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DEL COMMERCIO, DISSERTAZIONE DEL VENEZIA, SOPRA LA LIBERTA' NOBILE SIGNOR DALLE STAMPE DI ANTONIO 7. ATTA E FIGLI CON APPROVAZIONE, E PRIVILEGIO.

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(1)

SOPRA LA LIBERTA'

DEL COMMERCIO, DISSERTAZIONE

DEL

NOBILE SIGNOR

V

VENEZIA,

DALLE STAMPE

DI

ANTONIO

7.

ATTA

EFIGLI

CON APPROVAZIONE

,

E

PRIVILEGIO.

M.DCC. LXXXIX-

1 i

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(2)

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(3)

r

III«£•

PROGRAMMA

~P Revalendo

in tutta

l'Europa

la

maf-

fima

di

favorire

, ed

aumentare

il

com- mercio

; fi

domanda

fe le

mifure

che

vanno

ogni giorno prendendofi in quafi tutti i

Governi

d'interdire nei loro Sta- ti leproduzioni, e manifattureforefiiere

non

fienopiuttofio

una

contraddizione ,e

non formino un vero

oftacoloal

commer-

cio

medefimo

; efe

non j

o(Jepiuttofio uti- le allo fiejfo

commercio

in generale , e all'eccitamentodellinduftria, e dell’

emu-

lazione in particolare, che

da

tutti iGo-

verni

veniffe accordata

un

'illimitata li- bertà di efporfazione, e importazione re* ciproca di manifatture, eprodotti ditut- ti igeneri in ogni Paefe.

A A

a

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(4)

Eft modusin rebus; funtcertideniquefincs Quosultra

,citraquenequit confijlererecium. Horat.Serro.1- i.Sat.j.

I

ed byGoogle

(5)

4- v ^ AL LETTORE.

J?1U

tutte

r

arti , ele difcipline che più realmente intereflano1umanità, gliStati

, e

leNazioni, non va dubbio

,quelle fonodell’

Agricoltura,edelcommercio;equindi èche le produzioni d’una tal dalle didimamente appartengonoalPubblico

.

Alpubblicodunqueilluminato, e dicuiil liberogiudizionon va foggetto adedere fof- pefo , ofovvertito, ioprefento con fiducia egualmente che conrifpettoquella diflertazio- ne-,e faràegliil giudice competente , fe in effafia foftenutalapartedella verità, relati- vamente allaqueftione propofta dall’Accade- mia diPadova coll’enunziato fuo

Programma

;

dovendoli riputare giàevacuatoilconcorfo fo- pra delmedefinio

,poiché 1Accademiafletta cheP hapropofto nelFebbrajo 1786. per giu- dicareaPafqua 1787. le Dilfertazioni , che fodero Hate inviate alconcorfo,non ettendo- le poilembratonell’Agofto 1788; chebenché moltedieffe

fi.trovafferodegnedi lode/òddisfa- cefferoperò pienamente alP importanza dellargo- mento,hacredutoconvenientedi riprodurre(ov- vero d’innovare) ilProgrammaproponendolo neifeguentitermini.

„Siricercafe una piena afloluta, eilli-

„ mitatalibertàdi importazione, efportazio-

„ ne,ecircolazione di generi,eprodotti di

A

3 „na-

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(6)

VI

natura , edarte polla riufcirgeneralmente

„ vanuggiofa adogni Stato, efeparagonan-

,,do latotalità degli effetti, gliinconvenien*

tichepoteffero rifultarne fieno più,o me*

„ no confiderabili deivantaggj opporti' II.In

cafo , che quella indefinita libertà

non

fi

trovafle indiftintamente utile atutti iGo-

verni,fi

domanda

quali fianoiprincipj ge-

neralidafeguirfinelle modificazioni,e re-

„ Unzioni che doveflero apporvifi , fecondo

i caratteri, elecondizioni fifichee politi-

,,che dei varjStati.

' t

Notizie del

mondo

N.65. 13.Agoflo 1788.

E

con tale innovazionefi vide nel

nuovo Programma

fchicrata tutta quella importanza dell’argomento, acui non poteva certamente l’Accademiatrovarechepienamentefoddisfacef- ferole differtazionifcritte fui primo daerta propofto

Programma.

GradifcailPubblico libero,egenerofoin- sieme ancheiconatidichi fi volge allari- cercadelle utiliverità, coll’unicooggettodi farle prevalereallafeduzione,edall’errore

.

IN*

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(7)

•$.VII <£.

fi

INTRODUZIONE.

JLà

ragione, ediprogredivi lumidelcal- coloilluminandoleNazioni foprai più veri lorointere!!! anno adeffe dimoftrato : cheil

commercio dovevaeffere preferito allo fpirito diconquida,eche daluifoltanto,dall’Agri- coltura preceduto,fi potevaattendere la vera forza,elareale profperitàdegliStati;eperò in dipendenzadiquella verità conofciuta gli illuminati edattiviSovrani d’Europa fifono ora piùche per 1’addietroagara determina- tia promuovere,edapoflìbilmente aumenta- re neiloroStatiil commercio, avventurofa- menteinvaghitidiquell'alloro ,cheifierilen- do neifanguinoficampidiMarte,verdeggia

,

eprofpera acanto dellaridente pace,edel- latranquilla forza delleleggi ; trionfoil più gloriofodella ragione, feper effo giungono adabbracciarli infieme lapiù vera grandezza dei Sovrani,elamaggior felicitàdeifudditi

.

Senonchè le mifure che per così intereffantc oggetto vengonoprefedaiGoverni d’Europa fono poilepiù atte a confeguireilgrandein- tento? L’

amor

delpubblico bene taldubbio deffò in un’illuffre

Amico

degliuomini; e quindidall’Accademiadi Padovafu propollo Venunziato

Programma

.

Lafpeciofitàperòdell’argomento,non che

ilgradodiparticolare intereffechecon una-

A

4 ni-

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(8)

v

Vili•§•

«ime ardore fi fono impegnati d’annettervi alcuni dei più celebriScrittori , edimagni

fici oggetticui fi prefiflero d’ afpirare d’una interarivoluzionenell’ordineeconomico epo- liticodi tutte leNazioni , indifpenfabilmente richiedono chela difeuflìonedelmedefimode- rivi daprincipi, che non foggetti allaforza feducente del raziocinio , nèdipendenti dalla infidiofa licenzadelle ipotefi,

ma

fondati ben- nella natura,odianell’ordinetìfico, e

mo-

rale delle cofe, predar portano inconcurto il

fondamento ad unalegittima conclufione; e cosìdifeoprire ed aflicurare la ricercata veri- tà.Tali perciòfarannole mie guide, etale il mio oggettonell’efame che fono perintra- prenderedella propoftaQueftione.

