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- 3 - occorre, accanto all alleanza internazionale, anche una coalizione a livello mondiale per la lotta contro la fame e la povertà.

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Academic year: 2022

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promosso dalla Fondazione Herbert Quandt presso l’Hotel Adlon di Berlino

"Unità nella molteplicità: di quale organizzazione politica ha bisogno l'Europa?"

I.

Sono lieto di poter parlare del futuro dell’Europa con il mio collega e amico Carlo Azeglio Ciampi. Da quando, due anni e mezzo fa, abbiamo assunto, quasi contemporaneamente, gli incarichi di presidente rispettivamente della Repubblica italiana e di quella tedesca, ci siamo impegnati, sia collettivamente che individualmente, per dare impulso al dibattito politico europeo. L’Europa ci unisce in modo particolare.

Carlo Ciampi e io facciamo parte di quel gruppo di politici che hanno ancora conosciuto la vecchia Europa delle ostilità e delle guerre. Abbiamo fatto le nostre esperienze in ambito politico nel periodo in cui il nostro continente era diviso e si trovava in piena guerra fredda.

Sono certo che per lui, così come per me, l'unificazione europea è una questione essenziale, che ci sta particolarmente a cuore. L'unificazione ha permesso a gran parte dell'Europa di raggiungere la pace, la stabilità e un benessere senza precedenti. Carlo Ciampi ha contribuito direttamente a questo obiettivo durante la sua attività come direttore della Banca centrale d'Italia, carica che ha rivestito per diversi anni, e come ministro del Bilancio: è anche merito di Carlo Ciampi se tra meno di cinquanta giorni, in dodici Stati europei, pagheremo con una moneta unica.

II.

Noi tutti siamo ancora frastornati dagli eventi dell’11 settembre. Questo attacco terroristico è stato un attacco alla civiltà come tale. Ha, almeno spero, reso di nuovo consapevole la comunità internazionale dei suoi valori comuni. Desidero ribadire che non si tratta di valori dell'ovest o dell'est, del nord o del sud, bensì dei nostri valori, ai quali siamo tutti legati e che sono stati affermati dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo" il 10 dicembre del 1948. Rientrano tra questi valori il divieto alla discriminazione, il diritto alla vita, l'uguaglianza di fronte alla legge, la libera circolazione, la libertà di coscienza e di religione e la libertà d'opinione.

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Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato il terrorismo quale minaccia per la pace mondiale e per la sicurezza internazionale. La Comunità si schiera solidale dalla parte degli USA.

Sono appena tornato dagli USA, dove ho avuto modo di parlare con Kofi Annan del recente sviluppo della situazione in Afghanistan. Ci siamo trovati concordi riguardo alla primaria e attuale necessità da parte dell'Afghanistan di una prospettiva politica e umanitaria. Le Nazioni Unite dovrebbero rappresentare la cornice in cui attuare tutti quegli interventi, considerati indispensabili per il processo politico e per garantire gli accordi interni afgani. Solo un processo di pace di questo tipo è in grado di assicurare un futuro pacifico a questa nazione e un'intesa con i suoi Stati confinanti. La Germania e l'Unione europea vogliono offrire e offriranno il loro contributo per una soluzione politica in Afghanistan e collaboreranno costantemente alla ricostruzione economica e sociale dell'Afghanistan.

È necessario riflettere su quali accordi internazionali dobbiamo ulteriormente sviluppare o concludere per prepararci in modo adeguato ad affrontare le minacce per la pace e per la sicurezza internazionale. Voglio solo citare due settori nei quali dovremmo procedere immediatamente: l'accordo per una convenzione sulle armi chimiche e la costituzione di un tribunale penale internazionale.

Questa terribile aggressione ha sprigionato anche energie politiche positive. La Comunità è scesa in campo compatta contro il terrorismo. Si cerca, con una nuova energia, di risolvere politicamente i vecchi conflitti. Io sono veramente lieto che il presidente americano Bush e il presidente russo Putin abbiano preso accordi per ridurre drasticamente l'arsenale di armi atomiche nei loro paesi.

Sono d'accordo con il segretario generale Kofi Annan e con molti altri che, durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, hanno sostenuto la necessità di combattere la povertà e lo sfruttamento, l'indigenza e la mancanza di diritti e attraverso questo processo dobbiamo sempre più ridurre il campo di azione del terrorismo. Per combattere il terrorismo

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occorre, accanto all’alleanza internazionale, anche una coalizione a livello mondiale per la lotta contro la fame e la povertà.

Il dialogo tra le culture deve intensificarsi al fine di incoraggiare una maggiore conoscenza tra i popoli. Ma la sola conoscenza non è sufficiente. Dobbiamo dimostrare, con interventi politici ed economici, che rispettiamo le altre culture.

