CHARLES DARWIN
1. La natura prima di Darwin 2. L’opera di Darwin
3. I cinque grandi enigmi di Darwin 4. Alcune questioni filosofiche
poste dal darwinismo
La natura prima di Darwin
Aristotele : struttura fondamentale della filosofia della natura
• Il cosmo è eterno
• dunque, la natura anche vivente è eterna
• dunque, tutte le specie viventi sono eterne
• le specie viventi sono sempre le stesse da sempre
• la generazione nelle specie ha il carattere della ripetizione
• la generazione procede sempre dall’atto alla potenza
• la potenza è sempre inscritta in modo teleologico
(concezione della fissità delle specie)
La natura prima di Darwin
La classificazione di Linneo (
da Systema naturae, 1758)
COME funziona l’attività classificatoria dello scienziato svedese ?
Credo che non ci sia modo migliore per illustrarla che la rappresentazione del seguente esempio da noi elaborato rispettandone la tassonomia :
Superregno EUCARIOTI Supraregno ANIMALI
Regno ANIMALI BILATERALI Phylum CORDATI
Subphylum VERTEBRATI
Classe MAMMIFERI
Ordine PRIMATI Famiglia OMINIDI
Genere Homo
Specie Homo sapiens
L’ordine logico, come è evidente, segue il rapporto genere-specie di derivazione aristotelica; l’ordine ontologico è sancito sin dall’inizio dei tempi da Dio e ciascuna specie vivente è completamente
autonoma rispetto alle altre sul piano dello sviluppo biologico. (concezione della fissità delle specie)
La natura prima di Darwin
Dal fissismo al trasformismo (parte prima)
Bonnet (1720-1793), Trattato di insettologia, 1745
Gli esseri viventi sono disposti secondo una scala immobile e immutabile, che il
naturalista chiama «scala degli esseri naturali» : nessuna nuova specie ha fatto la sua comparsa, nessuna è scomparsa o mutata dopo la creazione
Le specie si dispongono secondo un ordine gerarchico, che va dalle più semplici alle più complesse, il quale esclude qualunque passaggio da un gradino all’altro e si configura come immobile e fisso nella sua compiutezza. Ogni singola specie ha già dentro di sé, nei suoi individui, i germi di sviluppo dei suoi futuri caratteri (teoria preformistica o
evoluzionistica). Qual è il significato di evoluzione in questo caso ? Semplice, e spiega molto bene il motivo per cui Darwin stenterà sempre ad accettare il termine: significa esplicitazione di ciò che già esiste allo stato implicito o seminale, e non processo di formazione di nuovi caratteri, in seguito al quale da specie primitive si giunge a specie diverse
La natura prima di Darwin
Dal fissismo al trasformismo (parte seconda)
Teorie biologiche a confronto nel Settecento
Epigenesi
1. Prima dell’accoppiamento, nel germe non esiste alcunché di definito, ma gli organi del nuovo individuo si costruiscono, gradatamente, uno dopo l’altro a partire da una materia
informe
2. Si fa nuovamente strada, come spiegazione dell’origine della vita, l’idea della generazione spontanea delle specie viventi, che si
sviluppano nel tempo, a partire da processi di trasformazione della materia elementare
Preformismo
1. Nell’uovo femminile (o, per taluni, nello spermatozoo maschile) è presente già in
miniatura il futuro organismo, completo di tutte le sue parti, e la fecondazione non fa altro che dare inizio al processo di sviluppo
2. I germi (semi o uova) degli individui, destinati a venire alla luce attraverso i tempi, esistono già dal momento della creazione divina. (i germi inscatolati uno dentro l’altro come le matrioske) 3. Le malformazioni e le anomalie non possono essere attribuite a Dio
La natura prima di Darwin
Dal fissismo al trasformismo (parte terza)
Maupertuis (1698-1759), Sistema della natura, 1751
Con il filosofo e scienziato francese si avanza per la prima volta l’ipotesi teorica che tutte le specie animali possano avere la loro origine in un’unica coppia di individui: a partire dalla prima riproduzione, è possibile immaginare che ci siano state variazioni accidentali, veri e propri errori nella costituzione degli
organismi elementari, che avrebbero prodotto nuove specie.
