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Dieci anni di Guida: il vino italiano visto da Slow Wine

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Academic year: 2021

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Dieci anni di Guida: il vino italiano visto da Slow Wine

Sommario

1. Premessa 1

2. Cos’è Slow Wine 1

3. La filosofia di Slow Wine in 3 punti 2

3.1. Il vino “buono, pulito e giusto” 2

3.2. L’idea di partenza: le visite in cantina 5

3.3. Il team di Slow Wine 7

4. Come nasce ogni anno la Guida Slow Wine 7

4.1. Le figure chiave 7

4.2. Le visite in cantina 8

4.3. Le 3 fasi delle degustazioni 8

4.4. Le schede della Guida 10

4.5. Il lavoro redazionale 11

5. La presentazione della Guida 12

5.1. Montecatini: com'è strutturata la giornata 12

5.2. Com'è strutturata la degustazione alle Terme Tettuccio 13

6. La comunicazione del vino di Slow Wine 14

6.1. Prospettive da insider: la comunicazione digitale 14

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1. Premessa

Ho scelto di fare lo stage a Slow Wine poiché volevo occuparmi principalmente di comunicazione del vino e farlo in modo ​trasversale​, senza focalizzarmi su un’unica realtà aziendale. Un criterio di scelta molto importante è stato il fatto che la Guida comprenda non solo le aziende grandi e/o blasonate, ma dia spazio e visibilità anche alle piccole aziende che fanno vino artigianale seguendo un’agricoltura sostenibile.

Gli obiettivi erano:

● capire come nasca una guida del vino

● approfondire il modo di vedere il vino da parte di Slow Wine ● capire come funziona una redazione editoriale di una guida del vino ● capire come funziona la comunicazione di Slow Wine

● capire come si organizza un evento del vino (la presentazione della Guida a Montecatini Terme)

Le fasi del tirocinio sono state quattro: la partecipazione alle degustazioni finali (punto 3.3), la partecipazione al lavoro redazionale (punto 3.4-3.5), la partecipazione a Montecatini e alla sua organizzazione (punto 4) e infine il contributo al piano di comunicazione digitale di Slow Wine (punto 5). Di seguito parlerò di ogni singola fase nel contesto più ampio della storia e della filosofia di Slow Wine.

2. Cosa è Slow Wine

Slow Wine è la parte di Slow Food dedicata al vino italiano. Slow Wine si fa portavoce, nel mondo del vino, del messaggio di Slow Food, per un vino che sia “buono, pulito e giusto”, tre concetti che, grazie a Carlo Petrini, sono diventati il motto dell’associazione internazionale di Slow Food, fondato a Bra nel 1986 da Carlo Petrini. 1

Slow Wine è nato nel 2010, allorché furono prese le distanze dalla “Guida ai Vini d'Italia” del Gambero Rosso. Al momento della separazione, nel 2009, si partì da filosofie simili, che nel tempo si sono tuttavia e in parte diversificate.

1 C. Petrini, ​Buono, pulito e giusto​, Slow Food editore 2016. Inoltre:

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Come creare una guida nuova, diversa? Non esiste l'edizione 2010 di Slow Wine, proprio perché questo è stato un anno di riflessione e riorganizzazione, che è servito per arrivare a un progetto di guida del vino che avesse la sua originalità. Quell'anno fu organizzato ​Vignerons

d'Europe​, evento focalizzato sulla figura del vignaiolo. Con la pubblicazione della “Guida al vino quotidiano 2010” inoltre si iniziò a sperimentare la scrittura delle schede, come risultato della visita in cantina.

Slow Wine, a oggi, è una ​redazione ​composta da 5 persone, la cui attività principale è la redazione annuale della Guida sul vino italiano e la sua presentazione in varie occasioni. Le altre attività sono l’organizzazione degli Slow Wine tour in USA, Europa e Asia (Giappone e Corea), l’edizione di eventuali altri libri sul vino editi da Slow Food Editore, la collaborazione alle degustazioni de La Banca del Vino di Pollenzo e altre attività volte a diffondere la cultura del vino.

Ho parlato della redazione. In realtà Slow Wine è una grande squadra, composta da centinaia di appassionati di vino, distribuiti in tutte le regioni d’Italia. Sono loro, con la loro dedizione alla viticoltura regionale, a dare vita ogni anno alla Guida.

Indubbiamente Slow Wine e Slow Food stesso sono legati a doppio filo con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Molte delle persone che lavorano a Slow Wine e Slow Food sono ex-studenti di questa università, realtà che ho conosciuto indirettamente durante il tirocinio, avendo la possibilità di parlare con studenti e ex-studenti pollentini.

