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PENSIERI SOPRA LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI PER FRANCESCO... Francesco Fasoli. DhgrttzW ùi Google

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PENSIERI SOPRA LA DIVINA COMMEDIA DI

DANTE ALIGHIERI PER FRANCESCO...

Francesco

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PENSIERI

SOPRA

LA DIMA COMMEDIA

DANTE ALIGHIERI

FRANCESCO FASOLI Sottotenente del -IO*'ReggimentoFanlcrii

Esercito Italiano

Di ipoll'umilo llilii liisalute DtmAl/Wwi—Caniof."

NAPOLI

Presso Alberto Ilrlkn,PijnlitiPlebiscito 1863

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All'AMICO

ACHILLE

DEL

GIUDICE

Tioffroindono Coperàdelmio poltro ingegno, a cui tu sperù farai buonvisocome a cosache tivieneda me. Nonletoffrocon paroledilode,perchè l'animomio sdegnadall'usarle, eanche perchè iltuonobilecuore sdegnerebbeogniencomiocortigianesco.Certa- mente inquestomio «ridotroveraipochi lumi perlaveraepiena intelligenzadellaDivina Commedia,etisembreràchepocoo «es- iti»tenepoirò venirneall'Italiaed all'incrementomaggioredella patrialetteratura;manonsconosceraiessermi mancati,a far me- glio,più ibuonieseveristudi,chelabuona volontà.Troverai eziandiounacertascompostezzanellavorointero,unostento,poco buona lingua,uncertoumore acre in quantoalla criticadelle cast altrui,e forseancora poco buongiudizio,tantodavenirtiquasi tentazionediripudiareilmiopiccolodono;ma quando verrai a iyhì risiered'averci iolavoratoneiprimianni dìmia gioventù, appena uscitodallescuole,privo di buonilibriedìbuonistudi, d'essere statotravoltoincentosventuredomestiche,d'averperdutoilmano- scrittoeposciaallamegliorifattolosopraleprimebozze,d'averlo toccalo e ritoccatoapiti ripreseesenzaalcunobuonconsiglio: al- loramisarailargo diperdono,edaccoglierai3frutto delmioscarso ingegno, comesiabbracciaun amico,che,dopo lungoesilioevari casidiamenafortuna,torna in porto pienodeldesiodi trovare pacealfine e riposo.

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Qui cade in proposi/o diconfessare{«conciò fo cosa graia a me stasa rendendoilsuoachi spetta) ,doveriotedueazionedelmio ingegnoatremìeicarissimi,Domenico Fasoli, Filippo Malfitanie Pasqualedanniti

Al primodeiquali sonostrettoconl'amore didiscepolo,atutti trecoi vincoli delsangueedell'amicizia.

liCommento tuffallegoriaprincipaledelPoema,e sul? altre allegorieannunziataneldiscorsoproemiale terrà pubblicatonel caso chequestaoperettaabbiaa incontrare liuona fortuna.

In questomioscrittonon hooblialodiguardareall'Italia, alle suesventure, allesuesorti, alsuo avvenire. Piùcheragionareso- pralepatriecose,ho semplicemente amato oppureodiato.Quando pensothe treo quattro sovranidìdirittodivino[oricoverati sotto le alidel dirittodivino),mercè gl'inganni diuna subdola diplomazia, nonsolosovvertonoVEuropa,larespingono versolabarbariee la tiranneggiano;ma vengano anche a mischiarsinellenostrecase, equi in casa nostra ad imporciedettarciuna barbaralegge; io sconosce- reilamissionenobiledell'uomosullaterra,disperereidituttoal mondo,e restereiscoraggiatodellesortid'Italia,ovenonavessifede negli alti destini dell'umanità,nelleforzedi25 milionià~ Italiani ,

e nellafuturagrandezza di questadilettapatria nostra.

Ti saluto, amamiecredimi 3. Gregorio,19 aprile1863

Taodevotissimo FtlAflCKCOFASOLI

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A tompiù ch'ai ver drizian li volti,

•Ecosifermai!sua opinione,

•Primach'arteoragion per lor s'ascoltii».

Dante-Purgatorio,Canio XXVI. wn.121» icg.

Paheche in questo secolo, più che in alcunaltro,sistudu laDivinaCommedia con unacritica tuttanuova eneiprìncipi e nella direzione;pare che non più Dantesisludiicome au- toreclassiconellalinguaesclusivamente,non piùsitengano lediluioperecometantivolumidivociedifrasiocome tantivocabolari:ma invecesistudiilasuafilosofia,lasua po- litica,lasua morale,equindilafilosofia,lapolitica,lamo- raledeisuoi(empi.Questonuovo studio èalluttooppostoa quellochesifacevadelPoema Sacro nel tempo passato, quan- doicriticicercavano studiarenellaDivinaCommediapiutto- stoleparole,e concettiniefrasicellequasiappostafattedal- l'Allighieri pellorostomacodilicato.Però, devedirsi,che amendue queste direzionidi criticaoppostefraloro,perchè esclu- sivaciascuna,hanno degli errori, e che ovelebellezzedella DivinaCommedia vogliaositutteassaporare,conoscere, ed am- mirarenelloro complesso,devestudiarsiadun tempolalingua

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edilpensiero:inquestosolcasopolendosifareusodiun metodoutileelogico.Solo,facendoun confronto,diciamo, che,I'eiapassatastudiandoleparolemassimamente,el'eli presenteipensieri ,questofattoe induce afarcredereesser migliore(relativamentealmeno)lostudiod'oggigiornoanziché ilpassalo:riguardandocheilpensieroessendoaccompagnato daunaespressionevertale,o seguo che vogliadirsi,talseguo (benchécolvolgeròdeltempo non serbinelleopereincuiviene portalotuttalafreschezzadellasuavitaprimitiva)pure vale nellasua rozzezzaa significare inognimodol'ideadelsuo autore.

Orseperpocociapplichiamo a conoscereilsignificalodiuna parolausataaitempidiDante,enon più oggigiorno,e per quanto solo basta a sapere edafferrareilpensierodelpoetaj ciòbasta,senzaperdercidavantaggio in troppe quistiouifilolo- giche:importandocimegliostudiareinprincipalluogolesue dottrinenobilissime,equindiconfortestudioapprofondirenelle sueidee,anzichénellasua lingua.Trattandosifuiche Dante scrisselasuaComcdìa,involgare,echelanostracomune e nobile^linguaperpocodifferisceda quellanelPoema Sacro diessalingua,nonimporterebbegranmale a quellostudio Budellodeiprincipi.E noisiffattaopinionetenendo, noninten- diamo certamente parlare chediun esclusivo studiofilologico, studioassolutodellalìngua,senzaninnoo poco riguardoai principi,esenzaanimarelaparolamorta,emutaspesso, del fuoco sacrodeipensieridelPoeta, pensieri,che,oggidìmas- simamente, voglionsiinognimodo loterpetrare a comune am- maestramentoscientificoecivile.

Maqualeimportanza volca darsiDell'etàpassalaallo studio dellaDivinaCommedia, quando in Danle eruttano volevatro- varsiun Danto pagano ? quandodiluisivolevafareun imi- tatorediOmero.enellaDivina Commedialaforma omerica o virgiliana voleva trovarsi! oppure, quandosoloilriconosce- vano quale padredellalingua nostra, e non comeilriformatore della scienza,deicostumi,dellapolitica, dellareligione, e come ilpiùgran"poeta,non dicod' Italia,madelinondo, edi tutte leetàtCerto nei tempi sciagurati che passarono da Micbelan- rosinoall'ierigrandistudinonsipotevanopretendere.E

ciòsiam menali a credere chese1' etàpassatastudiavale parole,el'elipresente studialecose,leideoprincipalmente;

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megliod'assaièilmetodo presenteclicilpassalo.E erodiamo purecheioquestonuovoìuoilodistudiareilPoema Sacro noi Italianiciguadagniamoassaipiti;perchèognun vede essere più fruttuososudare indagandoloideeecoieoliaiutinecessaria primordialidellalingua, anzichéinvolgerciinuno studio arido divoci,edinquestionigrammaticaliche nullaririvelerebbero deliagraninculi'delì'AlliJiinri:perchèlostudio smodalodella parolafattoa discapitodiquello delpensiero,togliendoquesto dinecessità,oalmeno restandolodimoltoinfiacchito,fasiche ognistudioso ed ognicriticoconcommentaridiquestafatta fralemani,siaffatichiall'invano;postochefineprincipale dell'uno cdell'altrosial'afferrareilpensieromercèi'aiuto dellaparolasì,ma priadi cacciarsi nelle discussionifilologiche, e priadistudiarelebellezzedellalocuzione,riferendosiquesto studioad unainvestigazionesecondaria«iracheno

Non per questonoioseremmo rinunziareallostudioinognimodoutile ebelloafarsisullalinguaesullebellezzegrammaticali erei- lorichedelPoema; perchè non deve negarsid'essere statoDante ilcreatore quasidellanostralingua,eglistatoilprimo a no- bilitarla,ingentilirlaededucarlaingraniliopere,lautoche a ragioneun nostro concittadino l'appellavailprimo luminare di nostrafavella.Stiamo a dire soltanto che uno studio smodato sullalinguaquante volle vogliaunirsia quellodelpensieroin uncommentoqualsiasiriesceinutilequasi,troppoconfuso e malagevole,mentreilsecondo ^perciòche riguarda principi filosofici,politici,teologiciestorici),perlamisturacolprimo, riesceinutilissimo e privo ancoradiqueivantaggiche solo deri- vano dall'idea edall'affetto:per ammirareiqualicidobbiamo inceriomodo astrarredall'esterioritàe da quella meditazione laboriosachedinecessitàporlasecoIostudiodeivocaboli,e deve segregarsilameditazionetuttaconcentratanelle discipline teologiche,filosoficheoaltre.Dippiù,quandoallamegliosi comprendelaparola,ciòbasta,delrestotult'altrostudiosu questaèsuperfluo e nienlegiovasu quellocheinprincipale devefarsisulle allegorieperlequali tantoimportante èilPoema Sacro: giacché nulla conferisce sicuramenteall'internetrazione dellataleotalealtraallegoriaV indagareseconfrontionocol laleallropassodiVirgilio,Omero o Cicerone, più che guar- darealconfrontocoltaleolalealtroprincipiobiblico, filoso- ficoo teologico;uèiltrovalodiunabellafrase,ediuna

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figuraretloricagiova grancheall'interpolazioned'una verità chesiriferiscoallescienzespeculativeoallapolitica.Talché megliosariascriverecommentisulPoemadell'Alighieritutti volgentisullaspiegazione delpensiero,otuttisu quelladella parola:nelprimo caso aggiungere quantobastidell'aiutoche puòdarelaparolaseèantiquata,nonchiara,osetrovasi rispettivaanomidiluoghio persone odiantichediscipline;

nelsecondo aggiungerequantobastiamotivarelaspiegazione, equantosiriferisca dinomi propri oaltroadun versoqualsiasi.

Eppure ancoraglistudiosideipensieridiDante sembra non liabbiano oggigiornoluttiafferra ti.appropriati,sottopostiad esame:talchéne viene chediverseveritàoccultalecolvelo delleallegorienon sono ancor conosciute,e chideicommen- tatoritrova una cosa, echiun'altrasottotalvelo misterioso.

