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La valutazione delle rimanenze di magazzino. Rimanenze: classificazione. Rimanenze: criteri di valutazione (QUANTITA X VALORE UNITARIO)

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(1)

METODOLOGIE E DETERMINAZIONI QUANTITATIVE DI AZIENDA (CONTABILITA’ E BILANCIO 1)

GIOVANNI FRATTINI

Professore ordinario di ragioneria generale e applicata Università del Piemonte Orientale

PACCHETTO LUCIDI N. 10 MAGAZZINO: VALUTAZIONE

La valutazione

delle rimanenze di magazzino

™ L’inserimento nel sistema dei valori del valore delle rimanenze finali di magazzino è necessario, in ottemperanza al principio della competenza, per determinare il risultato economico d’esercizio, facendo sì che i costi di acquisto e di trasformazione trovino correlazione con i ricavi di vendita (SCRITTURA DI INTEGRAZIONE).

™ Il ciclo tecnico difficilmente corrisponde al periodo amministrativo per cui alla fine dell’esercizio possono residuare MP non ancora utilizzate, PCL, PF non venduti ecc.

3

Rimanenze: classificazione

™ merci (prodotti acquistati per la rivendita)

™ prodotti finiti (manufatti dell’impresa pronti per la vendita) - PF

™ semilavorati (parti finite d’acquisto o di produzione) - SL

™ prodotti in corso di lavorazione (materiali, parti e assiemi in fase di avanzamento) - PCL

™ materie prime

™ materie sussidiarie e di consumo (costituite da materiali usati indirettamente nella produzione)

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Rimanenze: criteri di valutazione

(QUANTITA’ X VALORE UNITARIO)

INVENTARIO FISICO QUALE?

(2)

5

Rimanenze: criteri di valutazione

Per correlare costi e ricavi e determinare il risultato economico di competenza dell’esercizio è possibile:

™ VALUTAZIONE A RICAVO PRESUNTO = sono anticipati i ricavi di vendita che hanno manifestazione futura.

™ VALUTAZIONE A COSTO = trasferire all’esercizio successivo i costi sostenuti in passato.

™ VALUTAZIONE A SCISSIONE DEL RISULTATO = suddividere il risultato economico in corso di formazione tra l’esercizio in chiusura e quello successivo.

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Esempio

HP:

prezzo presunto di vendita = 1.400

costi di acquisto sostenuti nell’esercizio 1 = 500 costi di trasformazione sostenuti nell’esercizio 1 = 300 costi di vendita da sostenere nell’esercizio 2 = 200

1- RICAVO NETTO PRESUNTO

I prodotti in giacenza sono considerati al pari di merce venduta, ma non ancora consegnata: sono anticipati all’esercizio 1 tutti gli utili Valore del magazzino = (1.400 - 200) = 1.200

C.E. 1 C.E. 2

Costi 800 Rim. fin. 1.200 Utile 400

Rim. In. 1.200 Ricavi 1.400 Costi 200

Utile 0

7

Esempio (segue)

2- COSTO

Vengono considerati solo i costi sostenuti nell’esercizio Valore del magazzino = (500 + 300) = 800

C.E. 1 C.E. 2

Costi 800 Rim. fin. 800 Utile 0

Rim. In. 800 Ricavi 1.400 Costi 200

Utile 400

8

Esempio (segue)

3- SCISSIONE DEL MARGINE

Il risultato economico in corso di formazione (pari complessivamente a 400) viene suddiviso tra i due esercizi sulla base di parametri tecnici oppure di indicatori percentuali sintetici (per esempio rapportando i costi sostenuti ai costi totali).

