Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Letteratura Migrante e Ritorno: Christ in Concrete di Pietro Di Donato
Relatore: Prova finale di:
Franco Nasi Maria Laura Casadonte Correlatore:
Marc Seth Silver
Anno Accademico 2017-2018
Ai bisnonni Francesco, Giovanni e Nicola, emigranti.
ABSTRACT
Obiettivo del presente lavoro di tesi è quello di offrire un'analisi approfondita del romanzo Christ in Concrete (1939) di Pietro Di Donato e un confronto del testo con la sua versione italiana, realizzata da Bruno Maffi ed Eva Kuhn Amendola e pubblicata nel 1941 col titolo Cristo fra i Muratori. L'analisi è preceduta da una panoramica dei principali eventi che hanno caratterizzato la storia degli italiani d'America e di quelle che sono state le fasi più rappresentative della letteratura italoamericana; panoramica fondamentale ai fini della contestualizzazione dell'opera e del suo autore.
Il lavoro evidenzia inoltre quanto le tematiche trattate e l'innovativo impiego di un inglese che ricalca le strutture e i ritmi del parlato degli immigrati di origini italiane abbiano contribuito a rendere il romanzo di Pietro Di Donato − secondo il parere di critici e studiosi del settore
− l'opera capostipite della produzione letteraria italoamericana.
L'analisi comparativa del testo di partenza e di quello d'arrivo pone l'attenzione sulle soluzioni a cui sono ricorsi i traduttori per far fronte ai passaggi più ostici. Dalla comparazione emerge come, malgrado inevitabili perdite, Bruno Maffi ed Eva Amendola − pur condizionati da vincoli di natura intratestuale ed extratestuale − siano comunque riusciti a salvaguardare l'originale marca stilistica e l'eterogeneità linguistica del romanzo di Di Donato.
The goal of this thesis is to provide a detailed analysis of Pietro Di Donato's Christ in Concrete (1939) and a comparison between the novel and its Italian version, written by Bruno Maffi and Eva Kuhn Amendola. The translation, entitled Cristo fra i Muratori, was published in Italy in 1941. The analysis is preceded by an overview of the main events that characterized the history of Italians in America and of the most representative phases of Italian American literature, in order to contextualize the author and his book. Furthermore, this work highlights how the themes of the novel and Di Donato's innovative use
of an English that imitates the structures and rhythms of the migrants' way of speaking contributed to make Christ in Concrete the archetype of the Italian American work of literature.
The comparative analysis of the source text and the target text focuses on how the translators dealt with the most tricky passages. Despite the presence of numerous intratextual and extratextual constraints, what emerges from the comparison is Bruno Maffi and Eva Amendola's ability to preserve the original style and the linguistic heterogeneity of Pietro Di Donato's novel, notwithstanding some inevitable loss.
Le but de la présente thèse est celui de fournir une analyse approfondie du roman Christ in Concrete (1939) de Pietro Di Donato et une comparaison entre le texte et sa version italienne, écrite par Bruno Maffi et Eva Kuhn Amendola et publiée en 1941 avec le titre Cristo fra i Muratori. L'analyse est précédée par une présentation des principaux événements qui ont caractérisé l'histoire des Italiens d'Amérique et des phases les plus représentatives de la littérature italo- américaine, afin de contextualiser l'œuvre et son auteur. En outre, le travail de thèse met en évidence comme les thématiques traitées et l'emploi innovant d'un anglais qui imite les structures et le rythme du parlé des immigrés italiens ont contribué à rendre le roman de Di Donato − selon l'opinion des critiques et des spécialistes du secteur − l'œuvre la plus emblématique de la production littéraire italo- américaine.
L'analyse comparative du texte source et du texte cible pose l'attention sur la façon dans laquelle les traducteurs on fait face aux passages plus compliqués. Même si la traduction a comporté des inévitables pertes, ce qui émerge de la comparaison entre les deux textes est la capacité de Bruno Maffi et Eva Amendola de préserver le style original et l'hétérogénéité linguistique du roman de Pietro Di Donato, malgré la présence de beaucoup de contraints de nature intratextuelle et extratextuelle.