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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Africa Centro Orientale 2014

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Africa Centro Orientale 2014 SCHEDA ETIOPIA - CVM

Volontari richiesti : N 2

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: INJIBARA INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo, al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potuti essere, sono o sono stati fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti così intesi e volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, Volontari nel mondo FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha presentato nel febbraio del 2007 all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico…) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti, attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo. I conflitti infatti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, dove i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati e dove alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere una ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; e che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione e di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

ETIOPIA

La Repubblica Democratica Federale d'Etiopia è uno stato dell'Africa orientale che vanta un'identità plurimillenaria, tanto che è considerata il più antico stato del continente. Unica fra gli stati africani, la monarchia etiope conservò la sua indipendenza durante tutto il periodo coloniale, fatta eccezione per l'occupazione italiana (1936-1941). Il Paese, infatti, ha suscitato gli appetiti espansionistici dell’Italia, soprattutto dopo l’apertura del canale di Suez che ha reso strategico il controllo del Mar Rosso. Solo in seguito alla dura sconfitta durante la battaglia di Adua, il governo italiano ha riconosciuto l’indipendenza dell’Etiopia. La politica estera etiope è stata dominata dalla tensione con la vicina Eritrea: il conflitto sul confine tra i due Paesi, terminato solo nel 2000 col trattato d'Algeri, ha provocato la morte di più di 70.000 persone e non può dirsi ancora superato, visto che permangono disaccordi sulla demarcazione del confine.

L’Etiopia tuttavia ha recentemente rifiutato l’arbitrato di una commissione indipendente che aveva assegnato alcuni territori contesi all’Eritrea, e attualmente il confine tra i due paesi è costantemente monitorato da una missione. Ulteriore testimonianza del conflitto è ancora la presenza sul territorio di un numero considerevole di vari tipi di ordigni non esplosi e mine antiuomo ed anticarro. Da non sottovalutare per l’equilibrio nazionale sono anche le rivendicazioni delle varie comunità che abitano il paese: la ribellione endemica nella regione di Gambella, al confine con il Sudan; i frequenti scontri armati nei pressi del confine somalo; e le rivendicazioni delle comunità Afar e Oromo. Nel biennio 1984-1985 il paese è stato colpito da una carestia di vastissime proporzioni che ha portato alla morte 1 milione di persone. Stremato da golpe sanguinosi, rivolte, siccità su larga scala, dal problema dei rifugiati ed infine dalla ritirata dei protettori sovietici, il regime venne deposto da una coalizione di forze ribelli, il FRDPE nel 1991. Nel 1993 venne proclamata l’indipendenza dell’Eritrea, mentre l’EPRDF (Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front) con a capo Meles Zenawi vara una nuova Costituzione e organizza una serie di elezioni da cui il partito esce vincitore. Zenawi viene eletto primo ministro nel 1995 e verrà confermato alla carica anche alle consultazioni del 2000. Le elezioni della primavera 2005 invece di consolidare il potere dell’EPRDF si sono rivelate un boomerang. I numerosi brogli che hanno caratterizzato le consultazioni e i successivi scontri di piazza, che hanno provocato centinaia di vittime, hanno mostrato come la questione dei diritti civili e politici nel Paese sia ancora

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preoccupante. Nel 2010 le elezioni politiche sono state nuovamente vinte dal partito del primo ministro Zenawi, nonostante le accuse di brogli e abusi mosse anche in questa occasione dalle opposizioni.

A causa della guerra prolungata con l’Eritrea, l’Etiopia si trova a dover dipendere quasi interamente dal porto di Gibuti per le esportazioni e le importazioni. Ciò nonostante i dati indicati dalla Banca Mondiale, indicano che il Paese ha mantenuto un tasso di crescita del PIL significativo dal 2009 al 2012, compreso tra l’8,7 e il 12,6%. Negli ultimi quattro anni, il Paese infatti ha registrato un tasso di crescita medio dell’11% annuo. Alla forte crescita del PIL ha fatto seguito quella dell’inflazione media annuale. Il tasso di inflazione registrato nel 2013 è dell’8,4% ancora altro, nonostante la notevole riduzione rispetto al 2012, stimato al 22,9%.