Non ancora sono giunti quei tempi avventurosi a cui accennava ilGravina,quando ogni riposta veritàdellaDivina Commedia saràrischiarata e conosciuti.Non ancora son giunti; ma sembra che sianodipocolontani.Noilosperiamo,etalesperanzaè fondatasullostudio6erio,positivo,generaleche sutalPoema sifadatuttaEuropa.Anoi,però,Italiani,incombe princi- palmenteilfaretalilavori;a noifiglidellaslessaterraiuoli nacqueilsommo Poeta; a noi depositari del suo genio,della suagiuria,dellasualingua.Spiegarlodobbiamo noi,figlidi

<]uì;II'umileItalia,a cuiilnostroPoeta sventurato,nell'ama- rezza delsuoesiliosperavasalute.Nelfortunatoavvenirela Divina Commedia,intesadalutti,saràunpoema popolare, un fonte inesauribiled'iulinile bellezzepopolarmente apprezzabili, di svariativeriperlascienza,el'arcasantainfineincuistachiuso ilgermevitaledellafuturanostragrandezzapolitica, religiosa.

Però lunga via ancoradovrem noi percorrere, e troppo an- coracivuoleperredimerci totalmente dall'avvilimentoincui eravamo caduti, renderci meritevolidiun migliore avvenire, e capacidicomprendere pienamenteilPoema Sacro. Per riu- scirea tanto,bisognaritrarrehletteraturaaisuoiprincipi, bisognaanimarcidicaldissimoamore perlapatria,ingentilirci ed educarci conlescienzeeconle arti,internarciquindinello spiritodelsecoloXIII,epiù ancorauellospirilodellaDivina Commedia. Questa nostra resurrezione morale, questa interna- zione nostra,questopensarecomedagliuominidiquellaetàsi

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pensava,questoanimarcidelleloro passioni,deilorocostumi, dellaloro coltura, persinodeiloroerroriesupersi i zio ni ;tutto questonon puote accadere senza unaffettoed una tendenzainsie- meaquetl' età, ilqualeaffettova unito esiconfonde a quegli studi.Taleveritàèveduta daun grande alemanno(1)dottocri- tico iomaterieletterarie,e chediDantenostroha parlatocon tantoonore.Senzatalistudi,esimiledisposizione,èinutileogni nostraricerca:Dante volendosifarpensarecomenelsecoloXIX sipensa, resteràmutoalloscongiuro,edilsuopoemacipresen- teràsemprepiù errori e eontradizioni cheinveritànon conter- rebbeovelericerchesifacesserocolprincipioaccennato.Non per questo vuoisi niegaretraquell'etàelanostrauna qualche coincidenza delmododipensare;malaragioned'unatalesimi- glian zadobbiamo trovarlainuna medesimezza quasidicarattere fra gliuominidi quelliediquestitempi:pensandolacomun pa- triaesserestata l' Italia, glistranieripoco aver mutatodeinostri costumi,dellenostre aspirazioni,dellanostra indole.eper tutto qucll'anellodie oggitiiornosiporlaatulle li:memoriedelmedio evo. Dippiù, benchélaveritàsiapatrimoniodi tulli,purenella nostra penisolaciòchevihadiveroreligioso,morale,politico, è stato tramandatoilapadre afiglioeoominore interruzione di riochesiaaccaduto ollrove: eciòa cagione dell'amicaciviltà ad ontadegj) ostacolimolliplicidalleinvasionistranierepre- stati,pure èsialariccadibelle tradizionipelasgichc,etnische, latine.Quindiabbiamo avuta una letteratura greca elatinacon pura traditone tramandataci;quindiuna certa relazionetra se- colo e secolo, benchéognunoiliquesti,per circostanzediverse, abbia contatoilsuo gradodi civiltà, disapienza,di attivilaeslo-_

rioro;sicchéesseudosifattogran casonon dicodeitempi piùvi- cini,ma ancoradiquelliremotissimi,lanostraletteraturaèstala quasisempre greca eIalina:inognimodo vecchia, ricca e d'imi- tazione,benchénon sempredell'imitazionesecondol'inlentodì Aristotiledeterminala,intentoperaltrodallaturbadeietìlici storpiatomolto villanamente.

Dante d'o&ji innanzi do\ri'iibeessereilmodellodiogninostro studioletterario,volendosiavere unaletteraturavera e nazionale ad un tempo. Taleveritàvenne conosciuta,o,meglio,' presentila.

(1)Federico Schlegel,StoriadellaLetteratura.Nonricordiamoinn_uale pagina.

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sia dalsecolopassato, tanto veroeliolostudiodellaDivinaCom- media venne intrapreso con qualchefrullo,edalGozziedalVa- rano debbialo noiilprimo passo dato,passoseguitatoposcia, rsisenza interruzionedamoltialtribelliingegnidellapeuìso- IIMonti el'Alfierifeceroancora dippiù;ina ilprimo, poeta Cesareo,nonfecequanto poteva,o,meglio,chiacchieròtroppo sulpoco che poteva;ilsecondod'unatempratuttapropria trasfu- sel'animadiDantetuttaquantanellesuetragedie,macon poco beneficio deglistudiosi dellaDivinaCommedia, perchèl'Allighieri pocosirivela,cresta solo di faccia ilcolossoastigiano. IlFoscolo seguialtrevie,e meglio colseilsuo intento conutile degl'Italia- ni studiosi diDante. Quello che presentiilFoscoloniun altrosin oggi, eche noicisappiamo,ha presentito: parleremo a suo luogo diquest'anima grande amareggialadallemiseriedell' esilio,edi quantofeceperillustrare ilPoema Sacro, ediquanto tentofare inmeglio.Tornando un passoindietro, aitempidelGozzie del VaranolavecchiaCruscanon era mortaall'iulutto;1'Arcadia non aveva ancoradeserti dipastoric pastorelleisuoiprati;quei vecchi efalsiconservatoridelbuon gusto edellasanacrìticae dellascienzaio Italia, leaccademiedegl'indonnii,deitonnacchio- si,degli odiosi ec.avevano ancora ammiralori e discepoli;perlo- thè quello studio che cominciava afarsisulPoema Saero, venno falsato sul beiprincipio,esenonriuscìaltuttaprofililo,pure nonfruttòaltrocheuna transizione a quello miglioredellapre- senteetà.Tanto e vero che gl'ingegni poi caddero adintrat- tenersidichiacchiere,(eciòquasi sino aieri)e piuttostoscher- zarono,che surselaquislioneseDante fussemaistatopoeta classico,oppure romantico; quistione oggidì meritamente reputala puerile.Dante èclassicoeromantico, o, a meglio dire, non precedenèluna nèl'altrascuola;ma l'unico carattere cheil distinguasièl'esserestatoscrittoreeminenirmenMeruttanots patriattko.Per questacaratteristica, ch'egli solo,e primo, dopo ilrisorgimentodelleletteredallabarbarie delmedio evo, seppe dare ad un'opera d'arte;quest'operaistcssa(salvoladovuta differenza)paragonaresìpotrebbeallaItihbia:dalche sembra siaderivatalamiglior gloria elamaggior famadelPoeta.Per tale(carattere,dunque,e pertale simiglia nza (quando pur vo- gliadarglisiunnomedìscuola,comunquediquelladelCon- ciliatore),Dantenon è che un perfctlo poetacormentalt;nome che noi sostituiremmo a quellodiclassicoeromantico,perchè

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inquestiultiminonviha alcuna relazione e riguardoalca- rattereaccennatoiliscrittorecristiano,valea dire a quellaar- moniadelcuore e dellamente illuminaladallaveritàriange- lica;armonìaper cuisolanasconoimiracolidell'arte

inmezzo allamodernaciviltàcosìforteecosìavanzata,armoniache non ha stanzaincorpo adun vecchio adoratoredellefavole, 0 ad un giovanettoiniberliedallavistaannebbiatadallescure alideipipistrellidelnord.Cosahan portalodibenetanti cri- ticie.commentatoridall'Anonimo sinoalFoscolo? cerio qual- che cosa; mapoco,pochissimo.Un lumediveritàstoricaai- meosiaspellavadalVellutello,dalLandino edaltri,comedi principipolitici,religiosi, scientifici;ma cosa eglino volevan mai scriveredibuonoquando tempidifficilicorrevano,oquando l'AccademiadellaCrusca studiavailDecameronesottoilpatro- nato edilcontrollod'un prìncipeitalianocreaturadellaSpa- gna edellaCorteKomana? quando unfratespagnuolo,inqui- sitoreaRoma, tagliava, ritagliava e storpiavaglistudidella Accademiaslessa 1(I)quandoluttoeravenalità,tuttoschiavitù ed abiezione; perchècome quello nonvifusecolonelquale{adu- lazioneitasialabramata eoa tantalibidini,osisfacciatamente professataneilibri?(2)Lippiùquandoinqueitempi nialagu- ratisibandivailvoi/fare,quali chiosevolevanofarsisullesto dellaDivinaCommedia, e quale buonacriticavolcausarsian- che infattoesclusivamentedellalingua1(3)equandolaCru- scaper suaistituzionenon poteva credereallabuona linguadi Dante,trovandosiingran parte prevaliligliaccademicicentra 1belliesani prìncipidalPoetaprofessaticircal'idiomad'Italia, e ciò perchèilfieroghibellino (conlra ogni aspettazione dei pe- trarchisti)predilcgevaildialettosicilianoenonilprovenzale;

e conlraildesiderio deglieunuchivallettidellaCuriaRoma- na,speravaall'Italiaunionepolitica,libertà,indipendenza ed

(1)UgoFoscolo—Prose—Sullalinguaitaliana,DiscorsoVI, rag,252- 253,voi.IV.EdizioneLeMounier—Firenze1850.

{9)UgoFoscolo—Saliilinguaini.DiscorsoVI,pag.£55.

(3)« ilprimo epiùseverocomandamaiilodo

-

padria' figliuoli,e de'maestria'discepoli,era,chenipermole,néper leneleggessero

•motcolaalcuna scrina inminare.—U.Foscolo—np.cit.|Hg.233, DiscorsoV.Vediancoraapag.Ufi,Discorso1,quandoriportal'autorità delVarchi(«ITErcolanojilqualeinessolibropàriadelsuomaestro di grammaticaGuasparri Mariscolli, tanto odiatore del volgare.

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unicatingilaparlalac scritta?(1)Alcunopiglieràagabbotali asserzioni;ma pur è vero che molta vergogna è pesala su noi a cagioneilisilungaservitù,esilungaprostrazionemorale.

