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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Perù 2014

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Perù 2014 SCHEDA PERU’ - FOCSIV

Volontari richiesti : N 3

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: AREQUIPA INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo, al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potuti essere, sono o sono stati fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti così intesi e volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, Volontari nel mondo FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha presentato nel febbraio del 2007 all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico…) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti, attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo. I conflitti infatti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, dove i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati e dove alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere una ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; e che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione e di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

PERU’

La storia politica peruviana è stata attraversata da alterne vicende di domini dittatoriali che hanno provocato ingenti danni economici e sociali, inibendo lo sviluppo del Paese. Dopo una lunga dittatura militare, negli anni ’80 il Perù ristabilì un regime democratico che fu costantemente minacciato dalla campagna terroristica del gruppo maoista Sendero Luminoso. A fronte di questa situazione, venne eletto nei primi anni ’90 Alberto Fujimori, che con un auto-golpe nel 1992 sospese la Costituzione e sciolse Congresso e Corte Suprema, determinando così l’inizio di una nuova era dittatoriale. Fujimori fu alla guida del Paese fino al 2001, violando la Costituzione da egli stesso promulgata nel 1993 e commettendo numerose violazioni dei diritti umani e civili. Fu costretto alle dimissioni e alla fuga a seguito di un grave scandalo di traffici illeciti e di connivenza con i paramilitari che aveva coinvolto il suo braccio destro e che comportò l’emissione di un mandato di cattura nei confronti dello stesso Fujimori. Alla guida del Paese fu eletto nel 2002 Alejandro Toledo, oppositore di Fujimoiri nonché primo indio a governare il Perù. Nonostante gli sforzi del nuovo Presidente, la sua determinazione a combattere la corruzione politica e la buone performance economiche, il suo Governo non ha portato i benefici sperati e la sua amministrazione ha quindi suscitato scontento tra la popolazione.

Nelle elezioni presidenziali di giugno 2006 il Perù ha eletto il socialdemocratico Alan Garcia Perez, che già aveva ricoperto la carica di Presidente tra il 1985 e il 1990, determinando così al ballottaggio la sconfitta del nazionalista Ollanta Humala Tasso. Nel 2011 l’ultima tornata elettorale, però, ha visto trionfare proprio Ollanta Humala, il quale nel discorso di insediamento ha dichiarato le linee programmatiche del suo Governo: riduzione della povertà e dell’esclusione sociale.

Secondo l’ultimo rapporto UNDP (2013), il Perù ha un indice di sviluppo umano pari a 0,741 che lo colloca al 77° posto su scala mondiale. Dal punto di vista economico il Paese è in crescita, ma rimane fortemente dipendente dalle esportazioni di prodotti dell’industria estrattiva, le cui attività suscitano spesso le proteste delle comunità indigene e sono fonte di scontro politico. Oltre a ciò, la dipendenza dalla fluttuazione dei prezzi di mercato delle materie prime comporta per il Perù una costante minaccia di instabilità economica e la corruzione, che da sempre affligge i governi peruviani, ha impedito la creazione di una classe politica dirigente in grado di saper lanciare la nazione e contrastare le profonde differenze socioeconomiche che la caratterizzano (l’indice di Gini è di 48,1).

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Il tasso di alfabetizzazione nel paese è del 89,6%, grazie soprattutto ad un sistema scolastico obbligatorio suddiviso in tre livelli. Il tasso di frequenza scolastica è abbastanza alto, anche se sono presenti importanti differenze tra le zone urbane e quelle rurali. I minori inoltre risultano poco tutelati anche all’interno dell’ambito familiare, in cui sono diffuse violenze e maltrattamenti soprattutto nei contesti sociali più poveri e il 33,5% dei bambini tra i 5 e i 14 anni è impegnato in attività lavorative. Come si evince dall’ultimo rapporto annuale di Amnesty International, diffusa è anche la violenza di genere e la mancanza di tutela dei diritti riproduttivi e sessuali delle donne peruviane. Nel 2011 il pubblico ministero ha riaperto il caso sulla sterilizzazione forzata di oltre 200.000 donne durante la presidenza di Alberto Fujimori, portando alla luce la pratica così diffusa. Anche le popolazioni indigene sono soggette a continue violazioni dei loro diritti, in particolar modo per quanto riguarda il diritto alla proprietà della terra, che possiede per le popolazioni autoctone non solo un valore economico, ma soprattutto simbolico e rituale.