Perifvolgere peròcon qualche chiarezza, eprecifionele mie idee, fiami permeilo di decomporreil

Programma

rterto, dividendolo in treparti. Nella primadelle quali io ver- feròintorno quellaparte del medefimo con cui fi

domanda

:

Se prevalendointutta 1’Europa lamaf-

„ fima di favorire, ed aumentare il

commer-

vciò, le mifurechevannoogni giorno pren-

dendofi inquafi tutti iGoverni d’interdire

nei loroStatile produzioni, ele manifat-

„tureforeftiere nonfieno piuttorto una con-

„ traddizione,enon formino un vero oflaco-

loal commercio medefimo

.

Nellafecondaverferò intornoquellaconcui

fi

domanda

. “ Se un’illimitatalibertà dief-

« por-

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(9)

IX

portazione,eimportazione reciproca dìprò-

ciotti, emanifatture dituttii generi, in ,,ogni Paefe,non fortepiùutileal

commer-

„ ciò ingenerale,,.

Nella terzaverferòintorno 1’ultima ricer- ca, ed è 1Se la della illimitatalibertà

non

,,fortepiù utileall’eccitamentodell’indudria

dell’emulazionein particolare„.

E

perchènon badagià il porrein veduta unaverità,

ma

èd’

uopo

altresì ilperfuader- nela-,nè potreifperaredi confeguirequellofe- condooggetto, qualoralafciaflìintatta tutta la forza di quelleimprertioni, che contrarie ai miei affanti, fi fonoalcuni predantiScrittori vivamente adoperatidi formare neiloro Let- tori,e peravventuranel

mondo

intero;con tantamaggiorfiduciadiriufcimento,quanto

,

congiuntaal valoredellapenna ,èpiùimpo- nente la celebritàdel loro

nome

; perciòalle treaccennateparti, iochiedodi poterne ag- giungereuna quarta, in cuirecaròadefamc

idivifamentìdi queiSctittoriiquali fiprefif- ferodipromovere funivcrfaleedillimitatali- bertàdicommercio:

E

fervirà aconfermaregli artunticontenuti nelletreantecedenti

.

PRIMA PARTE-

Pn

conofcere pertanto**Sele mifure che

?•> prendonfidaquali tuttiiGoverni d’Europa

»

formino unacontraddizione allamartimadi

»

(10)

4*4

favorire,edaumentare il commercio, ed

infieme unveroodacolo,eun dannorea- y,le al commercio medefimo „:

E

così rifpon- dere allaprima ricerca delProgramma;Io

mi

avvifoche badardeggiaildifeoprirequai rap- portiaverdebbano con ilcommercio lemi- fureche prendonfiataluopo daogniNazio- ne. Eglièperò incontradabile eh’effeaver devono un primo edirettorapporto col com- mercio diquello Stato

mededmo

,dacuiven- gonoprefe .

Ma

qualifono ed effer devono glioggetti chenel promovere, ed aumentare

il propriocommerciofi propone ogniNazio- ne?Quellinon va dubbiodi podibilmente ac- crefcerele interneproduzionidelfuolo,

non

chele nazionali manifatture , onde cosìau- mentareella poffa , 1’ azione delfuocredito inconfronto di quelladell’ altreNazioni, con cuicommercia; eperciòl’interdire le produ- zioni, ele manifatture foredieredivieneuna confeguenzadiretta,eneceffariadiquellamaf-

ma

, e diquei oggetti che ogniNazione fi

dee proporre efclufivamenteper ottenere ilfi-

neacuiafpira, edèquellodi podibilmente accrefcerelafua efportazione in confrontodell’

importazione; equindi giungere al

madimo

podìbileaumentodi potenza relativa, feopo primo ediretto d’ogniGoverno ,e,d’ogni Nazione illuminataed attiva .

Che

fe poi le mifure prefe, echetuttaviafifeguonoapren- deredai Governi d’Europa,fi voglianocon- fideraiinquel rapporto cheaver potrebbono con

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(11)

*1

<> XI

conilcommercioingenerale,e par generale commerciofi vogliaintendere una

fomma

ri- fuJtante dalle lìngule quantità nazionali; in quello caloè certo chele Nazioni procuran- dodi aumentare ilproprio, verrannoquindi a neceflariamente aumentare ancheilgenera- le; ovveroper generale commercio fivorrà intendereuna

fomma

indipendente dall’ au-

mento

di quellautilità che proporzionalmente dovrebbe accrefcerfi adognuna delle lìngule Nazionicomponentil’Europeo commercio; ed intal cafo èbenchiaro , che lemifureche

fiprendonodaiGoverni,

non

potendo eflere ordinate a favorire

un

commercio che

non può

intereflarli;giacchéaquello

modo

diver- rebbe perelfiil generale commercio

un

ente di ragione,

non

potrcbbonoquindilemifure dallimedefimipreleefierecenfurate

come

con- trarie allamalfima difavorire, ed aumentare

ilcommercio:Se peril fatto , eper lara- gione lamalfima dicadauna Nazione

non

ab- bianè debba avere altro oggetto chequello di favorire ed aumentareilrifpettivonazionale fuo commercio, e nongiàil generale prefo inquelloultimofenfo.

M’ avveggo però quale obbietto

mi

fi polla ben tollo recare innanzi contro quella mia conclufione.Si conceda,diràalcuno,che le mifureche fiprendono dairifpettivi Governi fieno diretteafavorire edaumentareil nazio- nalecommercioefclufivamente;

ma

fi verifica poiche conelfi ottenganoimedefimiilpro- po-

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(12)

•<£> XII•£.

portoliintento?Quello èciò cherettada dì- fcutere.

E

quefto appunto èciòche

mi

fa- reipropotto di paratamente indagare nelris-

pondereaquellaprima ricerca del Program-

ma;

fe nella feconda parte incui giàviene arifolverlì laprima,

non

a vetteaneceflaria- menterichiederttladiscuflione diquefto fecon- do punto; mentre conefla

domanda

.

„ Se nonfottepiuttofto utile allo fteflocom*

„mercio in generaleche da tuttiiGoverni

venifle accordata un’illimitata libertàdief- portazionc , eimportazione reciproca di pro- dotti,emanifattureditutti igeneri in ogni Paefe.

SECONDA PARTE-

Jt Er

battereperòlavia piùttcuranellari- cerca d’ unafondatae ragionevole rispofta a quellapartedel

Programma

,io

mi

eleggo per guide la naturaflettadelcommercio, egl’in- terelfidelleNazioni.

Non

percorrerònientedi-

meno

laStoria nèdiquelle,nèdi quello,e faròcontentodi riconofcere leoriginaliepo- chefoltanto dell’uno, edell’ altre,dalcui fenom’avvifo dipotertrarreifatti,eleno- zioni opportuneal miooggetto.

