Tiziano Razzolini
Università di Siena
Siena, 2020
Tiziano Razzolini Econometria
Obiettivi, risorse, valutazioni
Prerequisiti: conoscenza di concetti statistici di base e dell’analisi matematica.
Obiettivi:
acquisire una conoscenza approfondita dell’approccio e dei metodi econometrici
saper specificare delle equazioni di stima
saper stimare un modello di regressione, interpretarne i risultati e comprendere il ruolo dell’inferenza nell’analisi empirica
saper organizzare una base dati
saper testare statisticamente le ipotesi di una teoria economica.
Il raggiungimento degli obbiettivi descritti precedentemente passa per la conoscenza di un pacchetto econometrico, nel nostro caso STATA.
https://www.stata.com
STATAè un software a pagamento di cui la Scuola ha comprato la licenza per 40 utenze.
Nelle date indicate nel calendario verranno effettuate delle esercitazioni in aula informatica.
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Obiettivi, risorse, valutazioni
Esiste una moltitudine di documenti che possono essere utili per apprendere i rudimenti di STATA.
https://www.stata.com/links/video-tutorials/
https://www.stata.com/links/resources-for-learning-stata/
STATA forum: https://www.statalist.org/
Contatti e altre informazioni
Lezioni , Mer 10-12, Gio e Ven 12-14.
Ricevimento Lun 11-13.
Email[email protected].
Materiale Slides ed esercizi sono in italiano, occasionalmente in inglese.
Info
http://docenti-deps.unisi.it/tizianorazzolini/econometria.
Tiziano Razzolini Econometria
Obbiettivi, risorse, valutazioni
Libri
Esistono vari libri interessanti, tuttavia noi useremo
HGL IT Hill, Griffiths & Lim, Principi di Econometria, Zanichelli.
HGL EN Hill, Griffiths & Lim, Principles of Econometrics, 4th edition, Wiley.
Come alternativa potete consultare
SW Stock & Watson, Introduction to Econometrics, 3th edition, Pearson.
JMW Wooldridge, Introductory Econometrics: A Modern Approach, 5th edition, CENGAGE.
La valutazione seguirà la seguente modalità A prova intermedia scritta
B prova finale scritta.
Il voto finale sarà la media delle due prove
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Valutazione
Date importanti
1 Prova intermedia Venerdi’ 17 Aprile 12.00-14.00 AULA 12
2 Primo appello, 15 Giugno ore 12.00
3 Secondo appello, 12 Luglio ore 12.00
1 Gli esami saranno tutti prove scritte
2 Gli esami saranno principalmente composti da domande aperte nelle quali sarà richiesto di fornire definizioni, provare dimostrazioni o risolvere esercizi
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Concetti matematici fondamentali
Ci soffermeremo brevemente su alcuni concetti importanti per capire alcuni risultati che vedremo durante il corso.
1 Logaritmi
2 Relazioni lineari
3 Relazioni nonlineari
Logaritmi
Possiamo interpretare il logaritmo come una funzione inversa dell’esponenziale.
Se x = 10ballora b è il logaritmo di x in base 10.
Il numero irrazionale e ≈ 2.718282 è usato come base logaritmica
Se x = eballora b è il logaritmo naturale di x .
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Concetti matematici fondamentali
Logaritmi
Possiamo quindi scrivere
log(x ) = log(eb) =b log(e) = b.
Abbiamo le seguenti regole
log(xy ) = log(x ) + log(y ) log(x /y ) = log(x ) − log(y )
log(xa) =a log(x ) x = elog(x ).
Logaritmi
La variazione relativa di una variabile y è definita come y1− y0
y0 = ∆y y0 .
La variazione percentuale di y è 100 volte la variazione relativa
100y1− y0
y0 =100∆y
y0 = %∆y .
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Concetti matematici fondamentali
Logaritmi
Una caratteristica utile dei logaritmi, anche nel contesto di un modello econometrico, è che possono essere approssimati facilmente.
Consideriamo y0,y1>0 e y0un valore vicino a y1. Esiste la seguente regola
100(log(y1) − log(y0)) ≈ %∆y .