Dal punto di vista sanitario si registrano fortissime disparità tra le strutture ospedaliere pubbliche (compreso il pronto soccorso), che sono generalmente carenti sia per personale specializzato che per mancanza di attrezzature moderne efficienti, e le cliniche ed i centri sanitari privati, che presentano, al contrario, un buon livello sia di apparecchiature mediche che di personale specializzato. I costi sono tuttavia alquanto elevati e ciò rende impossibile per buona parte della popolazione ricevere cure mediche adeguate. Per quanto riguardala sicurezza alimentare, la situazione è in miglioramento, anche se sta aumentando sensibilmente la percentuale persone in sovrappeso e obese e permangono forti disparità tra zone urbane e rurali.

Infine il Perù è tra i primi 10 paesi del mondo per biodiversità. Questa caratteristica gli conferisce un ruolo fondamentale per l’equilibrio ecologico del pianeta, ma è purtroppo minacciata da diversi fattori, tra i quali spiccano l’industria estrattiva e in particolare le miniere illegale, che producono danni ambientali irreparabili.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

FOCSIV - Volontari nel mondo è un’ONG di cooperazione

presente in 86 Paesi tra Africa, Asia, America Latina, Europa, Medio Oriente e Oceania, con 641 interventi di sviluppo e con 817 volontari coinvolti in prima persona nella realizzazione di progetti nei settori socio-sanitario, agricolo, formativo e di difesa dei diritti umani. Nata nel 1972, opera per la promozione di una cultura della mondialità e la cooperazione con le popolazioni dei Sud del mondo, contribuendo alla lotta contro ogni forma di povertà e di esclusione, all’affermazione della dignità della persona e alla tutela dei diritti umani e alla crescita delle comunità e delle istituzioni locali. In Perú FOCSIV è presente da poco più di 6 anni attraverso la realizzazione di progetti di sviluppo nell’ambito della promozione dei diritti umani e sviluppo sociale, dell’educazione ed istruzione e della tutela di ambiente e foreste, in diverse aree del Paese: nella zona metropolitana di Lima, a Cusco, a Huancayo, a Yurimaguas, a San Ramón, Iquitos e ad Arequipa. Forte dell’accordo di collaborazione con la Conferenza Episcopale Peruviana e dei numerosi partner, è in corso l’iter burocratico di riconoscimento presso il Governo peruviano per l’iscrizione di FOCSIV tra le Agenzie di cooperazione riconosciute nel Paese.

Partner

Partner di FOCSIV del presente progetto è Conferenza Episcopale Peruviana (CEP), e il Vicariato Apostolico di Yurimaguas- Parrocchia di Barranquita.

Grazie ad un accordo di collaborazione, partner di FOCSIV è la Conferenza Episcopale Peruviana, articolata sul territorio nazionale tramite le sue Diocesi e Arcidiocesi, è un’istituzione fortemente impegnata nello sviluppo e promozione morale e sociale della persona umana, a sostegno delle fasce più deboli della popolazione del Paese. In particolare è impegnata nella difesa della persona da ogni forma di sopruso e sopraffazione, nella tutela del creato e nella promozione del dialogo e della comunicazione sociale. In continuità con questo suo forte impegno sociale, collabora con diverse istituzioni locali e articolazioni della società civile, tra cui FOCSIV, di cui è partner sin dal 2005.

In particolare ad Arequipa (sede 74001), il CEP tramite Caritas Arequipa si occupa di promozione umana delle persone disabili e con difficoltà (economiche, sociali), al fine di garantire strutture adeguate per la loro riabilitazione e inserimento nella vita della comunità in qualità di soggetti con pari dignità attivi nel processo economico. A tal fine ha aperto e gestisce 9 Centri Specializzati, di cui 8 centri basici di educazione speciale denominati CEBE e 1 centro di Educazione Speciale Tecnico-Produttivo. Inoltre Caritas Arequipa si occupa di nutrizione e salute nell’ambito dello sviluppo umano integrale. Ad oggi Cáritas è intervenuta in 29 località, 11 distretti e 5 provincie nel dipartimento di Arequipa e i suoi interventi hanno beneficiato circa 10.560 abitanti.

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In continuità con i rapporti di collaborazione/partenariato con FOCSIV, il partner sopra descritto si è reso disponibile ad accogliere nuovi volontari in servizio civile.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di assegnazione;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

AREQUIPA (FOCSIV 74001)

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico

¾ SCONTRI TRA AUTORITÁ E MOVIMENTI ANTIMINERARI: secondo quanto fa presente il Ministero degli Esteri alla pagina www.viaggiaresicuri.it varie zone del Perú, tra cui anche la regione di

Arequipa è interessata da scontri anche violenti tra autoritá e movimenti antiminerari. Per esperienza dell’Ente, gli atti si sono però verificati in prossimità delle miniere e quindi lontano dalla città.

¾ RAPIMENTI/ SEQUESTRI e MICROCRIMINALITÀ: presente anche la criminalità organizzata, con rischio di furto di effetti personali e documenti in ogni centro urbano di interesse turistico,

frequentemente effettuati da finti tassisti a danno degli stranieri. Presente anche il fenomeno dei sequestri per scopo economico, soprattutto nelle zone rurali.

