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IL RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI NELL’ATTIVITÀ PROFESSIONALE OSPEDALIERA. LA SORVEGLIANZA SANITARIA

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IL RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI NELL’ATTIVITÀ PROFESSIONALE OSPEDALIERA.

LA SORVEGLIANZA SANITARIA

Dr. Silvano Bosia *, Dr. Pier Luigi Pavanelli **

Introduzione:

La figura e il ruolo del medico competente si è andata delineando con sempre maggior precisione, a partire dai primi anni novanta fino ad oggi, passando da una indistinta definizione (che spesso coincideva con la figura storica del medico del lavoro) fino al più attuale e preciso profilo secondo il quale, a partire dal d.lgs.

626/94, al medico competente sono richieste le capacità specifiche che vanno ben oltre la semplice esecuzione della visita medica, ma che ne allargano il raggio di azione, e si possono così sintetizzare:

• applicazione della prevenzione primaria (riduzione o eliminazione delle cause di rischio), da attuarsi in sinergia e con il contributo dei responsabili di altri servizi tecnici preposti direttamente o indirettamente alla prevenzione in azienda: (tale correlazione viene svolta dall’ASL 5 all’interno della riunione mensile del Gruppo di Coordinamento 626);

• applicazione della prevenzione secondaria (riconoscimento precoce delle patologie da lavoro), basata anche sulla capacità di cogliere segnali leggeri di disagio psicofisico o di minima alterazione biologica, segnali spesso misti al rumore di fondo delle problematiche lavorative, e spesso non esaminati con la necessaria tempestività;

• esperienza professionale tale per cui il medico competente sia in grado di analizzare sia in termini di portata teorica sia in relazione alla ricaduta pratica i danni e i rischi legati ai luoghi di lavoro e alle mansioni;

• capacità di interpretare la realtà operativa al fine di stilare protocolli sanitari da applicare in aggiunta a quelli istituzionali, o di applicare quelli preesistenti in concomitanza con sistemi diagnostici capaci di definire in proiezione le eventuali patologie legate a esposizioni a sostanze o allo svolgimento di mansioni a rischio;

• conoscenza della normativa di prevenzione sui luoghi di lavoro, non inferiore a quella del responsabile del servizio Prevenzione e Protezione;

• capacità di promuovere o svolgere in proprio puntuali e adeguati piani di formazione e informazione.

All’interno di questo quadro complesso e delicato, la Sorveglianza Sanitaria assume perciò un significato meno burocratico, ma al contrario definisce in concreto il passaggio dalla prevenzione primaria a quella secondaria, ne costituisce il ganglio o

* A.S.L. 19 Asti Regione Piemonte, Medico Competente.

** A.S.L. 5 Collegno (TO) Regione Piemonte, Medico Competente.

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punto di raccordo, proprio là dove la prevenzione primaria esaurisce la sua capacità di garanzia e chiede alla prevenzione secondaria di valutare le eventuali patologie insorgenti o insorte.

E tuttavia, occorre ricordare che la Sorveglianza Sanitaria discende in massima parte dal quadro normativo preesistente gli anni novanta. E questa è, a parere degli scriventi, la prova che la vera rivoluzione tentata e suggerita dal d.lgs. 626/94 è stata quella di spostare il baricentro operativo e concettuale, in materia di sicurezza sul lavoro, dalla fase di prevenzione secondaria (lasciata pressoché immutata, salvo quanto disceso dalle nuove tecnologie), a una più spiccata e marcata azione di riqualificazione dei luoghi di lavoro e delle mansioni, vale a dire a una più decisa azione di Prevenzione Primaria.

La sorveglianza sanitaria, nonostante i ripetuti riferimenti normativi, presenta nelle strutture pubbliche ancora delle procedure applicative non uniformi.

Ad esempio permane ancora in alcuni casi l’equivoco tra visita preassuntiva e visita preventiva; in occasione dell’assunzione molte pubbliche amministrazioni richiedono esclusivamente il certificato di sana e robusta costituzione. Questo accertamento si basa sulla ricerca di due patologie a matrice biologica con metodiche ormai inadeguate.

