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Resoconti Consiliari

IV LEGISLATURA CCLXX SEDUTA 15 LUGLIO 1964

CCLXX SEDUTA

(POMERIDIANA)

MERCOLEDI' 15 LUGLIO 1964

Presidenza del Vicepresidente GARDU

— 6057 — Consiglio Regionale della Sardegna

INDICE Ordine del giorno Peralda - Zucca - Cardia:

Secondo programma esecutivo del Piano di rina- scita economica e sociale della Sardegna. (Con- tinuazione della discussione ):

SODDU, Assessore alla rinascita 6058

CARDIA 6072

(Votazione segreta) . 6074

(Risultato della votazione) 6074

TORRENTE 6074

ZUCCA 6077

CASU 6078

SERRA 6079

PULIGHEDDU 6080

DETTORI 6081

CUCCU 6083

(Votazione segreta) 6088

(Risultato della votazione) 6088

La seduta è aperta alle ore 18 e 10.

TORRENTE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che è approvato.

Continuazione della discussione del secondo programma esecutivo del Piano di rinascita economica e sociale

della Sardegna.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del secon- do programma esecutivo del Piano di rinasci- ta. Sono stati presentati fino a questo momen- to due ordini del giorno dei quali si dà, lettura.

TORRENTE, Segretario:

«Il Consiglio regionale, a conclusione della discussione generale del programma se- mestrale 1 luglio - 31 dicembre 1964 del Piano di rinascita ; convinto che i fini del Piano di rinascita della Sardegna possono essere rag- giunti soltanto nel quadro di una politica na- zionale che sia coerente con quei fini ; fa voti al Parlamento perché la crisi politica in atto sia superata con la formazione di un Governo che realizzi, senza dannosi rinvii, una pro- grammazione democratica dell'economia na- zionale, collegata con le necessarie riforme economiche e sociali e diretta, in primo luogo, a risolvere i problemi di rinnovamento e di sviluppo delle regioni meridionali e insulari e a promuoverne e potenziarne gli istituti au- tonomi attraverso cui si esprime la volontà, di rinascita delle popolazioni meridionali».

Ordine del giorno Dettori - Puligheddu - Masia - Casu - Falchi Pierina - Soggiu Piero - Zaccagnini - Sassu - Usai:

«Il Consiglio regionale, considerato che è necessario garantire ai produttori agricoli una difesa efficace dei propri redditi attraver- so una forte organizzazione cooperativa; con- siderato che all'art. 15 della legge 588 è previ- sta «l'attuazione di un programma diretto a promuovere la costituzione in tutto il territo- rio della Regione di una rete di cooperative

Resoconti, f. 788 - s. 270 (1000)

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Resoconti Consiliari — 6058 — Consiglio Regionale della Sardegna

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di produzione, trasformazione e di servizi»;

considerato infine che nel programma seme- strale è prevista la costruzione di due impian- ti per la conservazione e trasformazione dei prodotti ortofrutticoli, impegna la Giunta al fine di dare completezza alla rete di coopera- tive indispensabili al momento attuale per la valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli, a prevedere nel programma esecutivo per il 1965, ove non fosse possibile nel frattempo provvedervi altrimenti, la costruzione di un impianto di conservazione e trasformazione dei prodotti ortofrutticoli in Ogliastra e di un analogo impianto nella bassa valle del Coghinas».

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'onorevole Assessore alla rinascita.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, la di- scussione che si è svolta in quest'aula sulla mozione presentata dal. Gruppo comunista e socialista sul programma semestrale cre- do abbia chiarito in gran parte le motiva- zioni generali che hanno spinto la Giunta a presentare, in attesa dell'elaborazione del quinquennale, un programma di raccordo per il secondo semestre 1964. Ma la discussione che si è svolta in questa tornata ha messo a fuoco problemi generali e anche problemi particolari che in quell'altra occasione non erano stati toccati. Mi sembra infatti che sul- l'impostazione generale che alla discussione ha dato soprattutto il Gruppo comunista c'è stata una notevole differenziazione. Devo ri- levare innanzitutto che durante la discussione sulla mozione la Giunta era stata accusata di aver voluto accantonare il piano quinquennale e di aver voluto presentare il semestrale sol- tanto per subordinare la programmazione sarda, il piano sardo al piano nazionale. In quella occasione si disse, cioè, che la decisione della Giunta si giustificava in quanto c'era una volontà di allineamento della politica della Regione- Sarda alla politica del Governo centrale. Un adeguamento delle scelte da fare con la programmazione regionale nelle scelte

del quinquennale alle scelte che sarebbero state operate in campo nazionale. La posizio- ne che è emersa, invece, in questa discussione è molto diversa ; è una posizione che si può dire quasi capovolta in quanto si chiede, in una situazione politica completamente diver- sa, che il piano sardo venga presentato per agire sul Governo, per costringerlo, per in- citarlo a presentare il suo piano quiquennale.

CARDIA (P.C.I.). L'ho detto anche prima.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

L'ha detto anche prima, certamente, onorevo- le Cardia, ma c'è una leggera differenza. Oggi cioè non siamo più nella situazione per cui la Giunta si adeguerebbe alle scelte della pia- nificazione nazionale ; oggi si dice : «La pia- nificazione nazionale non esiste; la pianifica- zione nazionale non avrà nel breve futuro, nel tempo prevedibile di sei mesi, un anno, alcuna possibilità di attuazione». Cade quindi l'accu- sa, che in quella occasione alla Giunta era sta- ta rivolta, di subordinazione, di voler adeguare la programmazione sarda alla programmazio- ne nazionale. In occasione della discussione della mozione io dissi che questa volontà, del- la Giunta di subordinare le scelte sarde alle scelte nazionali non esisteva, che c'era invece da parte della Giunta la volontà, precisa di continuare nell'elaborazione del quinquenna- le autonomamente, di portare al più presto all'esame del Consiglio il piano quinquennale ed il programma esecutivo e di utilizzare que- sta piattaforma, il documento elaborato dalla Giunta ed approvato dal Consiglio regionale, anche come strumento di contestazione nei confronti dello Stato ; uno strumento cioè che non tendeva ad adeguarsi alle scelte della programmazione nazionale, ma, a tener conto di quelle scelte, confrontandole con quelle che la Regione avrebbe fatto in completa au- tonomia. Dicevo anche che la base sulla quale doveva essere elaborato il quinquennale era già, sostanzialmente contenuta nella legge 588 che prefigurava un- modello di sviluppo dell'economia e della società, sarda adeguato alle esigenze e alle richieste emergenti dai vari settori del Consiglio.

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— 6059 — Consiglio Regionale della Sardegna Resoconti Consiliari

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Sulla piattaforma della 588 esisteva ed esiste una sostanziale unità, esisteva ed esi- ste una grande convergenza dei vari settori.

Era quindi la legge 588 il modello di sviluppo che doveva essere tenuto presente nell'elabo- razione del piano quinquennale e dei pro- grammi ; modello di sviluppo nascente dalla legge 588 che ha bisogno però di ulteriori ap- profondimenti, ha bisogno di ulteriori speci- ficazioni, ha bisogno soprattutto di arricchi- menti e di completamenti proprio da quella pianificazione nazionale che dovrebbe colma- re le competenze che sono escluse, sono lascia- te fuori dalla legge 588. E' inutile pensare che la Regione Sarda, sia pure attraverso la legge nazionale 588, possa operare in quei settori fondamentali nei quali deve incidere la pro- grammazione nazionale. Noi sappiamo che sfugge alla 588 e che sfuggono alla Regione Sarda alcuni settori chiave sui quali deve in- vece incidere la programmazione nazionale.

Noi sappiamo che senza questo completamen- to, senza cioè un quadro generale nel quale collocare il programma e il piano sardo, la programmazione regionale non può operare quelle riforme di struttura, quel capovolgi- mento delle strutture produttive e sociali del nostro Paese e della nostra isola, che invece noi riteniamo necessari. E' quindi questa la base di partenza ; una base di partenza che ha bisogno però di essere specificata nella strut- tura e nel contenuto del Piano, nella sua ar- ticolazione.