¾ Elevato tasso di criminalità comune che, a seconda delle città e dei diversi quartieri, ha fatto registrare aggressioni a scopo di rapina e truffe.

Rischi sanitari:

¾ Le strutture ospedaliere pubbliche (compreso il pronto soccorso) sono generalmente carenti sia per personale specializzato che per mancanza di attrezzature moderne efficienti.

¾ Le cliniche ed i centri sanitari privati presentano, al contrario, un buon livello sia di apparecchiature mediche che di personale specializzato. I costi sono tuttavia alquanto elevati.

¾ La reperibilità dei farmaci è buona, anche se si registra una certa incontrollata diffusione sul mercato di farmaci adulterati e falsificati.

¾ Inoltre che le condizioni igienico-sanitarie rendono possibile il sorgere di disturbi intestinali e malattie quali l’epatite (A), la dissenteria, il tifo. Possibili anche focolai di colera in estate (gennaio-marzo), soprattutto nelle zone periferiche delle città, dove le condizioni igieniche sono assai precarie.

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Altri Rischi:

¾ VULCANO UBINAS: il vulcano Ubinas, situato nel sud del Paese (nella zona di confine tra le provincie di Arequipa e Moquegua), è entrato in attività eruttiva, con emissioni di ceneri e lapilli, ma si trova a 70km dal territorio di Arequipa dove si svolgono le attività.

¾ RISCHI STRADALI: rischi derivano anche dalla circolazione stradale, a causa del precario stato in cui si trova la rete stradale e alla scarsa manutenzione dei veicoli circolanti.

¾ RISCHIO SISMICO: tutto il Perù, compresa Arequipa, è considerato zona a forte rischio sismico.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A FRONTE:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

SCONTRI TRA AUTORITÁ E

MOVIMENTI ANTIMINERARI

¾ L’Ente mantiene costanti contatti con le istituzioni che presidiano il territorio (partner locali di progetto, istituzioni locali e nazionali del Paese ospitante, Rappresentanza diplomatica/consolare italiana nel Paese) e avverte i volontari di non intervenire in caso di conflitti per nessun motivo e di non circolare da soli;

¾ I volontari dovranno operare sempre a stretto contatto con gli operatori locali e con i personale del partner locale di progetto, seguendo le direttive specifiche da questi emanate.

¾ Si invita i volontari a mantenere un atteggiamento di equidistanza dalle diverse posizioni e a non partecipare attivamente a manifestazioni di protesta

¾ Si consiglia vivamente ai volontari di circolare con una copia del documento di riconoscimento.

RAPIMENTI/

SEQUESTRI MICROCRIMINALITÀ

¾ i volontari saranno invitati ad adottare comportamenti di massima cautela, non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche, ecc.) o grossi quantitativi di denaro;

¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili;

¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città, e di non prendere taxi abusivi, ma solo taxi di compagnie conosciute o contattate telefonicamente.

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

RISCHIO ACCORGIMENTO

EPATITE A e B, DISSENTERIA, TIFO

¾ Benchè non siano previste vaccinazioni obbligatorie per l’ingresso nel Paese, si consiglia su parere medico di effettuare le vaccinazioni per epatite A e B e colera. Si consiglia inoltre di seguire la normale profilassi per evitare disturbi intestinali e dissenteria.

¾ Si consiglia di bere solo acqua minerale oppure bollita, filtrata o chimicamente trattata e di mangiare pesce e verdure crude solo in ristoranti di ottimo livello.

¾ Si consiglia di rivolgersi a strutture mediche consigliate sul territorio dall’Ente, che all’arrivo nel paese consegna un vademecum di contatti e di comportamenti consigliati.

FARMACI CONTRAFFATTI

¾ si consiglia di rivolgersi esclusivamente a farmacie qualificate, evitando negozi non specializzati.

Il centro ospedalierio più vicino è:

¾

la Clinca San Juan De Dios raggiungibile in 25 minuti con i mezzi pubblici.

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Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione ad altri rischi:

ALTRI RISCHI ACCORGIMENTI

VULCANO UBINAS

¾ Contattare l’Unità di Crisi italiana per attivare in maniera coordinata un eventuale piano di evacuazione dei volontari dalla zona colpita,

¾ L’ente identificherà eventuali sedi alternative in cui spostare i volontari in caso quella accreditata non sia ritenuta sicura, in accordo con l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile;

¾ Ai volontari verrà fornito un piano d’azione in caso di emergenza terremoto con una lista di contatti da utilizzare, luoghi di riferimento e cose da fare in caso si verifichino eruzioni che possano coinvolgere la città di Arequipa.

