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FONDO PENSIONE CISL DOCUMENTO SULLA POLITICA D INVESTIMENTO. Approvato da Consiglio di Amministrazione del 06 febbraio 2019

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Iscritto con il numero 1164 all’Albo dei Fondi Pensioni

FONDO PENSIONE CISL

DOCUMENTO SULLA POLITICA D’INVESTIMENTO

Approvato da Consiglio di Amministrazione del 06 febbraio 2019

sede legale via Po, 22 - 00198 Roma

[email protected] [email protected] www.fondopensionecisl.it

sede operativa via Tevere, 20 - 00198 Roma

T +39 06 8473596 F +39 06 49388588

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2 1. Premessa

Il Fondo Pensione Cisl (di seguito, per brevità, denominato “Fondo”) è l’ente preposto all’erogazione delle pensioni aggiuntive in favore dipendenti della Cisl che abbiano superato il periodo di prova, gli operatori in aspettativa sindacale ai sensi dell´art. 31 della legge 20.5.1970, n. 300, ovvero i lavoratori in distacco sindacale con diritto alla retribuzione da parte del datore di lavoro, ai quali si applica il regolamento per i trattamenti economici e normativi in vigore presso le strutture Cisl e gli operatori degli Enti Cisl, dei servizi Cisl e delle associazioni promosse.

Possono inoltre aderire i soggetti già titolari di pensione anticipata, che intrattengano un rapporto, anche se non esclusivo almeno prevalente, con le strutture della Cisl, gli Enti, le Associazioni e le società di servizio collaterali alla Cisl in riferimento alle tipologie di assunzione tempo per tempo vigenti a condizione che l’iscrizione avvenga almeno un anno prima del compimento dell’età pensionabile stabilita per l’accesso alla pensione di vecchiaia nel regime di previdenza obbligatoria di appartenenza.

Inoltre l’iscrizione, ai sensi dello statuto vigente, potrà essere mantenuta dagli iscritti al Fondo che, per effetto di operazioni societarie o forme di distacco, anche parziale, prestino servizio presso società esterne al perimetro istituzionale del Fondo. Le predette società potranno richiedere di essere associate al Fondo CISL ed essere autorizzate ad effettuare il versamento dei contributi e del TFR a favore dei predetti lavoratori e limitatamente agli stessi.

A questo fine, il Fondo provvede alla raccolta dei contributi versati dai datori di lavoro, comprensivi delle quote di Trattamento di fine rapporto destinati, in conformità alle disposizioni normative, dagli iscritti ed al loro impiego attraverso un processo di gestione descritto nel presente documento.

Il presente documento, che rappresenta la seconda revisione triennale della versione approvata nel dicembre del 2012, illustra le analisi svolte sulla collettività degli iscritti e sulle scelte gestionali intraprese dalla forma pensionistica al fine di delineare la politica d’investimento del Fondo Pensione.

2. Valutazioni di ordine demografico attuariale sui beneficiari delle prestazioni del Fondo

Questo capitolo è finalizzato ad analizzare le caratteristiche degli iscritti al Fondo al fine di fornire una cornice entro la quale svolgere le valutazioni in ordine all’adeguatezza della proposta di gestione messa a punto dal Consiglio di Amministrazione.

2.1. La metodologia utilizzata

Il Fondo ha condotto, con il supporto tecnico di Bruni, Marino & C., un aggiornamento della valutazione della struttura

delle passività (impegni del Fondo) sia di tutti gli iscritti, sia dei collettivi corrispondenti agli aderenti ai singoli comparti. Le risultanze delle valutazioni condotte sono di seguito riassunte nell’ambito della descrizione dei processi attraverso cui si perviene all’attuazione della gestione finanziaria finalizzata alla realizzazione delle finalità istituzionali del Fondo.

Il collettivo sulla base del quale sono condotte le valutazioni di seguito riportate è quello in essere alla data del 30 settembre 2018 così come fornito dal service amministrativo.

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3 Il modello di calcolo è stato sviluppato sulla base della metodologia Magis che si basa sullo sviluppo nel tempo della posizione del singolo associato. Tale posizione è stata proiettata nel tempo in modo da valutare l’incidenza degli eventi demografici (morte e invalidità) e di quelli riconducibili alle specifiche norme che determinano una uscita dal collettivo (riscatto, pensionamento, ecc) ovvero una uscita parziale (anticipazioni, riscatti parziali, ecc).

Sulla base di queste ipotesi il modello ha stimato per ogni singolo individuo le diverse probabilità di "sopravvivenza" nel collettivo e, di converso, le rispettive probabilità di uscita.

2.2. Risultati

Per ogni iscritto è stato conseguentemente calcolato l'orizzonte temporale di permanenza, cioè il periodo probabilisticamente stimato durante il quale l’iscritto mantiene la propria posizione all’interno del comparto di appartenenza.

L'orizzonte temporale calcolato è quindi direttamente connesso all'insieme delle opzioni che possono determinare un’uscita, anche parziale, dal collettivo. A tale fine le probabilità di uscita dal collettivo (o di accesso ad anticipazioni) sono state determinate sulla base di frequenze speciali dedotte da collettività generali di iscritti a fondi pensione del settore industriale.

Giova precisare come la valutazione prospettica della permanenza nell’ambito del Fondo sia determinata, oltre che dall’assunzione delle specifiche ipotesi di uscita descritte, anche dalle informazioni a disposizione del Fondo che,

naturalmente, non prevedono la conoscenza dettagliata delle anzianità ai fini dell’Assicurazione Generale Obbligatoria maturate dagli iscritti anteriormente all’adesione; tale elemento incide soprattutto per le fasce di iscritti in età più avanzata per i quali l’ipotesi di pensionamento tende in media a coincidere con la maturazione dei requisiti di vecchiaia. Pertanto,

relativamente a tali classi si perviene inevitabilmente ad una sovrastima dell’orizzonte medio di permanenza. Questo parametro rappresenta il valore di base per valutare la coerenza delle proposte di investimento rappresentate dai comparti in cui si articola la gestione del Fondo, rispetto alla permanenza stimata degli iscritti nel Fondo stesso. Infatti, i profili di rischio rendimento delle politiche di investimento devono risultare coerenti con gli orizzonti stimati. Va da sé, ad esempio che un orizzonte temporale ridotto, ad esempio dovuto alla prossimità al pensionamento, risulta essere incompatibile con un profilo troppo aggressivo, che si traduce nella definizione di un orizzonte temporale “ottimale” più lungo, necessario per

“ammortizzare” la componente di rischio presente in questo tipo di asset allocation.