Discorso completamente differente risulta quello sugli accertamenti preventivi in ambito sanitario, infatti i vari contratti collettivi nazionali e le circolari ministeriali emanate in merito presentano indicazioni differenti sia come periodismo di visita che come accertamenti sanitari rispetto a quanto viene dettato dalla normativa in materia di igiene e sicurezza sul lavoro (D.Lgs.626/94, 242/96). Vedi tabella 1.

TAB. 1- QUADRO NORMATIVO SULLA LEGISLAZIONE DEL LAVORO ANNO NORMATIVA DI

RIFERIMENTO

ARTICOLO

1978 Circolare del

Ministero della Sanità N° 95

24 / 11/ 1975

...controlli semestrali di coprocolture e tamponi faringei per tutto il personale addetto alle divisioni di ostetricia, pediatria e neonatologia ed ai servizi di cucina, lavanderia, guardaroba e mensa...

In riferimento al : D.P.R. 130/69

N. 32 ...Tutto il personale sanitario...visita medica completata dagli accertamenti strumentali che risultassero opportuni...ogni 5 anni.

1980 Accordo Nazionale Unico di Lavoro per

il Personale Ospedaliero 24/06/80

N. 73 ...Gli organi di gestione...rimuovere le cause di malattia...esposti a gas anestetici controlli trimestrali...per analogia al D.P.R. 303/56...

1983 I° Accordo Nazionale Unico di Lavoro per il Personale del comparto della Sanità

N. 29 ...invariato rispetto all’accordo del 24/06/80

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- 20/07/83

1987 II° Accordo Sindacale per i Dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale 1987

N. 30 ...invariato rispetto all’accordo del 24/06/80, salvo l’integrazione del punto 7:...analoghi controlli dovranno essere disposti nei confronti dei dipendenti addetti all’uso continuativo dei video terminali secondo le disposizioni della normativa CEE

1990 Il Contratto della Sanità Pubblica 1990

N. 24 ...invariato rispetto all’accordo del 24/06/80 salvo integrazione dei punti: n. 5 ...i dipendenti sono sottoposti almeno annualmente a visite mirate ... n.7 ...visite mediche con cadenza quadrimestrale per gli addetti ai VDT in via continuativa per l’intera giornata lavorativa… n:10 ...tutelare la salute fisica e psichica con particolare riguardo agli addetti ai reparti di malattie infettive ... e diagnosi e cure delle infezioni da HIV

1995 Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei dipendenti della Sanità Pubblica 04/08/95

N. 30 . Viene ripreso l’art. N. 30 del contratto del 1987 riescludendo le citazioni di periodicità contenute nel contratto del 1990

Nelle strutture ospedaliere la potenzialità di esposizione a rischio biologico per i differenti reparti e le diverse professionalità impone una strategia preventiva che tuteli gli operatori del settore, i pazienti, e rispetti la vigente legislazione, mantenendo un razionale approccio di economia sanitaria (rapporto costi/benefici).

Le principali patologie da considerare sia come potenzialità (contagiosità morbosità e virulenza) sia come rischi per l'operatore sanitario sono: HBV, HCV, virus HIV e tubercolosi. La tabella 2 illustra come per queste patologie vi sia una distribuzione ubiquitaria; una nota a parte merita il rischio rosolia nei reparti di pediatria e neonatologia. Il rischio di patologia infettiva risulta estremamente rilevante ed il personale in servizio deve avere avuto preliminarmente una verifica dello stato immunitario.

