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BBUULLLLDDOOGG argentino

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Academic year: 2022

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118 EPOCA

L

a repubblica Argentina uscì a pezzi dalla Seconda Guerra Mondiale ma, paradossal- mente, non a causa del Con- flitto. Per anni, infatti, l’Argentina aveva strizzato l’occhio ad entrambi i contendenti vendendo senza distin- zioni grano e carni e solo nel marzo del 1945, quando ormai era chiaro chi avrebbe vinto la Guerra, si era decisa di schierarsi contro Germania e Giap- pone, così da accattivarsi le simpatie degli Alleati. Questi, alcuni mesi dopo la fine del Conflitto, le fecero però sapere di non voler più acquistare il suoi prodotti in quanto, col ritorno

della pace e dei militari alle rispettive case, ogni singolo Paese aveva riorga- nizzato le proprie produzioni. Per il Paese sud americano le conseguenze furono tragiche. Lavoratori disoccu- pati, industrie chiuse, centinaia di na- vi ferme nei porti… Iniziò una crisi economica gravissimache il neo presi- dente della repubblica Juan Domingo Peron tentò di arginare re-industria- lizzando il Paese e, in particolare, fa- vorendo la meccanizzazione agricola.

Offrì da un lato aiuti e agevolazioni alle imprese straniere per invitarle a costruire in Argentina nuovi impianti di produzione e stimolò l’industria

meccanica nazionale per metterla in condizioni di produrre trattori e at- trezzature da proporsi sul mercato in alternativa a quelle provenienti dal Nord America. Ne derivò che la “Ia- me”, acronimo di “Industrias aero- nauticas y mecanicas del estado”, una piccola organizzazione industriale ge- stita da militari e specializzata nella revisione di aerei iniziò, intorno al 1950, a costruire in un fabbricato al- l’interno dell’aeroporto di Cordoba un trattore, un testacalda identico in tutto e per tutto al tedesco Lanz “Bul- ldog” da 55 cavalli, mezzo che secon- do alcuni autori tedeschi era stato co- struito fra il 1948 e il 1949 ed espor- tato in Cile, dove si presume che gli argentini lo abbiano acquistato per riprodurlo. Pochissime le differenze

Per costruire il loro trattore nazionale, gli Argentini nel 1950 non trovarono di meglio che copiare spudoratamente

un vecchio e obsoleto Lanz

B

BU ULLLLD DO OG G argentino

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fra le due macchine, praticamente ri- scontrabili sono nella scritta sul fron- tale, che recava in fusione il marchio

“Pampa”, e nei parafanghi posteriori, dalla sagoma angolare anziché ricur- va. Nonostante la vetustità del mo- dello e grazie al suo prezzo competi- tivoil mercato premiò lo sforzo di Ia- me che nel 1952 firmò un accordo con Fiat per la costruzione di un nuovo e più grande stabilimento, posto al di fuori del perimetro dell’aeroporto di Cordoba. Fiat doveva solo progettare e gestire i lavori con personale diret- tivo proveniente da Torino, ma nel 1955, a stabilimento quasi ultimato, Peron venne defenestrato da un gol- pe militare che decise di vendere l’im- pianto. Questi fu così acquistato da

Fiat tramite una società, la “Dinfia”, acronimo di “Direcion nacional fabri- caciones investigaciones aeronauti- cas”, costituita da Agrimeccanica, la filiale Fiat in Argentina, e Someca, la filiale Fiat in Francia. Obiettivo della nuova struttura non era tanto il con- tinuare a produrre il vecchio obsoleto testacalda, quanto la costruzione di nuovi modelli, trattori che però non impedirono al “Pampa” di continuare a scendere dalle catene di montaggio fino ai primi mesi del 1957con poche e marginali modifiche rispetto al pro- getto originale. Il 10 di ottobre del 1956 uscì infatti dallo stabilimento l’esemplare numero cinque mila le cui parti in fusione che avevano subito qualche modifica erano siglate con la nuova dicitura, men- tre le altre continua- vano con la vecchia in quanto non vale- va la pena costruire nuovi stampi. Diversi inoltre i parafanghi, ma solo perché una volta terminati quel- li di tipo avvolgente la nuova gestione trovò economico e più conveniente montare quelli pre- visti sul trattore So- meca “50” già com- mercializzato in Francia e in predica- to di essere costruito in loco per il merca- to sudamericano con il marchio Fiat.

William Dozza

IN ARGENTINA COSTA POCO

Il “Pampa” era azionato da un motore testacalda monocilindrico di dieci mila 338 centimetri cubi ot- tenuti con un alesaggio di 225 millimetri e una cor- sa di 260. la potenza resa disponibile era di 55 ca- valli erogati a 750 giri e il cambio si proponeva con tre marce e una retro. La presenza di un riduttore permetteva di lavorare a una velocità minima infe- riore ai quattro all’ora, la massima era di 22 all’ora e il peso di tre mila 500 chili distribuiti su una lun- ghezza di tre metri e 39 e una larghezza di un me- tro e 78. Troppo identico al Lanz per destare un in- teresse collezionistico, il “Pampa” rientra comunque di diritto nel parco degli specializzati testacalda, col- locato accanto all’”Ursus” polacco, altra copia del Lanz. E’ disponibile a buon mercato in Argentina, ma una volta trasportato in Europa e reso funzionante raggiunge quotazioni che vanno dai sette mila 500 ai nove mila 500 euro.

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