Afferma Maupertuis :«A forza di scarti ripetuti sarebbe emersa l’infinita varietà
degli animali che vediamo oggi e che forse con il tempo andrà aumentando »
La natura prima di Darwin
Dal fissismo al trasformismo (parte quarta)
Buffon (1707-1788), Storia naturale generale e particolare, 1749-1804, voll.
I-XLIV
Il filosofo e naturalista francese oppone al sistema della natura di Linneo la sua dinamica storia della natura e sostiene la derivazione di tutte le specie viventi da un ristretto numero di prototipi
Il suo trasformismo sottende la teoria dell’epigenesi, di cui vede una conferma sperimentale nella rigenerazione, in certi animali, degli arti amputati.
Il trasformismo di Buffon considera solo i mutamenti all’interno di grandi famiglie
originarie e mantiene molto netta la linea di sbarramento che divide l’uomo dalle altre specie viventi
La natura prima di Darwin
Fissismo e racconto biblico della creazione
Cuvier (1769-1832),
Il paleontologo e naturalista francese respinge con la sua teoria delle catastrofi l’idea che le specie si trasformino. L’ultima catastrofe, ricordata dalle Sacre scritture, il diluvio universale, ha portato alla scomparsa di molte specie viventi e alla nascita ex novo di altre. In questo modello esplicativo l’idea della fissità delle specie si accorda con il racconto biblico della creazione di specie diverse (creazionismo) e non entra in contrasto con la tradizione religiosa.
Paley (1743-1805), Teologia naturale, 1802
Il teologo inglese, che esercitò un forte influsso sulla formazione giovanile di Darwin, sostiene che ogni genere di piante e di animali sia stato creato da Dio con atto separato e che, una volta create, le specie restino fisse.
L’argomento dell’orologio. orologio : uomo =l’organismo vivente : Dio. Che cosa significa? Come
imbattendoci in un orologio, pensiamo subito che è stato fatto da un uomo intelligente in vista dello scopo, quello di segnare le ore con regolarità, così quando ci imbattiamo in un organismo vivente pensiamo subito che, per la sua estrema complessità e perfezione, sia stato fatto da un’Intelligenza superiore. Al giovane Darwin l’argomento di Paley appare assolutamente convincente, ma, dopo pochi anni e non senza turbamento, abbandonerà la tesi della teologia naturale (fissismo fondato sulla creazione).
La natura prima di Darwin
La prima teoria evoluzionistica moderna Lamarck (parte prima)
Le leggi fondamentali della teoria sono le seguenti : 1. La legge dell’uso o non uso degli organi
dice che l’uso degli organi influisce sul loro rafforzamento o indebolimento nella specie (l’esempio delle antilopi che diventano giraffe)
2. La Legge dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti
dice che «tutto ciò che la natura ha fatto acquisire o perdere agli individui per l’influenza delle circostanze alle quali la loro razza si trova da lungo tempo
esposta, e di conseguenza, per effetto dell’uso predominante di tale organo o del suo costante non uso, lo conserva attraverso la generazione ai nuovi individui che ne derivano purché i cambiamenti acquisiti siano comuni ai due sessi». (Filosofia zoologica, parte I, cap. VII).
La natura prima di Darwin
La prima teoria evoluzionistica moderna Lamarck (parte seconda)
Con lo scienziato francese si sviluppa in modo organico e coerente una teoria sul nesso tra acquisizione di abitudini e trasmissione di disposizione ereditarie.
Le trasformazioni delle specie viventi procedono sempre a senso unico, ossia verso una perfezione maggiore di organismi sempre più complessi e
ricchi.
Se le cose stanno in questo modo, ogni trasformazione porta sempre al
successo, mai al fallimento o all’estinzione delle specie.