Indueflatipertanto io confedereròle Na- zioni inquellodifemplice natura,edinquel- lo difocialeincamminamento alla perfezione.

Nel primoftato ioveggo le Nazioniiftrutte

,

emof-

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(13)

zo

«£•XIII

e

mode

dallanaturafoltanto, limitarliaifoli Infognidi afloluta neceflìtà , ed eflerequindi fempliceil loroqualunquecommercio, com’

erano appuntoiloro bisogni . Il fuolo, la caccia, la pefca, fottoilmagiflero della na- tura,anziché dell’arte,, contribuivanofacil- menteilneceflfario aquell’

uomo

chenon co- nofceva ilfuperfluo;equindi lafola circola- zione di quelli generi,col mezzo del

mutuo

concambio, efleredoveva tutto il commercio d’una Tribù; nèdoveva elTervi alcun

com-

mercioellerno,fe nonallorachèalcuna dief- fefoprabbondavainqualche prodotto attoad elfere concambiato con le finitime; giacché,

mancando

in tale flato i fegni fattizj delva- loredelle cofe, lecofe ftefleellere dovevano valore> e fegno.

E

lìccome ivila mifura, e lalegge d’

un

talecommercioaltraeflere non poteva chequelladel bifogno da cuideriva- va , equellanon potevaeflere nè circofcrit- ta, nè limitatada alcuna legge , emifura, poiché niunapoteva effeme maggiore delbi- fogno,e dellarealeneceflìtà;quindi rifulta,

cheficcomelibera edillimitataeflere doveva lareciprocaimportazione

,edefportazionedi tutt’i generiatti afaziare quelloprimoefu-

premo

oggetto,cosi pureutile eflereella do- vevaatutteinfiemequelle Nazioni;avvegna- chépromofla , emantenuta da unreciproco eguale interefle .

potevaavvenirmai che unataleillimitatalibertà folleabufata , fe 1’

individuale bifognon’erailpreflede vigilante

,

ed

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(14)

4- Xiv

edilficuroCuftodedelia legge.

inventa- tiperanche i fegnifeducenti del valoredelle cofe,eravi pericolo chegiunger eflì poteffero aformarne ilfafcino,eche l’uomo,fedotto dall’apparenza,riceveffeil fegno perlacofa,

come

fuole addivenire fragli uominiciviliz- zati.Finattantoadunque che ilcommerciofi flette riftretto entroiconfinidi qucfla prima adoriginale fuaepoca, l’efportazione,eFim- portazione potevano effere illimitate ed utili infieme alleNazioni,fenon poteva

giammai

ufciredaeffecheilfuperfluo,nèentrarvi che

il neceffario.

E

non peranche nata 1’indu- ftria,conifuoi prodotti,econ lefue

ma-

nifatture ,

non

poteva da unaNazione effere attentatodanno verunoall’induflria dell’altra.

Ma non

fi rimaferogliuominientro

V

an- gufta sferadei primi naturali bifogni: c la civileSocietàdall’aumento d’ eflìoriginatae promoflà,in quelli deflandole faciliideedel reciprococonfrontol’individualefufliflenzadì femplice edaffoluta ficangiò inrelativa ; e quindi ciafchedun

uomo

fentìfvilupparfi den- trodife medefimo unacertatendenza edat- titudineamigliorarel’individuale fuo flato in confrontodi quello d’un'altrofuo fimile.I bifogniperciò che più non fono ifoli ed i femplici della naturanon poffono efferenep- pure daquellafola foddisfatti; eperciò vie piùfi fviluppa ecrefce nell’

uomo

,coll’efer- ciziodelle sue facoltà,quella ingenitaattitu- dineaperfeiionarfi,edamigliorareil proprio

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(15)

4* XV ^

flato,chefichiamaIndu/lria, e da cui pur trae la Tua origine lafeconda grand’

Epoca

del commercio.. .

L’ induftria per tanto educata dallo Hello amor propriofi fviluppa Tempre più pel fen- fodelpiacereche 1’

uomo

prova nelmiglio- rareil fuoflato,e perquell’irritamentoche fperimenta prodotto dall’altruiconfironto,e con l’imitazione dellanatura,mentre fivada effaallontanando,divieneVinduftriaflefla la prodigiofa inventricedell’ arti tutte,e ditut- tiiritrovati,onde ne va ricca 1’

umana

fo- cietà.

Ed

ohqual

nuovo

afpetto fottoil di leiimpero, prendetuttala vaftitàdel

Globo

( L’inerzia e labarbarie cedono il luogoall’

attività, ed allacivilizzazione , iprimi palli dell’

uomo

peravviarfiallegrandi imprefe,a cui indifiaccinge; econ ilbrutaleefelvag- gio afpetto chedepone , quello giàallume didominatordellaTerra.1 bruti,egliele- menti

non meno

riconofcono il di lui impe- ro.

La

terrafinoalloraintattafilafcia fquar- ciareperfino all’intimodel fuofeno, edi metalligli fomminiftra, cheiprimi ftromeu- tifono delladiluipotenza, (c) ecoltivata dall’Agricoltore,gliapre ccomunicatuttele fue

(a)Perqueflaragione ebbea direM.Loke cheil primodifeopritoredellaminieradi ferrofideveri- conofeerecomeilprimoinventore delle arti, e del- lacornucopia.Deinfelice»bum.ed. Lipi.

(16)

4- xvi 4*

fue ricchezze. Elladiviene una madre affet- tuofa ebeneficache lo palce,elo verte,ed egli un figlioche laaccarezza.L’antica felva cade, efi convertein popolofa Città, ela fiera minacciofa divenuta timida vi cede la fuatana . La Quercia annofa fprezzatricedi Borea ferveall’indurtria dell’

uomo

etrasfor- mata in navigliova acaminar full’onde. I monti alpeftrinon prima tocchi che dall’ala dell’Aquila,fonovallicatidal pièdell’

uomo.

I fiumi,ed i torrentiintollerantidi frenofof- frono ilpefo di cui eglifi carica, edobbe- difcono a’fuoicenni. Il marefinalmentein- domitoeineforabile al pari del fatoifteflb, fi afioggetta al nuovo impero;e 1’

uomo

fili- la cimadell’ ondefue frementifi erige

come

in trono,ed iviintrepidoegualmente che in- duftre ne deludele minaccie,e 1’ire,e mi- niftro anzi lo cortringe adeffere delle ardi- mentofe fue imprefe; ficcome divengono al- trettante fueguideperfolcareilterribile irre- quieto elemento leftelle , ilSole, etuttii

Pianeti

.