3. La filosofia di Slow Wine in 3 punti

Slow Wine è partito da una critica enologica che si fondi sull'importanza e sul racconto del processo produttivo, di ogni sua fase, e non solo sul prodotto finito nel bicchiere. In che cosa Slow Wine si vuole ​differenziare ​dalle altre guide dedicate al vino?

3.1 Il vino “buono, pulito e giusto”

In che senso il cibo e il vino dovrebbero essere “buoni, puliti e giusti”? Carlo Petrini scrive: “Da sempre chiediamo tantissimo al nostro cibo: gli chiediamo il piacere immediato del gusto e quello a lungo termine della salute, gli chiediamo di sfruttare le risorse naturali ma anche di

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restituire l’energia sottratta, di essere accessibile ma anche di ripagare gli sforzi di chi lo produce. Gli affidiamo tante missioni impossibili, ma se lo produciamo e lo scegliamo in modo coerente, tutte quelle missioni saranno portate a compimento.”

Il vino è dunque un alimento che dovrebbe essere, contemporaneamente, sia ​piacevole ​al

gusto, sia frutto di un’ ​agricoltura sostenibile e che, come alimento, faccia bene alla salute, sia, infine giusto anche per chi lo produce, e quindi ​contro lo sfruttamento dei lavoratori agricoli e il prezzo equo del prodotto. Non è semplice tenere insieme in un vino tutti e tre questi concetti. Eppure il motto creato da Petrini ha creato un fermento nei piccoli-medi produttori e nei consumatori consapevoli e ha portato alla ribalta la produzione artigianale, gli artigiani del cibo e del vino.

C’è inoltre un altro elemento essenziale in questa filosofia del cibo e del vino, che non riguarda né il prodotto né il produttore, bensì il ​consumatore​. La consapevolezza di quel che si mangia e che si beve è fondamentale, perché determina la scelta di ciò che compriamo e influisce di conseguenza sull'offerta di mercato. L’educazione e la cultura alimentare sono dunque molto importanti nella filosofia di Slow Food-Slow Wine.

Tra i segni del cambiamento e di fermento, allorché si iniziò a parlare di vini “naturali”, o comunque di un vino meno manipolato possibile, si può citare il giornalista Sandro Sangiorgi, all'inizio membro di Slow Food, che poi nel 2000 fondò l’associazione e casa editrice Porthos. 2

Un altro segnale di cambiamento nel mondo del vino fu l'assemblea (convocata da Slow Food con il sostegno della Regione Languedoc e Roussillon e dell’Area Metropolitana di Montpellier) dei Vignerons d'Europe del 2007 a Montpellier il cui messaggio principale 3 riguardava la difesa dei “vini di terroir”, si rivolgeva contro l’omologazione derivante da alcune scelte del mercato del vino. Inoltre chiedeva la trasparenza nei confronti del consumatore di vino. In seguito a questo evento si capì che per lottare contro tendenze di 2 “Porthos racconta Associazione culturale”,https://www.porthos.it/ I rapporti tra Sangiorgi, Gambero rosso e

Slow Food poi si interruppero in seguito a diverse vedute. Per i dettagli: http://gustodivino.it/vino/a-grande-richiesta-e-con-gran-piacere-ripubblico-il-gambero-rosso-e-la-scheda-compr ata-unintervista-a-sandro-sangiorgi/massimiliano-montes/13817/

3 Per approfondimenti:

https://www.slowfood.com/press-release/dai-vignerons-deurope-nasce-una-proposta-per-difendere-i-vini-di-terr oir-del-vecchio-continente/

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mercato inaccettabili, l'unione fa la forza. Nacque la FIVI, di cui oggi fanno parte più di 4 1300 aziende vitivinicole medio-piccole.

Come dunque applicare la filosofia di Slow Food al vino? Per quanto riguarda le guide del vino nello specifico, Slow Wine, nella sua retrospettiva, nota che 10 anni fa le guide5 parlavano molto del tipo di affinamento (legno grande, legno piccolo, acciaio, cemento ecc.), dell’enologo o del consulente enologo, a cui veniva attribuito spesso un ruolo più importante rispetto all’agronomo, declassato a figura secondaria del vino. In 10 anni questa situazione è cambiata in modo radicale. Le visite in vigna avvengono oggi accompagnati, se non dallo stesso vignaiolo, dall’agronomo.