Replichiamo adunque,lamentarsianche oggigiornounmodo non buonocriutiledistudiarelaDivinaCommedia.Icommen- tatori,perlapiùpartevisiavvicinanoconlafreddezzadi un antiquario, odiunfilologo:persuadetevidunquesemaile loro chiosevalgano a spiegareun poemaincuiha tanta parto l'affetto.Lamentandosi questo danno comune,negliultimitem- pi,ofrapochialtri,solisitrovanod'aver spiegatoilpoema con qualche successoilFoscolo,ilRalbo,ilTommaseo edil Mauro;ma circostanze diverse impedironoillorobuon volere d'attuarsiintutto,e quasilovinsero.IlFoscolo unico sarebbe stalofraicommentatoripassali ;mapure non ebbetempo a faretuttoilbene propostosi per1*italianaletteratura.Eglia- vrebbe suscitatolospiritodiDante,egliavrebbefattoparlare severarampognaall'Italiadormente,edallamalvagiaCuria Humana. Nei suoiscrittipuò vedersi qual concettoeglis'aveva delPoema Sacro, ol'embrionedellavorod'unnuovoscritto propostosisullaDivinaCommedia interessanteassaipiùperla politicaelareligione(2).Non avrebbe contentatotuttiperquanto oggivuoletrovarsinellaDivinaCommediadipoliticaoaltro, cheìtempi depravati tantononglipermettevanodire,sapere, o prevedere;main Ogni modosull'aradiDante avrebbefatto offertadipuro incenso,idicuiprofuminon sarebberostati appcstatidall'alitomortiferodieviratoscrittore.La fortuna av- versatantonongliconcesse;lasuabellasperanzaavvizzìnel suo cuore stancodìpiùsoffrire l'esilio, lapovertà, e l'amarezza infoiavi dalpensierodellapatriaservaedivisa:eglipresto mori in terra straniera, dispiaciutodinon aver potuto rendere all'Italiailbene che voleva.Noi spesso, però,econ più caro pensiero,citeremoquei suoiscrittigiàfattieh'abbiam potuto averefralemani,sicuricome siamo cheilnostro pensierosi afforzeràdimolto aiutatodalle viriliconcezionid'unvirile scrit- tore.

Nel Balbo dobbiamo parimenti riconoscereun carattere simigliatilea quellodiDante;madel restouna vastacrurii-

(1)V.Foscolo—DiscorsosultestodelPoemadiDante.Voi.Ili,se- zioniCXW,ya? .-i-ii-i-li.Kironzr,LeMuuniér.iftiO.

(2)Discorso sullestoci:.Allettore,pap.95-

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zionepiùslorica,geografica,politica,pocoscie naia,filosofica,teologica;nellaVitadiDante e aiprimicalitiben vedesiessersieglispiegatopiùcon quello ch'eradisuascienzache conaltro.Pur tantogliaccaddenon perchèditeologiaodifilosofìanons'intendeva(che anziil contrariodevesi direquando pur sabinariguardoallesvariale 0|*r».Ojj p*rf|iì-siiIrn.iJiU-lt ii'llj politicaenellastoria,comeilTommaseonellateologiaenella erudizioneprofana.Dunquelaparte teologica trovasinelcom- mento delTommaseo;maeglihasodisfattopienamenteglistu- diosidiDante?nò.Quasiché contentodelleparole,eperchè inqueltempoincuiscrivevailsuocommento attendeva più chealtroallalingua,comeeglistessocidiceinaltroprege- volescritto(1),e contento piùd'un'erudizioneaschizzi,forse, non volendo,ciha datouncommento svarialo ma non com- piuto.equasisecondol'antico uso.EppureilTommaseocoi suoifortielunghistudisuDante,sullaletteraturaitalianao latina,enoiperisuoistuditeologiciesu S. Tommasoprecise, sarebbeI'unicochein Italiapotessedarciun buoncommento, sedaaltrisuoistudinonfossealienato,esenonfossealcun pococontentodelcommentogiàfatto,che,inognimodo, 6 duimigliori.IlMauro animadiun certochèdisinteticoilsuo commento (benchétrattidelsoloinferno eriguardoabellezze artìstiche,)('2)hauna volontàedun ingegnoarditieforti;

ma senza quellafilosofiae quellateologia richiesteperben spie- gareill'oemaSacro,esenzalequalinonsenepuò spiegare lapolitica,epoco valel'inter pelrazionepuramenteestetica.Nè perquestodevesiintenderecheognicum mentaloredebbari- durretuttaladottrinadiDante ad un principio mistico, perchè sicadrebbe nell'inconvenienteistessodiquellichenonaltroche politicanelletrecanticherisplendentidituttelescienze cdì tulleleartivoglionotrovare.

(!)Ispirazioneedarie—Educazionedell' ingegno—pag.470.g.3.

perLejonnier.

j'2iImi nuli a inoqui parlare delle Betleiie ed AllegoriedeliaDivinaCom- media,«perapubìicalainNapolinel1810peritipiHoeiiani,erisguar- danlnilsoloInfermi.Lanuova opera [lei SignorMaurononcsiala'lanoi sluJiaU,ln'iidiéaii|*naIellaquielàilisiiloeunrstimmicapi.Sicché nonintani.innopillareelledellaprima,ilicuiciteremoqualchepassoin

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Bisógna spiegareipensieriracchiusisolloilvelodellealle- gorìequante vollesivoglia scrivere.uncommento,affinchèque- stipensierisienodatutticapili,tulline appratiilino,esiquie- tinopur una voltadalfaroricerchealtuttoinutiliseguendo malamenteilcattivo metodousatonellaetàpassala.Fortunato l'italianoche riunire potrà inse tullelediverseattitudinidei quattro su cennulìcommentatori;dappoichéeglisarà certo colui ìtquale ridurrà adun perno, e ad un puntodivistaluminoso e veroledottrinepolitiche,lereligioseelebellezze estetiche deldivinopoema11.La più pariedeichiosatorihacuratola veste,senzaaccorgersii|ualelesorov'era di sollonascosto:così questi chiosatorisuperficialihanno traditolapropria intenzione, ch'essendo quelladistudiareìpensieriunaallevociedalle frasi,non sono completamenteriuscitinel lorointento;perchè 10sfollilisimidvi'iiU)diquestehafallolorodimenticarequello dei primi.StudiarelaDivina Commedianelialinguaècosane- cessariaedutileadun tempo;ma chi nutre untalepensiero scrivapureun frasario enon accrescalaconfusionedilanle etantechioseprivedicostruitoalcunoed aride siffattamente da dare a vedere cheichiosaloriistessìquasiusnnodellama- liziadelBealoGiacopone,ilquale,affinedivolervincereil viziodellagola,invecedicondirelebevandecol sale,vispar- geva sopra polvered'assenzio.Benedettasialabuon'anima dei Biagiolt, ilquale chiarocidiceaver curato a preferenzalalingua, editalpreferenzadaluiusalaciaccorgiamobadandoappena che dueterzidelsuocommentodilinguamassimamentes'in- trattengono.È da notarsi però chelevariantisultesto(come studiocheinfluisceassai sulloschiarimentodelpensiero)ècosa utileebellaadun lempo, e per questo sono degnidinon poca lodequcgl'Italianiche da parecchi annisiaffaticanoapurgare 11lestodellaDivinaCommedia datuttiqueglierrorideiquali erastatoimbranato.

E qui propriociaccadeparlaredi noi,facendo protestache soloipensieridiDantenoiintendiamospiegareperciòche riguardapochissimeallegorie;lalinguano,clicdilingtianon c'intendiamo un'acca:epeccaloconfessalomezzoperdonato.

Perlaqual cosabadando esclusivamente a quel vuoto che ab- biamo scortoinquasilutti icommentieh'abbiamopotutoavere fralemani perlaspiegazione chesiriferiscealleallegoriedi cuitratteremo,cisiamo persuasiallavoro:benchésivada forse

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fallalinellenostresperanze,ri merito.Forsenoiavremofoli credendoavereappoggiatoli istcssospesse,volle,« spesse sibilideglialtri,o sopraquel!

jm>li , a ili'^n.i di minliiiti' >iYYt-mri:!?<ii mille j-lc-i-ic Miiiii'Hlurt" I).

Illavorosari,cosi".lislnbuil..:

iUmn-Un,,,-ihlh,MiaDhma Commedia

La Donna Gemile(2)

Letrefurie (3)

//Veglio- nelminileIda(i-)

La cordac!\ecìngevaDantetiricerchiodei sodomiti(5)

Maometto autorediseìsmoescandali(6)

Pene- sierisidXII.delParadiso,olospiriloprofeticodelCAbate Gio-

«Kcntnc(7).

(1111l'orma Sacro...idi quanto sarà piùmostrato,lautopiilgioverà

•edin piùmodi....»UgoFoscolo.Discorsosul lesto, cilwiiii'.:cii;ii;s.Se- nneIV.nag.121.

(2)Inferni],Canioil.ver.«tcseg.

(3jInferno.Coni»IX.ter.40cseg.

(4)Inferno,CantoXIV.ver.103eseg.

(5)Inferno,CanioXVI.ver.100esee.

(6)Interno,CintoXXVill.ver.31eseg.

(7)Paradiso,Canio XII.ver.140escg.

(24)

CONCETTOARTISTICODI!HADIVINACONHKDfA

ilPoemaSacro Alqualeha postomanoe ciclo e terra.

Paraduo—ConioXXV.tert.1-2.

1.InDante noiabbiamodue deli,diciamcosi,due ordini diTaltiediprincipi;l'unomorale,l'altrocivile,l'unoniiijitn», l'altropolitico:ambosiconfondono,s'intersecano,sisjiii'^aini avicenda. Sotto questo puntodi vistaguardatalaDivinaCom- media,cirieseiràbeile spiegarne ogniallegoria.Infattinoi tro- viamo che ogniallegoriadeldettoPoema contiene unaverità delprimo ordine, oppuredelsecondo,oppure d'amendue:rosi nellaLonza,ritifaune enellaLupanoitroviamo simboleggiali Firenze,CarloiliVaiati eRoma,ril'erenlesi(alespiegazionea\

secondo ordine.Manon esclusivamente bisognafaretaleInter- putì,mime,perchècitroviamo simboleggiate ancoralalussuria, lasuperbia e Vavariiia,riferenfesi aìprimo ordine, cioèa!mo- raleoreligiosoche vogliadirsi(1).Mollifraipiùassennali commentatoridanuo simile spiegazione a questeallegorieeda questetre fiere: ciò ellecombinando con quello che Danteistesso ne dice(cioèaver(latotalunevolteun senso varioallesue al- legorieeperciòpolisenseappellatele),tantodevefarciaccorti (da quello che primaodopo alcunaallegoriava dicendo) a scorgeresequesteveritàch'eglivelasiffattamente,sienodei- fi)Inurolitotrelitri',nelsensoninnileprese,non s 'intonileiwero rap-

|:-ii'i>T.t.ito[.Ultoulto:l;i;iunliv.iì;mainessedinoLarisisoloiprincipali iiKiliiiLiiuifi'tiiittoifilmili)l';ir|;iii.>rr.ia chisisI'oivlvay!£ iutieri'IVvun- golicaperlciionc.Valiijn^ein*Hoiirlii—.Sj«.iritiletteraturaitidinmt—

Dei primiscritteli;!,iin;r,i,(irthni,-Mlnnlsri—A|;;r.-i;..lia'«LìlSezio- ne0.psfi.170-177—Firenze.TipografiaMuglitrì,1H45—Vediancora quelloche iliceapag.180,ove.làto::i:-H:i,i-isptoiaiioiie ,eneltempo istessonoiiescludelanoslrainternetraiionemorale.