Ad ogni modo, il settore trainante dell’economia etiope è ancora l’agricoltura, che rappresenta il 47% del PIL e che è fortemente arretrata e dipendente dalle variabili precipitazioni, le quali possono dare un ottimo raccolto o, come molto spesso accade, provocare siccità e carestie spaventose. È in crescita anche il fenomeno del land grabbing, strettamente legato agli sgomberi forzati e all’uso eccessivo della forza da parte di polizia e militari e che produce numerosi problemi ambientali (erosione del suolo, deforestazione, perdita di biodiversità, desertificazione). Il risultato è che quasi ogni anno il paese deve dipendere dagli aiuti internazionali per sfamare la popolazione (4,6 milioni di abitanti necessitano annualmente d’assistenza alimentare, cosa che rende il Paese uno dei più insicuri del mondo a livello alimentare). L’Etiopia infatti si colloca al 173o posto della classifica UNDP 2011 con un indice di sviluppo umano pari a 0.396 ed il 30,7%

della popolazione vive infatti ancora sotto la soglia di povertà: la maggioranza della popolazione ha un ridottissimo introito economico, c’è una notevole scarsità di cibo, basso livello educativo specialmente tra la popolazione femminile, scarsità di acqua potabile e servizi sanitari. Si registra inoltre un notevole incremento demografico della popolazione.

Dal punto di vista sanitario l’Etiopia è scarsamente servita da ospedali, nonostante siano presenti molte malattie infettive, in occidente facilmente prevenibili e curabili. Il sistema sanitario del paese non è infatti ancora in grado di rispondere quantitativamente e qualitativamente al bisogno della popolazione. I servizi sanitari sono mal distribuiti, con una capacità di risposta insufficiente alla richiesta della popolazione e localizzati principalmente nelle città. Inoltre l’accesso a queste strutture è proibito ai poveri provenienti da zone rurali del Paese.

Infine sono ancora piuttosto frequenti le violazioni dei diritti umani. Le vittime sono spesso donne, che subiscono abusi, violenze, discriminazioni, mutilazioni genitali e molto spesso non hanno la possibilità di adire le vie legali per vergogna o ignoranza. Anche i bambini sono una categoria a forte rischio, soprattutto per quanto riguarda abusi sessuali e accesso all’istruzione.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

CVM è impegnato da 30 anni in Etiopia in attività volte all’approvvigionamento idrico, promozione dell'igiene, alla lotta contro l’AIDS, supporto alle donne, cura degli orfani e ragazzi di strada. Le forme globali di ingiustizia e di emarginazione continuano ad esistere e ad opprimere interi popoli. Lo “sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini” rimane il fine ultimo che CVM vuole perseguire. In Africa la fame, l’AIDS, la mancanza di beni essenziali quali il cibo, l’acqua pulita, un’abitazione dignitosa, l’istruzione ed altro, privano uomini e donne della possibilità di una vita normale e della loro dignità di persone. La scarsità di risorse essenziali (cibo/acqua) sono fonte di tensione di conflitti fra gruppi ed etnie. Per questa ragione tutti i progetti prevedono un ampio coinvolgimento della popolazione locale e delle comunità beneficiarie. Nella convinzione che la valorizzazione delle potenzialità locali sia la strada più giusta per la ricerca di un cambiamento, l’organico del CVM in loco è prevalentemente costituito da personale locale sia nei ruoli direttivi che operativi. Nel 1980 CVM avvia l’implementazione del primo progetto idrico nella zona del Wolayta. Nel corso del tempo CVM ha continuato a promuovere progetti nello stesso settore ed ha acquisito una profonda conoscenza del contesto territoriale e sociale e di collaborazione con gli uffici locali competenti. Alla fine degli anni ’90, progetti WASH hanno interessato altre zone della Regione Southern Nations Nationalities and Peoples e successivamente le Regioni dell’ Oromia e del Benishangul Gumuz. Dal 1994 CVM conduce progetti di prevenzione e controllo del virus dell’ HIV/AIDS nelle Regioni dell’Amhara.

Dal 2008 tutti i progetti hanno sviluppato un raggio specifico d’azione rivolto ai gruppi più vulnerabili della società, promuovendo quindi la difesa dei diritti dei bambini orfani, la formazione e la scolarizzazione delle ragazze, creazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto di donne sieropositive e microcredito. Dal 2005 realizza progetti di impiego di servizio civile organizzando una stretta collaborazione tra volontari e personale locale su tutti i settori d’intervento.