In 10 anni Slow Wine ha osservato un incremento di aziende che hanno optato per un’agricoltura sostenibile, anzitutto per l’abbandono della chimica di sintesi. Si parla di un 50-60% delle aziende in Guida. Questo segnala un cambiamento di rotta, non soltanto nel vino, allorché le tematiche di sostenibilità ambientale come il cambiamento climatico o l’inquinamento sono diventate finalmente di primaria importanza.

Anche grazie alle attività di Slow Food degli ultimi decenni, si nota l’importanza sempre maggiore attribuita non tanto al prodotto finito, che esso sia il vino o un altro prodotto alimentare, quando alle ​modalità della sua produzione​. Tutte le fasi di produzione di un vino, dalla vigna alla cantina, hanno un ruolo centrale nella filosofia del vino di Slow Wine. Un altro vantaggio di questo approccio al vino è che, andando ogni anno in vigna e in cantina, parlando col produttore, c’è anche un costante aggiornamento, che ha permesso di seguire negli ultimi 10 anni il divenire dell’enologia e dell’agricoltura.

Si tratta proprio di una ​filosofia del vino​, per cui esso viene visto come prodotto umano in divenire, mai uguale a sé stesso, proprio per la sua natura. La dimensione del tempo e quindi del divenire è insita nell'agricoltura. La stagionalità e, macroscopicamente parlando, il clima, sono temi centrali per chi oggi si occupi di cibo e di vino.

4 “Cos’è la FIVI”, https://www.mercatodeivini.it/cose-la-fivi/

5“Introduzione”, Slow Wine 2020, Slow Food editore 2019, p. 7. Di ciò hanno parlato entrambi i curatori anche

nei loro interventi in occasione della presentazione della Guida il 12 Ottobre 2019 al Teatro Verdi, Montecatini Terme (PT).

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L'​azienda agricola è influenzata in modo duplice. Una prima macro influenza è il clima ovvero il cambiamento climatico, che in un arco temporale di 10 anni di Guida si è potuto osservare. Le vigne sono il luogo in cui meglio si osserva questo cambiamento. Tuttavia lo si riscontra anche in cantina. Basti pensare all'importanza delle temperature per chi ha scelto la fermentazione spontanea senza controllo delle temperature.

L'azienda agricola è soggetta anche a una serie di micro influenze, a partire dall'annata, mai uguale a sè stessa (che a sua volta, in prospettiva più ampia, si inserisce nel macro cambiamento del clima). Ma ci sono anche le scelte individuali, della singola azienda: un cambiamento d'impianto, l'acquisizione di nuove parcelle vitate, la modifica nei trattamenti in vigna o della lavorazione del suolo, solo per dirne alcune. In cantina l'enologo o il vignaiolo possono decidere di cambiare una o più dettagli nella produzione: dall'abbandono dei lieviti selezionati, alla scelta di un altro materiale per i tini (si veda la moda dell'anfora degli ultimi anni), all'acquisto di nuovi macchinari, alla scelta di nuovi tappi di sughero oppure proprio di un altro tipo di chiusura (tappo a vite, tappo a corona…) ecc.

Infine è utile fare un accenno al tema dell’internazionalizzazione, anch’esso parte integrante di Slow Wine. Senza parlare delle molteplici iniziative di Slow Food, anche per Slow Wine portare il discorso sul cibo e sul vino di Slow Food nel mondo è un impegno preso. Un esempio è l’edizione americana della Guida, che esce ogni anno e che comprende aziende vitivinicole della California e dell'Oregon. Un altro sono gli Slow Wine Tours, degustazioni annuali rivolte a operatori del settore e volte a mettere in contatto le aziende italiane partecipanti con il mercato estero di quel paese. Si tengono in Asia, Europa e in USA e comprendono una parte di formazione in cui si racconta l’approccio al vino di Slow Wine a sommelier e altri professionisti di USA, Europa, Corea e Giappone.

3.2 L’idea di partenza: le visite in cantina

Come differenziarsi dalla guida del Gambero Rosso? Come realizzare un tipo di critica enologica aderente alle idee di coloro che se ne sono separati? Queste sono le domande che Slow Wine si è posto al suo nascere, trovando una risposta nella visione del cibo di Slow Food.