I grafici che seguono forniscono una fotografia della suddivisione della popolazione degli iscritti al Fondo suddivisa per classi di età e la frequenza cumulata delle età degli appartenenti al collettivo da cui si desume che il 50% circa degli stessi risulta avere un’età al più uguale a 53 anni circa.

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4 L’età mediana e la scomposizione del collettivo consentono di affermare che nell’ambito della collettività degli iscritti al Fondo si registra una significativa rappresentazione delle classi di età “centrali”; dall’esame del collettivo è possibile riscontrare come la classe maggiormente rappresentativa si collochi nell’intervallo di età 51-55 anni mentre, complessivamente, i soggetti compresi nell’intervallo 41-55 anni rappresentano il 54% circa della popolazione degli iscritti.

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La distribuzione degli iscritti nell’ambito dei comparti fornisce alcune indicazioni in ordine all’approccio dei soggetti all’offerta di gestione proposta dal Fondo.

Comparto Assicurativo

Comparto Dinamico

L’articolazione del collettivo si riassume in una distribuzione degli orizzonti temporali che risulta pari a 11,8 anni per il comparto Garantito (Assicurativo) e a 13,7 anni per il comparto Dinamico.

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ASSICURATIVO DINAMICO

CLASSI DI ETA’ MASCHI FEMMINE TOTALE MASCHI FEMMINE TOTALE

Totali 11,2 12,4 11,8 13,1 14,9 13,7

< 26 21,3 21,4 21,3 21,2 22,0 21,5

26 .. 30 19,7 19,6 19,6 20,1 20,3 20,2

31 .. 35 18,3 18,1 18,2 18,6 18,9 18,7

36 .. 40 16,9 16,7 16,8 16,9 17,3 17,1

41 .. 45 15,1 15,1 15,1 15,5 15,2 15,4

46 .. 50 13,1 13,1 13,1 12,9 12,8 12,9

51 .. 55 10,4 10,5 10,4 10,6 10,7 10,6

56 .. 60 7,2 7,5 7,3 7,4 7,8 7,5

> 60 3,9 3,9 3,9 4,2 3,8 4,2

Questa rappresentazione è molto importante in quanto consente in primo luogo di valutare la coerenza della struttura e dell'articolazione della gestione nei due comparti previsti dall'attuale assetto che consente, in linea teorica, di garantire il soddisfacimento delle necessità finanziarie del collettivo degli aderenti: dalla conservazione del capitale per chi è prossimo all’uscita alla valorizzazione della posizione per i più giovani.

Rispetto a quanto registrato in corrispondenza dei trienni precedenti, si rileva come il minore tasso di partecipazione al comparto dinamico da parte dei soggetti più “anziani” evidenzi una maggiore presa di coscienza della diversificazione dei profili gestionali caratterizzanti le due gestioni offerte dal Fondo.

2.3. Distribuzione degli aderenti per comparti

Il comparto che presenta il maggior numero di partecipanti è quello Assicurativo con 3.232 aderenti pari al 91% circa degli iscritti al Fondo Cisl.

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7 Come già osservato, nel complesso la distribuzione nei due comparti appare tale da rispecchiare nella sostanza la collettività generale del Fondo senza evidenziare fenomeni di concentrazione da parte di classi particolari di iscritti. Questa considerazione, unita all’evidente ricerca di “protezione” contraddistinta dalla preponderanza delle adesioni al Comparto Assicurativo appare idoneo a rappresentare una sostanziale indifferenza da parte degli iscritti verso forme di investimento diverse da quella rappresentata dalla polizza di Ramo V operante nel Comparto Assicurativo.

Infine, pur in considerazione della preponderanza delle adesioni per il Comparto Assicurativo, è stata valutata la distribuzione degli iscritti nell’ambito dei due comparti onde verificare la coerenza delle adesioni e delle scelte di comparto rispetto ai profili di rischio/rendimento espressi dai comparti del Fondo; L’indicatore assunto a questo fine è rappresentato dalla ripartizione degli aderenti in funzione del regime previdenziale obbligatorio cui fanno riferimento.

La tavola che segue fornisce una suddivisione degli iscritti fra beneficiari del regime “contributivo”, “retributivo misto”

(destinatari del regime retributivo fino al 31/12/2011 e contributivo a decorrere dal 1/1/2012) e “misto” (retributivo fino al 31/12/1995 e contributivo a partire dal 1/1/1996).

Sistema Contributivo Sistema Retributivo Misto Sistema Misto

Fondo 24,65 10,94 64,41

Comparto Assicurativo 23,21 11,57 65,22

Comparto Dinamico 39,49 4,46 56,05

I dati esposti evidenziano una distribuzione delle adesioni ai singoli comparti sostanzialmente in linea con la distribuzione delle diverse “tipologie” di iscritti a livello di Fondo; significativa, benché condizionata dalla esiguità numerica, appare la quota di adesioni al Comparto Dinamico da parte di soggetti rientranti integralmente nel regime

“contributivo”; sommando a tali individui i destinatari del sistema “misto” si rileva come circa il 44% degli iscritti al comparto risulti ascrivibile alla generale categoria dei soggetti che risultano maggiormente penalizzati nel contesto previdenziale obbligatorio e che, quindi, appaiono posizionarsi nel comparto più consono rispetto alla proprie esigenze di copertura previdenziale, almeno da un punto di vista teorico.

3. Bisogni previdenziali

Nella elaborazione dei montanti previdenziali si è tenuto conto delle regole di pensionamento introdotte con la “riforma Fornero”. La riforma ha modificato in modo rilevante il profilo del “sistema previdenziale” che, come è stato rilevato dai calcoli della Ragioneria dello Stato, si caratterizza in termini di allungamento della vita contributiva e rinvio del momento del pensionamento con un impatto tendenzialmente positivo sul livello della prestazione pensionistica obbligatoria e complementare. Le valutazioni che sono state condotte ai fini dell’aggiornamento triennale del presente Documento non tengono invece conto degli effetti prodotti dalla prossima reintroduzione delle regime delle “quote” ai fini della maturazione del diritto all’accesso alle prestazioni del regime pensionistico obbligatorio. La presumibile valenza transitoria del provvedimento - per il quale, peraltro, alla data di aggiornamento delle valutazioni non si dispone delle necessarie disposizioni attuative - ha indotto il Consiglio di Amministrazione di Fondo Cisl a privilegiare un orientamento di lungo termine (basato, appunto, sulla richiamata Riforma Fornero) che, allo stato continua a mantenere inalterata la propria valenza in termini strutturali.