La natura prima di Darwin
La prima teoria evoluzionistica moderna Lamarck (parte terza)
Quanto all’uomo, che cosa ne pensa Lamarck ?
La risposta è chiara; ed è costruita sulla falsariga dello schema esplicativo testé esposto e qui di seguito riprodotto nel particolare :
1. Ipotesi di specie di scimpanzé quadrumani
2. Alcune scimmie sono costrette dalle circostanze a vivere non più sugli alberi ma per terra 3. Per essere più efficienti usano solo i piedi o “due mani” per camminare e vedere più
lontano
4. Man mano che usano le “due mani” si sforzano di stare dritti, e, di generazione in generazione, acquisiscono sempre più e meglio la posizione eretta
5. La specie uomo acquista i connotati a noi noti e con il passar del tempo si impadronisce di tutto ciò che lo circonda
L’opera di Darwin
Opere principali
1839 Viaggio di un naturalista attorno al mondo 1859 L’origine delle specie
1871 La discendenza dell’uomo
1872 L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali
Letture formative di Charles Darwin
Malthus, Saggio sul principio della popolazione umana, 1798 Cuvier, Lezioni di anatomia comparata, 1800-1805
Maupertuis, Sistema della natura, 1751 Lamarck, Filosofia zoologica, 1809 Paley, Teologia naturale, 1802 Lyell, Principi di geologia, 1830
Bonnet, Trattato di insettologia, 1745
L’opera di Darwin
Perché la teoria darwiniana è una teoria necessaria ?
Perché è uno strumento efficace di tipo euristico per
• spiegare estrema varietà delle specie viventi
• spiegare la grande potenza della vita
• spiegare la capacità di adattamento all’ambiente
• spiegare il grande spreco fra quanti cominciano la corsa
della vita e quanti arrivano all’età della riproduzione
L’opera di Darwin
La potenza della selezione (prima parte)
Origine e significato della selezione naturale 1. Origine: la selezione artificiale
A-la potenza della selezione artificiale degli allevatori di pecore e bovini B-conseguente sviluppo di nuovi individui diversi della specie
C-conseguente diversificazione delle specie animali
2. Significato : la selezione naturale
A- l’analogia tra tecnica artificiale e natura (la natura compie trasformazioni)
B- insufficienza delle risorse ed eccesso di fecondità producono competizione
in natura per le risorse a tutti i livelli (fra componenti della stessa prole, fra
gruppi all’interno di una specie, fra specie diverse)
L’opera di Darwin
La potenza della selezione (seconda parte)
La struttura argomentativa darwiniana
FATTO 1: potenziale crescita esponenziale della popolazione
FATTO 2 : le
popolazioni sono stabili
FATTO 3 : le risorse sono limitate
DEDUZIONE 1 : la lotta per l’esistenza
FATTO 4. diversità del singolo individuo FATTO 5: ereditarietà di una parte della variazione individuale FATTO 6: la
variazione è casuale (non direzionale
DEDUZIONE 2:
Sopravvivenza differenziale
(selezione naturale)
DEDUZIONE 3 : Successo riproduttivo differenziale per molte generazioni (la
popolazione evolve o si trasforma)
L’opera di Darwin
TEORIA TRASFORMISTICA DI LAMARCK
1. Gli antenati delle giraffe erano antilopi a collo corto e brucavano l’erba dei prati. Ma alcuni di essi desideravano mangiare le foglie degli alberi, perciò si sono sforzati di allungare il collo per raggiungerle.
2. Per effetto di questo desiderio il collo durante la vita si è effettivamente allungato.
3. Questo allungamento del collo, avvenuto durante la vita, si trasmette ai figli.
4. L’allungamento del collo non si è manifestato in tutti gli antenati. Così molti di essi
continuano a vivere col collo corto fino a quando c’è abbastanza cibo.
5. L’allungamento del collo è stato graduale e continuo.
Teoria sull’ereditarietà biologica dei caratteri acquisiti con il comportamento
TEORIA DARWINIANA
1. Gli antenati delle giraffe erano antilopi a collo corto. Col crescere della popolazione i pascoli diventavano insufficienti e la fame spinge gli erbivori ad una continua ricerca del cibo.