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L’intuizione iniziale del team è stata quella di visitare tutte le cantine che fanno parte della Guida, portando il vino fuori dalla sala di degustazione. Questa è stata l’idea “semplice” di Slow Wine, che aveva come esempio un’idea di successo come quella della guida delle Osterie d’Italia, la cui impostazione è quella che nel ristorante ci devi andare per valutarlo. Slow Wine si è mosso sulla stessa linea, ricollocando il vino – la sua comprensione, l’approccio a esso – dove il vino nasce: nell’azienda vitivinicola, nelle vigne, nel colloquio con il vignaiolo. È questa idea che ha differenziato la visione del vino di Slow Wine rispetto da quella delle altre guide. In questo modo Slow Wine ha avvicinato la Guida all’enologia e alla viticoltura, non quelle teoriche, ma quelle praticate da ogni azienda della Guida. Ciò ha portato anche, in chi collabora e scrive per Slow Wine, a un grande arricchimento umano, dovuto alla conoscenza di chi il vino lo fa.

Non è possibile avere presenti l’enologia e la viticoltura di 10 anni fa, e anche di oggi, solamente sedendo in una sala e degustando il vino col bicchiere davanti.

L'intenzione è stata quella dunque di spostare l'attenzione ​dal calice alla vigna​, all'agricoltura. Il team di Slow Wine era – ed è – convinto che il racconto di un vino e la sua valutazione debba passare anzitutto dall'agricoltura, dalla storia di quel vino di quell'azienda e in quel territorio.

Il team ha dunque iniziato 10 anni fa a visitare le singole aziende che probabilmente poi avrebbero fatto parte della Guida. Ascoltare chi fa il vino, chi sta in vigna e in cantina, vedere ogni anno i filari e assaggiare le nuove annate: questo è il grande cambiamento che sta alla base della Guida Slow Wine. L'attenzione si è spostata dalla sala degustazione / dal bicchiere all'azienda. Solo avendo un'immagine – che ogni anno viene aggiornata – del luogo in cui il vino nasce, si può dare una valutazione del vino che si ha nel bicchiere.

Mi permetto di citare in questo contesto una delle definizioni del vino che preferisco, data dal degustatore e scrittore Armando Castagno, per cui il vino è “racconto liquido del paesaggio”. Mi sembra che colga molto bene l’approccio al vino che Slow Wine vuole rappresentare.

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3.3 Il team di Slow Wine

Il team ​è un punto essenziale della filosofia di Slow Wine, per cui, facendo parte di Slow Food, l’idea di ​comunità ​è molto importante.

Senza i suoi collaboratori Slow Wine non esisterebbe, questo è un dato di fatto. Si tratta di persone che vengono da tutte le regioni d’Italia, di età e professioni diverse. Ciò che le unisce è la passione per il vino e per la loro regione. Chi collabora con Slow Wine difficilmente lo fa pensando di guadagnare in ricchezza e fama: la retribuzione c’è, ma è minima. I collaboratori vanno nelle aziende perché gli piace il contatto con la terra, con il vignaiolo, con il vino nella sua complessità di fattori naturali e umani. Col tempo capita che si instaurino anche rapporti di amicizia coi vignaioli. Questo tipo di conoscenza va oltre il bicchiere, è legato realisticamente a tutto ciò che ha portato quel liquido nel bicchiere.

Sarebbe una mancanza non accennare all’arricchimento anche umano che mi ha portato lo stage. I motivi sono principalmente due: il fatto che non si tratta di una grande azienda, ma di una piccola redazione, per cui si ha a che fare dalla mattina alla sera con coloro che ne fanno parte, in un’atmosfera molto conviviale. Infine il fatto che, durante le prime tre settimane dedicate alle degustazioni finali, ho conosciuto e ascoltato collaboratori praticamente da ogni regione italiana.

4. Come nasce ogni anno la Guida Slow Wine

La parte principale dello stage è stato capire come nasca ogni anno la guida e la partecipazione al lavoro redazionale dell'edizione 2020.

Di seguito illustro nel dettaglio le figure coinvolte ogni anno nel lavoro alla Guida e le varie

fasi del lavoro.

4.1 Le figure chiave

La Guida Slow Wine ha due curatori, che si sono spartiti due aree di competenza, facilmente riassumibili in regioni orientali (Fabio Giavedoni) e regioni occidentali + isole (Giancarlo Gariglio).

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Coordinati dai due curatori, ci sono i responsabili regionali. Ogni regione ha una o più persone che a loro volta coordinano più di 200 collaboratori distribuiti nelle regioni.

Chi sono i responsabili regionali e i collaboratori regionali? Spesso sono persone con esperienze precedenti in associazione Slow Food, alcuni sono sommelier Fisar (partner ufficiale della Guida). Sia i responsabili che i collaboratori visitano ogni anno le cantine che sono in Guida e le potenziali ​new entry​. Chi visita la cantina è anche colei o colui che scriverà la scheda della Guida.