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8 Su queste ipotesi è stato pertanto valutato il presumibile risultato finale, misurato in termini costanti, del montante finale delle pensioni complementari. Dal punto di vista dei rendimenti, le proiezioni sono state effettuate ipotizzando una rivalutazione annua del capitale in gestione assicurativa (Ramo V) del 2,70% annuo e un rendimento del Comparto Dinamico del 3,45%, sempre su base annua.

I grafici che seguono forniscono una rappresentazione del risultato medio derivante dalla capitalizzazione della dotazione individuale e dei flussi di contribuzione futuri suddivisa per classi di età, rilevate alla data di valutazione (30 settembre 2018) e ripartita fra i distinti gruppi di aderenti ai due comparti in cui si articola la gestione del Fondo.

Comparto Assicurativo

Comparto Dinamico

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9 I grafici che seguono forniscono la stessa suddivisione riferita alle rendite pensionistiche teoricamente spettanti per effetto della conversione dei montanti finali. Come si può esservare, in entrambi i comparti - anche per effetto delle modalità di conversione del capitale finale basate su principi attuariali - si assiste ad una significativa diversificazione dei risultati in base al genere laddove di osserva un livello del risultato finale mediamente inferiore per le femmine rispetto a quello degli iscritti di sesso maschile.

Comparto Assicurativo

Comparto Dinamico

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10 Sotto un profilo generale, si osserva come, in media, il risultato atteso, espresso in termini di rendita al pensionamento appare comunque idoneo a qualificare una copertura significativa.

4. Valutazioni sull’asset allocation strategica

L’analisi che segue costituisce la naturale integrazione delle valutazioni svolte con riferimento alla collettività degli iscritti al Fondo Cisl e risponde all’esigenza del Fondo di procedere alla valutazione dell’attuale asset allocation strategica del comparto finanziario e della relativa adeguatezza, espressa in termini di capacità di cogliere la combinazione ideale tra orizzonte temporale medio delle passività (liabilities) e di fornire al contempo un livello di redditività stimato adeguato a soddisfare i bisogni previdenziali.

Lo studio è stato svolto sulla base dell’allocazione degli investimenti attualmente definita dal Fondo e fissata nella convenzione di gestione. Esso integra i valori del rendimento e della volatilità attesa con una presentazione dei risultati di shortfall analysis che stima le probabilità di non raggiungere determinati obiettivi di rendimento. Contestualmente questa analisi consente di esprimere l’orizzonte teorico dell’investimento espresso come lasso di tempo entro il quale si ottiene una ragionevole probabilità di conseguire l’obiettivo fissato.

4.1. Declinazione degli obiettivi della gestione

Tenuto conto delle risultanze derivanti dall’analisi del collettivo, è possibile distribuire gli obiettivi della gestione lungo tre filoni di riferimento.

 Soggetti prossimi alla richiesta di una prestazione per i quali l’obiettivo si traduce nella necessità di preservare il valore nominale della posizione maturata; ciò in quanto chi è prossimo alla pensione ha già concluso il proprio percorso di accumulo e non necessita più di valorizzare la propria posizione individuale in termini subordinati ad un maggiore livello di rischio e chi accede ad una prestazione anticipata è presumibilmente vincolato a impegni finanziari determinati che, pertanto, si pongono nella linea di avversità al rischio.

 Soggetti in una posizione intermedia caratterizzata dal fatto che l’esigenza di valorizzazione sia contemperata dalla presenza di un rischio contenuto che consenta di accompagnare la fase di accumulo preservando il più possibile il montante progressivo da eccessive oscillazioni di segno negativo. Per questi soggetti assume un ruolo fondamentale anche la considerazione sul rendimento implicito dovuto alla contribuzione a carico del datore di lavoro e alla fiscalità agevolata.

 Il terzo gruppo è rappresentato da quanti, oltre ai suddetti rendimenti “impliciti” richiede una valorizzazione di mercato delle risorse accumulate.

A tale fine, giova rimarcare come le aspettative, espresse in termini di permanenza residua media nel Fondo fanno riferimento sia, principalmente, alle regole che disciplinano in linea generale il collocamento in quiescenza, sia l’insieme delle fattispecie che probabilisticamente afferiscono ad ogni iscritto in ordine ai percorsi soggettivi che conducono all’accesso in via anticipata a una quota o alla totalità delle risorse previdenziali conferite al Fondo.

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11 In termini generali, queste esigenze si traducono in obiettivi di rendimento tali da garantire, nei rispettivi orizzonti temporali di riferimento, di conseguire:

 una protezione nominale del capitale: in questo caso, stanti le ipotesi adottate, viene di volta in volta evidenziata la probabilità, alle diverse scadenze temporali, di conseguire una perdita rispetto al capitale tempo per tempo versato;  una protezione reale del capitale: esprime la probabilità che il rendimento conseguito non consenta di pervenire alla

copertura della progressiva perdita del potere d’acquisto conseguente alla dinamica inflattiva, fissata nella misura dell’1,50%, inferiore all’obiettivo dell’inflazione europea, al fine di tenere conto della fase congiunturale che l’economia sta attraversando;

 un rendimento comparabile con la rivalutazione legale del Trattamento di fine rapporto (Tfr): esprime la probabilità che la gestione non consenta di raggiungere un rendimento equivalente a quello disposto dalla normativa vigente per il Tfr la cui misura, è direttamente correlata al tasso di inflazione.

Questi obiettivi sono assunti in modo coerente con la situazione di particolare difficoltà dei mercati finanziari. Eventuali situazioni di miglioramento agirebbero sia nel senso di rendere più probabile, in un arco temporale più contenuto, il raggiungimento dei suddetti obiettivi sia nella possibilità di rivedere gli stessi al rialzo.