Costi sostenuti = 800 Costi da sostenere = 200 Costi totali = 800 + 200 = 1000

Costi sostenuti = 80% Costi totali

Valore del magazzino = (500 + 300+80% 400) = 1.120

C.E. 1 C.E. 2

Rim. In. 1.120 Ricavi 1.400 Costi 200

Utile 80 Costi 800 Rim. fin. 1.120

Utile 320

(3)

La valutazione delle rimanenze di esercizio

Ai costi

Ricavi netti presunti Costi da sostenere Ai presunti ricavi

Costi variabili + quota margine di contribuzione calcolata in relazione al rapporto tra costi variabili sostenuti e costi variabili totali

Scissione del margine di contribuzione A un valore di scissione dei risultati economici in formazione

VALUTAZIONE DELLE RIMANENZE

Costi

variabili Costi complessivi Effettivi Standard

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Riepilogo:

CRITERIO PRUDENZA COMPETENZA

RICAVO (SE P>C) NO NO

COSTO SI’ NO

SCISSIONE

DEL MARGINE(*) NO SI’

(*)Metodo migliore da un punto di vista della logica economica, orientata alla determinazione di risultati di periodo non piegati a particolari finalità

11

Ne segue che ...

™ POICHE’ ...

1- il PC 11 stabilisce che il COSTO costituisce il criterio base delle valutazioni di bilancio dell’impresa in funzionamento;

2- il PC 11 e il 2423 bis c.c. stabiliscono il principio di PRUDENZA in base al quale gli utili non realizzati non debbono essere contabilizzati mentre le perdite e i rischi anche se non definitivamente conosciuti devono essere contabilizzati

™ ... LE RIMANENZE DI MAGAZZINO DEVONO ESSERE VALUTATE AL COSTO STORICO, O AL VALORE DI MERCATO SE A QUESTO INFERIORE.

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Modalità di calcolo del costo dei materiali in giacenza: 2 problemi

1. SCELTA DELLA CONFIGURAZIONE DI COSTO a- costo di produzione o di acquisto

b- costo pieno o variabile c- costo standard o effettivo

2. SCELTA DEL METODO DI CALCOLO DEI COSTI a- costo specifico o di fine esercizio

b- calcolo di una media c- logica LIFO o FIFO

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In generale: categorie di costi

I- costi di acquisto II- costi di produzione

III- costi generali e amministrativi IV- costi di vendita e distribuzione V- costi di ricerca

I & II vanno INCLUSI nel valore di magazzino

III vanno ESCLUSI dal valore del magazzino

PERCHE’ indirettamente e incertamente correlati al singolo bene

IV vanno ESCLUSI dal valore del magazzino PERCHE’ non ancora sostenuti

V vanno ESCLUSI dal valore del magazzino

PERCHE’ di solito non associabili in modo diretto con le rimanenze di un particolare esercizio (# costi di progettazione)

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1. Scelta della configurazione di costo

™ COSTO STORICO = complesso dei costi sostenuti per ottenere la proprietà delle rimanenze di magazzino nel loro attuale sito e condizione.

COSTO DI ACQUISTO:

- usato per i prodotti acquisiti per la rivendita (merci) e per i materiali diretti e indiretti per la produzione anch’essi acquistati da terzi (MP, materie sussidiarie e di consumo, semilavorati di acquisto).

- pari a:

+ prezzo effettivo

+ oneri accessori (spese di trasporto, dogana ecc.

direttamente imputabili)

- sconti commerciali (sconti quantità, sconti in fattura incondizionati)

15 COSTO DI PRODUZIONE

™ Usato per valutare i PF, SL di produzione, PCL.

™ E’ il risultato della somma di differenti tipi di costo:

1. COSTI VARIABILI INDUSTRIALI - variano al variare della produzione

2. COSTI FISSI INDUSTRIALI - restano invariati nel loro importo complessivo, entro predefiniti livelli di capacità

produttiva

CONFIGURAZIONE A COSTO VARIABILE:

vengono considerati solo i costi variabili industriali

CONFIGURAZIONE A COSTO PIENO:

vengono considerati anche i costi fissi industriali

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Configurazione a costo pieno:

ASPETTI NEGATIVI

™ i costi fissi di periodo sono comunque sostenuti dalla azienda e quindi vanno imputati all’esercizio