4.2 Le visite in cantina

Le visite in cantina avvengono dalla primavera all'estate, quando escono le nuove annate dei vini e le vigne si risvegliano. Slow Wine cerca di inviare nelle aziende persone diverse ogni anno, a rotazione, che poi scrivono la scheda dell'azienda o delle aziende che visitano.

Chi va a visitare l’azienda solitamente compila una scheda: sono delle domande e dei dati che l’azienda fornisce ogni anno alla Guida, che andranno a fare parte della sua scheda in Guida. Qualche esempio: ettari vitati, pratiche agronomiche seguite, bottiglie prodotte, dati aziendali, vini proposti ecc. Ogni anno vengono presentati i nuovi vini messi in commercio dall'azienda nell'anno in cui esce la Guida, a partire da gennaio.

4.3 Le 3 fasi delle degustazioni

Le degustazioni alla cieca (foto 1), che fanno comunque parte del processo di valutazione dei vini, sono state poste in secondo piano o comunque integrate in modo diverso nella critica enologica. La degustazione del vino non si concentra sul liquido nel bicchiere che regge il degustatore in una stanza, ma parte dalla visita all'azienda. Questo approccio conferisce al vino in degustazione una storia, un contesto imprescindibile per capire il vino che si ha nel bicchiere e quindi per darne una valutazione a 360°.

Ci sono 3 passaggi nelle degustazioni di Slow Wine. Anzitutto gli assaggi del collaboratore in cantina, che deve selezionare al massimo 6 etichette. Dopodiché le aziende mandano i campioni alla sede regionale o presso i rispettivi consorzi. Responsabili e collaboratori regionali, affiancati da uno dei curatori, assaggiano e decidono quali etichette saranno degustate in finale. Infine in estate in redazione a Bra si tengono le cosiddette “finali”. A

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partire dalla seconda metà di luglio viene seguito un calendario di degustazione, in cui una o più giornate – in base alla quantità delle bottiglie da degustare – sono dedicate a una determinata regione italiana. Queste degustazioni si protraggono per circa un mese.

Alle finali partecipano i curatori, i redattori e i responsabili regionali. A ogni vino viene dato un punteggio in centesimi, che risulta dalla media dei voti dati precedentemente dai singoli degustatori. Il punteggio numerico è uno strumento utile per capirsi, ma per Slow Wine non è un parametro ultimo su cui basarsi. Il voto si basa su criteri quali la piacevolezza e l'aderenza territoriale del vino e si basa fortemente sull'esperienza degustativa di ognuno.

Foto 1. Un esempio di batteria di bottiglie pronte per la degustazione alla cieca.

Alla fine vengono assegnati i ​riconoscimenti ​ai vini (“Vino Slow”, “Vino quotidiano”,

“Grande vino”). Nell'assegnazione si considera, oltre al punteggio dato in degustazione,6 anche la visita in cantina e la conoscenza di quell'etichetta negli anni. Si vede dunque che nella valutazione complessiva del vino, oltre all'analisi organolettica, vengano presi in considerazione anche altri criteri, che talvolta risultano decisivi nella valutazione definitiva.

6 Definizione “Vino Slow”: “bottiglia che, oltre ad avere una qualità organolettica eccellente, riesce a

condensare nel bicchiere caratteri legati a territorio, storia e ambiente.” Nella definizione è compresa l’assenza di diserbo chimico nei vigneti dall’edizione 2017. Definizione “Vino Quotidiano”: “bottiglia eccellente sotto il profilo organolettico che costa fino a 10 € in enoteca.” Definizione “Grande Vino”: “bottiglia eccellente sotto il profilo organolettico.” ​Slow Wine 2020​, Slow Food editore 2019, p.8.

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Ci sono stati (pochi) momenti in cui si è creato un ​dibattito ​tra degustatori/degustatrici su uno dei vini assaggiati. Si è trattato di un confronto tra diversi modi di vedere soprattutto un certo tipo di vino, quello “naturale”. Alcuni dei vini assaggiati in finale, per qualcuno erano poco “precisi”, frutto di un approccio alla vinificazione forse troppo approssimativo.

Questi dibattiti sono positivi, perché è proficuo che in un team ci siano opinioni diverse, altrimenti si percorrerebbe una strada univoca. Benché ogni degustatore sia convinto della filosofia del vino portata avanti da Slow Wine, penso che sia il percorso che il vino ha fatto per arrivare alle finali, che il dibattito che può avere creato, sono segno di una molteplicità, di un’elasticità nel modo di vedere il vino interno a Slow Wine che può solo giovare.