4.2. Il ruolo della Linea Assicurativa in Ramo V nel contesto delle opzioni d’investimento

Nell’ambito del Fondo opera una Linea di gestione attuata attraverso polizze di Ramo V (operazioni di capitalizzazione) attuata attraverso una convenzione con UnipolSai Assicurazioni che succede, a decorrere dal 1° gennaio 2019, a Cattolica Assicurazioni e a cui risulta aderire la quasi totalità degli iscritti

La caratteristica principale della gestione in Ramo V è data dalla circostanza che ogni versamento contributivo viene capitalizzato pro rata temporis in funzione del rendimento ottenuto dalla gestione speciale della Compagnia di Assicurazioni ed effettivamente riconosciuto in base alla convenzione stipulata; in questo caso, quindi, non operano condizioni di tipo demografico-attuariale essendo l’operazione mirata esclusivamente alla capitalizzazione dei premi. Questo comparto fornisce pertanto una concreta risposta alle esigenze di protezione che sono strettamente connaturate alla gestione di montanti previdenziali e che acquisiscono un rilievo sia sotto il profilo soggettivo sia, in generale, in considerazione dell’approssimarsi al pensionamento.

Per quanto attiene la modalità gestionale di questo comparto, la peculiarità insita nel sistema di gestione assicurativa, basata su una contabilizzazione dei cespiti al valore “storico”, comporta una variante strutturale rispetto ai comparto “finanziario”

dove, al contrario, i fondi sottostanti la gestione sono valorizzati a prezzi di mercato e, conseguentemente, risentono della volatilità dei mercati.

Di conseguenza, la caratteristica della gestione assicurativa trasla la valutazione del rischio dall’investimento al soggetto tenuto a prestare le garanzie in ordine alla capitalizzazione dei flussi conferiti. Tuttavia, rispetto alla struttura contrattuale in vigore fino al 31 dicembre 2018, la polizza di capitalizzazione che opererà a decorrere dal 1° gennaio per una durata di 5 anni non garantisce il consolidamento annuale dei rendimenti conseguiti dalla gestione e pertanto - ferma restando la garanzia di restituzione del valore nominale dei versamenti effettuati in vigenza del contratto rivalutati ad un tasso

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dello 0,75% alla scadenza della convenzione (tasso annuo di rendimento minimo garantito pari allo 0,15%) – nel corso del quinquennio può astrattamente verificarsi la possibilità di rendimenti negativi.

A tale fine, giova sottolineare come anche la nuova società incaricata dal Fondo, selezionata a seguito di una gara a evidenza pubblica, risulti essere un operatore di primario livello, peraltro fortemente strutturato nella gestione degli attivi di numerosi fondi pensione.

Per quanto attiene le politiche d’investimento, nel caso di specie esse sono integralmente rimesse alla definizione della Compagnia sulla quale grava l’onere di garantire nel tempo l’equilibrio della gestione.

Dal punto di vista del rendimento finanziario si rileva in via preliminare come la performance lorda conseguita dalla gestione speciale nel periodo 2015-2017 evidenzi un risultato medio ed una volatilità rappresentata nella tavola che segue:

Fondicoll

Volatilità portafoglio 0,24%

La politica d’investimento dichiarata dalla Compagnia per la gestione speciale denominata Fondicoll è orientata, in via generale, a garantire una protezione del capitale associata ad una rivalutazione dello stesso.

Sul piano sostanziale, la redditività media della gestione si è attestata su valori prossimi al rendimento medio dei Titoli di Stato che, al 31/12/2017, in base alle rilevazioni effettuate dall’IVASS, è risultato pari al 1,28% lordo a fronte di un rendimento della gestione speciale, al lordo delle commissioni, del 3,43% corrispondente ad un netto teorico (lordo fiscale) sulla base del profilo commissionale concordato, corrispondente al 2,69%.

Sulla base dell’andamento storico della gestione, pur tenendo conto delle variazioni congiunturali, si può affermare che la redditività media della gestione speciale rappresenti una proxy dell’evoluzione media dei titoli di Stato al netto della componente riveniente dalle fluttuazioni dei corsi dei titoli.

Quindi, anche in considerazione delle ritenute commissionali, si ritiene che nell’orizzonte temporale di breve/medio periodo, cui strutturalmente si rivolge questo tipo di gestione, il tasso medio di rendimento possa collocarsi ad un livello prossimo ai valori medi riscontrati nell’ultimo anno al netto della commissione di gestione corrispondente al 2,70% circa.

4.3. L’attuale asset allocation strategica

L’asset allocation strategica del comparto gestito in Ramo III assicurativo, così come attualmente stabilita nella convenzione vigente è riassumibile nella seguente composizione neutrale.

COMPARTO DINAMICO BILANCIATO

AZIONARIO GLOBALE 35%

OBBLIGAZIONARIO GOVERNATIVO EUROPA 25%

OBBLIGAZIONARIO GOVERNATIVO GLOBALE 40%

12 Rendimento medio conseguito (2015-2017) 3,76%

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Nominale Reale

Con riferimento alla gestione del comparto Dinamico bilanciato è stata svolta, attraverso un modello media-varianza, la stima del rendimento atteso e della volatilità del portafoglio.

Le stime del rendimento atteso sono state svolte utilizzando il modello tradizionale che ingloba la stima dei seguenti elementi:

1. rendimenti attesi delle singole asset class che compongono il benchmark;

2. volatilità delle stesse

3. matrice di correlazione tra le diverse asset class.

Il primo fattore determina il rendimento atteso del portafoglio complessivo. Gli ultimi due fattori sono essenziali per conoscere il livello di “attendibilità” del risultato indicato. Maggiore è la volatilità del portafoglio più ampio risulta essere il range entro il quale verosimilmente può variare il risultato effettivo. La correlazione è, infine, determinante per assicurare l’efficace funzionamento dei meccanismi di diversificazione degli investimenti. Maggiore è la correlazione minore è la possibilità di mitigare l’effetto della volatilità.

La tabella che segue fornisce, con riferimento al Comparto Dinamico Bilanciato i valori delle grandezze risultanti dai calcoli effettuati.

Rendimento atteso 3,45% 1,92%

Applicando a tali valori l’analisi di shortfall si perviene alla stima delle probabilità di non raggiungere gli obiettivi generali descritti in precedenza su orizzonti temporali diversificati.

