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Educazione terapeutica in Valle Camonica: l’Associazione Diabetici Camuno-Sebina(ADCS) e la sua équipe formativo-educativala realizzano da 20 anni

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D. Richini

UOSS di Diabetologia e Malattie del Ricambio, ASL di Vallecamonica, Esine (BS)

Corrispondenza: dott.ssa Donata Richini, via Cercovi 22, 25047 Darfo Boario Terme (BS) G It Diabetol Metab 2015;35:166-172 Pervenuto in Redazione il 29-03-2015 Accettato per la pubblicazione il 29-04-2015

Parole chiave: educazione terapeutica, associazioni di volontariato per diabetici, équipe formativo-educativa, giochi didattici

Key words: education for therapy, volunteer associations for diabetics, healthcare education & training teams, serious games

Attività Diabetologica e Metabolica in Italia

Educazione terapeutica in Valle Camonica:

l’Associazione Diabetici Camuno-Sebina

(ADCS) e la sua équipe formativo-educativa la realizzano da 20 anni

RIASSUNTO

L’educazione terapeutica della persona con diabete e dei suoi fa- miliari, così come la formazione degli operatori sanitari che si oc- cupano di questa malattia cronica, sono processi fondamentali nell’empowerment del paziente. Un’educazione terapeutica effi- cace deve essere continua, strutturata, organizzata, offerta in ma- niera sistematica a tutti i pazienti da operatori sanitari formati. Le Associazioni di volontariato che si occupano delle persone con diabete possono essere una risorsa preziosa per la sua realizza- zione. L’attività svolta in 20 anni dall’Associazione Diabetici Camuno Sebina è un esempio di come possa essere affrontato il problema dell’Educazione Terapeutica attraverso l’impiego di gruppi di volontariato.

SUMMARY

The Camuno-Sebina Diabetes Association (ADCS) volun- teers have been providing education about therapy in the Valle Camonica for 20 years

Educating patients with diabetes and their families about treat- ment options, and training healthcare professionals who deal with this chronic disease are vital for patient empowerment. Education about therapy should be permanent, structured, and organized and should be provided continuously to all patients by specifi- cally trained healthcare workers. Associations of volunteers to support patients with diabetes can be a valuable resource to help achieve this aim. More than 20 years’ work by the Camuno- Sebina Diabetes Association provides an example of how edu- cation for therapy can be supported by teams of volunteers.

L’Educazione terapeutica e le Associazioni dei Diabetici

L’Educazione terapeutica risulta indispensabile nella cura del

diabete che, in quanto malattia cronica, richiede continuità

non solo assistenziale, ma anche formativa

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. Purtroppo in

molte realtà i Servizi di Diabetologia difficilmente possono

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dell’ospedale, ha favorito la formazione di una équipe costi- tuita da medici e infermiere operanti nell’ospedale e sul ter- ritorio, figure sanitarie con caratteristiche attitudinali e profes- sionali adatte alle finalità proposte.

Si è costituita quella che chiamiamo l’“équipe formativo-edu- cativa della ADCS” che negli anni ha saputo dimostrare l’uti- lità e la validità del suo modo di operare.

Caratteristiche dell’équipe formativa ADCS

La costituzione dell’équipe è avvenuta nel rispetto di alcune

“attenzioni” ritenute indispensabili:

1) individuazione del consulente sanitario in un diabetologo sensibile all’educazione terapeutica e alla qualità;

2) incarico al consulente di individuare un gruppo di opera- tori sanitari (infermieri professionali) con le seguenti carat- teristiche:

– interesse per la malattia diabetica;

– sensibilità/apertura al volontariato e disponibilità di tempo personale da dedicare;

– motivazione e disponibilità all’aggiornamento profes- sionale;

– capacità di relazionarsi in modo empatico nel team e con gli associati;

3) implementazione del lavoro in team con incontri dedicati in associazione e con la partecipazione a convegni e/o corsi sulla comunicazione e sulle metodiche del lavoro in gruppo (con il contributo economico determinante del- l’Associazione);

4) aggiornamento costante su temi di interesse diabetolo- gico con incontri di équipe oltre che con partecipazione a corsi residenziali e a seminari;

5) affidamento all’équipe della progettazione, organizzazione, realizzazione di tutti gli interventi a finalità educativa pro- grammati dall’Associazione (che tiene conto dei suggeri- menti dell’équipe stessa e si assume l’onere finanziario);

6) massima attenzione alla qualità del lavoro in ogni fase di realizzazione dei progetti di intervento (ogni progetto viene definito con obiettivi generali e specifici, risorse necessa- rie, story board, questionari di conoscenza pre- e post- corso e di customer satisfaction);

7) valorizzazione e sostegno psicologico dell’équipe facendo conoscere all’Associazione, in occasione delle riunioni, tutto il lavoro svolto e comunicandolo anche all’Azienda Sanitaria Locale e alla Comunità Diabetologica Regionale e Nazionale affinché ne diffondano la conoscenza dopo averne valutato l’utilità e la qualità.