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Partner

Nella sede di Injibara il CVM collabora con:

¾ Ufficio di prevenzione e controllo del virus dell’HIV/AIDS Regionale (HAPCO)

È l'Ente Regionale preposto al coordinamento di attività di prevenzione dell'HIV/AIDS ed al controllo delle attività di ONG locali e non, CBO (Community Based Organization - Organizzazione a base comunitaria), associazioni di persone sieropositive nel costruire le loro capacità, e facilitare la mobilitazione di risorse da vaie fonti di finanziamento, favorire reti di partenariato, sviluppare un sistema di monitoraggio e di valutazione per rafforzare ed intensificar la prevenzione dell'HIV/AIDS attuando un approccio multi-settoriale per poter dare una risposta concreta alla prevenzione dell'HIV/AIDS.

L'obiettivo principale dell'HAPCO è quello di sostenere le istituzioni per promuovere sforzi concertati e migliorare la condivisione di esperienze, promuovere la creazione di associazioni di PLWHA e costruire le loro capacità in risposta al virus/malattia, promuovere la sensibilizzazione a tutti i livelli degli uffici amministrativi di Stato e realizzare un sistema per mobilitare le comunità nel partecipare in risposta specialmente in temi di cura e supporto. HAPCO interviene su due grandi aree strategiche, vale a dir la creazione di un ambiente favorevole, rafforzando le capacità delle comunità, mobilizzandole, coordinando i vari gruppi e sviluppando il networking e la creazione di partenariati; e dare priorità a delle aree programmatiche come intensificare e rafforzamento dell'assistenza ed il supporto ai sieropositivi.

HAPCO opera con uffici a livello regionale, di zona e woreda. Ogni struttura ha una comunicazione periodica, di monitoraggio e programmatica relazione tecnica. Infine HAPCO collabora trasversalmente con i Ministeri in diversi settori, con i propri uffici governativi settoriali dell'amministrazione della Zona con i quali CVM coordina gli interventi che ricadono nelle rispettive sfere d'influenza. La collaborazione non si limita a comunicazioni di routine ma consiste anche nella condivisione di mezzi logistici, personale, cogestione di azione, ecc.

¾ Uffici Zonali: Ufficio Sanitario, Dipartimento per la Promozione delle Donne, Ufficio per l’Educazione, il Ministero del lavoro ed Affari sociali.

Si tratta di uffici settoriali dell’Amministrazione della Zona con i quali CVM coordina gli interventi che ricadono nelle rispettive sfere d’influenza. La collaborazione non si limita a comunicazioni di routine ma consiste anche nella condivisione di mezzi logistici, personale, cogestione di azioni, ecc.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di assegnazione;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

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Inoltre, per la sede di attuazione di seguito riportata, si richiede:

ETIOPIA- Injibara (CVM 116133)

¾ Di essere in possesso di una laurea universitaria rilasciata da istituti formativi diversi dei Dipartimenti di Scienze Politiche in quanto si tratta di titoli di studio non accettati dal Governo Etiope

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

ETIOPIA- Injibara (CVM 116133)

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico:

¾ Problemi di microcriminalità;

¾ Rischio tensioni etnico-politiche limitato dal fatto di trovarsi al centro di un’area etnicamente omogenea.

Rischi sanitari:

¾ Rischi sanitari tipici dei climi tropicali seppur limitati dall’altitudine di 1.714 metri;

¾ Rischi legati all’altitudine elevata per persone che dovessero avere patologie di tipo cardio-vascolare (eg. Ipertensione);

¾ Rischio di contrarre la malaria durante gli spostamenti nelle aree di intervento

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A FRONTE:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

Ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le varie posizioni politiche espresse si raccomanda di seguire le normali norme di prudenza negli spostamenti, evitando luoghi dove siano in corso assembramenti e raduni di piazza.

MICROCRIMINALITÀ Al fine di evitare fenomeni di microcriminalità diffusa sul territorio locale ogni spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili. Saranno evitati spostamenti durante ore serali e notturne.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

RISCHIO ACCORGIMENTO PROFILASSI

E VACCINAZIONI

Prima della partenza vengono eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o consigliate dall'OMS. All'arrivo nei paesi d'invio vengono fornite informazioni necessarie sulle norme igienico/sanitarie.