I terribili avvenimenti dell’11 settembre ci hanno mostrato quanto queste relazioni siano importanti. Solo insieme e nel rispetto reciproco possiamo costruire con successo il futuro del nostro unico mondo. Lasciateci sfruttare questa occasione!

III.

Le questioni politiche che ci premono oggi dipendono direttamente dalla futura organizzazione politica dell'Europa.

L'Unione europea ha dimostrato, nel corso delle sedute del Consiglio europeo a Bruxelles e a Gent, compattezza e capacità d'azione. Stanno per essere attuati provvedimenti essenziali in materia di lotta contro il terrorismo, in primo luogo per eliminare le sue fonti di finanziamento. La Commissione e gli Stati membri offrono un contributo sostanziale agli aiuti umanitari in Afghanistan.

Solo gli Stati membri dell'Unione europea, e non la stessa Unione, possono sostenere azioni concrete condotte dagli USA. Questo vale principalmente nel caso in cui queste azioni siano di natura militare, poiché il processo d'integrazione europea, nonostante i progressi certi in politica comunitaria estera e di sicurezza, non è ancora stato completato. La collaborazione per il raggiungimento di una soluzione politica in Afghanistan, che ora sembra possibile, è perciò una sfida per l'Unione europea e nello stesso tempo un'opportunità. Dobbiamo fare di tutto per rafforzare la sua, e anche la nostra, capacità di intervenire in questo conflitto.

Se noi europei vogliamo condurre con successo il dialogo con altre culture, sono necessarie due premesse: la prima è che dobbiamo essere pronti non solo ad accettare o sopportare altri

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comportamenti, tradizioni e modi di vivere. Dobbiamo piuttosto concedere loro una propria dignità. Vale a dire che dobbiamo anche accettare le critiche e dobbiamo ammettere la possibilità che ci venga chiesto di correggere o di modificare il nostro comportamento. Questo non deve sembrarci un affronto.

La seconda premessa per un dialogo riuscito tra culture è che noi stessi dobbiamo essere certi dei valori e delle convinzioni che ci legano. A questo proposito Jürgen Habermas, che ha sempre addotto argomenti caratterizzati da una decisa prospettiva secolare, si è soffermato, durante il discorso tenuto in occasione della consegna del premio per la pace conferitogli dai librai ed editori tedeschi, su alcune riflessioni degne di nota. Ha affermato che anche coloro che nella nostra società occidentale tengono le distanze dalla religione, vivono secondo i valori della tradizione religiosa e quindi agiscono in modo corretto quando non si chiudono completamente alla prospettiva religiosa.

Il tentativo di chiarire in modo definitivo quali siano i principi fondamentali sui quali ci basiamo è tutt’altro che un tentativo utopistico o, utilizzando una metafora, tutt’altro che un sottile gioco delle perle di vetro, come dimostra il fatto che è attualmente in corso un dibattito sui diritti fondamentali della nostra Comunità europea e sulla possibile forma e formulazione della costituzione di una futura Europa.

IV.

Mi sono più volte espresso riguardo a questo argomento. Mi sono sempre domandato in che modo possiamo affrontare lo scetticismo e il rifiuto che l'unificazione europea suscita in molte persone. Molti si preoccupano che l'unità dell'Europa possa avvenire a discapito della sua molteplicità. Per quanto concerne l'unità europea il presidente di Stato Ciampi ha spesso avanzato argomentazioni che io sostengo pienamente. Ha parlato della nostra comune storia, cultura e modo di vivere e, principalmente, dei valori fondamentali e delle convinzioni che ci uniscono.

La molteplicità è importante come l'unità per la convivenza dei popoli europei. L'imponente eterogeneità dei suoi abitanti, delle sue lingue, delle sue culture e delle sue tradizioni rendono

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il nostro continente unico. Vogliamo e dobbiamo difendere questa molteplicità. Solo allora gli uomini sosterranno il processo di unificazione dell'Europa.

Noi tutti conosciamo i vantaggi della globalizzazione, tuttavia questa questione mette sempre più in discussione le nostre identità nazionali. Se desideriamo garantire e consolidare la capacità di agire dell'Europa, allora possiamo riuscirci solo insieme, dominando e controllando al meglio gli effetti negativi della globalizzazione. Allora, e solo allora, possiamo conservare la molteplicità del nostro continente.

Per questo motivo mi batto per una costituzione europea e per un'Europa che si organizzi come una federazione di Stati nazionali.

V.

Chi sostiene la creazione di una federazione di Stati nazionali, non desidera uno Stato unitario.

