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L affacciarsi dell Europa al nuovo millennio porta con sé molte novità: UN PERIODO DI STABILITÀ POLITICA generale e di conseguente SVILUPPO

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Academic year: 2022

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L’affacciarsi dell’Europa al nuovo millennio porta con sé molte novità:

• UN PERIODO DI STABILITÀ POLITICA generale e di conseguente SVILUPPO ECONOMICO, CIVILE E CULTURALE.

Sta CAMBIANDO L’ASSETTO POLITICO E SOCIALE: NASCE IL SISTEMA FEUDALE all’origine della fondazione di molte nuove città TRAMITE IL successivo FENOMENO COMUNALE.

• MIGLIORA LA TECNICA DI COLTIVAZIONE, quindi:

• C’E’ SURPLUS AGRICOLO

• CRESCONO I COMMERCI E NASCE LA BORGHESIA Di conseguenza AUMENTA LA POPOLAZIONE.

Il SUCCESSIVO FENOMENO COMUNALE (XI-XII secolo) è inoltre un fenomeno laico TESTIMONIANZA DELLA LAICIZZAZIONE dal basso DELLA CULTURA.

Invece sia il Papato sia l’Impero FONDANO LA LORO LEGITTIMITA’ SU POTERI CHE ARRIVANO DA DIO, creando quindi una CRISTINITA’ BICEFALA (come dice lo storico

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Il ROMANICO deve la sua DEFINIZIONE ALL’AFFINITÀ CHE PRESENTA CON L A CULTURA FIGURATIVA E ARCHITETTONICA DELL’ANTICO MONDO ROMANO. Prima caratteristica comune è che, per la prima volta dopo l’età romana, si presenta come UN GRANDE STILE EUROPEO, diffuso capillarmente sul continente proprio com’era stato per l’arte romana.

La Chiesa dà in questi anni l’avvio a una politica edilizia intensissima, orientata ad estendere al massimo il proprio controllo anche sui più remoti territori del continente. Fra X e XI secolo il monaco Rodolfo il Glabro dirà che «si sarebbe creduto che il mondo, gettando lungi da sé gli antichi

vestimenti, s'ornasse di un candido manto di novelle chiese». Si rinnovarono monasteri e chiese, sorsero conventi e abbazie vitali come microcosmi. Artisti e architetti, in gran parte rimasti nell'anonimato, crearono allora fra le più grandiose opere che mai mano d'uomo sia riuscita a costruire. ''Siamo come nani sulle spalle di giganti'' osservava nel XII secolo il filosofo Bernardo di Chartres pensando al tempo glorioso della classicità, ''ma su quelle spalle possiamo guardare in alto e più lontano''. Era nata una nuova consapevolezza delle capacità umane, in un mondo costellato di simboli, potentemente visionario, imbevuto di grande spiritualità.

Tornando allo stile romanico (che tocca architettura, pittura, scultura, e tutte le arti suntuarie, cioè quelle degli oggetti di lusso) altra caratteristica E’ LA GRANDE DIFFERENZIAZIONE DI LINGUAGGIO TRA LE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE IN CUI SI SVILUPPA: troveremo quindi TANTE CAPITALI, tanti centri di elaborazione stilistica. Sarà un po’ come la CRISTIANITAS, cioè UN FENOMENO EUROPEO, unitario ma variegato nelle forme. Inoltre la sua architettura ha certo LEGAMI CON L’EDILIZIA ROMANA, PALEOCRISTIANA (MA ANCHE OTTONIANA E CAROLINGIA altomedievale), ma propone anche una NUOVA CONCEZIONE DELLO SPAZIO ARCHITETTONICO, CON EDIFICI DI INEDITA MAGGIORE GRANDIOSITÀ E COMPLESSITÀ (com’erano stati grandiosi e monumentali gli edifici pubblici dell'impero romano).

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Lo stile romanico in architettura non propone tanti elementi completamente nuovi, piuttosto armonizza invece in UNITÀ SPAZIALI ORGANICHE elementi del passato (come gli archi a tutto sesto, utilizzatissimi dai romani, come sappiamo).

Gli spazi interni SI MODULANO SULLA SEQUENZA DELLE CAMPATE, che sono la risposta al problema che si pone, di fornire un solido supporto alle monumentali (ma pesanti!) volte in pietra che ora sostituiscono le più umili (e infiammabili!) volte in legno (le capriate): la campata è costituita da quattro PILASTRI COMPOSITI, collegati da ARCHI TRASVERSALI A TUTTO SESTO, che reggono una VOLTA A CROCIERA: questa è così suddivisa in quattro VELE da due nervature diagonali che si intersecano nella chiave di volta.