(25)

13

l'unoodell'altroordine,affinedipoterdareuna spiegazione convenevole,edalfinedipollaremaggiore chiarezzanelleslo islessodellaDivinaCommedia. Kd inveronellaconfusionedi taliprincipisiha a trovare quasi1' impossibilitael'inatti tildine insiemedialcunicommentatori,iquali non riescono a spiegare adoverealcuni!allegorieimportantissime,efanuo sololunghe chiosecolcitareecriticareacasaccioiltaleoiltalealtro dell' islessaloronatura.

Dante potèpigliarel'ideadell" tre fiere,edilconcettomo- ralecheadombranonellaselvadei vizi,daItoezio;perchè quelli nelsuo Delia consolazionedellafilosofia ,nedive:....«Ma opolendolasolaprobitàinnalzarel'uomo sopra dell'uomo, 6 nnecessariochelamalvagitàfacciomeno che uomini coloro

«che Ellatolsedall'umana condizione.Conseguitaperciòche

<•non possa stimareuomo coluicuivede trasformatodaivizi.

«Sicuoced'avariziaun violento rapitoredellecosealtrui? xlodiraisimileallupo Uno incapace ara(tenerl'ira

«fremeesiadira ?sireputiavereglil'animodelLeone nUnaltros'imbraganellefetideedimmondelibidini? èin- aceppatodallevoluttàdotsordido porcoec.(1)».MaDante non poteva esprimereledissolutezzedeiFiorentiniedillaro variaredistatopolitico,sicontinuo,nelparcoche èbestia pur tropposchifosa,ed invece espressesimilicosenellalonza dalpelomaculalo,quasia significazionedimoltitudinedivizi diversi, instabilità in detti vizi,e variarecontinuodi politica (2).

.CosìpareaverfattoDante gran tesoroditulleledottrine

efantasiedeisuoipredecessori;benché f ideadelsuo poema nonsisappiaancoracome e quando venutagli: talché potrebbe ciò addirsiallaletturadaluifattadelTtsoreltodilìrunetlo Latini,ilqualetrovònelsuosmarrimentolaXnlura;potrebbe averladesuntadalcitato libro delBoezio;oppure altrimentise- condotuttequellealtreasserzionidilanlivariscrittori;ciò

([}Lib.IV, prosaIH,pag.U9—VnlgarizzatoperGiovanniRocca.

(S]Velliper le IrefiereJeretn.cap.V.veri.B.etteq....«per-

•etesiieusLeedeSilva,Lupus advespertinivallanti eoi,piriliisvigilai*

ttuper civilttietenrum:ornaliquiegreausfu/ritex tis capieiur:quia

« mtUhlicalaesun(praevori coi itrnr.i eoruin.

Vediancoralequattro W-ùr.al^iirk'hi'iliDaniele,Pnpkel.cap.VÌI.veri. 3. et ttq. fedi Paolo Emiliani]^Untici,Storia della leitcìnlna italiana.LettoneV. pag. 123, jier LeMounier,csullevanebestielevarieciUnioni.

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_

14

cheinfunidei contipoco imporlaaquelloeliovogliamo dire appresso(I).

Orseni|pn]|iidìDanteer,iconi unìvìntoI" Bcriverflperal- legorie(porcliè,i-s-h'ihIhintalitriii|iilibilonmlt'i losludindella Uilibia.no»soluipensierieleveritàdienidelloliliro siron- (eugonnl'ranoappmpri.iii;nia si ancor., il ciichIo dell'espressione, cii n>l'aUi'^un.i,ilmiiiIi.iIi),|jpji.iholave.i2'.vilrsirlii.im

(1)Mollifumoir autorimmialTjiicaiiarinlracttìrailromevrieiea Dia:;li.l'.i!•!suol'cfina.eMi-mncquiete tjifr.idnoiiiaIalina,efor- se,infindeiconu, non Si riesco a saperne cosa alcuna di lero, ([uesli coni- nicnumriucnciuaioo,nésiampremjrjsicriticai*Inloroopinioni,rj-per questodarlanostraaicora,cheperebbearco' es-a icuirea ragione1po- talalalsa,cnoisitisiinbuonaiwieaianon te reliquideremmo.Clune siacnrioMi|oi.i>.q.iim:;tu'l.ijiiic^.-.iioIcioqj'.n-or.i;ilcn ilcilaloE..noG.jJici,a La I ramni'III, Vii..V". solocicon'ortia- ino in questo pensiero,dien genio,o crean imiti, ésempre|>rmoecem- bro crea....«ehicolsololoer-iieunpr/joiliAitonascosto, esiapur

•copertodiniL^iae.li.:ìlidini jir-jvi-; ;-.iini ;pi i,i unitissimaarisplendente,

•nonéplagiario,maesercitaanchein'pitstnilpnleiemagicoioblila neri

• delgenio»....Foscolo,Op.edileepost.Voi.IV.DellaAiiofh scuola Draminnticn,pif .il-J'.t,I.i:Mounier,1850.

( 2iMarcoTullio(Lib.11.De Omlorr}rliiamÒtiscuolailiSocrate(/

rarulh7V.-jfimo;pcrcliiredaquestouscironoinmudoinsulinalimili rjiv.ilii-n|i'v;'.tlaccarei[mauri, ila i]iirll.insiiraim illumino i-veli inspiri, ro-if.iiiiT.ui.ljii'-lieiu.ovp.ili,acculilil'usoiliSoajvisici'o,parlando per lii-.iilitii.lijii,facevanobreccianella ni ovai iominiledeiImoallievisinoacon- quistarleper r.iinuieifcll.isatira.l'.ssiprlavaimper suiiililudiiii, oparanoie ellevocejraiajp'ir.-:/!!.''( insani-aaiiia.Insii-ahiall'. irarui-iinem..'iilc u:..i|j-joulemoie•!;pillare,!-rn'o.,i..i in'eziandioGesiìtristo(S.Girola- mo,sopriilrapoXVIII,diS. Matl- n)..NésoloinSiriavenneusato,ma ancuraintuttoi'Urie ala,elaIctleraLuraArabae l'ersianamoltiesempi ce ne lianno dati.Ii'rjl'etiaiii'urasiavvalserodiparabole e dienigmi,e S.

Aquilino(i'ui:ti .iFaust, oap.VII,lib.'•.ileGena,aililleram) dice esser ciò :ivi| molli:n-liaScrittelaini e.itvo'i.o.'oiie:,.' .jr,rier<vifi.sdi ddtctalit>i\nti

•«tdieniii .IrImpili"?ninltitiittincsuperimi irriderti, (oal'uodi -

«tate,rinculili t'irci:!,rer,"f<uV «i,iij,msp:<-i',ii.,;ì;.'j,.'i(ii!,;pan;/...-fJi.'o'roT,'.

Ui[ipiiiisavi.oilu-!lisnli'iaii'iliasi-miio eliInodolli-inisodoilvelo.lidio piraliulo,itiglirilevili, ileiimboliedellealrom-.e;perioèliirimiroappa- risci;ili-noli:Pilagoiadissedov.Tisii": i-ì:asli'iiiOsidlLrj\i:v.i:.ir.

daiimlilioiinine^iedulucl(pei(pialisidavanod,ii;lielettorilefavenei voi.e-hiMid'r.^.ii,aliim:diili'dTii-sililie,o. ii-aieidasaluta minileallosin.

diodellascienza.•Afnoitniilin!,noeeslHeìpiMicaeadiniitislralionem min: ,i.iir,- i.'.m i.-ooji.-fi-od.-sp<-r sJi/f.-oioi;fniiitImarrrij'wilur ».Pluliiivlii.

Idi.il.'/i/rise,.'ino,!, lis).EipicsUispiepi/imic in le ndr r doli I dai uo veraa pie- fcroiiiadiijnelladiAuloCcllio(Noci. Alt.),diCicerone, lib. 1.DeDioi-

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ilperchèDanteislcssodisiffattomododiesprimereipropri pensieriabbiafatto elezione.Ch'eglipoi sìastatostudiosodella Bibbianonv'èehinoi dica,<nii'^iiiulolnalunni,èutii.ì sistorcedasuappena s'apreuna pagina del Poema Sacro senza altro.Noiinfattivediamo tanteveritàdelsantolibroportate quasidìgettonellaDivinaCommedia; per!orhè possiamo diro fermamente chel'ideadìquesto scrivere allegoricoDatilel'ali LiarilevatadallaScrittura,eperchesiffattomododiscrìvere eraallorausatissimo,eperchèilnostropoeta(oltrelealtre ragionicheilmuovevanoaciò fareeche appresso accenneremo) doveirosientrarenellasimpatìadeljmpolo.Oltreché,lebel- lezzederivantiadun'operad'artedalloallegoriesonoinfinite, enoiabbiamoleallegoriecomealtrettantefontidibellezze, comeleahbiamo riconosciutetaliinvarieoperedegliantichi edancliodeitempipiùvicinianoi.Se noni-In-iliii,u;ivìì;Iìii;ì>

delparlarefiguratoessendotuttopropriodelleeli!giovanie guerrierepiuttosto;fra gliantichipopoliclicaquelleetàap- partenevanotalemolloilicoprirelaveritàaveailsuomaggiore effetto,olirflliv/iima^ntrc doveva dareailoroscrìtti:matale non essendodelleetàpiùvicineanoi,dobbiamoconfessare esserpernoiquasiinutili leallegorie,sepure nonvogliaac- cettarsil'allegoria politicaecon quantobuonoeffettousatanon sappiamo capire;jierchèneitempiliberièinutile, eneglischia- vipoco giova,nédàlodeveraedonoreall'autorepauroso.

Infattiabbiamovistochetuttiipoetiitaliani ,iquali,dopo milione),diPliniolib.Vili,cap.MI.)diClemente Alessandri nolib.111.

Strinimi.I.Jimiti!.'.<:u''l'!:r:r;i|i>iil.

,

!i..isimilii;its/ioni;ma(perquelloche c'importa)dell'usodelparlarefigurati]allestì™ GtoscfTo(Lìti.1. inAppio», Grammat.),laScrittura(111.Rei-,cap.10} eGesùCristoislessogrande usonoteco,eiliciòspiegolaragioneaisuoidiscepoli|S.Lucacap. 8.°)

dellascienza,lanlo(Innvcrlamailisapienti:aisituitnrapi;mentre giova- nettoeradiOltusne freddissimoinm.^no.Orio CimiCristo, gliscrittili

1

!sa- cri,iDlosoQgreci,iprofeti,gliarabietulligliorientalilianfattouso del parlarefiguraloin diversilempi,c'Èda maravigliarechesenesiaserrilo Bauleancora?Iticord iamnperpoco latitouso fattoneda tantifilosofieri- formatoridireligioni,ricordiamolanecessitóduraperDante di coprire sif- fattamenteisuoiliberipensieri,e ciriescilaagevolecompatirloedammi- rarloaduntempo.