Attraverso le Ambasciate e/o i Consolati Italiani le conoscenze delle controparti locali, vengono individuati medici e presidi sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità

I centri ospedalieri più vicini sono:

¾ I volontari risiederanno nella città di Injibara dove al momento c'è un ospedale in costruzione, ormai completo per l'80% a 2 km dalla sede CVM di Injibara.

Nella cittadina di Injibara sono presenti inoltre un ambulatorio a 2 km dall'ufficio (Injibara Health Center), un dispensario a 5 km dall'ufficio (Njibara Health Post), 3 cliniche private ed 11 farmacie.

Inoltre, l’ufficio si trova sulla strada per Bahir Dar, capitale della Regione Amhara che ha un ospedale, Felege Hiwot Hospital, e diversi centri sanitari e cliniche con strutture avanzate. Sono equipaggiato per la cura delle diagnosi più frequenti e per intervenire in caso di malaria. Questi possono essere raggiunte facilmente

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

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Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nel presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

Inoltre, per la sede di attuazione si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:

ETIOPIA- Injibara (CVM 116133)

¾ Disagio causato dalla difficoltà di reperire strutture abitative adeguate agli standard di vita europei

¾ Disagio causato dalla presenza di irregolarità nelle forniture di energia elettrica e di acqua

¾ Disagio causato dalla carenza di mezzi logistici e la necessità di spostarsi, per lavoro e per motivi personali, con mezzi pubblici

¾ Disagio causato dalla carenza della disponibilità e recettività di strumenti informatici e di comunicazione

¾ Disagio causato dalla difficoltà di comunicazione dovuta alla scarsa conoscenza dell’inglese da parte della popolazione locale

DESCRIZIONE SEDE:

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

ETIOPIA – INJIBARA

La Regione Amhara è una delle 9 regioni della Repubblica Federale dell’Etiopia,situata nel nord del Paese.

La Regione si estende per 159.173,66 km2 ed ha una popolazione di 17.221.976 abitanti (M: 8.641.580–

F:8.580.396), il 12,3% vive in aree urbanizzate. Solo il 28% della popolazione ha accesso all’acqua potabile.

La regione è composta da 11 Zone, 113 woredas (distretti) e 3015 kebeles (villaggi). Bahir Dar è la capitale amministrativa, sede del governo regionale. La Zona di Awi è una delle 11 zone amministrative che compongono la Regione Amhara. Awi copre un'area di 9,148.43 km2 e conta una popolazione di 981.491 abitanti (M: 490.949 - F: 490.542), pari al 5,7% della popolazione totale della Regione, per il 87,5%

residenti nella aree rurali. L'economia della zona è prevalentemente agricola. La zona è formata da 7 woredas. I due maggiori gruppi etnici che popolano la zona sono gli Awi, un sottogruppo degli Agaw (38,44%) e gli Amhara (38,44). L'Amharico è la principale lingua parlata dal 53,38% mente l'Awigna è parlata dal 45,04%. Il 94,4% della popolazione è di religione Ortodossa Copta ed una minoranza, il 4,5% sono Musulmani. Injibara è il capoluogo in cui vivono 21.065 persone di cui (M:10.596; F: 10.469).

Nel territorio di Injibara e precisamente nella zona di Awi si interviene nel settore Donne e Sviluppo DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

DONNE E SVILUPPO

L'Amhara è la regione con la maggiore incidenza del virus dell’HIV/AIDS di tutta l’Etiopia: circa 331.718 sono le persone sieropositive, di cui 195.720 sono donne. Nell’Amhara vivono circa 1,54 milioni di orfani (di cui 1,34 milioni in zone rurali) di questi, 356.539 sono orfani a causa dell’AIDS. L’AIDS è profondamente radicato alle questioni di povertà, genere e pratiche culturali. La disuguaglianza di genere, le tradizioni, gli squilibri di potere e la proprietà economica, la carenza generale dei diritti di base restano al centro del legame tra povertà ed AIDS. Pertanto è importante considerare e cercare di rafforzare il ruolo dei gruppi più vulnerabili come: donne, ragazze e bambini orfani, per far fronte anche al diffondersi dell’epidemia. Grande peso ce l’hanno inoltre le pratiche tradizionali nocive come la mutilazione genitale, il matrimonio precoce, le tradizionali cure legate al parto che sono praticate comunemente soprattutto nelle comunità rurali del paese.