Se y1e y0sono distanti la qualità dell’approssimazione si deteriora. Il risultato è una conseguenza diretta della seguente approssimazione di Taylor
log(y1) ≈ log(y0) + 1
y0(y1− y0).
Relazioni nonlineari
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Concetti matematici fondamentali
Relazioni lineari
Definiamo una relazione lineare y = mx + b La pendenza è
m = y2− y1 x2− x1
= ∆y
∆x
La pendenza è importante per gli economisti perchè rappresenta l’effetto marginale della variazione di x su y
∆y = m∆x .
Relazioni lineari
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Concetti matematici fondamentali
Relazioni lineari
L’elasticità rappresenta la variazione percentuale di una variabile quando una seconda variabile cambia dell’1%.
Quando siamo in presenza di una relazione lineare abbiamo εyx = %∆y
%∆x = 100∆y /y
100∆x /x = ∆y /y
∆x /x = ∆y
∆x x y =mx
y.
Relazioni nonlineari
La derivata di una relazione nonlineare non è costante e deve essere determinata in ogni punto.
Essenzialmente, l’inclinazione della curva in un determinato punto è data dall’inclinazione della retta tangente che passa per quel punto.
L’interpretazione non è comunque troppo diversa dal caso lineare. L’inclinazione della tangente rappresenta il tasso di variazione di una funzione, diciamo f (x ), al variare di x .
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Concetti matematici fondamentali
Relazioni nonlineari
1 Variabili aleatorie
2 Distribuzioni di probabilità
3 Distribuzioni congiunte, marginali e condizionali
4 Proprietà delle distribuzioni di probabilità
5 La distribuzione normale.
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Elementi di probabilità
Variabili aleatorie
Una variabile aleatoria è una variabile il cui valore non è noto finchè questo non viene osservato.
1 Ogni variabile aleatoria assume dei valori in un insieme determinato.
2 Una variabile aleatoria discreta può prendere solo un limitato numero di valori.
3 Una variabile indicatrice prende valori 0 e 1.
4 Le variabili indicatrici sono particolarmente utili perchè ci permettono di usare variabili qualitative quali sesso o razza.
5 Se una variabile aleatoria può prendere qualsiasi valore viene trattata come una variabile continua.
Distribuzioni di probabilità
La probabilità è spesso definita in termini di esperimenti.
Se dovessimo scegliere a caso una cella dalla tabella qua sotto, staremmo conducendo un esperimento aleatorio.
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Elementi di probabilità
Distribuzioni di probabilità
La probabilità dei possibili eventi viene riassunta in una funzione di densità (fdd o pdf).
1 La pdf di una variabile aleatoria discreta da la probabilità che ogni possibile valore si realizzi.
2 Se X è una variabile aleatoria discreta il valore della sua pdf f (x ) è la proababilità che X assuma il valore x : f (x ) = P(X = x ).
3 Inoltre, 0 ≤ f (x ) ≤ 1 e f (x1) + · · · +f (xn) =1.
Distribuzioni di probabilità
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Elementi di probabilità
Distribuzioni di probabilità
Una funzione di distribuzione cumulata (fdc o cdf ) è un altro modo per rappresentare la probabilità di un evento.
1 La cdf di una variabile aleatoria X , F (x ), è la probabilità che X sia minore o uguale ad un determinato valore x : F (x ) = P(X ≤ x ).
2 Possiamo per esempio calcolare la probabilità che X ≤ 2 usando i dati nella tabella precedente
F (x ) = P(X ≤ x ) = P(X = 1) + P(X = 2) = 0.1 + 0.2 = 0.3.
Distribuzioni di probabilità
Si noti
P(X > 2) = 1 − P(X ≤ 2) = 1 − F (2) = 1 − 0.3 = 0.7.
Inoltre
F (2.5) = P(X ≤ 2.5) = P(X = 1) + P(X = 2) = 0.1 + 0.2 = 0.3.
La cdf può calcolarsi per qualsiasi valore che si trovi tra −∞ e +∞.
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Elementi di probabilità
Distribuzioni di probabilità
Distribuzioni congiunte, marginali e condizionali
Quando lavoriamo con più variabili aleatorie dobbiamo definire una pdf congiunta.