Tabella 2

STRUTTURE SANITARIE RISCHI INFETTIVI PRINCIPALI

Reparto infettivi HBV, HCV, HIV, TBC

Pronto Soccorso HBV, HCV, HIV

Pneumologia TBC Unità di Terapia Intensiva HBV, HCV, HIV

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Pediatria/Neonatologia Rosolia

Sale operatorie HBV, HCV, HIV

Odontoiatria HBV, HCV, HIV

Diagnostica endoscopica HBV, HCV, HIV

Diagnostica invasiva HBV, HCV, HIV

Emodialisi HBV, HCV, HIV

Laboratori analisi HBV, HCV, HIV, TBC

Microbiologia HBV, HCV, HIV, TBC, Salmonellosi,

Brucellosi, Rickettsiosi, etc.

Anatomia patologica HBV, TBC, HIV (?) Smaltimento/trattamento rifiuti HBV, HCV, HIV CATEGORIE DA SOTTOPORRE A VIGILANZA

Le categorie interessate al rischio, fatte salve le eccezioni individuali in eccesso o difetto, dovrebbero essere:

• Medici – Caposala - Infermieri Professionali - Infermieri Generici - Ausiliari - O.T.A. – Biologi – Chimici - Tecnici di laboratorio - Medici specializzandi - Medici frequentatori - Allievi - Infermieri Professionali.

Sono da considerare estranei a qualunque tipo di sorveglianza sanitaria per il rischio biologico (eccetto per eventi eccezionali) il personale dei servizi amministrativi e dei servizi tecnici.

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Tabella 3

PATOLOGIE AREE AD AUMENTATO RISCHIO

Epatite Virale B e C Chirurgie, Odontoiatria, Diagnostica endoscopica ed invasiva, Laboratori, Anatomia Patologica, Reparti di Malattie Infettive

AIDS Chirurgie, Odontoiatria, Diagnostica

endoscopica ed invasiva, Laboratori, Anatomia Patologica, Reparti di Malattie Infettive

TBC Pneumologia, Reparti di Malattie

Infettive, Laboratori, Anatomia Patologica

Rosolia Pediatria e Neonatologia

PROTOCOLLO DI CONTROLLO

Pur potendo essere assai diversificata l’esposizione lavorativa nell’ambito delle diverse specialità dell’area medico-chirurgica, innanzitutto riteniamo indispensabile individuare i fattori di rischio comune applicabili a coloro che operano in ambito ospedaliero.

È ciò che si potrebbe definire l’attribuzione del rischio biologico “generico”, cioè l’individuazione di quegli agenti biologici maggiormente ricorrenti nel territorio in cui si opera e la cui trasmissione sia ragionevolmente possibile durante la comune esposizione lavorativa.

Riteniamo pertanto che gli agenti biologici inquadrabili attualmente nel rischio generico siano i seguenti:

• HBV

• HCV

• HIV

in quanto i suddetti virus possono essere considerati, dopo una stima ponderata tra pericolosità e prevalenza nella popolazione, quelli su cui debba essere incentrata maggiormente l’attenzione per un corretto controllo degli esposti.

I molti agenti biologici esclusi dal rischio generico di base saranno da ritenersi ovviamente possibili vettori di malattie in specifiche situazioni di esposizione (entrando perciò nel protocollo di sorveglianza) e, nella pratica comune, conseguenze di infortuni sulla base di particolare ricettività dei soggetti, e quindi da considerarsi durante i controlli periodici al momento di formulare l'idoneità lavorativa specifica.

In sede di visita preassuntiva e preventiva nel caso di soggetti da impiegare in aree a rischio proponiamo l’esecuzione dei seguenti accertamenti di laboratorio:

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I LIVELLO

• Ricerca HAVAb totali

• Ricerca HBsAg, HBsAb (con eventuale titolazione), HBcAb

• Ricerca HCVAb totali

• Ricerca HIVAb (con consenso informato e firma di apposito modulo per accettazione)

• Dosaggio di AST e ALT

• Esame di Emocromo con formula, Glicemia; Creatininemia, Quadro proteico elettroforetico

• Esame urine completo

La ricerca di HAVAb risulterà utile al fine di approntare opportune campagne vaccinali rivolte a tutti i soggetti a rischio ma soprattutto verso quei soggetti HBsAg ed HCVAb positivi che potrebbero risultare maggiormente penalizzati da possibili sovrainfezioni da altri virus epatitici.