Infine vorrei fare una glossa sul “tipo di degustatore” che ho osservato durante le finali, non solo quelli onnipresenti della redazione, ma soprattutto i collaboratori regionali che si sono susseguiti nelle prime settimane.

L’immagine del degustatore di vino ingessato nella gestualità e nel linguaggio, che spesso si ritrova nelle associazioni di sommelier, è piuttosto distante dai degustatori che ho conosciuto. Il clima è professionale tuttavia quasi sempre rilassato.

4.4 Le schede della Guida

Come ogni Guida, all’inizio è spiegato come interpretare alcuni simboli che poi si ritrovano nelle singole schede delle aziende. Ogni azienda può avere una chiocciola, una bottiglia o una moneta. Ogni vino può essere un “Vino Slow”, un “Grande vino” o un “Vino quotidiano”.7 Questi sono i 6 simboli più importanti della Guida Slow Wine.

Ogni scheda aziendale è divisa in 3 parti principali, dedicate all’azienda, alla vigna e ai vini. In aggiunta la Guida indica all’inizio le informazioni di contatto dell’azienda. Ci sono anche due possibili simboli che riguardano la singola azienda: la pentola (presenza di un ristorante o simili) e la chiave (l’azienda è anche struttura ricettiva). Infine c’è un simbolo promozionale

7Definizione “Chiocciola”: “simbolo assegnato a una cantina per il modo in cui interpreta valori (organolettici,

territoriali e ambientali) in sintonia con Slow Food. L’attribuzione di questo simbolo implica l’assenza di diserbo chimico nei vigneti. I vini di una Chiocciola rispondono anche al criterio del buon rapporto tra la qualità e il prezzo, tenuto conto di quando e dove sono stati prodotti. Definizione “Bottiglia”: “simbolo assegnato a quell’azienda che ha espresso un’ottima qualità media per tutte le bottiglie presentate alle degustazioni”. Definizione “Moneta”: “simbolo assegnato a quell’azienda che ha espresso un buon rapporto tra la qualità e il prezzo per tutte le bottiglie presentate alle nostre degustazioni”, ​Slow Wine 2020​, Slow Food editore 2019, p. 8.

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del -10%, che indica che l’azienda effettua uno sconto minimo del 10% sull’acquisto di vino al visitatore che visiti la cantina e abbia con sé l’ultima edizione della Guida.

Alla fine ogni scheda ha una parte tecnica in cui vengono indicate pratiche viticole ed enologiche: fertilizzanti, fitofarmaci, diserbo, lieviti, uve (di proprietà e/o acquistate), certificazione. I dettagli qui indicati sono quelli forniti dall’azienda al collaboratore che è andato a visitarla.

Le schede così strutturate vogliono sottolineare la rilevanza che si dà ogni anno alla storia dell'azienda, al lavoro in vigna e alla sua conduzione, indicando gli eventuali cambiamenti in vigna, in cantina e nell'annata in commercio.

4.5 Il lavoro redazionale

Il lavoro di redazione consta per buona parte nella revisione delle schede, ovvero nella correzione dell'italiano e dell’ortografia. La forma viene anzitutto corretta da editor professionali (quest'anno di Gabriele Rosso e Tommaso Martino), per essere comunque riletta più volte dalla redazione. Si deve pensare che le schede sono state scritte da persone diverse. Inoltre, in caso di dubbio, vengono verificati e aggiornati i dati delle singole aziende, chiamando o l’autore/l’autrice della scheda, sia anche l’azienda stessa. La revisione delle schede avviene su un apposito programma ovvero sul database della Guida di quell’anno. In seguito si passa all’impaginazione, per cui viene usato InDesign, programma di grafica della Suite Adobe. Le bozze impaginate e stampate vengono poi passate al correttore di bozze, che segna gli errori che vengono poi corretti nel database. Infine c’è la revisione conclusiva, in cui le schede di ogni regione vengono rilette un'ultima volta dai responsabili regionali.

A questo punto arrivano le cianografiche dalla stamperia, ovvero quelle stampe che riproducono fedelmente tutte le caratteristiche grafiche del prodotto. Qui avvengono le ultime eventuali correzioni di errori su ciano. La redazione della Guida si conclude con la firma del curatore in stamperia (nell’edizione 2020 si legge “la guida è stata chiusa in redazione il 6 settembre 2019”) che sancisce la messa in stampa.