Circa il 75% della popolazione femminile della Regione Amhara ha celebrato il matrimonio prima del compimento del 18° anno di età, di cui circa il 10% ha contratto il primo matrimonio all’età di soli 10 anni. Il livello di istruzione superiore delle ragazze è molto basso: il 40% della popolazione femminile non ha accesso alla formazione scolastica, mentre il resto ha ricevuto una preparazione elementare. La vulnerabilità

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delle donne è causata principalmente da vincoli economici, che le porta ad essere esposte a sfruttamento sessuale. Tale condizione è causa a sua volta di discriminazione e violenza di genere, dipendenza economica dai partner, basso livello educativo, insufficiente conoscenza del virus e conseguente mancanza di prevenzione. All’interno della popolazione femminile dell’area esistono dei sottogruppi maggiormente a rischio: le domestiche, le bariste cameriere e le studentesse.

Nel settore Donne e Sviluppo si interviene nel territorio Injibara e precisamente nella Zona di Awi con i seguenti destinatari diretti e beneficiari indiretti.

I destinatari diretti sono:

¾ 315 operatori (90 ufficiali governativi, 120 formatori ed animatori, 105 insegnanti).

¾ 80 donne (impiegate in attività come domestiche).

¾ 80 ragazze (studentesse).

I beneficiari sono:

¾ 90 ufficiali raggiungeranno con le loro attività, in modo coordinato, 2.250 tra donne, bambini orfani e ragazze.

¾ 105 insegnanti porteranno i benefici della loro formazione su tecniche di supporto psicologico a 8.000 studenti.

¾ I formatori di formatori organizzeranno incontri coinvolgendo in un anno rispettivamente 20 donne per un totale di 1.600 persone

¾ Le animatrici raggiungeranno rispettivamente circa venti donne per un totale di 800 persone.

¾ Le studentesse, con le loro attività di sensibilizzazione raggiungeranno circa 1.200 ragazze alla pari.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO: ETIOPIA- Injibara (CVM 116133)

¾ Rafforzamento delle competenze di 315 operatori su attività a supporto di donne vulnerabili della zona di Awi.

¾ Rafforzare le competenze tecniche di 80 donne impegnate in attività domestiche per aumentare la loro capacità di generazione di reddito.

¾ Promuovere l'istruzione di 80 studentesse di Awi per la parità di genere.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi ETIOPIA- Injibara (CVM 116133)

Azione 1 - Rafforzamento delle competenze di ufficiali governativi competenti per attività a supporto di donne vulnerabili della zona di Awi

1. Organizzazione e realizzazione di 1 corso di formazione di 2 giorni per 40 rappresentanti degli uffici governativi a livello di Woreda (suddivisione amministrativa tipo provincia) su mobilitazione delle comunità e sostenibilità degli interventi;

2. Organizzazione e realizzazione di 3 corsi di formazione da 5 giorni per 50 rappresentanti degli uffici governativi a livello di Kebele (municipalità) su tecniche di supporto psicologico.

3. Organizzazione e realizzazione di 4 corsi di formazione e di aggiornamento da 1 giorno per 80 Formatori di Formatori (TOT) su questioni di genere, networking e sostenibilità degli interventi.

4. Organizzazione e realizzazione di 2 corsi di formazione e di aggiornamento da 5 giorni per 40 animatrici donne su animazione, questioni di genere e sostenibilità degli interventi.

5. Organizzazione e realizzazione di 9 corsi di formazione di 5 giorni per 105 insegnanti su tecniche di supporto psicologico e counselling.

Azione 2 – Rafforzare le competenze tecniche di 80 donne impegnate in attività domestiche per aumentare la loro capacità di generazione di reddito

1. Selezione di 80 domestiche;

2. Organizzazione e realizzazione di 4 corsi di formazione da 5 giorni per 80 domestiche su abilità di vita, prevenzione e controllo di HIV/AIDS.

3. Costituzione di 4 associazioni di domestiche

4. Organizzazione e realizzazione di 8 corsi di formazione da 10 giorni per 80 donne domestiche su capacità commerciali di base.

5. Organizzazione e supporto all’avvio delle attività organizzative delle 4 associazioni di 80 donne

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6. Monitoraggio delle attività implementate dalle associazioni di donne generatrici di reddito e supporto tecnico.