STRADALI

¾ É fortemente raccomandato di circolare soltanto di giorno, principalmente nelle strade principali e sicure

¾ Gli eventuali spostamenti per le attività evvengono solo con mezzi verificati e sicuri, e in periodi asciutti, per evitare smottamenti stradali.

TERREMOTO

¾ Contattare l’Unità di Crisi italiana per attivare in maniera coordinata un eventuale piano di evacuazione dei volontari dalla zona colpita,

¾ L’ente identificherà eventuali sedi alternative in cui spostare i volontari in caso quella accreditata non sia ritenuta sicura, in accordo con l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile;

¾ Ai volontari verrà fornito un piano d’azione in caso di emergenza terremoto con una lista di contatti da utilizzare, luoghi di riferimento e cose da fare in caso si verifichino scosse di terremoto.

¾ L’ente di concerto con l’UNSC ed il personale di riferimento locale, individua un eventuale modifica del piano di impiego in relazione, sia in ordine ai motivi di sicurezza che ai bisogni del contesto ed alla possibilità di risposta agli stessi da parte delle sedi e dei volontari.

 

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nel presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

Si riportano di seguito, per la sede di attuazione di progetto, eventuali dettagli aggiuntivi a quelli sopra esposti, con particolare riferimento alle condizioni di disagio:

AREQUIPA (FOCSIV 74001)

¾ I disagi legati all’altitudine, poiché le attività si realizzano tra i 2500 e i 3500 m. s.l.m.

DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

PERU’ - AREQUIPA

La città di Arequipa si trova ad un’altitudine di 2.325 m, nel deserto montuoso delle Ande occidentali e per questo è da considerarsi una città degli Altipiani. Capoluogo del dipartimento omonimo e città principale del Perù meridionale, con 852.807 abitanti è la seconda città del Paese in ordine di grandezza. Secondo i dati del Censimento Nazionale del 2012, a Arequipa si concentra il 75% della popolazione totale del dipartimento della provincia di Arequipa, suddivisa in 29 distretti. La piramide demografica indica che la fascia di età di maggiore peso sul territorio è quella compresa tra i 18 e 24 anni, mentre un terzo della popolazione totale (33%) è compresa nella fascia di età tra 0 e 18 anni.

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La città è identificata come una delle città del Paese con il più alto tasso di sotto-occupazione (49,7%) e disoccupazione (7,7%). I tentativi di risposta alla cronica disoccupazione, partono prioritariamente da iniziative individuali di scarsa sostenibilità, specialmente nelle attività commerciali legate alla vendita di alimenti e bevande in forma ambulante o nei mercati popolari zonali, pari al 37% della Popolazione Economicamente Attiva (PEA) che producono un’economia di sopravvivenza e non certo sviluppo. C’é un tentativo di costituire una rete di micro e piccole imprese che peró si sono sviluppate in forma disordinata e che non risponde ad un modello di sviluppo locale. La fotografia del territorio cittadino è caratterizzata da una crescita della popolazione veloce e disordinata, specialmente negli ultimi anni, che ha determinato la configurazione di una vasta area urbano marginale all’interno della quale si osservano situazioni di estrema povertà, aggravate dalla mancanza di servizi e di lavoro. Ancor più gravosa è la situazione nelle aree rurali del dipartimento di Arequipa, che raccoglie più della metà della popolazione regionale totale. L’indice di Sviluppo Umano infatti segnala il territorio di Arequipa al 5° posto del Paese, registrando una grande distanza tra la condizione della popolazione nelle zone urbane centrali e quelle urbano marginali, che presentano alti livelli di analfabetismo e il più basso accesso ai servizi basici della popolazione, tra cui all’acqua potabile. In queste zone urbano marginali, dove il terreno è più povero, vivono grandi sacche di popolazione in condizioni di estrema povertà. I dati statistici infatti confermano che nel territorio di Arequipa, la popolazione che vive sotto la soglia di povertà è del 45,4%, mentre coloro che vivono in condizioni definibili come povertà estrema rappresentano ben il 10,7% degli abitanti.

Il territorio risente ancora, inoltre, degli avvenimenti del ventennio 1980-2000 che ha funestato il Paese e per questo il recupero e la rivalsa di queste terre e popolazioni è ancora più difficile. La sanguinosa guerra di organizzazioni terroristiche, e l'altrettanto sanguinosa repressione da parte delle forze militari statali ha prodotto anche in questo territorio situazioni tragiche: la morte di decine di migliaia di persone, la sofferenza materiale e psicologica di tutti quelli che hanno assistito direttamente o indirettamente a queste violenze, la disgregazione sociale, l'abbandono dei villaggi e la conseguente crescita dei quartieri popolari delle città, unito al diffondersi del senso di insicurezza e di sfiducia verso il futuro. Questa situazione ha ricadute pesanti soprattutto sui “deboli tra i deboli”, ovvero minori (33% della popolazione locale), soprattutto se presentano un qualche ritardo psico-fisico.