Noi abbiamo a lungo parlato (in occasio- ne dell'esame dello schema generale di svilup- po, del piano generale e del primo program- ma) della struttura, dell'articolazione, del contenuto del piano sardo. Abbiamo da più parti rilevato l'incompletezza e talvolta la di- sorganicità delle previsioni, del contenuto, dell'articolazione del Piano. Abbiamo rileva- to, cioè, che il piano sardo, nella programma- zione regionale, sia pure incompleta, ha bi- sogno continuamente di affinamenti, di revi- sioni, di modificazioni e di arricchimenti e che la stessa articolazione, la stessa struttura del piano abbraccia tanti settori che non so- no soltanto economici, ma coinvolgono isti- tuzioni e richiedono strumenti operativi`-che'

si debbono porre in essere, che si debbono utilizzare per l'attuazione del Piano. E noi sappiamo che anche per questo aspetto, anche per tutto il quadro istituzionale nel quale si muovono gli interventi e nel quale deve ope- rare il piano sardo, abbiamo bisogno della programmazione nazionale ; abbiamo bisogno, cioè, che lo Stato incominci un'azione pro- grammata che incida non soltanto nella po- litica dei redditi, ma che incida anche nelle strutture operative, nella burocrazia, nel si- stema fiscale, nel sistema di sicurezza sociale, nel sistema civile, che incida nelle strutture politiche e anche democratiche del nostro paese.

Abbiamo bisogno di profonde rifOrme nel- lo Stato, di profonde riforme nella struttura istituzionale esistente. Abbiamo, quindi, un duplice legame con la programmazione na- zionale ; duplice legame che si sostanzia, che si concretizza nei contenuti del Piano per quanto riguarda i settori economici e sociali e nella struttura e nell'articolazione del Pia- no per quanto riguarda le istituzioni, per quanto riguarda la struttura dello Stato, la sua organizzazione, la sua efficienza anche burocratica. Noi quindi siamo davanti ad una situazione che ci vede spesso in difficol- tà per quanto riguarda anche questi aspetti.

Non è chi non veda, e non c'è chi possa rifiutare di riconoscere, che la 588 è di dif- ficile attuazione se tutti questi aspetti non vengono considerati e non vengono attuate modificazioni profonde da parte dello Stato.

Non è chi non veda quanto sia difficile ope- rare anche con gli interventi previsti dalla 588, col raggiungimento pieno degli obiettivi contenuti in quella legge, se manca alla Re- gione, se manca all'organo pianificatore del- la Sardegna, se manca al Consiglio regionale il quadro generale nel quale inquadrare l'a- zione del Piano di rinascita. Questo dico per rispondere in parte a quanto affermato dal- l'onorevole Zucca, secondo il quale le diffi- coltà nelle quali la Regione si trova nell'at- tuazione del Piano significano fallimento del- l'azione della Giunta regionale ; significhe- rebbero cioè che la Giunta regionale non è ca- pace di- portare ad attuazione il Piano. La

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Resoconti Consiliari — 6060 — Consiglio Regionale della Sardegna

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Giunta regionale da sola- non sarà mai capa- to, rispetto delle scadenze. Noi sappiamo che ce di attuare il Piano se non si risolvono i esistono due spazi, uno statale e uno regio- problemi di fondo, se non si dà una nuova nale integrati vicendevolmente ; esiste l'auto- struttura, se non si dà un nuovo campo, un nomia regionale ma esiste lo Stato ; esiste lo nuovo e più adeguato terreno all'attuazione Stato nel quale opera l'autonomia regionale del Piano nel quale inquadrare gli interventi, che non può certamente prescindere dalla pre- nel quale far muovere gli strumenti previsti senza dello Stato, dal come lo Stato è presente.

dal nostro programma regionale. Noi sappiamo che per quanto si possa elevare il concetto di autonomia, per quanto alta la ZUCCA (P.S.I.U.P.). Mettiamo i soldi in voce del Consiglio regionale si possa levare frigorifero e aspettiamo la programmazione nella situazione nella quale si inquadra l'au-

nazionale. tonomia regionale all'interno dello Stato, la

autonomia regionale incontrerà sempre, giu- SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita. stamente, naturalmente, limiti molto ampi Noi non aspettiamo la programmazione nazio- e precisi. Siamo quindi qui a dire ancora una nale: io sto solo rilevando le difficoltà nelle volta che la Giunta regionale non si è dimen- quali ci troviamo. Credo che anche lei, ono- ticata di queste cose. La Giunta regionale si revole Zucca, debba riconoscere queste diffi- rende conto che il piano sardo è intimamen- coltà, a meno 'che le sue considerazioni non te legato al piano nazionale, non per una su- siano strumentali. Ma, se deve essere sincero, bordinazione, ma perché ritiene il piano na- deve dire che senza una profonda modifica zionale indispensabile, lo ritiene necessario della struttura istituzionale, della burocrazia, all'attuazione del Piano sardo, come ritiene di tutti i sistemi che vigono nello Stato ita- necessaria e indispensabile la presenza e la liano, anche l'attuazione del Piano sardo di- concreta e nuova organizzazione dello Stato venta difficile con, tutta la buona volontà nelle sue varie articolazioni. Su questo terre- degli organismi preposti all'attuazione. no, quindi, la Giunta regionale non ha da fare alcun «mea culpa», non ha da confessare ZUCCA (P.S.I.U.P.). Per quanto difficile colpe.

sia abbiamo l'obbligo di attuarlo. Noi abbiamo presentato il semestrale per un'esigenza tecnica. E l'onorevole Zucca e gli SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita. altri colleghi — soprattutto l'onorevole Con- Abbiamo l'obbligo di attuarlo .e tentiamo di giu — che hanno interpretato questa deci- attuarlo. Certamente nessuno ha rinunziato sione della Giunta regionale come una deci- ad attuarlo. I rapporti tra piano sardo e pia- sione squisitamente politica, cioè come una no nazionale però non si pongono soltanto sul decisione legata intimamente all'evolversi del- terreno delle scelte politiche da compiere ; la situazione nazionale, hanno commesso un cioè non si tratta per la Regione semplicemen- errore gravissimo d'interpretazione. Per es- te ed esclusivamente di operare delle scelte sere logici al massimo, storicisti al massimo, autonome da portare avanti autonomamente. si è commesso l'errore di dare un'interpre- Si tratta, evidentemente, - di rivendicare, per- tazione ortodossa, anche se logica e apparen- ché il Piano di rinascita abbia attuazione, la temente organica delle varie fasi. L'onorevole programmazione nazionale che investa tutti Congiu ha ricostruito il calendario delle vi- i settori della struttura dello Stato, che dia cende, la cronaca delle vicende che hanno poi razionalità e che dia nuovo vigore all'azione portato al semestrale. Anche se apparentemen- dello Stato. E anche per questo noi riteniamo te logica la sua è una spiegazione non rispon- oggi che l'aver portato il semestrale non si- dente alla verità. La presentazione del seme- gnifica nè rinunzia nè subordinazione, signi- strale non è legata alla situazione politica na- fica solo quello che si è voluto dire espressa- zionale. Che non sia legata alla situazione mente : adeguamento dei tempi, coordinamen- politica nazionale e all'evolversi di questa si-

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Consiglio Regionale della Sardegna

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Resoconti Consiliari

tuazione politica è dimostrato dal fatto che noi riteniamo valido il programma semestra- le anche oggi che la situazione politica è com- pletamente mutata perché siamo in una fase di crisi.

Qualcuno ha detto che il semestrale si giustificava all'interno della situazione poli- tica nazionale determinata dai problemi del- la congiuntura. Qualcuno ha detto che noi non avevamo presentato il quinquennale per adeguarci a questa volontà governativa di procrastinare le riforme, di procrastinare i piani per operare soltanto nella congiuntura.

Ma questa critica è contraddittoria, perché quando noi abbiamo affermato che alla fine di giugno sarebbe stato presentato il quin- quennale da parte del Governo, eravamo con- vinti, sicuri che questo sarebbe avvenuto, co- me di fatto è avvenuto anche se oggi non si può dar corso a quella presentazione ed il pro- gramma diventa un documento quasi perso- nale del Ministro del bilancio uscente. Però eravamo legati a quella situazione politica, non all'evolverà di essa, non cioè ad un dise- gno politico preordinato per cui si doveva far la crisi e si dovevano accantonare le ri- forme. La Giunta regionale secondo l'impo- stazione dell'opposizione doveva essere invece già al corrente dell'evolversi della situazione politica nazionale e si adeguava ad essa, anzi precorreva i tempi come se noi già fossimo a conoscenza della crisi di Governo che poi si è verificata. Nessuno però vuol negare che il semestrale si colloca oggi in un contesto po- litico differente per quanto riguarda la situa- zione politica nazionale : c'è stata la crisi di Governo ; c'è nell'aria qualche proposito di procrastinare la programmazione nazionale a tempi migliori; c'è l'accentuazione maggio- re data ai problemi della congiuntura, al ri- sanamento della situazione del mercato fi- nanziario, della moneta e dei consumi nel nostro Paese. C'è la preminenza data a questi problemi sui problemi delle riforme, sui pro- blemi del Piano..

