sin. servivano di dimora ai sacerdoti.

In questo tempio si rinvennero diversi cadaveri e delle vivande. Alle spalle dellabase del

monu- mento

d'Iside vi sono le riproduzioni in gesso delle statue di Venere, Bacco ed Iside che qui furono trovate ed ora trasportate al

Museo

di Napoli.

Usciti dalTempro, in fondo alvicoletto adr.,di lato al Tem-

pio, siandrà avisitare il

Grande

Teatro. Costruito ai tempi

d'Augusto,

dall'architetto

Marco

Artorio Primo, a spese dei fratelliOlconii,

Marco Rufo

e M. Celere,le dicui statue doveano trovarsi dietro la scena sul palco- scenico ed i di cui

nomi

si leggonoin diverse e- pigrafi. Tutto l'edifìzio conteneva5000spettatori.

Il popolo entrava dalla parte del foro triangolare e scendeva nel teatro a traverso corridoi per sei scalinate. L'interno misura 68 m. di diametro,a-

vea tre ordini di posti (ima,

media

et

summa

ca- vea)-, il primo di 4 file di gradini, era occupato dai personaggi distinti; il secondo di 20 ed il

terzo di 4, dai plebei Un'altra entrata separata conduceva alla galleria delle donne,che si vuole vi assistevano dietro

una

gratadiferro, senzaes-

(15)

13

ser vedute. Dietro l'orchestra vi era il palcosce- nico lungo e stretto, un'apertura che si vede sul davanti dello stesso serviva pel sipario. Il

muro

in fondo avea tre porte, ed era decorato da sta-

tue e colonne; dietro questo

muro

vi era il pro- scenio ove si vestivano gli attori. In alto sul

muro

di cinta si

veggono

ancora i pezzi di pietra de- stinati a sostenere i pali ai quali si attaccava il

velarium, grande tenda destinata a riparare gli spettatori dal sole. Dietro il teatro viera

un

ser- batoio d'acqua, che si adoperava in formadileg- giera pioggia artificiale, per rinfrescare glispet- tatori durante il caldo.

Data un'occhiata a questo vasto edificio si vadadi fronte, al latoopposto ove siamo entrati e perunaporta adr.,sottolavolta di un corridoio, si passerà nel

Foro Triangolare (così detto perlasua forma).

Edificato al tempo dei Sanniti, nella parte più elevata della collina; formava

una

grande piazza (area) circondata ai tre lati da

un

porticato con 100 colonne d'ordine dorico, destinato a riparare gli spettatori che da qui entravanoai teatri, che sono a sin. 1'

uno

di seguito all'altro ;

come

si è

già visto. Dal lato dell'entrata vi erala statua di Claudio Marcello, patrono e protettore dei

Pom-

peiani, di cui si vedeancora ilpiedistallo con l'e-

pigrafe: M. Claudio C. F.

Marcello

Patrono.

A

sin., all'estremità delForo, viera il

31.Tempio Grecoo d'Ercole odi Nettuno;uno dei

monumenti

più antichi d'Italia;si vuole innalzato nel VI° s. avanti l'Era cristiana, teneva innanzi a tre are per serbarvi le ceneri delle vittime immolate; non ne resta oggi che labase, da dove

si gode di

una

veduta sul mare. Lì presso eravi

un

bidental (N.° 32), o tempietto, con 8 colonne doriche, consacrato agli auguri ed

un

puteale nel mezzo,chesolevasiinnalzarenel sito colpito dalla folgore e veniva così chiamato, poiché era d'uso sacrificarvi

una

pecora di due anni, ritenendosi

(16)

il sito

come

cosa sacra, che

rammentava

alpopolo doversi riconciliare con la divinità irritata.

Dall'opposto lato del tempio eravi

un

sedile, in forma di emiciclo con orologio solare.

Visitato il Tempio Greco si ritornerà nelForoTriangolare, ove un cancello a dr. immette nella

29. Curia Istacao PorticodiVibioVinicio(1769), si crede servisse per pubbliche riunioni. Consiste in un'area circondata ai tre lati da portici con colonne, nel primo una colonna che serviva di fontana avea di fronte

una

tribuna.

Si ritorninel Forotriangolare e voltando a dr. si uscirà sulla Via Secunda (Beg. Vili,insIY), prendere di fronte la Via dei Teatri,(Via Sexta,lieg. Vili,ins TI)eseguitarefino alquadrivio, detto dell'Abbondanza, ivi voltare adr. per la Via Decumanus Minor {Reg. Vili,ins I) e siandrà a visitare a dr. la

4. Casa di

Marco

Olconio(1855). Merita diesser visitata pel peristilio con 14 colonne con

un

ac- quario ed

una

fontana in

marmo,

conteneva di- versi affreschi, ora

appena

visibili.

Xell'uscire sipasserà dirimpetto avisitare le

8.

Terme

di Stabia(1858-61). L' originediquesto stabilimento pubblico di bagni, rimonta aiSanni-

ti, fu in seguito ingrandito dai duumviri Caio Vulio e Publio Aninio, sotto Cesare ed

Augusto

ed interamentemodificato edecorato con eleganza dopo il tremuoto.