™ la loro imputazione è spesso arbitraria, basata su congetture

™ la valutazione a costo pieno fa dipendere il valore delle rimanenze dal volume di produzione effettuato

ASPETTI POSITIVI

™ solo questa configurazione è reale espressione del costo di prodotto;

™ evita di sottovalutare il magazzino;

™ permette una

rappresentazione veritiera e corretta del patrimonio aziendale

Logica economica e PC 13 prevedono questa configurazione

(5)

17

Componenti del costo pieno di produzione (PC 13)

Costi diretti (direttamente imputabili al prodotto):

- costi materiali utilizzati, trasporti - MOD

- semilavorati - imballaggi

- costi relativi a licenze di produzione

Costi indiretti (o comuni a più prodotti e perciò indirettamente imputabili al prodotto) o spese generali di produzione o industriali:

- mano d’opera indiretta

- ammortamenti economico-tecnici dei cespiti destinati alla produzione - manutenzioni e riparazioni

- materiali di consumo

altre spese effettivamente sostenute per la lavorazione di prodotti.

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Componenti del costo pieno di produzione (PC 13)

™ I COSTI INDIRETTI sono imputati ai prodotti sulla base di coefficienti (ore di MOD, ore macchina):

- usando percentuali prefissate basate su un previsto volume di spese relative ad un LIVELLO NORMALE di produzione;

- sulla base dei dati consuntivi facendo però riferimento alla CAPACITA’ PRODUTTIVA NORMALEdegli impianti.

CAPACITA’ PRODUTTIVA NORMALE = potenzialità dell’impianto a produrre con ragionevoli livelli di efficienza indipendentemente dalla disponibilità degli ordini, è minore rispetto alla capacità teorica perchè vanno dedotti i fermi per riparazione fisiologici.

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Perchè riferisi alla capacità produttiva normale?

™ SE NON si raggiunge lo sfruttamento della capacità produttiva normale di un impianto

la ripartizione le spese generali di produzione sul numero di ore effettivamente lavorate comporta l’attribuzione alle rimanenze di magazzino di maggiori costi dovuti al mancato utilizzo della capacità produttiva normale

IN QUESTO MODO SI FAREBBERO RICADERE SU DOMANI LE INEFFICIENZE DI OGGI

CIO’ NON E’ ACCETTABILE

20

Esempio

HP:

- sono prodotte 50.000. unità di prodotti finiti.

- la capacità produttiva normale è stimata di 100.000 unità.

- costi diretti = 5.000 Euro per ogni unità.

- spese generali industriali sostenute nell’esercizio sufficienti per 100.000 unità = 50.000.000.

- nel 1997 sono vendute 5.000. unità a Euro 10.000 l’uno.

- rimanenze finite pari a 45.000.

(6)

21

Componenti del costo pieno di produzione (PC 13)

Inoltre vannoESCLUSIesclusi dalla valutazione del magazzino:

™ i COSTI ANOMALI come quelli relativi a impianti e macchinari inattivi, incendi o scioperi. Rappresentando INEFFICIENZE sono elementi negativi di reddito dell’esercizio in cui sono stati sostenuti.

™ gli ONERI FINANZIARIperchè:

1- è difficile individuare quale parte di tali oneri è realmente sostenuta per finanziare il magazzino;

2- gli amministratori potrebbero scegliere di finanziare il magazzino utilizzando mezzi propri - si tratta di una scelta basata su un calacolo di convenienza.

MA CON UNA ECCEZIONE (brandy; grana ...)

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Costo effettivo vs standard

COSTO EFFETTIVO = misurato a consuntivo dopo avere osservato il risultato dell’attività produttiva svolta dall’impresa

COSTO STANDARD = costo ipotetico, riferito a condizioni ottimali di svolgimento della combinazione produttiva, utilizzando quale termine di paragone per valutare l’efficienza della gestione o svolgere simulazioni e analisi di carattere economico generale.

Il costo effettivo è il “vero” costo del prodotto, ad esso vanno correlate le vendite che si andranno a realizzare in futuro.