S.Tommaso( II.par.qu.10 IO)dice :estanteraparabolateli- liesopraIsaia,dice:Parabolaest oitcialiai lignificai.Itotierto,Re coisimbolivenne educato all'amore

•renilahabens

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10

Dante,diesseIma voluto intarsiareiloroscritti,sono caduti nelridicolo,nelconfuso,nel l'alletta lo,o,perlomeno, nel peg- giordannodell'oblio;sicchéseilTassoequalchealtrohanno famadigrandipoeti, 1'hanno pertut ('altroche perla tessitura, perlaformainsomma edesterioritàdelleopere loro, o per tuttelechioseedinterpetrazioniche dopovihanno appiccate.

Tale inconveniente perònon avvienein tuttoper Dante,perchè egli(oltreall'esserevissutointempi chealmaraviglio»! della forma ancora presta vansi,qualifuronoquellidelmedio evo) ispirandosiebevendoalleplatonichefontiedaquellepurissime dellaBihbia,perquantocomportavalanatura dell'operasua, dava a conosceresottoilvelodelleallegoriemolleveritàche non eranosialepatrimoniodegiiscrittoripaganidelLazio e dellatìrccla,echeneltempoistessosolleticavanolacuriosità degliuominideisuoitempiedilcopriva!»dallavendettae ferociadìqueigovernibruttatidisangue.Infatti,ognunsa, quantel'.iiHa.iiii'Jirni'1pupilligiovanidelmedio evo abbiano amato precisamenteinfattodimisterireligiosi;edognuno comprendeilperchèDantealtempoislessonon abbia parlalo di virtù,divizio,d'odioed'amorecomedagliantichiparlava- sene:giacidii;egliditullequeste cosetrattòcon dottrine e con principichuipaganinon pule vano avere, sformandolialoro beneplacitosispessamente.Dante ne parla da teologo,fdosofo, storicopereccellenza,econ principichesolodall'Evangelio tidallalilosohaplatonica avea desunti. Perciòdobbiamo credere che perluiabbiaavuto luogoun'altrasortedimaraviglioso, combinandoipregiudizi popolariallatradizione,questaaiprin- cipireligiosi,etutteleveritàvestendod'una poesiacristiana originaleedrammatica quasi, cheeglisoloseppeusareama- raviglia.Cosilesue allegoriestannodavvero qual velo diafano sopratuttequelloveritàetuttiqueigranquadrieli'eglici presenta,accrescendocosì1'aspettazione erendendone poscia più viva l'impressione.Ora una eertaantichità,un certomi- sterobiblico,unasoddisfacenteimitazionedelproleticoparlare dell'Apocalisse,un disegno a grandi efortitinte,eduna poesia armonica,sublime,maestosa,rendanoilPoemadiDante inte- ressante esublime,neltempoistessoeh'esige1'ammirazione d'ognuno edituttiisecoli.

Un'altracosavogliam ricordareinquantoall'ispirazionebi- blica,giacchéDantedallesarre cartenonsolotolsead imitare

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17

l'allegoria,maaltemposlessoilproverbio,ilparallelismo e lavisione.NelleIre(aulichevedesiinfalli,sereniloch'cne- cessario,cheilPoetanostrocidestaeooun pensiero vivace, colproverbio,daltorporeincuiilnostrospiriloèpotuto ca- dereacagionedell'ammirazionediunalungaedinteressante scena;quando noi siamtroppointeressatidellecoseterrene, edellanequiziadegliuomini siamfortesdegnati,eglipresto ciscuotedallevergognediquaggiù, elevaiinostrospiritocon un'ansiaardenteversolaDivinità,edinfondeuel nostrocuore unapolentesperanzapelgodimentodibeniInttispirituali:il parallelismobiblicoeglialloraimita,ma da maestro, e come un uomodigeniosolopuòfare.Questimodi d'espressionefi- gurala,chepur rifulgononelledueprime cantiche,nonhanno quel!'importanzachelavisionedà a qualche scenadelPurga- Iorio,mapiùaquasituttelescenedelParadiso:allora siebe Dante vince sèstesso,è veramente grande ed inimitabile;allora ilsuo geniosielevasopratutti,lasua poesias'innalzaall'al- tezzaednimisteriosoeprofeticodell'Apocalisseed' Isaia, mentredallatodell' all'etto siabbracciaallasublime canticadi Salomone. Sicché stiamoperdirecheDantein tuttoe perlutto sièispiratonellaBibbiainmodo che non soloilparlarefi- guratoneimita,malasua poesiasi risenteancoradell'elegia diGeremia,quandotrattasi

dilamentareimalidellapatria;

deldoloredi(ìiobbe.quandositrattadellepropriesventure:

dell'amorediSalomone,quandosi(rattadeipuri benidel cielo edellebellezzeimmarcescibilidellaRosa Mistica e della sua cara Beatrice;sirisentedellafede, dellasperanzaedellacarità delsalmista,degliapostoliedeglievangelisti;mentre usala sferzasoladiDante,che balle asangue,quandotrattasidella Corte Romana,diquelladiFrancia,oppurediFirenze.Dopo laBibbia,i!piùgranvolumedisapienza edilpiùgranpoema èlaDivinaCommedia, toccala ancor essa dalsoffiodivino del- l'Eternoquando scaldava ed agitavalafantasiadeldivinoAl- ighieri.Oraicommentatorisonosioccupatidelleallegorìe comequellechepotevanovelarealcunprincipiopoliticoo alcunaveritàreligiosaammiseritanelle sacrestie;macosihanno giovatonullaperrispettoall'Italia,edhanno dimenticatetutte lealtrehellezzecheDantedallaBibbiaavevatolte.Speriamo però chealtri,piùfortunato e più tenerodelbenedellapatria

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nostraedellanostralelteralura,badi atantamancanza per lapiùchiara ecompleta sposizionedellaDivinaCommedia.

Lasciando da bandatutteleragionisurannate,l'uso dell'al- legoriaper Dante eranecessarioperaltroverso,perl'ambi- guità,cioè,che davaalpensiero;perchèegliavealesue bello ragioni anon volere chelesueopinionifosseroaduntratto chiaramente scappaledallasuapenna,avuto riguardoallaim- pressioneparticolareche avrebberofattesutaluniindividui: cosieglifunecessitatoasimboleggiare Firenze,CarlodiValois eRomanellaLonza,nelleeoneenellaLupa. In questasua intenzionepoisuccedeunabellissimavarietà,esièche nel- l'Infernousapiùallegorieinversopoliticoedinrispettoa persone viventideisuoi(empi,quanto ancorasiTedeche spera in Firenze, e quandoinognimodo temelagrande potenza,l'odio terribileeferocediqueisuoinemiciespressinellesuccennate fiere;meno allegorie usanelPurgatorio,quandosivedeche co- mincia perlui iltempodeldisinganno,epiùepiùcominciaa distrigarsi dallepastoiee daifalsi(imorid'una procellosa vitapo- litica;quasinessunainfine nelParadiso,quandoeglivecchio ed alfranlodaimalidiquestapur miseraterra,sitrovaniente cu- ranteditornareo noinpatria,nientecurantedell'amiciziao protezioned'alcunpolente,mentre vivelavitaa frusto a frusto, più disposto, chemai tanto,alviaggioestremo e tutto assorto in mistichecontemplazioni,non desideroso d'intrattenersi che dì Dio, deibeati,dellamemoria cara sempredelsuoamore,del pensiero caroepurod'una gloria futura e dell'immortalità del suo Poema. Questa è verità chiarissimadiperse,e noiciunia- moalFoscoloinquestaopinionecomenel!'altradinon aver Dante pubblicatoilsuoPoema primadellasuamorie a cagione deisudeltirispetti,echedopo morto,nascostoancorailmano- scritto,venne scoperto e pubblicatodal figlio,secondone diceil Boccacciocon quellefiabed'un sogno. Per questoilparadiso è laparte miglioredellagrand'opera,benchécosìpurnonsicreda dai molli. Eppure, comunquesia lacosa, inquesta cantica Dante non può scordarelememoriedella patriasua,comeinmolli luo- ghidi leggierisivede;ma, ripetiamolo,eglisene ricorda in modoaltuttodiversoda quello che ne parlanell'Infernoe nel Purgatorioislesso:cosi,mandalivìaquella rabbia ghibellina (dì cuialcunivogliono tacciarlo) e quel doloreaspro efortedell'esi- lioch'egb"sembra abbia espressonelledue prime cantiche,nel

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Paradisoalcontrariocantaesìlamenta eoo una mestiziatutta Virgiliana ecristiana tutta,con l'aggiuntadiquellepure bellezze che sale derivanodallasperanzadipiùpuregioie,edalsenti- mentoreligiosochesisantificanellaparolabiblica.

Dai su ceuuati molivi vedasi chiaro che una necessità spingeva Dante ad usareleallegorie, oltre l'usochenelmedio evo erain- valsodiquel parlarefigurato,pelqualeusos'imitòl'andamento dellaBibbia(comeabbiamodello),lostudiodellaquale erain- valso e generalizzatonei civilipaesidell'Europasìo daitempidi CarloMagno,echejmì dipiùandò rafforzandosi ed allargandosi inoccasionedelleCrociate,quando l'occidente fuingeneralee quasi perfetto contallo conl'oriente.Ameglio voler confermarci nellanecessitàche spingeva Dante ad usarle,cipiace rapportare leopinionidialcuuiscrittoriiqualidellabellezzaeragionevo- lezzadelleallegoriehanno ragionato.E primamente vogliamo rammentare quello che duenostricalabresi,valentiin fallo di critica,nehannodello.IlSignorMauroci dice:«Eccolebel- lezzedei simboli edelleallegorie.Seessinonfossero,Dante

« avrebbedovuto supplirvi sciorinandolesuedottrinecome da

«una cattedra,e tutto sarebbe tornalo pesante,declamatorio,

« pedantesco, e nessun argomento avrebbe potutoetsvolgere pie-

«naraente;ma solo mostrareillalomeno poetico e più superfi- ciale()«.EdilGravinacidicepure chel'allegoria aconverte

•inimmaginivisibili lecontemplazionieccitate dalla filosofìa (2)» eprima aveva detto: a Nelle menti volgari che sono quasi d'ogni

«parte involteira lecaliginidellafantasia,èchiusal"entrala

«aglieccitamentidelvero odellecognizioni universali.Perchè

«dunque possanoivipenetrare,convien disporlcinsembianza

«proporzionataalle facoltà dellaimmaginazione, edinfiguraatta na capireadeguatamenteinquei versi;onde bisognavestirledi abito materiale, e convertirleinaspettosensibile, dì sciogli e lido

«l'assiomauniversaleneisuoiindividui, inmodo chein essi,co- lime fonte perlisuoirivisidiflbnJaeper entrodilorosi

«asconda,comenelcorpolo spirito.Quandolecontemplazioni

«avranno assunte sembianza corporea,alloratroverannol'entrata nellementi volgari,potendo incamminarsi perleviesegnata (1)BellmesiiallegorìedellaDiviniCommedia,pag.12,Tipografia Boeziana,Napoli18-10.

(2)RagionPoetica, Gap.IX,Don ricordiamoaqualepagina.

