1
Capitolo III
I Nuovi dispositivi del controllo sociale:
I Social Network
3.1 Introduzione
Nel precedente capitolo si è analizzato il ruolo che le nuove tecnologie hanno giocato (e continuano a giocare) in termini di sorveglianza e controllo nell’era della società globalizzata. Attraverso l’uso di dispositivi sempre più avanzati tecnologicamente, come i sistemi di videosorveglianza, di telefonia cellulare e computerizzati, infatti, il controllo sociale diviene sempre più capillare, invasivo e discreto, eludendo qualunque forma di privacy e tutela dei dati personali. E’ interessante notare - e sarà oggetto di questo capitolo - come l’evoluzione dei sistemi di sorveglianza e di controllo abbiano subito un processo di accelerazione in concomitanza con lo sviluppo delle tecnologie informatiche e di rete nell’ultima versione del Web 2.0. Se già in precedenza si era accennato, in modo generico ed esplicativo, alle modalità con cui aziende come Google, My Space e Yahoo, siano in grado di elaborare data-profile attingendo le informazioni direttamente dai propri utenti, fornendo un validissimo supporto agli operatori del controllo, in questo capitolo la trattazione verrà affrontata in maniera più esaustiva, senza tralasciare alcun livello di analisi, con l’obiettivo di comprendere a fondo la complessità del fenomeno ed i suoi risvolti sociali. In particolare, il discorso si concentrerà sull’impatto che social network del calibro di Facebook, Twitter e Linkedin (per citarne alcuni tra i più utilizzati) stanno avendo nel migliorare i meccanismi di controllo e sorveglianza, perfezionandone il profilo qualitativo. In prima battuta, criticando la prospettiva che vede in uno sterile
determinismo tecnologico una delle cause della crescita del controllo sociale, si
analizzerà il contesto socio-economico entro cui si sono sviluppati i meccanismi di sorveglianza derivati dall’uso dei social network, sottolineando contestualmente come quest'ultimi rappresentino degli strumenti formidabili per la costruzione di nuove relazioni sociali e per l’ampliamento della rete della conoscenze di ogni individuo.
3
3.2 Dalla network society al Web 2.0
Tra la fine del 2000 e l'inizio del 2001 negli Stati Uniti si assistette all'implosione della bolla speculativa derivata dal crollo dei prezzi dei prodotti tecnologici: con questo evento si apriva una fase di crisi per le migliaia di join venture che gravitavano nella sfera della net economy, la cui ascesa si era manifestata durante tutto l'arco degli anni novanta. Il fallimento di queste nuove aziende non portò ad un crollo definitivo del settore, il quale, dal 2001 in poi, riuscì velocemente a riassorbire le perdite, riconvertendo e ri-orientando
la produzione verso sistemi computerizzati di software piuttosto che sui sistemi di hardware. Corporation come Microsoft, Google e Facebook, veri e propri colossi del
settore informatico, tacciati spesso di atteggiamento monopolistico verso le piccole start-up, hanno sancito, attraverso il loro operato, l'ascesa definitiva della network society ed una diffusione sempre più generalizzata nell'utilizzo di Internet nella nuova versione del Web 2.0. Parole come twittare, condividere e linkare, sono entrate prepotentemente nel linguaggio quotidiano e si sono imposte nel vocabolario comune rivoluzionandolo completamente. Ma cosa si intende quando parliamo di network society e di social network?
Quali sono le origini della network society? E soprattutto quali le sue evoluzioni? Cosa c'entra l'etica hacker con la network society, con i tweet e il tasto share/condividi di Facebook?
Dal 2001 in poi, grazie all'abbattimento dei costi di connessione e dei prodotti tecnologici, si è assistito ad un processo di informatizzazione di massa che ha coinvolto milioni di residenti nei paesi a capitalismo avanzato. Dati ufficiali riportano che nel 2010 gli utenti connessi ad internet si attestavano a circa 2 miliardi1 . Proprio in questo periodo comincia
ad acuirsi quel divario tra paesi sottosviluppati ed in via di sviluppo e paesi la cui economia finanziaria viaggia ormai in tempo reale. Questo fenomeno conosciuto con il nome di
1
Digital Divide2 sta ad indicare proprio l'impossibilità per gran parte della popolazione
mondiale di poter accedere alla Rete. Nonostante il divario digitale e le sue implicazioni all'interno dei paesi occidentali, per una buona parte della popolazione globalizzata navigare su internet e accedere ad un social network è una realtà ormai ampiamente consolidata.
Dall'inizio degli anni Novanta infatti, una molteplicità di fattori permisero una diffusione parziale di internet: da un lato l'introduzione del World Wide Web3 ( semplificazione delle
interfacce, nuovi programmi di navigazione, indicizzazione delle risorse), resero più facile ed accessibile la navigazione a coloro che non possedevano particolari conoscenze tecniche, dall'altro politiche come quelle sostenute dall'amministrazione americana del presidente Bill Clinton favorirono l'ascesa della New economy. Il termine new economy o net
economy (che viene impiegato comunemente per far riferimento al settore delle imprese
coinvolte nella produzione delle nuove tecnologie informatiche) designa soprattutto un nuovo paradigma economico che, sfruttando i vantaggi di un mercato globale che viaggia sui canali della Rete, estrae il proprio plus valore non più dalla produzione dell'operaio massa ma dalla ricchezza prodotta dal knowledge worker ovvero il lavoratore della conoscenza.Già dalla fine degli anni 70, il sistema capitalista aveva avviato, come risposta alla crisi petrolifera e al ciclo di lotte e di conquiste portate avanti dal movimento operaio internazionale, un fase di ristrutturazione interna che si caratterizzava per la sussunzione di elementi tipici del lavoro cognitivo nei processi produttivi (immaterialità), un'organizzazione a rete più orizzontale ed informale, in cui (almeno formalmente) veniva abolita la gerarchia interna e per l'impiego delle nuove tecnologie informatiche come strumenti privilegiati del sistema. L'elemento centrale della produzione immateriale e del lavoro cognitivo nella nuova società in rete risiedeva (e risiede tutt'oggi) nella conoscenza
2
Cfr. in A. Miconi, Reti, Origini e struttura della network society, Bari- Roma, Laterza, 2011. p. 74 3
Il World Wide Web, conosciuto più comunemente con l'acronimo di www è un servizio Internet che permette di navigare ed usufruire di un insieme vastissimo di contenuti e di servizi internet usufruibili dagli utenti.
5 come insieme delle capacità, dalla cultura e dalla creatività del soggetto. Tutti fattori, quest'ultimi, permeati dalla cultura hacker e dai movimenti libertari e controculturali sorti in seno all'università statunitensi, che il capitalismo è riuscito facilmente a sussumere nell'arco di due decenni. L'etica hacker, infatti, predilige la valorizzazione del lavoro collettivo che si coniuga con la passione per la tecnologia. La metodologia di ricerca di queste prime comunità virtuali si avvaleva di un'organizzazione a rete (più informale e non gerarchizzata,) dello scambio continuo di informazioni fra gli hacker e del lavoro volontario di ciascun ricercatore. Interessante in questo senso come Appadurai4, definisce
quest'ultime, ovvero
… [le comunità virtuali] consentono il dibattito, il dialogo e la costruzione di relazione
tra individui separati sul piano territoriale che tuttavia stanno dando vita a comunità d'immaginazione e di interessi collegate al loro ruolo e al sentimento diasporico. Queste forme originali di comunicazione elettronica stanno ora ora creando vicinati virtuali, non più legati a territori, passaporti, tasse, elezioni o altre forme convenzionali dell'appartenenza politica, ma dipendenti esclusivamente dall'accesso a software e hardware5...
Per queste comunità, era il capitale reputazionale (ovvero il riconoscimento del merito e del valore di ciascun membro della comunità da parte dei propri pari) il leit motif con cui si realizzavano i progetti, tra cui la creazione di software liberi, di nuovi linguaggi informatici o lo sviluppo di programmi già operativi. Proprio in questo clima, furono creati nuovi network come Usenet, Fidonet, e le BBS6 per aggiornare i dati raccolti sfruttando le
nuove bacheche elettroniche e la possibilità di formare newsgroup direttamente on-line.