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5. La presentazione della guida

Chi ha visto la Guida Slow Wine 2020 avrà notato che la copertina si differenzia sostanzialmente dalle edizioni precedenti. Il motivo della nuova veste grafica è l’anniversario della Guida, che quest’anno ha compiuto 10 anni.

La settimana prima della degustazione a Montecatini si è avuta una sorta di anteprima alla Milano Wine Week, in cui Slow Wine ha consegnato 3 premi speciali: alla carriera (Edi Keber), alla viticoltura sostenibile (azienda Il Paradiso di Manfredi) e al giovane vignaiolo (in questo caso i tre giovani vignaioli di SoloRoero).

La presentazione della Guida Slow Wine 2020 si è tenuta a Montecatini Terme, in due tempi e in due luoghi diversi. La mattina, al teatro Verdi (a pochi metri dalle terme), è avvenuta la presentazione ufficiale della Guida, a cui hanno partecipato la stampa e le aziende premiate. Il tema della conferenza di quest'anno erano la formazione e l'educazione al vino.

Sul palco c’erano i due curatori della Guida, assieme al presidente della Fisar (partner ufficiale di Slow Wine) e ad altri ospiti. Quest’anno gli interventi dei due curatori sono stati retrospettivi e si sono concentrati sulla domanda di che cosa sia cambiato nella Guida in questi 10 anni di lavoro. Nella Guida di quest'anno, in ogni introduzione regionale si è fatto il punto degli ultimi 10 anni di storia del vino in quella regione.

Per il pubblico la fiera ha aperto dopo pranzo e si è conclusa prima di cena. Per i collaboratori più stretti invece è iniziata all’alba e si è conclusa dopo cena. Di seguito illustrerò brevemente qualche dettaglio dello svolgimento e dell’organizzazione della giornata.

5.1 Montecatini: com'è stata strutturata la giornata

La mattina è avvenuta la presentazione ufficiale della Guida al teatro. In contemporanea sono stati accreditati i produttori, a cui è stato consegnato anche l’attestato per i premi ricevuti. Una parte dei collaboratori si è dedicata all’allestimento della degustazione presso le Terme Tettuccio.

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Dall’ora di pranzo gli organizzatori si sono spostati alle Terme Tettuccio per l’apertura al pubblico. Alle Terme lo spazio è stato diviso in 3 macroaree: l’area biglietteria, l’area libri e l’area della degustazione. Quest’anno c’erano due entrate all’evento: per il pubblico e per l’accredito di produttori e stampa. Il pubblico ha potuto comprare l’ingresso in loco oppure ritirare il biglietto acquistato preventivamente online.

5.2 Com'è strutturata la degustazione alle Terme Tettuccio

Le aziende di cui si assaggiano i vini alla degustazione di Slow Wine sono quelle premiate in Guida. Ognuna viene invitata e può portare solo i vini premiati con “bottiglia”, “chiocciola” o “moneta” e un secondo vino a propria discrezione. A ogni azienda viene chiesto quale soluzione scegliere: un banco per la singola azienda; un banco con sommelier Fisar, nel caso l’azienda non possa essere presente; la presenza delle etichette aziendali alle cosiddette “isole regionali”.

All’azienda non è richiesta una quota di partecipazione. L’azienda deve pagare qualcosa solo nel caso opti per il banco col sommelier, a cui deve corrispondere un onorario per le ore di servizio.

Le isole regionali sono state allestite presso la zona delle Terme con lunghi tavoli, centinaia di bottiglie suddivise per regioni e sottozone (es. Oltrepò pavese) e servita dai sommelier. Di seguito farò un esempio di come una bottiglia importante possa spostarsi dal banco del produttore alle isole regionali.

Quest’anno ad esempio è accaduto che, il giorno prima della partenza per Montecatini, abbia chiamato in redazione la responsabile della comunicazione di Florio la quale sarebbe dovuta essere presente. Il vino premiato, e che quindi sarebbe stato al banco del produttore, sarebbe stato L’Aegusa (Marsala secco superiore Riserva 1964), che ha un costo superiore a € 550. A causa di una malattia (pure contagiosa) della povera signora, nessuno dell’azienda è potuto essere presente a Montecatini e quindi non è rimasta altra possibilità che spostare un vino così importante all’enoteca regionale, raccomandandosi caldamente col sommelier di darlo in degustazione con grande attenzione.