Nel territorio di Arequipa si interviene nel settore Tutela infanzia ed adolescenza e Sanità e Grandi malattie DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

TUTELA INFANZIA E ADOLESCENZA

La situazione di povertà diffusa incide pesantemente sul benessere e sulla qualità di vita dell’infanzia ed adolescenza sul territorio di Arequipa, sempre più esposta a povertà, emergenza sanitaria e educativa, nonché potenzialmente fonte di conflitto e tensione sociale (aumento della microcriminalità, stagnazione economica del territorio e violenza)

L’emergenzialità della problematica è attestata anche dall’Agenda regionale del governo di Arequipa, che definisce infatti l’assistenza all’infanzia e adolescenza (che rappresentano il 33% della popolazione) come uno dei temi prioritari da affrontare, con azioni di tutela dell’infanzia, educazione, programmi di nutrizione e assistenza sanitaria, per assicurare condizioni che promuovano il benessere e lo sviluppo fisico, cognitivo e psicologico di bambini e bambine in situazioni vulnerabili sin dalla loro nascita.

Nonostante questo impegno, già dalla nascita si registra l’assenza di adeguata tutela e protezione. Il tasso di mortalità infantile nel territorio è molto altro, pari a 33 su 1.000 nati vivi (per comprendere la gravità del fenomeno, basta pensare che in Italia l’istat riporta il dato di 3 morti su 1.000 nati vivi). Si tratta di dati ufficiali rilasciati dal Ministero di Salute peruviano, anche se l’esperienza di CEP tramite Caritas Arequipa, partner sul territorio, induce a sospettare che il fenomeno sia ancora più grave di quanto dichiarato, visto che la maggioranza dei parti si verifica al di fuori dei programmi regionali di controllo e di tutela. Infatti oltre il 46%

dei parti che avvengono nella zona urbano marginale di Arequipa, hanno luogo in casa, senza l’appoggio di strutture mediche, né con i necessari e opportuni controlli prenatali.

La causa principale di mortalitá infantile sul territorio (pari al 27 per 1000 nati vivi) é costituita dalle infezioni respiratorie acute. Arequipa infatti si trova tra le prime quattro regioni del Paese con il più altro indice di infezioni respiratorie e infezioni intestinali, a causa degli alti livelli di contaminazione dell’aria e alla mancanza di servizi igienici, soprattutto rispetto alla gestione delle acque nere e bianche. Argomenti, quelli della tutela ambientale e dell’igiene, su cui la popolazione non è adeguatamente informata e di cui ne sottovaluta le ricadute, in termini di salute e crescita dei minori.

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Alti sono anche i livelli di denutrizione. I dati medi mostrano che la denutrizione cronica in bimbe e bimbi sotto ai 5 anni raggiunge il 26%, con una forbice molto ampia che varia a seconda dell’area di residenza.

Mentre nell’area urbana infatti il valore rimane sotto il 10%, nelle zone urbano marginali sfiora il 45% dei minori. La denutrizione comporta inoltre danni fisici e mentali irreversibili, tra cui la scarsa resistenza a malattie e l’anemia per mancanza di ferro. Vista la situazione, il governo sta cercando di porre un freno a questa situazione tramite l’implementazione di programmi di “alimentación y nutrición” infantili, ma quest’ultimi mancano di capacità di focalizzazione delle strategie e hanno una bassa copertura presso i gruppi più vulnerabili in condizioni di maggiore povertà o di povertà estrema.

Ulteriore esempio di questa scarsa copertura e inefficienza è la limitatezza della fase educativa, chiamata

“estimulación temprana”, ovvero stimolazione precoce: momento in cui la bambina o il bambino riceve uno stimolo importante che condizionerà il suo rendimento futuro. L’accesso a questo tipo di tecnica educativa nelle circa 200 scuole presenti sul territorio ha l’obiettivo di sostenere e affiancare il bambino in tutti gli aspetti strutturali dello sviluppo, ma è garantita solo all’1,3% della popolazione minorile dell’area urbana, mentre è del tutto inesistente nelle zone rurali del territorio.

La mancanza di chiare strategie e politiche educative a livello nazionale inoltre, lasciano ampio spazio all’improvvisazione dei privati, non sempre all’altezza di provvedere degnamente a questi tipo di servizio di cura a favore dell’infanzia e adolescenza.