4
Arjun Appadaurai nato a Bombay nel 1949 è un antropologo indiano formatosi negli Stati Uniti dove vive e lavora. Ha fondato la rivista Public Culture. Si occupa delle nuove identità culturali sorte dal frantumarsi dell'identità nazionale, nonché del rapporto tra violenza etnica e immagine del territorio negli Stati moderni. Tra le sue numerose pubblicazioni: Worship and Conflict under Colonial Rule (1981); The Social Life of Things (1986), Modernity at Large: Cultural Dimensions of Globalization (1996; trad. it. Modernità in polvere. Dimensioni culturali della globalizzazione, 2001), Fear of Small Numbers: An Essay of Geography of Anger (2006; La paura dei piccoli numeri: un saggio sulla geografia della collera). Cfr. in http://www.arjunappadurai.org.
5
Le comunità virtuali possono essere considerate come i precursori degli attuali social network. Cfr. in C. Formenti, Cybersoviet.. Utopie post-democratiche e nuovi media, Milano, Cortina Editore, 2008. p.87.
6
Usenet è una rete mondiale formata da migliaia di gruppi di discussione (newsgroup); Fidonet è un sistema per lo scambio di file e messaggi utilizzato dalla bbs (bulletin board system), che a loro volta non sono altro che computer dotati di software per consentire agli utenti di connettersi attraverso una linea telefonica.
Questo nuovo modello organizzativo sperimentato dalle comunità hacker, contribuì non poco alla creazione e allo sviluppo di quella che ad oggi viene definita come network society. Il sociologo Manuel Castells7, in un'intervista rilasciata nel 2005, precisa che con il
termine network society si intende
… Una società che si sposta, dall'impostazione sostanzialmente verticale delle burocrazie che hanno governato l'umanità per millenni-eserciti, Stati, grandi aziende- per andare invece verso un'organizzazione a rete8.
In questa fase dello sviluppo di Internet, che coincide con il decennio fine anni settanta, fine anni ottanta, però vi era ancora una sostanziale sovrapposizione tra i produttori ed i consumatori della rete, che con il loro lavoro ne apportavano il proprio imprinting culturale. Paradigmatico, in questo senso, il caso di Linus Torvalds9 programmatore ed
informatico finlandese che ha creato il kernel Linux, il sistema operativo ottenuto unendo Linux con il sistema GNU prodotto dal Richard Stallmann fondatore della Free Software Foundation10.
7
Manuel Castells, autore di testi come Galassia Internet del 2002 e la città della Reti del 2004, insegna comunicazione presso l'Annenberg Center dell'USC . Cfr. in http://www.manuelcastells.info/en/
8
Cfr. in A. Miconi, op. cit, , p.58. 9
Linus Torvalds, Nato a Helsinki da una famiglia appartenente alla minoranza finlandese di lingua svedese, ha studiato all'Università di Helsinki tra il 1988 e il 1996, conseguendo la laurea in informatica con una tesi intitolata Linux: A Portable Operating System. Cfr, in, Ippolita, Open non è free, Milano, Elèuthera, 2005. p.33
10
Con il termine Free software si intendono software liberi creati dalla società Free Software Foundation di Stallman nel 1985. Avviati in seguito al progetto GNU del 1984, questi software venivano rilasciati sotto la General Public Licenze, che permetteva di rendere libero ed accessibile a tutti gli utenti l'applicativo. Grazie a queste licenze è possibile modificare e distribuire in qualsiasi modo l'applicativo purchè accompagnato da codice sorgente. Con il termine Open Source si intendono una serie di punti pratici, stilati nella Debian Free Software Giudelines, definiscono quali criteri legali debba soddisfare una licenza per essere considerata effettivamente “libera”. L'espressione Open Source nasce alla fine degli anni novanta per iniziativa, in particolare, di Bruce Perens ed Eric S. Raymond, che nel 1998 fondano la Open Source Initiative (OSI).
7 Questo assetto venne ribaltato proprio all'inizio degli anni Novanta, nel momento in cui fecero la comparsa le imprese dot.com11, ovvero aziende private nate sotto la spinta dei
venture capitalists, che offrivano (ed offrono) servizi quali l'innovazione e la produzione di programmi adatti alla nuova dimensione della Rete. Queste società, fin da subito quotate in borsa e finanziate da imprenditori in odore di nuovi profitti, hanno sfruttato i nuovi canali virtuali aperti dalla globalizzazione dell'economia e dal processo di deregulation e di finanziarizzazione che hanno caratterizzato il mercato mondiale. Se in un primo momento la virtualizzazione dell'economia congiuntamente all'immissione di quote significative di denaro in circolazione (proveniente dagli investimenti dei fondi pensione e da quelli dei piccoli risparmiatori) hanno decretato un vero e proprio boom economico, alimentando aspettative di un ciclo espansivo illimitato, in un secondo momento questi fattori sono stati alla base della bolla speculativa del 2000-2001. All'inizio del nuovo millennio, infatti, i mercati azionari, ormai fuori dal controllo degli investitori istituzionali e delle autorità monetarie, che non ne riuscivano più a governarne le dinamiche, si comportarono come sistemi complessi ad alta intensità caotica, in cui non erano più parametri oggettivi a regolarne l'andamento (risorse materiali, modelli di business, profitti e produttività) ma fattori immateriali che resero difficile il calcolo del valore reale dei titoli presenti nei mercati azionari. Un attento osservatore delle logiche che governano la Rete come Formenti 12 , per spiegare gli indici di calcolo di questa nuova economia
dell'immaterialità, considera tra questi perfino il numero di utenti che visitano un sito o
11
Il termine dot.com viene utilizzato per identificare quelle aziende che, nate a seguito del notevole surplus di fondi generati dalle venture capital, ed al grande ottimismo del mercato azionario durante la fine del ventesimo secolo, impostarono un business improntato principalmente all'erogazione di servizi via web. Queste aziende, eccessivamente fiduciose nelle potenzialità della rete, si illusero di poter facilmente espandersi, ma si trovarono, in molti casi, a dover fare i conti con la mancanza di idee innovative, di esperienza e di capacità gestionali. Ivi, p
12
Carlo Formenti insegna teoria e tecnica dei nuovi media presso il corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università di Lecce.
usufruiscono di un certo servizio piuttosto che un altro13. Questi indici ebbero quale effetto
quello di falsare il mercato e di innescare un effetto domino per cui gli investitori iniziarono a svendere i propri titoli azionari per paura di perdere il proprio capitale, sortendo l'effetto di far crollare i prezzi dei prodotti di settore, decretandone uno stato di crisi che sembrava irreversibile.Come si diceva all'inizio del paragrafo, dopo il 2001 la net economy ha riacquistato lo slancio di partenza, reinvestendo nel settore del software e riuscendo ad accaparrarsi notevoli fette di mercato. La sua configurazione però è del tutto innovativa grazie a quel processo d'innovazione tecnologica gestita da giganti come Microsoft, Google, Facebook & Co, in grado di sfruttare i potenti mezzi del marketing on line e dell'opportunità offerte dall'internet di seconda generazione ovvero dal web 2.0. Eletto dalla rivista Wired14 come il teorico di questa nuova versione della Rete, Tim O
Reilly15, nel suo documento intitolato “Che cosa è Web 2.0?16, (considerato un sorta di
manifesto della Rete) proclama come ad oggi l'impiego di questa terminologia, oltre che esser assunta al rango di vero e proprio logo, stia ad indicare le tendenze evolutive nel mondo della Rete che investono diversi campi, oltre quello più propriamente tecnologico. In primo luogo il campo culturale: il web 2.0 si caratterizza per la diffusione degli user
generated contents ovvero di contenuti autoprodotti dagli utenti/consumatori del web,
che quindi utilizzano la rete come luogo si sperimentazione, vera e propria architettura, per dirla con le parole dell'autore, di partecipazione e di produzione di quel surplus
13
Cfr. in C. Formenti, op. cit, p.13. 14
Nota rivista mensile statunitense con sede a San Francisco dedicata al mondo tecnologico, fondata nel 1993 dal giornalista newyorkese Louis Rossetto e Nicholas Negroponte, diretta da Chris Anderson, è a tutt'oggi conosciuta come la “Bibbia di Internet”. L'edizione italiana, fondata invece nel 2009, è attualmente diretta da Carlo Antonelli. Cfr. in http://www.wired.com.