(32)

so-

lidallecosesensibili;edilitalmodolescienzepascerannoilei

«frulliloroancheipiùrozzicervelli»eie. (1).Per questo tro- viamonelleSanieScrittureaveriprofeti,gliapostolieGesù Crislovelalolepiùgrandiveritàculleallegorie,coisimboli ,

colleparabole.El'intentoloro sembrapure averavutoDante nostro,rendendoin laimodo popolareilsuoPoema, e da potersi inesso facilmente scorgere qualiveritàvisiascondano,ovela mente nostrasiasgombradellepassioni,edusiunacriticaadatta aitempi edaiprincipidell'autore:criticasolavera edefficace.

Volendo meglio confermarcinellasudetlaopinione citiamopure quando ne dicevanoi!Gozzi edilMonti,come autorità meglio confacentiallanostraopinioneper riguardo;illaragionpoliticae privala che spingeva Dante aservirsidelleallegorie.IlGozzi, come ognunsa,unodeiprimi nel secolo passato inlento afar ri- viverelostudiodiDante,diceva, parlandodelleallegorie:«Le

« allegoriehanno un certo chedicreanzainse,efuronoritro-

«vatepernotificarealtruiquellodiespiacead udire,esono a quello zucchero o melecolquales'ungonogliorli delvaso per afarberegliamari sughiaifanciullo.Immaginateviuna specie odigelosia adunafinestrachelasciavedere enon vedere quello

«cheviè dentro. Assicuranochiparla,enon offendonochia-

«scolla; ar:iidanno piacere, perchèglilascianocampodi eserci-

« tare1'intellettoneh"inlerpetrazioneetc.» (2). Eria proposilo dicevamo che Danle,affinedi starsicuro,edaltempoislessodi- lettare,mette nella selvalaLonza,ilLeone elaLupa, einmodo ci affacciaqueste bestie.

Chese lavoce sua sarà molesta Nelprimo gusto,viialnutrimento Lascerà poiquando sarà digesta(3).

11Molilisembra che abbia battutonellaistessaintenzione,di- cendo:«Quandolaveritànon èlìberaolasuanudilàferisce ntroppolavista, ellaprendeilvelodell'allegoria,chelareo- lide piùpiccanteepiùbella.L'allegoriaè un*armadiri-

' »(*>

(1)RagionPoetica,cap.VII.

(3)Osservatore, Parte III, pag.82—Napoli per Marella, e Wanspaodocta.

(3)Paradiso,CantoXVII,verso130eseg.

fi)NoieallaSatira1.'diPersio.

(33)

eom-

progredìsei.

talivalserodimollo ad esaltarelafantasìa degliEurojici;valsero dimolloa farrispondere moltissimedelleimmaginiorientali nelle poesie erotichedeitrovatoridelmedio evo(1),equelloscri- (1)Dall'oriente,piùeliodall' Occidente ,ebbero molte belle immaginii trovatoridelmedio evo;benchéilcaratteredeilorocantisiastatoaltutto nazionale,popolare,cavalleresco.Edtveropurtroppoch'eglinomolta poesiatrasserodaicostumidell'orientoedallescenedelleCror.:;iU:;prr- chcInloroimmaginazionealiarmollobeneliberamente esercitava» nei filiti diqueitempi,talli,che alle guerre delle crocialeriflettendosiperlopiù, benriusciva™presentalieinaliticolcaloredelleimmaginiorientali,orna- mentoche bellonesvarialoeperegrinedoveva dareallaloropoesia

,

por sull'aria di lontanipae*irhuw.'o[urlio.VeliVincenzo Gioberti,%- p> mibello,ntiinunti di flktt&tMelica,TipoVili,Delbello

w

tificieitinQentre,pag.217,ediz-Napoletana.

(34)

vere allegorico,ilqualenoncivenne chedi là,non tanto per 1'

influenzachefranoipotèesercitarelaletteraturaaraba, quanto perlostudio,replichiamo,delleimmagini e figure bi- bliche,e pelcommercio con l'Orienteingenerale.Clic altempo delleCrociate,eposciaancora,siaavvenutoun contatto sin- golarefraipopolidell'Occidente equellidell'Oriente, ècosa che viene confermatadalfattoistessodiquelleguerre direli- gione, e da parecchie autoritàdì scrittoriveridici, iquali quelle relazioniimportantiedabituali,come quel contatto continuo, quelmescolamentodìtutteleclassiodituttelerazzehanno positivame.itestudiatopelvantaggiodellascienzaedellaco- muneciviltà (1). IlSignorAbeleRòmusat.ilqualetantoonora laFrancia elascienza,hamessoinchiarolerelazionidegl'Im- peratoriMongoliconirecristiani.AmbasciatoriMongoli fu- ronoinvialiaS.Luigipertrattareconluiuna lega controi Turchi, e da quelfattonon solo derivaronorelazionidiploma- tiche,inasìancorarelazionidipopolifrequentissimeesva- riate(2).E noi cheditalisludinonc'intendiamo,sololi abbiamocitatiper chi voglia accertarsene, nulladipiùdicendo ereplicandosenonildettosopra,cheDanto e per ragioni sue proprieequelledettatedaitempitristissimi,eperlostudio generalizzalodellaBibbia,e perilcommerciodell'occidente coli'oriente,ilqualeportofranoiun parlarefigurato, siav- valsedìessoparlare,usòleallegorie,edinciòfecebene.

II.SeDantu nell'opera suacolossale sìaiutacollaBibbia e colle tradizionidiversodeisuoitempi,siaiutaancoraconlamito- logia.Madaquestofattosìvarrebbeforsededurre esseregli poeta ciatùeoledaver per questoegliamatolamitologia,il regnodellefavoleetuttequellefalseideesiareligiose,sia politiche, siamorali degli antichipagani?Non crediamosiavipur

(t)Mire»PjIj si ritiròibisuoiviaggiilì-i'ìb,((inniloDanteaveva 30anniilieli—UgoFoscolo,op.cit.voi.Ili,Crenologia deliovita diDinli,pn;. VeJiancoral'altl'operasua—(Voi.IV.DeliaRc- jwVWrvifi'Vennia,pug.358),incui<li»:orredflcommercioJetVene- zianie-lesjiinil'lt/ilt!',il^lI-Arnhi;i,enulleIn luiOrientali.

(2)Memoriesulloivladonip')l.l;i'.':i':il-npini;[ilfu-li.inicogl'Imperatori fllongoli.SiconlaMemoria,pag.145,1j/.Ve JiancoraF.P.G.Guiiot ,

filiniildlii-EvUiàinEuropadallacadala dell'Impero"ornanofinoalUri- voluzionefr.uiccse,versioneconnotediAntonioZancaja, Milano, 2." edizio- ne1856)Lezione8."pag.233,UnoallaQne.

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uno oggigiorno che voglia crederetanto,ammenoché nonab- biaperdutoilbenedell 'intellettoenon sogniviverecollennì.nli inmezzo aun corodipoetiarcadici.Ixtmitologiaascioglie pressoDanteinun chiaro giuocodellafantasia,comi!cidici!

Federico Schlegel(1).Quistaun poco d'imitaz'onedegliantichi, dallaanalenon potevaeglialtoltodiscoslarsiperchèlalingua era giovane, eleregoledìpoesìavecchieed approvate datutti quasisinoalfanatismo:leggidigustoche ognilettcratuzzo volevaavereinsacro deposito,mentre slimavasiindoveredi di- fenderledaliamano profanadìogni innovatore.Per questa ragio- ne,senellepoesiesemplicemente eroticheedallaprovenzale, diciampure,coodonavasi ognilibertàdidire, diconcetto edi vienuovenell'arte;pur troppo questaliberlàvenivanegala a quellidedicatiascrivereunpoema epico o quasi epico perla suaimportanza: peggiopoiperDante,ilqualevolevaseguire lepedalediVirgilio,senondiOmero, comedallageneralità deiletteratidiqueitempi credevasi,ecome ancor oggifalsa- mentesìerededa molti.Anzi Siaminclinati acredereche per evitaresiffattecriticheedopposizioni Dantesisiadecisoadare alPoema Sacroilmodesto,umiletitolodiCommedia; benché parsìaprobabileragionequellaapparentediaver Dantefatto cosipermodestiaeriverenzaaisuoiduefamosiprecessori.

Egli spessoper ragioni inerentiaisuoiargomenti dovette par- laremitologicaparola;chédelresto,da questeragioninon

(1|Gioberti.(Op.cit.cap.X. DellelloartìfieialeM-IwfottO,pag.103 cseg,)ritieneperproprietàdell'EpopeadìDante1'usoche inessafail Poetadellamitologia,della Seleni*a tironemiraeteologicadeigentili.Chi sìacuriosodisaperecupel'illustretorinesel'abbiapensata,leggaalcitalo luogo le tue belle, savieeconvincentiragioni, lequali,peramordibrevi- tà,non riportiamo.Inbreveripetiamoconlui:Danteritrassevertaitara tprincipi lamitotooju e la simbologia gentilesca, rendendonuovamenteet-

•«ateneo e poeticociòcliedianziera statatenutoper dottrinale e acro- .natica•(Op.cit.Id.pag.aio).EdilFoscolo[Diurnosulletta, cit.

.setXLVlll.pag.186]dice...•nellamentedibaulelafavolaerasanti- .ficaiaperunsistema occulto insieme e perpetuo e concatenalo al pari delle

• cantiche,de' canti,edellarimedellaComtiitu; etendenteadadempiere i . finìdellamiliziaapstolica ..Vediancoralanotaapag.18U, 187.Ed .appressolistatoFoscolo dice:{op.cit.Sez.CXCVll,pag.45*).Fin

•anchel'anticamitologia,dellaqualeamoltissimiparech'egliabbia fatta usa bizzarro e profano, pare vagli voce diprovvidenzaediventi, e racco- 4glievalacon religiosa coscienza fraglielementidelsuopoemat...

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2*

aslretio, egliusòladellaparolapertilt l'altri fini,che peruna servileimi (azione.Siguariialcontrariolasua VilaNuova, incuisiscorgedominanteunaffettopuro ecristiano,unlin- guaggio puramenteitaliano,eduna fiamma pacala dolre e bella, chesi purificanell'amoredivino, scorgesi subito risplendente in quelcanzonierebellissimo.Dippìu èasapersidaognuno esser cominciatoaitempidiDante(eper opera sua ancora)ilgrande amoreaglistuilidell'ani ir hi là;perlochèsind'alloracominciai a credereprofanatoredell'ariecolui ilqualedallepedaledeimag- gioridiscostarsivoleasenzabuon consiglio e senzafinoma- gistero.Sotloquesto rapportocrediamo aver Dante saviamente evitatoloscogliopericoloso,mentreragionialtissimepuril sospingevanoaservirsidelle favole,trovandoin esseadombrato un lumicinodiquel verocheipadrinostriperdetteronelbujo di falsereligioni.Eglinonpotevariandareioun'analisiminuta pertulleletradizioni,enonpotevariuscireallagrandetra- dizioneebraicasenzaabbracciarsida unlatoallaBibbiaedai Sanli Padri, edall'altro allefavoleedagli storici delGentilesimo;

non poteva andare a viaggiareinPalestinaenell'antico Egitto, senzapassareper Itomapagana e perlaGreciadelleTavole.Il Vicoben capìnellasuaScienzaNuovailvaloredellaMitologia diDanle,come quellodì lutlelemitologie, facendone savio uso perun'opera eterna quantoilmondo. EppurealViconon se ne èfallocarico;invecealcunisbarbatelliaventiincorpoun indigestobocconedìromanticismo edallealidipipistrelloan- neriledalleuebbiedelNord,oppureunalurhadiringhiosi vegliardicamuffatidapastoriarcadidallamentefiaccae dal cuoreinaridito,voglionorimproverarne Danteildicuipeccato èstalosolo quellodiaver usatalamitologiainpoema che poscia iposterihanno meritamente riconosciuto per 5acro. Perdi'egli

r

fosseriuscito inuna cerla popolarità (senza pur badare che suamitologia è semplicemente mitica estorica), lesuddette regoledigustonon polene dismettereall'intinto:onde ch'egli spessoriesceoscuro,mentretalenoneraìasuaintenzione.