1 anno 3 anni 5 anni 7 anni 10 anni 15 anni Prob non ottenere la protezione nominale 36,80% 27,96% 22,54% 18,61% 14,31% 13,17%

Prob non ottenere la protezione reale 42,44% 37,06% 33,50% 30,70% 27,33% 26,36%

Prob non ottenere la protezione Tfr 46,79% 44,45% 42,84% 41,55% 39,94% 39,46%

In considerazione dei tassi attesi di rendimento e di volatilità, e nell’orizzonte temporale medio del comparto, pari a 14 anni circa, si stima una probabilità di non raggiungere il risultato obiettivo, rappresentato da un rendimento non inferiore a quello del trattamento di fine rapporto, pari al 40% circa;

4.4. Asset & Liability management

Attraverso la comparazione fra gli orizzonti temporali medi di permanenza nei distinti comparti del Fondo, determinati sulla base delle differenti ipotesi assunte nelle valutazioni, e i risultati derivanti dall’analisi di shortfall, determinati sulla base degli scenari macroeconomici esaminati, è possibile pervenire ad una prima valutazione compiuta circa l’adeguatezza dell’asset allocation attuale rispetto ai bisogni previdenziali degli iscritti al Fondo Cisl.

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Volatilità portafoglio 10,23%

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In particolare, attraverso l’esame dei risultati ottenuti si osserva come l’impostazione gestionale adottata nel comparto Dinamico Bilanciato presenti una probabilità significativa di preservare il valore nominale dei versamenti ai Comparti anche in corrispondenza di orizzonti temporali di permanenza medio bassi.

4.5. Individuazione di figure “tipo”

A completamento delle analisi svolte a livello aggregato e per rispondere compiutamente alla finalità istituzionale del Fondo pensione nonché alle direttive Covip in materia, che richiedono di partire dai bisogni previdenziali degli iscritti per svolgere ogni successiva analisi sull’attività attuale e prospettica del Fondo pensione, si è proceduto a stimare la copertura previdenziale complessiva nelle sue due componenti del “primo pilastro” e della previdenza complementare.

Per questa finalità sono stati identificati 8 soggetti che sono rappresentativi del collettivo e possono quindi essere assunti come iscritti “tipo”. Tale ulteriore fase costituisce infatti una focalizzazione delle risultanze riscontrate a livello generale e tradotte su casi rappresentativi al fine di coglierne al meglio le ricadute previdenziali. Esse, quindi, assolvono ad una finalità diversa dalle valutazioni ottenute dalla media del collettivo, la cui valenza generale è certamente più determinante, e costituiscono una integrazione volta a fornire elementi comparativi svicolati dal fattore medio.

Tali figure sono state individuate a partire dai risultati forniti dagli indicatori statistici descrittivi del collettivo. Sulla base di questi valori le figure tipo sono state scelte in modo da rappresentare i soggetti appartenenti alle classi con maggiore frequenza. Le caratteristiche della figura tipo corrispondono a quelli medi della coorte da cui sono estratti.

Inoltre sono state stimate anche le grandezze previdenziali di soggetti che non appartengono a tali classi (ad esempio i più giovani) in quanto lo sviluppo delle posizioni pensionistiche di queste figure risulta essere utile al fine di fornire informazioni esaustive all'intero universo degli aderenti.

4.5.1. Ipotesi del modello

La pensione di base è stata calcolata applicando le regole previdenziali vigenti sia per quanto attiene alle modalità di accesso alle prestazioni (regole riforma Fornero) sia relativamente alle complesse modalità di calcolo (retributivo, misto, contributivo) operanti nella normativa che disciplina il primo pilastro previdenziale.

Tutti i valori rappresentati sono espressi in termini costanti in modo da escludere distorsioni derivanti dalla componente inflattiva.

Per quanto concerne la pensione complementare, essa è stata calcolata mediante l'accumulo delle risorse capitalizzate applicando i rendimenti attesi corrispondenti allo scenario evolutivo intermedio fra quelli esaminati nell’ambito degli studi sull’asset allocation strategica così come determinati sulla base delle ipotesi di modifica esaminate.

Per mantenere una valutazione espressa in termini costanti (depurati, quindi, del tasso di inflazione, posto uguale all’1,50% annuo) i valori sono stati pertanto riportati in termini reali. Di conseguenza, laddove il rendimento atteso si attesti ad un tasso inferiore al tasso di inflazione il rendimento reale utilizzato ai fini della capitalizzazione risulta negativo.

Per quanto attiene le ulteriori grandezze che operano nel modello di simulazione applicato ai casi tipo, si è ipotizzato che la dinamica retributiva media degli appartenenti al collettivo degli iscritti si collochi ad un tasso annuo dell’1,00% (sia per

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15 i maschi che per le femmine) che ingloba una sia gli effetti di crescita dovuta a passaggi di categoria/livello sia quelli derivanti dai rinnovi contrattuali.

Inoltre, per finalità prudenziali, si è ipotizzata una dinamica del PIL reale nulla al fine di escludere effetti discorsivi legati all’accumulo del primo pilastro in regime contributivo. Di conseguenza, il valore atteso della media mobile quinquennale del PIL nominale è stata posta uguale al tasso di inflazione ipotizzato.

Nell’ambito del collettivo, come anticipato, sono stati identificati 15 soggetti rappresentativi della collettività degli aderenti.

Per ogni caso esaminato viene fornita una tabella riepilogativa delle caratteristiche di ciascuna figura e degli elementi distintivi scaturenti dalla proiezione.

In primo luogo, è necessario evidenziare la modalità su cui si basa il calcolo del tasso di sostituzione; esso rappresenta il rapporto fra l’ammontare della rendita percepita (dal regime obbligatorio o da quello complementare) e la media delle retribuzioni teoricamente spettanti nei cinque anni antecedenti il pensionamento.

Più rilevante appare essere invece il riferimento utilizzato per la determinazione della “scopertura”. Tale valore corrisponde alla differenza tra la rendita di primo pilastro spettante in base alle norme vigenti e quella calcolata sulla base delle regole operanti prima dell’entrata in vigore del DLgs 503/1992.

In pratica, la nuova pensione calcolata sulla base dell’articolazione dei diversi sistemi stratificatisi nel tempo viene posta a confronto con quella derivante dall’applicazione del solo sistema retributivo che, certamente, costituiva in media un livello di prestazione considerato socialmente adeguato.

Ogni caso esaminato viene corredato, oltre che dalla tabella riepilogativa, da grafici che forniscono una

rappresentazione del tasso di sostituzione, della scopertura sul primo pilastro e sugli effetti stimati derivanti dalla partecipazione al Fondo.