15
Tim O' Reilly, classe 1964, è un informatico irlandese naturalizzato statunitense. Riconosciuto come uno dei padri dell'open source e del web 2.0 di cui ha redatto il manifesto, ad oggi gestisce la O'Reilly Media. E' consultabile il sito http://www.oreillynet.com
16
9
cognitivo di cui parla Shirky. In secondo luogo investe il campo economico, con il
proliferare delle aziende di e-commerce e del marketing on-line che adottano modelli di business sfruttando la creatività elaborata sul remixing di oggetti culturali preesistenti. Per approfondire, è utile far ricorso ad un'altra teoria, elaborata contemporaneamente al manifesto di Tim O'Reilly, da Chris Anderson17, direttore della rivista Wired dal 1993 al
1998. Questa teoria definita come “teoria della coda lunga” si concentra sulla crisi delle economie degli hit, una terminologia che si riferisce alla produzione culturale nell'era predigitale, che veniva organizzata in modo tale da creare prodotti di massa standardizzati, ideati per accontentare il gusto della maggioranza del pubblico. Tutto questo a discapito dei prodotti marginali, legati agli orientamenti del pubblico di nicchia, troppo onerosi e poco redditizi, per giustificarne la fabbricazione. Nel momento in cui la produzione fordista entra in crisi e l'avvento della digitalizzazione18 ha consentito la trasformazione di
qualunque oggetto culturale in file, (permettendo una riproducibilità praticamente illimitata di quest'ultimo, oltre che un abbattimento dei costi di produzione che ad oggi si attesta quasi a zero) si è configurato un nuovo tipo di orientamento al consumo dettato da quella minoranza silenziosa, che in precedenza soccombeva ai diktat imposti dalla
maggioranza rumorosa, come la definisce lo stesso Anderson. A questo punto il problema,
tanto per Anderson quanto per O'Reilly, consiste nel supportare l'utente nella ricerca di ciò che davvero gli interessa, in quel mare magnum costituito dalla Rete. In tal modo si giustifica la nascita di aziende on line in grado di fornire una pluralità di servizi che vengono incontro agli utenti. Lo stesso Anderson riporta l'esempio di Amazon.com, il
17
Chris Anderson, 1961, è un saggista e giornalista statunitense, direttore della rivista Wired dal 1993 al 1998, ha poi lasciato per divenire pubblicista presso l'Economist nelle sedi di New York, Londra e Hong Kong. Dal 2001 ha ripreso l'attività di direttore presso Wired. Cfr. in http://www.thelongtail.com
18
La digitalizzazione è il processo di conversione che applicato alla misurazione di un fenomeno fisico ne determina il passaggio dal campo dei valori continui a quello dei valori discreti. Tale processo viene oggi comunemente sintetizzato nei termini di passaggio dall'analogico al digitale. Nel campo dell'informatica e dell'elettronica, per digitalizzazione si intende il processo di trasformazione di un'immagine, di un suono, di un documento in un formato digitale, interpretabile da un computer, dove per formato digitale si intende un codice binario in cui tutto è rappresentato da combinazioni di zero od uno, quindi da stati del tipo acceso/spento.
popolare sito di vendita di libri on line che, sfruttando le recensioni dei lettori ed il loro
narcisismo (voglia di visibilità e di apprezzamento da parte di altri), è riuscito a costruire
un vero e proprio impero commerciale.
Altro esempio è costituito dal sito e-Bay che, con decine di milioni di utenti in tutto il mondo, ha fatto la sua fortuna riattualizzando lo strumento dell'asta commerciale e riproponendola on-line. La popolarità del sito nonché il suo ranking (posizionamento) che lo vede tra i principali siti di e-commerce a livello mondiale, è garantito dalla fiducia che il sito offre a chiunque voglia vendere o comprare utilizzando e-Bay. La fiducia, accordata al sito che guadagnerà una percentuale sulle transazioni commerciali, deriva direttamente
dai suoi utenti attraverso procedure incrociate di rating, (commenti o segnalazioni di
truffe da parte degli utenti) che i gestori del sito si limitano a registrare per poi prendere i dovuti provvedimenti.
Fondamentale, per definire le caratteristiche del web 2.0, è l'ambito tecnologico, ovvero lo sviluppo di algoritmi per costruzione di piattaforme, utili alla condivisione di contenuti come il peer to peer, wiki, social network e blog. Questo nuovo paradigma tecnologico, che Castells definisce informazionale, è improntato sulla centralità dell'informazione, dei flussi comunicativi e per l'impiego dell' information tecnology, caratterizzati dalla capacità autoespansiva di elaborazione del volume, della complessità e della velocità di raccolta dei dati.
Il sistema peer to peer (da pari a pari) ha rappresentato il primo sistema di sharing file applicato ad una logica di networking. Quest'ultimo permette di mettere in condivisione risorse e servizi di differenti computer sfruttando la potenza di calcolo dei client connessi. Ciascun computer infatti rappresenta un nodo in grado di fornire i contenuti di cui è in possesso, senza che un server centrale gestisca il sistema. Le connessioni tra i computer non nascono spontaneamente, ma devono essere richieste da una delle parti in causa. Questo sistema rendeva l'utilizzo della Rete ancora più efficiente riuscendo ad evitare il sovraccarico dei server. Dopo la connessione degli utenti ha inizio la comunicazione dei
11 nodi che avviene tramite lo scambio di messaggi utili a segnalarne la presenza on-line, domandarne la condivisione e accordarne il trasferimento delle risorse. Per fare un paragone con le scienze naturali potremmo dire che il sistema peer to peer rappresenta la fase embrionale dello stadio evolutivo del Web 2.0, se il termine di paragone è costituito da Amazon.com o e-Bay.com. Embrionale di certo, ma non per questo la sua portata deve essere considerata meno rivoluzionaria dei social media di ultima generazione: un'intera generazione di adolescenti, quella di fine millennio, è stata travolta dall'impatto che questa nuova tecnologia di rete ha rappresentato. Poter condividere file video e file musicali, (grazie a programmi come Gnutella, E-Mule, WinMX LimeWire, Utorrent) senza sottostare alla politica dei prezzi imposti dalle major discografiche, ha avuto come conseguenza quello di stravolgere completamente il mercato facendo crollare i prezzi di audiocassette e compact disc. Ancora più incisivo è stato il fatto che per la prima volta veniva messa in discussione la politica sulla produzione e diffusione dei prodotti culturali, quasi sempre protetti dai diritti di proprietà intellettuale (copyright) che, in linea con le politiche di privatizzazione, violano il principio della libera circolazione dei saperi e della conoscenza. Nella memoria collettiva è ancora vivo il ricordo del processo nei confronti dei dirigenti di Napster, un programma che sfruttava solo parzialmente il sistema peer to peer per la condivisione di file audio e video, e che poteva vantare circa 25 milioni di utenti al suo attivo. Nel 2001 il giudice della Corte d'Appello di San Francisco ordinò la chiusura del programma considerandolo un semplice sito da cui gli utenti potevano scaricare file audio e video protetti da copyright. La sentenza, giudicata dalla comunità di internauti in forte contrasto con le tendenze in atto e conservatrice sotto il profilo della tutela di interessi
specifici, finì con l'assumere i toni di un vero e proprio scontro politico tra coloro che
sostenevano l'uso libero del software ed una concezione del sapere slegata dalle logiche di mercificazione e di profitto. Gli oppositori alla sentenza vennero così definiti dalla controparte impropriamente pirati informatici. Dopo la chiusura, nel settembre dello
stesso anno, Napster riaprì i battenti sotto una nuova veste, mettendo in vendita quegli stessi file che prima erano scaricabili gratuitamente. Se con la sentenza di giugno le major discografiche sembravano aver portato a casa una vittoria significativa, le cose però andarono molto diversamente: la chiusura di Napster ebbe come conseguenza quella di far proliferare i sistemi peer to peer puri per cui si poteva aggirare facilmente la querelle sui diritti di proprietà intellettuale, le case discografiche furono costrette, impossibilitate ad arrestare il fenomeno, a rilasciare, tramite i siti dei loro artisti, file scaricabili gratuitamente compiendo una grande operazione di marketing.