Siamo consapevoli che questa situazione nazionale colloca il programma semestrale e collocherebbe il piano quinquennale della Sardegna, se fosse stato presentato, in una

situazione diversa da quella che noi conosce- vamo, vivevamo in Italia qualche mese fa.

E' evidente, cioè, che il rinvio della program- mazione nazionale accrescerà, come già qual- che consigliere ha rilevato, le difficoltà di di- fendere l'aggiuntività. Accrescerà le diffi- coltà di difesa dell'aggiuntività proprio per la difficoltà di conoscere i programmi dello Stato, per la difficoltà di contestare le scelte che lo Stato avrebbe fatto attraverso i suoi programmi annuali e pluriennali ; accrescerà la difficoltà di difendere l'aggiuntività perché noi opereremo nuovamente in un contesto confuso, in un contesto di programmi fatti dopo che i bilanci sono stati approvati e non comunicati neppure alla Regione. La man- canza e il rinvio della programmazione ac- cresceranno certamente anche le difficoltà del coordinamento. E' chiaro che un coordi- namento serio l'Amministrazione regionale lo potrà fare nella misura in cui conosca, in tempi ragionevole, i programmi dello Stato e possa concordare con lo Stato questi pro- grammi; possa concordarli ed esaminarli in- sieme sulla base delle esigenze poste nel no- stro piano, poste nei nostri programmi. Noi rivendichiamo alla Sardegna, alla Regione, il potere di programmare tutti gli interventi che in Sardegna si debbono operare ; rivendichia- mo, quindi, il coordinamento in sede regio- nale, e questo coordinamento può esser fatto in quanto il contesto nel quale noi ci muovia- mo lo renda possibile. Noi sappiamo benis- simo, e nessuno lo vuol nascondere, che nel contesto nel quale operiamo oggi il coordina- mento è di fatto reso quasi impossibile. Noi sappiamo benissimo che i programmi dei vari Ministeri non sono concordati in tempo, non sono portati a conoscenza della Regione, degli Assessorati competenti, della Presidenza in modo tale da poterli concordare, da poterli coordinare con gli sforzi, con i programmi dell'Amministrazione regionale.

E' evidente, quindi, che il contesto nel quale noi ci muoviamo rende ancora più dif- ficile la programmazione regionale. Ma ciò non vuol dire che la presentazione immediata, come da più parti si richiede, di un piano quinquennale risolva o risolverebbe questi

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Resoconti Consiliari — 6062 — Consiglio Regionale della Sardegna

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problemi. La presentazione del piano quin- quennale non colmerebbe la lacuna costituita dall'assenza di una programmazione naziona•

le. La presentazione di un piano quinquennale sardo domani, dopodomani, alla fine del me- se, non risolve i problemi della difesa del- l'aggiuntività e del coordinamento. La difesa dell'aggiuntività, e la difesa del coordinamen- to richiede una battaglia permanente con lo Stato. E' una battaglia che intanto si potrà sviluppare in quanto ci sarà la pianificazione nazionale. Il semestrale non lede queste pos- sibilità, non abbatte questi pilastri fondamen- tali come diceva l'onorevole Zucca stamane.

Il semestrale non intacca minimamente la soluzione da dare al problema dell'aggiunti- vità e del coordinamento. Il piano semestrale può render possibile in questi mesi l'appro- fondimento richiesto dall'assenza della pro- grammazione nazionale. Oggi più di prima è necessario muoversi con prudenza e con attenzione nei confronti dello Stato per non incorrere nel pericolo di scelte affrettate e

glia che la Giunta presenti un quinquennale abborracciato, affrettato, non approfondito nei tuoi vari aspetti.

Siamo oggi, dicevamo, in una situazione politica differente, rispetto a quella di qual- che mese fa ; situazione politica differente, per la quale noi diamo giudizi differenti da quelli dati dall'onorevole Zucca. Evidente- mente noi speriamo che la crisi di Governo si risolva in una nuova edizione del centro- sinistra, cioè dell'alleanza tra i quattro parti- ti che avevano dato vita al precedente Gover- no. E speriamo che i problemi della congiun- tura non facciano trasferire troppo a lungo

nel tempo i problemi della riforma dèlla struttura economica e della struttura sociale.

ZUCCA --(P.S.I.U.P.). Dillo a Colombo, non a me.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Noi siamo però altrettanto convinti, onore- vole Zucca, che il deterioramento generale programmi incompleti e disorganici. Oggi, della situazione italiana sarebbe sfavorevole ancora a maggior ragione, la Regione Sarda

ha bisogno di conoscere almeno gli stanzia- menti del bilancio dello Stato, di sapere in questi mesi, prima dell'ottobre, prima del- l'autunno quello che lo Stato intende fare in Sardegna, visto che non c'è oggi il quadro ge- nerale nel quale collocare il nostro program- ma.

Evidentemente noi non ci nascondiamo che la predisposizione di un quinquennale è un lavoro difficile ; noi non ci nascondiamo che uno dei motivi che — l'ho detto anche un'altra volta — hanno portato la Giunta a non presentare in giugno il quinquennale, è anche quello della impossibilità materiale di redigerlo. Anche se noi non fossimo con- sapevoli che l'adeguamento dei tempi, il con- ciliare le scadenze tra bilanci e programmi dello Stato e bilanci e programmi della Re- gione è una esigenza fondamentale, anche se non fossimo chiaramente convinti di questo, noi saremmo stati nella impossibilità mate- riale (di stesura, di scrittura) di presentare un piano quinquennale fatto con la maggio-

re serietà possibile. A meno che non si vo-

alla Regione Sarda. Se cioè non si desse vita ad un'azione anticongiunturale, ad un risa- namento della situazione finanziaria e della situazione della bilancia commerciale del no- stro Paese, se in Italia non si procede ad un contenimento di alcuni consumi, ad una di- versa strutturazione dei consumi, se non si rimette in moto il meccanismo dell'accumu- laione del risparmio, soffriremo in Sarde- gna come altrove le conseguenze di questo stato di cose. Noi perciò non possiamo con- dannare le misure congiunturali, come da qualche parte ci si chiede di fare. Noi non possiamo condannare in blocco, a priori, que- ste misure. Noi sappiamo che alcune misure si ripercuotono a danno della Sardegna, ma sappiamo anche che il quadro generale va ri- sanato, va migliorato, va portato ai livelli precedenti alla crisi ; cioè noi sappiamo che bisogna incidere seriamente sulla congiun- tura, bisogna risalire da questa congiuntura di depressione per avere una situazione più adeguata anche allo sviluppo economica del- la nostra • Isola. Siamo convinti perciò che anche gli sfarzi che possono essere fatti dal-

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Resoconti Consiliari 6063 — Consiglio Regionale della Sardegna

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la Regione in questo settore sono sforzi me- ritevoli di attenzione.

L'onorevole Congiu stamane diceva che il nostro non è neppure un programma anti- congiunturale, che la congiuntura vera, quel- la seria, quella che deve preoccupare il Go- verno regionale e il Consiglio regionale, è quella che si avrà in autunno quando ci sa- rà quella (prevista da certe parti) crisi eco- nomica del Nord è quando dal Nord comin- ceranno a rifluire gli emigrati della Sardegna.

GHIRRA (P.C.I.). Lo dice Valletta, ed è una fonte autorevole.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Comunque io ho detto «da certe parti», ono- revole Ghirra ; non ho detto «dalla sua par- te». Ci rimproverano, i colleghi comunisti, che questo programma non serve neppure a quei fini, non serve neppure, cioè, a dar vita a quei provvedimenti congiunturali che si manifesteranno urgenti in Sardegna al- l'inizio dell'autunno. L'onorevole Congiu ha indicato alcuni settori nei quali l'azione del Governo regionale si sarebbe dovuta indiriz- zare per contenere, per migliorare la congiun- tura: il settore minerario e altri settori. Ora noi diciamo, come abbiamo già detto nella discussione della mozione, che il semestrale non è avulso dal precedente programma. Il semestrale è lo strumento di collegamento tra il primo e il secondo programma; lo stru- mento di adeguamento dei tempi, delle sca- denze della programmazione sarda, alle sca- denze dei bilanci nazionali, ma è anche lo strumento che colma alcune lacune, alcune carenze del primo programma. Diciamo che primo programma e programma semestrale si integrano a vicenda. Basta pensare che nel settore delle miniere noi abbiamo nel primo programma da utilizzare un miliardo e 250 milioni se .la memoria non mi inganna. An- che in altri settori noi, con questo program- ma semestrale, possiamo completare, mettere in moto i meccanismi di questo e del prece- dente programma. La Giunta, cioè, è convin- ta che anche nei confronti della congiuntura il programma semestrale sia utilè : esso di

fatto si colloca dentro una situazione congiun- turale per la quale gli interventi previsti so- no utili.