Il primo istogramma (da sinistra) evidenzia, nell’area sottostante, il livello di copertura, espresso in termini di tasso di sostituzione, derivante dalla prestazione a carico del regime obbligatorio in base alle norme vigenti mentre la sezione sovrastante rappresenta il deficit (sempre espresso in termini di tasso di sostituzione) rispetto alla prestazione obiettivo come sopra definita.

Il secondo istogramma cumula alla prestazione di base quella derivante dalla conversione del montante finale dell’iscritto tipo.

Il terzo istogramma pone uguale a 100% la scopertura e visualizza quanta parte della stessa trovi compensazione per effetto dell’accumulo stimato presso il Fondo al momento presunto di collocamento in quiescenza.

4.5.2. Risultati

Di seguito si riportano i risultati relativi ai casi esaminati.

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18 Il contributo medio, espresso in termini di tasso di sostituzione, fornito dalle prestazioni del Fondo al collettivo esaminato risulta pari al 15,1%, valore che contraddistingue un risultato soddisfacente e tale da consentire alla quasi totalità dei

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19 soggetti esaminati di colmare integralmente il gap previdenziale rilevato e nei restanti casi di coprire una quota considerevole dello sbilancio stimato.

Ciò consente di affermare che l’impostazione gestionale adottata dal Fondo Pensione e tradotta nell’asset allocation assunta, risulta conforme alle esigenze previdenziali dei propri iscritti.

5. Articolazione dell’offerta gestionale

La proposta gestionale del Fondo si basa, come osservato, su una ripartizione in due comparti caratterizzati da diversi criteri di gestione e relativi profili di rischio/rendimento.

Nel prosieguo sono descritte le specifiche delle politiche d’investimento del comparto Dinamico Bilanciato, definite in coerenza con le analisi e valutazioni descritte in relazione all’analisi del collettivo degli iscritti e dei bisogni previdenziali che questo esprime.

5.1. Life cycle

Il Fondo ha esaminato la possibilità di definire una struttura della propria offerta gestionale sulla base dello schema tipo

life cycle in modo tale da aggiungere una nuova opzione alla possibilità di effettuare switch volontari tra i comparti. I meccanismi life cycle consentono infatti di strutturare percorsi di investimento prestabiliti in funzione del periodo residuo di permanenza nel Fondo.

Si è comunque deciso di non applicare al momento la soluzione in considerazione soprattutto della struttura gestionale del Fondo che presenta un numero di comparti che, benché adeguato rispetto al soddisfacimento delle esigenze degli iscritti, non si presta alla strutturazione efficiente di un meccanismo di questo tipo.

Il Fondo non ritiene opportuno introdurre una maggiore complicazione gestionale né prevedere un adeguamento della infrastruttura informatica e comunicativa necessaria per gestire questa opzione.

5.2. Obiettivi e Asset allocation Strategica

L’obiettivo della politica di investimento del Fondo è quello di definire proposte di gestione che siano in grado di consentire agli aderenti di disporre, all’atto del pensionamento, di prestazioni pensionistiche complementari del sistema obbligatorio tendenzialmente adeguate a compensare il deficit che si viene a determinare per effetto della stratificazione delle riforme che afferiscono al regime obbligatorio. Tale obiettivo, ovviamente, viene calibrato in funzione di un’aspettativa di permanenza nel regime previdenziale complementare. Ciò nondimeno viene assunto l’orizzonte temporale effettivo di permanenza, determinato in termini attuariali, al fine di non penalizzare l’esercizio delle facoltà che la normativa concede ai partecipanti e che risulta quantitativamente determinato, nello specifico del Fondo, proprio dal suddetto orizzonte temporale medio.

Su queste basi sono state quindi definite combinazioni rischio-rendimento efficienti in un determinato arco temporale coerente con le caratteristiche del collettivo che mirano a consentire di massimizzare le risorse destinate alle prestazioni esponendo gli aderenti a un livello di rischio ritenuto accettabile.

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20 6. Criteri di attuazione della politica d’investimento e stile di gestione

Il presente paragrafo fornisce una descrizione della struttura della gestione così come risulta attuata a seguito delle valutazioni tempo per tempo condotte dal Fondo. Essa è la risultante dell’applicazione delle vigenti disposizioni normative alla gestione delle risorse previdenziali attribuite nel tempo dagli aderenti.

Tenuto conto delle caratteristiche, anche dimensionali, del Fondo, la struttura di gestione dei singoli mandati è improntata ad elementi di massima semplicità.

Il Fondo ha optato per questa struttura di gestione ritenendo che la stessa sia più adeguata a consentire il perseguimento degli scopi istituzionali che le Fonti Istitutive hanno inteso attribuirgli in quanto ritiene che questa consenta di coniugare una efficienza gestionale ad un profilo di costi compatibile con la struttura dimensionale del Fondo.

La gestione adottata dal Fondo rappresenta una soluzione di equilibrio che tende ad ottimizzare il ruolo del Gestore Assicurativo in chiave di attuazione dei profili di investimento individuati dal Consiglio di Amministrazione, con evidenti vantaggi per il Fondo stesso che, quindi, ottiene una struttura gestionale semplificata associata ad un livello di costi relativamente contenuto.

6.1. Gestione diretta

L'attuale formulazione dello Statuto del Fondo non prevede la possibilità di attivare una gestione diretta per quanto la

stessa non sia preclusa dalla normativa vigente. Tale previsione è stata definita dalle parti istitutive al fine di non introdurre elementi di complicazione della gestione nella fase di avvio e, comunque, di subordinare la stessa al compiuto esame delle implicazioni strutturali che tale previsione deve necessariamente comportare.

6.2. La componente del rischio

Stante la prevalenza nell’ambito della struttura gestionale e dell’offerta ai propri iscritti della gestione assicurativa in Ramo V, che raccoglie la quasi totalità degli iscritti, il tema del controllo dei rischi non riveste al momento carattere di essenzialità nell’ambito delle attività svolte dal Fondo.

Ciò nondimeno, nell’ottica di acquisire un controllo più approfondito su questa variabile, il Fondo ha attivato un processo volto al monitoraggio dell’andamento della gestione.