Con i sistemi peer to peer si è aggiunto un nuovo tassello nella costruzione di quello che sarebbe stato l'internet di seconda generazione. L'elaborazione di contenuti propri e la voglia di condividerli con gli altri; il semplice desiderio di creare un spazio individuale, seppure virtuale, dove potersi esprimere liberamente; oppure vivere una vita altra parallela a quella reale, magari più appagante come nel famoso gioco on line Second Life. Questi costituiscono i presupposti per la nascita dei sistemi wiki, dei social media e dei blog. La piattaforma “wiki” dall'acronimo inglese what I know is, ad esempio consente agli utenti di realizzare ipertesti e documenti in maniera collettiva, utilizzando un semplice linguaggio di marcatura (markup) e un navigatore (web browser). Il più famoso ed il più utilizzato sistema wiki è rappresentato dalla libera enciclopedia on line Wikipedia, il cui stato è in continuo aggiornamento grazie all'opera di migliaia di utenti che per il puro amore della conoscenza e per la sua libera condivisione, ogni giorno dedicano una parte del loro tempo per aggiungere nuove voci ed indici o migliorandone i contenuti già pubblicati. Anche wikipedia dunque rientra a pieno titolo nella definizione di quei nuovi strumenti necessari alla crescita e all'accumulazione dell'intelligenza e del sapere collettivo tanto decantato da Clay Shirky. Quest'ultimo, riferendosi al potenziale espresso dalle comunità di utenti che realizzano contenuti autoprodotti per condividerli, sottolinea come “Un atto
13
creativo è (sia) pur sempre un atto creativo19”, e come tale contribuisca all'approfondimento
della conoscenza e del sapere. L''autore in Surplus cognitivo riporta l'esempio del sito Ushahidi.com creato nel 2007 da Ori Okolloh, un'attivista politica keniota che denunciò le violenze subite dalla popolazione del suo paese in occasione delle elezioni presidenziali. Successivamente il sito diventò il punto di riferimento per denunciare ogni tipo di sopruso attuato da parte di governi, eserciti nazionali e paramilitari ai danni di centinaia di migliaia di persone: quest'ultimi attraverso “l'arma” dell'informazione on line, inviavano sms al sito (praticamente in contemporanea allo svolgimento degli accadimenti), comunicando una realtà dei fatti spesso alterata dai media ufficiali e dal mainstream, riuscendo ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale che, “indignandosi” faceva pressione politica sui quei governi per limitarne l'operato repressivo sulla popolazione. Gli organizzatori del sito si resero subito conto del potenziale di Ushahidi e decisero di trasformarlo in una piattaforma per poter organizzare e mappare tutto il materiale che proveniva dagli utenti. Fin dal suo esordio nel 2008, Ushaidi è stato usato per denunciare atti di violenza nella
Repubblica Democratica del Congo. Shirky attribuisce alla popolarità di Ushaidi.com la capacità che i suoi utenti possiedono di
“condividere” informazioni solo per il puro “piacere” di migliorare ciò che li circonda, senza che, almeno nell'immediato, questi ci guadagnino direttamente o individualmente. Se, come si è accennato prima, una delle caratteristiche del web 2.0 consiste proprio nella produzione di materiali autoprodotti da parte degli utenti, la seconda peculiarità si basa sui moventi che spingono quest'ultimi a produrre video, testi, audio, documenti o semplici sms e condividerli con altri, costituendo, in tal modo, la base per le creazione delle nuove piattaforme sociali. Tralasciando l'impegno politico come liet motiv, pur sottolineandone l'importanza ai fini di un maggior coinvolgimento della fasce giovanili nei processi di democratizzazione, l'attenzione delle neo generazioni di internauti sembra focalizzarsi più su una logica volta
19
all'intrattenimento e alla rappresentazione del sé, attraverso l' utilizzo dei linguaggi offerti dai nuovi strumenti informatici e digitali.
3.3 I social network
...Ciò che ci fa connettere: Sono le cose che usiamo tutti i giorni a consentirci di comunicare e stare insieme, e sono proprio queste cose che hanno consentito di far connettere moltissime persone in tutto il mondo. Condividi20
La homepage di Facebook, il popolarissimo social network che oggi vanta più di 900 milioni di iscritti in tutto il mondo, si apre con la frase sopra riportata che ne rappresenta la filosofia aziendale e il modus operandi. Per la stessa definizione che ne dà Mark Zuckerberg, l’ideatore di Facebook, il social network è precisamente ciò che fa connettere ogni individuo con la propria rete di contatti o più precisamente con lo small world in cui
esso è inserito. Ma il perchè queste piattaforme sociali siano diventate così popolari ed
utilizzati (tanto da essere considerate dagli studiosi di psicologia sociale ed antropologi culturali più di un semplice fenomeno di passaggio dettato dalla moda del momento, ma una nuova modalità di relazione e di scambio sociale che è andato a modificare fortemente gli assetti preesistenti) necessita di un maggiore approfondimento. E non soltanto. L'ipotesi di partenza, oggetto di studio del presente lavoro di tesi, è quello di dimostrare come questi dispositivi rappresentino le nuove frontiere della sorveglianza e del controllo sociale. L'analisi si focalizzerà proprio sullo studio degli applicativi utilizzati dai social
20
15 network per eludere qualunque forma di privacy dell'utente. Autori come E. Morozov e il già citato C. Formenti, hanno tracciato le linee ed evidenziato alcuni aspetti di questa problematica, specialmente quando si rivolgono al rapporto tra movimenti politici e utilizzo dei social network ( in particolare su Twitter), ma la tematica è ancora tutta da approfondire.
Ripartendo dalla definizione di Social Network, oltre a quella già citata di Zuckerberg, è importante qualificarne gli ulteriori elementi che servono a delimitarne il campo di azione. I social network rientrano nella categoria dei nuovi media, ovvero quell'insieme di mezzi di comunicazione che utilizzano il linguaggio digitale nella codifica delle informazioni. Più precisamente i social network costituiscono quello spazio sociale ibrido che permette di
far connettere la realtà virtuale con il mondo reale e viceversa, rappresentando uno strumento potentissimo per creare e/o modificare l'esperienza sociale di ciascun soggetto.
Mediante un social network è infatti possibile mantenere i contatti con la propria rete sociale di riferimento (rete chiusa) ma anche allargarla (rete aperta) estendendo l'amicizia ad altri utenti (esplorandone a loro volta i contatti), e potenziarla gestendo la propria immagine ed il proprio status sui social network.
Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, solo per citarne alcuni fra i più famosi, sono
piattaforme sociali figlie di una lenta evoluzione del web, di cui nel precedente capitolo si sono trattati alcuni aspetti che verranno ripresi in questo paragrafo.
Ripercorrendone la storia, dunque, ripartendo dall'utilizzo dei newsgroup, molto in voga dalla fine degli anni novanta ed utilizzati fino al 2008, anno in cui Facebook è esploso come fenomeno globale. I newsgroup consistevano in gruppi di persone accomunate da un interesse specifico che utilizzavano strumenti quali le mailing list per comunicare fra loro ed interagire l'un l'altro, nonostante si trattasse soltanto di un'interazione virtuale. Ecco dunque il formarsi di quelle comunità virtuali di cui si è parlato nel precedente paragrafo, ma che, a differenza di queste, formate quasi interamente dagli addetti ai lavori, si sono
andate caratterizzando come fenomeno di massa. Se questi newsgroup possono essere considerati gli antenati dei moderni network, Messenger e i web blog sono considerati i
parenti più stetti.
Nato come software di Windows, Messenger ha fin da subito conquistato le nuove generazioni di internauti proprio perchè consente di poter chattare in tempo reale con i propri contatti. In maniera embrionale rispetto ai social network “di seconda generazione” Messenger consente una sorta di profilo dell'utente, dato che per far parte di questa comunità bisogna utilizzare un nickname quasi sempre fittizio ed un avatar che ne proietti l'immagine nella rete.