Infine anche i dati dell’abbandono scolastico sono particolarmente significativi soprattutto se esaminati nell’ottica di genere. Uno studio dell’INEI del 2012 qualifica infatti in forma negativa l’abbandono scolastico e certe attitudini e pratiche culturali legate alla salute e al comportamento riproduttivo. Sul territorio urbano marginale dove opera Caritas il alto tasso di abbandono scolastico è pari al 27%. Le principali cause di questo abbandono scolastico di genere sono legate a motivi economici, perché la famiglia ha bisogno di aiuto economico ed è impossibilitata a sostenere le spese educative dei figli, soprattutto se presentano problemi fisici e/o mentali.

SANITA’ E GRANDI MALATTIE

Anche la situazione sanitaria del territorio, come in tutte le zone andine, è particolarmente complessa a causa della mancanza di adeguata assistenza e servizi sociale, in particolare per le persone – soprattutto bambini - che presentano deficit o ritardi fisici e mentali. Considerando infatti la popolazione della periferia della cittá di Arequipa compresa tra gli zero ed i 19 anni, si calcola che i bambini e gli adolescenti che presentano un qualche tipo di ritardo mentale e fisico siano circa il 9% della popolazione. Secondo l’ultimo censimento nazionale dell’Istituto Nazionale di Riabilitazione, il divario tra le condizioni di vita della popolazione tra la città di Arequipa e le zone urbano-marginali è molto alto, fatto che si riflette anche sui dati che riguardano il ritardo motorio e cognitivo, che nelle aree povere risulta essere circa il doppio rispetto alle aree urbane più sviluppate. Questa geografia del ritardo fisico e mentale è molto significativa se si considera che la causa principale dei vari tipi di ritardo è la malnutrizione e la dieta povera di iodio e di vitamina A, carenze strettamente legate alle maggiori condizioni di povertà delle zone urbano marginali.

A fronte di questa grave problematica sanitaria, mancano assistenza medica e adeguate strutture per la riabilitazione e l’educazione. La problematica sanitaria si riflette quindi sulla mancanza di inclusione sociale per le persone con qualche deficit fisico o cognitivo, ed in particolare sui bambini e adolescenti appartenenti alla realtà rurale o delle zone povere urbano-marginali che presentano questa patologia. Infatti solo il 10%

della fascia demografica tra gli zero ed i 19 anni con disabilità, frequenta una qualche struttura riabilitativa ed educativa. Da questo dato si evince che il 90% di minori e adolescenti con disabilità non riceve alcun tipo di assistenza e vive senza servizi adeguati. Il peso dei disagi fisici e mentali ricade quindi sulle singole famiglie, solitamente molto povere e non in condizioni di pagare trasporti, trattamenti medici e riabilitazione fisica.

L’attenzione delle istituzioni verso questo problema è irrisoria. Lo stesso ministero della salute dichiara infatti di non avere dati certi sul numero di popolazione diversamente abile presente nel paese e nelle singole province. Alla mancanza di dati sul fenomeno, si aggiunge la mancanza di percorsi formativi per occuparsi professionalmente della disabilità, sia da un punto di vista educativo che socio-riabilitativo. Solo nell’ultimo anno 2013-2014, la legge peruana ha riconosciuto la possibilità per i disabili di ottenere un certificato di disabilità, che consenta loro di accedere a un piccolo contributo statale per l’assistenza. Una possibilità che è ancora semi sconosciuta alla popolazione ed a volte alle stesse istituzioni, che necessita di diffusione e implementazione.

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La Conferenza Episcopale Peruviana tramite la Caritas di Arequipa gestisce 9 Centri Specializzati, di cui 8 centri basici di educazione speciale denominati CEBE e 1 centro di Educazione Speciale Tecnico-Produttivo per i bambini e adolescenti diversamente abili, offrendo loro assistenza, educazione e formazione al lavoro.

Nei settori Sanità e grandi malattie e Tutela dell’infanzia e adolescenza si interviene nel territorio di Arequipa con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

I destinatari diretti sono:

¾ 325 alunni diversamente abili che frequentano i 9 centri specializzati, di cui in particolare 165 bambini da 0 a 5 anni, 3

¾ 6 operatori sociali locali Caritas,

¾ 15 scuole delle zone periubane dove sono integrati “minori speciali”,

¾ 1700 familiari formati e sensibilizzati.

I beneficiari sono:

¾ i familiari di minori con disabilità,

¾ l’autorità locale

¾ la popolazione del territorio sensibilizzata rispetto alle condizioni dell’infanzia disabile, pari a circa 8500 persone.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO

:

AREQUIPA (FOCSIV 74001)

¾ Rafforzare l’educazione e l’offerta formativa per 325 minori diversamente abili presso i 9 centri specializzati Caritas;

¾ Rafforzare la formazione di 36 operatori Caritas Arequipa;

¾ Sensibilizzare e formare le famiglie dei minori disabili, la popolazione e l’autoritá locale sul diritto all’inclusione sociale, lo sviluppo integrale e l’educazione-formazione di qualità per bambini ed adolescenti diversamente abili.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi AREQUIPA (FOCSIV 74001)