Attività dell’équipe ADCS

L’équipe in questi anni ha progettato e realizzato con suc- cesso numerosi corsi, residenziali e non, che hanno riscosso e continuano a riscuotere l’apprezzamento degli utenti.

L’équipe inoltre rivisita continuamente il suo operato per migliorare le prestazioni e partecipa con interesse a corsi e accompagnare il paziente con un processo formativo ben

strutturato e permanente nel tempo

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.

Le “Associazioni Diabetici” possono rappresentare l’organo propulsore di un’attività “qualificata” di educazione, in modo da coprire il fabbisogno del territorio in cui operano, accanto e in collaborazione con i Servizi di Diabetologia. La presta- zione di lavoro volontario, purché ben organizzata e indiriz- zata, produce sicuri vantaggi a chi ne è destinatario, ma ne procura anche a chi la svolge

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.

Le “Associazioni Diabetici” nel loro statuto si danno il com- pito di occuparsi dell’educazione dei pazienti e di solito, nel perseguire i loro obiettivi formativi, si avvalgono di “esperti”

occasionali che intervengono di volta in volta su temi specifici.

Questi interventi occasionali, pur nella loro utilità, non possono far raggiungere quei risultati formativi che invece di- ventano possibili con un rapporto duraturo, fiducioso, confi- denziale tra esperti e utenti.

Il compito dell’équipe educativo-formativa

Obiettivo di questo lavoro è dimostrare che le Associazioni di diabetici possono diventare centri propulsori di un’attività con- tinua di educazione qualificata che, in collaborazione con i Servizi di Diabetologia operanti nel territorio, riesca a soddi- sfare il bisogno degli utenti. Il compito di perseguire livelli au- spicabili di qualità e sostenibilità nella formazione della persona con diabete può essere affidato a un’équipe educa- tivo-formativa, operante in regime di volontariato.

L’ADCS e l’équipe formativa

In Valle Camonica il Servizio di Diabetologia opera 5 giorni alla settimana con medici che hanno l’obbligo di prestare il loro servizio anche nella Divisione Medica e al Pronto Soccorso. Le infermiere addette al Servizio sono impiegate per alcune ore anche su altri ambulatori specialistici. L’équipe diabetologica riesce pertanto a garantire al paziente un’assistenza adeguata per la parte clinica, rispettando le Linee Guida Regionali e gli Standard di Cura, ma non può far fronte all’educazione tera- peutica se non dedicando circa 20 minuti durante la prima vi- sita e rinforzando i messaggi nelle visite successive, per non più di 5-10 minuti.

È sulla base di queste considerazioni che il dottor Giancarlo De Giuli e io, ormai più di 20 anni fa, abbiamo creduto op- portuno valorizzare e stimolare le risorse del volontariato per creare un gruppo di figure professionali che si occupassero di educazione terapeutica in ambito diabetologico.

È nata così l’Associazione Diabetici Camuno-Sebina (ADCS) che ha ritenuto fondamentale creare al suo interno un gruppo permanente di “educatori” convinti di quanto siano importanti l’educazione permanente dei pazienti diabetici e la presenza stabile di operatori motivati e aggiornati.

Fin dal 1990 questa Associazione, in collaborazione con il

consulente sanitario responsabile del Servizio di Diabetologia

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Figura 1 Il bersaglio dei grassi: gioco educa- tivo per chi deve imparare a controllare l'ap- porto calorico.

– diabetici di tipo 2 e loro familiari;

– operatori sanitari (medici e infermieri) del territorio, del- l’ospedale e delle RSA (residenze sanitarie assistenziali);

– farmacisti;

– popolazione del territorio nel quale opera la ADCS.