Una federazione deve assicurare che ciascun membro mantenga la propria stabilità e il proprio carattere all'interno di un ambito definito chiaramente. In una federazione di questo tipo si mantengono intatte la diversità culturale e l'armonia istituzionale. Ciò ha una grande importanza soprattutto per gli Stati più piccoli dell'Europa.

L'allargamento e il rafforzamento sono i compiti a cui dobbiamo adempiere in Europa. Se vogliamo portarli a termine con successo, allora dobbiamo dare all'Unione europea una cornice a livello giuridico e istituzionale che risulti attendibile e attenta.

Una costituzione europea, così come me la immagino, dovrebbe essere composta da tre parti:

- La prima parte dovrebbe comprendere la carta dei diritti fondamentali, sulla quale si è accordato il Consiglio europeo di Nizza. La determinazione dei diritti fondamentali stabilisce un ambito vincolante per l'operato delle istituzioni europee, che unisce anche gli Stati membri nei settori in cui realizzano e applicano il diritto europeo. In questo caso non sono coinvolti né l’insieme dei principi, a livello nazionale, relativi ai diritti fondamentali né la Convenzione europea sui diritti umani.

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La carta dei diritti fondamentali come parte integrante di una costituzione europea, renderebbe in primo luogo evidente quali valori e quali convinzioni fondamentali uniscono gli uomini in Europa. Inoltre chiarirebbe il fatto che l'Unione europea non è solo una comunità per la sicurezza del benessere e la difesa della pace, ma protegge anche il diritto alla libertà dei suoi cittadini. Un documento contenente l’insieme dei valori fondamentali unirà ancora di più l'Europa politicamente, culturalmente e moralmente e allo stesso tempo legittimerà la Comunità e i suoi interventi.

- Nella seconda parte la costituzione europea dovrebbe delimitare le competenze tra gli Stati membri e l'Unione europea: sul piano europeo in futuro dovranno essere regolate solo le questioni che non possono essere portate a termine con successo dagli Stati membri. La sussidiarietà è per antonomasia la parola chiave della molteplicità.

Le competenze tra Unione e Stati membri devono essere suddivise in modo chiaro e ogni cambiamento dovrebbe poter essere deciso solo unanimemente.

- La terza parte di una costituzione europea dovrebbe stabilire le future compagini istituzionali dell'Europa. Ogni cittadino deve poter capire chiaramente quale istanza prende determinate decisioni e perché, inoltre deve capire come i cittadini dell'Unione possono influenzare le singole questioni e i loro sviluppi. Solo se si soddisfano questi presupposti si può ottenere un'identità propria, si può diventare un popolo europeo.

Il Parlamento europeo deve essere trasformato in un'autentica Camera dei cittadini, nella quale, come per il passato, valga fondamentalmente il principio "un uomo, un voto". Gli Stati più piccoli dovrebbero naturalmente essere più favoriti a causa della differenza di abitanti tra i vari Stati membri. Il Consiglio dei ministri ha creato, all'interno di questa struttura, una Camera degli Stati. Le camere si occuperebbero insieme di questioni in materia di diritto. Così, come nella Camera degli Stati è rappresentata la molteplicità della sovranità nazionale, nella Camera dei cittadini si esprimerebbe la pluralità delle opinioni politiche.

Naturalmente nel dibattito sulle riforme delle istituzioni europee non si può dimenticare il ruolo della Commissione. A questo proposito occorre fare attenzione affinché la Commissione rimanga il difensore degli interessi della Comunità. Il diritto di iniziativa della Commissione deve continuare a rappresentare l'ancora del processo di unificazione europea. Sono convinto

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che la Commissione dovrebbe essere rafforzata e legittimata più democraticamente. A questo potrebbe contribuire l'elezione del presidente della Commissione europea attraverso le due camere del Parlamento.

VI.

Per poter risolvere gli attuali problemi occorre un'idea del futuro e occorre pragmatismo. Se ci mostriamo titubanti o esitanti di fronte ai tentativi di riforma, se perdiamo di vista il progetto comunitario europeo, allora corriamo il rischio di ottenere solo una stagnazione. In quel caso ogni Stato membro si preoccuperà solo di come poter difendere i propri privilegi, e ciascuno lotterà solo per i propri interessi nazionali.

Al contrario insieme possiamo riuscire a:

• costruire un'Europa che difenda e promuova la molteplicità e rafforzi l'unità,

• costruire un'Europa che accresca il benessere, garantisca la pace e che sia in grado di difendere e che difenderà i propri valori fondamentali,

• costruire un'Europa che sia aperta a tutti gli europei e che perciò lasci spazio alle loro differenze,

costruire un'Europa degli europei - che tuttavia non smettano di essere anche italiani o tedeschi, polacchi o francesi, lussemburghesi o lettoni.

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