Tale considerazione si inserisce nell’ambito dell’analisi di shortfall che è stata precedentemente illustrata, dove si è data evidenza dell'obiettivo della protezione nominale del capitale. Questo obiettivo deve intendersi come l’importanza che il Fondo intende attribuire alla necessità di monitorare non solo l'andamento relativo rispetto al benchmark, ma anche quello assoluto della performance.

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21 Il Consiglio di Amministrazione ritiene pertanto che la gestione debba prestare attenzione in modo rilevante a questa variabile e, di conseguenza, ha deciso di attivare un controllo periodico della principali componenti di rischio valutando lo stesso da più punti di vista.

Tenuto conto della oggettiva esiguità sia dell’ammontare attualmente in gestione nel comparto Dinamico Bilanciato, sia della numerosità degli iscritti allo stesso, il Fondo ha deciso di non attivare un controllo sistematico attuato da proprie strutture ne di affidare tale attività ad un fornitore esterno valutando allo stato come adeguata l’acquisizione di analisi periodiche fornite dal Gestore Assicurativo.

Un ulteriore aspetto della gestione dei rischi riguarda l'assegnazione dei limiti entro cui si esplica l'autonomia gestionale della Compagnia di Assicurazioni e che è definita all'interno della convenzione.

Tali limiti sono riportati nella regolamentazione dei Fondi Interni della Compagnia e il Consiglio ne ha valutato l’idoneità rispetto al profilo di rischio che il Fondo ha assunto per il comparto Dinamico Bilanciato.

6.3. Criteri di attuazione della gestione e limiti

Strumenti finanziari: le risorse della Linea possono essere investite in titoli di Stato, titoli obbligazionari o attività assimilabili; titoli azionari quotati nei principali mercati; strumenti finanziari derivati; quote di OICR, coerenti con le caratteristiche della Linea; strumenti del mercato monetario. L’investimento in titoli azionari non può superare il 40% del patrimonio.

Categorie di emittenti e settori industriali: per i titoli di capitale, gli investimenti saranno effettuati in assenza di limiti riguardanti capitalizzazione, dimensione o settore di appartenenza degli emittenti; per i titoli di debito, non è previsto un “credit rating” minimo dei soggetti emittenti. La Compagnia potrà effettuare investimenti in strumenti finanziari emessi da società partecipanti al capitale sociale della Compagnia stessa o in attivi emessi da società partecipate dalla Compagnia stessa.

Aree geografiche di investimento: la diversificazione è assicurata dalla possibilità di investire, pur nei limiti idonei a contenere il rischio, in qualsiasi parte del mondo.

Rischio cambio: la posizione denominata in una valuta diversa dall’euro, al netto delle coperture in essere, non può superare deve tenere conto del limite, pari al 30% delle disponibilità complessive, fissato dall’articolo 5, comma 6 del DM n.

166/2014.

La duration del portafoglio obbligazionario viene espressa in funzione del corrispondente valore determinato dal benchmark. Tale valore è fissato nella misura di 7 anni.

Superamento dei limiti: possono avere luogo temporanei superamenti delle soglie indicate dovuti alle dinamiche del mercato, fermo restando l’impegno delle Compagnia a limitare tali eccedenze al tempo necessario per rientrare nei limiti fissati.

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22 Stile gestionale: lo stile di gestione è attivo e le scelte di investimento sono delineate sulla base dell’analisi macroeconomica e delle prospettive di redditività dei mercati di riferimento.

6.4. Investimenti Socialmente Responsabili

Il Consiglio di Amministrazione ritiene che per il prossimo futuro si debba prefigurare la modalità più efficace ed efficiente

per introdurre nella gestione degli investimenti profili di responsabilità sociale. Tuttavia, il Consiglio di Amministrazione ritiene che, allo stato attuale, sia possibile unicamente verificare con l'attuale Gestore la possibilità di implementare i comparti previsti in convenzione (Ramo 3° e Ramo 5°) con strategie di investimento che contemplino profili ISR.

Di conseguenza, il tema formerà oggetto di successivi approfondimenti.

6.5. Esercizio del diritto di voto

Tenuto conto della disciplina inerente la cessione della titolarità del patrimonio, connessa alla struttura gestionale adottata dal Fondo, non è stata definita una policy per l'esercizio del diritto di voto connesso agli strumenti detenuti nel portafoglio.

7. Caratteristiche della gestione

La presente sezione fornisce una descrizione delle caratteristiche distintive della gestione operata attraverso polizze di Ramo III; per quanto attiene, invece, il Comparto Garantito attuato attraverso polizze di Ramo V le politiche di gestione attengono in via esclusiva alla Compagnia che assume l’obbligo di garantire il rendimento minimo concordato e il consolidamento annuale delle posizioni maturate.

7.1. Caratteristiche del Comparto Dinamico Bilanciato

La tabella che segue riepiloga i parametri di riferimento dell’asset allocation strategica che contraddistingue la gestione del Fondo Interno della Compagnia.

ASSET CLASS PESO

MSCI World denominato in Dollari U.S. e convertito in EURO al cambio Thomson 35%

JRPeMutoersan GBI Europe All Maturities denominato in Euro 25%

FTSE World Government Bond WGBI - denominato in Euro 40%

7.2. Durata delle convenzioni

La convenzione per la gestione del Comparto Dinamico Bilanciato prevede una durata di 5 anni e la scadenza è prevista il 31/12/2023

Per quanto attiene la gestione del Comparto Garantito, la stessa è fissata in cinque anni, in conformità alle previsioni normative che regolano tale tipologia contrattuale. Tale convenzione decorre dal 01/01/2019 con scadenza prevista il 31/12/2023.

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23 7.3. Struttura commissionale

Il livello commissionale connesso alle gestioni in essere è differenziato anche in considerazione della diversa tipologia contrattuale a cui esse fanno riferimento.

Per quanto riguarda il comparto Garantito la commissione viene trattenuta dal rendimento annuo conseguito. La misura annua di rivalutazione si ottiene pertanto sottraendo al 100% del rendimento annuo la ritenzione trattenuta dalla Compagnia che, a decorrere dal 1° gennaio risulterà pari allo 0,65%. Nel caso in cui il rendimento realizzato dalla Gestione separata nel periodo d’osservazione considerato risulti superiore a 2,50%, la commissione trattenuta dalla Società viene incrementata di una misura - commissione di performance - pari al 10% della differenza tra il tasso di rendimento realizzato e 2,50%.