Il controllo degli indici ematochimici sopra riportati andrà effettuato al fine di determinare particolari carenze o alterazioni organiche in grado di influire sul giudizio di idoneità specifica alla mansione.

Riteniamo a questo punto di consigliare una procedura prudenziale dal punto di vista medico-legale nell’interesse sia del lavoratore sia del datore di lavoro. È infatti opportuno che, in occasione della visita preassuntiva, sia stoccata e conservata una quota di sangue o di siero al fine di poter controllare a distanza la presenza di infezioni non ancora note al tempo del primo prelievo per carenze diagnostiche ridotte da successivi progressi scientifici e per la determinazione dell’HIV (in assenza di esplicito consenso).

II LIVELLO

Qualora vengano riscontrate positività agli accertamenti di primo livello si propongono i seguenti ulteriori esami:

se HBsAg positivo:

• ricerca di HBeAb, HBV DNA e HDVAb

• dosaggio - fetoproteina

• ecotomografia epatica se HCVAb positivo:

• esecuzione del test di conferma RIBA e ricerca dell’HCV RNA mediante PCR (Polymerase Chain Reaction)

• dosaggio - fetoproteina

• ecotomografia epatica se HIV positivo:

• consigliabile eseguire test di conferma e di inviare il soggetto a centri specialistici.

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PERIODISMO DEI CONTROLLI

Per i soggetti considerati esposti a rischio continuativo si propone un periodismo almeno biennale comportante il seguente protocollo:

1. Visita clinica generale con:

• anamnesi mirata ad eventuali fatti morbosi pregressi o presenti

• esame dell'integrità delle barriere cutanee e mucose

• accertamento della tolleranza dei mezzi di protezione

• controllo clinico degli organi bersaglio.

2. Esami di laboratorio quali:

• HCVAb totali

• HIVAb (con consenso informato e firma di apposito modulo per accettazione)

• AST, ALT

Oltre ai predetti accertamenti, validi per tutti gli esposti, sarà necessario eseguire ulteriori esami per particolari categorie.

Soggetti non vaccinati o con risposta insufficiente alla vaccinazione contro l’HBV:

• HBsAg, HBsAb, HBcAb Soggetti HBsAg positivi:

• Dosaggio - fetoproteina

• HDVAb

• HBV DNA.

Soggetti HCVAb positivi:

• Dosaggio - fetoproteina.

Annualmente sarà opportuno procedere alla esecuzione dell’ecotomografia epatica per i soggetti HBsAg ed HCVAb positivi.

Resta salva la possibilità, da parte del Medico Competente, di richiedere esami particolari al fine di dirimere le situazioni di maggiore difficoltà interpretativa.

Al fine di ridurre ulteriormente il rischio per gli operatori sanitari riteniamo opportuno consigliare, in questa sede, uno screening immunologico di base sui pazienti all’atto del ricovero in aree chirurgiche o comunque definite a rischio, per poter individuare precocemente le situazioni a rischio e prendere gli opportuni provvedimenti cautelativi. La conoscenza, seppure con i limiti imposti dal periodo

“finestra”, della presenza di talune malattie, sarà fondamentale per poter permettere l’adozione di opportune misure organizzative.

Tab. 4: protocollo sanitario di visita preassuntiva del personale sanitario Visita medica preassuntiva Esami integrativi Vaccinazioni

più ogni altro accertamento

Emocromo Glicemia

Transaminasi Antitubercolare

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ritenuto necessario in base alla mansione specifica o in seguito alle risultanze degli

accertamenti clinici effettuati

Gamma GT

Quadro proteico elettrofor.