Figlio pertanto d’una Diva prodigiofa il commercio ftende acanto della medefimail yittoriofo fuoimpero fopra tutte le produzio- nidelfuolo,fopratutte le arti, e manifatr ture, efopra tuttii ritrovati degli uomini;

Quindi con nuove, cfpontaneerelazioni egli trattotratto fraloro legaed unifce gliuomi- nidi tutte le Nazioni, e di tutti iclimi ,e le varieedifpcrfcpopolazioni prendonocosì

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(17)

lOf

\

<> XVII

'

1’afpetto quaftd’una Pamiglia.Imutuiinfo- gni , 1’

amor

del piacere,il luffa

,elamol-

lezza, ivizj inlìemeconle virtùa garacon- corron aformarela grand’opera chele fcien- zepoi,ela legislazione perfezionano,econ- fervano; edil commercio chea quello

modo

hagiàacquiflatauna decifiva influenza fopra il benedere delleNazioni, ben guidamente diviene 1’ oggettodelleprimecure , edirei quafi, delculto degliattivi

e

beneficiSovra- nid’Europa.

Ora foffermiamoci a quefla grand’Epoca5

eflendiamoalquantolofguardo fopra della

me-

defima.Efia cifomminiflrerà ilumitratti dall’

ordinefifico, e morale dellecofe , non che dallafifica,e moralecoflituzione delleNazio- ni, ondepoter giungere afondatamente co- nofeere Se venendo accordata daiGoverni

una univerfaleedillimitata libertàdi

com-

„ mercio , queflafolle perriufeirepiù utile

alcommercio in generale, che1’ interdire ,,eh’eflì fanno nei loro flatileproduzioni,

c manifatture „ Nel che appunto confitte lafecondaricerca del

Programma

.

Se 1’induftriapertanto, che per le enun- ziate cagioni fidettò efurfe fragli uomini ,

fued è

T

elemento primo diquel commercio che fuceflealfemplicemente naturale, ene- ceflario; rifultaquindichela forza, elapo- tenzad’una Nazione commerciante faràfem- prefiata, edovrà pur Tempre eflerein pro- porzionedirettadella fuainduftria .

E

feun

*

*

B

fuo* '

I

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(18)

4 xviii 4

fuolo atto alla coltivazione,unageograficafl- tuazionepropizia all’eflerno commercio,

un

genionazionaleattivodilpofto all’arti, efa- cile all’imprefe, finalmente feunalegislazio- ne provvida, e faggia fono, efaranno mai femprele felici,e potenticagioni delmaflìmo fviluppodell’induflria d’una Nazione,necef- fariamente quindinederiva, cheigradidel- lanazionale induflria dovranno pure fempre corrifpondereal

numero

diquelle cagioni,al*

la variacombinazionefra di loro,non cheal maggiore,o minor gradodiforza,ed’inten- fìonedelle medefime; eperciòquellaNazio- ne dovrà elfere fratutte la piùinduflriofa,e potentein commercio cheinfe fola avventu- rofamentetutte le riuniica, quella la

meno

che in minorquantità, egrado , elealtre fraquelle due cflreme avranno unaforzain*

termedia,fempre però’ proporzionataerelati-*

vaal

numero

,eforza delle fopra indicate ca*

gioni.

Ora daquelli fatti,edaquellenozioni ven*

gono aneceflariamenterifultarelefeguentive- rità I. cheilmaggiore, o minor fviluppo dell’induflriahailfuo primo fondamentonel- lanaturaftelTa, oflìa nellatìfica coflituzione delleNazioni,la quale poipuò efleredai

mo-

raliinflituti perfezionata; dal che nederiva che dovrà fempreelTervi inevitabilmente una Nazionepiù induflriofadell’altra.II. chedal maggiore, o minorefviluppodell’induflriadi-

pendono

con rigorofa proporzioneigradidi for-

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(19)

4- xix

forza,equindidi preponderanza d’ una

Na-

zione fopra dell’altra. IILchedata

come

ne- celfaria,ed inevitabilequelladifferenza frale diverfeNazioni,dovràpur neceflariamenteac- cadere, checiafcheduna muoveràrelativa- mentealgrado di forza della rifpettiva fua molla;eperòla Nazioneindudriofa,eforte agendoinproporzione dcll’impulfo chelede- riveràdagli dimoli dell’innata fua cupidigia d’avviarli allamaggiore grandezza ed opulen- za,non chedalgradodellafua indudria,per confeguire quellioggetti , ella afpireràincef- fantemente ad attrarre afe tutta la maggior

fomma

podibiled’un attivo commercio;ela Nazione

meno

indudriofa collretta dalcon- frontoconquellaa riconofcere il proprio da- to,edi fuoipericoli,dovràindugiarli tutta per opporre un’ argine all’invalione che le prepara la Nazione indudriofa, ecosì poflì- bilmentedifenderlidal minacciato fuoannien- tamento*

Ed

ecco quindi

come

viene afcaturire la necelfariaorigine delle proibitiveleggi infat- todi commercio che la Nazione più indu- ftriofapromulga

come

un mezzo ilpiù atto ad aumentarela fua potenza, ela

meno

in- dudriofa

come

un mezzoilpiùefficacea pre- fervarladauna interarovina : eli fachiaro c manifedo, cheilfidemaproibitivoricono- fce ilfuoprincipiodalla naturaideda, odia dalla natura degliuomini,edall’originale co- dituzione delleNazioni

.

B

> Per

(20)

•$.

xx 4-

Per ciòcomprovare anche conifatti,noft ascendiamo giàaqueivctufti tempi appellati eroici»efolocantati daiPoeti,che d’elfine furono anchegliStorici,

ma

bensìla pura e veracelloriainterroghiamo , trafciegliendoda erta alcunidei più luminosi antichi crecenti efempj;e

vedremo

:che dileguate appenale caliginidei tempi , efeparata la lloriadalla favola, e dalla

menzogna

, quellaci prcfen- ta

un

Popolo inftrutto nelleartidella naviga- zione,edelcommercio,efoprad’ogn’ altro alloraricco epotente:Quellifono iFenizj i quali fituatifulle rivedelmare polloai con- fini dell’ Alia, e dell’Africa, giungono a

fomma

opulenza egrandezza,colconcentrare infe folitutto ilcommerciodell’Oriente,col mantenerli pergran tempofoliinpolTeffo del privativo ingreflonei porti dell*ubertofo Egit- to,efinalmentecol nafcondere ,quali mise- ro,all’altreNazioni,

1’arte,ela fcienzadel commerciodicui, a quei tempi,n*erano ef- li foltantoliconofcitori.