Metodologia usata per gli interventi educativi ADCS

Dal 1994, anno del nostro primo Corso residenziale per per- sone con diabete e loro familiari, abbiamo avvertito la neces- sità di evitare o ridurre al minimo indispensabile le lezioni frontali e privilegiare invece l’apprendimento interattivo dei par- tecipanti, anche con fasi operative e divertenti, in modo da valorizzare l’empatia e la capacità di ascolto.

Soprattutto per l’“educazione terapeutica nutrizionale” – argo- mento complesso e articolato, di difficile insegnamento/ap- prendimento – ci servivano strumenti di lavoro costruiti ad hoc, che permettessero di affrontare con ordine i vari capitoli. Sen- tivamo quindi la necessità di creare “giochi” adattabili, di facile impiego, che rispondessero di volta in volta agli obiettivi edu- cativi che il Corso si poneva e che fossero accompagnati da

“note operative per l’uso” con i dettagli dei modi, dei tempi, delle particolari attenzioni da mettere in atto per permettere ai tutor un proficuo accompagnamento del gioco.

congressi sul diabete, sulle modalità di comunicazione e sulla gestione dei gruppi.

Alcune infermiere dell’équipe hanno anche conseguito il ma- ster in Diabetologia e altri sono diventati formatori nella scuola degli Operatori Sanitari Diabetologici Italiani (OSDI).

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione è sempre attento al so- stegno psicologico dell’équipe e si fa carico delle spese per la realizzazione dei progetti, ma è bene ribadire che gli ope- ratori svolgono la loro attività in completo regime di volonta- riato.

La validità dell’équipe è oggi riconosciuta anche dalla ASL locale che le affida, in varie occasioni, compiti educativo- formativi per l’aggiornamento del personale sanitario negli ospedali e sul territorio.

A volte l’équipe viene chiamata a operare anche da altre As- sociazioni di Diabetici.

Destinatari degli interventi educativi dell’équipe ADCS

Gli interventi educativi (corsi, camminate, progetti per l’attività fisica…) si rivolgono di volta in volta a target di popolazione differenti, con lo scopo di creare una rete di persone sensibili e bene informate sul problema del diabete:

– diabetici di tipo 1 e loro familiari;

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Figura 2 Filastrocca sull'ipoglice- mia: momento di verifica dopo aver trattato l'argomento.

“Pinocchio in ipoglicemia” e “Pinocchio va a New York” in- ventati dall’équipe per far comprendere l’ipo- e l’iperglicemia ai bimbi piccoli, poi messi in scena; e ancora, per i più piccini, il lavoro di “Pungiamo il dito a Spumone”.

Nascita dell’équipe

1990-1994: l’Associazione nasce come sezione dell’Associa- zione Diabetici della Provincia di Brescia (diventerà autonoma nel

’96) per poter svolgere “informazione” sul diabete, infatti vengono individuate alcune figure professionali che si occupano di diabete all’interno dell’ospedale e a esse si dà il compito di organizzare corsi di informazione rivolti a tutta la popolazione. Il mandato pre- cisa che devono essere corsi con caratteristiche di semplicità, facile comprensione e ricaduta pratica favorente modifiche del comportamento della persona con diabete e dei suoi familiari.

1994: gli operatori sanitari che hanno collaborato ai “Corsi in- formativi” sentono l’esigenza di “Corsi di tipo formativo”:

l’ADCS dà mandato a 2 medici e 4 infermiere professionali di progettare e realizzare un corso residenziale per diabetici di tipo 1 e familiari e un corso residenziale per diabetici di tipo 2 e familiari. Da questo momento nasce l’équipe che inizia riu- nioni di team building – con l’aiuto di un esperto chiamato da fuori –, condivide e omogeneizza le conoscenze sul diabete, impara e sperimenta il metodo di lavoro in gruppo, pensa e realizza “giochi educativi” sul diabete.

Nascono in questa fase “So cosa mangio” e il “Gioco degli equivalenti”, oltre a una brochure sul diabete.

“Giochi” come strumenti di lavoro ADCS

Da queste necessità sono nati i primi giochi – “So cosa man- gio” e “Gioco degli equivalenti” – ai quali si sono aggiunti molti altri: “Conto i carboidrati”, “La colazione sognata”, “Il bersa- glio dei grassi” (Fig. 1), “Diabetyno, il trenino birichino”, “Il cru- civerba diabetologico gigante”, “La battaglia navale del diabete”, “Il gioco dei palloncini”, i “Puzzle”, il “Diario gigante”.