23

2- Scelta del metodo di calcolo del costo

La valutazione del magazzino presupporrebbe l’individuazione e l’attribuzione alle singole unità fisiche dei costi specificatamente sostenuti (CRITERIO DEL COSTO SPECIFICO) MA spesso quando i volumi movimentati sono grandi questo è difficile.

Si formulano allora delle ipotesi sui flussi in entrata e in uscita di merci. Si individuano così i seguenti criteri:

- CMP (d’acquisto, di periodo, per movimento) - FIFO

- LIFO (a scatti, continuo per movimento di periodo)

24

2- Scelta del metodo di calcolo del costo

art. 2426 c.c.

™ n. 10: “il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quelli del primo entrato primo uscito o ultimo entrato primo uscito; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell’esercizio, la differenza deve essere indicata per categoria di beni”.

(7)

2- Scelta del metodo di calcolo del costo

3° strato

2° strato 3° strato

1° strato 2° strato

1° strato

FIFO = in rimanenza

lo strato 3, più recente LIFO = in rimanenza lo strato 1, più vecchio

2- Scelta del metodo di calcolo del costo

… si ricorda però che ...

PRINCIPIO BASE:

MINORE TRA COSTO E MERCATO

27 Movimentazione magazzino nel corso dell’esercizio

Data Operazione Quantità (kg) costo unitario (€) 01/01/2002 riman. iniziali 40 500

01/04/2002 acquisto 200 520

01/06/2002 prelievo -210

01/09/2002 acquisto 100 530

01/10/2002 acquisto 70 540

01/12/2002 prelievo -80 31/12/2002 rim. finali 120

28 Costo medio ponderato d’acquistoCosto medio ponderato di acquisto

CMPA unitario = (200* 520 + 100* 530 + 70* 540) = 526,5 CMPA unitario = (200* 520 + 100* 530 + 70* 540) = 526,5

((200 + 100 + 70)200 + 100 + 70)

CMPA complessivo = CMPA unitario * giacenze di CMPA complessivo = CMPA unitario * giacenze di magazzino = 526,5* 120 = 63.180

magazzino = 526,5* 120 = 63.180

Valore delle quantità prelevate = CMPA unitario * quantità Valore delle quantità prelevate = CMPA unitario * quantità prelevate = 526,5* 290 = 152.685

prelevate = 526,5* 290 = 152.685

(8)

29 Costo medio ponderato di periodoCosto medio ponderato di periodo

CMPP unitario = (40* 500 + 200* 520 + 100* 530 + 70* 540) = 524 CMPP unitario = (40* 500 + 200* 520 + 100* 530 + 70* 540) = 524

(40 + 200 + 100 + 70) (40 + 200 + 100 + 70)

CMPP complessivo = CMPP unitario * giacenze di CMPP complessivo = CMPP unitario * giacenze di magazzino = 524* 120 = 62.840

magazzino = 524* 120 = 62.840

Valore delle quantità prelevate = CMPP unitario * quantità Valore delle quantità prelevate = CMPP unitario * quantità prelevate = 524* 290 = 151.960

prelevate = 524* 290 = 151.960

30 Costo medio ponderato per movimento

Data Operazione Quantità (kg) Costo unitario (€) CM P 01/01/2002 rim. iniziali 40 500

01/04/2002 acquisto 200 520 517

01/06/2002 prelievo -210

rimanenza 30 517

01/09/2002 acquisto 100 530

01/10/2002 acquisto 70 540 531,5

01/12/2002 prelievo -80 31/12/2002 rim. finali 120

31

••Rimanenze iniziali= 40* 500= 20.000Rimanenze iniziali= 40* 500= 20.000

Incremento rimanenze = (Giacenze finali -Incremento rimanenze = (Giacenze finali - Giacenze iniziali) * CMPA unitario = 80* 526,5 Giacenze iniziali) * CMPA unitario = 80* 526,5

••Rimanenze finali = Rimanenze iniziali + Rimanenze finali = Rimanenze iniziali + Incremento rimanenze = 62.120

