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Annoiarsi a vent’anniRimini: quattro ragazzi ammazzano la serata bruciando un clochard

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Academic year: 2021

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Annoiarsi a vent’anni

Rimini: quattro ragazzi ammazzano la serata bruciando un clochard

Andrea, clochard di 44 anni, a Rimini è arrivato circa dieci anni fa, da allora la sua casa è sempre stata la strada, la panchina il suo giaciglio. Conduce una vita minima ed appartata, da emarginato, facilmente sopportato e aiutato dal quartiere.

“Lasciatemi stare, questa è la mia casa. Non portatemi via la mia casa!” Questo il suo grido quando, poco dopo le 24 di lunedì 11/11, si è svegliato tra le fiamme, poi il pronto aiuto dei passanti e della gente della via, che lo salva da una sicura brutta fine.

Qualcuno, mentre dormiva, lo ha inzuppato di benzina e poi lo ha acceso come una cartaccia, come un rifiuto senza valore né dignità. Se la cava, per così dire, con il corpo arso per il 40% da ustioni di secondo e terzo grado. Chi, nella città di don Benzi, il prete buono che sacrificò la propria vita nell’aiutare e riscattare gli ultimi, può aver compiuto una simile efferatezza?

Si ipotizza una vendetta di spacciatori, tuttavia la realtà spesso supera la fantasia e le indagini della polizia rivelano una verità ben più agghiacciante dei sospetti. Quattro ventenni “gentili e per bene” si trovano a passare un noioso lunedì sera con qualche litro di benzina e un accendino e decidono di dare una scossa di vita alla serata: quale passatempo migliore di appiccare fuoco a qualcosa? Se la cosa è vivente tanto

meglio, le urla e gli strepiti rendono tutto più eccitante, e se addirittura quel vivente è un misero barbone meglio ancora: lo si può sacrificare con leggerezza, che

importanza può avere la sua vita?!

Ora i quattro sono in carcere con l’accusa di “tentato omicidio”.

“Volevamo solo divertirci”: questa la terribile scusa dei ragazzi.

In fondo che male si fa se ci si diverte un po’, se si riempiono le proprie smorte e sterili esistenze con qualche emozione vera e forte, con un po’ di sana

“ultraviolenza”?

In fondo era solo un barbone, un povero in canna, un emarginato che si ostina a mostrarsi in giro, minando la nostra sicurezza, deturpando la nostra “normalità”.

Sarà un caso che qualche giorno prima la Lega, nella sua strenua e quotidiana lotta per la sicurezza, avesse proposto un censimento nazionale dei clochard, gli incensibili per eccellenza.

Jacopo Rasmi II E

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