Non

parlerò di Atene, dell’ altre Gre- che Repubbliche,evalga per tutti1’efempio folodi Cartaginela più grande perchèla Si- gnoradelmare, e P emuladi

Roma

.Illi-

ilema proibitivo eh’ ella adotta,

come

ilpiù vantaggiofo , vienepoida lei ellefo inpro- porzione che vanno aumentandoliigradi del- lefue ricchezze, edella fuapotenza; gelofa quindi diconfervarfi

P

impero delmare, e

l’intero dominiofopratutto ilcommercio, el-

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(21)

1Oi

XXI

lavieta ai foreftieri il trafficare nella Sarde- gna,everfo le colonne d’Ercole, e perfino proibifce a’Sardi ilcoltivare la terra fiotto penadellavita

E

aquello

modo

,dicel’il- lullrePrefidente diMontefquieu,Cartagineac- crefcelafiuapotenzacolle fuericchezze, edin seguitolesue ricchezzeconlasuapotenza

.(a)

Contro dei

Romani

poi Ella dichiara, che

non

avrebbe {offertomai chenavigafferodi là dal Promontorio Bello, chelavaflero le loro ma- ni neimari diSicilia,che trafficafleroin Sar- degna,edin Africa, eccettuata Cartaginefo- la,eccezione,dicelo fteffoSignor del

Mon-

tefquieu,che ben fa conofcere che Cartagine non preparavaa

Roma un

vantaggiofo

com-

mercio. (ò) Nel

modo

ideilo,difcendendo a tempi

meno

danoi lontaniadoperarono iPor- toghefi, divenuti effi padroni della Guinea, dell’Arabia, dellaPerfia,

delleMolucche , delCeylan,ecoglillabilimentidi

Macao,

di- venutieffi pure padroni del commerciodella China,e delGiapone,

non

permifero piùche inquelloimmenfo trattodimare navigarpo- telTenèNazione,nèParticolare alcunofenza

un

loroPalTaporto-,ed ilprivativo

commercio

dellacannella,delpevere,delferro, dell’ac- ciajo,ed’ogni altropreziofogenere,lirefe gliarbitrialTolutidel prezzo ditutte lepro-

B

3 du-

1

-S

*

—-~

C

(a)DerefpritdeiLois.

X

.i.l.

n.

jimfttrdam

XJJU

(t) Ibidem

.

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(22)

<£>

XXII «>

dazioni, e manifatturedell’Europa, edeli*

Ada-, (a) e quindi queda Nazione pervenne aqual

madìmo

gradodi opulenza , edifor- za, acui forse niun’altragiunfe delleEuro- pee, e che piùlungotempo avrebbeellapo- tuto confervare,fe l’ebbrezza delle facilicon- quide non 1’avelie ben predo trafportata a tuttiglieccedi della maggior corruzione. Gli Olandefi emulatori dell’Opulenza Portoghefe adoperarono imezzi idedi per confcguirla,ed

il commercio elclufivo delle fpecieriea cui giungono dopo il loro dabilimento alle

Mo-

lucche,divieneil fonte principale,edinefau- flo delle,loro illimitate dovizie, e dellaloro cosìedefacommercievole potenza. In

quedo modo

finalmenteatantaeminenzadi gloriae di poterepervennel’inghilterra.Erede queda dell’ indudria punica, e del valor

romano

,

colla feienzadella legislazione, edelcommer- cio,dicui la primain Europa neintefe, e dettòiveri precetti,ellaaccrebbelafua po- tenzaper guifadanon dovere d’altracofapiù temere, chedell’eccedo dellamedefima; ed

il proibitivo fidema che ne fula bafe edil

fondamento prete già tutta la maggior fua forzae confidenza dalcelebre attodi naviga- zione,con cuis’ella,adettadellodato Si- gnordi Montesquieu,anguftia ilNegoziante,

(e)Raynal. liifioirePbilofopb.

&

Polit. T.I,pag.

116. Genevej75 7

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(23)

\ ^it

XXIII v

favorifceperòedavvantaggiail nazionalefuo commercio.

Con

quellaleggeche 1Inghilter- rapubblicò1’anno 1660 ;oltre ildivieto di molti generinazionali per 1’efportazione,co-

me

le lane,ilcarbone,icavalliallorché

non

fienocaftrati,ella vietò poi1’entratain tutti iCuoi porti adogni vafcello (Iraniero carico dimercanzie che nonfolleròdelprodotto na- zionale,equindi con una tal leggeella ven- nenel tempo (ledoad interdire ogni

com-

mercio con

r

Olanda; giacché quella eraap- punto lafolaNazione che.poteva allora

com-

merciare con 1Inghilterra fenza averbilogno di trafportarvi mercanzieInglefi . (a) Perloc- chèfcoffa 1’Olanda da

un

colpo che veniva ad elTereprincipalmente diretto contro di lei, tentò bensìanche con 1’ armidi far.rivocare

qn

Editto che metteva ilgiogo alla libertà delfuo commercio-,

ma

l’imprefainfelicemen- te riufcì

, nè potè Ella,in quell’incontroad altragloria afpirare,che aquella d'averfo- la combattutoperlalibertà dell’Europeo

com-

mercio;giacché1Inghilterra vittoriofa, dal- lafua leggevie più (labilità e confermata, feguì ariconofcereP epocafauftifiimadelmaf- fimofuo innalzamento.

(a)Cromzrvelchefu tautoredi quefi'atto eoneffo foto'venne acompenfare(dice un illufireScrittore lnglefe)tutto ilmalechein altro genere etrecò a, lafua Patria

.

B

4

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(24)

1.11.

XXIV

<£•

K

fe ècerto , ficcomefino adora

vedem- mo

, cheilproibitivo fiftemafuTempre mai riconofciuto datutte le più induftriofee po- tentiNazioni

come

il primo elemento della loro grandezza,

non

che

come

il mezzoilpiù ficuro per follecitamente confeguirla; E'certo egualmente ch’egli fu,e faràpure

un

mezzo- dei tutto neceftàrio alle

meno

induftriolee potenti, onde opporre con eflo un’ argine al- la ficura formidabile irruzionedi quelle , e così pofiibilmente prefervarfi dal minacciato loroannientamento.

Ed

in fatti,o la Nazio-

ne

povera d’indurtriafarà riccaperfertilitàdi fuolo, ficcome percfempio,èlaPolonia

,ed

intalcafo,faràella deltinataaraccogliere le ricchezzedi natura perconcambiarle conquel- ledell’ arti firanieredelle qualiabbifognerà

, e

così arricchire laNazione induftriofa concui farà ellail luo commercio, mentre fe fletta àmpoverifce;eciò finattantochèinerta lofpi- ritofi delti dell’induftria, e furga il Genio dell’ arti,il quale nonfia peròche fia giam-

mai

perdettarli

, lenon allorachèil naziòna- le torporedaun rigorofodivieto dell’ ettere manifatture, venga cottrcttoafcuoterfi , efi

lprigioni 1 induftria: lo chepoifaràpiù fa- cilmente perriufcire,allorachèlaNazione fia giàabituataaguftareicomodidell’arti,e le deliziedellutto. Ovvero la Nazione povera

d

3induftria lo faràpuranche dei territoriali prodotti,edalloranonpotràche rapidamen- teincamminarliad unofiatodil'ervitù;edi op-

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(25)

0.1

xxv

opprertìone, fattavittima del ficuro

monopo-

lio delle Nazioniinduftriofe dallequali dovrà ella,ad ogni corto, mercare la propriafurti-*

lìenza:efola poi quellaNazione , ancorché povera d’induftriae deiterritoriali prodotti,

potrebbe prefervarfi dacosìfatale pericolo,e

danno

, nellaqualeil

numero

deiconfumato- ri nonforte maggiore dellaquantitàdelle ter- ritorialifue rendite,efepriva d’indurtrialo forte puranche d’ ognifattiziobifogno

,per-

chè

non

corrotta dalla mollezza,edal ludo.

