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QUAL È LA VOSTRA DIAGNOSI?

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Veterinaria, Anno 13, n. 1, Febbraio 1999 121

QUAL È LA VOSTRA DIAGNOSI?

PAOLA ROCCABIANCA

1

, ANNAMARIA UBBIALI

2

1

Istituto di Patologia e Igiene Veterinaria, Università degli Studi di Padova – Agripolis, Legnaro (PD)

2

Libero Professionista – c/o Studio Veterinario Associato Dr. Pinotti, Dr. Ferrari.

Via XXIV Maggio, 6 – Azzano S. Paolo (BG)

Segnalamento: Cane bovaro bernese, maschio, di 8 an- ni di età.

Dati anamnestici e clinici: Il cane viene portato alla visita con una anamnesi di scolo oculare bilaterale intenso presente da dieci giorni con improvvisa opacizzazione cor- neale diffusa dell’occhio sinistro associata a blefarospasmo ed intensa dolorabilità. Il proprietario esclude la possibi- lità di un’eziologia traumatica. L’esame clinico generale evidenzia soltanto una linfoadenopatia di grado moderato a carico dei linfonodi sottomandibolari, prescapolari e po- plitei. L’esame oculistico mette in evidenza emorragia nella camera anteriore dell’occhio e sublussazione del cristallino probabilmente causata dall’aumento della pressione endo- oculare (glaucoma). L’opacizzazione corneale e l’emorra- gia non permettono l’esame del fondo dell’occhio, si rende quindi necessario un esame ecografico che evidenzia un esteso distacco retinico in corrispondenza di una neofor- mazione in sede anteriore al distacco stesso. La forte dolo- rabilità che rende l’animale sofferente e intrattabile, non-

ché la mancata risposta alla terapia per ridurre la pressio- ne interna dell’occhio, rendono necesssaria l’enucleazione del globo oculare.

In attesa dell’esame istologico della neoformazione pre- sente nell’occhio enucleato, vengono svolte ulteriori inda- gini costituite da:

- esami emocromocitometrico e di funzionalità epatica e renale (nella norma);

- esame citologico dei linfonodi (linfoadenopatia reatti- va aspecifica);

- esami radiografici ed ecografici di torace e addome.

L’esame radiografico della cavità toracica mette in evi- denza aree omogenee radiopache al lobo craniale e caudale del polmone sinistro. All’esame ecografico le lesioni sono diffusamente ipoecogene. Da queste lesioni vengono prele- vati campioni citologici per ago aspirato. I reperti salienti del prelievo, colorato con una colorazione rapida tipo Ro- m a n o w s k y, sono riportati nelle Figure 1 e 2.

Qual è la vostra diagnosi?

La risposta a pagina seguente.

CASO CITOLOGICO

A cura di: Mario Caniatti

Istituto di Anatomia Patologica Veterinaria e Patologia Aviare. Università degli Studi di Milano - Via Celoria 10, 20123 Milano

FIGURE 1 e 2 - Ago aspirato ecoguidato di polmone. Hemacolor®, forte ingrandimento.

Figura 1 Figura 2

(2)

122 Caso citologico

Qual è la vostra diagnosi?

ISTIOCITOSI MALIGNA

Descrizione delle Figure 1 e 2: In Figura 1 si osserva come il prelievo, pur contaminato da numerosi globuli rossi, sia caratterizzato dalla presenza di una popolazione pleomorfa di voluminose cellule di forma variabile da poligonale a roton- da. Queste cellule manifestano un relativamente basso rap- porto nucleo/citoplasmatico, nucleo tondeggiante od ovalare e contenente un numero variabile di nucleoli prominenti, ci- toplasma debolmente basofilo e spesso vacuolizzato. In Fi- gura 2 si osserva il frequente reperto di cellule binucleate e multinucleate con evidente anisocariosi all’interno della stes- sa cellula multinucleata.

C ommento: L’istiocitosi maligna è una forma neoplastica a carattere multicentrico, a rapida progressione e caratte- rizzata da scarsa risposta a ptotocolli chemioterapici e di radioterapia. Tipica del bovaro bernese, razza nella quale la malattia è stata segnalata per la prima volta, è descritta in altre razze quali rottweiler, golden retriever e labrador retriever. Le localizzazioni più frequenti sono: milza, fega- to, polmone, linfonodi e midollo osseo, mentre più rare sono le localizzazioni oculari, SNC, rene, surrene, musco- latura, stomaco. Rarissimo il coinvolgimento di cute e sot- tocute che è invece tipico dell’istiocitosi sistemica, altra patologia neoplastica caratteristica del bovaro bernese (so- prattutto nei soggetti di sesso maschile).

Nell’istiocitosi maligna, gli aspetti cito-istologici associa- ti alla distribuzione delle lesioni sono diagnostici. Il tessu- to neoplastico è costituito da una prevalente popolazione pleomorfa di voluminose cellule di aspetto istiocitario, non di rado multinucleate. Nell’istiocitosi sistemica l’infil- trato è misto e di tipo istiocitico, linfocitico, neutrofilico e, in piccola parte, eosinofilico e plasmacellulare. Le cellule linfoidi possono costituire fino al 50% dell’infiltrato, men- tre gli istiociti sono costituiti da una popolazione mono-

morfa che spesso tende a disporsi attorno ai vasi (tipico at- teggiamento angiocentrico e angioinvasivo). Nel caso qui descritto, anche l’esame istologico della lesione oculare aveva equivalenti citologici paragonabili al prelievo per aspirato dal polmone e permetteva una diagnosi definitiva di istiocitosi maligna.

Il termine istiocita ha attualmente un significato generi- co nel quale vengono inclusi due tipi cellulari: i macrofagi e le cellule dendritiche. I macrofagi sono primariamente coinvolti nella fagocitosi e degradazione di antigeni estra- nei (cellule dell’immunità innata) e svolgono una funzione secondaria di presentazione dell’antigene. Le cellule den- dritiche rappresentano una popolazione eterogenea di cel- lule con scarsa attività fagocitaria, la cui funzione principa- le è quella di processazione dell’antigene e sua presenta- zione ai linfociti T. Questa presentazione dà inizio alla ri- sposta umorale e, successivamente, a quella cellulo-media- ta. Le cellule dendritiche e i macrofagi possono essere dif- ferenziati in base all’espressione di molecole di superficie tramite tecniche di immunocitochimica. Proprio grazie al- l’ausilio di queste tecniche, malattie in passato ritenute conseguenti a proliferazione della linea macrofagica (istio- citosi maligna, istiocitoma, istiocitosi cutanea, istiocitosi si- stemica), sono state meglio classificate come proliferazioni ad origine dalle cellule dendritiche in particolare di tipo Langerhans. Le neoplasie di origine macrofagica sono at- tualmente considerate assai rare.

Per saperne di più:

Affolter V.K.: Canine Langerhans cell histiocytoses. Atti XIV Meeting ESVD, Pisa (Italia), 1997.

Moore P. F.: Systemic histiocytosis of bernese mountain dogs. Ve t e r i n a ry Pathology 21: 554-563, 1984.

Moore P.F., Rosin A.: Malignant histicytosis of bernese mountain dogs. Vete- rinary Pathology 23: 1-10, 1986.

Moore P.F., Schrenzel M.D., Affolter V.K., Olivry T., Naydan D.: Canine cuta-

neous histiocytoma is an epidermotropic langerhans cell histiocytosis

that expresses CD1 and specific b2-integrin molecules. American

Journal of pathology 148 (5): 1699-1708, 1996.

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