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I movimenti mandibolari

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Academic year: 2021

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L’articolazione temporo-mandibolare

La mandibola, o mascellare inferiore, si articola in alto mediante l’apofisi condiloidea con la zona media della base del cranio, per formare l’articolazione temporo-mandibolare.

Questa articolazione, nella quale si compiono i movimenti della masticazione, è considerata come il sistema articolare più complesso del corpo umano, e si modifica considerevolmente secondo le necessità di movimento della mandibola o secondo il regime alimentare dell’uomo.

In relazione ai caratteri morfologici dei capi articolari che la compongono, questa articolazione va classificata tra le condiloidee.

È un’articolazione doppia poiché risulta composta da due superfici articolari delle quali una fa parte dell’osso temporale e l’altra della mandibola.

Il tubercolo articolare del temporale è costituito da un rilievo fortemente convesso che fa parte della radice trasversa del processo zigomatico del temporale.

Rappresenta una vera e propria porzione articolare ed è ricoperto da uno strato di tessuto fibrocartilagineo che nel punto più spesso raggiunge 0,75 mm (figura seguente).

Il condilo della mandibola è una protuberanza ossea posta sul margine posteriore dei rami della mandibola.

La sua forma (ellissoidale) è estremamente significativa perché la si deve considerare, quando è sottoposta a qualsiasi condizione di sforzo, come un meccanismo di bloccaggio; la superficie del condilo rappresenta quindi una serie infinita di punti di bloccaggio.

Figg. 1-2 1) Meato acustico; 2) menisco interarticolare; 3) tubercolo articolare zigomatico; 4) condilo della mandibola; 5) muscolo pterigoideo.

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Tra i due condili, entrambi convessi, si interpone il menisco, cioè un disco cartilagineo biconcavo che si modella esattamente in basso sulla parete corrispondente del condilo e in alto sulla fossa mandibolare del temporale in modo che l’articolazione possa compiere i suoi movimenti.

Una considerazione può essere interessante: originariamente (cioè da un punto di vista embriogenetico) il menisco era il tendine del muscolo pterigoideo esterno (ramo superiore), ed era dotato di vascolarizzazione e innervazione. Dopo che l’articolazione ha cominciato a funzionare, le aree soggette a pressione hanno subito un assottigliamento che ha portato come conseguenza alla distruzione e quindi alla scomparsa dei vasi e dei nervi: si è così avuta la formazione del menisco.

La porzione esterna del menisco ha ancora una certa innervazione di tipo sensoriale, mentre la porzione centrale non possiede innervazioni e non darà mai sensazioni dolorose né si potrà mai riprodurre mancando appunto di apparato sanguigno e nervoso.

Un liquido – la sinoviale superiore, posta tra il disco e l’osso temporale, e la sinoviale inferiore, collocata sotto il menisco (figura seguente) – provvede alla lubrificazione e ha un elevatissimo potere di scorrevolezza (tre volte maggiore di quello che avrebbe ghiaccio su ghiaccio).

La capsula articolare, essenzialmente formata da fasci fibrosi verticali e dai legamenti (laterale e mediale), rappresenta, infine, il mezzo d’unione dell’articolazione temporo-mandibolare.

Fig. 3 1) Cavità sinoviale superiore; 2) cavità sinoviale inferiore;

3) menisco.

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La cinetica articolare

L’articolazione temporo-mandibolare permette importanti movimenti che si estrinsecano, con varie modalità, nelle direzioni verticali, laterali, mesiali e distali.

La funzione muscolare dell’articolazione temporo-mandibolare dipende dal sistema nervoso centrale.

I fusi terminali nervoso-sensitivi, situati nei muscoli, nei tendini e nei legamenti, inviano al sistema nervoso centrale, mediante l’apparato nervoso afferente, le percezioni di quanto sta per avvenire nell’occlusione.

Un cibo duro richiederà una potente contrazione muscolare mentre uno molle, ovviamente, una produzione di forza inferiore.

Il sistema nervoso centrale, in base alle informazioni raccolte dai recettori, stabilisce il programma occlusiale relativo.

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Attraverso le vie efferenti ritorna la risposta motoria che regola il tipo di contrazione muscolare in modo che sia sempre prodotta una forza di masticazione proporzionata a quella da compiere.

I movimenti articolari sono indicati nella letteratura col nome degli autori che per primi e più diffusamente ne hanno descritto il meccanismo.