Una probabilità congiunta ci dice qual è la probabilità che due eventi si verifichino simultaneamente.
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Elementi di probabilità
Distribuzioni congiunte, marginali e condizionali
Example
Controlliamo la tabella
cerchiamo di studiare qual è la probabilità che allo stesso tempo X = 2 e Y = 1. Quindi
P(X = 2 e Y = 1) = P(X = 2, Y = 1) = f (x = 2, y = 1) = 0.1.
Distribuzioni di probabilità
La probabilità condizionata è la probabilità che X = 2 dato Y = 1.
1 L’effetto del condizionamento riduce l’insieme dei possibili risultati.
2 La probabilità che X = x dato Y = y si scrive P(X = x |Y = y ).
3 La probabilità condizionata è definita dalla pdf condizionata f (x |y ) = P(X = x |Y = y ) = P(X = x , Y = y )
P(Y = y ) = f (x , y ) fY(y ) .
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Elementi di probabilità
Distribuzioni di probabilità
Il nostro esempio
f (x = 2|y = 1) = P(X = 2|Y = 1) = P(X = 2, Y = 1)
P(Y = 1) = f (2, 1) fY(1)
= 0.1
0.4 =0.25.
Distribuzioni di probabilità
Due variabili aleatorie X e Y sono statisticamente indipendenti quando
P(X = x |Y = y ) = P(X = x ) oppure, equivalentemente,
f (x |y ) = f (x , y )
fY(y ) =fX(x ).
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Elementi di probabilità
Distribuzioni di probabilità
Possiamo anche dire che X e Y sono statisticamente
indipendenti quando la pdf congiunta è data dal prodotto delle distribuzioni marginali
P(X = x , Y = y ) = f (x , y ) = fX(x )fY(y ) = P(X = x )P(Y = y ).
Se prendiamo X = 1 e Y = 1
P(X = 1, Y = 1) = f (1, 1) = 0.1 6=
fX(1)fY(1) = P(X = 1)P(Y = 1) = 0.1 × 0.4 = 0.04.
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
Due importanti caratteristiche di una pdf sono una misura di centralità e una misura di dispersione.
1 Una misura di centralità è la media o valore atteso.
2 Due misure di dispersione sono la varianza e la deviazione standard.
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Elementi di probabilità
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
La media di una variabile aleatoria è data dal valore atteso Quando X è discreta il valore atteso è
µX =E [X ] = x1P(X = x1) +x2P(X = x2) + · · · +xnP(X = xn)
=
n
X
i=1
xiP(X = xi) =
n
X
i=1
xif (xi).
Nell’esempio precedente abbiamo
E [X ] = 1 × P(X = 1) + 2 × P(X = 2) + 3 × P(X = 3) + 4 × P(X = 4)
= (1 × 0.1) + (2 × 0.2) + (3 × 0.3) + (4 × 0.4) = 3 Il valore atteso di una variabile aleatoria è il valor medio che si realizza in un numero elevato di esperimenti.
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
Il concetto di vaore atteso condizionato o media condizionata è estremamente importante in econometria.
Example
Qual è il valore atteso del salario di un individuo con 16 anni di educazione, in altri termini qual è il valore di
E [WAGE |EDUCATION = 16]?
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Elementi di probabilità
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
La media condizionata di una variabile aleatoria discreta si calcola come
µX |Y =E [X |Y = y ] =X
x
xf (x |y ).
Quindi, per quanto riguarda il nostro problema, E [X |Y = 1] =X
x
xf (x |1)
=1 × f (1|1) + 2 × f (2|1) + 3 × f (3|1) + 4 × f (4|1)
=1 × 0.25 + 2 × 0.25 + 3 × 0.25 + 4 × 0.25 = 2.5.
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
Se g(X ) è una funzione della variabile aleatoria X allora anche g(X ) sarà una variabile aleatoria.
Se X è discreta allora
E [g(X )] =X
x
g(x )f (x )
inoltre, date le costanti a e b, abbiamo E [aX + b] = aE [X ] + b e, date le funzioni g1(·)e g2(·),
E [g1(X ) + g2(X )] = E [g1(X )] + E [g2(X )].