Avevamo la necessità di proporre ai partecipanti che ripete- vano i nostri Corsi i “contenuti diabetologici” in forme diverse e più stimolanti, ma volevamo anche che l’équipe educativa, ricercando nuove e creative modalità didattiche, trovasse sti- moli contro la noia della ripetitività.

Altre attività svolte dall’équipe ADCS

Sempre in tema di alimentazione, mi piace ricordare altre at- tività ben riuscite: le interviste fatte dai pazienti, durante i Corsi residenziali, ai commercianti della città per far emergere i pre- giudizi sull’alimentazione nel diabete, il “Gioco del self ser- vice”, la discussione di ricette e il loro inserimento in una dieta tipo di 1600 kcal.

E poi, ancora, le poesie inventate dai pazienti sui diversi temi

trattati al Corso (Fig. 2); le storie inventate su disegni predi-

sposti a cui i pazienti dovevano aggiungere didascalie come

la “Pied story” e la “Storia di Gep” (Fig. 3); i cartelloni con foto

di comportamenti corretti e comportamenti errati per la cura

del piede o per l’esecuzione dell’autocontrollo; i racconti

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Figura 3 La storia di Gep: lavoro di gruppo sulle complicanze del diabete.

• mettere in atto l’autogestione della dieta;

• programmare la propria attività fisica;

• gestire l’ipoglicemia;

• prendersi cura del piede;

formativi personali psicologici: favorire

• l’accettazione serena della condizione di diabetico;

• la motivazione al rispetto dell’autocontrollo, della dieta e dell’attività fisica;

• la partecipazione con impegno e spirito di collabora- zione alle attività di gruppo.

Modalità di lavoro dell’équipe

Allorché il Consiglio Direttivo della ADCS decide di affidare un progetto all’équipe, questa si riunisce per la programmazione dettagliata che poi sottopone al Consiglio Direttivo dell’Asso- ciazione per l’approvazione.

Di seguito le modalità di lavoro dell’équipe.

Fase di progettazione

– Definizione della tipologia di destinatari a cui è rivolto il pro- getto e del numero massimo di partecipanti;

– definizione del periodo di effettuazione;

– ricerca dell’ambiente adatto (località, struttura alberghiera);

– sopralluogo di verifica logistica;

– definizione del budget;

– definizione del mandato per l’équipe.

L’équipe oggi: operatori, attività, finalità

Alcune delle persone componenti l’équipe iniziale sono tut- t’oggi operanti nella stessa; altre per vari motivi hanno la- sciato, ma sono state sostituite sempre con adeguato processo di inserimento al lavoro in team.

Oggi l’équipe è costituita da un medico (Donata Richini), 7 in- fermiere (Elisa Bellini, Giovanna Franzoni, Michela Mazzuc- chelli, Erika Pietti, Patrizia Richini, Serena Spadari, Cinzia Toppino), un’assistente sanitaria (Sonia Pelamatti).

Attualmente l’équipe svolge:

– corsi residenziali sul diabete di tipo 1 e 2 rivolti a pazienti e familiari;

– corsi per operatori sanitari (su mandato della ASL di Val- lecamonica);

– serate informative per la popolazione;

– giornate di screening del diabete;

– camminate educative;

– partecipazione alla Giornata Mondiale del Diabete.

Gli obiettivi delle attività formative sono di vario genere:

cognitivi: far acquisire informazioni su

• diabete;

• automonitoraggio della glicemia;

• alimentazione;

• attività fisica;

• ipoglicemia;

• piede diabetico;

pratico-operativi: rendere capaci di

• eseguire correttamente l’autocontrollo della glicemia;

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Fase di realizzazione

– Incontri periodici dell’équipe nel periodo precedente l’evento per

• definire gli obiettivi generali e specifici;

• disporre la story board;

• condividere e comprendere a fondo ogni fase del la- voro;

– preparazione del materiale necessario;

– promozione dell’evento e raccolta delle adesioni in colla- borazione con l’Associazione;

– suddivisione degli strumenti di verifica relativi a cono- scenze, capacità pratiche, modifiche del comportamento;

– individuazione delle strategie per creare la giusta “atmo- sfera”;

– attuazione del progetto in sintonia con gli insegnamenti del metodo della scuola AMD e OSDI.