Quelli di abbassamento e di elevazione sono anche detti movimenti di Walker e Luze; quelli di lateralità (o diduzione), di Gysi e Bennet; quelli di propulsione e retropulsione, di Bonwill.

Movimenti verticali: di Walker e Luze

Si distinguono in movimenti di apertura e movimenti di chiusura.

I muscoli che provocano l’apertura della bocca, detti “abbassatori”, sono:

la porzione anteriore del digastrico – inserzione: fossette digastriche e parte sulla base della mandibola e sull’osso ioide;

i miloioidei – inserzione: linea miloioidea-osso ioide;

i genioioidei – inserzione: apofisi geni inferiori-osso ioide;

gli stiloioidei – inserzione: apofisi stiloioidea (faccia inferiore rocca petrosa).

Figg. 4-5-6 – Rapporti tra i condili della mandibola e del temporale: con la bocca chiusa (Fig. 4); semiaperta (Fig. 5); molto aperta (Fig. 6).

Fig. 4

Fig. 5

Fig. 6

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I muscoli che determinano il movimento di chiusura della bocca, detti “elevatori”, sono:

i masseteri – che si inseriscono nel margine inferiore del processo zigomatico del temporale sino alla faccia esterna della branca montante della mandibola;

i pterigoidei interni – inserzione: fossa pterigoidea dello sfenoide-faccia interna della branca montante della mandibola;

i temporali – inserzione: margine superiore orizzontale del processo zigomatico del temporale-processo coronoideo della branca montante della mandibola per mezzo della sua porzione tendinea.

Fig. 7 – 1) Muscolo temporale; 2) muscolo massetere.

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Movimenti laterali o di diduzione: di Gysi e Bennett

Sono provocati dall’azione monolaterale dei muscoli abduttori: i pterigoidei esterni e del muscolo temporale (fascio posteriore).

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Movimenti sagittali di Bonwill

Si distinguono in movimenti di propulsione e movimenti di retropulsione.

I movimenti di propulsione sono dovuti all’effetto dell’azione bilaterale dei muscoli detti “protrusori”, i pterigoidei interni ed esterni (inserzione degli esterni: faccia laterale del processo pterigoideo dello sfenoide- faccia laterale del collo del condilo della mandibola).

I movimenti di retropulsione si compiono per l’azione dei muscoli “retrusori” che sono i genioioidei e la porzione posteriore del muscolo digastrico (osso ioide – incisura digastrica della faccia interna dell’apofisi mastoidea del temporale).

Fig.8 – 1) Pterigoideo esterno; 2) pterigoideo interno.

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Fig. 9 – 1) Muscolo genioioideo; 2) muscolo miloioideo;

3) osso ioide; 4) spina mentale (apofisi geni superiori e inferiori).

Fig. 10 – 1) Porzione anteriore del muscolo digastrico; 2) osso ioide; 3) porzione posteriore del muscolo digastrico.

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Movimenti di circonduzione

Sono l’insieme e la combinazione di tutti i movimenti.

L’espressione grafica dei movimenti di circonduzione, come quella descritta dalla astina incisiva sulla piastra incisiva fissa di un articolatore a valore medio, è un arco gotico.

Va tuttavia precisato che è un errore rappresentare su un piano una combinazione di movimenti che invece avviene nello spazio.

Per una migliore comprensione del meccanismo dell’apparato masticatorio in relazione all’estensione dei movimenti mandibolari, è riportato lo “schema di Posselt”, noto studioso scandinavo di anatomia funzionale.

Esso è la descrizione grafica più chiara e semplice di tutti i movimenti mandibolari.

Fig. 11 A – Schema di Posselt che descrive i movimenti mandibolari visti sul piano orizzontale: A) massima retrusione;

B) lateralità destra; C) lateralità sinistra; D) massima protrusione.

A

D

B C

Fig. 11 B – Schema di Posselt che descrive i movimenti mandibolari visti sul piano sagittale:

1) posizione di massima retrusione

2) posizione intercuspidale (di maggior intercuspidazione) 3) posizione testa a testa

4) posizione di contatto protrusa 5) posizione di massima apertura 6) posizione di apertura in asse-cerniera

posizione di riposo

Fig. 11 C – Gli schemi precedenti visti tridimensionalmente.

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Testi tratti da “Principi di Biomeccanica” di Raffaello Maltecca © 1982 Fig. 11 E – Come sarebbero descritti i movimenti mandibolari sul piano orizzontale dallo schema di Posselt.

Fig. 11 D – Proiezione sagittale dello schema di Posselt. Indica la posizione di apertura in asse-cerniera.

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