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Elementi di probabilità
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
La varianza di una variabile aleatoria discreta è definita come σX2 = Var[X ] = E [(X − E [X ])2] =E [X2] − µ2.
Nel nostro caso abbiamo E [X ] = 3 quindi
E [X2] =
4
X
i=1
xi2f (xi)
=12× 0.1 + 22× 0.2 + 32× 0.3 + 42× 0.4 = 10 La radice quadrata di σ2, σ, è la deviazione standard. Una proprietà interessante è la seguente
Var[aX + b] = a2Var[X ].
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
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Elementi di probabilità
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
Nel caso di più variabili aleatorie abbiamo E [X + Y ] = E [X ] + E [Y ]
E [aX + bY + c] = aE [X ] + bE [Y ] + c
E [XY ] = E [X ]E [Y ] se X e Y sono indipendenti.
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
La covarianza tra X e Y è una misura di associazione lineare σXY = Cov[X , Y ] = E [(X − µX)(Y − µY)] =E [XY ] − µXµY.
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Elementi di probabilità
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
Interpretare la covarianza può essere complicato in particolare quando X e Y hanno diverse unità di misura.
Riscalando la covarianza otteniamo ρ = Cov[X , Y ]
pVar[X ]pVar[Y ] = σXY σXσY.
ρè la correlazione tra X e Y ed è indipendente dalla scala delle variabili.
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Elementi di probabilità
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
Diversamente dalla covarianza la correlazione si muove tra
−1 e 1.
La correlazione tra X e Y è −1 o 1 quando c’è perfetta correlazione negativa o positiva.
Se non c’è nessuna associazione lineare tra X e Y la covarianza e la correlazione sono entrambe zero.
Proprietà delle distribuzioni di probabilità
In generale la covarianza della combinazione lineare di due variabili aleatorie è
Var[aX + bY ] = a2Var[X ] + b2Var[Y ] + 2ab Cov[X , Y ].
Problem
Calcolare Var[X + Y ] e Var[X − Y ].
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Elementi di probabilità
La distribuzione normale
Se X si distribuisce normalmente con media µ e σ2scriveremo X ∼ N(µ, σ2).
La pdf è definita come f (x ) = 1
√
2πσ2exp
−(x − µ)2 2σ2
, −∞ <x < ∞.
Possiamo standardizzare la variabile Z = X − µ
σ ∼ N(0, 1).
La distribuzione normale
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Elementi di probabilità
La distribuzione normale
Se X si distribuisce normalmente con media µ e σ2scriveremo X ∼ N(µ, σ2).
La pdf è definita come f (x ) = 1
√
2πσ2exp
−(x − µ)2 2σ2
, −∞ <x < ∞.
La distribuzione normale
Se X ∼ N(µ, σ2)e a e b costanti, allora P(X ≤ a) = P X − µ
σ ≤ a − µ σ
=P
Z ≤ a − µ σ
= Φ a − µ σ
P(X > a) = P X − µ
σ > a − µ σ
=P
Z > a − µ σ
=1 − Φ a − µ σ
P(a ≤ X ≤ b) = P a − µ
σ ≤ Z ≤ b − µ σ
= Φ b − µ σ
− Φ a − µ σ
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Elementi di probabilità
La distribuzione normale
La somma ponderata di variabili normali è una variabile normale. Date
X1∼ N(µ1, σ21), X2∼ N(µ2, σ22) quindi
Y = a1X1+a2X2∼ N(a1µ1+a2µ2,a12σ12+a22σ22+2a1a2σ12).
Le distribuzioni che vedremo, come la t, la F e la χ2hanno una qualche relazione con la normale.
Durante questa parte del corso affronteremo i seguenti punti:
1 perché studiare l’econometria
2 di cosa parla l’econometria
3 il modello econometrico
4 il processo generatore dei dati
5 le caratteristiche dei dati economici
6 l’econometria come strumento di ricerca
7 come scrivere una ricerca empirica
8 le fonti dei dati economici.