Un discorso a parte meritano i web – Blog, meglio conosciuti con il solo nome di Blog, che costituiscono una delle novità del web 2.0 e che ne rappresentano uno degli strumenti privilegiati di utilizzo della rete. Un blog è uno spazio o una pagina che il singolo utente si costruisce per poter pubblicare, diffondere, pubblicizzare o semplicemente divulgare contenuti autoprodotti ( i già citati user generated contents). I suoi usi possono essere i più diversificati: interessante notare che, soprattutto tra le fasce giovanili, i blog sono utilizzati come veri e propri diari on -line, in cui possono scrivere pagine di fatti più o meno salienti della loro vita quotidiana. La dimensione “intimista” ed un tipo di scrittura informale, sono alcuni degli elementi che si accomunano alle modalità di interazione degli utenti che popolano l'acquario di Facebook, così come lo hanno definito gli autori dell'omonimo testo21. L'estensione dell'uso del termine blogger, che inizialmente designava tutti coloro
che aprivano web -blog, successivamente circoscrive, più specificatamente, quegli attivisti politici che operano nel mondo nel cyberspazio. Il sito cyberdissident.org22 , ad esempio,
ospita attivisti che operano nel medio oriente, proteggendoli dalla repressione di governi e autorità di polizia che spesso, oltre ad oscurarne i blog, effettuano arresti e praticano torture ai danni di questi oppositori.
21
Cfr. in http: // www.ippolita.net 22
17 Se chat interattive e blog rappresentano i genitori da cui originano i nuovi social network, questi si sono evoluti per fasi fino al punto di trasformare le modalità di relazione sociali
fin qui conosciute.
Delle tre fasi che contraddistinguono l'evoluzione dei social network, la prima si caratterizza per l'opportunità di creare reti sociali chiuse che potenzino i legami forti23, già
presenti nella vita di ciascun soggetto. Se già alcuni strumenti come la messaggistica istantanea o l'interazione di contenuti audio e video erano disponibili, la creazione di un “profilo personale” e l'attivazione di una lista di contatti personali con cui comunicare, all'interno di uno spazio virtuale, tutto contemporaneamente, è stata offerta dal sito di incontri on-line Sixdegrees.com24 creato da Andrew Weinreich nel 1997. Per ovviare al
pericolo di accesso al sito da parte di male intenzionati, sixdegrees.com permetteva ai suoi utenti di intraprendere relazioni solo con persone che si distanziavano tra loro per un massimo di 3 gradi di separazione. Questo significava che l' utente poteva incontrare solo gli amici dei propri amici che avrebbero garantito sulla credibilità dei loro contatti. I vantaggi offerti da questo modello organizzativo consistevano nel fatto che era sempre possibile verificare sia in maniera diretta (chiedendo all'amico in comune) che indiretta (esplorazione della rete sociale del nuovo contatto del tipo guardo chi frequenti e capisco
chi sei) le informazioni che ogni utente forniva di sé favorendo così l'approccio e la
stabilizzazione della relazione.
Sixdegrees.com si ispirava alla teoria dei sei gradi di separazione elaborata dallo scrittore ungherese Karinthy nel 1929 nel suo romanzo “Catene” e successivamente provata nel 1960 dallo psicologo Stanley Milgram, che ne sperimentò la veridicità. L'esperimento
23
Per legami forti si intenda legami parentali, sentimentali e amicali stretti. 24
Il sito, dopo aver raggiunto circa un centinaio di dipendenti ed un milione di utenti attivi, chiuse nel 2001 per mancanza di utili. Secondo il suo fondatore A. Weinreich la causa del suo insuccesso è da riscontrarsi nel fatto di essersi rivelato troppo in anticipo con i tempi. Questo per una duplice ragione. In primis nel 2001 il numero di utenti in possesso di una connessione stabile era ancora abbastanza basso, e inoltre, non esisteva una rete di business capace di supportare economicamente il sito. Cfr. in http// www.sixdegrees.com
consisteva nel chiedere ad un campione di cittadini dal Kansas al Nebraska di inviare una lettera ad un suo amico, agente di cambio di un suo amico a Boston, di cui non aveva l'indirizzo25. L'esperimento attestò che la maggior parte dei messaggi riuscì ad arrivare al
destinatario, e, come ipotizzato da entrambi i passaggi di consegna, si attestavano mediamente a sei. Lo psicologo americano ribattezzò la teoria dei sei gradi di separazione come teoria dello small world sancendo il principio che nonostante le immense distanze che possono intercorrere tra i soggetti, sono sufficienti solo sei nodi per abbatterle e per far sì che questi entrino in contatto. Questi studi dettero avvio circa un ventennio dopo a quella che fu ribattezzata come la scienza delle reti, il cui obiettivo è quello di comprendere le proprietà delle aggregazioni sociali e le modalità con cui queste si trasformano. Concetti come rete e connessione permettono infatti di descrivere la complessa struttura delle relazioni sociali attraverso relazioni di tipo matematico e grafico. Per comprendere meglio il concetto è utile delineare il concetto di rete che indica una serie di entità, eventi o oggetti interconnessi tra loro. Il termine connessione descrive, invece, qualunque tipo di legame che collega tali oggetti.26La rete sociale, poi, permetterà ai singoli nodi di sviluppare una
relazione tra loro di qualunque natura: amicale, sentimentale o lavorativa. Tutte caratteristiche che facilmente si riscontrano nelle moderne piattaforme sociali di nuova generazione.
La scienza delle reti fu sviluppata dai matematici Duncan Watts e Steve Strogatz che studiando le proprietà delle reti, analizzarono le caratteristiche dei legami che connettono
i nodi che le compongono27. Lo studio attenzionò soprattutto le reti miste, ovvero quelle
reti che comprendono sia legami ordinati, ovvero nodi contigui, sia legami casuali ovvero nodi molto distanti tra loro. La teoria dimostrò che quando nelle reti miste sono presenti un numero elevato di legami casuali il numero di gradi di separazione tra i nodi diminuisce
25
Cfr. in G. Riva, I social network, Il Mulino, Bologna, 2010 , p. 108. 26
Ivi, p. 107 27
19 considerevolmente. In social network Riva riporta che se una rete è composta da sessanta milioni di nodi e le connessioni tra questi sono due su diecimila, i gradi di separazione sono otto28. I matematici studiarono altre reti che avevano le proprietà dello small world e in tutti i casi i nodi distavano non più di sei gradi di separazione.
Il concetto di legame debole è centrale per introdurre la seconda fase dell'evoluzione dei social network ovvero la fase di maturazione che consiste nell'allargamento della rete sociale dell'utente, che in questo modo si apre all'esplorazione della propria e dell'altrui rete sociale. A livello sociale, i legami deboli, ovvero quei legami occasionali, tipici dei gruppi, consentono ai soggetti di varcare il confine dei legami forti, garantendo l'allargamento della rete sociale cui l'utente appartiene. Il capitale sociale, ovvero l'insieme dei vantaggi costituiti dall'essere parte della comunità virtuale, produce l'effetto di rendere soddisfacente e gratificante l'esperienza sociale del soggetto. La modalità relazionale nei social network crea infatti delle nuove opportunità per il soggetto, che attratto dalla possibilità di ripetere e moltiplicare queste esperienze, sarà portato ad essere maggiormente attivo sui social network.