Vero è che spesso è lungo, moltointrigalofraquellefavole, spessoannoiailpiùdeisuoilettori,spessoabbraccia inuno stranoconnubiolafavolagrecaconlastoriaebraira;ma,ri- petiamolo,eglinon poteva fare altrimenti,aisuo.iempi miglior compatimentoglisidava, e noi scordando l'attualeslatodella

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nastraletteratura,dobbiamo portarci a vivereinquell'età,per meglio interpetrarelaDivinaCommedia.

Ili,Dante fuilpadredellanostralingua,egliIneducò par- goletta, lafeceadulta cgrandenelsuoPoema, ne dettòleregole nelsuodellaVolgare eloquenza,lediedeunprimosalutod'a- morenellaVitaNuova,posciaun tenero addio nel Convito.

Eglisapevasiquanto avevaTattoperI"Italiasutaleriguardo, edavevafedechelaparolamagica, robustaed armoniosadella suaCommedia non sarebbestataparolamorta pergl'italiani.

Viveva contentoinquelsui)nobilepensiero, era unadellesue poche consolazioni, edegliaflìdogliilsuo nome,lesuesven- ture,tusue speranze.Gl'italianihanno ereditato quel sacrolegato con pensieroreligioso,eloserbano gelosamentecome a cara memoria d'un padregrandeedimmortale.Dantevidecheil vecchiolatinoandavaindimenticanza,echeirivolgimentipo- litici,leinvasioni,inovellicostumi,inovelliritireligiosisem- prepiùlosbandivanodall'Italia;videchefra i dialettid'Italia sev'era il fiorentinobuono, v'erano ancoraltribuonidel pari, e cheavolersceglierefrailProvenzaleedilSiciliano,(usali iiuasiiitasiteiitedaitrovatoridiqueitempi)c'eradaappigli >:-.:>

alsecondo,rome quello che era più riccodivocaliejierquesto piùsonoro ed armonioso.Edinciòfares'attennesaviamente almeglio;perchèinqueitempiilSicilianoavevadicertodi piùitaliano, dipiù pelasgico e nazionale.Vero è cheiprovenzali avevano anch'essiinparte un'origine pelasgica;ma ciò non valeva a metterlialdisopraoalfianco dei siciliani;come è vero aucora chequandoleprovinciedelmezzogiornoavevano unascienza, unaletteraturaedunaciviltà,unichealmondo,dellaProvenza edellaFranciasene sapevatantoquanto oradelleoriginidel Niger odelNilo.Con sano giudizio però Dante non s'attenneal Sicilianosolamente,ma atuttiglialtridialettid' Italiaancora,

«f.rn.I.j.imi"riunì." •! Ii>i%rin-.«[mp.vqnanu> ara--il voleva.Eciòera naturale,edinciò fece bene.Maaccennaloche Dante per dareall'Italiauna linguascrittanon andò fuorid'Italia acercarla, cirestaaltroadire? olanaturadiquestoscritto comportailparlarned'avvantaggio,edicardarciin quistioni filologicheoinerudizionidilingua?Nienteadatto;ricordandoci della protesti/ fattapiù sopra,lasciamosimileoperaagliAccade- micidi-IlaCri lirao;tibiro corrispondenti onorari, e noi tiriamo avanlìnelnostroproposito.Einfattisarebbe cosa superflua

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(quando purci'ne intendessimo)parlaredellalinguadiDante, quandoaltrieh'hannonome e meritodiverimaestriio sifatta cosa,ne parlarono abbastanza. Sicché, achiavesse vogliadifare sullaDivinaCommedia uno studiodiquesto genere,non saprem- moconsigliarealtrodimi'gliochericorrereaquellefonti (1), Don essendo nostro assuntosodisfarea lautavogliaeperchè non preparati,e perchè tantononabbiamo voluto, c perchè, volendo ancora,lanostranaturaiinugnava a tantafatica,edilnostro ingegnonon potevapiegarsiatantoincarico.

IV. Danteamò Beatrice terrena,el'amòsindalprincipioin modo diversoilaquello cheglialtriamantipoetie trovatorifa- cevano. Eglisinda princìpio slimollaquale esp.essioae palpabile e realediquelbello ideale chi'haprimo principioinDio: eque- sto hello eglisentivapotentemente,equestosentimento possente valse a separarlodallavolgare schieradeipoetiprovenzalidei suoitempi;loresecuriosodirinvenirel'immaginediquesto hello nelleopere d'arte enegli scritti svariatidegli antichi,facendosi, pertalecuriosità,studiosodituttoquantol'antichità ciaveva lasciato di belle arti, di tìsica,d'astronomia,difilosofia,distoria, di teologìa.Per questoegli Fral'ordine materiale el'ideale tro- vavauna grandeecontinuataarmonia,giammaiinterrottalunga- mente e profonda mentedalprincipioFalsodelmale;ma residente inogni minima relazioneFracosa e cosa,fraprincipio e princi- pio,fracausaedeffetto, fral'aureaantichitàedilpresente ristau- ratore.E siccomeilsentimento profondo1 del bello,(come quello conceiionediluttociòche vi rondo,e quindiconlarapidità (I)«Dante videche le lingue fannonazioni; Lalinguach'ei

•nominacortigiana,edellaquale si dispulatuttavia,lasua(amasiavede- vaianascereedampliarsiper la perpetua resilienza de' Cesari inRoma, e fralerepubblichee letirannidi,tullecolluseinunsoloreame. Dique- sta ei tipare certissimecomedileggepremi li naia dalla Provvidenza e coa- ncsiaalsistemadelluniversoUgoFoscolo,(Discorsosulleslo,Bit.Sez.

CXXV,pag. 321), EglicitainappoggioparecchipassidelPoema,c.-lCon- vito,dellaMonarchia e delti VolgareELqnenta.Vedipine quantoilFoscolo dicosullalinguadiDanteinvaniluoghidelcitatodiscorso,nellelezioni Sullalingua italaaa,eprecisenelfilicene111,pag.181,delVoi. IV;

Dameseriamentenutrivasullalinguaitaliana(aliidee,edaveva ragione;

giaccheognunotaleragioneoggidìglidona, guardandosichetoltiidialetti italianinon sipossonosempreppla confondere nella linguamadrese non pre- vial'unitàpolitica,enoioggidìcr-'--:-

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tuttasua propriailpensierocorroall'ideadellamorte ed a quella dell'eternità,ecosiall'idead'un bello assoluto, d'un bellotipo celeste),siccome insegua, diciamoasoffrire ildolore;cosìquesto fattoconcordandocoiprincipidel Cristianesimo, e daessiillumi- naloediretto,come pur concordando con unaltro fallo d'ante- riore decadenza,econ altrod'attualerisorgimentomorale:ne avvienecheilverol'oetacristianoèilmassimoartista,e,vice- versa,ilmassimi)artistain indeveuèpuò essere diecristiano;

ne avviene diecului ilqualedallanostra santa religioneimpara asoffrirevirilmenteildolore elasventura senza incolparne l'E- terno,comedaipaganipratticavasi,trovasimegliodispostoad esprimereilhello nelleopered'arte,poiché appuntolasventura delgenio è madre ed educatrice, edallasquisitezza delsentimento èqual rugiadapei fiori.Comeciò siaverosiam menati a creder- loper milleemille esempi,non solo,ma pi mezzodiDante istesso, ilquale appunto per questoèiiin.issinni ai-lista,perchè ilsuo genio venne educaloallascuoladellasventura,edeglieb- beapiangere, asoffrirmollo,etrovare poscia unica sua conso- lazione nella sola verità,nellasperanzadiun migliore avvenire perlapatriasua,nellacontemplazionedell'Infinito.Guai alui, ove altrimentifusseandatalacosa,perchèeglisarebbestalo soloscritloredìcanzoni e sonettuzzìamorosi,mail'autore della DivinaCommedia,poema sublime che dopoluibattezziamo an- cor noi per Sacro.SicchéDante pianseesìadiròancora,ma pursorrisediqualchegioiaediqualche speranza:perlaqual cosaseilsuopoema meritarispettoperlasuaaltezzaegran- dezzaintrinseca,siaffaparimeliliallanaturadelnostroumano cuore.L'idealecampegg a dunquenelPoemaintero,ma è tem- perato conartefinissima,mentre questoideale(naturaletanto rispettoall'avveniredell'umanità,esecondol'intendimentodi Dante, poggiatosullanostratradizionereligiosa)dicuitanto compiacesilamoderna poesia, non è pergliamantidell'anti- chitàedelclassicismosenon cosa da ripudiare e dasbandire ddrampodell'arte.Non per questo evitano ogni scoglioimo- derniromanticiinfallodìcritica;perchè eglinoperdirettodi perizianell'artespessocadononeglieccessicoutrariedinun lungo edamaro monotonopiagnistejo.Ecco perchèilvero ar- tistacristianodevegliestremischivare,e solo ispirandosiìu un belloideale,epiangendo l'umana decadenza, devealtempo istessoaprireilcuoreallasperanzad'unmiglioreavvenire,

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iclsuopoemaI

More derivarne

(semimento pera dieDanle si fusso delsuo secoloinu sarebbe«n'opposi:

siderazioneclic (ol

ilpianto e sinolamaledizione perquellicheilfacevanolauto BOffrireederano ad un tempo cagionedelmaledellapatriasua.