2. Un giorno nasce per caso un antilope dal collo più lungo. Nella competizione per il cibo esso ha un vantaggio, perché può mangiare le foglie più alte, lì dove gli altri non arrivano.
3. Nella selezione naturale il collo più lungo non viene eliminato, essendo esso un carattere vantaggioso, e si trasmette ai figli
4. Dalle antilopi si originano a poco a poco un gruppo con il collo più lungo. Con il crescere della popolazione simile si forma una nuova specie.
5. L’allungamento è stato regolato dal caso.
Teoria della trasmutazione per variazioni casuali e per selezione naturale
L’opera di Darwin
I grandi cambiamenti evolutivi
La selezione naturale deve prendere in
considerazione i seguenti fattori di spiegazione :
• le trasformazioni geologiche della Terra
• le trasformazioni climatiche
• le catastrofi globali
• le grandi lotte ecosistemiche
• i meteoriti
L’opera di Darwin
La discendenza dell’uomo
1. L’uomo è soggetto, come tutte le altre specie viventi, alle regole fondamentali della trasformazione delle specie per variazione e per selezione naturale
2. L’uomo, quindi, rientra in un preciso albero genealogico di specie animali (primati-ominidi-homo sapiens sapiens)
3. L’uomo è situato al crocevia tra evoluzione biologica ed
evoluzione culturale o ,detto in altri termini, tra cambiamenti dettati dalle norme della natura e quelli derivanti dal nostro pensiero
4. L’uomo ha impresso con la cultura una potente accelerazione ai cambiamenti dell’ambiente che lo circonda (coevoluzione
accelerata)
L’opera di Darwin
Il problema religioso – 1
Darwin afferma esplicitamente che il modello teorico creazionista non spiega i seguenti fenomeni biologici:
- le imperfezioni delle specie viventi
- la presenza degli organi rudimentali o atrofizzati
- l’esistenza di parassiti che distruggono il loro ospite
Altro argomento per distruggere definitivamente l’idea del piano divino è il seguente :
- l’eccesso di sofferenza che investe i viventi
Questo eccesso è compatibile con l’ipotesi che tutti gli esseri viventi si siano sviluppati attraverso la variazione e la selezione naturale, ovvero per ragioni del tutto contingenti e non con l’idea
tradizionale dell’armonia di una natura creata da Dio.
L’opera di Darwin
Il problema religioso – 2
In sintesi, la teoria di Darwin scardina definitivamente alcuni presupposti della metafisica tradizionale (finalismo, essenzialismo, antropocentrismo e
creazionismo)
1. L’evoluzione del mondo vivente non è orientata ad alcun fine
2. Non esistono specie fisse e i mutamenti in una stessa specie non sono deviazioni di un modello originale : è sconvolta e demolita l’idea dell’essenza immutabile e necessaria comune a tutti gli individui di una medesima specie
3. L’uomo è un prodotto dell’evoluzione e ha la sua forma di vita
primaria in una specie prossima o vicina ad una scimmia antropomorfa 4. L’adattamento e le variazioni degli organismi viventi non sono il
risultato di un disegno intelligente progettato da un creatore, ma il frutto
della selezione naturale, della selezione sessuale
I cinque grandi enigmi di Darwin - 1
Primo enigma
I confini tra le specie I confini tra le specie
Batteria di domande poste da Darwin :
1.Quali sono i criteri che definiscono e distinguono una vera e propria specie ?
2.Le specie sono delle essenze reali distinte dietro la mutevole variabilità del vivente ? 3.Per individuare e determinare le specie ci sono dei caratteri-chiave più importanti di altri che non variano o variano poco ?