Azotemia Creatininemia

Esame completo urine Markers Epatite B e C Mantoux (vedi prot. TBC)

(obbligatoria) Antiepatite B

(fortemente consigliata)

Oltre alla sorveglianza sanitaria preassuntiva, preventiva e periodica, che abbiamo potuto prendere in considerazione nelle precedenti pagine, riteniamo che per realizzare una vera strategia preventiva si debba prendere in considerazione anche la sorveglianza sanitaria straordinaria determinata dagli eventi accidentali (contaminazioni, punture e tagli con esposizione a materiale biologico potenzialmente infetto). In tutte le circostanze che vengono a crearsi in una situazione microinfortunistica con rischio biologico, la priorità risulta sempre la tutela del paziente; per poter attuare tutto ciò vengono di seguito inserite le tabelle di monitoraggio degli operatori sanitari che hanno avuto un evento accidentale.

Il flow chart decisionale (illustrato nelle tabelle che seguono) per gli eventi accidentali consente di monitorare costantemente e periodicamente il personale esposto accidentalmente al rischio infettivo per HBV, HCV e virus HIV. I tempi dei prelievi tengono conto dei periodi "finestra" indicati dalla letteratura scientifica per le differenti patologie.

Il medico competente dovrà valutare con particolare attenzione le modalità di esposizione, principalmente il rapporto fonte (nota o sconosciuta) trasmissione (modalità, quantitativo, DPI ecc.) e l'esposto (stato immunitario). Al termine di questa analisi, e soltanto nei casi in cui vi sia un elevato rischio di contagio per il virus HIV, potrà essere offerta la Profilassi Post Esposizione con uno specifico trattamento terapeutico con farmaci retrovirali (il paziente dovrà essere seguito in strutture specializzate).

La presente proposta, oltre a considerare il periodismo indicato dagli eventuali rischi tabellati (DPR 303/56, DL277/91 per situazioni quali ad esempio la sala operatoria), vuole dare una possibilità operativa per quei reparti ospedalieri (quali ad esempio Medicina), ove non risulta la presenza di un rischio preponderante o principale, ma vi è la potenzialità di rischio biologico "generico".

Il dipendente oltre ad un controllo in fase preassuntiva, dovrà essere sottoposto ad una profilassi vaccinale per le infezioni a trasmissione ematica (ove possibili) ed agenti aerotrasmessi (TBC). L'offerta della copertura vaccinale dovrà essere il principale intervento preventivo da offrire al dipendente; successivamente si dovrà procedere ad una puntuale e dettagliata operazione di formazione - informazione in tema di rischio biologico.

Tale necessità formativa dovrà tenere conto principalmente dei differenti bisogni formativi presenti nelle diverse categorie di lavoratori; il percorso dovrà essere

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modellato per i differenti ruoli o figure professionali e si dovrà realizzare un giusto connubio tra rischio reale e rischio percepito dal dipendente.

In questa fase si dovranno inserire anche le eventuali implicazioni per le dipendenti in gravidanza. Come già visto in passato l'operatrice sanitaria in gravidanza può essere sottoposta ad un rischio infettivo potenziale; le eventuali limitazioni sull'idoneità lavorativa dovranno prendere in considerazione, oltre al reparto di lavoro (rischio più elevato a seconda dei reparti), anche lo stato immunitario per altre patologie (vedasi rosolia) che potrebbero presentare un rischio per i pazienti.

L'operazione preventiva, come indicato nell'introduzione, dovrà essere il più completa possibile con la realizzazione e l'attuazione di specifiche procedure tutelanti il dipendente nell'espletamento delle mansioni proprie del ruolo.

In conclusione il potenziamento delle strategie preventive (protocolli, DP, formazione informazione ecc.) dovranno auspicabilmente portare ad una riduzione della sorveglianza sanitaria periodica.

Con un incremento della prevenzione primaria si potrà così giungere ad una maggior tutela della salute degli operatori sanitari nel luogo di lavoro.