Ma

egualefarà maifrale civilizzate ,la cosi privilegiataNazione ?

E

feanche viforte in alcun angolodel

Globo

,non dovrebbe ella

,

Imitando fefempio diquei abitatoridella Bel- gica,dei quali ciparlaCefare,neceflariamen- te , e rigorofamente vietare 1’ introduzione d’ogniedera manifattura

,qualorarimaner

non

volerte efporta ai vaganti miafmi del conta- giofo lurto, evittima quindirimanere d’una irreparabile corruzione?

Perle ragioniadunquerecate,

non

che per

ifattiche le confermano chiaramenterifulta*

Edereilproibitivo fiftema infatto di

commer-

cio

un

prodotto neceflario della natura degli uomini,non chedellafifica,emorale cofti- tuzionedelleNazioni,le qualiperciò conven- nerotutte neladottarlo , o

come

elemento dell'ambita grandezza, o

come

prefervativo deltemuto annientamento.

E

feella ècosì,

come

èdifatto

,potrebbe giammaialle mede- lime unitamente,odiaal commercio

m

genera-

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(26)

XXVI §.

Ifiriuscirepiù utileì universale,e illimitatali- bertà? Laquale mentre verrebbe ad opporG direttamente aquei oggetti, acui per loro natura,devono afpiraregli uomini, ele Na- zioni , ficcome di l'opraofTervammo,

non

potrebbe che tender anzi allatotale rovina delcommercio fteflo .

Una

tale veritàèper renderli pienamente fenfibile,edimoftrata fu- J>itocheli volgalo sguardo aquei indifpen- fabilieffettichederivaredovrebbono alle

Na-

zioni dall’ammelTaillimitatalibertàdicommer- cio.

Convengano

pertantotutti i Governi

d’Eu-

ropa nell’admettere una tanto libertà fra di loro« etolta ogni barriera, ed alzataogni diga,da Cadice ad Arcangelo vegga ilcom- mercio ornailiberamentecompiereil generale fuo Auflo , eriflulTo.

Ma

che! Si cangierà forfè perciòlanatura degli uomini, ela tìfi-

ca,emorale coftituzionedelleNazioni? Sce-

merà

forfè in quelli 1’innata cupidigia dell’

oro,ed inquefte il congenitoappetitod’au- mentare larelativa loro potenza? Mai

no

cer- tamente: che indipendente la natura dalle

umane

convenzioni,conferverà ella mai Tem- pre illefi e prefervatiiTuoi diritti, e ferma rimanendo la qeceffariadifferenza , che ve-

demmo

dovervielfere fra leNazioni,

1’una

induflriofa epotente incommercio ,inerte 1*

altrae debole-rdovràquindi elTered’

ognuna

il iqovimento,el’attività talequale faràpu- le ilgradodellapreflione chericeverà la rif- pet-

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(27)

ztr

XXVII.

pettiva fua molla;eperciòdella Nazione in- dullriofaepotente il

movimento

faràpronto

,

celere,evigorofo ; e dell’inerte edebole,

tardo, lento,edinefficace. Quella dirigendo jTuoi movimenti con lafola guida dellafua utilitàfi volgerà tutta prontamente all’efpor- tazione deiluoiprodotti , emanifatture, c conquelle equellifivuoterà Ellain feno del- leNazioni

meno

indufiriofe, equindi le pi$

bifognofe fenza alcun ritegno, e mifura; e benché fiammetta che quellein tal cafofie-

no

pertentare con ognisforzo di poffibilmen- teopporre tutta la lororeazione con1’efpor- tazione d’ogniloro prodotto,emanifattura,

non

potrà mai nientedimeno qualunque conato elTere ballanteall’

uopo

: chela loro efporta- zione non potrà in alcun

modo

giungere ad equilibrarela

fomma

dell’importazionealo- rodebito.

E

feanche fi volefiefupporre che quelle Nazioni in vedutadel loro pericolore- fi) manifello ,fi determinalfero fubitoa porre ineferciziocon tutta la maggior poffibile at- tività> la loroindullria, e

come

potrebbono contuttociòadoperarlitanto follecitamente , e per

modo

taleda poter giungere atempo d’opporre

un

grado proporzionatod’attività,

e d’ indullria aquello della già indullriofa Nazione , la quale con ipreparati fuoipro- dotti,e conleperfezionate fuemanifatturele aveffiegià prevenute,ene avelieancheoccu- pato lo lmercio ?

E

perciò dovrebbe necelTa- riamente avvenire, chefatte , a quello mo- do

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(28)

<£>

XXVIII. 4-

do

,le Nazioniinduftriofe,epotenti,le fo- learbitredelcommercio ,le

meno

indulto

,

e quindile più bifognofe irreparabilmente ca- deredovrebbono fottoildifpotifmo diquel- le,edavviarlicosì all’intero loro annienta-

mento

.(a )

Ma

che! forfè perciò verrebbe adaccrescerlidurevolmente 1’opulenza , ela polTanza delle induftriofeNazioni ? Mai no:

che leNazioni deboli,divenute femplici con- fumatricidelle induftriofe,epotenti, nonpo- tendoreggere alla

fomma

deldebito per la femprepiù crefcente paffiva importazione , e fpecialmente di quella che riguardalii pro- dotti, ele manifatturediluflò;(giacché in proporzione appunto dell’ accrefciuta paffiva importazione dovrebbedecrefcere, e languire la

(a)lipredominio,offiailtrionfodell'induftriafidì- dein particolarmodo pienamente "verificarfiafavo-

, re dellaFrancia,allorachèfottoilRegnodiLuigi XiV.il GranColbertpromovendocontantaattiviti larti, eilcommercio,mentreallafteffaprocacciò grandi vantaggi,refedeboli leemulevicinePo- tenze,prefjocuimenoera coltivata l'induftria;e piaga profonda poi,e forfè infanabile recò alt Ita- lia;giacchégliItalianiaqueitempi,più cheogn'al- traNazione,inciviliti,e ferita alcunmotivoet effe- reawerfialnomefrancefe

,fiInficiaronoliberamen- teinnondaredaogni Francefemanifattura:edeca- dutadaqueldì/’Italia,piùnonriforfe, egeme tuttaviafiottoildifpotifmodelieftera Induftria.