Fase di verifica

– Durante l’evento, con riunioni serali dei componenti l’équipe;

– valutazione dei questionari e delle griglie di verifica;

– valutazione delle “aspettative” e del “cosa mi porto a casa”;

– valutazione dei risultati a distanza sui parametri clinici e sull’osservazione del comportamento dei singoli parteci- panti in occasioni successive.

Attività realizzate

All’interno della ADCS, dal 1990 si sono realizzati:

– 5 corsi di Informazione strutturati in 4 serate;

– 20 settimane di Vacanza-Formazione per diabetici di tipo 2 e loro familiari (più una progettata dal 24 al 31 maggio 2015 a Pesaro);

– 15 corsi residenziali per diabetici di tipo 1 e loro familiari;

– 6 corsi annuali con incontri a cadenza mensile per diabe- tici di tipo 2 della Media Valcamonica;

– 21 giornate di screening precedute da incontri informativi sulla prevenzione del diabete e della colesterolemia;

– 10 corsi residenziali monotematici (terapia insulinica in- tensiva, diabete e gravidanza, terapia non farmacologica del diabete, piede diabetico, gestione del diabetico in ospedale…) per operatori sanitari dell’ospedale e del ter- ritorio ASL su incarico dell’ASL stessa;

– 2 corsi residenziali per infermieri professionali ASL in col- laborazione con ASL e un corso residenziale per operatori delle RSA;

– 7 corsi di una giornata per operatori RSA;

– 18 camminate educative strutturate;

– 40 serate informative in vari paesi della Valle;

– incontri informali serali di gruppo, in sede, l’ultimo lunedì del mese, dal 1997 al 2005;

– 3 corsi per medici di Medicina Generale e loro pazienti su Gestione Integrata (Progetto Coordinamento Lombardo Associazioni Diabetici);

– 6 incontri con alunni delle scuole o con genitori e inse- gnanti;

– 7 progetti “Camminare insieme per star bene”;

– 3 progetti “Ballare per guadagnare salute… divertendosi”.

In ambito regionale e nazionale:

– presentazione di poster e comunicazioni orali ai Congressi Nazionali OSDI e AMD;

– partecipazione a un corso per équipe diabetologiche della Sardegna con compiti di tutoraggio del gruppo e presen- tazione di una relazione;

progettazione e realizzazione di 12 corsi sul counting dei carboidrati (CHO) per Associazioni di Milano, Bergamo e Piacenza;

– creazione di 5 strumenti educativi, “giochi” (“So cosa man- gio”, “Gioco degli equivalenti” 1 e 2, “Conto i carboidrati”,

“La colazione sognata”) che sono stati prodotti su scala na- zionale da Aziende di Diagnostica (Roche e Menarini), a di- sposizione di chi fa “educazione terapeutica” per il diabete.

Risultati e successi conseguiti

Ai corsi educativi partecipano ogni anno almeno 20 nuovi dia- betici e loro familiari che seguono, se il corso è residenziale, un percorso educativo-formativo di base.

A ogni corso partecipano anche numerosi diabetici che già hanno partecipato negli anni precedenti: per loro i temi ven- gono approfonditi e proposti con metodiche diverse (problem solving, role play, giochi, discussioni visualizzate, esempi di vita vissuta…) per rinforzare le conoscenze possedute e fa- vorire la modifica del comportamento.

Il metodo applicato, pur richiedendo impegno e fatica all’équipe, favorisce l’apprendimento e rende gradevole la partecipazione anche reiterata evitando la monotonia e la ripetitività del lavoro.

Alcuni dati numerici sui partecipanti a ogni evento:

– corsi residenziali per diabetici di tipo 2: circa 90 persone (inclusi i familiari), divise in 4-6 gruppi;

– corsi residenziali per diabetici di tipo 1: circa 40 persone;

– camminata educativa: da 90 partecipanti nel 1998 a 214 nel 2007;

– corsi in Valle Camonica: percorso educativo completato da 103 persone.

I risultati rilevati dai questionari finali di gradimento sono molto soddisfacenti e così pure quelli sulle conoscenze acquisite, dove si apprezzano risposte esatte in maggiore percentuale nei pazienti che già hanno seguito altri corsi.