Avea

bagni per

ambo

i sessi, quelli per gli uomini cominciavano dal grande

cortile circondato ai tre lati da portici con co- lonne doriche e riccamente decorati, ove si eser- citavano alla palestra, ed illatosenza porticiera destinato al giuoco della palla.

A

sin. per dei gradini si passava al

bagno

dinatazionecon va- sca in

marmo

e banchi per sedere, e nelle sale pei vestiti e per la toeletta.

A

dr. del vestibolo vi era la sala dei bagnifreddi (frigidarium) con quattro nicchie e dei banchi asedere; dirimpetto passando sotto

un

arco e scendendo

un

gradino

si entrava in altra sala del vestiario (apodyte- riumy, divisa in tre scompartimenti, con la volta decorata da bassorilievi in stucco

come

lo erano

(17)

15

tutte le altre stanze. Un'altra porta a sin. con- duceva al baglio a vapore (tepidarium), a tra- verso i cui muri vi passava il calorico,

come

si osserva nei medesimi e nel diruto pavimento. I

bagni e le sale per le donne erano in fondo al peristilio a dr. Usciti dalle sale per le donne si

seguita a dr. e salendo 2gradini si andrà a visi- tare delle piccole stanzette con delle vasche, che fanno supporre essere questa parte delle terme adibita a bagni pei privati.

Usciti dalle Terme coloro che volessero andarediquiavisitare l'Anfiteatro prendano a sin. laviaDecumana* Minor(Jteg.IX,

in». I)che viene alle spalle della statua di Malconio Rufo ese- guitaresempre dritto fino in fondo, ove veggonsidelle rampe a scaloni l'ormate da avanzi di mattoni e che conducono aduncan- cellodi l'erro, chiuso. Bussare per farsi aprire dal custode; da questopunto godesi di un bel panorama dellacittà: perunviot- tolo in mezzoalla campagna in circa 15 min. si andrà all'Anfi- teatro (vedi a pag.'.iS). Visitato questo vastomonumentooccorre ritornarepelcamminogià fatto fino alle TennediStabiae segui- ta rè il nostro itinerario.

Inverità noi consigliamo diandare all'Anfiteatro dopovisitata la città, pernon perdere tempo ed ancheperché questo viottolo indicatononètroppocomodoperle signore.

Nonandando all'Anfiteatro, nell'uschedalleTenne di Stabiasi

passidirimpettonella

9. Casa dei Mescini(poco interessante .Un lungo vestibolo precede l'atrio con vasca (impluvio ; si

crede che questa casa servisse per lavarvi labian- cheria delle terme.

Segue subito a dr.

15. Casa diCornelioRufo 1861 . Nell'atrio bello impluvio in

marmo

circondato da mosaici; busto di C. Cornelio Rufo, donde il

nome

della casa, e

due

stupendi piedi di tavola in

marmo.

Nell'uscire a dr. si vede la statua in marmodi MalconioKufo {riproduzione); ma si ritorni asin. alquadrivioove adr.siprenda la Via Undecima (Beg. TU, insXIV) e si andrà a visitare a dr. la

47. Casa diSirico (1861),destinataalcommercio, secondo l'epigrafe che si legge nel pavimento,

all'estremità del vestibolo :

Salve

Lucru. Qual- che mosaico edipinto. Giardini con portici e con

al centro tavole di

marmo.

Fa seguito a sin. il

(18)

18. Lupanaro. casa di prostituzione, (chiusa il

giovedì, vietato l'ingresso alle donne), che, con molto

buon

senso,erastataconfinata in una strada così angusta e recondita.

É

una cameretta con piccoli affreschiperfettamente conservati, rappre- sentanti soggetti, che ci additano la licenza di quei tempi.

Uscendo immediatamentea sin.

17. Fabbrica di Sapone, poco interessante, vi

si osserva solo

una

riproduzione in bronzo di

un

Narciso.

Seguitare ed alla fine voltare a sin. per la Via Secunda {Reg, VII. in» XII) ove a di-, si visiterà la

44-45. Casa dell'Orso o della Fontana (1868).

Graziosa casa con sull'entrata principale (chiusa)

un

mosaico rappresentante

un

orsoferito. In

una

stanza a destra dell'atrio, vi erano i dipinti: Da- nae seduta in riva al

mare

che stringe al petto

il piccolo Perseo, di fronte : Narciso sdraiato su d'un sasso,ora quasi cancellati. In fondo nel giar- dino, bellissima fontana in mosaico e rivestita di conchiglie, rappresentante: Nettuno in piedi,Ve- nere sdraiata nella conchiglia,

un

Amorino, ecc.

Uscendo prendere a sin.per la Via Secunda{Reg. VII, insI) ove a dr. trovasi

36. Forno di Modesto (1862). In fondoa destra

un

forno molto benconservatoed a sin. delle ma- cine.

Uscire da questacasa,voltare a dr. eprenderea sin.perla Via Cardo (Reg. IX, ins III) ove a dr. si passerà avisitare la

5. Casa di

Marco

Lucrezio(1847).