L'onorevole Cuccu ha fatto una lunga di- squisizione sulle cause della crisi creditizia che non mi trovano consenziente. Non mi tro- va consenziente neppure il giudizio che ha dato sui provvedimenti previsti nel semestra- le, che sarebbero, a suo giudizio, inutili, inef- ficaci nei confronti di quella crisi del credito che attraversiamo anche in Sardegna. Ora io voglio far notare all'onorevole Cuccu che i miliardi che noi abbiamo stanziato per il cre- dito di esercizio a medio termine sono uno strumento tipico di intervento eccezionale, anche se per la verità, un tipo di intervento di questo genere, cioè del credito di esercizio che accompagni il credito di finanziamento delle industrie, è una forma probabilmente che si deve rendere permanente nel proces- so di industrializzazione del Mezzogiorno.

Noi sappiamo che per l'installarsi e il crescere delle industrie nel nostro Paese, nel Mezzo- giorno e in Sardegna, non basta il finanzia- mento : noi sappiamo che le difficoltà mag- giori queste industrie le incontrano quando dalla fase della costruzione passano alla fa- se di prima realizzazione, di prima produzio- ne ; alla fase nella quale hanno bisogno di larghi aiuti creditizi ; e sarebbe utilissimo, sarebbe importantissimo dare al pubblico potere uno strumento governato direttamen- te e capace di operare a completamento dei finanziamenti attraverso appunto il credito di esercizio a 18 mesi come noi proponiamo.

E' una novità prevista dalla 588 e rispecchia- ta nel semestrale, che opera sì, di fatto, a fa- vore degli operatori economici nell'attuale congiuntura, ma che comunque sarebbe po- sitiva in qualunque situazione creditizia, cioè anche in una situazione molto più favorevole dell'attuale.

Noi riteniamo molto utili anche altri inter- venti ( come quelli sull'edilizia scolastica, co- me quelli per le aree e i nuclei di industrializ- zazione e per le infrastrutture) dei quali oggi ci viene rimproverata la sogtitutività, men- tre noi ricordiamo benissimb che in sede di discussione del primo programma esecutivo

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— 6064 — Consiglio Regionale della Sardegna Resoconti Consiliari

IV LEGISLATURA CCLXX SEDUTA 15 LUGLIO 1964

del Piano di rinascita, proprio i colleghi co- munisti avevano presentato un emendamen- to che accresceva lo stanziamento per le in- frastrutture nelle aree e nei nuclei ; accre- sceva di molto lo stanziamento previsto nel primo programma perchè allora si è assunto, si è detto dai banchi di sinistra, che in quel- la direzione occorreva...

CARDIA (P.C.I.). Sui fondi della Cassa.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Cioè? Cosa vuol dire?

CARDIA (P.C.I.). Sulla legge che stan- zia duecento miliardi.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

La legge non è approvata ; non pensiamo che sarà approvata tra qualche giorno ; passerà, del tempo prima che quella legge sia appro- vata... Perciò diciamo che anche in questo set- tore l'intervento è importante, perché se era importante e richiesto un anno fa non è possi- bile che sia oggi un intervento assolutamen- te inammissibile. Io credo che il semestrale, inquadrato in questa prospettiva di non ri- nunzia alla battaglia per la programmazio- ne nazionale (anzi di rivendicazione accen- Luata nella situazione nella quale ci troviamo oggi), di non rinunzia alla posizione autono- ma della Sardegna nei confronti del piano nazionale, io credo che così inquadrato il piano semestrale sia da accogliere e che sia- no accoglibili da tutti i settori del Consiglio le ragioni che hanno indotto la Giunta a pre- disporlo. Non occorrono mille ragioni per giustificare un atto di questo genere: basta una, purché -sia valida. Invece si ricercano infinite ragioni per giustificare la presenta- zione del semestrale. Noi diciamo che la ra- gione fondamentale è quella di colmare il vuoto, è quella di collegare le scadenze, è quella di adeguare i tempi, è quella di favo- rire, di facilitare il coordinamento e la difesa dell'aggiuntività in sede di predisposizione e di attuazione del Piano. Questa è una ragione che a nostro giudizio è sufficiente, basta da sola a reggere, a motivare la presentazione del semestrale.

Credo che, inquadrato in questo modo, l'atto della Giunta perda molto della dram- maticità che gli si è voluta attribuire, né com- porti i pericoli di cui si è parlato quando si è discussa la mozione più di quanto non sia stato fatto oggi. Debbo però rispondere an- che alle osservazioni particolari che sano state mosse a questo programma semestrale, e rilevare che probabilmente sarebbe stata utile una discussione più larga, più appro- fondita nel merito degli interventi concreti previsti dal semestrale. Soltanto alcuni con- siglieri sono scesi all'esame dei singoli pro- blemi, dei singoli stanziamenti e hanno posto ulteriori richieste di specificazione sulla ar-

ticolazione del programma. Sarebbe stato utilissimo che la discussione avesse appro- fondito questi aspetti, spostandosi dai prin- cipi generali, sui quali noi troppo spesso tor- niamo, alle cose più particolari, ai program- mi esecutivi del Piano. Perchè non esistono certezze neppure in chi questi programmi compila. La legge 588 permette una larghis- sima varietà e una larghissima articolazione dei programmi : ed è giusto, è necessario che sul documento presentato dalla Giunta si svi- luppi un largo dibattito in Consiglio regio- nale. Non ci sono certezze da parte della Giunta, nè da parte dell'Assessore alla rina- scita. Debbo dire anzi, allargando così il di- scorso, che attraversiamo un momento in cui sono ben poche le certezze che può avere sia la Sardegna, sia la Giunta sia il Consiglio regionale. Siamo in un momento di trapasso tra una vecchia impostazione, tra un vecchio modo di agire, di procedere e un nuovo mo- do di agire, di procedere. Il Piano mette di per sè in crisi le strutture dell'Amministra- zione; mette di per sè in crisi anche (proba- bilmente l'ho già detto un'altra volta) il mo- do di agire, di dibattere che si .usa in Con- siglio regionale. Il Piano è un elemento che incide profondamente nella tradizionale im- postazione dei nostri discorsi, nella tradizio- nale impostazione dei nostri dibattiti e nel- le tradizionali strutture che agiscono in Sar- degna. Il Piano, quindi, ha bisogno di essere verificato continuamente ; il Piano ha biso- gno di, essere verificato in assemblea in un

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Resoconti Consiliari

IV LEGISLATURA CCLXX SEDUTA 15 LUGLIO 1964

— 6065 — Consiglio Regionale della Sardegna

dibattito contrapposto tra Giunta e Consi- glio, senza che la Giunta porti in Consiglio una certezza assoluta per quanto riguarda le sue scelte. Non ci sono posizioni dogmatiche sulle scelte che noi proponiamo, non ci sono posizioni chiuse, non ci sono posizioni che impediscano l'approfondimento dei proble- mi, l'approfondimento dei programmi, la re- visione di questi programmi e sarebbe utile...

CARDIA (P.C.I.). Con chi volete con- frontare e discutere le decisioni che avete già preso?

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Onorevole Cardia, lei mi porta su un terreno nel quale, per rispetto all'autorità, e all'auto- nomia dell'Assemblea, io non voglio entrare.

Voglio dire esattamente questo : che noi, al- l'inizio dell'attuazione del Piano, dopo l'ap- provazione della legge 588, abbiamo modifi- cato il regolamento del Consiglio regionale e forse ci rendiamo conto oggi che quelle modifiche non sono sufficienti a configurare i rapporti collaborativi tra Consiglio e Giun- ta, non sono sufficienti a porre, per il nuovo quadro che si configura col Piano, nella giu- sta dimensione, nei giusti termini il rappor- to tra legislativo ed esecutivo. Non è colpa dell'Assessore alla rinascita se i consiglieri regionali sono informati dopo il Comitato di consultazione sindacale, dopo i comitati zonali dei documenti che vengono elaborati.

Non è colpa dell'esecutivo se c'è qualcosa che il Consiglio sente come mancante, come cosa da completare; non è colpa dell'esecu- tivo se questo manca, se questo è assente. E non creda, onorevole Cardia, che una inizia- tiva personale dell'Assessore possa riuscire a colmare una lacuna che è dentro il regola- mento, nel modo di funzionare, nel modo di porsi dei due organi.