Citazione dall’ Origine delle specie :
«Nessuno suppone che tutti gli individui della stessa specie siano prodotti con lo medesimo stampo […]. Le differenze individuali generalmente interessano le parti che i naturalisti considerano di poca importanza, ma potrei mostrare con un lungo elenco di fatti che parti senz’altro importanti, da un punto di vista fisiologico o classificatorio, variano talvolta negli individui della stessa specie »
PRIMA CONCLUSIONE PROVVISORIA = la specie è subordinata all’individuo e non viceversa
I cinque grandi enigmi di Darwin - 2
Secondo enigma
La geografia delle specie La geografia delle specie
Batteria di domande poste da Darwin :
1. Come è possibile che in aree molto contigue ci siano differenze tra individui di una stessa supposta specie ?
2. Come mai la variabilità del vivente cresce con la considerazione delle aree più lontane o meno vicine ?
3. L’ambiente esterno determina direttamente la variabilità degli individui oppure soltanto le condizioni per la sopravvivenza ?
SECONDA CONCLUSIONE PROVVISORIA = le specie non sono uniformemente diverse
I cinque grandi enigmi di Darwin - 3
Terzo enigma
Il rapporto tra i fossili e gli organismi viventi Il rapporto tra i fossili e gli organismi viventi
Batteria di domande poste da Darwin :
1.Perché, rinvenute le ossa fossili in Patagonia, così enormi, riferibili a roditori giganti, la stessa area geografica non ha più specie simili che abbiano caratteristiche strutturali e fisiche equivalenti a quegli antichi animali?
2.Una specie antica può scomparire senza un modello di spiegazione di tipo biologico ? Oppure è utile introdurre un modello esplicativo più ampio, come ad esempio quello di tipo ecosistemico ?
3.Il rapporto tra specie estinte e specie in vita ha a che fare rispettivamente con la minore o maggiore prolificità ?
TERZA CONCLUSIONE PROVVISORIA = le specie si adattano o non si adattano a differenti ambienti
I cinque grandi enigmi di Darwin - 4
Quarto enigma
L L ’ ’ imperfezione dell imperfezione dell ’ ’ adattamento adattamento
Batteria di domande poste da Darwin :
1.L’adattamento delle specie all’ambiente circostante è veramente perfetto ? 2.Le specie sopravvivono nell’ambiente in condizioni anche difficili ?
3.Specie viventi con le stranezze della natura sono esempi di uno sviluppo biologico che ha uno scopo o una direzione ?
Esempio del kiwi illustrato da Darwin. Il kiwi, un uccello inetto al volo,grande come una gallina, diffuso in Nuova Zelanda, si nutre di frutti e di insetti. La sua maggiore stranezza sta nel suo uovo, enorme rispetto al corpo : esso può raggiungere il 25% del peso corporeo della femmina, e al
massimo stadio di sviluppo, si estende dalla parte più alta del petto alla cloaca. La femmina kiwi deve ancheggiare, con le gambe divaricate, per vari giorni prima della deposizione, esponendosi ai pericoli e nutrendosi con difficoltà. Come è possibile che esistano organismi come questi ? Le parole,
profetiche, di Darwin, alla fine del racconto sul kiwi sono le seguenti : «Le creature endemiche della Nuova Zelanda, sono perfette le une rispetto alle altre, ma ora stanno cedendo il passo alle legioni sempre più numerose di piante e animali introdotte dall’Europa» Oggi, i kiwi sono specie in
estinzione per l’arrivo dei predatori introdotti dall’uomo la cui assenza li lasciava vivere tranquilli con i loro “difetti”
QUARTA CONCLUSIONE PROVVISORIA = le specie sono sempre in relazione
con le condizioni ambientali esterne e il loro sviluppo non è lineare ma accidentato
I cinque grandi enigmi di Darwin - 5
Quinto enigma
Gli organi rudimentali Gli organi rudimentali
Batteria di domande poste da Darwin :
1.Si può parlare di creazione quando si vedono organi atrofizzati o abortiti ? 2.Gli organi atrofizzati sono tali perché non esercitati, cioè impiegati ?
