Gentili colleghi del personale docente e del personale ausiliario, tecnico e amministrativo, gentile Dirigente Scolastico,
immaginavo di fare questo discorso di fronte ai colleghi docenti e al Preside riuniti per l’ultimo Collegio (uno di quegli interventi che fanno sbuffare, perché arrivano sempre quando tutti non vedono l’ora di tornare a casa) e di affiggerne il testo a scuola affinché lo potessero leggere anche i colleghi del personale non docente. Poi la vita ci ha stupito e ci siamo ritrovati tutti a casa, da un giorno all’altro, e anche quello che sarebbe stato il mio ultimo giorno di lezione frontale era passato senza che io potessi fissarmelo nella memoria.
Ho infatti deciso di voltare pagina, insieme alla mia famiglia, e di lasciare questa scuola, questo lavoro, questa città e questo paese. Dal primo settembre sarò uno di quegli italiani – mezzi italiani dovrei dire – che è fuggito all’estero, a Berlino.
Non voglio qui spiegare i motivi di questa nostra decisione, né la tempistica scelta, dico solo che siamo fortunati di poterla prendere non spinti da necessità, bensì da aspirazione ad una vita migliore per noi e per i nostri bambini. Questo lavoro mi ha dato molto, anche se le gratificazioni arrivano col contagocce e magari molti anni dopo. Ma non dimentichiamoci che dietro quell’ex alunno che incontriamo per caso ce ne sono altri cento cha abbiamo aiutato a crescere.
Scrivo invece per ringraziare per nome alcune persone, una piccola parte di quelle con i quali in questi anni al Di Vittorio/Lattanzio ho condiviso momenti intensi di collaborazione, vicinanza e solidarietà. E non sono comunque poche, visto che da 21 anni (quando eravamo ancora nel millennio scorso) questa è stata la mia seconda casa. E in tutto questo tempo non c’è stato
gabbiotto, segreteria, ufficio, laboratorio, vicepresidenza o presidenza dove io non sia stato accolto e ascoltato con la mia esigenza, il mio reclamo o, non di rado, la mia protesta.
Mi tornano in mente stimate colleghe che da alcuni anni non sono più da noi, come Annamaria Silvi e Giovanna Capone, o chi invece ha lasciato questa vita troppo presto, come Massimo
Graziani, Emanuela Crescenzi, Massimo Pisa o Pierpaola Petrolini. E tra voi non potrò dimenticare chi organizzò un regalo per la mia prima figlia, Maria Teresa Rosi e Francesca Curatola. E poi coloro che sono andati oltre il loro dovere istituzionale quando motivi di salute psicologica mi hanno tenuto lontano dalla scuola per sei mesi, Paola Pascucci, Loredana Pizzicaroli e Claudio Dore. Infine ringrazio tutti i docenti con i quali ho lavorato fianco a fianco: ITP, insegnanti di sostegno, colleghi di matematica, colleghi di classe, colleghi con i quali ho condiviso progetti e insegnanti in erba di cui sono stato tutor. Tra tutti questi Franco Marras, cui sono particolarmente grato per avermi fatto conoscere un software di matematica che mi ha spianato la strada per quello che da ora in poi spero sarà il mio nuovo lavoro: inventore di giochi.
Termino la mia esperienza qui, insieme a pensionandi DOC come Marco Solarino, Lucia Di Fino e Francesco Desirò, capisaldi del nostro Istituto, che spero mi accetteranno quando, col vostro nuovo anno scolastico, potranno finalmente festeggiare il loro meritato riposo. E comunque ci rivedremo presto, perché ex colleghi ed ex alunni mi mancheranno di sicuro.
Voglio salutarvi però ringraziando chi mi accolse nel 1999, e come allora resta un esempio di professionalità, disponibilità e umanità. Il vero simbolo del nostro Istituto. Allora mi disse “Stai tranquillo, si sta bene qui”. E aveva ragione lei, l’ausiliaria Elena Proietti.
Un caro abbraccio e un sincero augurio di buon proseguimento di viaggio a tutti Angelo Mazzotti