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6. La comunicazione del vino di Slow Wine

La comunicazione di Slow Wine ha due canali: la redazione/stampa della Guida e il sito di Slow Wine. Oltre alla Guida, tutto l'anno la redazione di Slow Wine parla e scrive di vino anche tramite gli articoli su sito web e i suoi canali social (Facebook e Instagram).

Durante lo stage mi sono occupata anche della comunicazione digitale, in particolare del sito web e dei due social network, Facebook e Instagram. Avendo già una buona esperienza nel settore, ho potuto approfondire in redazione come funzionino i loro canali di comunicazione digitale. Questa è la parte del tirocinio in cui, anche grazie alle mie esperienze pregresse, ho potuto notare alcune problematiche, che riguardano la comunicazione digitale di Slow Wine: il sito web e i social network.

Questa è stata la parte del tirocinio in cui da un lato ho potuto offrire le mie competenze già acquisite e dall’altro ho capito dall’interno dove e come possano nascere certe problematiche.

6.1 Prospettive da insider: la comunicazione digitale

Per quanto riguarda la comunicazione digitale, sono emerse delle problematiche che riguardano le competenze informatiche, le risorse economiche e la gestione. In generale manca al momento una figura dedicata alla comunicazione digitale.

Bisogna partire dal fatto che Slow Wine nasce anzitutto come guida cartacea, ed è sull’edizione annuale della stessa che ogni anno si concentrano la maggior parte degli sforzi della redazione.

La comunicazione digitale sul sito di Slow Wine avviene con la pubblicazione settimanale di circa 5 articoli, scritti dai componenti della redazione e da altri collaboratori. La maggior parte degli articoli sono scritti da giornalisti e appassionati di vino di grande competenza sul tema vino e che sanno scrivere di vino, abituati tuttavia a scrivere per il ​cartaceo​. A oggi si è puntato principalmente sull'autorità professionale delle persone che scrivono di vino, che tuttavia non sono formate per scrivere sul web. Questa arretratezza riguarda soprattutto la mancata conoscenza del ​marketing digitale come strumento di lavoro e di diffusione della filosofia del vino di Slow Wine. Non vi è ad esempio una conoscenza della SEO, che è la tecnica per la scrittura sul web (semplificando: per comparire tra i primi risultati di ricerca di

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Google), e la comprensione della sua utilità per parlare del vino di Slow Wine. Inoltre c’è una conoscenza solo base dello strumento di scrittura utilizzato, il CMS Wordpress, di cui sono sfruttate solo in parte le potenzialità.

I profili sui social utilizzati da Slow Wine sono giovani, ovvero nati di recente. Va sviluppata e gestita con costanza una strategia di comunicazione sui social network, così da avere dei risultati significativi in base a degli obiettivi prefissati.

Per vari motivi Slow Wine ancora non ha una ​newsletter ​dedicata solo agli articoli del sito. Iscrivendosi alla newsletter, si riceve quella cumulativa di Slow Food. Tuttavia credo che la mancanza di una newsletter dedicata sia un punto debole della comunicazione, poiché limita la diffusione delle idee di Slow Wine. Non vengono sfruttate le potenzialità di uno strumento di marketing digitale come la newsletter.

Ho potuto confrontarmi su queste problematiche con la redazione e in particolare con Giancarlo Gariglio, a cui ho presentato anche il progetto di una possibile collaborazione futura che riguardi proprio una figura dedicata alla comunicazione digitale di Slow Wine. Inoltre ho sviluppato il format grafico attuale utilizzato per i post su Instagram e Facebook.

7. Strade di collaborazione e conclusioni

Considerato l’esito positivo dello stage, sia dal punto di vista formativo che personale, mi auguro che la collaborazione con la redazione di Slow Wine possa continuare e svilupparsi. A oggi ho scritto per il sito di Slow Wine due articoli. Il primo racconta della mia visita nel 8 Carso, e in particolare a Prepotto. L’articolo affronta un tema di grande attualità nel mondo contemporaneo del vino, il Prosecco, a cui vari autori hanno già dedicato alcuni articoli. Nel Carso ho visitato la cantina di Sandi Skerk, il quale nel 2020 dovrebbe uscire con un vino da Glera, che tuttavia non rientrerà nella denominazione di Trieste.

Il secondo articolo è il racconto di Eccopinò, un evento dedicato ai Vignaioli di Pinot nero9 dell’Appennino toscano, giunto alla sesta edizione. Qui parlo soprattutto dell’intervento di

8 https://www.slowfood.it/slowine/prosecco-o-non-prosecco-questo-il-problema/

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Figura

Foto 1.  Un esempio di batteria di bottiglie pronte per la degustazione alla cieca.

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