Così come si è verificato per Sixdegrees.com la fase di maturazione dei social network si apre con la creazione di Friendster.com, un sito di incontri on - line, non dissimile dagli attuali social network, che garantiva un alto grado di sicurezza per i propri utenti. Creato nel 2002 da Jonathan Abrams, il sito si è sviluppato intorno alle comunità degli omosessuali della California, i blogger e ai partecipanti al Burning Man Art Festival29 che
costituivano degli utenti di nicchia. Nel 2004, grazie alle attività svolte dalle comunità sul social network, il sito raggiunse in pochi mesi circa un milione di nuovi utenti, sorprendendo gli organizzatori di Friendster.com, del tutto impreparati ad un boom di iscrizioni così improvviso e di massa che provocò non pochi problemi alla struttura del sito
28
Ivi, p. 109 29
e che finì per costringere i pionieri ad iscriversi ad altri social network. Ciò che determinò il successo di Friendster.com fu il fatto di associare ai propri utenti un indice di popolarità
in base al numero di amici presenti nella propria rete sociale30. Sostanzialmente veniva
attributo lo status di più popolare all'utente che aveva il maggior numero di amici
collegati al proprio profilo personale. L'amicizia diventava così l'indice con cui era (ed è)
possibile misurare la popolarità di un utente e più che esprimere una relazione tra due o più persone (seppur in uno spazio virtuale) diveniva e (diviene) un indicatore di status
sociale. Questo passaggio ha determinato il fenomeno della corsa all'acquisizione del
maggior numero di amicizie possibili, sia inviando una richiesta di iscrizione al sito a coloro che ancora non erano presenti, ma soprattutto richiedendo l'amicizia ai popolari, trasformando Friendster.com in una rete sociale aperta31. Un'altra conseguenza di questo
passaggio è stata la proliferazione di profili falsi detti comunemente fake (da fakesters) spesso legati alle figure di personaggi del mondo dello spettacolo, oppure profili di natura istituzionale tipo quelli delle università americane che avevano migliaia di utenti. Da una rete sociale chiusa Friendster.com divenne, dunque, una rete aperta, dove la sicurezza dell'utente non era più garantita e dove i servizi offerti erano limitati, perfino a pagamento compresa l'iscrizione al sito stesso: l'insuccesso del network non avrebbe tardato ad arrivare nel momento in cui molti dei suoi utenti lo abbandonarono per preferire altri social network.
La terza fase evolutiva, che ha consentito la trasformazione dei social network così come oggi li conosciamo, è quella che viene definita come la fase in cui il social network diviene lo strumento della propria identità personale, sia in termini di descrizione (auto narrazione del sé) sia in termini di definizione (costruzione del sé). A partire dal 2003 sono creati
30
Cfr. in G. Riva, op.cit, p. 82 31
Questa estensione illimitata della rete sociale ha determinato in alcuni social network la possibilità di porre un limite al numero di amicizie con cui un utente può connettersi. Facebook, ad esempio, ha fissato questo numero a 5000 per profilo. Al superamento di tale cifra non è più possibile per un utente richiedere l'amicizia al contatto desiderato. Apparirà, infatti, una finestra che avvertirà del blocco della richiesta.
21 moltissimi social network (ancora oggi è difficile stabilirne il numero esatto) ma se si dovesse porre la domanda su quali siano oggi i social network più utilizzati e conosciuti ad un pubblico vasto e composto di età e classi sociali differenti, la risposta, nella quasi totalità di casi, consisterà in Facebook, Twitter e My Space (quasi riflettendo lo stesso ordine). Il successo di questi social network consiste proprio nella possibilità per ogni utente di poter esprimere al meglio se stesso e nel poter gestire la propria immagine (impression management), grazie al supporto degli strumenti offerti dal Web 2.0. Delle modalità di relazione offerte da questi social network si dirà più avanti, mentre ripercorrendone l'ordine cronologico, il primo ad essere stato creato è MySpace.com, molto utilizzato dai giovani artisti emergenti. Nel 2003, Tom Anderson e Chris DeWolfe, ispirandosi alla struttura di Friendster.com ed integrandola con un sistema di condivisione di contenuti multimediali, che consentivano una personalizzazione del proprio profilo attraverso l'inserimento di immagini e suoni, dettero alla luce la loro nuova creatura. MySpace divenne quasi subito il punto di riferimento per musicisti e gruppi alle prime armi, che per la prima volta potevano pubblicizzare se stessi e la propria musica, dando la possibilità ai loro followers (come li chiameremmo oggi) di poter scaricare gratuitamente le proprie canzoni ed di seguire gli eventi ad essi collegati. Nel 2005, grazie ad una
proficua operazione commerciale, MySpace viene acquistato dalla New Corporation di
Rupert Murdoch, per 580 milioni di dollari, determinandone il successo a livello planetario. Con il cambio di gestione del sito, cambiano anche le funzioni ed i servizi che esso è ora in grado di offrire, potenziandone gli strumenti e la pubblicizzazione. Tra le nuove funzioni offerte da MySpace vi è l'inclusione di un forum, la possibilità di istant messaging, di inviare messaggi dal cellulare oltre che quella di inserire dei widget sul proprio profilo32.
Per oltre 4 anni MySpace è stato il social network più utilizzato al mondo, visualizzato da oltre cento milioni di utenti che visitavano il sito quotidianamente. Il 2004 segna una
32
Un widget è un'estensione dell'interfaccia che consente di inserire nuove presentazioni grafiche e nuovi contenuti multimediali all'interno del proprio profilo.
svolta nello sviluppo dei social network: Mark Zuckerberg, studente dell'Università di Harvard, preoccupato di aumentare la propria popolarità tra i colleghi universitari, crea il sito Facebook.com (da face, faccia, volto e 33book, libro) ricalcando on-line la forma degli
annuari scolastici americani. Anche nella versione virtuale, viene previsto un profilo per ogni studente con l'inserimento della propria foto ed i dati personali, in modo da essere immediatamente riconoscibile dai propri colleghi universitari, facendoli sempre in
contatto. A tal proposito suggerisce Riva
“ Nel giro di cinque settimane dal lancio più della metà degli studenti di
Harvard usava il sito per interagire con la propria rete reale di amici del college”34.
Il successo riscosso da Facebook.com convinse alcuni imprenditori ad investire circa 40 milioni di dollari per lanciare e potenziare il servizio offerto dal sito, nell'arco di soli due anni.
Come prima opzione, il sito cambiò il nome semplicemente in Facebook; successivamente vennero inserite ulteriori opzioni espressive e relazionali previste dal sito come: la bacheca
personale, iscrizione ai gruppi, l'inserimento di fotografie, la possibilità di creare e partecipare ad eventi oppure l'opportunità di scrivere ed elaborare note personali da poter condividere con i propri amici. Di seguito si può osservare come appare l'interfaccia
grafica della homepage di Facebook nella sua ultima versione35. (Immagine cover) Sull'uso
degli applicativi di Facebook, si rimanda alla lettura del prossimo paragrafo. Interessante notare come la diffusione di Facebook si sia accresciuta illimitatamente ( si è giunti a circa 12 milioni di iscritti soltanto nel 2006) per toccare l'apice nel 2008 in cui si è diffuso a livello globale, contando ad oggi più di 900 milioni di iscritti. Non sorprende dunque come
33
L'improvviso successo ottenuto da Facebook.com indusse M. Zuckerberg ad estendere il suo accesso anche agli studenti di Yale, della Columbia e di Stanford.
34
Cfr, in, G. Riva, op. cit, p. 84 35
23 Facebook abbia attirato l'interesse delle principali corporations come la Microsoft, colosso nel settore, che ha investito sul sito circa 240 milioni di dollari solo nel 2007, per poi aumentare la quota dell'investimento, passando a 235 milioni nel 2008. Come nel caso di Myspace, questi finanziamenti sono serviti per il potenziamento del sito e la creazione di Facebook Platform36, utile alla realizzazione di giochi usufruibili direttamente dal sito
(come il popolarissimo Farmville o MafiaWar). Con la creazione di Facebook Connect37
invece è stato possibile collegare il social network con i siti esterni: ad esempio, se un utente è desideroso di visibilità all'interno del web o vuole mettersi in contatto con altri utenti, basta digitare il proprio nome su Google e il motore di ricerca visualizzerà tra i primi siti proprio il link del profilo Facebook del suddetto utente. OpenGraph38 invece
consente di analizzare i gusti dell'utente attraverso l'esplorazione della propria rete di contatti, utilissimo per le indagini di mercato e per le strategie di marketing on-line. Il riferimento va al famoso tasto Like, ( immagine) quel mi piace, che consente il
collegamento diretto con la pagina pubblica di artisti, gruppi, associazioni e permette di commentare positivamente i contenuti multimediali pubblicati dagli amici. A proposito del pulsante Like, Francesco Caccavella, in un suo articolo sul quotidiano la Repubblica, commenta :
“ Facebook è il più potente sistema di registrazione e mappatura di relazioni privato mai creato. Il valore inestimabile che possiede è la chiara visione che ha di cosa fanno e di cosa gradiscono ognuno di quei 900 milioni di iscritti al social network e che è salvato nei grandi database del servizio. Ogni volta che "doniamo" qualcosa e condividiamo nuove informazioni, il database di relazioni cresce e si affina. Il grafo delle relazioni. Quando usiamo Facebook ci soffermiamo sulla nostra esperienza sociale. Ogni volta che premiamo il pulsante like, che condividiamo una risorsa, che la commentiamo, segnaliamo la nostra azione al mondo: appare sulla nostra bacheca e su quella dei nostri amici. Si
36
Facebook Platform è costituito da un insieme di procedure dette API (application programming interface) che utilizzando il linguaggio javascript, servono a creare applicazioni usufruibili all'interno del social network.