ZUCCA (P.S.I.U.P.). E' questione di vo- lontà politica.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita, L'onorevole Zucca, che è un sostenitore a oltranza delle riforme e che sostiene che,

senza le riforme delle strutture non soltanto economico-sociali ma anche istituzionali, dif- ficilmente si può andare avanti nella strada

del progresso, dell'ammodernamento e del socialismo in Italia, non può rifiutarsi di credere che vi siano da risolvere anche pro- blemi delle strutture istituzionali. Crede che soltanto la volontà politica possa colmare di- fetti, carenze, incompletezze, disposizioni ar- retrate rispetto al nuovo modo di porsi del- l'attività esecutiva, dell'attività legislativa?

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Proponete. Sei tu il responsabile.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Non ho il potere di proporre...

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Sei tu il responsa- bile del settore.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Onorevole Zucca, io non posso regolamenta- re i rapporti tra esecutivo e legislativo...

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Sei tu che hai le ma- ni in pasta. Proponi alla Giunta.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Non lo debbo proporre neppure alla Giunta:

c'è una Commissione speciale che quando si era insediata aveva posto come uno dei fini fondamentali del suo lavoro quello disesami- nare le modalità, le forme di funzionamento delle Commissioni e del Consiglio nei con- fronti dell'esecutivo ; cioè una Commissione che è autonoma nel suo lavoro, che è autono- ma nel suo progredire di pensiero e di dot- trina.

CARDIA (P.C.I.). Sarà presieduta da un democristiano.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Ma sì, onorevole Cardia. Però, abbia pazien- za: credo che i vicepresidenti e i componenti delle Commissioni abbiano nell'ambito'di que- ste il potere di porre i problemi e di di- scuterne.

Resoconti, f. 789 - s. 270

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Resoconti Consiliari — 6066 — Consiglio Regionale della Sardegna

IV LEGISLATURA CCLXX SEDUTA 15 LUGLIO 1964

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Sei tu il responsabi- le del settore, mica la Commissione. E' possi- bile che sia così difficile capirsi?

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Onorevole Zucca, evidentemente non ci siamo capiti e io non insisto su un terrenno che non è certamente oggi in discussione.

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Se hai idee manife- stale, anziché tenerle segrete. Se ne hai, di idee.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Onorevole Zucca, le idee che ho io sono po- che, ma quelle che ha manifestato lei nella discussione non sono molte...

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Non sono io il re- sponsabile del settore. Tu sei Assessore alla rinascita : e quando si accettano delle respon- sabilità bisogna farvi fronte. Altrimenti è troppo comodo.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Però aspirerebbe a farlo, o almeno crede di poterlo fare. Non c'è niente di male ad accu- sare le proprie insufficienze come io le ac- cuso. Io non sono in grado di configurare il nuovo rapporto tra legislativo ed esecutivo.

ZUCCA (P.S.I.U.P.). E allora dimettiti!

stanziamento per la nave traghetto e alcuni punti dell'agricoltura. L'onorevole Pulighed- du non è presente, ma io spero che legga il resoconto della mia risposta. La somma per le infrastrutture nelle aree e nei nuclei, che è nel titolo relativo all'industria, è di 500 mi- lioni ed è destinata alle opere urgenti, a com- pletare o ad arricchire lo stanziamento già, presente nel primo programma per le opere urgenti nelle aree e nei nuclei di Cagliari, Sas- sari, Portotorres, Arbatax ed Olbia e negli altri esistenti in Sardegna. La Giunta ha rite- nuto di accrescere lo stanziamento in attesa che quella legge, di cui parlava l'onorevole Cardia nell'interruzione, sia approvata dal Par- lamento e sia operante. Noi abbiamo oggi problemi urgentissimi per le infrastrutture delle aree e dei nuclei: problemi di approvvi- gionamento idrico, problemi di collegamenti, di raccordi ferroviari, problemi di approvvi- gionamento di energia elettrica ; problemi che non sono dilazionabili e per i quali la Giunta regionale ha il dovere di intervenire. La Giun- ta per questo aspetto — l'ho detto in Com- missione — ha ottenuto dal Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno una delibera con la quale si impegna la Cassa a rimborsare l'85 per cento. Si tratta, quindi, di una ante- cipazione che sarà a suo tempo reintegrata dalla Cassa.

In agricoltura le maggiori perplessità pa- re le abbiano destate i contributi per i privati.

Si è detto che i piani organici, così come de- finiti dal programma, escluderebbero i colti- vatori diretti. L'onorevole Puligheddu arriva a ritenere (io credo) con una visione pessi- mistica o con eccessiva fantasia, che questo stanziamento sia stato posto per favorire in- tenzionalmente gli assegnatari della riforma.

Io credo che l'articolo della legge 588 faccia obbligo alla Regione di dare i contributi sol- tanto a chi presenta piani organici di trasfor- mazione aziendale. E' previsto espressamente.

CUCCU (P.S.I.U.P.). Tutte le leggi sulla bonifica...

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Cuccu, ci chiamate continuamente SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Onorevole_ Zucca, lei che denunzia che c'è questa carenza di regolamentazione dei rap- porti tra legislativo ed esecutivo cerchi di con- figurare i nuovi rapporti. L'onorevole Cardia, che ugualmente denunzia questa carenza, ave- va annunziato a suo tempo la presentazione di modifiche per la legge numero 7.

Comunque a quei colleghi che hanno fat- to osservazioni sui programmi io debbo una risposta. Debbo una risposta innanzitutto al- l'onorevole Puligheddu, il quale dice che al- cuni punti del programma lo lasciano molto perplesso. Lo lasciano perplesso gli stanzia- menti per le infrastrutture nelle aree e nei nuclei, lo stanziamento per studi e progetti,

lo stanziamento per l'edilizia scolastica, lo Onorevole

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IV LEGISLATURA CCLXX SEDUTA 15 LucLio 1964

Resoconti Consiliari

al rispetto della 588: una volta che la si ri- spetta alla lettera, datecene merito ! Ora io credo che le difficoltà per i coltivatori diretti non siano tali quali sono state presentate.

Non sono tali per quanto riguarda i progetti perchè, una volta messi in opera i nuclei di assistenza tecnica, i coltivatori diretti potran- no essere assistiti dai nuclei nella redazione dei progetti. E non sono tali neppure da un punto di vista obiettivo. E' certo che il colti- vatore diretto possessore di uno o due ettari in zone asciutte non potrà pretendere di fare un piano organico. In questi casi è impossi- bile che ci sia un piano organico di trasforma- zione aziendale. Sappiamo benissimo che se anche ammettessimo a contributo opere di recinzione o di ricerca di acqua o altre opere singole non darebbero nessun miglioramento effettivo alla produttività e al reddito di quel- le aziende L'onorevole Urraci lo sa meglio di me.

Ci sono state larghe polemiche in Consi- glio e fuori del Consiglio intorno alla disper- sione dei contributi in materia di migliora- menti fondiari. Non sono stato io a inventare la polemica secondo la quale, già prima di oggi, bisognava incamminarsi sulla strada dei progetti di trasformazione organica, dei piani organici di trasformazione. E non è del resto una novità che si richieda il piano organico : già nella legge sulla zootecnia approvata dal Consiglio regionale è prevista la presentazio- ne del piano organico per avere 1'80% di con- tributo. Siamo, cioè, in una situazione nella quale è arrivato il momento di scegliere se continuare a spendere e a dare contributi perché qualcuno ritiene di accrescere o di mantenere il valore patrimoniale del fondo nel quale sono realizzati i miglioramenti. Ma io credo che la base di partenza, la base sulla quale si deve fondare il giudizio sull'accogli- mento o meno dei progetti di trasformazione, sia una base di produttività, di reddito o di occupazione; sia una base di accrescimento della possibilità del fondo di produrre, della possibilità di dare lavoro. Se non si parte da questo ogni giudizio è arbitrario. Se non si parte cioè da un giudizio economico, da una verifica economica dei progetti, dei piani di

trasformazione, il giudizio è arbitrario. Di ogni opera ammessa a contributo non si sa- prebbe bene la finalità.

Noi siamo consci che è una strada diffi- cile da imboccare.

CARDIA (P.C.I.). Anzi, è una strada facile.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

E' una strada difficile, onorevole Cardia : dif- ficile da imboccare. Ma non credo che a que- sta strada ci siano alternative se non quella dei piani interaziendali per i piccolissimi pro- prietari. Credo che nessuno possa sostenere che su un fondo insufficiente, su un fondo non trasformabile e non configurabile in azienda produttiva, competitiva, sia possibile mantenere gli addetti. Credo che nessuno pos- sa contestare che la strada da imboccare sia quella dell'associazione in cooperative di pro- duzione e degli impianti collettivi interazien- dali. Qui non si dice che sono esclusi i colti- vatori diretti, piccolissimi proprietari di ap- pezzamenti di dimensione inferiore a qualun- que possibilità di miglioramento. Si dice che la strada non è quella della singola trasforma- zione, ma è quella della trasformazione rea- lizzata da produttori associati, da coltivatori diretti associati. Del resto, in un...