Esempio dei capezzoli dell’uomo citato da Darwin. «Quando uno vede i capezzoli sul petto di un uomo, non dice che abbiano un qualche uso, ma che il sesso non sia stato determinante – lo stesso si dica per le ali inutilizzate di molti insetti ad esempio - Se si trattasse di semplice creazione, di certo sarebbero nati senza»
Altra citazione importante. «Nelle opere di storia naturale si afferma in genere che gli organi rudimentali (atrofizzati) sono stati creati per simmetria o per completare lo schema della natura; ma questa non mi sembra una spiegazione, bensì un semplice modo di riaffermare il fatto stesso [...] Riflettendo nessuno può evitare di restare stupito, perché la stessa capacità di ragionamento, ci dice chiaramente che un gran numero di parti o organi sono perfettamente adattati a certi scopi, ci dice in modo altrettanto chiaro che questi organi atrofizzati sono imperfetti e inutili»
QUINTA CONCLUSIONE PROVVISORIA = le specie sono sempre se pur in modo lieve imperfette
I cinque grandi enigmi di Darwin - 6
La discendenza comune come la chiave di soluzione ai cinque grandi enigmi
L’immagine del corallo e non dell’albero
IPOTESI DI SOLUZIONE di Darwin : le specie discendono da altre specie, le quali sono antenati comuni che si differenziano
Darwin utilizza l’albero della vita, metafora antica e illustre che indicava l’ordine della natura, ma con un significato nuovo : quello di uno sviluppo temporale, in cui nuove specie derivano dalle precedenti, nel tempo, per ramificazione. Corregendosi, in una fase successiva, Darwin impiega una metafora diversa, più calzante: quella del corallo. A differenza dei rami di un albero, quelli di un corallo non sono disposti gerarchicamente (con pochi rami portanti all’inizio e molti ramoscelli collaterali che aumentano con il passare del tempo): il corallo è più irregolare,
anarchico, e ogni ramo ha pari dignità. A volte nella storia della vita l’antenato sopravvive ai suoi discendenti, ma più spesso antenati e discendenti non vivono tutti contemporaneamente; spesso solo le punte dei rami rappresentano gruppi tuttora viventi.
CONCLUSIONE : nel corallo i cinque enigmi di Darwin trovano un senso.
Alcune questioni filosofiche poste dal darwinismo - 1
La natura è frutto del caso ?
O, semplicemente, la natura non ha un fine?
Studiando Darwin ci si interroga sul ruolo della casualità e sul suo significato; le variazioni casuali che fondano il trasformismo biologico restano una sorta di spina nel fianco di ogni concezione scientifica o filosofica di tipo deterministico.
Secondo il modello esplicativo darwiniano sostenere che qualcosa sia il frutto o il risultato del caso, non significa che le cause del fenomeno non esistano, bensì che siano ancora ignote, oppure che, allo stato attuale delle conoscenze, siano ancora parzialmente definite.
Ma, soprattutto, significa che le sopraddette variazioni quando compaiono non sono assolutamente correlate alle esigenze degli individui della specie in questione, né a qualcosa che sia successo precedentemente, né alla direzione che prenderanno successivamente gli eventi.
A questo punto, a rigor di termini, si dovrebbe parlare più che di casualità o casualismo, di non-direzionalità o non-intenzionalità : insomma, i cambiamenti evolutivi non hanno luogo in una direzione con un senso specifico.
Alcune questioni filosofiche poste dal darwinismo - 2
Esiste un senso morale che si evolve ?
Darwin cercò di capire da dove sorgessero i sentimenti di simpatia, i sentimenti altruistici e quelli che ci inducono a non fare del male agli altri
TESI DARWINIANA classica :
gli uomini e i mammiferi più affini a noi hanno un barlume di senso morale che si sviluppa.
LA QUESTIONE FILOSOFICA è capire se il senso morale si sia effettivamente evoluto oppure se l’uomo, in quanto egoista di natura, abbia poi costruito la società e i valori etico- politici proprio per sopravvivere al clima feroce dello stato di natura.