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FLOW CHART

SCHEDA A FLOW CHART DECISIONALE - ESPOSIZIONE A RISCHIO PER HBV

FONTE OPERATORE NON

VACCINATO

ESAMI DI

SORVEGLIANZA

OPERATORE VACCINATO

ESAMI DI SORVEGLIANZ A

OPERATORE HBsAg

POSITIVO

10

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HBsAg Positiva o

Sconosciu to

1. Proposta HBIG 0,06 ml/kg IM

entro 24 ore

2. Proposta vaccinazione

per HB con schedula

0-1-2-12 mesi

3. Se l'operatore

rifiuta la vaccinazione

somministrare

una seconda dose di HBIG

dopo un mese .

N.B. l’operatore firma se rifiuta i trattamenti e/o accertamenti proposti

Se l'operatore sanitario rifiuta la vaccinazione anti HB va sottoposto a follow - up sierologico:

T0 HBsAg /Anti HBs

bilirubina, got, gamma gt

Se gli esami della funzionalità epatica risultano alterati effettuare test di 2°

livello:

got, gamma gt, protidogramma

Si ripete quello alterato se >10%

T6 HBsAg /Anti HBs

Con la raccomandazione di segnalare in qualsiasi momento la comparsa di eventuali disturbi.

1. Operatore vaccinato con

ciclo completo e HBsAb >

10: nulla

2. Ciclo incompleto e/o

risposta immunitaria sconosciuta:

prelievo per titolazione degli anticorpi

Se titolo < 10 UI/ml:

1 dose HBIG + 1 dose di vaccino

N.B.: se l'operatore risulta vaccinato ma NON RESPONDER deve

essere considerato suscettibile e quindi deve

essere trattato come un soggetto non vaccinato

T0 Il prelievo per titolazione Anti HBs viene effettuato a tutti gli

operatori che non abbiano un titolo anticorpale

precedente o inferiore a 10 mUI/ml negli ultimi 2 anni

Se sono state somministrate

HBIG seguire il follow up dell'operatore non vaccinato

Con stato di portatore accertato testare fonte ed operatore per Anti Delta.

Se la fonte risulta

positiva e l'operatore è a

rischio perché negativo procedere a follow up

T0 Anti Delta + 1bilirubina + gpt, gamma gt ed eventualmente

esami di 2° livello T 3 Anti Delta +

1bilirubina + gpt,gamma gt ed

eventualmente esami di 2° livello T 6 Anti Delta + 1bilirubina + gpt+

gamma gt ed eventualmente

esami di 2° livello

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HBsAg NEGATI VA

proposta vaccinazione anti HBV

T0 HBsAg / Anti HBs bilirubina,gpt,gamma gt

nulla nulla nulla

Nota della Regione Piemonte - Assessorato alla Sanità 11.12.1996 “Linee guida per la vaccinazione antiepatite B” : LA DOSE DI RICHIAMO DEL VACCINO ANTI HBV È DA EFFETTUARE OGNI 7 ANNI

SCHEDA B FLOW CHART DECISIONALE - ESPOSIZIONE A RISCHIO PER HCV

FONTE OPERATORE ESAMI DI SORVEGLIANZA

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Anti HCV positivo Non opportuna l’offerta di Ig standard come profilassi dell’infezione da HCV

T0 Anti HCV, bilirubina, gpt ,gamma gt Se esami alterati procedere a valutazione esami di 2° livello (vedi schema HBV)

T3 Anti HCV +gpt T6 Anti HCV

Se HCV si positivizza effettuare HCV-RNA

Con la raccomandazione di segnalare in qualsiasi momento la comparsa di eventuali disturbi.

Sconosciuto T0 Anti HCV T6 Anti HCV

Con la raccomandazione di segnalare in qualsiasi momento la comparsa di eventuali disturbi

Negativo T0 Anti HCV Non è necessario proseguire la

sorveglianza

T6 Anti HCV solo su richiesta del dipendente

13

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SCHEDA C FLOW CHART DECISIONALE - ESPOSIZIONE A RISCHIO PER HIV

FONTE OPERATORE ESAMI DI SORVEGLIANZA

Anti HIV positivo

T0 Anti HIV + valutazione clinica.