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Introduzione all’econometria
Perchè studiare l’econometria
Una conoscenza anche elementare dell’econometria vi permetterà di colmare il divario tra l’essere unostudente di economiae l’essere uneconomista applicato.
Sarete capaci di affrontare corsi di econometria più avanzati con almeno l’idea di come certi metodi funzionino e l’intuizione del meccanismo che ne giustifica l’uso.
Sarete capaci di rispondere comunque a domande interessanti quali:
Posso prevedere le vendite di un prodotto?
Come varia il volume di vendite la riduzione del prezzo unitario di $1 da parte della concorrenza?
Qual è l’effetto di una campagna pubblicitaria sulle vendite?
Di cosa parla l’econometria
Cerchiamo di introdurre una definizione funzionale di econometria.
L’econometria studia come combinare teoria economica espressa in forma di modelli matematici e dati (economici o provenienti da altre discipline analoghe) usando metodi statistici.
Essenzialmente quello che vogliamo fare è rispondere a domande di tipo “Quanto. . . ?”
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Introduzione all’econometria
Di cosa parla l’econometria
Il concetto di funzione è essenziale dunque per definire relazioni tra grandezze economiche.
Example (Consumo, reddito e prezzi)
Supponiamo di essere interessati alle relazioni che esistono tra consumo (C), reddito (R), quantità domandata e offerta (Qd e Qs) e il prezzo (P). Intuitivamente possiamo definire le seguenti equazioni
C = fC(R)
Qd =fQd(P, Ps,Pc,R) Qs =fQs(P, Ps,Pf).
Psè il prezzo dei beni sostituti, Pcè il prezzo dei complementi e Pf è il prezzo dei fattori di produzione.
Di cosa parla l’econometria
Questo tipo di equazioni generiche può descrivere una miriade di situazioni che hanno a che vedere con decisioni di tipo economico. Vediamo alcuni problemi pratici.
Il consiglio comunale di Siena vuole sapere di quanto si abbasserà il tasso di criminalità a fronte di uno
stanziamento di risorse destinate all’assunzione di agenti di polizia.
Il proprietario di una osteria di Siena deve stimare la variazione del suo fatturato in relazione ad un investimento in pubblicità su un quotidiano locale.
La nostra Università deve stimare la riduzione del numero di iscritti in seguito ad un aumento delle tasse universitarie e deve stimare se le entrate sono maggiori o minori.
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Introduzione all’econometria
Di cosa parla l’econometria
Il CEO di Proctor&Gamble vuole sapere quale sarà la domanda futura di un suo detersivo e decidere quanto investire nei nuovi impianti destinati alla sua produzione.
Il titolare di un’impresa immobiliare deve stimare la redditività della costruzione di un campo da golf e di un casinó in funzione di reddito e tasso di crescita della popolazione.
La TIEMME vuole studiare l’effetto di un aumento del prezzo del biglietto sui ricavi e sul numero di utenti.
Il modello econometrico
Per risolvere i problemi descritti precedentemente dobbiamo costruire il nostro modello econometrico.
Il modello econometrico si compone di due elementi fondamentali
1 la parte sistematica (o deterministica),
2 la parte casuale (o random o aleatoria).
La parte sistematica rappresenta essenzialmente quello che conosciamo del fenomeno che vogliamo descrivere. La parte aleatoria invece non è prevedibile.
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Introduzione all’econometria
Il modello econometrico
Consideriamo l’equazione della domanda vista precedentemente:
Qd =fQd(P, Ps,Pc,R)
| {z }
parte sistematica
+ e
|{z}
parte casuale
= β1+ β2P + β3Ps+ β4Pc+ β5R + e.
Finalmente abbiamo costruito il nostro modello econometrico. Rispetto al modello economico iniziale abbiamo fatto due significativi passi in avanti:
1 abbiamo aggiunto il termine d’errore e,
2 abbiamo specificato la forma funzionale di fQd(·).
Concentriamoci un attimo su quest’ultimo punto.
Il modello econometrico
Nella slide precedente abbiamo definito una forma funzionale per l’equazione della domanda.
Abbiamo scelto una forma lineare anche se non è l’unica possibilità.
La forma funzionale deve essere coerente con la teoria e con l’evidenza empirica.