Alcune questioni filosofiche poste dal darwinismo - 3
Evoluzionismo e religione : complementari o divergenti ? - 1
La teoria dell’evoluzione di Darwin incontrò e incontra ancora molti ostacoli in ambito religioso
Se l’idea secondo la quale le specie mutano in virtù di un meccanismo naturale appariva contraria alla religione, la possibilità che la specie umana fosse "imparentata“ con le scimmie antropoidi appariva ancora più blasfema. L’evoluzione non metteva solo in discussione il dettato biblico, ma anche l’idea secondo la quale l’universo è stato creato da Dio per l’uomo,
l’antropocentrismo.
Negli ultimi decenni ambienti cristiani oppongono il cosiddetto neocreazionismo
all’evoluzionismo, una spiegazione dell’origine della vita sulla Terra attraverso un intervento di carattere divino (si parla di "Disegno o Progetto intelligente") che intende proporsi come
un’alternativa valida alla spiegazione dell’evoluzione veicolata dal darwinismo.
Alcune questioni filosofiche poste dal darwinismo - 3
Evoluzionismo e religione : complementari o divergenti ? - 2
Lessico di base
Antropocentrismo Agnosticismo Ateismo
Costruzionismo o Produzionismo Creazionismo
Disegno intelligente Evoluzionismo
Macroevoluzione/microevoluzione Rivelazione
Trasformismo biologico o trasmutazione delle specie
Alcune questioni filosofiche poste dal darwinismo - 4
La sopravvivenza del più adatto è la sopravvivenza del più forte ? – 1
Sociobiologia e darwinismo sociale
L’affermazione della piena appartenenza dell’uomo alla natura, il suo essere sottoposto alle leggi dell’evoluzione come gli altri animali, la messa in discussione dell’antropocentrismo, nonché l’affermazione dell’origine naturale delle facoltà intellettuali e morali, restituivano un’immagine del tutto nuova dell’essere umano.
Darwin stesso si è sempre impegnato ad impedire che le sue affermazioni di stampo biologico venissero applicate alla società. L’idea darwiniana dell’uomo che ha sviluppato, per selezione naturale, il senso morale, perché l’evoluzione ha premiato l’altruismo e non l’egoismo si oppone ad altre due idee : l’uomo buono per natura e l’uomo egoista per natura. Ma la società,
secondo il darwinismo classico, deve superare l’evoluzione in senso naturale: essa, infatti, nasce per il progresso civile dell’uomo e non può limitarsi ad applicare le leggi della natura, altrimenti alla lunga diverrebbe ingiusta e feroce.
Alcune questioni filosofiche poste dal darwinismo - 4
La sopravvivenza del più adatto è la sopravvivenza del più forte ? – 2
Sociobiologia e darwinismo sociale
Che cos’è la civilizzazione per il darwinismo classico ?
Non è sinonimo di evoluzione, così come ha chiarito Darwin. La società, quindi, non rappresenta assolutamente una forma più mediata di lotta per l’esistenza.
Ma la risposta suaccennata vale per quel movimento filosofico e culturale che chiamiamo darwinismo sociale ?
No; e senza tema di smentita, si può affermare che l’identificazione evoluzione-
civilizzazione sia una sorta di fraintendimento/tradimento del pensiero di Darwin.
Chi è l’autore di questo travisamento ?
Il filosofo Spencer, positivista evoluzionista, che rifacendosi a Lamarck, pone le basi per un’applicazione sconsiderata della legge della selezione naturale alle dinamiche sociali (politica, economia, criminologia), fornendo la piattaforma di lancio per teorie razzistiche o eugenetiche.
Alcune questioni filosofiche poste dal darwinismo - 4
La sopravvivenza del più adatto è la sopravvivenza del più forte ? – 3
Sociobiologia e darwinismo sociale Lessico di base
Biologizzazione dell’etica Darwinismo sociale
Eugenetica
Fardello dell’uomo bianco Razza
Razzismo Sociobiologia
Sopravvivenza del più adatto