CARDIA (P.C.I.). Per attuare il disposto della legge 588.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Ecco : arriviamo anche a quello.

CARDIA (P.C.I.). Quindi si sa a chi an- dranno i denari.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

No, non si sa, onorevole Cardia, a meno che anche lei non sia convinto che vadano agli assegnatari della riforma. La strada è, eviden- temente, quella che già qualcuno della oppo- sizione comunista indicava in altra occasio- ne. E' meglio ricordarlo, perchè qui i giudizi cambiano a seconda del momento nel quale i programmi vengono presentati. L'onorevole Torrente io ricordo — in Commissione, in

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occasione di altre discussioni, sosteneva che la strada dell'intervento nella zona asciutta ol- tre a passare per le opere pubbliche, per gli elettrodotti, per le strade di penetrazione, per i fiumi, per la sistemazione dei corsi di acqua, passava anche per le opere intera- ziendali. E ne indicava alcune come i laghi collinari, le macchine eccetera ; e sosteneva che occorreva togliere gli stanziamenti dalle opere pubbliche in quelle zone per destinarli ai miglioramenti fondiari. Questo alcuni me- si fa, uno o due mesi fa. Si è sostenuto in que- st'assemblea che i fondi destinati alle strade, agli elettrodotti e alla sistemazione dei fiumi dovevano essere destinati alle trasformazioni fondiarie. E l'onorevole Cuccu deve averne memoria, anche se in questa discussione egli ha detto che sarebbe stato più accettabile un programma di elettrodotti, un programma di viabilità, un programma di sistemazione dei fiumi.

CUCCU (P.S.I.U.P.). In questo program- ma interlocutorio.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Però lei ha detto che sarebbe stato preferibile a questo programma destinato ai migliora- menti fondiari. Evidentemente la strada del- l'associazione e dei progetti interaziendali non passa soltanto attraverso l'Assessorato all'agricoltura: esistono associazioni di cate- goria, i coltivatori diretti, la lega contadini, altre associazioni che pare abbiano il compi- to proprio di guidare, di sostenere e di aiu- tare questi piccolissimi coltivatori ad asso- ciarsi, a mettersi insieme. Noi non rifiutia- mo i fondi per finanziare le opere interazien- dali di piccoli coltivatori diretti : occorre met- terli su quella strada. Lo deve avere la Giun- ta il coraggio di indicare questa strada come l'unica capace di portare produttività e red- dito nelle campagne a quelle categorie; ma devono averlo, questo coraggio, anche i rappresentanti di categoria, se non si vuole che la crisi della produttività, il basso reddito (40 mila lire per ettaro) continui a permane- re in Sardegna. Devo comunque dire che le preoccupazioni che sono state affacciate, se-

condo cui questi stanziamenti andrebbero al- le aziende capitalistiche, sono assolutamente infondate ; c'è la riserva del 75 per cento de- stinata ai coltivatori diretti che noi non abbia- mo • modificato a partire dal _ primo pro- gramma.

Dobbiamo dire che anche le preoccupa- zioni che l'onorevole Puligheddu ed altri han- no affacciato, per quanto riguarda le zone extra-irrigue, sono infondate, perché nel pro- gramma è detto che le priorità, per la conces- sione dei contributi sono assegnate a quei programmi di trasformazione nell'irriguo che valorizzino al massimo le opere pubbliche, ma sono anche dirette espressamente, nelle zone asciutte, alle aziende zootecniche, cioè alla maggior parte delle aziende della Sar- degna. Noi possiamo assicurare che anche nei futuri programmi sarà mantenuta la linea dell'assistenza alle aziende delle zone asciutte della Sardegna: con mezzi adeguati saranno assistiti i programmi di trasformazione che verranno dall'interno dell'isola, dalle zone montane, per le quali si è verificata una note- vole carenza dei fondi del Piano verde in que- sti anni a causa della nota divisione che viene fatta dalla legge del Piano verde tra fondi destinati alla montagna e fondi destinati a zone montane. Noi assicuriamo che sarà una preoccupazione costante, e diciamo ovvia, della Giunta e dell'Assessore all'agricoltura in particolare assicurare a quegli operatori agricoli che stanno in zone asciutte, che stan- no in zone montane i mezzi necessari alle trasformazioni.

L'onorevole Puligheddu — e mi pare an- che altri consiglieri — aveva espresso la preoccupazione che i progetti già presentati dai coltivatori, anche se privi di un piano organico, fossero ammessi ai finanziamenti.

Ritengo che l'Assessore competente abbia già dato disposizioni perché i progetti che non hanno il piano organico siano completati, o abbia invitato i presentatori già da diver- so tempo a fare in modo di completarli, di aggiungere una succinta -- sia pure succinta

— relazione economica ai progetti presentati che ne siano privi. Ma moltissimi progetti che sono stati presentati sulla legge per lo 'svilup-

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Consiglio Regionale della Sardegna

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Resoconti* Consiliari

po della zootecnia hanno già il piano organico.

Questa strada è stata già imboccata in Sardegna e non è risultata impossibile la rea- lizzazione di questi piani organici.

Per quanto riguarda l'industria è stata fatta mi pare soltanto l'osservazione relativa agli stanziamenti per le infrastrutture delle aree. Qualcuno ha però detto che i contributi e il credito di esercizio sono ancora diretti a sostegno delle aziende monopolistiche. Ora, mentre per il credito di esercizio, evidente- mente, l'accusa cade da sola, in quanto nel programma è esplicitamente indicato che i fondi sono destinati alle aziende piccole e me- die, indicando anche il tetto delle medie e pic- cole in tre miliardi, evidentemente per i con- tributi non ci può essere discriminazione fra quelli che ne hanno diritto. C'è una tabella che è stata elaborata dal Comitato dei Mini- stri, che la Giunta ha fatto propria e che sa- rà applicata con criteri precisi nei riguardi dei diversi operatori, nei riguardi delle diver- se iniziative.

Qualcuno ha affacciato delle perplessità anche sull'edilizia scolastica. Ora, la legge 588 dice che fanno carico al Piano gli oneri a cui i Comuni devono far fronte per legge.

L'onorevole Cuccu ha detto che questi piani di edilizia scolastica vengono fatti con criteri non accettabili da parte degli organi burocrati- ci che a tale compito sono preposti. Sta di fatto che noi ci inseriamo' in un momento di par- ticolare difficoltà. Noi sappiamo che il Mi- nistero oggi sarebbe costretto a ridurre i de- creti, a contenerli nei limiti delle possibilità di bilancio della pubblica istruzione o dei la- vori pubblici ; è costretto a contenere le ope- re ammesse a contributo entro i limiti degli seanziamenti e quindi a ridurre il numero dei decreti emessi a suo tempo per poter proce- dere all'appalto delle opere. Il Ministero non è in grado oggi e non sarà in grado proba- bilmente domani ( almeno il Ministro Pie- raccini l'aveva dichiarato anche in Sardegna ) di aumentare lo stanziarhento di bilancio per coprire i maggiori oneri. Oggi noi sappiamo benissimo che i Comuni stanno deliberando l'assunzione a proprio carico degli oneri de- rivanti dall'aumento dei prezzi che si riflet-

tono sulle aste. Noi avevamo due strade : o consentire che la metà di quei finanziamenti dello Stato fossero tolti e che quindi alcuni Comuni non avessero l'edificio scolastico, o assumere a carico del Piano gli oneri che i Comuni avevano già assunto a loro carico, consentendo di sbloccare situazioni che sono ferme da diversi anni, pratiche del '55, del '56, del '57 che oggi sono ancora ferme. E' chia- ro che si tratta di un intervento di carattere straordinario. Nessuno nega che ci possano essere pericoli ad imboccare questa strada ; che l'edilizia scolastica potrebbe portare alle opere ingienico-sanitarie e che, dalle opere igienico-sanitarie si potrebbe passare ad al- tre opere. Noi abbiamo limitato esplicita- mente l'intervento al settore dell'edilizia sco- lastica • perchè riteniamo che sia un setto- re oggi meritevole di grande attenzione a cau- sa della carenza delle aule, ma soprattutto perchè l'intervento è legittimato dal fatto che sono oneri chiaramente a carico dei Comuni i quali versano, come tutti sappiamo, nella impossibilità di farvi fronte e quindi nella impossibilità di dare attuazione a questi pto- grammi.