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La presenza delle campate, in cui ricordiamolo è divisa e scandita la chiesa, PRESUPPONE ALCUNI ELEMENTI COSTITUTIVI, TIPICI DELL’ARCHITETTURA ROMANICA:

- L’ARCO A TUTTO SESTO, distinto da quello a sesto acuto che invece dominerà lo stile cosiddetto GOTICO.

- Le COPERTURE ORA IN MURATURA (a botte, ma soprattutto a crociera).

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Ma alla base di tutto c’è il PILASTRO, che E’ STRUTTURALMENTE MOLTO PIU’

RESISTENTE AI PESI notevolmente aumentati delle alte volte romaniche.

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Anche le PIANTE DELLE CHIESE si MODIFICANO, CONCENTRANDOSI sulla tipologia della CROCE LATINA ma CON NUMEROSE VARIANTI.

Ad esempio SI AGGIUNGONO le ABSIDI, CON FUNZIONE LITURGICA, quindi più grandi e spesso dotate di deambulatorio. Inoltre per queste grandi chiese E’ NECESSARIO CHE I CANTIERI SI STRUTTURINO MEGLIO, ORGANIZZANDO LA GRANDE massa di artigiani che servono a edificarle. NOVITA’ è LA FIGURA DELL’ ”EDIFICATOR” che come un architetto/ingegnere organizza il lavoro dei costruttori, e probabilmente anche degli scultori impiegati nella decorazione.

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Per farvi capire quanto sia variegato il mondo romanico in termini di stile e linguaggio ma allo stesso tempo esteso geograficamente. Osserviamo i poli territoriali estremi:

la Cattedrale di Durham in Inghilterra uno dei migliori esempi di cattedrale normanna d'Europa (lo stile normanno è il corrispettivo inglese del nostro romanico)…

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… e confrontiamola a sud con la Cattedrale di Cefalù. Forme diversissime come vedete, sia in esterni che in interni.

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Ma anche L’ABBAZIA DI CLUNY, in Borgogna, o almeno ciò che resta dopo che ai primi dell’800 è stata smontata quasi interamente per ricavarne materiale da

costruzione, conseguenza della sua soppressione e del suo incameramento e vendita come bene dello stato voluto dalla Rivoluzione francese. Architettura enorme e molto estesa (è l’edificio monastico più grande del Medioevo) e caratterizzata da una FORTE VERTICALITÀ, anticipando in questo (vedi anche le grandi finestre) le successive soluzioni gotiche.

Osservando queste grandi cattedrali e abbazie romaniche europee, pur nella loro diversità di forme, si nota come tutte quante evocano la solidità austera, massiccia, quasi minacciosa delle fortezze medievali, dei castelli dei grandi feudatari.

Sembrerebbe insolito per edifici religiosi, in realtà il motivo risiede nell’idea di voler comunicare la potenza e la solidità protettiva della fede cristiana, baluardo

difensivo e militante contro le forze oscure del male e del peccato: sensato se pensiamo che spesso erano costruite in territori spopolati e pericolosi, lontani dai grandi centri abitati e vie di comunicazione.

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Non è l’unica spiegazione però, un’altra è che la similitudine tra grandi edifici religiosi e grandi edifici aristocratici è il prodotto naturale di una classe dirigente dalle comuni radici e caratteristiche aristocratiche. Cioè sino alla fine del X secolo, ma anche oltre, gli abati e i vescovi a capo di grandi monasteri, conventi e potenti diocesi,

provengono dalle stesse famiglie nobili da cui gli imperatori scelgono i propri feudatari. Questi capi religiosi governano su ampi territori come veri signori, sono potenti e altrettanto distanti dalle masse di popolazione quanto lo sono i nobili laici.

L’arte romanica fu quindi monastica ma anche aristocratica.

Le cose iniziano a modificarsi lentamente solo a partire dall’XI secolo con la riforma ascetica di tipo cluniacense - e dopo ancora con gli ordini mendicanti (XIII secolo) – che, ad opera di alcune personalità illuminate, auspicava il ritorno a una maggiore spiritualità e chiedeva ai religiosi una maggiore distanza dalle cose terrene e dai beni materiali. Una rivoluzione non così ovvia se pensiamo che, da sempre svincolata dalla giurisdizione del re di Francia, Cluny tra XI e XII secolo, era arrivata ad avere sotto il suo controllo circa mille monasteri sparsi in tutta Europa e ca. diecimila monaci, oltre a immense ricchezze e territori frutto di donazioni. Per non parlare dell’enorme potere politico dei suoi abati, capaci di farsi consiglieri di imperatori e re (come Ugo Capeto) e di influenzare spesso la politica papale (ad es. fu dell’abate Odilone (994- 1049) l’idea della Reconquista spagnola e della cacciata dei musulmani dalla Spagna).

