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PRESENTAZIONE S.E.Mons. Francesco Montenegro, presidente di Caritas Italiana

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Academic year: 2022

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Caritas Italiana – Fondazione “E.Zancan” Rassegnarsi alla povertà? Rapporto 2007 su povertà ed esclusione sociale in Italia

PRESENTAZIONE

S.E.Mons. Francesco Montenegro, presidente di Caritas Italiana

Questa presentazione si colloca alla vigilia di un importante appuntamento della Chiesa italiana e di una significativa ricorrenza per quanti si occupano del tema delle povertà.

L’importante appuntamento è rappresentato dall’avvio della 45ª Settimana sociale dei cattolici italiani in programma a Pistoia e a Pisa dal 18 al 21 ottobre. Nel 2007 si compiono cento anni dalla prima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi proprio a Pistoia dal 23 al 28 settembre 1907.

Il tema prescelto è doppiamente coinvolgente: “Il bene comune oggi: un impegno che viene da lontano”. Infatti continuare a parlare di bene comune in questo tempo è gia di per sé una sfida significativa, data la constatazione di un progressivo indebolirsi della coscienza pubblica nel nostro paese; ma lo è ancor più se il bene comune viene assunto dalla esigente prospettiva della riflessione e dell’azione dei cristiani nella storia dei nostri territori .

La ricorrenza è la Giornata mondiale di lotta alla povertà del 17 ottobre, che ci ricorda ogni anno – lo ricorda ad ogni persona nel pianeta – che la povertà non è un destino, ma è conseguenza di meccanismi economico-sociali, rispetto ai quali si può sviluppare un’azione di contrasto efficace e duraturo. Il magistero sociale della Chiesa ci ricorda non solo il valore della solidarietà, ma anche l’esistenza di strutture di peccato che impediscono il dispiegarsi della dignità della persona.

In questa cornice si colloca questo lavoro di studio realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Emanuela Zancan di Padova, che da anni collaborano sul terreno del comune impegno pedagogico e culturale di analisi e ricerca sui fenomeni di emarginazione ed esclusione sociale nel nostro paese. Senza nessuna presunzione la Caritas Italiana e la Fondazione Zancan, oggi più che affermare chiedono di riflettere e di riflettere insieme a tutti coloro hanno a cuore il futuro di questo paese. A partire da una prospettiva particolare che è quella dei poveri che vivono nelle nostre città e nei nostri paesi.

Chiediamo di riflettere rispetto alla costruzione di politiche di giustizia che diano strutturalmente dignità a chi fa più fatica.

Non interventi episodici o categoriali, non tutele solo a chi può fare la voce grossa, non politiche parziali conseguenza di casualità e improvvisazione.

La nostra riflessione ci pare rafforzata da recenti autorevoli interventi, come nel caso delle dichiarazioni del Governatore di Banca d’Italia Draghi, il quale ha affermato – commentando la Finanziaria 2008 - che “È importante individuare strumenti che diano sistematicamente sostegno alle persone in difficoltà economica.”

Nei prossimi mesi vogliano dare un contributo proprio in questa direzione: sviluppare in maniera organica una riflessione che consolidi consapevolezza su questi temi, sull’esigenza in un piano di contrasto nazionale alla povertà.

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Non abbiamo scritto uno libro dei sogni, ma – questo sì – coltiviamo un sogno, lucido e ragionevole. Quello della lotta alla povertà come obiettivo ordinario delle politiche del paese.

E lottare contro la povertà nel nostro paese, vuole dire molto di più che dare qualcosa a chi ha meno, ma:

- sottrarre ad un destino sociale prevedibile di precarietà e marginalità tanti ragazzi e bambini che hanno avuto la sfortuna di nascere nel posto sbagliato, nel quartiere sbagliato, nella contrada sbagliata;

- contrastare il predominio di una economia criminale in molte regioni del sud, che trova nella povertà di alcuni territori – la possibilità di poter disporre di una “armata di riserva” per il proprio mercato del lavoro;

- costruire coesione sociale a partire innanzitutto da un senso di appartenenza sociale che le politiche di contrasto alla povertà contribuiscono a creare.

Il civismo non è un valore astratto, il senso di appartenenza ad una comunità non è solo un’idea, ma prende corpo anche nel livello di solidarietà concreta percepito da ognuno di noi; una scuola che accoglie anche chi fa più fatica, un ente locale capace di farsi carico dei bisogni delle famiglie, servizi alla persona capaci di accompagnare le persona nei momenti difficili della propria vita, non sono solo efficienti, ma producono un enorme valore aggiunto in termini di coesione e appartenenza sociale.

Serve certamente studiare la costituzione italiana a scuola, ma serve ancora di più rinvenire i valori costituzionali nell’esperienza di vita di ognuno di noi, vederli incarnati nelle leggi, nelle strutture sociali, nello stile di lavoro delle istituzioni sociali e civili, nella passione e nell’impegno civile di ogni operatore.

Coltiviamo insieme questo sogno, di un paese che si assume l’impegno di lottare contro la povertà perché è giusto, ragionevole e possibile.

La giornata di oggi è quindi solo una tappa di un cammino più lungo che vuole essere di confronto e di verifica, sempre più esigente ed allargata.

Per questa ragione abbiamo voluto invitare un commentatore politico del più noto giornale economico del nostro paese per riflettere insieme sul tema anche da altre prospettive, non solo da quelle che ci sono consuete.

Auspichiamo un confronto franco e aperto, che ci metta nelle condizioni di fare un passo avanti nella riflessione: perché il dialogo rispettoso e contestualmente esigente, è uno degli strumenti principali per costruire il bene comune.

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