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Tutta l’area del bacino del Fiume Serchio rientra nella classe di pericolosità da frana molto elevata (Canuti, 1994).

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INTRODUZIONE

Il Versante di Costa delle Calde, situato in località Bolognana, frazione del Comune di Gallicano (fig. I) in Provincia di Lucca (Media Valle del Serchio), è stato interessato in passato da numerosi movimenti gravitativi di massa di vaste dimensioni. L’area è molto vulnerabile poiché in essa sono presenti importanti infrastrutture antropiche, quali la Strada Provinciale n. 2 “Lodovica” che corre al piede del versante stesso, via di comunicazione indispensabile per i collegamenti tra la Media Valle del Serchio e la Garfagnana con l’Emilia Romagna; una linea elettrica ad alto voltaggio (380 mila volts) di importanza nazionale e un tunnel sotterraneo che fa parte del sistema idroelettrico della Valle del Fiume Serchio.

Tutta l’area del bacino del Fiume Serchio rientra nella classe di pericolosità da frana molto elevata (Canuti, 1994).

Numerosi studi geologici sono stati condotti a partire dagli anni ’30 ma è soprattutto alla fine degli anni ’80 che sono stati realizzati i primi veri interventi per la stabilità del versante. I movimenti più importanti sono datati 1981 quando, in seguito all’allargamento della già menzionata Strada Provinciale, si sono verificati dei crolli di notevole entità. Negli ultimi anni sono stati osservati altri movimenti del corpo di frana che, sebbene di dimensioni inferiori, testimoniano comunque una forte instabilità.

Il presente studio intende essere un approfondimento di precedenti lavori effettuati (D’Amato Avanzi et alii, 2003; Canuti, 2003) per documentare le attuali condizioni del versante e prevenirne possibili movimenti futuri. A questo scopo, sono stati utilizzati gli strumenti di indagine propri del rilevamento geologico tecnico, effettuato nel periodo compreso tra Ottobre e Dicembre 2007. Per prima cosa, sono state analizzate le carte presenti all’interno del Piano Regolatore Generale del Comune di Gallicano (2000) e quelle geologiche e geomorfologiche tratte dalla pubblicazione di D’Amato Avanzi et alii (2003) e, sulla base di queste, sono state fatte osservazioni in campagna riguardanti le Formazioni affioranti in tutto il versante, i rapporti stratigrafico-strutturali, i corpi di frana presenti. Successivamente, il rilevamento di campagna è stato mirato all’individuazione della complessa rete di discontinuità presente nell’ammasso roccioso e della loro giacitura; in particolare, le misurazioni hanno riguardato la Formazione del Calcare Selcifero della Val di Lima, affiorante estesamente lungo il tracciato stradale alla base del versante. Affioramenti di tale Fm. si trovano anche al di sotto della sede stradale, tra i pilastri che fanno da fondazione all’allargamento della strada stessa verso valle, ma qui i dati sono stati di gran lunga inferiori come quantità e qualità a causa del ‘disturbo’

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dovuto all’esecuzione dei lavori. Sono state poi descritte sul terreno le caratteristiche delle discontinuità (secondo le raccomandazioni ISRM, 1978) e testata la resistenza a compressione monoassiale dell’ammasso roccioso tramite il Point Load Strength Test, prova indiretta e tramite la Pressa a compressione monoassiale, prova diretta; la prova sclerometrica (di tipo L), altra prova indiretta, ha permesso invece di determinare la resistenza a compressione monoassiale delle pareti delle discontinuità.

Lungo il tracciato stradale, inoltre, sono state individuate delle zone critiche per la stabilità (in base alle relazioni reciproche tra i sistemi di discontinuità individuati), lungo le quali sono stati effettuati i test di verifica ai ribaltamenti, scivolamenti planari e di cunei rocciosi, individuati dall’intersezione delle varie famiglie di discontinuità (Markland, 1972; Goodman, 1980). Per l’analisi cinematica è stato utilizzato il software per le proiezioni stereografiche Rocscience Dips v. 5.1.

L’ammasso è stato in seguito classificato attraverso i metodi classici di Bieniawski (1989) e Romana (1985).

Successivamente, le tipologie di cinematismi individuati sono stati analizzate, in maggior dettaglio, tramite i software all’equilibrio limite Swedge 5.1 e RocPlane 2.0, facenti sempre parte del pacchetto Rocscience.

La parte conclusiva del lavoro ha riguardato la ricerca e documentazione delle tecniche di intervento per la stabilizzazione della porzione di versante che insiste sulla strada di fondovalle.

Tale lavoro di tesi è da considerarsi complementare a quello della collega Valentina Gambicorti, la quale si è occupata, in particolar modo, dell’analisi cinematica tramite Dips 5.1 di due delle tre stazioni in cui l’affioramento è stato suddiviso (A e B) e dei relativi cinematismi individuati, e dell’analisi di stabilità del versante secondo i metodi all’equilibrio limite tramite il programma Slide versione 5.0.

L’interesse della ricerca per queste aree ad alta pericolosità da frana è molto forte e mirato ad evitare il ripetersi di eventi catastrofici potenzialmente distruttivi: ne è un esempio la frana del vicino paese di Cardoso (situato lungo la pendice del versante che unisce il paese stesso a Colle Aginaia, Lucca), dove un intenso scivolamento ha interessato la formazione della “scaglia rossa” (Nardi R. et alii, 1987). La nicchia di distacco che è stato individuata, ha avuto uno sviluppo superiore al chilometro, con un fronte di oltre 800 m; l’accumulo in apparenza è invisibile, perché forma un pendio dolce, rimodellato da attività antropica.

Tutti i dati raccolti hanno lo scopo sia di incrementare le conoscenze geologiche di questo versante in un’area ad alta pericolosità da frana, sia di capire se il recente allargamento della strada provinciale possa aver contribuito a peggiorare le già precarie

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condizioni del versante di Costa delle Calde, proponendo ulteriori metodologie di intervento rispetto ai precedenti studi. Tale lavoro può quindi rappresentare un buon punto di partenza per eventuali e futuri interventi di stabilizzazione e/o studi di interesse scientifico.

Figura I: Ubicazione topografica dell’area oggetto di studio (Atlante Stradale della Toscana 1:200.000).

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Figura II: Immagine da satellite dell’area oggetto di studio (Fonte: Google Earth.com).

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