37
Facebook Connect è costituito da un insieme di API che servono per collegare siti esterni, che collaborano con il social network.
38OpenGraph è un protocollo (introdotto nel 2010) che permette di estende l’efficacia del Social Graph a tutto il social web esterno a Facebook, attraverso la condivisione di contenuti, website e applicazioni di terze parti con il proprio network di amici.Recentemente Facebook ha deciso di evolvere Open Graph ,offrendo la possibilità ad applicazioni e contenuti di terze parti di integrarsi profondamente con l’esperienza di fruizione della piattaforma e personalizzare le azioni che possono essere compiute da chi la utilizza .Cfr. in http://www.wearesocial.it
tratta di una rappresentazione grafica di quello che accade "dietro le quinte". Nei server di Facebook, ad ogni azione, si crea una connessione fra quella risorsa e il nostro profilo. Attraverso queste connessioni Facebook costruisce a poco a poco il significato preciso della nostra vita sotto forma di grafo. Un grafo, termine preso a prestito dalla matematica, è una rappresentazione di un insieme di nodi tra i quali sussiste una determinata relazione. Quando premiamo il pulsante like, la risorsa cui è collegato il pulsante diventa un nodo del grafo di Facebook che viene legato da una relazione con un altro nodo (noi stessi). E non pensiate che la relazione sia solo fra voi e una pagina Web. Grazie ad Open graph, il set di protocolli su cui si basa Facebook, le connessioni possono avvenire fra nodi di qualunque natura. Ogni pulsante like, ogni commento, ogni condivisione può essere collegato ad un prodotto, ad un libro, ad un evento, ad un personaggio famoso o a qualsiasi cosa serva a mappare oggetti delle attività umane”39.
Inoltre, per consentire l'internazionalizzazione del social network, lo staff di Facebook ne ha reso disponibile la versione in una quindicina di lingue differenti. Il 2008 decreta il successo di Facebook sul piano globale: la sua popolarità per la maggior parte è dovuta al fatto che è diventato quell'aggregatore di informazioni e notizie capace di mettere a
disposizione tutti i servizi del web 2.0. Nel 2009 Facebook contava più visualizzazioni di Google e appena un anno dopo cominciava a produrre profitti, diventando una delle aziende più proficue del web.
Nel 2006 fa la sua comparsa nel web Twitter, il popolarissimo social network rappresentato dal simbolo del pulcino blu, lanciato da una piccola start up di San Francisco, chiamata Obvious. La peculiarità di Twitter consiste nel poter inviare piccoli
post di non più di 140 caratteri, i famosi tweet, mediante i quali gli utenti segnalano quello
che stanno facendo in un determinato momento. I tweet - pensati sia per l'utilizzo dal pc sia soprattutto come applicazione per i telefoni cellulari - compaiono in ordine cronologico sulla pagina personale di chi li ha inviati. A loro volta, questi post possono essere
ritweettati, ovvero ri-inoltrati, dai followers, i contatti che compongono la propria rete
sociale40. Twitter è stato considerato come l'sms di Internet e classificato nella top ten dei
siti più visitati della rete: la sua popolarità è testimoniata da oltre 200 milioni di account individuali che generano ogni giorno circa 190 milioni di tweet e 1.6 miliardi di ricerche41.
39
Cfr. in http://www.repubblica.it/tecnologia/news/grafo_segreto_facebook del 2012/05/17/ 40
Cfr. in, C. Formenti, op. cit., p. 226 41
25 Nel maggio del 2003, ad opera di un gruppo di imprenditori statunitensi, nasce LinkedIn, un social network professionale, ovvero un luogo virtuale di incontro per aziende, imprese e lavoratori, in cui scambiarsi informazioni e contatti reciprocamente. Dopo la registrazione, gli utenti possono inserire ed aggiornare il loro curriculum, che verrà visualizzato dalle imprese che ricercano quel profilo da inserire nel loro organico. La struttura di LinkedIn è articolata in collegamenti di tre diversi livelli: accanto alle connessioni di primo grado, che corrispondono ai contatti diretti dell’utente (amici, colleghi ed ex colleghi, vecchi compagni di scuola o università), esistono altre due tipologie, rispettivamente di secondo e terzo grado. Le prime sono rappresentate dalle connessioni dei contatti di primo livello, mentre i collegamenti di secondo grado sono le connessioni delle connessioni di secondo grado. L’obiettivo è allargare la propria rete personale, creando contatti con altri collegamenti, che potrebbero essere utili a fini professionali . Nel novembre del 2011 LinkedIn raggiunge i 135 milioni di iscritti, superando social network competitors come Viadeo (35 milioni di utenti) e Xing (4 milioni di utenti). Oltre la metà dei membri di LinkedIn (59%) si trova fuori dagli Stati Uniti, 26 milioni sono gli utenti europei e due milioni quelli italiani. I paesi con il maggior numero di iscritti sono U.S.A., India, Regno Unito e Brasile. L’utente medio di LinkedIn è di sesso maschile (58,5% del totale) e di età compresa tra i 25 e i 54 anni (70% dei casi). Nel 2010 LinkedIn ha un fatturato 161 milioni di dollari e 1,9 milioni di dollari di profitto: dopo il suo debutto ufficiale in borsa, le sue azioni sono state vendute ad un prezzo di 45 dollari per azione42.
Come si può facilmente evincere, attualmente esiste un social network quasi per ogni aspetto della vita pubblica di ciascun soggetto, dalla vita relazionale a quella professionale. Fare una stima del numero esatto dei social network oggi attivi appare un'impresa ardua: al momento la lista più completa ed attendibile si può reperire all'indirizzo internet 42
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_social_networking_websites43 di cui si rimanda la
lettura.
La scelta di trattare solo alcuni di questi social network nel presente lavoro di tesi non è casuale ma metodologica, non soltanto perchè Facebook, Twitter e MySpace, sono quelli tra i più diffusi ed utilizzati nel nostro paese, ma perché rappresentano i modelli su cui gli altri si sono strutturati, sia dal punto di vista dell'analisi sociologica, economica e politica, sia perché considerati più interessanti per un lavoro di approfondimento e di ricerca. Dopo aver individuato le fasi evolutive che hanno visto la nascita, il consolidamento e la maturazione dei social network così come oggi li conosciamo, è possibile prevedere gli sbocchi verso cui si evolveranno i social network? MySpace, Facebook, Twitter, pur essendo delle piattaforme sociali avanzatissime del web 2.0, non rappresentano, però, il punto di arrivo della trasformazione del computer in un social medium. I social network, pensati in un primo momento come strumenti legati all'utilizzo del pc (sia pur nella versione del notebook) adesso si stanno trasformando in strumenti crossmediali, grazie ai processi di digitalizzazione dei media tradizionali e al supporto di processori sempre più potenti. L'esempio più immediato è quello della telefonia mobile, che ormai ha tra i suoi applicativi i collegamenti con facebook e twitter, dando la possibilità agli utenti di poter rimanere costantemente collegati dal proprio telefono cellulare. Questa trasformazione ha prodotto due risultati: da una parte il cellulare cambia la sua struttura (aggiunta di una tastiera e di uno schermo più grandi a colori, la lista dei contatti facebook, e l'inserimento di un avviso per le notifiche) rendendo più facile l'utilizzo dei social network anche se l'utente si trova in mobilità; dall'altra parte i social network stanno integrando nei loro sistemi delle funzioni caratteristiche dei telefoni cellulari, come il localizzatore cellulare Gps. I risvolti di queste trasformazioni in termini di perdita della privacy da parte dei soggetti saranno meglio specificate nei prossimi paragrafi, qui ci si limita a sottolineare che
43
27 attraverso questo dispositivo, la posizione geografica dell'utente sarà automaticamente visualizzabile sul suo profilo, (attraverso la comparsa dell'immagine di una mappa geografica con una freccia che ne indicherà il punto preciso) rendendola pubblica a tutti gli
amici on line. Alla stessa maniera si potrà conoscere in tempo reale quella degli altri. Non
tutti i social network si limitano a questo, Loopt.com44, ad esempio, consente di segnalare
la posizione di luoghi o eventi rilevanti in modo che gli amici, che si trovano in zone circostanti, possano raggiungerli o parteciparvi. Il crossmedia, non riguarda soltanto i cellulari, l'ultimissima frontiera è rappresentata dalle console di videogiochi e dalla televisione. Se già tramite le consolle era possibile accedere ai social network , dal 2010 alcuni televisori di fascia alta, hanno aggiunto la possibilità di collegarsi a facebook e twitter, trasformando ancora un volta il medium utilizzato. Lo stesso telecomando si sta trasformando quasi in una tastiera, per consentire una fruizione più semplice, finalizzata all'utilizzo dei social network.45 Un'altra tendenza che sta interessando il mondo dei social
network è quella del cambiamento degli spazi di interazione presenti al suo interno in
veri e propri spazi virtuali, in cui l'utente sperimenta delle esperienze. L'esempio più
significativo è rappresentato dal social network Cyworld46, creato nel 1999 in Corea del Sud.