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(29)

a.t

la lorogiàperfé tenue induftria); farebbe-

ro

quindi corrette,conunaneceffariamode- razione, aTempre piùminorareil confumo dell’ effere mercanzie, e inconfeguenza do- vrebbe pure viepiù fcemarfi ,acreditodel- leinduffriofeNazioni , 1’efportazioneconfi- curo , eben grave dannodel loro

commer-

cio.

Oraper tanto Te dalla natura ffeffa delle cofeè indifpenfabilmente richiedo, che una differenzaeffervi debba fra Nazione, e

Na-

zionepiù induffriofa 1’una,e1’altra

meno

; sequindi il proibitivo fiftemaripete l’origine fua dall’ordine fteffo fifico, emorale delle

umane

cofe; fe perciò fufempre mai da tut- teleNazioniadottato; efe finalmente dell’

univerfale , eillimitata libertà contemplando gli effetti,ficonfermano quelle verità,e vie piùevidentementerifulta, cheanziché poter effere una tanta libertà più utile algenerale commercio di quello fia ilproibitivo (Ulema,

dovrebberiufeire totalmente rovinofa agliin- tereflì di tutte le Nazioni induffriofe che inerti,potenti,che deboli, odia algene- ralecommercio

.

Adunque

fidovrà conchiudere:

Che nonfiaperefferepiùutilealcommercioin generale,chedatutti iSovrani d’Europa ven- gauccordata unillimitata libertà di e

f

poriasio- ne,e importazionereciproca diprodotti,e

ma-

nifatture d*ognigenereinogniPacfey

Lo

cheera daefaminare

,edaconofcere.

Ma

fillimitatalibertàdi commercio farà poi

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(30)

<£>

XXX

•£.

piùutile oli'eccitamento deirinduflria,cdell

*

emulatoneinparticolare? Quefla è laricer- cadella terza parte del

Programma

, efarà

l’argomento della Terza partepure di que- lla Memoria.

TERZA PARTE-

JPer

leoffervazioni difopra fatte , fivide 1’induflria natadal bifogno primo elemento delcommercio,fvilupparfi,e crefcereinpro- porzione del

numero

, edella forzadelle fe- licicombinazioni che concorfero alla di lui profperità.Divenutaquindi 1’ induflria*per tal

modo

,lafelice, epotentecagione della maggiore Opulenza d’ una Nazione;per con- fervarfi Vinduflria fleffa vegetaedattiva, e Vie più aumentarli e chiaro che dovrà ella ripetere 1*alimento fuodaquellautilità

me-

defima, da cuitraffelaprimafua nutrizione eprofperò.Ora,perquanto teflèfi fecema- nifeflo:ammefTa l'univerfale, eillimitataliber- tàdicommercio , le debolie

meno

induflrio- fe Nazioni dovrebbono rimanere totalmente efpofte afperimentarei danni del

mo

nopolio%

non

che deldifpotifmo delle potenti

^indu-

flriofe> equindi in quelle irreparabilmente perire dovrebbe ognireliquiad’ attività*ed’

induflria; e minoratoilconsumodegliefleri prodotti,edelle edere manifatture,attefa la tnancanza del danaro, e dei cambj, effetti dell’

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(31)

4- Xxxi ^

dellannichilata indudria

,dovrebbeper necefl fariaconfeguenza anche Tempre più fcemare

T

efportazione a credito delle indudriòfe

Na-

zioni, e perciò anziché poter edereviepiù eccitatal’indudria

, nel

nuovo

(Ulema, (per la fottrazione delneccflario,eprimofuo ele-

mento

qualefiè l’utilità) dovrebbeellaogni di piùdecrefcere, e finalmentemancare del tutto . Bensì potente, emaravigliofo eccita-

mento

fivide mai Tempredalleproibitiveleg- giderivare all’induftriadelleNazioni, codret- te a vvilupparla dagliincedami (limolideilo- ro bifogni, ediquelle poi didimamente che fiorentinellartifi

hanno

acquidata rinomanza pel

gudo

, eperlafinitezzadelle medefime« giacché quede non avrebbono potutoconfer- varfi T aquidato afcendente , e tenerenelle

meno

indudriòfe Nazioni eccitataT appetenza delleloro manifatture, e molto

meno

avreb-

bono

potuto vinceregliodacoli del vigiledi- vietoadannodellaloro efportazione, (ècol laperenne novità,ecoll’ elquifitoraffinamen- to delleloro arti,atanto oggetto

non

fi fo£

fero incedantemente indudriate di pervenire.

Donde

poi anche avvenne, cheleindudriòfe Nazioni

hanno

cosi potuto fidare qualunque prezzoalle loro mercanziediludo, ed

hanno

altresì potuto giungere ad equilibrareiperi- colidelclandedino commercio ; equindifi avverò

, che mentre leproibitive leggiirrita^

no

1appetenzadelle forediere manifatture nel- le

meno

indudriòfeNazioni »

ma

pur

domi»

nate

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(32)

4 xxxii. 4

nate dalludo, maravigliofamente infiemecon- fluirono apromovere 1’inceflante novità , il

variatogufto , non che la più foddisfacente perfezione inquelle Nazioni, che eminente-

mente

induftriofe , fi hannogià acquiflatoil diritto di regnarefopra l’opinione, edidare la legge irrevocabile della

Moda

al

mondo Europeo

;e perciò,malgradole piùrigorofe probizioni tuttavia s’introducono nell’Inghil- terralericche floffe della Francia, e iTuoi galoni d’oro, ed’argento , lacuimaggior leggerezza,eluftrouniti al più baffo prezzo,

ne

aflicuranoallaFrancia la concorrenza,elo fmercio; eciòchefidice, per unatal claf- fedi manifatture, di quella Nazionerifpetto all’Inghilterra, fi

può

dire egualmente della medefima rapporto a quella , per quelle

ma-

nifattureche diftinguendofi per la loro per- fezione, efinitezza, tanto onorano labritta- nica indullria

.

Ma

fe Villimitatalibertàdi commercioeffere

inalcun

modo

poteffe utileall’eccitamento delf induflriainparticolare, a qual Nazionelo fa-

rebbe Ella didimamente?

A

quella forfè che d’arti affattonefoffe priva, ovvero aquella incuid’ effe nemancaffe foltantola perfezio- ne? Se dellaprima fiparli,e

come

mai po- trebbe ciò avvenire, allorachè> colla libera importazione d*ogni efteramanifattura,tro- vaffeella ondefaziare ognifuo bifogno?