Una

delle più importanti della città per le sue decorazioni, le

sue pitture e le statue in

marmo

di cui gran parte è stata trasportata al

Museo

di Napoli.

Entrando nelTatrio vi era a dr. il tempietto de- stinato alle divinità (lararium).

Su

d'un pilastro del porticato del giardino, abbellito da grazio- sa fontana con statuette, si trovò scolpito il la-

berinto coli"indicazione Labyrixthis

me

habitat.

Nel triclinio di lato al giardino a dr. grandioso di- pinto, ora molto deteriorato: Il trionfo di Bacco,

(19)

17

rappresentato da

un

trofeo di armi tenuto da

una

Baccante, e corteggiato da

un

Satiro edalla Vit- toria. Altro dipinto fu in questa casa rinvenuto, rappresentante

una

lettera chiusa e suggellata coli'indirizzo a Marco Lucrezio.

Seguitare a dr. e, dopo un poco, adr. si osserveranno le 5.

Terme

Centrali, grandioso edilizio per bagni pubblici e che era ancorain costruzione all'epoca della grande eruzione.

Seguitare evoltareadr. perla Via di Xola (Reg. IX,ins IV, DecumanusMaior) e sipassi dopo una viaavisitareadr. la

2.

Grande

Casa, con dei belliaffreschi in una stanza in fondo a sin.

Segue immediatamente

6. Casa, ove meritano essere osservati dei belli affreschi e pavimenti.

Semprein continuazione.

11.

Grande

Casa, che non ha ancor ricevuto al-

cun nome;

una

fra le belle, dei nuovi scavi.

Segue dopo una via la

6. Casadel Centenario odelFannoebbro(1879), molto ben conservata, efrale piùbelle,congran- dioso atriocircondato da 22 colonne intatte, e con nel

mezzo una

fontana in

marmo,

su cui fu rin-

venuta la statua in bronzo di

un Fauno

ebbro, in fondo, dopo il peristilio: fontana con acquario ed affreschi. In stanzette asin.bellissimi affreschi e decorazioni; in due stanze a dr.; Oreste e Pi- lade, nei mezzo: Ermafrodito, asin. Teseo ed altri pregiati dipinti.

Uscendo voltare adr. edalla fine della via, asin.sivisiteràla 3. Casa dei Gladiatori (1898-99), a due piani, con

un

peristilio con 24 colonne e tutto intorno al giardinetto degli affreschi, molto ben conser- vati, rappresentanti delle cacete. In

una

stanzetta in fondo a dr., col pavimento di mosaico e chiusa con

un

cancello, veggonsi degli affreschi molto ben conservati.

Coloroche volesserovisitareuna nuovae bella casa non ancora finita discavare possonorivolgersi alcustode che facilmente vela

Guida di Pompei 2

(20)

faràvedere,qui vicinodopoilcancello di ferro,abitualmentechiuso, a dr. vi si ammiranoquattro grandi colonne conbellicapitelli,una statuetta edunavascainmarmo edallemuradeilavori inbronzo.

Chinonvuol perdere tempo,uscendodalla CasadeiGladiatori, ora visitata,prenderea dr. eperlasecondavia a dr.(Reg.T, insIII)

siandràa visitare a dr.la

Casa di Lucrezio Frontone (1899-930) con al

centro

un

tavolo di

marmo;

le pareti sono molto

ben

conservate e meritano di ammirazionegli af- freschi: le

Nozze

diErcole a dr. e Marte e Venere a sin. e, nel peristilio in seguito, degli affreschi rappresentanti degli animali. Sopra

una

parete bianca a dr. scorgesi

un

graffito daiquale prende

il

nome

la casa. In

una

stanzetta adr., dalle pa- retigialle,siosservanovariipiccoli affreschimolto

ben

conservati, fra i quali : Narciso che si mira nell'acqua.

Ritornaree voltare a dr. perla ViaDecumanusAlaior (Reg. T, ins III) e sivisiterà a dr.una

4. Casa, dalle pareti rosse, molto

ben

conser- vata, ivi ammirasi una

camera

quasitutta coverta con l'antica volta, conservando ancoragli stucchi e le decorazioni di quel tempo e che

sembrano

dipinte da poco. In diverse stanzette si

ammirano

anche dei piccoli affreschi, molto

ben

conservati.

Uscendo voltare adr. e seguitando, dopo diverse case, sipas- serà a dr. a visitare gli

1. Scavi della Regina Margherita (1889), cosi chiamati perchè fatti in sua presenza. In fondo a dr. Camera, chiusa con porta a vetri e conpa- vimento a mosaico, ben conservata edadorna di belle decorazioni.

Seguea dr., dopo una via la

7. Casadel Piccolo Toro, dalla statua inbronzo del piccolo toro ivi trovata ; e di cuivedesi

una

riproduzione; in fondo 3piccole fontane con mo-

saici.

Uscendovoltare a dr. eper lavia a dr. (Reg. T, insI, Cardo) si passi a visitare a sin.la

20. Casa di Orfeo o di Tesonio

Primo

(1873).

Una

dellepiù

ben

conservate, sull'entrata di que- sta casa fu trovato lo scheletro di

un

cane, che

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