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CAPITOLO 7
Conclusioni
Questo lavoro di tesi si è articolato nei seguenti punti chiave:
1. E’ stata analizzata e corretta, in primo luogo, la tecnica di modellazione di un sistema i convertitori DC-DC controllati in PWM e operanti in parallelo, presentata da Garabandic e Petrovic nell’articolo di riferimento [3]. Seguendo in parte la stessa linea di sviluppo adottata nell’articolo, apportando le dovute correzioni, è stato ricavato un nuovo modello. Tale modello differisce da quello presentato dagli autori, ma è coerente con il funzionamento del sistema riscontrato nelle simulazioni al calcolatore, nel caso di due boost in parallelo. Tale tecnica permette di individuare un modello lineare per piccoli segnali, del sistema complessivo di più convertitori usando i parametri di ogni singolo modulo, il cui comportamento in regime di piccoli segnali può essere descritto da 6 funzioni di trasferimento fondamentali.
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2. Applicando la tecnica della Funzioni Modulanti è stato identificato il convertitore boost realizzato da Santini in [9], (ricavando le sei fdt fondamentali).
3. Identificazione modulare: usando i parametri calcolati in precedenza è stato ricavato il modello del sistema complessivo di due convertitori boost uguali a quello esaminato e connessi in parallelo.
4. Si è proceduto alla identificazione diretta del sistema dei due boost in parallelo: simulando uno schema PSpice con due convertitori identici a quello in esame, sono stati prodotti i dati necessari alla identificazione, (mediante le Funzioni Modulanti di tipo Spline), del modello parallelo.
5. Sono stati confrontati il modello ottenuto al punto 3 dall’identificazione modulare e quello ottenuto al punto 4 con l’identificazione diretta.
Uno degli scopi primari di questo lavoro era quello di verificare la validità della tecnica di modellazione presentata nell’articolo di riferimento e qui riveduta e corretta. In tal senso, il confronto tra il modello ottenuto con la identificazione modulare e quello ricavato per identificazione diretta ha dato esito globale positivo. Il punto di forza di tale tecnica è sicuramente rappresentato dall’ approccio di tipo modulare: in un sistema complesso di più convertitori operanti in parallelo può essere, infatti, più semplice avere una buona stima sul modello del singolo modulo che non sul sistema complessivo. Pertanto tale tecnica si rivela molto interessante e meritevole di approfondimenti futuri. Un primo possibile sviluppo di questo lavoro potrebbe consistere nel riproporre lo stesso studio in chiave strettamente sperimentale, identificando due convertitori reali sulla base delle misure di laboratorio. Si
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ricorda che questo non è stato possibile in questo lavoro per la indisponibilità di due convertitori uguali, e, soprattutto, a causa della mancanza delle necessarie strumentazioni elettroniche.