E come

mai in talcafo , fe anche inquella Nazione, per qualche fauftacombinazione ,

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(33)

1Z

4 XXXIII 4

fotteperdettarliil Genio dell’ arti

,potrebbo-

no

poi quette trarreil neceflarioloroalimen- todall’utilitàonde profperare,fé quelladal- le introdotte perfezionatemanifatture levenif- fetutta,lenzaottacoloalcuno , tolta erapi- ta ?

E

di fatto

come

mai avrebbepotutoCol- bert neppur lufingarttdi veder nalcere,

non

che profperarel'otto degliocchjfuoile cele- brimanifatturedi

Lyon

, di Seidan,di Lou- viers,delBeuf,d’Albeville, etant’altre che in Franciaper padre riconofcono ilGenio di quelgrand’uomo,fe lanalcente induttrianon avelTeeglicon opportune proibitive leggi va- lidamenteallìcurata, ficcomedi fatto ei fece?

Ovveroli vorrebbe che 1’illimitata liberta di commerciofotte per riufeirepiù utile,allafe- conda Nazione, aquella cioè in cui1’in- duftria abbifognafle d’ ettere perfezionatafol- tanto.

Ma

potrebbeellapoi perfezionarfigiam- mai,finattantoche permettette liberatotal- menteinetta l’Introduzione d’ognietterama- nifattura?

No

certamente:giacchéo le ma- nifatture introdotte farebbono per avventura rozzeedimperfette , ed in talcafo qualec- citamento darette potrebbono allanazionale induftria?

0

farebbono perfezionate e finite, edallora ,

non

dovrebbe necefi'ariamenteav- venireche,

come

tali meritandodi ettereal- lenazionali preferite, ed occupando quindi Vinteroconfumo,anziché poterlila naziona- le induftriaavviare alla maggiorfuaperfezio-

ni ne

,

(34)

XXXIV

ne,priva diutilità e d'onorene rimarebbedel tuttorintuzzata,edoppreiTa?

Ciò chefi dice dell’induftria potrà altresì eflereapplicato allemulazione, la qualepro- priamente confitte inquel grado infolito di attività,chefuole dettarliinuna Nazioneal- lavilladegli avanzamenti dell’

Emula

,o fi- nitima, all’afpetto della cui profperitàecci- tandoliin quellaitimori d’

un

danno, viene quindia promoverliinetta 1*utilerivalità-,e perciò1’emulazionecheli dettavieneadette*

re

come un

rinforzo aU’induftriamedelima per vie piùatticurarfigli oggettia cui ogni Na- zione afpiradell’aumento pottibiledellarela- tivafuapotenza,in confronto degliavanza- mentidellacontermine orivale .

E

cosìap- puntol’induftria,el’opulenzadeiPortoglie- li eccitò 1'emulazione degli Olande!!, e la profperità e grandezza dell’Inghilterra fuil

primo

epotente fpronecheeccitò

V

indujlria,

Cemulazione della Francia;ilche nonfarebbe certamente avvenuto

, feil proibitivoliftema

non

fottefiato reciprocamente adottatodalle Nazioni;giacchél’emulazione,(tortocheve- nittfefra di loro introdottalaillimitatalibertà, -Cconerta l’immaginatafratellanzad’interefli) dovrebbe neceflariamente languire, anzi del tuttoceflare perleragionitettòrecate .

E

fe niente di

meno

fivoleflepurfupporre chean- cheadottato untale

nuovo

firtema, potette continuarea rimanereccitatonelleNazionilo fti-

(35)

2X

4* XXXV 4?

(limolo eil fomite all’aumento della relativa loro potenza, verrebbe dinecefftà anche a mantenerli > ed anzi ad accrefcerfi vie più quella ineguaglianza fra di loro d’indufiria,

ediforze

,percui1’unafopraftando all’altra, la forte opprimendo la debole,equella op- preffa e impoverita minorando le- utilità a quella; 1’effetto irreparabiledovrebbe effere purquello del minorato commercio higenera- le

non

folo,

ma

dellaminorataeziandioindù- fina ed emulazione inparticolare. Verità che provataficcome confido,perquanto difopra fi è detto,riceveràtuttalaconfermadall’ efa-

me,

acui

mi

accingo dei divifamenti. Su ta- leargomento,d’alcuni deipiù celebri

Moder-

niScrittori che di propofitofi prefiffero di promovere fillimitata libertàdicommercio

.

QUARTA PARTE

.

Uantunqueper tuttociòchefino adora

fièconfiderato,ilproibitivofiftema,in fatto dicommercio, apparifeafondatonellanatura fteffadegli uomini, enella fifica, emorale collituzione delleNazioni, e quindi fembri cheoltre1*efferefiatointuttiitempi,e da tutteleNazioni adottato, doveffe pur effere

come

talefacilmente riconofciutodaiFilofofi,

cheal conofcimento dellanatura dellecole , offa della verità per iftituto debbonoaspira- re -, nientedi

meno

peròalcuni uominiche

C

2 filo-

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(36)

*> XXXVI

<$>

filofofifiappellano ,efono perforzad'inge- gno,per vivacità d’immaginazione,

non

che per copiad’eloquenzadifiintamentepreftanti

,

anzichéammettere il proibitivo fiftema,edin elfo riconofcere1’alimento dell’induftria,il

fondamento dell’opulenza e della grandezza delleNazioni induftriofe,edi più

un

necef- i'ario prefervativoper le debolie

meno

indu- firi, anno trovato in erto un nemicoilpiù fataleall’induftria iftefta, edai progreflì del commercio;non che una inefaufta funeftafor- gente di gelofie,edi guerrefra le

commer-

cianti Nazioni;equindi annoefli riputatodi poter comparire ipiù benemeritidell’umani- tà^non che del pubblico bene, fequafitu- tori nati delleNazionie dei Popoli , folle lororiufeito difare ad efli conofcere il loro inganno nel adottato proibitivofiftema;efe perciò venifle al medefimofoftituita una illi- mitata libertàdi commercio

; nelqual

nuovo

fi-

ftema foltanto efli veggono eminentemente verificarli i maggioripoftìbili progredìdell’ in- duftria,edelcommercio

,

nonché

la maggio- rerealeproiperitàdi tutte le Nazioni , con

,

gli aflicuratidirittidell’umanità . Imprefa in vero

magnanima

,edegnain qualcheafpetto della riconofeenzadegliuomini,perchè quan- tunque privad’un realefondamento, fivede però derivaredall’ efTufione d’un’anima

com-

mofladall’augufta paflionedel pubblico beno univerfale :

ma

ponderandoglifpeciofidivi- lamenti di cosi illuftriFilantropi , giungerq-

.. *

mo

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