Azione 3 – Supporto ad 80 studentesse di Awi per promuovere la parità di genere all'istruzione

1. Costituzione di un comitato di selezione con rappresentanti di autorità locali, insegnanti, rappresentanti del CVM e dell'ufficio di parità di genere e giovani.

2. Selezione di 80 studentesse (20 universitarie e 60 della scuola secondaria).

3. Organizzazione e distribuzione del supporto educativo ad 80 studentesse.

4. Organizzazione, fornitura e distribuzione di materiale educativo e libri per 80 studentesse.

5. Organizzazione e supporto per la costituzione di un'associazione di studentesse per promuovere l'educazione delle ragazze tra pari.

6. Organizzazione e realizzazione di 1 corso di formazione da 5 giorni per 10 rappresentanti dell'associazione di studentesse su diritti delle donne, gestione e leadership.

7. Organizzazione, programmazione e monitoraggio delle attività dell'associazione di studentesse.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 Formatore espero di diritto locale (Azione 1)

¾ 1 Formatrice donna esperta su questioni di genere (Azione 1,2)

¾ 1 Animatore (Azione 2)

¾ 1 Formatore locale in couselling (Azione 2)

¾ 1 Formatore/Promotore microcredito (Azioni 2,3)

¾ 1 Amministratore (Azione 1,2,3)

¾ 1 Segretaria/Contabile (Azione 1,2,3)

¾ 1 Autista/Meccanico (Azione 1,2,3)

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

ETIOPIA- Injibara (CVM 116133)

Il volontario/a in servizio civile n°1 sarà di supporto nelle seguenti attività:

¾ Collaborazione nella fase di organizzazione e realizzazione di 1 corso di formazione di 2 giorni per 40 rappresentanti degli uffici governativi a livello di Woreda (suddivisione amministrativa tipo provincia) su mobilitazione delle comunità e sostenibilità degli interventi;

¾ Affiancamento organizzazione e realizzazione di 3 corsi di formazione da 5 giorni per 50 rappresentanti degli uffici governativi a livello di Kebele (municipalità) su tecniche di supporto psicologico.

¾ Supporto nell'organizzazione e realizzazione di 4 corsi di formazione e di aggiornamento da 1 giorno per 80 Formatori di Formatori (TOT) su questioni di genere, networking e sostenibilità degli interventi.

¾ Affiancamento per l'organizzazione e realizzazione di 2 corsi di formazione e di aggiornamento da 5 giorni per 40 animatrici donne su animazione, questioni di genere e sostenibilità degli interventi.

¾ Supporto per l' Organizzazione e realizzazione di 9 corsi di formazione di 5 giorni per 105 insegnanti su tecniche di supporto psicologico e counselling.

Il volontario/a in servizio civile n°2 sarà di supporto nelle seguenti attività:

¾ Affiancamento nella selezione di 80 domestiche.

¾ Affiancamento nell'organizzazione e realizzazione di 4 corsi di formazione da 5 giorni per 80 domestiche su abilità di vita, prevenzione e controllo di HIV/AIDS.

¾ Affiancamento nella fase di costituzione di 4 associazioni di domestiche

¾ Collaborazione nell'organizzazione e realizzazione di 8 corsi di formazione da 10 giorni per 80 donne domestiche su capacità commerciali di base.

¾ Collaborazione nell'organizzazione e supporto all’avvio delle attività organizzative delle 4 associazioni di 80 donne

¾ Supporto al Monitoraggio delle attività implementate dalle associazioni di donne generatrici di reddito e supporto tecnico.

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REQUISITI:

I seguenti requisiti sono suddivisi tra requisiti generici, ricercati genericamente in tutti i candidati, e i preferibili requisiti specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i volontari andranno ad implementare:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della FOCSIV o di uno degli Organismi soci e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet.

Specifici:

ETIOPIA- Injibara (CVM 116133) Volontario/a n 1

¾ Laurea in ambito socio-educativo come scienze della formazione, educazione, comunicazione, psicologia o equipollenti con esclusione di Scienze Politiche

¾ Buona conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata Volontario/a n 2

¾ Laurea in economia, sociologia o equipollenti con esclusione di Scienze Politiche

¾ Buona conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO CVM Porto San Giorgio Viale delle Regioni,

6 - 63822 0734-674832 www.cvm.an.it

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a cvm@pec.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2014 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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