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Introduzione all’econometria
Il modello econometrico
Ricapitolando
1 la teoria economica suggerisce una forma funzionale per la componente sistematica,
2 la componente aleatoria è ciò che non possiamo misurare e rappresenta in senso lato la nostra ignoranza.
Il modello econometrico
In che modo possiamo utilizzare il nostro modello econometrico?
Abbiamo varie possibilità. Tutto dipende da qual è il nostro problema.
1 Stima: possiamo stimare i parametri del modello; spesso tali parametri possono essere interpretati come quantità economicamente interessanti (come l’elasticità, per esempio.
2 Previsione: possiamo stimare il valore delle variabili d’interesse in un determinato punto nel futuro.
3 Test d’ipotesi: possiamo verificare se un determinato fenomeno previsto dalla teoria effettivamente si verifica in pratica.
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Introduzione all’econometria
Il processo generatore dei dati
Per costruire le nostre stime abbiamo bisogno di dati. Da dove vengono i dati e quali sono i processi che li generano?
La situazione ideale sarebbe quella di generare dei dati sulla base di un esperimento controllato, dove un numero ben definito di variabili interagisce con la variabile dipendente.
Sfortunatamnte in economia e nelle scienze sociali è molto difficile generare dati da esperimenti controllati. Uno dei pochi casi di esperimenti controllati in economia è il Tennessee’s STAR project.
La maggior parte dei dati che si utilizzano in economia sono dati non sperimentali, detti anche dati osservazionali.
Il processo generatore dei dati
I dati provenienti da esperimenti sono replicabili una volta che viene riprodotto l’esperimento, inoltre le variabili fuori dal contesto sperimentale non giocano nessun ruolo nel risultato dell’esperimento stesso.
I dati non sperimentali sono i dati raccolti, per esempio, sulla base di inchieste o quelli raccolti dagli istituti statistici nazionali.
Nel contesto di un modello stimato con dati non sperimentali, la variabile dipendente può essere influenzata non solo dalle variabili incluse nel modello, ma anche da variabili esterne non osservate o non osservabili.
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Introduzione all’econometria
Caratteristiche dei dati economici
Possiamo distinguere i dati economici rispetto ad alcune loro caratteristiche.
1 I dati possono rappresentare diversi livelli di aggregazione.
1 Micro: si riferiscono a unità economiche individuali.
2 Macro: si riferiscono a dati ottenuti sulla base di aggregazione di dati individuali a vari livelli (locale, regionale, nazionale)
2 I dati possono differire sulla base della dimensione temporale.
1 Flussi: grandezze che si riferiscono ad un periodo di tempo.
2 Stock: grandezze che si riferiscono ad un istante di tempo.
3 I dati possono essere continui o discreti.
1 Quantitativi: grandezze che generalmente assumono valori reali.
2 Qualitativi: grandezze che si riferiscono ad un numero
Caratteristiche dei dati economici
Possiamo classificare i dati in modo diverso.
Serie storiche: una stessa variabile viene osservata ad intervalli di tempo regolari.
Cross-section: si tratta di osservazioni raccolte da unità campionarie diverse in un determinato istante di tempo.
Pooled cross-section: si tratta di una collezione di dati cross-section osservati in diversi istanti di tempo.
Panel bilanciato/sbilanciato: gli individui associati ad una cross-section sono osservati in diversi istanti di tempo.
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Introduzione all’econometria
Caratteristiche dei dati economici
Example (GDP annuale)
Caratteristiche dei dati economici
Example (GDP annuale)
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Introduzione all’econometria
Caratteristiche dei dati economici
Example (Dati cross section)
Caratteristiche dei dati economici
Example (Dati panel)
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Introduzione all’econometria
L’econometria come strumento di ricerca
L’econometria è uno strumento (o una collezione di strumenti) di ricerca.
Chi usa l’econometria ha intenzione di risolvere un problema empirico.
Un problema di ricerca può essere risolto seguendo dei passi ben definiti.
L’econometria come strumento di ricerca
Cerchiamo di riconoscere i passi fondamentali da seguire per condurre una ricerca empirica.