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Analizzando nel dettaglio alcune chiese ci concentriamo ora sull’Italia, e possiamo partire da MILANO, CON S. AMBROGIO, il MODELLO DEL ROMANICO LOMBARDO, che nel 1080 sostituisce la basilica paleocristiana voluta dal vescovo Ambrogio nel IV secolo.

Con le sue 3 navate, senza transetto è caratterizzata fortemente dall’elemento del QUADRIPORTICO che introduce all’ingresso della chiesa vera e propria.

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Il quadriportico, che rievoca DIRETTAMENTE IL QUADRIPORTICO DEGLI SPAZI PUBBLICI E PRIVATI DEL MONDO ROMANO ANTICO, introduce la FACCIATA A CAPANNA con LOGGIATO nella parte superiore. Il modulo su cui tutto si costruisce è IL QUADRATO, sia in interni che in esterni e si vede bene in pianta.

Negli interni la luce è dosata per dare effetti di monumentalità e ritmo tra vuoti e pieni.

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Un’area importantissima per il romanico italiano è quella PADANA. Soprattutto perché PER LA PRIMA VOLTA ABBIAMO DELLE FIRME, cioè nomi di architetti e scultori di altissimo livello. LANFRANCO, WILIGELMO, NICCOLO’, Benedetto ANTELAMI.

Del DUOMO DI MODENA possiamo dire che è il CANTIERE GUIDA DEL ROMANICO PADANO. Cosa insolita e nuova sappiamo chi è l’architetto: LANFRANCO. E sappiamo anche chi è lo scultore che decora la facciata con le sue sculture e rilievi: WILIGELMO.

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Prima di tutto diciamo che la struttura che vediamo in esterni, si riflette anche negli interni: infatti le diverse altezze delle navate laterali si vedono già in facciata CHE E’ A SALIENTI (cioè con i tetti a diverse altezze). Poi diciamo che da fuori salta all’occhio l’elemento decorativo ricorrente: L’ARCHETTO.

Altro elemento tipico che avrà grande diffusione d’ora in avanti è il PROTIRO con leoni stilofori in facciata.

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E poi vediamo l’apparato scultoreo, autore WILIGELMO, con maestranze sotto la sua direzione. In facciata ad esempio realizza questi rilievi in marmo e pietra con le

STORIE DELLA GENESI, IN 4 LASTRE IN FACCIATA. Lo stile, quello che chiamiamo anche linguaggio è SINTETICO, PULITO, SECCO, CONCRETO. Inoltre FORTEMENTE PLASTICO influenzato da modelli tardoantichi di stile classico…

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… c’è lo stesso gusto per la resa della REALTA’ vivida, che era tipico dell’arte romana antica.

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Ma l’area padana ci dà un altro grande esempio di romanico. IL DUOMO DI PARMA realizzato tra il 1090 e il 1130. Vediamo che riporta molti degli elementi già visti a Modena: la decorazione ad archetti (addirittura posti su LOGGETTE A PIU’ LIVELLI), ma anche il protiro con i leoni stilofori.

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Il DUOMO DI PARMA è memorabile soprattutto perché lo scultore che vi lavora è BENEDETTO ANTELAMI.

All’interno del transetto destro è murata questa lastra in marmo di Carrara con una DEPOSIZIONE DI CRISTO DALLA CROCE. Cosa insolita per l’epoca è la presenza in iscrizione della DATAZIONE (1178) E LA FIRMA (antelami dictus sculptor fuit hic benedictus).

Opera di grande raffinatezza che collega un impianto della scena rigido e di tipo bizantino (cioè SCHEMATICO E STILIZZATO) con LE RAFFINATEZZE FORMALI TIPICHE DELL’EPOCA CLASSICA ANTICA come durante il periodo tardoantico (vd. a Ravenna):

ad es. i racemi, i clipei di sole e luna, la cornice a roselle tipiche dei sarcofagi romani.

Inoltre, soprattutto NELLA PARTE DI SINISTRA CON LE PIE DONNE, SI INTRODUCONO NOVITA’ STILISTICHE TIPICHE DEL NUOVO GOTICO CHE STA NASCENDO IN FRANCIA (vedete qui a sinistra un esempio nelle sculture sulla facciata della cattedrale gotica di Chartres realizzate pochi anni prima).

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Le figure sono infatti allungate in modo caratteristico, anche soprattutto grazie alle pieghe “a canna d’organo” delle vesti e la compostezza delle figure: in qualche modo si anticipa qui con Antelami la stagione del gotico italiano, ma

interpretandolo in senso classicista, [fine prima parte del Romanico]

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