Utilizzato da cira il 95% dei giovani coreani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, Cyworld è costituito da una mini room (ovvero da una stanza virtuale) abitata da un avatar che
rappresenta l'utente, che può modificare la room acquistando mobili, vestiti ed oggetti, usando la moneta dei social network Dotori ( ghianda) che corrisponde a circa 7 centesimi di euro. Osserva Riva :
44
Cfr. in http://www.loopt.com 45
Cfr. in G. Riva, op. cit, p.90 46
“ Cyworld, può essere considerato, quindi, un incrocio tra un mmorpg47 ed un social network tradizionale,... in cui è possibile per l'utente far crescere ed evolvere il proprio personaggio” 48.
In questi ambienti è possibile condividere delle esperienze stimolanti in cui l'utente può scegliere come apparire o chi essere, dove vivere, che tipo di mestiere praticare,
rappresentando la nuova frontiera evolutiva dei social network.
3.4 Come funziona un social network?
Nel precedente paragrafo si è delineato il quadro attraverso cui sono stati creati e si sono sviluppati i social network così come oggi vengono utilizzati da milioni di utenti in tutto il mondo. In questo paragrafo si analizzeranno in maniera più specifica ed approfondita i dispositivi attribuibili a qualunque piattaforma sociale e quelli che, invece, definiscono i tratti peculiari di ciascuno. Riprendendo la definizione di social network data in precedenza: un social network è uno strumento che, sfruttando i nuovi media, consente all'utente di organizzare, gestire ed estendere la propria rete sociale, esplorare quella altrui , definire e descrivere l'identità sociale di ciascun soggetto.
Le ricercatrici statunitensi Danah Boyd e Nicole Ellison si sono concentrate sullo studio degli elementi che costituiscono i social network, rilevando che questi si caratterizzano per almeno 3 elementi di base :
La presenza di uno spazio virtuale (forum) in cui l'utente può mostrare il proprio profilo rendendolo pubblico agli utenti collegati in rete
La possibilità di creare una rete di utenti con cui è possibile interagire attraverso la chat e l'istant messaging
La possibilità di analizzare le caratteristiche della propria rete esplorando le connessioni ed i contatti degli altri utenti49.
47
Per Mmorpg si intende massively multiplayer on-line role playing games, ovvero giochi di ruolo di massa svolti all'interno di un ambiente virtuale condiviso. Questi si caratterizzano per la mancanza di un obiettivo predefinito, la presenza di un sistema culturale predefinito e la possibilità di far crescere ed evolvere il personaggio.
48
29 L'innovazione apportata dai social network, rispetto ai social media precedenti, consiste proprio nell'ultima di queste caratteristiche, ovvero quella di rendere visibile e sfruttabile
le proprie reti sociali per gli scopi più differenti, che permettono di costruire, in tal modo, nuove opportunità personali, relazionali e professionali non immediatamente percepibili e realizzabili in altri contesti virtuali o reali che siano.
Analizzando questi elementi singolarmente, si nota che per entrare a far parte di Facebook, come di qualunque altro social network, è necessario, una volta completata la registrazione al sito, costruire un profilo personale, rispettando una serie di parametri codificati dal social network: così nel caso di Facebook e di Twitter, l'utente dovrà inserire i propri dati personali, rispondenti ad un nome ed un cognome reali o quantomeno verosimili, pena il blocco del profilo da parte dei responsabili del sito. A seguire verranno inseriti la città di provenienza o quella in cui si risiede, l'attuale occupazione, l'albero genealogico, gli studi effettuati, i libri o i gruppi musicali preferiti, nonché l'orientamento sessuale (Facebook dedica un indicatore allo status sentimentale dell'utente) politico e religioso, e le proprie informazioni di contatto, indirizzi e -mail, numero di cellulare, eventuali link di altri social network e blog. Necessario ma non obbligatorio, per potenziare la propria rete sociale, sarà l'inserimento di una fotografia personale in cui è ritratto il soggetto, che può essere costantemente aggiornata e modificata. Attraverso il profilo e la bacheca personale l'utente potrà gestire la propria immagine pubblica (impression management), offrendo un volto
di sé che non sempre corrisponde all'io reale, visto che si cercherà, in un'ottica narcisistica
ed edonistica, di offrire al pubblico che osserva la parte migliore, da spendere a seconda delle opportunità che si profilano.
Le tipologie del profilo di Facebook hanno subito diverse modifiche, a seconda dello stato evolutivo del social network: in altre parole, se nelle versioni precedenti il profilo di 49
Facebook non differiva poi molto da quello di altri social network, nella sua versione attuale, più sofisticata, perfezionata ed elaborata graficamente, il profilo si è trasformato in un vero e proprio diario virtuale, in cui l'utente può raccontarsi e descriversi attraverso l'uso di un linguaggio confidenziale ed intimista, che ricalca quello utilizzato nei blog. Attualmente, ma solo in Nuova Zelanda, è in fase di sperimentazione la nuova versione del diario di Facebook (TimeLine) che somiglierà più ad un blog: rispetto al passato verrà inserita una grande colonna sulla sinistra e una più piccola sulla destra. Verranno eliminati i riquadri dove sono inseriti amici, foto, mappe e rimarrà solo il menù principale dove verranno apposte queste categorie50.
Sempre riferendosi a Facebook, è attualmente possibile inserire un'immagine di copertina
in alto e al centro del profilo personale, che sarà visualizzata ogni volta che un utente aprirà la propria e l'altrui pagina Facebook. A seconda del codice sulla privacy adottato
dal social network, il profilo dell'utente può essere sia interamente sia parzialmente visibile a tutti gli utenti. In qualche caso i profili possono essere accessibili solo a pagamento. Ciascun profilo è dotato di un bacheca dove l'utente potrà esprimere il proprio
status condividendolo con gli altri, che potranno a loro volta commentarlo o ritweettarlo.
Nell'ultima versione di Facebook è interessante notare come, aprendo la pagina del profilo, il social network suggerisca all'utente cosa scrivere sul proprio status, ponendo delle domande tipo “Come stai?, come va?, come ti senti”, interagendo in maniera molto più
incisiva rispetto alle versioni precedenti e influenzando, seppur in maniera discreta e confidenziale, il contenuto postato dall'utente. (immagine). Una volta condiviso il messaggio, questo sarà autonomo dal soggetto che lo ha prodotto, ovvero, per i propri
interlocutori, il soggetto diventerà quello che comunica: il messaggio tenderà, quindi, a stabilizzarsi acquisendo una vita propria, rendendosi indipendente rispetto a colui che l'ha emesso. Nei social network il messaggio coincide con il soggetto, che in questa
50