Mwii'lix-hèperfan?egliilcontrario,equindipermostrarsi semprepiùrassegnato a quantodimalegliaccadevanella vita, invecediapportarebellezzealsuoPoema, l'avrebbereso piut- tostomonotono,pesante,arido,pìagnoloso,ericcosolodella miseriaditulliiluoghicomunidelleaulicheleggendedella Chiesa,odelPoemadegliamoridìParis e Vienna,tulio7eppo deilamentiinariaversoilfato,lalunaelostelle.Ma appunto inquestodifettoche vorrebbesi apporglistalagrandezzadel

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poeti,ilqualesoffrema pur sgridaalgreggeimmondoditiranni edericaliche Liutogli fasoffrire;s'armidipazienza e d'umiltà nellasuavitaprocellosa,edell'umiliaedellacontinenzacingela corda;mapurglidivampanelpettoquellasantaalterezza,che magnanima, èsolagrande esoladegnadegliuomini grandi.Le sue maledizionisembrano non sbucaredalfondod'uncuoremal- contento;ma scendere invecedall'altoafforzaledallaterribile folgorediDio,edeglivestesid'ognialiitoumano per seguire lamissionediun Apostolato riformatoredellaChiesa edellapo- liticaitaliana.Per tanto compire,naturalmente doveva urlare coifiorentini, coitirannellid'Italia,conglistranieriinvasorie corruttori,con Papi e Cardinali; naturalmente doravaricordarsi disestessoetuttointentoadunamissionevolutanellaCorte celeste,non poteva scordareilsuo passato procellosoedumano, comeilsuofraleterreno.Eccocomeeglinonscompagnala scienzaumanadalladivina;eccocome s'imparadisa e non cessa di esseruomo; eccocome quel ghignoalteroemagnanimo ad un tempo (che meglio traluce nell'Inferno, e chetalunievirati scritlorellivorreberoappellarerabbiaghibellina)vienedalui afforzatoepurificatodalfuoco sacrodella cristianareligionenel PurgatorioepiùancoranelParadiso,evienesantificatodal- l'amore fervidissimod'una patria sventurata. Cosìquell'irasua vieneadiversificaredaquellache nutrire potevanoisuoicon- temporaneinelpiangere anch'essi lemiseriedellapatria,e nel riprendereivizi diqueitempi;cosi lasuabilelungidall'essere ghibellina,vedesiebaro esser proprio dantexa:conessasferza tuttiindistintamente,popoli eprincipi,amici,Papa e Cardinali, etullisottoponealbiasimodellaposteritàedallatremenda giu- stiziadiDio(I).

V.Omerofadiscendereilcielointerra,e Virgiliopratica similmente:ilgenio anticoilalogrecofalsatoiumezzo adun mondo decadutodallasua altezzaprimitiva èricapitolato in essi.

In queltemposiprocedenelcampodell'analisi,enoninquello

(1).Giammainon sivedolasatiraitali'Molepiùpunenteclicsi

•possi iilcarc,siccomenellibroiliDante,santificatadalcar.iituvercli-

•giosodellapoesìa,laquale,perchènonhatipafraluneleuro. lozioni .ciii)u-r.mii'iIbIJ"arlt:,atti-rrli)iMinirritu-i,[ilihafu™Li.lisilenzio,

« lasciamioagl'insani11 mahìiiiunciliccrrut vii|iidli'W«prh:lainiluslria umanainventialhrlir:i!-rni.]lasciaite!mondol'orma sualuminosa c .disparePaoloEmil.Giudici,op.cit.Lei.V.jiag.227.

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della sìntesi,' l'arte uscidaitempii eliberossidall'impero sacerdo- taleperavereuno sviluppocìviconellepiazze,neipublicipas- seggieneigiardiniinmezzoai laiciedallamoltitudine(1).Si vivevaallorainun dolceoblio,egliscrittoriestraneiallavita pubiicanonnesoffrivanoidoloriedipiaceri,s'astraevanoda ogni loroattuatilie s'addormentavanoinuno scetticismo favorito dallalorofalsa religione:continuavaallora la crisi delladecadenza umana;sicreduvanellaforza ciecadel fatoedinquellabrutale degliuomini;ilprincipiodicastapiùomenoestesoindiversi luoghiseparaval'uomo dall'uomo,ladonna dall'uomo,ilsacer- dotedalpopolo.Dante perlocontrariofasalire laterra in cielo, eregolaifattiumani con una legge superna, unica, divina;ri- ducetuttoe'tuttounisceinunasìntesi,princìpalmenteDell'ulti- limacantica;aspiraadun immpgjiameuto morale ecivileacui tende ogniindivìduoedogninazione; riconducel'arteinquel tempio da cui erastalasbandita.Mainquestofattoeglinonsi conduce comegliscrittoriorientalitrincerandosiinun misticismo sterile,e velandosiall'occhiodellemoltitudinifraun gergo di dottrineispiratenello spiritodi casta;bensìcomeigrandiscrit- toricristianiegli siregola,o,meglio,tuttigliscrittoriedartisti sorpassaper altezzadivolo epersantità di dottrine.Ci spieghia- momeglio.Dante ricondutendol'arte aisuoiprincipinon cadde nell'erroredisottometterlaallatirannidemisteriosa e superstiziosa sacerdotale,uèlavelò innanziagliocchide)popolo,edaltempo istessononl'avvilinei Iriùi,nèladiseredòdiquellafiammavi- vificatricechedall'altovienenellalucediuna sublimeidealità.

Perlequali coseeglicantala veritàprima elareligione,veste lasuadottrinadavenerabilematronaassisaneitempi, elafa parlareperboccadeiSanti Padri,degliApostoli,diPljlone; nel tempoistessonon sdegna volgereuno sguardo all'umanità, edil popolo vieneammesso ad ascoltareisommi veri ebedalsacroal- taresipredicano, edilpjpoloriacquistalaperdutavistaalla lucediquella santa verità chelàs'insegna,a quella dottrina sana e robustagiàcominciaadaffezionarsi,edinessahafede,ioessa ha speranzadìpiùlietoe nobileavvenire.Cosìse siha riguardo all'umanità,nousiscordal'Italia,sesiriguardanoivili di tutti ipopoli edi tutti i secoli,nonsiscordanoquelli dellapatriae di

(t)Giaberli,Op.cil.eap.IX.Delbelloartificialeeterodosso,p.311, eseg.

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FirenzeÌlipar(ionia re.Per questo[aDivinaCommedia è graude sublimePoema,è ilprimo capolavoro d'arte che maiaimondo sìsiavisto.Dante sublimatosi sinoallaDivinilareudesiartista giganteinognipartedellaDivinaCommedia, nèlasuamente o ilsuocuore s'impiccioliscono puntonelconcetto enei sentimento pagano dell'amore,ma invece s'ingrandiscono magnifìcami-ntcnel concetto enelsentimentocristianoarmonizzantisolocoiplato- niciprincipi:(1)talchélasuapoesianon solod'infinitebellezze, (che immaginarenon possiamoch'altridirene possailcontrario);

marisplundenel totaleedinognisua partediquelsublimereli- giosochesiedeed è ingenitosolonelcristianesimo.Perlaqual cosaleide.'divirtùch'eglidataleprincìpiofaderivaresoiio le solevero ebendistinteda quelledel vizio, siachesiriferiscano alla vitamorale,siaa quellapoliticaecitile

deipopoli:laquale distinzioneniunpoetaprimadì luiavevacosìbenel'atta,essen- dochéilpaganesimo,infermandotutto,nessuncriteriogiusto poteva prestare tantodellavirtùquantodel vizio,econteneva piuttostol'elemento d'ognierroremercèl'idolatrìa,ilfeticismo etuttequellealtrereligioni,mostridicullopiuttosto anziché altro.

Per questol'importanzadellaDivinaCommedia,dalsolo religiosoguardata e rispettivamenteall'etàpresente ancora,sta sopra quelladell'Ilìadeedell'Eneide,iqualipoemilatennero altissimaneitempipagjni.Eciòènaturale,perchèDante non invilìilprincipiovero religioso, nè scherzòconlavelilipri-

(!)•Unodeipiùnotabilicaratterichel'influenza degliantichicomu-

<niciallaletteraturaitaliana,ful'amai ga unzione di quelle opinioni pislo-

•alchechelareligionecristianaaveagiàdagrantempoconsacrate,e

«• degl' ItalianidallequalialcuniileiosipiùsalireprimisulpoetiParnasosepperotrarremolto partilo.sera'esserpassatoperNessuno I'Acca- .deimadiPlatone.Sitorniounaspeciedimisticismopoelco,che consa- eritprodigidellabella»,edisentimentidell'amore.Tulio quello che aquestapassaneavea aiutolinoalloradiprofanoedivolgare,intiera-

•menledisparte;essadivenneun meszodicomunicati onaTralaterraed ilcielo,traimortali,egliangioli.Uomiscugliodimitologia, dipiain- nicismoodìcristianesimocostituìil[ondodellapoesiaitaliana,equivi

« ipiùgrandipoetid'Italianonhannocessalomaidiattingerelamaggior

• partedetteloroimmagini, deitoropensieri,delleloroinvenzoni e te toro

•medesimebucarne.»Francesco Salii,lìittreltodellastoriadetlatst- teratutititaliana.Periodo1.cap.II.pag.38eseg.EdizioneNapqle-

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ma, opigliòagabbolatradizionebiblica,comeOmero e Vir- giliosibaloccavanocon Giunone,Pallailc,Vulcano o Venere:

mariprensioniasprissimefacendoaiprofanatorideltempioed ailadridellarasadiDio,mantenne ioaltaccato e sublime ogni sanoprincipiochelesacrecartenellasantaparolaciserbano.

Oltrepoideli'importanzareligiosade!poemailiDante,altre differenzeesìstonofraquesto equellidiOmero ediVirgilio, e noiabbiam detto importanzareligiosadell'uno o deglialtri rispettivamenteainostritempi,benchéunaquasisimileim- portanzaabbiano aratal'Iliadeel'Eneideinnitritempiche non sonoquesti.Pur quanto più un Poema contienein sed'am- maestramentimorali ecivili,dibeilememoriecittadinee no- bilifallìnazionali,didottrinereligiosi-,distoria,dipolitica, dilingua;per tanto piùsiaccostaallaperfezione e1*autore è parimentidegnodisommalode.Siffatticlementidiperfezione trovansìalargamanogittalineh'Iliade,menonoli'Eneide, piùnellaDivinaCommedia. Per questoisudettisommi loro au- torihanno variamente e coniliversa misurameritalalalode dei contemporanei «deiposteri, elamemoriadelleloro opere di- versamente per diverse ragioniùandatainnanzi,infattiOmero discorredifattipassali ,inaeminentementetra ilizinnaliperla Grecia,edistecconatielementidiperfezionehannobellissi- moefortecoloritonelsuo grandepoema, hanno una precisa espressioneed un'importauza viva e parlante pergliElleni: so- no più che cantate,scolpite.Al contrario,sene serve Virgilio nellasuaEneide,ma noncosiampiamente e maestrevolmente comeilprimofece,epiùche perrobustezzalasuapoesia distinguasiperuna certa dolcezza malinconica chetutta traspira:

eglifu ilpoeta cortigiano del secolodiAugusto più chedei fatti diEnea edelRegnoItalico.Sicuramentesolleticòl'amor pro- priodeiRomani ricordando loro un'origine divina;ma miglior fortunaavrebbeavutose,altrimentiparlando,avessediretta laparolaaiRomanidellaRepublica,anziché aquellideisuoi tempi.Dante poi, volendo imitare più Virgilio cheOmero, è riuscitopiuttostorobusto ed interessantecomeilsecondo, che malinconico ed elegantecomeilprimo.Del restolasuperio- ritàsuastancll'importanzaeh'hailsuoPoemadirigenerare PItalia,mercèlaresurrezionecivileemoraledipendentein tuttodallascienza,dallasantitàdellareligionecristiana,dal ritornoalloprima armonio(le!crealo:ha piùinteresseunìver-

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