Un altro stanziamento che è stato oggetto di molte critiche dei consiglieri intervenuti nel dibattito è quello destinato agli studi e pro- getti. E' strano che ciò sia avvenuto, perchè

\ risaputo che ogni programma ha bisognc cii spese di attuazione. Nel primo program- ma era previsto un miliardo di spese di at- tuazione: un miliardo di spese di attuazione non specificate, che nessuno in quel momen- to aveva criticato ; un miliardo di spese di at- tuazione che proprio per carenza di specifica- zioni non è stato possibile utilizzare per progettazioni sia di massima, che esecu- tive ; uno stanziamento di un miliardo che non è stato possibile utilizzare per pubblica- zioni, per la pubblicazione dei materiali e do- cumenti dello stesso Piano di rinascita, del piano generale, dello schema di sviluppo (do- cumenti che tutti richiedono: i Comuni, i co- mitati zonali, gli stessi consiglieri regionali), della delibera del Comitato dei Ministri, de- gli opuscoli che illustrano le procedhre per i coltivatori diretti, per gli artigiani, per gli

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industriali, per tutti i settori nei quali noi in terveniamo e ai quali bisogna dire come si ot- tengono i benefici del Piano. Bisogna pur diffondere queste cose tra la popolazione del- la Sardegna, tra gli interessati, tra le catego- rie; bisogna pur mettere tutti in condizioni di avere gli strumenti conoscitivi necessari per orientarsi. Io debbo dire inoltre che mi sorprendono le perplessità suscitate da uno stanziamento per progetti e studi. Sono stati fatti ordini del giorno per impegnare la Giun- ta a elaborare piani di comprensorio in agri- coltura, nel settore turistico, per elaborare altri progetti, per redigere piani territoriali o piani straordinari di ricerche minerarie.

Qualcuno ha detto : «Ma il comitato delle mi- niere sta esaminando i piani dei privati. Bi- sogna mettere l'Assessorato all'industria in grado di fare, se è necessario, un piano auto- nomo di ricerche minerarie, straordinario, autonomo elaborato dall'Assessorato». E' in- credibile che si pensi che un piano straordi- nario aggiuntivo non debba avere spese di attuazione. Qui le ipotesi sono due, evidente- mente: o si ritiene che la burocrazia regiona- le così come si è strutturata in questi anni per attuare, per spendere i soldi del bilancio regionale sia sufficiente a sopportare il peso straordinario che gli deriva dall'attuazione del Piano (e si ritiene, quindi, che questa bu- rocrazia fosse esuberante a tal punto da sop- portare questo onere), o si deve ritenere che esiste una esigenza precisa di avere, col' pia- no, ulteriori strumenti di attuazione. Ono- revole Zucca lei non è convinto. Io voglio dirle...

ZUCCA (P.S.I.U.P.), Se li impiegate per questi studi, non vi bastano i fondi del Piano.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Però lei non ha mai detto che i soldi dati alla Cassa per pagare i suoi uffici erano spesi ma- le. Eppure noi — per legge — paghiamo gli uffici della Cassa per l'attuazione del Piano, perchè si presume che i fondi che servono alla Regione per attuare il Piano siano legit- timamente spendibili. Come può pensare, onorevole Zucca (perchè a questo porta il

suo ragionamento, che, tra l'altro, parte da una dimenticanza della legge regionale che lei stesso ha contribuito ad elaborare ed ha votato), come può, lei, pensare che la Regio- ne non possa utilizzare i fondi del Piano per l'àttuazione del Piano? Come può pensare che la Regione non abbia bisogno nella ela- borazione dei piani successivi e dei program- mi successivi di presentare progetti di mas- sima, di avere un calcolo approssimativo del- le spese necessarie per le infrastrutture, per i piani zonali agricoli, per i piani di compren- sori turistici, per le ricerche minerarie e per tutti gli altri settori di intervento? Come è possibile che si possa prefigurare un piano senza un minimo di calcolo, senza un minimo di ricerca, senza un minimo di verifica?

ZUCCA (P.S.I.U.P.). E questo vorreste farlo voi, come Regione? Non vi basterebbe- ro altri mille dipendenti.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Lo dobbiamo fare noi come Regione. Io vole- vo inoltre dire che il problema dell'assisten- za allo sviluppo attraverso i comitati zonali, attraverso gli enti locali, attraverso i consor- zi turistici, attraverso i consorti di bonifica non si può risolvere senza personale, senza gli strumenti che servono a questo scopo.

Non si può fare neppure il coordinamento senza avere un minimo di struttura che se ne occupi. Non è possibile pensare che la Regione, che era stata organizzata per il suo bilancio, abbia una struttura adeguata a coprire le esigenze nascenti dal Piano straor- dinario di rinascita della Sardegna. Le esi- genze aggiuntive che si pongono oggi- sono evidentemente esigenze che accrescono gli oneri materiali, diciamo, il lavoro materiale della burocrazia regionale. Ma questo...

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Ma se il bilancio regionale è ridotto a zero! Manco la quarta parte ne possiamo spendere! Il resto è bloc- cato dai debiti che abbiamo, da spese gene- rali eccetera. Le spese di investimento sono esigue. I fondi del Piano coprono il nostro bilancio.

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Consiglio Regionale della Sardegna

IV LEGISLATURA CCLXX SEDUTA 15 LUGLIO 1964

Resoconti Consiliari — 6071 —

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita_

Ma che cosa vuol dire, onorevole Zucca? Il bilancio della Regione è di 30 miliardi; il pri- mo programma è di 65 miliardi, il doppio del bilancio regionale. Si chiede che la Giunta operi il coordinamento con gli enti locali e con i consorzi, che crei i consorzi per lo svi- luppo turistico, che faccia i piani di compren- sori turistici, che faccia i piani zonali della agricoltura ; si chiede che la Regione condu- ca avanti gli studi per accertare le possibilità delle risorse naturali, del reddito, dell'occu- pazione in ciascuna zona della Sardegna; ma si deve dare alla Giunta la possibilità, di por- tare avanti queste ricerche.

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Assumete altre mil- le persone.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Non assumiamo mille persone, onorevole Zucca. Non spendiamo miliardi. Del resto veniamo in Consiglio a presentare i program- mi volta per volta. Del resto veniamo in Con- siglio a verificare insieme la congruità dello stanziamento. Però non si può negare che l'e- sigenza dello stanziamento sussista, non si -può ritenere...

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Ma dov'è il pro- gramma?

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Ma quale programma?

ZUCCA (P.S.I.U.P.). Dove è il program- ma esecutivo? Dove spendete 500 milioni?

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.' Ma, onorevole Zucca, lei ritiene che i piani si realizzino da soli, automaticamente?

Dette queste cose, signor Presidente e onorevoli consiglieri, io credo ché la Giun- ta abbia dato tutti i chiarimenti richiesti.

(COnsensi al centro).

PRESIDENTE. E' pervenuto alla Pre- sidenza ùn terzo ordine del giorno. Se ne dia lettura.

TORRENTE, Segretario :

Masia - Puligheddu - Sassu - Serra - Ma- cis Elodia - Pisano :

«Il Consiglio Regionale della Sardegna, a conclusione della discussione generale sul secondo programma esecutivo (programma semestrale 1 luglio - 31 dicembre J.964) del Piano per la rinascita economica e sociale della Sardegna; riaffermate le peculiari ra- gioni storiche, geo-politiche e giuridico-costi- tuzionali che hanno giustificato la elabora- zione ed attuazione autonoma del "Piano di rinascita economica e sociale dell'Isola" pre- visto dall'art. 13 dello Statuto speciale per la Sardegna; riconosciuta, tuttavia, l'opportu- nità e l'utilità di conoscere l'impostazione generale e la modalità di attuazione del "pro- gramma quinquennale" nazionale al fine di porre su terreno concreto l'azione contesta-

tiva del "programma quinquennale" regio- nale, con particolare riferimento ai precisi postulati di "aggiuntività" di "coordinamen- to" e di "intervento nell'Isola delle aziende di Stato", che costituiscono la più significa- tiva ed incisiva caratteristica del titolo I del- la legge 11 giugno 1962, n. 588; preso atto della giustificazione prevalentemente tecni- ca data alla presentazione da parte della Giunta regionale del programma semestrale, impegna la Giunta medesima a presentare al Consiglio entro il più breve tempo dopo aver esaurito gli adempimenti previsti dalla legge regionale 11 luglio 1962, n. 7, sia il "program- ma quinquennale" 1965-69 sia il "program- ma annuale" esecutivo per il 1965 previsto dall'art. 4, secondo comma, della legge 11 giugno 1962, n. 588; preso atto, altresì, della crisi ministeriale apertasi in campo naziona- le con le dimissioni del Governo presieduto dall'onorevole Moro, fa voti alle Camere af- finchè, all'atto della discussione sulle dichia- razioni programrriatiche, il nuovo Governo venga impegnato: 1) ad impostare una "po- litica di piano" di ispirazione e attuazione de- mocratica che tenda, con la presentazione del preannunciato "programma economico