1 Abbiamo una idea circa un determinato problema economico.
2 La teoria economica ci permette di formalizzare matematicamente il problema.
3 Il modello economico genera il modello econometrico.
4 Vengono raccolti i dati e si sceglie il metodo statistico più adatto sulla base delle caratteristiche dei dati.
5 Vengono stimati i parametri e, tramite metodi inferenziali, si verificano le ipotesi del modello economico iniziale.
6 Si interpretano i risultati, non solo dal punto di vista statistico, ma anche e soprattutto dal punto di vista economico.
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Introduzione all’econometria
Come scrivere una ricerca empirica
Il fine di ogni ricerca è quello di risolvere un problema o di spiegare il funzionamento di un determinato fenomeno.
In primo luogo, il ricercatore deve aver chiari i punti della slide precedente.
Una volta terminata l’analsi empirica, si devono riassumere i risultati in una relazione conclusiva.
Perchè i risultati siano compresi fino in fondo è fondamentale curare la forma.
Tutto il processo di ricerca, dall’idea iniziale ai risultati, deve essere descritto in maniera chiara e concisa.
Come scrivere una ricerca empirica
Nello scrivere un progetto di ricerca dovremmo considerare i seguenti punti
1 descrizione sintetica del problema
2 commenti su risultati esistenti con citazione di riferimenti bibliografici chiave
3 descrizione del progetto di ricerca contenente
1 il modello economico
2 i metodi econometrici (stima e inferenza)
3 le fonti dei dati
4 lo sviluppo del problema (uso dei metodi econometrici di stima, test d’ipotesi, previsione, software)
4 contributo della ricerca.
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Introduzione all’econometria
Come scrivere una ricerca empirica
Nello scrivere un rapporto di ricerca dovremmo considerare i seguenti punti
1 enunciato del problema
2 rassegna della letteratura
3 descrizione del modello economico
4 descrizione del modello econometrico
5 descrizione dei dati
6 procedure di stima e inferenza
7 risultati empirici e conclusioni
8 estensioni e limiti dello studio
9 ringraziamenti
10 bibliografia.
Come scrivere una ricerca empirica
A parte i punti descritti precedentemente, non esiste un’unica maniera di scrivere una ricerca empirica. Le seguenti referenze possono essere d’aiuto:
1 The Chicago Manual of Style, 15ma edizione.
2 A Manual for Writers of Research Papers, Theses, and Dissertations: Chicago Style for Students and
Researchers, 7ma edizione, di K. L. Turabian, rivisto da W.
C. Booth, G. G. Colomb e J. M. Williams, 2007, University of Chicago Press.
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Introduzione all’econometria
Le fonti dei dati economici
Non sempre i dati economici sono facili da ottenere. Tuttavia lo sviluppo della Rete ha permesso una ampia condivisione di interessanti basi di dati. Alcune delle fonti più ricche di dati economici sono le seguenti
Resources for economists (RFE, http://www.rfe.org/) National Bureau of Economic Research (NBER, http://www.nber.org/)
EconEdLink (http://www.econedlink.org/) Economagic (http://www.economagic.com/)
Le fonti dei dati economici
È spesso più facile reperire i dati che fornire una corretta interpretazione di essi. A questo proposito potrebbe essere utile consultare
A Guide to Everyday Economic Statistics, 6ta edizione, di G. E.
Clayton e M. G. Giesbrecht, 2003, Irwin/McGrow-Hill, Boston.
È importante tenere in considerazione il fatto che uno dei problemi più importanti nello sviluppo di una ricerca empirica è l’individuazione di quelle variabili che sono importanti per descrivere il fenomeno che vogliamo studiare.
Tiziano Razzolini Econometria
Il modello di regressione lineare semplice:
specificazione e stima
Nelle lezioni a venire affronteremo i seguenti temi
1 Un modello economico
2 Un modello econometrico
3 Stima dei parametri
4 Proprietà dei minimi quadrati (OLS)
5 Teorema di Gauss-Markov
6 Distribuzione dello stimatore OLS
7 Stima della varianza del termine d’errore
8 Stima di relazioni non lineari
9 Regressione con variabili indicatrici.