Incremento rimanenze = 62.120

Se nell’esercizio successivo le rimanenze Se nell’esercizio successivo le rimanenze

decrementano a 100, il decremento è attribuibile ai decrementano a 100, il decremento è attribuibile ai lotti più recenti:

lotti più recenti:

Rimanenze iniziali anno 2002= 62.120Rimanenze iniziali anno 2002= 62.120

Decremento rimanenze= (100-Decremento rimanenze= (100-120)*CMPA120)*CMPA un.2001=

un.2001=-20*526,25=-20*526,25=-10.525-10.525

••Rimanenze finali = RimRimanenze finali = Rim. Iniziali . Iniziali --Decremento=Decremento=

51.595 51.595

Lifo a scatti 32

••Rimanenze iniziali= 40* 500= 20.000Rimanenze iniziali= 40* 500= 20.000

Incremento rimanenze = (Giacenze finali Incremento rimanenze = (Giacenze finali -- Giacenze iniziali) * CMPA unitario = 80* 526,5 Giacenze iniziali) * CMPA unitario = 80* 526,5

••Rimanenze finali = Rimanenze iniziali + Rimanenze finali = Rimanenze iniziali + Incremento rimanenze = 62.120

Incremento rimanenze = 62.120

Se nell’esercizio successivo le rimanenze Se nell’esercizio successivo le rimanenze

decrementano a 100, il decremento è attribuibile ai decrementano a 100, il decremento è attribuibile ai lotti più recenti:

lotti più recenti:

Rimanenze iniziali anno 2002= 62.120Rimanenze iniziali anno 2002= 62.120

Decremento rimanenze= (100Decremento rimanenze= (100--120)*CMPA120)*CMPA un.2001=

un.2001=-20*526,25=-20*526,25=-10.525-10.525

••Rimanenze finali = Rimanenze finali = RimRim. Iniziali . Iniziali --Decremento=Decremento=

51.595 51.595 Lifo a scatti

(9)

33 Lifo continuo per movimento

Operazione Quantità Costo unitario Importo Lifo

Rim.iniziali 40 500

Acquisto 200 520

Prelievo -210

Strati prel. -200 520

Strati prel. -10 500

Rimanenza 30 500 15.000

Acquisto 100 530

Acquisto 70 540

Prelievo -80

Strati prel. -70 540

Strati prel. -10 530

Rimanenza 90 530 47.700

Rim. Finali 120 62.700

34

Nel caso del

Nel caso del LifoLifodi periodo, le rimanenze finali si di periodo, le rimanenze finali si calcolano nel modo seguente:

calcolano nel modo seguente:

Rimanenze iniziali: 40*500= 20.000Rimanenze iniziali: 40*500= 20.000

Lotto 1.04: 80*520= 41.600Lotto 1.04: 80*520= 41.600

••Rimanenze finali= 61.600Rimanenze finali= 61.600 Lifo di periodo

35

Nel caso del criterio

Nel caso del criterio FifoFifo, si devono valorizzare i lotti , si devono valorizzare i lotti acquistati per ultimi:

acquistati per ultimi:

••Lotto 1.10: 70*540= 37.800Lotto 1.10: 70*540= 37.800

Lotto 1.09: 50*530= 26.500Lotto 1.09: 50*530= 26.500

••Rimanenze finali= 64.300Rimanenze finali= 64.300

Fifo 36

QUESTIONARIO N.

I criteri di valutazione dell’attivo circolante

1. Quali sono i principali criteri di valutazione delle rimanenze?

2. Quando è obbligatorio valutare le merci in rimanenza con con il criterio FIFO?

3. In che cosa consiste la riserva LIFO

4. Come si può variare nel tempo la riserva LIFO ?

5. Quali sono i vantaggi della applicazione dei costi standard?

6. Come si possono valutare i titoli in portafoglio?

7. In che cosa consiste la valutazione al corso secco?

8. Come si valutano i crediti di funzionamento?

9. Dove va iscritta la riserva LIFO e come può variare?

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