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quinquennale" (su cui la Regione deve essere chiamata ad esprimere il proprio parere) a superare sia le contingenti difficoltà, congiun- turali sia le permanenti contraddizioni strut- turali dell'economia italiana ; 2) a garantire e qualificare la continuità, della spesa pubbli- ca, soprattutto riferita agli investimenti pro- duttivi degli enti pubblici e delle aziende a partecipazione statale, nonchè delle spese ne- cessarie all'apprestamento delle strutture e dei servizi di base, presentando a questo fine con carattere d'urgenza la nuova legge per il Mezzogiorno, le Isole e le altre zone depres- se del Paese ; 3) a dare applicazione integrale alla delibera 2 agosto 1963 del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno nella parte che riguarda l'osservanza da parte dello Stato degli obblighi contenuti negli articoli 1 e 2 della legge 11 giugno 1962, n. 588 ; e impegna la Giunta medesima a proseguire nella sua decisa azione politica anche nei confronti del nuovo Governo centrale per rivendicare il rispetto (reale, immediato e integrale) degli obblighi ineludibili cui lo Stato italiano non deve ulteriormente sottrarsi e alla cui osser- vanza la Regione Sarda non può assoluta- mente rinunciare senza perdere le ragioni stesse della propria esistenza e senza tradire gli interessi più genuini del popolo sardo che nella conquistata autonomia vede, oggi più che mai, lo strumento più valido del proprio progresso economico e sociale e della propria crescita democratica e civile».

PRESIDENTE. Mentre è in corso la di- stribuzione dell'ordine del giorno, di cui è stata data or ora lettura, invito uno dei pre- sentatori dell'ordine del giorno numero 1 ad illustrarlo se lo ritiene. E' firmato dagli ono- revoli Peralda, Zucca e Cardia. Onorevole Cardia, ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno numero 1.

CARDIA (P.C.I.). Signor Presidente, ono- revoli colleghi, è nelle tradizioni della nostra assemblea di intervenire in occasione di cri- si nazionali di governo esprimendo voti al Parlamento nazionale perchè la crisi possa trovare componimento e superamento su una

linea di promozione degli interessi della Sar- degna, degli interessi del Mezzogiorno. A questa tradizione che è- stata sempre rispet- tata dal Consiglio ci siamo voluti riferire noi con l'ordine del giorno che è stato pre- sentato a firma dei colleghi del Partito Socia- lista Italiano, del Partito Socialista di Unità, Proletaria e del nostro Gruppo. La richiesta di esprimere un voto solenne al Parlamento nasce peraltro dal contesto stesso del dibatti- to che si è svolto in questi giorni nell'aula intorno al programma semestrale presentato dalla Giunta e nasce dall'esigenza, che sem- bra essere condivisa dalla parte prevalente di questa assemblea, di assicurare un giusto collegamento tra la programmazione regio- nale, tra l'attività, della Regione rivolta alla attuazione della legge 588 e del Piano e quella svolta dalla politica generale dello Stato che si definisce solitamente con la indicazione di programmazione economica nazionale. At- traverso l'ordine del giorno la nostra parte, con i colleghi che con noi hanno firmato questo ordine del giorno, interpreta questo rapporto nel modo, io credo, in cui un autono- mista deve interpretarlo : un rapporto che prefigura fin da oggi una programmazione nazionale la quale muova dalle esigenze e dalle istanze delle popolazioni, delle classi la- voratrici, delle masse popolari, soprattutto del Mezzogiorno, della Sardegna ; e prefigu- ra una politica che trovi espressione, appun- to attraverso la programmazione regionale, attraverso l'opera di iniziativa e di proposta

delle Regioni, intanto a Statuto speciale e, in un prossimo domani — noi ce lo auguriamo

— di tutte le regioni italiane.

Questo è l'unico rapporto, onorevole Pre- sidente, onorevoli colleghi, che a noi sembri rispettare il valore e la funzione dell'autono- mia regionale ; un rapporto che mantiene anche nella programmazione (necessariamen- te comportante un'armonizzazione nazionale della politica economica) intatto il valore e la funzione dell'autonomia regionale.

PAZZAGLIA (M.S.I.). Cosa volete? Lo stesso governo che vogliono i socialisti?

(17)

— 6073 — Consiglio Regionale della Sardegna

IV LEGISLATURA CCLXX SEDUTA 15 LUGLIO 1964

Resoconti Consiliari

URRACI (P.C.I.). I socialisti sardi vo- gliono un governo più avanzato.

CARDIA (P.C.I.). Le nostre posizioni su come debba conchiudersi questa crisi sono note, non è necessario ripeterle. In questo momento, la vicenda della crisi nazionale mette in luce che è posta in forse la stessa programmazione nazionale; vi è uno scontro politico e di classe attraverso il quale forze ben individuate ( sono le forze che dirigono la Democrazia Cristiana) vogliono respingere indietro la programmazione nazionale e de- mocratica dell'economia nazionale, quella programmazione fondata sulle riforme strut- turali che sola può avere un contenuto meri- dionalistico, che sola può fare da quadro allo sviluppo e al rinnovamento del Mezzo- giorno e delle Isole. Noi riteniamo che l'As- semblea regionale sarda debba prendere po- sizione sulla vicenda della crisi ; che non ci si debba limitare (come fa, mi consenta que- sta antecipazione del nostro giudizio, come fa l'ordine del giorno presentato dal colle- ga Masia e da altri colleghi), non ci si debba limitare ad attendere di conoscere lo sche- ma della programmazione nazionale, ma si debba prendere una posizione di combatti- mento perchè ci sia una svolta politica che faccia andare avanti una programmazione na- zionale, che l'affermi come necessaria ed ur- gente nella vita del paese. Questo nell'ordine del giorno presentato dalla Democrazia Cri- stiano non v'è. E ci meraviglia che a questo si arrivi dopo che si è rinviato il programma quinquennale proprio in considerazione del- la mancanza di una programmazione nazio- nale. E' necessario, a noi sembra, che il peso della Sardegna sia gettato sulla scena poli- tica nazionale, in questo momento, oggi, sta- sera, mentre lo scontro si fa più acuto e le forze del monopolio dei gruppi dominanti, attraverso la direzione democristiana, pre- mono perchè sia respinta indietro ogni ri- forma, perchè ci sia una svolta, ma all'indie- tro, della politica nazionale, perché non si parli più nè di riforme, nè di programmazio- ne democratica. E' necessario che la Sarde- gna si esprima con un ordine del giorno bre-

ve, ma solenne nel suo dettato, in cui si dica chiaramente che essa vuole invece una pro- grammazione democratica dell'economia na- zionale, fondata sulle riforme, con un chiaro orientamento meridionalistico. Ecco il senso dell'ordine del giorno che noi abbiamo pre- sentato.

Questo ordine del giorno potrebbe, col- leghi della Democrazia Cristiana, esprimere (ancora oggi, in questo momento, nonostan- te le tensioni acute che vi sono in quest'aula, sul tema del programma semestrale) espri- mere qualcosa di unitario. E l'onorevole Det- tori, l'onorevole Masia, lo stesso onorevole Soddu hanno fatto appello all'assemblea e alle opposizioni di questa assemblea perchè si determini una convergenza unitaria. Ecco, onorevole Masia, onorevole Dettori, il terre- no di questa convergenza: una posizione che domandi con tutta la forza che la Sardegna è capace di esprimere in questo momento una svolta positiva della crisi politica nazio- nale, perchè si vada avanti e non indietro, perchè sia, quindi, creato quel quadro in cui L Piano di rinascita può avere la sua pie- na e integrale attuazione. Noi ci auguriamo che la Democrazia Cristiana e il Partito Sar- do d'Azione riflettano sul contenuto del no- stro ordine del giorno e che l'assemblea pos- sa esprimere ( o almeno le parti autonomisti- che di questa Assemblea possano esprime- re) un voto unitario e concorde su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Invito la Giunta a espri- mere il proprio parere sui tre ordini del giorno.

SODDU (D.C.), Assessore alla rinascita.

Signor Presidente, la .Giunta accetta nella so- stanza gli ordini del giorno presentati e ri- tiene che l'ordine del giorno presentato dal- l'onorevole Masia-Puligheddu e Sassu sia com- prensivo, anzi più ampio, di quello presentato dagli altri colleghi ; e quindi ritiene che accet- tando quest'ordine del giorno sostanzialmen- te siano accettati anche gli altri.

GHIRRA (P.C.I.). Più ampio qualitativa- mente o quantitativamente?

Resoconti, f. 790 - s. 270

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