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Matematica Discreta Lezione del giorno 26 ottobre 2011

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(1)

Matematica Discreta

Lezione del giorno 26 ottobre 2011

Esaminiamo alcune terminologie particolari relative alla teoria delle disposizioni.

1) Permutazioni.

Nel caso particolare n=m, le disposizioni semplici di n elementi presi ad n ad n sono dette permutazioni degli n elementi dati: esse rappresentano in pratica tutti i modi diversi di disporre in ordine gli n elementi dati.

Il numero delle permutazioni di n elementi si ricava come caso particolare dalla formula della disposizioni semplici ponendo n=m: le permutazioni di n elementi sono dunque in numero di

n(n-1)(n-2)….. 1 = n!

Esempio: se A={1,2,3,4}, le permutazioni di 1,2,3,4 sono in numero di 4!=24, ed esse costituiscono l’insieme D

4,4

={1234, 1432, 2341, 4132, ……..} contenente appunto i 24 modi diversi di disporre in ordine gli elementi 1,2,3,4 .

2) Parole.

Nel linguaggio informatico, le disposizioni con ripetizione degli n elementi a

1

,a

2

,…,a

n

presi ad m ad m sono spesso chiamate parole di lunghezza m sull’alfabeto a

1

,a

2

,…,a

n

(gli elementi a

1

,a

2

,…,a

n

sono dette lettere dell’alfabeto): secondo quanto dimostrato quando abbiamo calcolato il numero delle disposizioni di n elementi presi ad m ad m, il numero delle parole di lunghezza m su un alfabeto di n lettere è n

m

.

Esempio: le parole di lunghezza 4 sull’alfabeto {0,1} sono le seguenti 2

4

=16 disposizioni con ripetizione dei 2 elementi 0,1 presi a 4 a 4:

{0000,1111,0001,0010,0100,1000,0011,0101,0110,1010,1100, 1001,1110,1101,1011,0111}

Combinazioni

Siano n,m due numeri naturali qualunque. Sia poi A un insieme di cardinalità n, contenente gli n elementi distinti a

1

,a

2

,…,a

n

.

Chiamiamo combinazione di classe m degli n elementi (o combinazione degli n elementi presi ad m ad m) un qualunque modo di scegliere m fra gli n elementi, non tenendo conto dell’ordine di scelta (quindi 2 combinazioni si distinguono fra loro solo per gli m elementi scelti e non per il loro ordine). Una combinazione è semplice se gli elementi scelti sono tutti distinti (e in questo caso necessariamente deve essere nm) oppure con ripetizione se è possibile ripetere qualche elemento più volte.

Indicheremo con C

n,m

l’insieme di tutte le possibili combinazioni semplici di classe m degli n elementi, e con C

rn,m

l’insieme di tutte le possibili combinazioni con ripetizione di classe m degli n elementi. Ovviamente ogni combinazione semplice è una particolare combinazione con ripetizione, quindi si ha C

n,m

 C

rn,m

.

Esempio: Se A={a,b,c,d}(quindi n=4) e se fissiamo m=3 si ha:

C

4,3

= {abc, abd, acd, bcd} ; C

r4,3

= {abc, abd, acd, bcd, aab, aac, aad, bbc, bba, bbd, cca, ccb, ccd,

dda, ddb, ddc, aaa, bbb, ccc, ddd}.

(2)

Numero delle combinazioni semplici

Calcoliamo la cardinalità di C

n

,

m

ossia il numero delle combinazioni semplici di n elementi a

1

,a

2

,

…,a

n

presi ad m ad m.

Ragionando come nel caso delle disposizioni semplici, si deduce che nel caso n<m non esiste nessuna di tali combinazioni semplici :

C

rn,m

=  nel caso n<m Quindi supponiamo di essere nel caso nm.

Consideriamo l’insieme D

n,m

delle disposizioni semplici degli n elementi presi ad m ad m:

sappiamo che ha cardinalità n(n-1)(n-2)….. (n-m+1).

Poiché nelle combinazioni l’ordine degli elementi non conta, possiamo suddividere l’insieme delle disposizioni D

n,m

in sottoinsiemi, ponendo in ciascun sottoinsieme le disposizioni che coinvolgono m elementi fissati fra gli n elementi dati: è ovvio che le diverse disposizioni poste nello stesso sottoinsieme corrispondono ad 1 sola combinazione.

(Per esempio se A={a,b,c,d}, n=4, m=3 potremmo fissare i 3 elementi a,b,c e considerare le disposizioni che coinvolgono solo a,b,c, cioè abc, acb, bac, bca, cab, cba: esse sono 6 diverse disposizioni ma rappresentano 1 sola combinazione).

Contare il numero delle combinazioni equivale a contare il numero dei sottoinsiemi in cui abbiamo suddiviso D

n,m

. Ma in ognuno di tali sottoinsiemi vi sono le disposizioni che coinvolgono m elementi fissati e queste non sono altro che le permutazioni di questi m elementi: sappiamo già che esse sono in numero di m!.

Dunque ognuno dei sottoinsiemi in cui abbiamo ripartito D

n,m

contiene lo stesso numero m! di disposizioni.

In totale il numero delle combinazioni semplici di n elementi a

1

,a

2

,…,a

n

presi ad m ad m si otterrà dividendo la cardinalità di D

n,m

per m!, ottenendo alla fine:

C

n

,

m

 =

m!

1) m 2)....(n 1)(n

n(n    

(sempre nell’ipotesi nm)

Tale numero (intero nonostante la rappresentazione sotto forma di frazione) è detto coefficiente binomiale ed è indicato con il simbolo:

 

 

 m n

= m!

1) m 2)....(n 1)(n

n(n    

(sempre nell’ipotesi nm)

Esempio: Se A={a,b,c,d,e,f} (quindi n=6) e se m=3, le combinazioni semplici dei 6 elementi presi

a 3 a 3 sono in numero di

 

 

 3 6

= (654)/3! = 20.

(3)

Esempio: Le combinazioni del Superenalotto sono le combinazioni semplici di 90 numeri presi a 6 a 6, quindi sono in numero di 90

6

   

  =(908988878685)/6! = 622.614.630 Significato insiemistico del coefficiente binomiale

Se A = { a

1

,a

2

,….,a

n

}, possiamo notare che sostanzialmente il concetto di combinazione semplice degli n elementi a

1

,a

2

,….,a

n

presi ad m ad m coincide con quello di sottoinsieme di cardinalità m contenuto nell’insieme A di cardinalità n (essendo gli elementi scelti nella combinazione tutti distinti e non tenendo conto del loro ordine).

Per esempio le combinazioni semplici dei 3 elementi a,b,c presi a 2 a 2:

ab, ac, bc

corrispondono sostanzialmente a tutti i sottoinsiemi di cardinalità 2 dell’insieme {a,b,c} di cardinalità 3:

{a,b}, {a,c}, {b,c}

Per quanto dimostrato nella teoria delle combinazioni semplici, se fissiamo due numeri naturali n, m (con nm), il coefficiente binomiale:

 

 

 m n

= m!

1) m 2)....(n 1)(n

n(n    

rappresenta dunque anche il numero dei sottoinsiemi di cardinalità m che sono contenuti in

un insieme A di cardinalità n.

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