Valutazione dell’utilità

dell’équipe educativo-formativa

La creazione dell’équipe ha portato dei vantaggi? La risposta è “sì”. I vantaggi si riscontrano non solo per i pazienti e i loro familiari, ma anche per gli operatori sanitari, per la popola- zione in genere, per il Servizio Sanitario, per l’Unità Operativa di Diabetologia e, infine, per la stessa équipe.

Come già detto, l’attività di volontariato, quando ben struttu-

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rata e finalizzata, reca reciproco vantaggio a chi ne fruisce e a chi la svolge, infatti:

i pazienti

– possono partecipare a percorsi di formazione regolari che consentono loro di imparare a gestire autonomamente la malattia;

– possono scegliere, tra più offerte, quelle a loro più con- geniali (educazione singola, di gruppo, in corso residen- ziale, nella sede dell’Associazione, nel proprio paese…);

– possono fruire di un’educazione-formazione permanente;

– trovano nel gruppo di infermiere e medici dell’équipe dei referenti stabili, ma anche “amici” che, all’occorrenza, pos- sono dare sostegno psicologico e assistenza in quanto operatori sanitari sul territorio e in ospedale;

– non si sentono “ghettizzati” poiché ogni iniziativa è aperta anche a chi, pur non avendo il diabete, desidera cono- scere e prevenire la malattia;

i familiari delle persone con diabete

– possono partecipare agli eventi organizzati per conoscere e quindi essere d’aiuto ai propri cari;

– imparano a prevenire diabete e malattie cardiovascolari, pertanto sono motivati a modificare il loro stile di vita;

– trovano nell’équipe i referenti per consigli e sostegno psi- cologico;

i componenti dell’équipe

– aumentano le conoscenze in campo diabetologico e le competenze in campo educativo;

– migliorano l’autostima;

– mantengono e implementano la motivazione alla loro pro- fessione;

– diventano referenti per la diabetologia nelle Divisioni e sul territorio in cui operano;

– hanno l’opportunità, attraverso l’ADCS, di partecipare a congressi e a corsi di aggiornamento regionali e nazionali;

il Servizio di Diabetologia

– trova un utile supporto per l’attività formativa dei pazienti che lì afferiscono e che da lì poi possono essere indirizzati all’ADCS per l’educazione terapeutica;

gli operatori sanitari

– ricevono formazione e aggiornamento attraverso corsi a loro dedicati, realizzati con quel metodo interattivo che ormai è riconosciuto come più efficace in ambito didat- tico;

– migliorano le prestazioni ai pazienti con diabete nell’assi- stenza sul territorio, nei reparti di degenza e nelle strutture RSA;

il Servizio Sanitario

– ha ottenuto dall’équipe collaborazione fattiva nella stesura del percorso diagnostico-terapeutico, nell’implementa- zione e nella prosecuzione della Gestione Integrata (vedi corsi medico-pazienti per la GI);

l’Associazione Diabetici Camuno-Sebina (ADCS)

– è soddisfatta perché, valorizzando e stimolando le risorse

del volontariato, può raggiungere uno degli obiettivi del suo Statuto – l’educazione terapeutica –, ridurre l’inci- denza delle complicanze croniche e migliorare così la qua- lità di vita delle persone con diabete;

– viene riconosciuta dall’ASL e dall’UO di Diabetologia come partner in campo educativo.

Conclusioni

Da quanto sopra emerge che la nostra iniziativa permette di:

– intensificare la comunicazione paziente-operatore e tra i diversi operatori;

– promuovere l’autocontrollo attivo;

– superare i limiti della terapia farmacologica e non farma- cologica;

– fornire assistenza psicosociale alla persona con diabete e familiari;

– attivare progetti per l’incremento delle attività motorie nelle persone con diabete;

– inserire nella filiera assistenziale il ruolo fondamentale di un associazionismo responsabile che metta in atto stra- tegie per:

• aumentare le conoscenze sul diabete;

• avviare programmi di istruzione, prevenzione, educa- zione delle persone con diabete e di quelle a rischio;

• realizzare corsi di formazione per operatori sanitari e persone con diabete;

• fornire alle persone con diabete e familiari alcuni strumenti e metodi pratici per migliorare la qualità di vita;

• avviare programmi e campagne di comunicazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica;

• stimolare l’adozione di stili di vita salutari attraverso programmi di attività motoria e nutrizione.

Conflitto di interessi

Nessuno.

Bibliografia

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3. Commissione Nazionale Diabete - Piano sulla malattia diabetica.

2012, pp. 72-3.

Riferimenti

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