Relativamente al comparto Dinamico Bilanciato è previsto, sempre a decorrere dal 1° gennaio, un livello commissionale pari all’1,15%.

8. La struttura della gestione delle risorse

La struttura preposta alla gestione delle risorse del Fondo tiene conto dell’articolazione adottata dal Fondo e descritta nelle sezioni precedenti. Essa è strutturata in modo tale da assicurare il perseguimento degli scopi istituzionali del Fondo e di contenere al massimo i costi di gestione. La stessa è stata definita in coerenza con il grado di complessità connesso alla politica d’investimento declinata dal Consiglio di Amministrazione.

Tale struttura, nella sua articolazione generale è già operante da tempo ed in questa sede trova un completamento attraverso l’individuazione della Funzione Finanza e dei relativi compiti e responsabilità.

Giova preliminarmente rilevare come la struttura che ha fin qui operato si è sviluppata attorno alla figura di un amministratore dotato esperienza, che ne cura l’esecuzione in accordo con le decisioni del Consiglio di Amministrazione.

L’attività di gestione delle risorse rappresenta la fase centrale del processo attraverso cui si articola la finalità del Fondo contribuendo alla sua realizzazione.

L’impostazione adottata risulta conforme alle vigenti prescrizioni normative e, nello specifico, tiene conto della estrema semplicità della struttura di gestione la cui particolarità trova peraltro riscontri negli orientamenti diffusi dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione.

I rapporti con la Compagnia di Assicurazioni sono disciplinati da apposite convenzioni redatte sulla base degli schemi all’uopo predisposti dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione.

Nel prosieguo si procede pertanto alla enucleazione dettagliata del processo di gestione che fa capo alla Funzione Finanza, la cui declinazione è stata assunta tenendo conto dei principi di proporzionalità che la Commissione di Vigilanza ha più volte ribadito.

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8.1. Articolazione dei soggetti e governance del processo di gestione

La figura che segue fornisce una rappresentazione della struttura coinvolta nel processo di gestione evidenziando i soggetti che rientrano nell’area di governo del processo di gestione e quelli che risultano dedicati all’implementazione delle politiche di gestione.

Oltre a questi soggetti opera una attività di supervisione dell’efficacia/efficienza del processo l’Organo di Controllo che, pur svolgendo un ruolo essenziale nell’ambito delle diverse competenze del Fondo, è esterno al processo che viene delineato nel presente documento proprio in quanto istituzionalmente chiamato a valutarne l’adeguatezza.

9. I soggetti coinvolti nella governance del processo della gestione finanziaria

9.1. Il Consiglio di Amministrazione

Il Consiglio di Amministrazione ha la responsabilità circa la valutazione di adeguatezza della struttura organizzativa preposta allo svolgimento del processo di gestione. A tale fine svolge le seguenti funzioni:

 definisce e adotta la politica di investimento idonea al raggiungimento degli obiettivi strategici e ne verifica il rispetto; a tal fine esamina i rapporti sulla gestione finanziaria e valuta le proposte formulate dalla Funzione Finanza adottando le relative determinazioni;

 delibera l’affidamento e la revoca dei mandati di gestione nonché l’eventuale banca depositaria e definisce i contenuti delle convenzioni;

 revisiona periodicamente e modifica se necessario la politica di investimento;

 esercita il controllo sull’attività svolta dalla Funzione Finanza assumendo le relative determinazioni;

 approva gli schemi di controllo della gestione finanziaria, tenendo conto delle proposte formulate dalla Funzione Finanza;

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 vigila sull’osservanza delle regole in materia di conflitti di interesse.

9.2. La Funzione Finanza

La Funzione Finanza è affidata ad un Consigliere di Amministrazione. Tale impostazione, come anticipato, risulta conforme al principio di proporzionalità richiamato.

Ciò in considerazione del ruolo che la gestione delle risorse svolge all’interno del “processo produttivo” del Fondo pensione e, al contempo, tenuto conto della relativa semplicità dell’impostazione gestionale.

9.3. Compiti

In ottemperanza alle disposizioni all’uopo emanate dalla Vigilanza, la Funzione Finanza, con il supporto tecnico di un consulente esterno, svolge le seguenti attività:

a) contribuisce all’impostazione della politica di investimento;

b) collabora con il Consiglio di Amministrazione nello svolgimento dell’attività istruttoria per la selezione dei gestori e sottopone all’organo di amministrazione le proposte di affidamento e di revoca dei mandati;

c) verifica la gestione finanziaria esaminando i risultati conseguiti nel corso del tempo. Al riguardo, produce una relazione periodica da indirizzare agli organi di amministrazione e controllo circa la situazione di ogni singolo comparto.;

d) controlla l’attuazione delle strategie e valuta l’operato dei soggetti incaricati della gestione. In tale ambito produce una documentazione dei controlli svolti sull'attività di investimento, di facile lettura, destinata a essere conservata negli archivi della forma pensionistica per dieci anni, in modo da consentire la ricostruzione degli eventi che hanno determinato le situazioni reddituali passate.

e) cura la definizione, lo sviluppo e l’aggiornamento delle procedure interne di controllo della gestione, sottoponendole all’approvazione dell’Organo di amministrazione.

10. I soggetti direttamente coinvolti nel processo di gestione

I gestore assicurativo deve provvedere all’impiego delle risorse patrimoniali del Fondo nel rispetto delle previsioni e criteri fissati dalle vigenti disposizioni normative, nonché nei limiti ed in conformità alle convenzioni di gestione stipulate con il Fondo.

In caso di delega ad altri soggetti, la Convenzione prevede l’esclusiva responsabilità della Compagnia per l’attività di gestione del Fondo Interno.

Il gestore viene individuato dal Fondo mediante selezione ad evidenza pubblica svolta in conformità alle disposizioni normative tempo per tempo vigenti ed in accordo alle indicazioni all’uopo emanate dalla Vigilanza.

I criteri sostanziali alla base della ricerca dei partner sono riassumibili nel requisito di possedere sede statutaria in un Paese dell’Unione Europea (ad eccezione dei centri off-shore), con almeno una succursale o una stabile rappresentanza operativa in Italia.

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In conformità alle indicazioni all’uopo fornite dalla Commissione di Vigilanza, tenuto conto della esclusività della gestione assicurativa, il Fondo non dispone di una Banca Depositaria.

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