Valutare modalità infortunio per offerta profilassi:

vedi SCHEDA D

• Anti HIV 6 settimane - 3 mesi - 6 mesi - 12 mesi + valutazione clinica

• Segnalare alla Direzione Sanitaria ogni espisodio febbrile che si verifichi nei 12 mesi successivi

Sconosciuto T0 Anti HIV • Anti HIV 6 mesi

• T12 Anti HIV solo su richiesta dell’infortunato

Negativo T0 Anti HIV • Non è necessario proseguire la sorveglianza

• T3 Anti HIV se la fonte è ad alto rischio

• T6 Anti HCV solo su richiesta del dipendente

14

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SCHEDA D PROFILASSI ESPOSIZIONE A RISCHIO PER HIV

SIEROLOGIA DELLA FONTE

INCIDENTE A RISCHIO OFFERTA PROFILASSI Anti HIV positivo • Ferita o puntura con ago o tagliente

• Contaminazione di mucose o cute lesa

• Contaminazione massiva e/o prolungata o comunque a

materiale ad elevata concentrazione virale (es.colture)

MATERIALE BIOLOGICO A RISCHIO (secondo Precauzioni Universali)

• Sangue o qualsiasi altro materiale biologico che contenga visibilmente sangue

• tessuti

• liquido cerebrospinale, sinoviale, amniotico, pleurico, pericardico, peritoneale

• sperma o secrezioni genitali femminili

• materiale di laboratorio contenente HIV

DEVE ESSERE OFFERTA

• INVIO IMMEDIATO dell’operatore al Centro Specializzato in Malattie Infettive

(l’inizio della terapia deve essere il più precoce possibile, entro 1-4 ore)

• Compilare il modulo per il Consenso Informato Profilassi (SCHEDA CIP) ANCHE in caso di rifiuto.

• Avvisare la Direzione Sanitaria ESCLUSIONE PROFILASSI:

• GRAVIDANZA in atto o possibile (esecuzione test di gravidanza in urgenza)

• Quando sono trascorse più di 24 ore dall’infortunio

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16

• Sconosciuta in individuo

sconosciuto

• Sconosciuta in individuo

conosciuto a rischio *

• Negativa in individuo

conosciuto a rischio *

Tipo di esposizione e materiale sopra riportato

PUÒ ESSERE OFFERTA

• Sulla base di una valutazione caso per caso. Nei casi di esposizione ad alto rischio ** se la profilassi viene accettata è necessario assicurare la rapida esecuzione dell’esame alla fonte, al fine di poter interrompere la profilassi.

• È necessario compilare il modulo per il consenso informato anche in caso di rifiuto.

• Avvisare la Direzione Sanitaria.

• Sconosciuta in individuo

conosciuto non a rischio

• Negativa in individuo

conosciuto non a rischio

Tipo di esposizione e materiale sopra riportato

LA PROFILASSI È SCONSIGLIATA

La profilassi è anche sconsigliata indipendentemente dalla sierologia della fonte quando l’infortunio e/o il materiale dell’infortunio non corrispondono ai criteri esplicitati di incidente e materiale a rischio

(es. contaminazione di cute integra) Avvisare la Direzione Sanitaria.

* INDIVIDUO A RISCHIO: 1 - tossicodipendente; 2 - partner di persone con infezione HIV; 3 - politrasfusi prima del 1986

** TIPO DI ESPOSIZIONE CHE AUMENTA IL RISCHIO DI TRASMISSIONE HIV: 1 - ferita profonda che sanguina spontaneamente; 2 - puntura con ago utilizzato in vena o arteria; 3 - presenza di sangue in quantità visibile sull’oggetto; 4 - contaminazione massiva congiuntivale.

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Bibliografia:

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• D.P.R. 130/69.

• Accordo Nazionale Unico di Lavoro per il Personale Ospedaliero 24/06/80.

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• Contratto della Sanità Pubblica 1990.

• Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei dipendenti della Sanità Pubblica 04/08/95.

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