Azione 1. Rafforzamento educativo e professionale per 325 alunni diversamente abili

1. Gestione e attività di assistenza educativa quotidiana nei 9 centri specializzati per disabili (8 centri basici di educazione speciale CEBE e 1 centro di Educazione Speciale Tecnico-Produttivo)

2. Costruzione del piano di monitoraggio e assistenza sociale per 15 scuole delle zone periurbane dove sono inseriti “minori speciali”, con realizzazione delle visite domiciliari settimanali alle famiglie sul territorio;

3. Elaborazione di cartelle sanitarie e schede personali complete per ogni bambino, con valutazione nutrizionale e dei parametri vitali;

4. Elaborazione di strumenti educativi e formativi per migliorare le procedure interne di autovalutazione dei Centri;

5. Servizio di visita medica, valutazione nutrizionale e dei parametri vitali dei bambini dei Centri.

6. Elaborazione di 1 questionario e creazione ed avviamento di momenti collettivi di valutazione dei minori;

7. Elaborazione di 1 progetto migliorativo delle strutture fisiche esistenti per un efficace uso dello spazio (creazione di laboratori di stimolazione sensoriale, palestre…etc)

8. Ideazione e realizzazione di 1 corso di formazione rivolto a 36 operatori Caritas su primo soccorso, manovre di disostruzione delle vie aeree, nutrizione, igiene, anemia, diabete e malattie infettive;

9. Organizzazione di n° 8 incontri con organizzazioni private e pubbliche per migliorare l’inserimento lavorativo dei diversamente abili formati, con firma di accordi di collaborazione;

10. Creazione e implementazione di 5 spazi di gioco denominati “orti scolastici” per migliorare la fiducia in se stessi e responsabilizzare i bimbi;

11. Monitoraggio mensile delle attività con stesura di relazioni periodiche.

Azione 2. Sensibilizzazione sociale e istituzionale sulla condizione dei diversamente abili

1. Organizzazione ed elaborazione di 2 attività di sensibilizzazione per l’ottenimento del certificato di disabilità previsto dalla legge attuale rivolto ad istituzioni locali;

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2. Organizzazione di 1 corso di formazione e sensibilizzazione per 1700 familiari e parenti dei minori diversamente abili su valorizzare delle abilità alternative, fisioterapia domiciliare e possibilità di integrazione , con elaborazione degli strumenti didattici

3. Organizzazione di 1 corso di formazione/aggiornamento e sensibilizzazione ai 36 operatori sociali Caritas su terapie possibili,riconoscimento delle problematiche nei minori e accompagnamento dei minori;

4. Raccolta, analisi dati e realizzazione di 1 diagnostico sulle condizioni sociali nelle zone urbano- marginali a maggiore concentrazione di bambini ed adolescenti diversamente abili;

5. Realizzazione di n° 8 incontri con istituzioni locali pubbliche e private per l’appoggio e riconoscimento delle attività del centro tecnico produttivo;

6. Realizzazione di 6 incontri informativi bimestrali con le istituzioni locali pubbliche e private e con gli operatori del settore per aggiornare sui progressi delle attività del centro;

7. Realizzazione di 2 moduli di formazione e assistenza psicologica a 1700 genitori e parenti di diversamente abili;

8. Realizzazione di 4 eventi di sensibilizzazione per la promozione dell’integrazione delle persone disabili nelle zone urbano-marginali del territorio;

9. Realizzazione di minimo 3 visite annuali alle famiglie formate sul territorio e eventuale distribuzione di aiuti umanitari, in caso di famiglie in difficoltà economica;

10. Monitoraggio bimestrale delle attività con stesura di relazioni periodiche.

Azione 3. Promozione dello sviluppo integrale delle famiglie dei 325 bambini ed adolescenti diversamente abili, che frequentano i 9 centri specializzati Caritas

1. Incontri n° 6 di pianificazione del programma di corsi per genitori, familiari e amministrazione locali per la promozione dello sviluppo integrale e promozione degli corsi.

2. Realizzazione di 2 corsi rivolti a genitori, diretti allo sviluppo e rafforzamento di abilità psicosociali, sensibilità al tema della violenza famigliare e gestione dell’affettività;

3. Realizzazione di 3 laboratori, rivolti ai genitori, di sensibilizzazione rispetto alle problematiche di nutrizione, primo soccorso, manovre di disostruzione delle vie aeree, igiene, anemia, diabete e malattie infettive che incidono sulla salute;

4. Realizzazione di 3 laboratori rivolti alle madri circa la coltivazione di ortaggi con tecniche organiche per promuovere la salubrità dei cibi;

5. Realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione rispetto alle tematiche dello sviluppo integrale famigliare rivolti ad amministratori locali e comunali;

6. Produzione di strumenti didattici rivolti alla realizzazione dei laboratori;

7. Monitoraggio bimestrale delle attività con stesura di relazioni periodiche.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 Segretario Generale Caritas, responsabile legale e gerente delle relazioni con comunità, enti ed istituzioni - Azione 2.

¾ 1 Coordinatore Generale dei Centri di Educazione Basica Speciale - Azione 1;

¾ 1 Coordinatore Generale del Centro Educativo Speciale Tecnico-Produttivo - Azione 3;

¾ 36 Docenti/operatori sociali dei Centri educativi - Azioni 1 e 2.

¾ 1 Responsabile di Caritas per i progetti sociali ed il bilancio partecipativo - Azione 3

¾ 1 Responsabile Caritas per l’area nutrizione e salute - Azioni 1 e 3;

¾ 1 psicologo - Azioni 1,2,3;

¾ 1 assistente sociale - Azioni 1,2,3;

¾ 1 infermiere - Azioni 1 e 3;

 

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

AREQUIPA (FOCSIV 74001)

I volontari/e in servizio civile n°1-2 saranno coinvolti nelle seguenti attività:

¾ Collaborazione con le attività di monitoraggio e assistenza sociale nelle 15 scuole delle zone periurbane di Arequipa;

¾ Collaborazione sull’elaborazione di una scheda personale completa per ogni bambino;

¾ Supporto ai corsi di sensibilizzazione e formazioni rivolti a familiari dei diversamente abili;

¾ Accompagnamento nelle visite domiciliari alle famiglie sul territorio.

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¾ Supporto all’elaborazione di materiali interdisciplinari educativi e formativi per migliorare le procedure di autovalutazione interne;

¾ Supporto e partecipazione agli eventi pubblici per la promozione dell’integrazione delle persone disabili organizzati nelle zone urbano-marginali del territorio;

¾ Collaborazione negli eventi di sensibilizzazione per ottenere il certificato di disabilità previsto dalla legge;

¾ Partecipazione ai laboratori, rivolti ai genitori, di sensibilizzazione rispetto alle problematiche di nutrizione, igiene, anemia, diabete e malattie infettive che incidono sulla salute

¾ Supporto nella distribuzione di aiuti umanitari a famiglie in difficoltà economica Il volontario/a in servizio civile n°3 sarà coinvolto/a nelle seguenti attività:

¾ Affiancamento nella realizzazione delle attività di supporto alla gestione e alle attività di assistenza dei 9 centri specializzati per disabili;

¾ Affiancamento nella realizzazione dei laboratori di aggiornamento rivolti ai 36 operatori sociali;

¾ Supporto alla pianificazione del programma di corsi per genitori, familiari e amministrazione locali per la promozione dello sviluppo integrale;

¾ Supporto all’elaborazione di strumenti didattici dedicati allo svolgimento delle sedute di fisioterapia rivolti alle famiglie;

¾ Supporto all’elaborazione di materiali interdisciplinari educativi e formativi per migliorare le procedure interne di autovalutazione dei Centri;

¾ Supporto all’elaborazione di relazioni bimestrali sull’avanzamento delle attività.

¾ Accompagnamento nelle attività di visita a famiglie sul território;

¾ Supporto e partecipazione agli eventi pubblici per la promozione dell’integrazione delle persone disabili.

¾ Supporto alla realizzazione di campagne per ottenere il certificato di disabilità previsto dalla legge;

¾ Collaborazione alla realizzazione di cartelle sanitarie per ogni bambino.

¾ Accompagnamento nella valutazione nutrizionale e dei parametri vitali dei bambini delle scuole.

¾ Collaborazione nei laboratori circa nutrizione, igiene, anemia, diabete e malattie infettive rivolte alle famiglie dei bambini e agli operatori sociali.

¾

Collaborazione nella realizzazione di un corso di primo soccorso e manovre di disostruzione delle vie aeree rivolto ai promotori sociali e alle famiglie dei bambini

REQUISITI:

I seguenti requisiti sono suddivisi tra requisiti generici, ricercati genericamente in tutti i candidati, e i preferibili requisiti specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i volontari andranno ad implementare

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della FOCSIV o di uno degli Organismi soci e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet.

Specifici:

AREQUIPA (FOCSIV 74001) volontario/a n°1 ,2 e 3

¾ Preferibile formazione in ambito educativo/logopedia/pedagogia o in ambito infermieristico/sanitario

¾ Esperienza di lavoro con bambini o adolescenti disabili

¾ Discreta conoscenza della lingua spagnola.

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DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato. (Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

FOCSIV Roma

Via S. Francesco di Sales 18 -00165

06-6877796

www.focsiv.it

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a serviziocivile.focsiv@pec.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2014 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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